mercoledì 10 ottobre 2012
STOP TRIVELLE NEL FORTORE
L'ENNESIMO SACCO DEL FORTORE SI STA CONSUMANDO NELL'INDIFFERENZA GENERALE, DELLE ISTITUZIONI E DELLA CLASSE POLITICA LOCALE.
martedì 9 ottobre 2012
Psaut, Il comitato pro 118 contro la chiusura del servizio a Fioiano e Ginestra
Un secco “no” alla chiusura del servizio di 118 nei comuni di Foiano di Val Fortore e Ginestra degli Schiavoni. E' quanto è stato ribadito alla cittadinanza fortorina dal comitato pro 118 Foiano-Ginestra, rappresentato da Donato Iampietro e Lucio Iuliano, in merito alla decisione da parte dell'Asl sannita di aprire il PSAUT (Postazioni fisse di primo soccorso territoriale) a San Bartolomeo in Galdo e togliere il servizio di assistenza sanitaria ai due comuni fortorini.
Nella denuncia del Comitato si parla anche del trasferimento dei 12 medici, che dovrebbero passare dai presidi 118 di Ginestra degli Schiavoni e Foiano di Val Fortore alla struttura di San Bartolomeo.
“Il Direttore Generale dell’ASL Michele Rossi – si chiedono Iampietro e Iuliano sul trasferimento dei sanitari - ha tenuto conto di quanto prevedono le “Nuove linee guida per la organizzazione dei presidi di assistenza urgenza territoriale” cioè che la eventuale ridefinizione delle sedi PSAUT e delle ubicazioni dei mezzi di soccorso, coordinati dalla Centrale Operativa territorialmente competente, deve tener conto delle caratteristiche geomorfologiche del territorio e della rete ospedaliera della emergenza sanitaria (DEA), nonché del rispetto dei tempi di percorrenza previsti dalla normativa nazionale?”.
E ancora a proposito delle emergenze atmosferiche nel periodo invernale: “I dirigenti Asl sono a conoscenza di cosa rappresenta il valico Casone Cocca per noi fortorini, soprattutto nel periodo invernale ed in situazioni di emergenza?”.
“Lo PSAUT – aggiungono nel comunicato - è una struttura sanitaria, che secondo noi, comporta dei rischi, sia per gli operatori che per i pazienti. E’ impensabile che ci sia una esatta scelta da parte del cittadino che sta male, il quale istintivamente si reca nella struttura sanitaria più vicina, senza sapere che lo PSAUT non è un Pronto Soccorso e che quindi non ci sono un cardiologo, un rianimatore, un radiologo e una sala operatoria. Per cui, rischia di incorrere in inutili peripezie prima di giungere nella struttura sanitaria appropriata. Ci si chiede – continuano - perché può essere aperto un presidio PSAUT in deroga alle attuali misure restrittive regionali e non si possono “reclutare” 12 medici a Benevento, senza stravolgere un servizio che funziona perfettamente”.
“Il costituendo Comitato pro 118 Foiano-Ginestra, insieme a tutta la popolazione della Val Fortore – conclude la nota - ritiene che lo PSAUT a San Bartolomeo in Galdo insieme ai due presidi SAUT esistenti rappresenterebbe, per i cittadini della Val Fortore, una ottimale organzzazione dell’emergenza territoriale 118”.
(fonte: da "NTR24")
Nella denuncia del Comitato si parla anche del trasferimento dei 12 medici, che dovrebbero passare dai presidi 118 di Ginestra degli Schiavoni e Foiano di Val Fortore alla struttura di San Bartolomeo.
“Il Direttore Generale dell’ASL Michele Rossi – si chiedono Iampietro e Iuliano sul trasferimento dei sanitari - ha tenuto conto di quanto prevedono le “Nuove linee guida per la organizzazione dei presidi di assistenza urgenza territoriale” cioè che la eventuale ridefinizione delle sedi PSAUT e delle ubicazioni dei mezzi di soccorso, coordinati dalla Centrale Operativa territorialmente competente, deve tener conto delle caratteristiche geomorfologiche del territorio e della rete ospedaliera della emergenza sanitaria (DEA), nonché del rispetto dei tempi di percorrenza previsti dalla normativa nazionale?”.
E ancora a proposito delle emergenze atmosferiche nel periodo invernale: “I dirigenti Asl sono a conoscenza di cosa rappresenta il valico Casone Cocca per noi fortorini, soprattutto nel periodo invernale ed in situazioni di emergenza?”.
“Lo PSAUT – aggiungono nel comunicato - è una struttura sanitaria, che secondo noi, comporta dei rischi, sia per gli operatori che per i pazienti. E’ impensabile che ci sia una esatta scelta da parte del cittadino che sta male, il quale istintivamente si reca nella struttura sanitaria più vicina, senza sapere che lo PSAUT non è un Pronto Soccorso e che quindi non ci sono un cardiologo, un rianimatore, un radiologo e una sala operatoria. Per cui, rischia di incorrere in inutili peripezie prima di giungere nella struttura sanitaria appropriata. Ci si chiede – continuano - perché può essere aperto un presidio PSAUT in deroga alle attuali misure restrittive regionali e non si possono “reclutare” 12 medici a Benevento, senza stravolgere un servizio che funziona perfettamente”.
“Il costituendo Comitato pro 118 Foiano-Ginestra, insieme a tutta la popolazione della Val Fortore – conclude la nota - ritiene che lo PSAUT a San Bartolomeo in Galdo insieme ai due presidi SAUT esistenti rappresenterebbe, per i cittadini della Val Fortore, una ottimale organzzazione dell’emergenza territoriale 118”.
(fonte: da "NTR24")
domenica 7 ottobre 2012
La fine della Provincia e la 'balcanizzazione' del Sannio
di Billy Nuzzolillo
(Sanniopress) – Alla fine la montagna partorì il topolino. Dopo lo stucchevole consiglio regionale celebratosi a Villa dei Papi e l’illusione che eventuali trasmigrazioni territoriali potessero garantire i requisiti minimi di sopravvivenza, la conferenza permanente della Regione Campania con le altre Autonomie locali (cioè, Province, Comuni e Comunità Montane) ha sostanzialmente posto fine alla lenta agonia della Provincia di Benevento.
Le residue speranza di salvare il Sannio sono, infatti, affidate alla Corte Costituzionale e ad un eventuale e clamoroso dietrofront del Governo Monti, dettato dalle possibili ripercussioni del taglio delle Province sul voto politico in programma in primavera. Ovvero, le speranze sono ridotte al lumicino.
Nel frattempo, in questi giorni, si discuterà su dove ubicare il capoluogo della nuova provincia irpino-sannita e, conoscendo il diverso livello qualitativo delle due classi politiche, non è difficile prevedere che Avellino alla fine eviterà lo smacco di perdere il primato amministrativo, così come in passato riuscì a deviare il percorso dell’autostrada.
Un aspetto che, invece, viene in queste ore sistematicamente ignorato da politici e commentatori è il rischio di “balcanzizzazione” dell’ex provincia di Benevento.
A Colle Sannita hanno già avviato le procedure per passare al Molise. A Baselice stanno studiando l’iter per indire un analogo referendum. Essendo Avellino ancora più distante di Benevento, è facile prevedere che se il capoluogo della nuova provincia non dovesse essere Benevento a San Bartolomeo in Galdo, e nel Fortore più in generale, divamperà presto la fiamma secessionista.
Lo stesso, poi, potrebbe succedere nella valle del Titerno (Pietraroja, Cusano e Cerreto), nell’alto Tammaro (Morocne, Pontelandolfo, S. Croce del Sannio,) e sul versante casertano. A Limatola già ne parla da settimane e altrettanto potrebbe accadere a S. Agata dei Goti e in valle Telesina, dove la Fondo Valle Isclero consente di raggiungere il capoluogo di Terra di Lavoro in pochissimo tempo.
Insomma, il rischio è concreto e farebbero bene a preoccuparsi anche i politici irpini, che in queste settimane hanno già dimostrato di non essere all’altezza dei propri predecessori.
(Sanniopress) – Alla fine la montagna partorì il topolino. Dopo lo stucchevole consiglio regionale celebratosi a Villa dei Papi e l’illusione che eventuali trasmigrazioni territoriali potessero garantire i requisiti minimi di sopravvivenza, la conferenza permanente della Regione Campania con le altre Autonomie locali (cioè, Province, Comuni e Comunità Montane) ha sostanzialmente posto fine alla lenta agonia della Provincia di Benevento.
Le residue speranza di salvare il Sannio sono, infatti, affidate alla Corte Costituzionale e ad un eventuale e clamoroso dietrofront del Governo Monti, dettato dalle possibili ripercussioni del taglio delle Province sul voto politico in programma in primavera. Ovvero, le speranze sono ridotte al lumicino.
Nel frattempo, in questi giorni, si discuterà su dove ubicare il capoluogo della nuova provincia irpino-sannita e, conoscendo il diverso livello qualitativo delle due classi politiche, non è difficile prevedere che Avellino alla fine eviterà lo smacco di perdere il primato amministrativo, così come in passato riuscì a deviare il percorso dell’autostrada.
Un aspetto che, invece, viene in queste ore sistematicamente ignorato da politici e commentatori è il rischio di “balcanzizzazione” dell’ex provincia di Benevento.
A Colle Sannita hanno già avviato le procedure per passare al Molise. A Baselice stanno studiando l’iter per indire un analogo referendum. Essendo Avellino ancora più distante di Benevento, è facile prevedere che se il capoluogo della nuova provincia non dovesse essere Benevento a San Bartolomeo in Galdo, e nel Fortore più in generale, divamperà presto la fiamma secessionista.
Lo stesso, poi, potrebbe succedere nella valle del Titerno (Pietraroja, Cusano e Cerreto), nell’alto Tammaro (Morocne, Pontelandolfo, S. Croce del Sannio,) e sul versante casertano. A Limatola già ne parla da settimane e altrettanto potrebbe accadere a S. Agata dei Goti e in valle Telesina, dove la Fondo Valle Isclero consente di raggiungere il capoluogo di Terra di Lavoro in pochissimo tempo.
Insomma, il rischio è concreto e farebbero bene a preoccuparsi anche i politici irpini, che in queste settimane hanno già dimostrato di non essere all’altezza dei propri predecessori.
venerdì 5 ottobre 2012
TRIVELLE D'ITALIA
Sabato 6 ottobre alle ore 18, presso la Biblioteca Provinciale di Benevento, si terrà la presentazione del libro “Trivelle d’Italia” di Pietro Dommarco, giornalista di Altreconomia specializzato in tematiche ambientali.
Il Bel Paese è oggi un gruviera crivellato da 1000 e più buchi, alla ricerca di greggio e gas. In Italia le compagnie pagano royalties basse. “Trivelle d’Italia” racconta questo “buco” nel cuore, che ha portato pochi vantaggi ai territori, poca occupazione e infiniti lutti, per i lavoratori e per l’ambiente.
Un’analisi che scende in profondità e percorre numeri e storie dei piccoli Texas italiani, dalla Basilicata alla Pianura padana, dal mare della Sicilia a Porto Marghera, tra amministrazioni compiacenti e rifiuti tossici.
www.cantieridilegalita.it
Il Bel Paese è oggi un gruviera crivellato da 1000 e più buchi, alla ricerca di greggio e gas. In Italia le compagnie pagano royalties basse. “Trivelle d’Italia” racconta questo “buco” nel cuore, che ha portato pochi vantaggi ai territori, poca occupazione e infiniti lutti, per i lavoratori e per l’ambiente.
Un’analisi che scende in profondità e percorre numeri e storie dei piccoli Texas italiani, dalla Basilicata alla Pianura padana, dal mare della Sicilia a Porto Marghera, tra amministrazioni compiacenti e rifiuti tossici.
www.cantieridilegalita.it
giovedì 4 ottobre 2012
Spina ai forestali: "I soldi saranno usati per pagare gli arretrati 2011"
Volevano essere rassicurati sulla ripartizione dei fondi (950mila euro) destinati dalla Regione alla comunità montana del Fortore gli operai, circa una sessantina, che ieri mattina hanno incontrato i vertici dell’ente. Rassicurazioni che sono puntualmente arrivate da parte del presidente dell’ente Zaccaria Spina e il suo vice Salvatore Brancaccio. “I soldi che sono stati assegnati alla comunità montana – ha detto il presidente – saranno destinati al pagamento degli arretrati del 2011 agli operai forestali”. La cifra che gli operai devono riscuotere per gli arretrati del 2011 (novembre, dicembre e tredicesima) ammonta a circa 880mila euro, secondo i calcoli effettuati dagli uffici tecnici dell’ente.
L’incontro, che martedì pomeriggio si era provato a spostare a giovedì (domani, ndr), si è tenuto ieri mattina presso la sala consiliare della comunità montana. I forestali avevano chiesto l’incontro per ottenere chiarimenti in merito alla distribuzione dei fondi che la Regione Campania ha assegnato all’ente, a causa delle voci che circolavano riguardo alla destinazione delle somme ad altre questioni aperte dell’ente. Nella sala si respirava il clima di rabbia e di disperazione degli operai che ancora una volta hanno sottolineato la drammaticità della loro condizione. “Bollette che non riusciamo più a pagare, non riusciamo a mandare i nostri figli a scuola, e a stento riusciamo a fare la spesa”. Hanno spiegato gli operai. Una vicenda che pare cominciare a dare qualche segno di speranza, anche se sono ancora molte le cose da risolvere. Se per il 2011, la vertenza dei forestali sta per giungere al capolinea, resta ancora il problema del 2012. Le certezze a quanto pare sono poche. Una è quella che il procedimento intrapreso con l’Inps, pare vada in porto.
Ieri mattina il segretario generale della comunità montana aveva consegnato tutta la documentazione all’istituto previdenziale. Ora si tratta solo di integrare alcuni documenti. L’altra è quella dei fondi Fas. Al momento non ci sono certezze sull’utilizzo dei Fondi delle Aree Sottoutilizzate. C’è chi dice che saranno disponibili solo dal momento della loro approvazione, quindi dal mese di agosto 2012, c’è chi spera invece possano essere retroattivi. Ma dalla Regione, per ora, nessun chiarimento in merito.
Come sempre in questi casi c’è chi vede il bicchiere mezzo pieno e chi mezzo vuoto. Anche se soddisfatti delle rassicurazioni fatte dal presidente, gli operai restano scettici sui tempi. Volevano certezze in merito ai pagamenti alle date, certezze che però il presidente non si è sentito di dare. “Se la macchina burocratica non si inceppa – ha dichiarato Spina – entro la fine di ottobre potrebbero arrivare sia i soldi del 2011 e sia i soldi relativi alla cassa integrazione per motivi atmosferici delle giornate di inizio 2012”. Dunque si resta in attesa di notizie più esatte rispetto ai tempi di pagamento.
(Tratto da Ottopagine/Benevento)
mercoledì 3 ottobre 2012
Fortorina, ecco la proposta di Ziccardi
Qualche settima fa sette sindaci fortorini si sono incontrati a Molinara per discutere e promuovere un progetto del tratto di strada che dovrebbe collegare San marco dei Cavoti con San Bartolomeo in Galdo.
In quell’occasione si è pensato di istituire un tavolo istituzionale coordinato dal sindaco di Molinara Giuseppe Addabbo, per spingere le istituzioni nazionale e regionali a finanziare un progetto allo studi del ministero delle finanze realizzato dal geologo Eliseo Ziccardi. L’attuazione di tale progetto, dire del geologo, risolverebbe il 60% dei problemi che attualmente affliggono il Fortore. Lo studio di fattibilità, anche attraverso uno studio geologico, della strada di completamento della strada fortorina, che attualmente da Contrada Mosti (Benevento) arriva a San Marco dei Cavoti, condotto da Eliseo Ziccardi, sarebbe un tratto alternativo a quello esistente, e accorcerebbe le distanze di oltre 10 chilometri tra San Marco e San Bartolomeo.
Il progetto del tratto di valico alternativo all’esistente che prevede la realizzazione di un tunnel di circa 1800 metri più un viadotto di circa quattro chilometri più i tre svincoli previsti e tutti i lavori di adeguamento, secondo il calcolo del dottor Ziccardi si aggirerebbe intorno ai 140 milioni di euro. L’opera potrebbe essere finanziata, sempre secondo lo studio effettuato dal geologo Ziccardi attraverso i 30 milioni di euro del protocollo di intesa tra Regione Campania, Anas e Provincia di Benevento più i foni Fas.
La fortorina servirebbe, compreso il tratto che si sta realizzando da Contrada Mosi a San Marco dei cavoti, ben 12 comuni: Baselice, Castelvetere, Foinao di Valfortore, Fragneto l’Abate, Ginestra degli Schiavoni, Molinara, Montefalcone, Pesco Sannita, Pietrelcina, San Bartolomeo in Galdo, San Giorgio la Molara e San Marco dei Cavoti, per un bacino di circa 27mila abitanti.
Il passante di Valico immaginato dal geologo Eliseo Ziccardi, oltre ad accorciare le distanze del Fortore con il capoluogo, risolverebbe anche l’annoso problema delle nevicate invernali che spesso isolano il territorio fortorino grazie al tunnel previsto dal progetto. Il nuovo tratto di strada abbatterebbe problemi quali l’isolamento economico e sociale. Ridurrebbe la disoccupazione, lo spopolamento e l’emigrazione giovanile. Migliorerebbe i collegamenti per quanto riguarda le scuole e l’università senza contare che si accorgerebbe di molto il soccorso e l’emergenza sanitaria rispetto ai presidi ospedalieri del capoluogo. La variante di valico dare un ulteriore impulso al turismo dando nuova linfa alle strutture agrituristiche e alberghiere del territorio.
L’attuale percorso, è disagevole e si snoda attraverso tornanti di montagna spesso dissestati a causa delle condizioni idrogeologiche disastrose del territorio, e rendono i collegamenti con il capoluogo interminabili e faticosi. Con la Variante di Valico del Casone Cocca si ridurrebbero le distanze e si migliorerebbe di molto i collegamenti e anche la qualità della vita degli abitanti del Fortore.
(tratto da Ottopagine/Benevento)
In quell’occasione si è pensato di istituire un tavolo istituzionale coordinato dal sindaco di Molinara Giuseppe Addabbo, per spingere le istituzioni nazionale e regionali a finanziare un progetto allo studi del ministero delle finanze realizzato dal geologo Eliseo Ziccardi. L’attuazione di tale progetto, dire del geologo, risolverebbe il 60% dei problemi che attualmente affliggono il Fortore. Lo studio di fattibilità, anche attraverso uno studio geologico, della strada di completamento della strada fortorina, che attualmente da Contrada Mosti (Benevento) arriva a San Marco dei Cavoti, condotto da Eliseo Ziccardi, sarebbe un tratto alternativo a quello esistente, e accorcerebbe le distanze di oltre 10 chilometri tra San Marco e San Bartolomeo.
Il progetto del tratto di valico alternativo all’esistente che prevede la realizzazione di un tunnel di circa 1800 metri più un viadotto di circa quattro chilometri più i tre svincoli previsti e tutti i lavori di adeguamento, secondo il calcolo del dottor Ziccardi si aggirerebbe intorno ai 140 milioni di euro. L’opera potrebbe essere finanziata, sempre secondo lo studio effettuato dal geologo Ziccardi attraverso i 30 milioni di euro del protocollo di intesa tra Regione Campania, Anas e Provincia di Benevento più i foni Fas.
La fortorina servirebbe, compreso il tratto che si sta realizzando da Contrada Mosi a San Marco dei cavoti, ben 12 comuni: Baselice, Castelvetere, Foinao di Valfortore, Fragneto l’Abate, Ginestra degli Schiavoni, Molinara, Montefalcone, Pesco Sannita, Pietrelcina, San Bartolomeo in Galdo, San Giorgio la Molara e San Marco dei Cavoti, per un bacino di circa 27mila abitanti.
Il passante di Valico immaginato dal geologo Eliseo Ziccardi, oltre ad accorciare le distanze del Fortore con il capoluogo, risolverebbe anche l’annoso problema delle nevicate invernali che spesso isolano il territorio fortorino grazie al tunnel previsto dal progetto. Il nuovo tratto di strada abbatterebbe problemi quali l’isolamento economico e sociale. Ridurrebbe la disoccupazione, lo spopolamento e l’emigrazione giovanile. Migliorerebbe i collegamenti per quanto riguarda le scuole e l’università senza contare che si accorgerebbe di molto il soccorso e l’emergenza sanitaria rispetto ai presidi ospedalieri del capoluogo. La variante di valico dare un ulteriore impulso al turismo dando nuova linfa alle strutture agrituristiche e alberghiere del territorio.
L’attuale percorso, è disagevole e si snoda attraverso tornanti di montagna spesso dissestati a causa delle condizioni idrogeologiche disastrose del territorio, e rendono i collegamenti con il capoluogo interminabili e faticosi. Con la Variante di Valico del Casone Cocca si ridurrebbero le distanze e si migliorerebbe di molto i collegamenti e anche la qualità della vita degli abitanti del Fortore.
(tratto da Ottopagine/Benevento)
lunedì 1 ottobre 2012
Psaut, le reazioni dei sindaci del Fortore
Postiamo un altro articolo apparso sul quotidiano "Ottopagine/Benevento" dal titolo: "I sindaci: «Nessuna decisione senza averci consultato». Canonico, Addabbo, Cocca e Paragone contro la notizia della chiusura dei Saut di Foiano di Valfortore e Ginestra"
Tutti d’accordo sull’apertura del Psuat, a patto che non ci sia un impoverimento del servizio d’emergenza sul territorio fortorino. La notizia che circola ormai da giorni sull’apertura del presidio di San Bartolomeo in Galdo, con la chiusura dei Saut di Foiano di Valfortore e di Ginestra degli Schiavoni, non piace ai sindaci di Baselice, Molinara, San Giorgio la Molara e San Marco dei Cavoti.
“Se questa notizia è vera, ancora una volta le scelte si fanno senza consultare gli enti territoriali. E’ una scelta – afferma il primo cittadino di Baselice Canonico –che penalizzerà ancora una volta le popolazioni del Fortore”. Ancora più duro Luigi Paragone, che si dice pronto a dare battaglia in caso il piano deciso dai vertici dell’Asl è quello che circola in questi giorni. “Scenderò in campo contro tutto e tutti se è necessario per difendere i cittadini da me rappresentati. E’ un piano senza logica”.
Dura anche la reazione di Franco Cocca sindaco di San marco dei Cavoti. “Se queste sono le intenzioni dei vertici dell’Asl – dichiara il primo cittadini di San Marco – mi devo spiegare qual è il criterio di scelta. Aprire il Psaut a San Bartolomeo va bene, ma ci spiegassero come vogliono riorganizzare il servizio di emergenza sul resto del territorio, perché così non si fa altro che peggiorare una situazione già difficile. Comunque al di là delle voci che circolano, sono fiducioso nell’operato dell’Asl. Anche perché sono dei professionisti e conoscono bene il territorio. Se stanno preparando un piano per la riorganizzazione dell’emergenza sul territorio, lo faranno in modo da non penalizzare le comunità fortorine, ma opereranno solamente per migliorare l’ offerta sul territorio”.
Giuseppe Addabbo, sindaco di Molinara spera che prima di qualsiasi decisione saranno consultati gli enti territoriali, altrimenti “sarà l’ennesima beffa per il Fortore”. Chi ha piena fiducia nei vertici dell’Asl è il sindaco di Castelfranco in Miscano Pio Antonio Morcone. “Credo che qualsiasi scelta faccia il direttore generale, sia una scelta ponderata e fatta con criterio”. Chi invece non commenta la notizia dell’apertura del Psaut sono i sindaci di Ginestra, Zaccaria Spina e quello di San Bartolomeo in Galdo Vincenzo Sangregorio. Dall’Asl dicono che al momento non c’è nessun atto, e nessuna decisione rispetto all’apertura del presidio di San Bartolomeo. Stiamo lavorando e ragionando sui modi e sui tempi di apertura del Psaut”. Afferma il dottor Ventucci, direttore saniratio dell’Asl BN1.
Dunque il Psaut di San Bartolomeo in Galdo continua a far discutere. Con una delibera n° 103 dell’8 ottobre 2010 il commissario Ad Acta autorizzava l’apertura del Psaut, trasferendo gli operatori del 118 di Foiano Valfortore nella struttura di san Bartolomeo in Galdo. Questo atto provocò la reazione dei sindaci che chiesero all’allora commissario Ad Acta Di Salvo un incontro, incontro che si tenne il 27 ottobre del 2010 e nel quale si trovò un accordo che prevedeva l’apertura del presidio di San Bartolomeo mantenendo i Saut di Ginestra e Foiano.
A quell’incontro oltre al commissario Ad Acta, c’erano i sindaci di Montefalcone, San Bartolomeo in Galdo, Foiano di valfortore, Molinara, Baselice, Ginestra degli Schiavoni e San Marco dei Cavoti. La storia ci dice che dopo due anni il presidio di San Bartolomeo è ancora chiuso. Pare che la causa della mancata apertura fosse la non agibilità dei locali che dovevano ospitare il Psaut. Agibilità che in questi giorni pare sia arrivata.
(tratto da Ottopagine/Benevento)
venerdì 28 settembre 2012
Psaut sì... Psaut no...
Postiamo un interessante articolo pubblicato ieri sul quotidiano "Ottopagine" edizione Benevento
La notizia dell’apertura del Psaut ha creato scompiglio nella comunità fortorina. C’è chi esulta, c’è chi attende notizie ufficiali e c’è chi protesta. Secondo indiscrezioni pare che sia prossima l’apertura del presidio di primo intervento, attiva 24 ore su 24 di San Bartolomeo in Galdo. Ma ciò comporterebbe il ridimensionamento del Saut di Ginestra degli Schiavoni.
Qui, infatti, resterebbe solo un ambulanza non medicalizzata, mentre sarebbe soppresso il 118 di Foiano Valfortore. I dodici medici che operano attualmente nei due Saut saranno trasferiti nel presidio sanitario di San Bartolomeo in Galdo. Questo ha provocato la reazione di cittadini e amministratori. Un “no comment” secco quello di Zaccaria Spina. “Aspetto che questa notizia sia ufficializzata dall’ Asl”, queste le uniche parole del primi cittadino di Ginestra degli Schiavoni. Un “no comment” anche da parte di Vincenzo Sangregorio, sindaco di San Bartolomeo in Galdo. “Non ho ricevuto nessuna comunicazione. Aspetto che qualcuno mi chiami prima di fare delle dichiarazioni. Troppe volte nel passato ci sono state notizie di prossime aperture, poi puntualmente smentite dai fatti. Ho piena fiducia nei vertici dell’Asl e soprattutto nel direttore generale Michele Rossi”.
Chi invece commenta la notizia è Michele Maffeo, sindaco di Foiano di Valfortore. “Ben venga l’apertura del Psaut di San Bartolomeo, a patto che questa non penalizzi il territorio. Spero che le notizie che giungono dalla stampa non sia vere. Se, invece, tali notizie saranno confermate – afferma Maffeo – sarebbe una sconfitta per il territorio fortorino. Resto in attesa di comunicazioni ufficiali, confidando nella professionalità e competenza dei vertici dell’Asl. Ricordo - conclude il primo cittadino di Foiano - che il piano redatto nel 2010 prevedeva un’implementazione del servizio e non un ridimensionamento”.
Infatti, dal piano redatto nel 2010, risulta che sarebbe stato potenziato l’assistenza emergenziale sul territorio. Il presidio di San Bartolomeo/Foiano prevedeva l’impiego di 11 medici lasciando invariato il Saut di Ginestra con 6 medici (Tab. III, pagina 22 del decreto del commissario Ad Acta n° 49 del 27 settembre 2010). (Tratto da Ottopagine-Benevento)
La notizia dell’apertura del Psaut ha creato scompiglio nella comunità fortorina. C’è chi esulta, c’è chi attende notizie ufficiali e c’è chi protesta. Secondo indiscrezioni pare che sia prossima l’apertura del presidio di primo intervento, attiva 24 ore su 24 di San Bartolomeo in Galdo. Ma ciò comporterebbe il ridimensionamento del Saut di Ginestra degli Schiavoni.
Qui, infatti, resterebbe solo un ambulanza non medicalizzata, mentre sarebbe soppresso il 118 di Foiano Valfortore. I dodici medici che operano attualmente nei due Saut saranno trasferiti nel presidio sanitario di San Bartolomeo in Galdo. Questo ha provocato la reazione di cittadini e amministratori. Un “no comment” secco quello di Zaccaria Spina. “Aspetto che questa notizia sia ufficializzata dall’ Asl”, queste le uniche parole del primi cittadino di Ginestra degli Schiavoni. Un “no comment” anche da parte di Vincenzo Sangregorio, sindaco di San Bartolomeo in Galdo. “Non ho ricevuto nessuna comunicazione. Aspetto che qualcuno mi chiami prima di fare delle dichiarazioni. Troppe volte nel passato ci sono state notizie di prossime aperture, poi puntualmente smentite dai fatti. Ho piena fiducia nei vertici dell’Asl e soprattutto nel direttore generale Michele Rossi”.
Chi invece commenta la notizia è Michele Maffeo, sindaco di Foiano di Valfortore. “Ben venga l’apertura del Psaut di San Bartolomeo, a patto che questa non penalizzi il territorio. Spero che le notizie che giungono dalla stampa non sia vere. Se, invece, tali notizie saranno confermate – afferma Maffeo – sarebbe una sconfitta per il territorio fortorino. Resto in attesa di comunicazioni ufficiali, confidando nella professionalità e competenza dei vertici dell’Asl. Ricordo - conclude il primo cittadino di Foiano - che il piano redatto nel 2010 prevedeva un’implementazione del servizio e non un ridimensionamento”.
Infatti, dal piano redatto nel 2010, risulta che sarebbe stato potenziato l’assistenza emergenziale sul territorio. Il presidio di San Bartolomeo/Foiano prevedeva l’impiego di 11 medici lasciando invariato il Saut di Ginestra con 6 medici (Tab. III, pagina 22 del decreto del commissario Ad Acta n° 49 del 27 settembre 2010). (Tratto da Ottopagine-Benevento)
giovedì 27 settembre 2012
Il degrado del fiume Fortore
Postiamo un interessante articolo apparso ieri sul quotidiano "Ottopagine" edizione Benevento.
Il fiume Fortore da anni ormai vive in un stato di degrado e di abbandono. E’ praticamente un fiume in secca. Gli argini non esistono quasi più. Lungo il suo percorso si trovano insediamenti abitativi e industriali. Nel giro di un paio di chilometri, nel tratto di fiume che va da Foiano a San Bartolomeo in Galdo, passando per Baselice, ci sono tre impianti di estrazione di materiali inerti. A lanciare l’allarme è la Coldiretti.
“La salvaguardia del territorio rappresenta una delle priorità rispetto alla quale la Coldiretti Benevento – si legge in una nota - pone attenzione per tutelare il patrimonio ambientale. Negli ultimi tempi, però, essendo venuta meno la manutenzione del demanio pubblico si assiste sovente sul territorio provinciale a esondazioni dei fiumi che comportano gravi danni alle aziende agricole e conseguenze economiche per l’intera collettività”.
La Coldiretti chiede interventi rapidi richiamando la legge di orientamento che offre la possibilità alle pubbliche amministrazioni di appaltare i lavori di manutenzione del demanio pubblico alle imprese agricole con semplici licitazioni private e a costi più contenuti per la pubblica amministrazione. In questo contesto la Coldiretti sannita, con una lettera a firma del direttore Giuseppe Brillante, ha sollecitato Aniello Cimitile, presidente della Provincia di Benevento, ad appaltare i lavori per la manutenzione del fiume Fortore.
“La mancata manutenzione del fiume Fortore – si afferma nel nota - ha comportato in alcuni tratti la completa occlusione dell’alveo del fiume tanto che l’acqua, non potendo seguire il deflusso naturale, provoca continue esondazioni nei terreni causando ingenti danni alle imprese agricole, erodendo intere superfici agricole e mettendo anche a rischio le abitazioni che insistono lungo il fiume. Particolarmente grave - scrive ancora Brillante - è la situazione nel tratto del fiume che va dal Ponte Tre Luci, nel tenimento di Foiano, al Ponte di contrada Morrecine, nel tenimento di Castelvetere in V. Fortore (tratto di circa 500 m.) dove il letto del fiume è completamente scomparso a causa del materiale che viene trasportato a valle dai torrenti Zugariello, Cervaro e Lame, rispettivamente in territorio di Foiano, Baselice e Castelvetere in V. Fortore. Per evitare nuovi danni, soprattutto con l’approssimarsi delle stagioni piovose che l’abbondanza delle acque facilmente invaderà la campagna circostante dove insistono anche abitazioni rurali, chiediamo – ha concluso Brillante - un intervento affinché venga ripristinato il letto del fiume per il normale deflusso delle acque, nel tratto indicato”.
A rendere più chiara e più precisa la situazione del fiume Fortore è intervenuto il professore Michele Barbato, geologo e presidente del circolo di Legambiente di San Bartolomeo in Galdo. "Vi è da tener presente che, la dinamica fluviale gioca un ruolo determinante sull'equilibrio geomorfologico dell'intera Valle. Pertanto, - sottolinea il professore Barbato - la mancata manutenzione del corso fluviale del Fortore, giunto ormai in uno stato di completo disordine idrografico, rappresenta una importante concausa al generale dissesto idrogeologico in cui versa l'intero territorio del Fortore. L'assenza di manutenzione, costituendo sempre un contributo negativo alla stabilità di un territorio, risulta tanto più grave - conclude il presidente del circolo di Legambiente - in un contesto geomorfologico fortemente compromesso come quello della Val Fortore, il cui elevato rischio idrogeologico è attestato storicamente dal Regio decreto 445 del 1908 che prevedeva il consolidamento di tutti i comuni della Valfortore e di alcuni (tra questi Castelvetere in Valfortore) addirittura il trasferimento del centro abitato".
(Tratto da Ottopagine/Benevento)
Il fiume Fortore da anni ormai vive in un stato di degrado e di abbandono. E’ praticamente un fiume in secca. Gli argini non esistono quasi più. Lungo il suo percorso si trovano insediamenti abitativi e industriali. Nel giro di un paio di chilometri, nel tratto di fiume che va da Foiano a San Bartolomeo in Galdo, passando per Baselice, ci sono tre impianti di estrazione di materiali inerti. A lanciare l’allarme è la Coldiretti.
“La salvaguardia del territorio rappresenta una delle priorità rispetto alla quale la Coldiretti Benevento – si legge in una nota - pone attenzione per tutelare il patrimonio ambientale. Negli ultimi tempi, però, essendo venuta meno la manutenzione del demanio pubblico si assiste sovente sul territorio provinciale a esondazioni dei fiumi che comportano gravi danni alle aziende agricole e conseguenze economiche per l’intera collettività”.
La Coldiretti chiede interventi rapidi richiamando la legge di orientamento che offre la possibilità alle pubbliche amministrazioni di appaltare i lavori di manutenzione del demanio pubblico alle imprese agricole con semplici licitazioni private e a costi più contenuti per la pubblica amministrazione. In questo contesto la Coldiretti sannita, con una lettera a firma del direttore Giuseppe Brillante, ha sollecitato Aniello Cimitile, presidente della Provincia di Benevento, ad appaltare i lavori per la manutenzione del fiume Fortore.
“La mancata manutenzione del fiume Fortore – si afferma nel nota - ha comportato in alcuni tratti la completa occlusione dell’alveo del fiume tanto che l’acqua, non potendo seguire il deflusso naturale, provoca continue esondazioni nei terreni causando ingenti danni alle imprese agricole, erodendo intere superfici agricole e mettendo anche a rischio le abitazioni che insistono lungo il fiume. Particolarmente grave - scrive ancora Brillante - è la situazione nel tratto del fiume che va dal Ponte Tre Luci, nel tenimento di Foiano, al Ponte di contrada Morrecine, nel tenimento di Castelvetere in V. Fortore (tratto di circa 500 m.) dove il letto del fiume è completamente scomparso a causa del materiale che viene trasportato a valle dai torrenti Zugariello, Cervaro e Lame, rispettivamente in territorio di Foiano, Baselice e Castelvetere in V. Fortore. Per evitare nuovi danni, soprattutto con l’approssimarsi delle stagioni piovose che l’abbondanza delle acque facilmente invaderà la campagna circostante dove insistono anche abitazioni rurali, chiediamo – ha concluso Brillante - un intervento affinché venga ripristinato il letto del fiume per il normale deflusso delle acque, nel tratto indicato”.
A rendere più chiara e più precisa la situazione del fiume Fortore è intervenuto il professore Michele Barbato, geologo e presidente del circolo di Legambiente di San Bartolomeo in Galdo. "Vi è da tener presente che, la dinamica fluviale gioca un ruolo determinante sull'equilibrio geomorfologico dell'intera Valle. Pertanto, - sottolinea il professore Barbato - la mancata manutenzione del corso fluviale del Fortore, giunto ormai in uno stato di completo disordine idrografico, rappresenta una importante concausa al generale dissesto idrogeologico in cui versa l'intero territorio del Fortore. L'assenza di manutenzione, costituendo sempre un contributo negativo alla stabilità di un territorio, risulta tanto più grave - conclude il presidente del circolo di Legambiente - in un contesto geomorfologico fortemente compromesso come quello della Val Fortore, il cui elevato rischio idrogeologico è attestato storicamente dal Regio decreto 445 del 1908 che prevedeva il consolidamento di tutti i comuni della Valfortore e di alcuni (tra questi Castelvetere in Valfortore) addirittura il trasferimento del centro abitato".
(Tratto da Ottopagine/Benevento)
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