mercoledì 23 maggio 2012

L'Imu e gli emigranti


Pervengono alle studio molte mail da parte di emigrati all’estero in merito alla nuova imposta patrimoniale IMU. I dubbi, tutti legittimi, vertono per la maggior parte sulla possibilità di assimilare ad abitazione principale gli immobili da loro posseduti in Italia e conseguentemente sull’aliquota da applicare per il calcolo dell’imposta.

La risposta è concettualmente semplice! Ad oggi se non ci saranno altri ripensamenti da parte del legislatore, con la conversione in legge del decreto fiscale 16/2012, la decisione ultima spetta ai Comuni.

Infatti sono loro che, con regolamento comunale, hanno la facoltà di assimilare ad abitazione principale le case degli italiani residenti all’estero, consentendo agli stessi di applicare l’aliquota agevolata del 4 per mille e usufruire delle relative detrazioni.

Se entro la data di pagamento della I rata (16 giugno 2012) i comuni non avranno regolamentato nulla a proposito, l’aliquota da applicare a tali abitazioni sarà del 7,60 per mille.

Dott. Igino Casillo
Studio di consulenza fiscale e commerciale
(Montefalcone di Valfortore)


tratto da www.valfortore.it

1 commento:

italiagianmaria ha detto...

Buongiorno, pur comprendendo l'esigebza di fare cassa non condivido la scelta del legislatore di lasciare la possibilità di interpretare la proprietà in Italia di un emigrante come "seconda casa".
La ritengo un lavarsi le mani di fronte ad un provvedimento che, oltre a non pareggiare i bilanci dissestati, offende il sacrificio di nostri lavoratori costretti a lasciare la Patria per un lavoro. E' anche un'imposta senza un riscontro logico: l'emigrante, come tale, usa meno di qualsiasi altro i servizi del comune dove detiene l'immobile.