Oggi (ieri per chi legge, ndr) l’ISTAT ha reso noti i dati
demografici per l’anno 2017. Definirli disastrosi è tautologico, continuare a
ripetere che ogni anno è l’anno di non ritorno è stucchevole. Ci limiteremo a
riportarli e glossarli.
Il primo paese in esame è il nostro: San Bartolomeo in
Galdo. Nel 2017 ha perso 48 abitanti, circa l’1% della popolazione. Se
seguiremo questo decremento ci estingueremo fra 100 anni.
La popolazione di San Bartolomeo è passata dai 4791 abitanti
di inizio anno ai 4743 di fine 2017. Ci sono state solo 22 nascite a fronte di
ben 84 morti, con un saldo passivo di -62. Gli iscritti all’anagrafe sono stati
86 a fronte di 72 cancellazioni dovute nella maggior parte dei casi ad
emigrazione.
I dati di San Bartolomeo sono un po’ falsati, perché nel
mese di novembre sono stati iscritti all’anagrafe i 35 ragazzi ospitati nella
struttura “Casa Vacanze” a Ianziti. Se non ci fossero stati gli stranieri, il
decremento della popolazione sarebbe stato più cospicuo, vicino al 2% con
conseguente diminuzione del tempo per la nostra estinzione.
Gli stranieri iscritti all’anagrafe di San Bartolomeo sono
126 provenienti da ben 28 nazioni. La comunità più numerosa è quella romena
costituita da 19 persone: 13 donne e 6 uomini, seguita da quella marocchina con
16 e ucraina con 15 persone.
Gli stranieri a SBiG, compresi i comunitari, sono il 2,65%
della popolazione residente. Rispetto allo scorso anno l’aumento della
popolazione straniera residente è di 33 persone, ben il 35% in più rispetto
all’anno precedente.
Potrà piacere o meno agli omini in camicia verde, ma se le
cose non cambiano, e non vedo cosa potrebbe succedere per cambiarle, anche se
continuo a sperarci, la nostra unica speranza di vedere aperte le porte di casa
nel nostro borgo fra 100 anni, sono riposte in persone non autoctone.
San Marco dei Cavoti subisce un decremento di 51 abitanti,
passando dai 3346 del 2016 ai 3295 del 2017, circa l’1,50% in meno. Ciò che
preoccupa o dovrebbe preoccupare i sammarchesi è il 13 nella casella delle
nascite a fronte di 55 morti, un saldo passivo di ben 42 persone. Gli iscritti
all’anagrafe sono stati 43 a fronte di 52 cancellazioni, un saldo negativo di 9
abitanti. Gli stranieri residenti a San Marco sono 94, circa il 2,85% della
popolazione, ma a differenza di San Bartolomeo sono diminuiti anche loro, circa
il 10% della popolazione straniera è andata via da San Marco nel corso del
2017. Anche dai nostri vicini, la comunità più rappresentata è quella rumena,
ben 58 persone.
Il 2017 di Baselice non è stato un anno negativo, anzi in
rapporto agli altri paesi da me esaminati, può considerare l’anno appena
trascorso non uno dei peggiori. I nostri dirimpettai hanno perso 22 abitanti,
passando da 2335 a 2313, ma, e questo è un dato positivo, hanno avuto ben 15
nascite, a fronte di 29 morti, con un saldo negativo di -14, anche tra gli
iscritti (22) e i cancellati (30) dai registri dell’anagrafe il saldo non è da
mani nei capelli, un -8. Baselice ha subito un decremento della popolazione
dello 0,94%. La popolazione straniera è aumentata del 37%, passando da 32 a 44
abitanti, anche a Baselice la comunità più numerosa è quella rumena con 21
persone.
Chi può giudicare il 2017 un anno, se non positivo, quanto
meno interlocutorio, è Foiano di Valfortore. La popolazione è rimasta pressoché
invariata, da 1405 è passata a 1403 abitanti, con un -2 fisiologico, visto
l’andamento nazionale. Di positivo ci sono le ben 11 nascite a fronte di 20
decessi, un paese che ha ¼ della nostra popolazione ha la metà delle nostre
nascite. In realtà non è il dato di Foiano ad essere eccezionalmente positivo,
ma quello di San Bartolomeo a destare preoccupazione. Gli iscritti all’anagrafe
sono stati 25, le cancellazioni 18 con un saldo positivo di +7. Gli stranieri
sono 23, con un +1 rispetto all’anno scorso, anche a Foiano la comunità più
numerosa è quella rumena (16).
Castelvetere in Valfortore subisce un decremento importante,
passa da 1203 a 1165 abitanti, perde poco più del 3% della popolazione,
significa che se non invertirà la tendenza, l’ultimo abitante chiuderà la porta
di casa, lasciando il paese ai cinghiali ed alle volpi, fra poco più di 30
anni. Le nascite sono state 8 a fronte di 20 morti. Emblematico il rapporto fra
iscrizioni e cancellazioni nei registri anagrafici, a fronte di sole 3 iscrizioni,
si hanno ben 29 cancellazioni. Nemmeno gli stranieri portano ristoro alla
demografia di Castelvetere, sono solo 6, in aumento di una unità rispetto al
2016, con i rumeni (4) comunità più numerosa.
Il dato di Montefalcone di Val Fortore può essere letto in
duplice modo. Il paese perde solo 22 abitanti, passando da 1477 a 1455. E tutto
sommato è un dato in linea con la tendenza nazionale, ciò che preoccupa è la
natalità, ferma a 8 nascite a fronte di 29 morti. La migrazione è quasi
stabile, gli iscritti sono stati 17, le cancellazioni 18, un saldo esiguo. Gli
stranieri presenti sono 22, la comunità più rappresentata è quella salvadoregna
(14), credo sia dovuta alla presenza di suore del Carmelo.
Tufara Valfortore sembra una persona anziana in buona salute
che vive serenamente l’ultima età della sua vita. Ha perso 12 abitanti, passando da 899 a 887,
ma il dato che sembra una pietra tombale sul borgo è quello delle nascite, un
solo bimbo a fronte di 16 morti. Gli iscritti sono stati 13 e le cancellazioni
10, gli stranieri presenti 14, la comunità più numerosa, anche a Tufara, è
quella rumena (6).
Alberona perde il 2,5% della popolazione, a questa velocità
ha ancora 40 anni di resistenza. Si è passati da 980 abitanti a 956, le nascite
sono state solo 3 a fronte di 18 morti, anche il saldo tra le iscrizioni (9) e
le cancellazioni (18) dà un negativo -9. Conta 23 stranieri, ben 18 rumeni.
Volturara Appula, paese d’origine del presidente del
Consiglio Giuseppe Conte, perde circa il 4% della popolazione, passando da 416
a 401, una sola nascita e ben 15 decessi, 12 iscritti e 13 cancellati dai
registri dell’anagrafe. Gli stranieri presenti sono ben 23 oltre il 5% della
popolazione.
Volturino perde 33 abitanti, circa il 2% della popolazione,
che passa da 1712 a 1679, le nascite sono state 10 a fronte di 31 morti, con
saldo negativo di -21; saldo negativo anche il rapporto tra iscritti (32) e
cancellati (39) dai registri dell’anagrafe. Diminuiscono anche gli stranieri
che passano da 91 a 86, con la comunità rumena forte di 80 abitanti.
San Marco la Catola è un altro paese in grande sofferenza,
si è passati da 990 a 965 abitanti, saldo negativo di -25, a fronte di 31
decessi vi sono solo 5 nascite, quasi pari il rapporto tra iscritti (16) e
cancellati (15) dai registri dello stato civile. La comunità straniera (13) è
formata quasi integralmente da rumene (9).
Roseto Valfortore può essere considerato speculare a Foiano,
ha perso 8 abitanti passando da 1083 a 1075, ha avuto 8 nascite a fronte di
soli 12 decessi, a Roseto non si muore. Gli iscritti sono stati 17, le
cancellazioni 21, gli stranieri solo 12 con una sola rumena, a Roseto gli
anziani non hanno bisogno di assistenza, e quei pochi non autosufficienti
vengono assistiti dalle famiglie, almeno è ciò che voglio leggere in questi
dati. Buon anno per Roseto, paese resiliente.
Mi son lasciato Biccari per ultimo, insieme a Foiano, è
quello che andrebbe studiato, perché davvero è il paese che resiste meglio in
questa bufera demografica. Auspicherei una linea diretta tra il nostro sindaco
e quello di Biccari. Anche Biccari registra il segno meno, ma è accettabile, si
passa da 2768 a 2760 un -8 che non fa male. Ciò che colpisce sono i 21 bambini
nati nel 2017, uno solo in meno di San Bartolomeo che conta ben 2000 abitanti
in più. I decessi sono stati 37, quindi un saldo negativo di -14. Le note
positive arrivano anche dal saldo tra iscritti (46) e cancellati (39) che
registra un ottimo +7. Anche la numerosa comunità straniera è in crescita, la
comunità più numerosa è quella rumena, ben 65 persone, seguita da una folta
comunità maghrebina (24).
San Bartolomeo in Galdo è un paese in forte sofferenza, le
22 nascite segnano il minimo storico dall’Unità d’Italia, ma avremmo le
potenzialità se non per invertire la tendenza, per provare a rallentare la
discesa in attesa di tempi migliori, che arriveranno, sono convinto che prima o
poi qualcosa dovrà cambiare, la Politica con la P maiuscola dovrà guardare
queste terre dell’osso in maniera diversa ed evitare lo spopolamento
dell’Appennino meridionale. Per ora ripartiamo dall’iperfibra che dovrebbe
arrivare a breve.
I tre paesi più resilienti sono Foiano Valfortore, Roseto
Valfortore e Biccari. Foiano è quello che in valore assoluto perde meno
abitanti rispetto al 2016, solo 2 persone. Roseto regge con un meno 8 e soli 12
decessi in un anno. Chi vive a Roseto non muore mai. Biccari invece ha nascite
sufficienti per guardare al futuro senza terrore, ha un +7 nel saldo
migratorio, che fa supporre un certo dinamismo nel mondo del lavoro e anche la
comunità straniera è in leggera crescita. Aiutati che Dio ti aiuta diceva Sant’Ignazio,
insomma in attesa dell’aiuto divino, Biccari si sta aiutando da sola.
Ad Maiora Ariadeno
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