Nel triangolo di terra compreso
tra Molise, Puglia e Campania si consumò uno dei più sanguinosi scontri tra le
truppe del nuovo Stato unitario e i cosiddetti briganti, che difendevano il vecchio
regno di Francesco II. Su queste montagne, disseminate di boschi, i rivoltosi
(«reazionari» per i vincitori) avevano stabilito il loro quartier generale. Da
queste alture partivano le incursioni per occupare militarmente i paesi del
comprensorio e ristabilire il vecchio ordine borbonico. Qui operavano bande di
almeno 400 uomini a cavallo, come quella di Francesco Saverio Basile, alias
Pilorusso, o quella del famigerato Michele Caruso di Torremaggiore (Fg), nominato
“colonnello” dallo stesso re Borbone. Uno scontro violento che portò anche a
fatti di sangue inenarrabili e che vengono raccontanti nel libro. Gli anni
presi in considerazione in questa indagine storica sono quelli che vanno dal
1860 al 1864, perché sono quelli in cui il fenomeno del brigantaggio ebbe la
sua massima diffusione nell’area presa in esame.
Nessun commento:
Posta un commento