A Vico Paradiso il rumore dei passi filtra fra le persiane abbassate, attraversa i muri, si infila negli spifferi ed entra nelle case. Ma da qui non esce niente, tutto è chiuso e sordo, e nessuno vede, e nessuno sente. A Vico Paradiso si ritira Armida, pianista dal passato glorioso, che ha dominato i palcoscenici del Sudamerica e dell'Europa.
E con lei vive Vera, donna segnata dalle sventure, dalla giovinezza mai fiorita, che ha il dono di saper leggere l'acqua e di custodire i segreti. Fuori c'è il mondo nel groviglio della guerra, dei codici d'onore del regime fascista e dei suoi imperativi sull'uomo audace, incorruttibile e dedito al sacrificio in onore della Patria. Imperativi su cui si regge il folle sogno totalitario del Duce e di una nazione, e che poi, nelle penombre delle strade, di sera, quando nessuno dovrebbe vedere né sentire, si sciolgono nella misera commedia delle passioni umane. Ma è un gioco rischioso, perché quando ci si abitua alla retorica del poter prendere tutto non ci si accorge della piccola ribellione già in atto, e del fuoco che brucia lento, in disparte, e del carbone che lo alimenta.
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