Postiamo alcuni stralci del verbale dell’assemblea
che si è tenuta a San Bartolomeo sabato 5 novembre e organizzata dalla neo Consulta popolare permanente "Fortore vivo" sulla vicenda del dimensionamento della rete
scolastica
Prende la parola Antonio Vinciguerra il quale torna
brevemente ad illustrare, a grandi linee, l’intera vicenda ab initio, in modo
da offrire, anche ai nuovi convenuti rispetto alla volta precedente, un quadro
chiaro delle ragioni che hanno spinto i promotori della Consulta a raccogliere
le doglianze della cittadinanza e dei rappresentanti dell’Istituto comprensivo
“L.Bianchi".
“Le delibere di Giunta di San Marco, Circello, Colle e
Baselice determinerebbero un indebolimento complessivo delle istituzioni
scolastiche nel Fortore, qualora dovessero attuarsi formalmente cosi come
formulate(…)”.
Relaziona Carmine Donato Vinciguerra il quale ricorda la
centralità storica di San Bartolomeo in Galdo nella valle del Fortore, rispetto
ai comuni limitrofi, sia sul versante campano che su quello pugliese e
molisano.
Si fa riferimento al fatto che le realtà collocate sulla direttrice
viaria che collega il capoluogo provinciale a San Bartolomeo, vedi Foiano
Valfortore, hanno resistito meglio al forte spopolamento che ha interessato,
invece, comuni come Castelvetere, che ha visto anche un travaso innaturale
della propria popolazione scolastica verso Colle Sannita, comune a sua volta
collegato mediante due sistemi viari al capoluogo: la “Fortorina” e la statale
Benevento-Campobasso.
Secondo Vinciguerra occorre lottare per mantenere e
sviluppare i servizi pubblici e sociali in tutti i paesi della Valfortore per
far sì che si accresca la rilevanza dell’unica area della provincia ancora
fondamentalmente isolata a livello viario dal Capoluogo.
Vinciguerra riporta
che il depauperamento notevole subito negli ultimi decenni dalla Valfortore fa
sì che sia impossibile per i giovani, pensare di restare e dunque anche la
stessa preparazione scolastica orienta inevitabilmente verso l’abbandono del
territorio; per cui ci si ritrova col triste paradosso che proprio le zone
interne che hanno fatto l’Italia vanno a finire ed i paesi più piccoli vanno a
scomparire (...).
Fa eco al Vinciguerra Ruggiero che interviene a sua volta, e
che basa il proprio intervento sul fatto che, allo stato attuale, i comuni del
pre-Fortore (San Marco dei Cavoti, Molinara ecc) godono di un asse di
penetrazione migliore verso il capoluogo, dunque si configura, per le
istituzioni scolastiche insistenti in tali territori, uno inevitabile
spostamento di popolazione scolastica verso Benevento (…).
Il vicesindaco di Foiano inoltre si dichiara in disaccordo con “il fatto che
così pochi comuni, possano esprimersi tramite delibere di Giunta senza una
necessaria discussione in consiglio comunale, su una questione che deve essere
decisa globalmente; egli fa la considerazione che bisogna battere sul fatto che
ormai, con mezza fortorina realizzata, il collegamento tra San Marco e
Benevento, avviene in appena 12 minuti. Quindi è necessario riportare i presìdi
sul territorio del Fortore vero. Ma come si riduce l’esodo da San Bartolomeo se
in 9 anni si sono succedute tre amministrazioni, due delle quali sfiduciate e
la terza che non ha voluto/potuto riproporsi?”.
(…) Il messaggio finale del Ruggiero è che bisogna tornare a
rivendicare una posizione centrale per San Bartolomeo senza pretenderla
restandosene con le mani in mano; è necessario tornare a fare rete nella
Valfortore, recuperando i rapporti con i paesi vicini.
Interviene il prof Luigino Iarossi di Castelvetere il quale
ricorda la costante perdita di identità dei cittadini della Val Fortore (ci
siamo fatti scegliere e invece dobbiamo sceglierci noi!).
Egli lamenta lo stato
di abbandono in cui versano i collegamenti tra San Bartolomeo e Castelvetere
rendendo praticamente impossibile per un castelvetrese mandare i propri figli a
studiare a San Bartolomeo (si ricorda che a Castelvetere ormai manca la scuola
media e gli alunni sono costretti a raggiungere Colle Sannita al termine della
scuola dell’infanzia) (...).
Interviene il prof Benito Pacifico che rincara le parole di
Iarossi dicendo che San Bartolomeo, da solo, non va da nessuna parte, dunque
bisogna fare rete in un’ottica di Valle.
(…) Interviene Carmelo Paolozza, rappresentante dei genitori
dell’IC Bianchi e ricorda la storica mancanza di identità del Fortore: vi sono
5 paesi del Fortore beneventano la cui popolazione scolastica è spalmata su 4
Istituti Comprensivi diversi dunque esiste un problema di fondo di mancanza di
lungimiranza. Si auspica il rientro in un unico comprensivo della Val Fortore
di tutta la popolazione scolastica afferente a questo bacino territoriale.
Ancora, il prof Tonino D’Ariano Agrario richiama
l’attenzione sul fatto che senza nessuna politica di sviluppo e di indirizzo
rischiamo di perdere il nostro Istituto professionale per l’agricoltura (IPA);
si sbaglia a sottovalutarlo ogni volta. L’IPA è un Istituto realmente orientato
verso il territorio ed andrebbe potenziato in un momento come questo di forte crisi
lavorativa nelle nostre aree.
(…) Celestino Agostinelli dice che al posto di potenziare
stiamo depotenziando. Lancia la provocazione: invece di scegliere ogni anno per
la festa di San Bartolomeo un cantante costoso, scegliamone uno che costa di
meno, ma mettiamo a disposizione una navetta in più per permettere anche agli
alunni di Roseto di raggiungere l’Istituto Superiore della Val Fortore: il
Medi-Livatino.
(…) Di nuovo Ruggiero che consiglia alla nascente Consulta
di proporre ed elaborare un’idea per la viabilità e dei collegamenti da
sottoporre ai futuri amministratori. (…) Ruggiero infine affronta il tema della
Immigrazione dai paesi del nord-Africa. Dice che a breve ci investirà questo
problema e noi non siamo pronti.
Nessun commento:
Posta un commento