di Leonardo Bianco
Il dibattito (per ora solo sui social) sulla
riorganizzazione della rete scolastica mette in evidenza ancora una volta
l’isolamento politico di San Bartolomeo dal resto del Fortore e del Sannio.
I fatti. Nei giorni
scorsi quattro comuni (Baselice, Circello, Colle Sannita, San Marco dei Cavoti),
con delibera di giunta, approvano un piano per la riorganizzazione della rete scolastica nel quale si prevede la creazione di un istituto superiore con sede
a San Marco, attraverso l’aggregazione delle scuole presenti sui rispettivi
territori comunali lasciando di fatto fuori dalla nuova riorganizzazione il
liceo scientifico e l’agrario di San Bartolomeo, che si vedrebbe costretto ad
optare per la verticalizzazione dell’offerta formativa attraverso
l’accorpamento delle scuole presenti nello stesso comune, dando vita ad un
istituto omnicomprensivo che comprenderebbe il liceo scientifico, l’agrario e l‘istituto
comprensivo (scuola dell’infanzia, primaria e medie).
Decisioni che hanno subito sollevato proteste e polemiche
della cittadinanza. Sul web si grida allo scandalo per l’ennesimo scippo
perpetrato ai danni del “capoluogo” fortorino. Sotto accusa i comuni di Colle,
dal quale sembra sia partita la proposta, e Baselice, reo di aver consumato il "tradimento" nei confronti di San Bartolomeo.
Fin qui la cronaca di una settimana di veleni e di sospetti
che meritano però un approfondimento. Mettere sotto accusa chi legittimamente
decide e pianifica nell’interesse del proprio comune non risolve il problema,
anzi sposta l’attenzione dalle colpe di chi in questi 30 anni, tranne qualche
breve parentesi, ha guidato e amministrato il Comune.
La chiusura al dialogo e
alla concertazione con gli altri è stato il leitmotiv
di molte amministrazioni. Chiusura spesso accentuata dalle divisioni
interne. Basta fare un piccolo passo indietro e vedere cosa è successo alle elezioni
dell’ultimo consiglio provinciale, quando non solo maggioranza e opposizione
non trovarono un accordo sul candidato da sostenere, ma all’interno della
stessa maggioranza ci furono divisioni.
Un episodio che spiega bene come spesso
il bene comune sia stato sopraffatto
dalle questioni personali. Il comune più grande del Fortore, che ha sempre
preteso la leadership rispetto all’intero territorio e quasi mai riconosciuta
nei fatti, non è riuscito mai ad incidere sulle scelte strategiche che
riguardavano il Fortore.
Oggi si rivendica una leadership che nei fatti non c’è mai
stata. Nelle scelte strategiche il peso politico di San Bartolomeo si può
paragonare ad una piuma. La mancata lungimiranza della politica locale ha
dimenticato troppo spesso di interfacciarsi e dialogare con i vicini. E per
vicini si intendono anche i comuni fortorini del versante pugliese. Errori che
oggi più di ieri pagano imprese e cittadini.
La rabbia e la delusione di chi oggi si sente derubato
dell’ennesimo diritto è legittima, ma bisogna partire da queste considerazioni
se si vuole contare di più in futuro e non provare a censurare chi con passione
e gratuitamente continua a fare informazione in modo serio e professionale.
La riorganizzazione della rete scolastica è l’ultimo scippo
(ammesso che avvenga), in ordine di tempo, per San Bartolomeo. Questo deve far
riflettere soprattutto chi la prossima primavera deciderà di scendere in campo per
conquistare la guida del comune.
Chi deciderà di mettersi in gioco alle
prossime elezioni dovrà scrivere a caratteri cubitali sul frontespizio del
programma: leadership. Tenendo ben
in mente che essa non viene calata dall’alto perché unti dal Signore, ma si
conquista sul campo.
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