mercoledì 2 febbraio 2011

Gli scarichi di acque reflue e il Fortore


La Provincia di Benevento ha presentato nei giorni scorsi alla Prefettura, all'Arpac, all'Asl, al Corpo Forestale dello Stato e al Corpo di Polizia provinciale l'elenco degli scarichi di acque reflue urbane (o cosiddette di scarico) sul territorio provinciale. A comunicarlo l'assessore provinciale all'ambiente, Gianluca Aceto.

"La rilevazione, svolta con la collaborazione dei Comuni del Sannio - si legge in una nota -, è finalizzata ad intervenire per combattere il grave stato di inquinamento dei corpi idrici verosimilmente causati da scarichi non autorizzati e/o non depurati". E aggiunge: "Sempre in materia di tutela dei fiumi si è appreso che per il completamento della procedura per i Parchi fluviali ormai tutti i Comuni, eccetto uno, hanno provveduto a decidere in materia aderendo all'invito della Provincia".

Bene. Ma è da mesi chiediamo alle istituzioni competenti come mai nel fiume Fortore ci sia finito il batterio della salmonella. Sino ad oggi non c'è pervenuta nessuna risposta. Speriamo che questa iniziativa porti alla fine a qualche delucidazione in merito. Intanto noi aspettiamo. Come attediamo di vedere pubblicato da qualche parte questo benedetto elenco.

lunedì 31 gennaio 2011

Energie rinnovabili, la Campania cresce


Postiamo stralci di un interessante articolo apparso sul sito web del corriere del mezzogiorno.

Energie rinnovabili, queste sconosciute. Eppure, piano piano, a fatica, tra dubbi pregiudizi e ironie degne di miglior causa, l'impiego di fonti diverse da gasolio e petrolio prende piede anche nei grandi e piccoli centri campani. La situazione non è più nerissima, almeno stando ai dati diffusi da Enel. Sono infatti 2.141 i nuovi impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili di privati, enti o pubbliche amministrazioni che l'Enel connesso alla rete elettrica in Campania nel corso del 2010. Una cifra che, aggiungendosi ai 732 già connessi fino al 2009, fa praticamente triplicare il numero di impianti verdi presenti sul territorio. Di questi nuovi impianti oltre il 90% produce energia grazie al sole e vanno da una potenza installata minima di 1,5 kilowatt ad un massimo di 6 megawatt. Per la maggior parte si tratta di impianti di piccola e media taglia dai 3 ai 30 kW, la cui quantità è pari all’80% del totale delle attivazioni (...).

http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it

venerdì 28 gennaio 2011

Tutti pazzi x il Teatro. Rassegna della diversità


Il Dipartimento di salute mentale di Puglianello presenta la seconda rassegna: Tutti pazzi x il Teatro, un percorso artistico che dal nome stesso interpreta, ironicamente, giocando proprio sull’accostamento delle parole “pazzia” e “teatro”, un’idea diversa del disagio psichico e del teatro, come terapia e mezzo di comunicazione per affrontare il concetto di diversità e superare il pregiudizio. La prima edizione della rassegna, ha avuto il merito di raccontare una realtà che poco si conosce, perché è spesso esclusa dai canali tradizionali di comunicazione. L’esperienza teatrale della diversità ha visto insieme “matti” e “normaloidi” in un rapporto “normale” che restituisce dignità e regala una speranza. Mettere in scena la follia è esplorazione del lato nascosto, incomprensibile e allo stesso tempo è fruizione di forme estetiche differenti.

Tra le compagnie partecipanti alla scorsa edizione (3-18 giugno 2010), particolarmente appassionante è stata l’Accademia della follia di Trieste, che ha presentato uno spettacolo ispirato alla battaglia dello psichiatra veneto Franco Basaglia (scomparso nel 1980) che determinò la chiusura dei manicomi. Per la seconda edizione della rassegna, tutte le istituzioni e i partners che hanno già supportato l’iniziativa, hanno riconfermato il sostegno condividendone i valori e la missione educativa e culturale. Per questa ragione la prossima edizione (giugno 2011) sceglierà nuovamente come destinazione Benevento, città ospitale e aperta a nuove esperienze artistiche.

Come per la prima edizione, la selezione delle compagnie sarà effettuata attraverso un concorso nazionale riservato alle compagnie teatrali integrate; l’iscrizione è gratuita e scade il 19 marzo 2011. Quindi il cartellone della prossima edizione si colorerà di opere nuove e di altre gradite presenze che daranno ancora senso e voce alla bella scena della follia.

Grazie ad una felice intuizione di Maurizio Volpe e Antonello Santagata, è ricominciato anche il laboratorio teatrale con i pazienti e gli operatori del DSM Puglianello, che è ormai diventato un vero spazio artistico, un luogo di espressione e di socializzazione per pazienti, operatori e genialità sconosciute.

giovedì 27 gennaio 2011

Il Fortore e il Partito democratico

Nei giorni scorsi abbiamo scritto della situazione politica del Pdl nel Fortore. Oggi vediamo cosa succede sul fronte del Partito democratico, il quale sembra essere scomparso dallo scenario politico locale. Eppure di tematiche da affrontare ce ne sono. Basti pensare alla stessa vicenda dell’ospedale di San Bartolomeo, al disastro viabilità, alla questione lavoro e chi ne ha più ne metta.

L’unica nota però da registrare è stata quella del redivivo ex segretario Ds di Baselice, Antonio Paolozza, il quale preso forse da un rimorso di coscienza si è messo a scrivere, nel pieno delle feste natalizie, una lettera a un quotidiano locale sul futuro dei dipendenti della Comunità montana. «Servono proposte concrete», dice orgoglioso.

Ora tralasciando tutto il papiello sugli operai idraulico-forestali, su cui potremmo essere anche d’accordo, per quanto riguarda però i diciassette dipendenti messi in mobilità l’esponente del Pd dimentica un piccolo particolare: questi lavoratori da quasi un anno lottano in difesa del loro posto di lavoro.

È possibile che solo ora se ne accorga? Eppure all’interno del consiglio e della giunta della Comunità ci sono suoi rappresentanti. Basti pensare al foianese Giuseppe Ruggiero, esponente di spicco del Partito democratico locale.

Non solo. I dirigenti provinciali sono al corrente del fatto che il loro partito nel Fortore sostiene un presidente del centrodestra come Zaccaria Spina?

Non ce ne vogliano i democratici fortorini, ma non basta cambiare qualche segretario locale per far crescere il partito. Ci vuole coerenza, prima di tutto.

mercoledì 26 gennaio 2011

E Occhito resta senza manutenzione


L’importanza della diga di Piano dei limiti è cresciuta negli ultimi anni man mano che peggioravano le condizioni dell’invaso di Occhito. La grande diga in terra battuta costruita negli anni Sessanta sul fiume Fortore mostra ormai da quasi un decennio tutti i segni del tempo. Basti ricordare che è stata collaudata solo di recente, a oltre trent’anni di distanza dalla sua costruzione e che per questo può invasare circa cento milioni di metri cubi d’acqua in meno rispetto a quanti ne prevedeva il progetto originario (300 milioni mc.).

La diga di Piano dei Limiti doveva essere costruita a valle ed avrebbe avuto una capacità di 40-45 milioni di metri cubi, dunque molto al di sotto di Occhito che può invasare attualmente fino a 220 milioni di metri cubi. Ma avrebbe permesso il completo svuotamento di Occhito e dunque un suo più compiuto collaudo infrastrutturale.

Non a caso l’allarme sulle condizioni di Occhito venne lanciato il 28 febbraio 2009 in Prefettura dal presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, che parlò di «invaso malato» riferendosi alle condizioni precarie di Occhito. E qualche tempo prima l’ex direttore generale del consorzio di bonifica della Capitanata, l’ingegner Giuseppe D’Arcangelo, aveva lanciato l’allarme sull’assetto idrico-geologico dell’invaso e del territorio circostante.

www.lagazzettadelmezzogiorno.it

martedì 25 gennaio 2011

Rompe il respiratore e il tecnico è bloccato dalla neve: malata salvata in extremis



Manco a farlo apposta nel post precedente abbiamo parlato proprio della sanità nel Fortore, oggi postiamo stralci di un articolo apparso ieri sul "Corrieredelmezzogiorno.it" che ci fa capire bene quali sono i rischi per la salute di chi vive in questa realtà. Nel frattempo, dopo aver chiuso l'ospedale di San Bartolomeo (sic!) aspettiamo il prossimo annuncio dell'apertura del Psaut.


BENEVENTO - Ancora disagi nel Fortore, in provincia di Benevento, a causa della neve. A San Bartolomeo in Galdo, nel corso della notte, i carabinieri hanno prestato soccorso ad una ragazza che a causa di una grave malattia degenerativa è permanentemente attaccata ad un respiratore artificiale, che a causa dei continui sbalzi di tensione dovuti alle avverse condizioni meteorologiche, si era bloccato. I familiari della giovane hanno richiesto l’intervento dei militari anche perchè l’elettricista che poteva riparare il macchinario era bloccato a casa per colpa della neve, in una zona impervia in prossimità del comune di Castelvetere.

I carabinieri, grazie al loro fuoristrada in dotazione, sono riusciti a raggiungere il tecnico e a portarlo di corsa presso l’abitazione della ragazza, scongiurando il grave pericolo che si era profilato per la giovane, assistendolo nel corso delle operazioni, per poi riaccompagnarlo a casa (...).

www.corrieredelmezzogiorno.corriereit

lunedì 24 gennaio 2011

Il Fortore, la sanità e la politica


La vicenda dei primari di Benevento, ai quali non verrebbero rinnovati i contratti in scadenza, riapre anche per il Fortore la ferita mai rimarginata dell’ospedale di San Bartolomeo. Non solo. Ci porta a ragionare sul rapporto tra politica e territorio. Tra governanti e governati. Tra chi questa popolazione la dovrebbe rappresentare in tutte le istituzioni: locali, provinciali e regionali.

E allora come ci si può dimenticare dell’annuncio fatto da esponenti del centrodestra nella campagna elettorale regionale dell’anno scorso: «E’ fatta dopo cinquant’anni apre l’ospedale di San Bartolomeo». Invece poco dopo il nosocomio viene addirittura chiuso. Eppure, il 70 per cento dei san bartolomeani vota per il Popolo della libertà, mentre la nuova giunta comunale si era tesserata in massa al partito del Cavaliere.

Tuttavia in cambio della chiusura dell’ospedale, alle genti di queste valli viene promesso almeno l’apertura di un presidio di primo soccorso. Ogni mese parte l’annuncio: apre il Psaut. Ma passa il tempo e della struttura nemmeno l’ombra. Il sindaco del capoluogo fortorino, Enzo Sangregorio, non potendone più si accampa sotto l’Asl di Benevento in segno di protesta. Qualcuno si aspetterebbe un minimo di solidarietà dalla politica, invece silenzio. Stanno zitti i partiti di centrosinistra. Nemmeno una parola da quelli di centrodestra, che nel frattempo hanno eletto in consiglio regionale il baselicese Luca Colasanto.

Ad oggi non sappiamo se i governanti di San Bartolomeo hanno rimesso le loro tessere. Ma noi la lezione l’abbiamo imparata da tempo. Il Fortore è terra di nessuno e i fortorini figli di un dio minore, di cui ci si ricorda solamente quando diventano elettori, unico diritto ad essi riconosciuto.

venerdì 21 gennaio 2011

Una riflessione sul nostro dialetto

di Angelo Iampietro

Una notizia del genere, “ Il Sannio e i dialetti locali”, pubblicata il 20 gennaio sul blog di Antonio Bianco, è per me come una buona novella. Un proposta culturale, avente lo scopo di far conoscere, conservare e tutelare gli scritti in vernacolo nella nostra provincia beneventana, è un fatto non da poco e va dato merito a chi ha fortemente desiderato e voluto questa iniziativa.

La politica deve anche farsi carico di queste cose importanti!
Già altre realtà hanno avviato un recupero della cultura linguistica locale, inteso come un comune patrimonio da non disperdere; esso, infatti, ha la sua validità proprio perché è finalizzato al processo di identificazione di una popolazione, la cui parlata ci dà la sua carta d'identità, che la difende e la differenzia dalle altre, perché l'accomuna in tutti gli aspetti, semplici e complessi del suo vivere. Il dialetto di una comunità è, infatti, vita, tiene vicine le persone, le rappresenta, le caratterizza per quella commistione che le porta a sentire, proporre ed agire allo stesso modo.

La lingua è fratellanza, vicinanza; è la piattaforma, la base, lo zoccolo duro di una comunità che respira la stessa aria e gli stessi odori.
L’apprendimento del vernacolo è, per ognuno, la prima lingua che viene trattenuta: è la lingua madre sulla quale si innesteranno poi tutte le altre; è l’origine del nostro linguaggio non solo fonetico, comunicativo,ma anche figurativo, creativo, gestuale, espressivo…

La mia Comunità fa ampio uso del dialetto, che è la forma di comunicazione più diffusa, forse perché zona periferica di una provincia periferica. Esso non ha subito trasformazioni fonetiche, né ha abbandonato forme linguistiche tradizionali che esprimevano il vero carattere di una popolazione fiera dei suoi usi e costumi. Il vernacolo, infatti, con le sue espressioni, non solo evidenzia la capacità di usare una comunicazione espressiva colorita ed unica, ma anche la forza di continuare la trasmissione della cultura del passato.

La Comunità baselicese, per quanto attiene alla conservazione della sua lingua in vernacolo, ha avuto una grande fortuna: l’averla avuta anche in forma scritta; infatti ciò che non è scritto, prima o poi va perduto o, tutt’al più, modificato difformemente dall’originale.

Chi ha dato un contributo, direi unico, perché il nostro dialetto fosse conservato per sempre, è stato il compianto amico prof Alfonso Mascia, che ha dedicato una vita allo studio ed all’approfondimento linguistico, in tutte le sue forme, del nostro dialetto.

E’ lo studioso del vernacolo baselicese, al quale ha dedicato un’intensa vita di studio e di ricerca. Egli ci ha lasciato molte opere scritte in dialetto, che vanno dal teatro (“Fortore, su il sipario!”) al costume, dai modi di dire (“Così si pensa e si dice”) all’analisi linguistica. Voglio ricordare il vocabolario: “Il dialetto baselicese”, (dizionario, grammatica, appendice). Solo questo ci inorgoglisce e ci onora, senza mettere in subordine le altre!

Egli ha scritto veramente tanto in vernacolo, cercando con i notevoli mezzi culturali di cui disponeva, da vero linguista, di fissare tutti gli elementi che caratterizzano il nostro dialetto: la fonetica, l’etimologia, le strutture grammaticali e sintattiche, i modi dire, le locuzioni ecc…

A buon motivo il popolo baselicese può essere fiero del suo vernacolo, codificato non solo nella forma orale, ma a maggior ragione nello scritto, che sarà un punto di riferimento per le future generazioni e per chi non vorrà dimenticare le sue radici.
Mi auguro che le opere non pubblicate, possano esserle anche con il pubblico contributo, perché esse arricchiscono la nostra Comunità, ma non solo, della cultura popolare che ci lega all’”Albero della memoria”, punto fermo per la crescita di ogni Comunità.

Grazie prof Mascia per il patrimonio culturale che ci hai lasciato, che non solo ci onora, ma ci rende orgogliosi del nostro modo di essere e di sentirci Baselicesi. Anche noi, grazie a Te, potremo entrare nella raccolta delle opere che caratterizzano la conservazione della cultura linguistica dell’operoso e fiero Sannio

giovedì 20 gennaio 2011

Il Sannio e i dialetti locali


La provincia di Benevento sta portando a termine un aggiornamento delle pubblicazioni che hanno ad oggetto i dialetti dei locali del Sannio. Lo comunica l'assessore provinciale alla Cultura di Benevento, Carlo Falato. L'assessore infatti ha in questi giorni inviato una lettera a tutti i sindaci del Sannio e comunque rivolge un appello agli uomini di cultura, ai giornalisti e a quanti sono interessati a queste materie per consentire, nell'ambito delle iniziative dell'assessorato provinciale a sostegno della diffusione e della conoscenza del patrimonio culturale e linguistico sannita, l'ampliamento della Sezione, istituita presso la Biblioteca provinciale "Antonio Mellusi", dedicata ai testi sui dialetti locali del Sannio.

L'invito di Falato è quello di poter avere almeno un elenco completo ed aggiornato di tutte le pubblicazioni riguardanti lo studio e la divulgazione del dialetto in ciascuno dei 78 comuni del Sannio e, ove possibile, di avere una copia dei volumi. Secondo Falato, l'operazione appare opportuna sia per la tutela e la salvaguardia delle identità locali, nei limiti del possibile, e per consentire uno studio più approfondita sulle differenziazioni sedimentatesi nel corso della storia tra questa e quella località, anche molto vicina dal punto di vista fisico. Il monitoraggio potrebbe consentire di individuare importanti filoni originali di ricerca storico-antropologica, nonché l'evoluzione dei processi economici e produttivi nei diversi comprensori.