Via libera definitivo al regolamento che renderà operativa la legge regionale del 2012 in materia di agricoltura sociale. Con l’approvazione della giunta regionale si fa chiarezza sull’applicazione di una norma che offre al primo settore un ruolo più ampio della sola produzione di cibo e tutela del territorio. Il lavoro agricolo e le aziende diventano così riferimento più ampio e si aprono a nuove opportunità.
Per agricoltura sociale s’intende l’attività agricola svolta per generare benefici inclusivi e promuovere l’inserimento socio-lavorativo di soggetti svantaggiati e a rischio di emarginazione, nonché lo sviluppo e la coesione sociale delle comunità locali. L’attività può essere svolta anche in forma associata, purché sia integrata in modo sostanziale e continuativo nell’attività agricola l’offerta di servizi attinenti alle politiche sociali per le famiglie, le persone con disabilità fisica e mentale, le persone a rischio di esclusione sociale, concertati con le pubbliche amministrazioni.
La fattoria sociale deve essere un’impresa economicamente e finanziariamente sostenibile, la cui conduzione di una o più delle attività agricole, zootecniche, forestali, florovivaistiche, di apicoltura e di acquacoltura, è condotta con etica e responsabilità verso la comunità e l’ambiente e svolge l’attività produttiva in modo integrato con offerta di servizi culturali, educativi, assistenziali, formativi ed occupazionali a vantaggio dei soggetti deboli, in collaborazione con le istituzioni pubbliche e con il terzo settore per attivare relazioni e servizi atti ad offrire risposte ai bisogni locali unitamente ad una o più attività.
Queste possono essere: attuazione di politiche attive di inserimento socio-lavorativo di persone appartenenti alle fasce deboli; svolgimento di percorsi di inserimento socio-lavorativo di tipo formativo-sociale attraverso tirocini formativi, formazione professionale ed esperienze orientate all'occupazione di soggetti appartenenti alle fasce deboli e più basso potere contrattuale; servizi di accoglienza, rivolti ad un ampio spettro di persone appartenenti a fasce deboli, con finalità socio-ricreative; servizi alla vita quotidiana: agri-asili, servizi di accoglienza diurna per anziani; riorganizzazione di reti di prossimità per la cura ed il supporto alla vita di anziani.
Gli orti sociali, infine, sono appezzamenti di terreno di proprietà o di gestione pubblica affidati per la loro coltivazione e gestione a persone singole o associate, con finalità sociali, ludico-ricreative, educative e ambientali per ottenere prodotti agricoli a scopo benefico e di autoconsumo.
A tale scopo viene istituito il registro regionale delle fattorie sociali della Campania (REFAS), per favorire la conoscenza delle attività delle fattorie sociali e la promozione dei servizi e dei prodotti agricoli da esse offerti.
Allo stesso modo è istituito il registro regionale degli Orti Sociali della Campania (REOS), a cui possono essere iscritti esclusivamente gli Enti pubblici proprietari o gestori dei terreni destinati ad orti sociali.
Il regolamento prevede anche l’istituzione di un Osservatorio regionale sull’agricoltura sociale, composto dall’assessore delegato all’agricoltura o suo rappresentante, due dirigenti o funzionari appartenenti alla direzione generale per le politiche agricole, alimentari e forestali; due dirigenti o funzionari appartenenti alla direzione generale per le politiche sociali, le politiche culturali, le pari opportunità e il tempo libero; tre rappresentanti per le organizzazioni professionali agricole regionali; tre rappresentanti per gli organismi del terzo settore.
www.corrieresannita.it
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