Manifestazione contro l’eolico del Fronte sannita per la
difesa della montagna. Da oggi fino al 6 settembre il movimento occuperà
simbolicamente il regio tratturo “Pescasseroli-Candela” che passa vicino Santa
Croce del Sannio (Bn).
“Saturata quasi interamente l’area delle alture fortorine - si legge nella nota stampa -, le richieste di autorizzazioni per la realizzazione di impianti eolici interessano sempre più spesso l’area dal Matese Sud-orientale, fino ai rilievi dell’alto Tammaro ed al confine regionale con Molise e Puglia”.
A quanto riferisce il Fronte gli impianti eolici autorizzati
o che hanno già ricevuto la Valutazione di impatto ambientale, sono 61, per un
potenziale nominale di 1.222 Mw e un totale di circa 620 macchine eoliche, alte
150 metri, con fondazioni in cemento armato profonde 30 metri. Mentre per lo
steso territorio sarebbero in attesa di valutazione altri progetti per circa
1.500 pale eoliche.
“Insomma un’immensa fabbrica di energia elettrica costruita anche su aree protette come Siti di interesse comunitario (n. 3 SIC) e Zone di protezione speciale (n. 2 ZPS), che si intersecano con quattro zone SIC del Molise, in prossimità di Parchi regionali (Parco del Matese) Oasi di Protezione (Oasi di Campolattaro)” .
Tutto ciò si è reso possibile – secondo il movimento –
perché la Regione Campania non si è mai dotata degli strumenti fondamentali per
inserire correttamente sul territorio gli impianti Fer (Fonti energetiche rinnovabili),
compresi gli impianti eolici che hanno un pesante impatto sul territorio.
“Non avendo programmato, né razionalizzato, né individuato i siti non idonei, di fatto ha reso disponibile ogni sito, anche quelli tutelati dalla Comunità europea di Rete Natura 2000 come le aree ZPS e aree SIC ed habitat prioritari”, attacca il Fronte.
Secondo il quale la Regione Campania prima di attivare le
procedure di valutazione e autorizzazione degli impianti eolici avrebbe dovuto
legiferare adottando il piano Energetico regionale, adeguarsi alle Linee guida
nazionali, individuare i siti non idonei. Solo con
questi strumenti sarebbe stata in grado di inserire correttamente e civilmente
gli impianti eolici nel contesto territoriale.
“La Regione Campania, in questa ostinata mancata applicazione di leggi e regolamenti, è riuscita ad autorizzate impianti eolici in modo indiscriminato sull’alto Sannio beneventano ed irpino: ma non solo, ha anche arrogantemente autorizzato molti progetti, in dispregio dei diritti delle regioni confinanti”.
Difatti sono stati autorizzati sette impianti eolici in aree
contermini con la regione Molise ed uno, San Bartolomeo in Galdo, in aree
contermini con la Regione Puglia, “senza che queste regioni fossero state mai
convocate in Conferenza dei servizi, anche se la legge prevede che le regioni
confinanti debbano essere convocate in presenza di impianti eolici progettati
ad una distanza inferiore a 50 volte l’altezza di una macchina eolica”.
“L’annullamento in autotutela di tutte le autorizzazioni concesse dalla precedente amministrazione regionale guidata da Stefano Caldoro, per garantire i diritti delle popolazioni dell’Alto Sannio beneventano ed irpino e per i diritti negati alle regioni confinanti”.
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