Crepa interna, spopolamento Fortore |
Cara terra mia, per la prima volta, dopo una lunga
riflessione, ho deciso di scriverti una lettera convinto che questa forma di
comunicazione sia da considerarsi la più diretta, la più confidenziale e
certamente la più ricca di motivazioni sentimentali. Sono sicuro, nonostante
siano trascorsi tanti anni, che ancora ti ricordi di me e del
"familiar" legame che ci unisce.
Sono un tuo "figlio", uno dei tanti che tempo fa a
malincuore per ragioni di lavoro, orgogliosamente, prese la decisione di
lasciarti, ma che giammai ti ha dimenticato. Conservo nei cassetti della
memoria tanti indelebili e cari ricordi: i luoghi, le persone, le usanze, i
tanti eventi della vita in tua "compagnia", l'entusiasmo e le
aspettative proprie della lontana giovinezza.
Nonostante tutto, posso assicurarti che quell'invisibile, ma
tenace, cordone ombelicale che ci univa non si è mai spezzato: sei stata e
rimarrai per sempre mia "genitrice" e parte essenziale del mio
esistere.
Voglio aggiungere, inoltre, che non nutro alcun rancore nei
tuoi confronti e che il sentimento dell'ingratitudine non mi appartiene. Al
contrario, devo confessarti che spesse volte un senso di rimorso ha toccato il
mio cuore invitandomi a riflettere: ho fatto realmente tutto quanto potevo per
aiutarti? Sono stato sempre coerente e determinato nei miei convincimenti? Ho
saputo trasmettere motivi di speranza e di positività?
Credo che la presunzione sarebbe la peggior risposta
possibile, ma posso solo dirti che in buona fede, sorretto da una sana utopia,
ci ho sempre provato, ma soprattutto creduto.
Con immutato e sincero affetto,
il tuo Pasquale
Testimonianza di di Pasquale Gentilcore (nella foto) per il progetto "Crepa interna". Dettagli su > https://www.salvatorepicciuto.it/crepa_interna-r11900
Testimonianza di di Pasquale Gentilcore (nella foto) per il progetto "Crepa interna". Dettagli su > https://www.salvatorepicciuto.it/crepa_interna-r11900
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