mercoledì 20 maggio 2020

Lo scaffale del Fortore, parte la rubrica dedicata alla lettura

Con questo primo libro prende avvio la rubrica dedicata alla lettura. Un angolo letterario curato da ilZa.Mo, il quale proporrà, periodicamente, una recensione ai nostri lettori. Il blog si arricchisce così di una nuova firma di grande spessore culturale

ANONIMO, Io sono il potere. Confessioni di un capo di gabinetto, raccolte da Giuseppe Salvaggiulo (Serie Bianca), Feltrinelli, Milano 2020, pp. 285, euro 18,00.

Un libro che tutti dovrebbero leggere. Anzitutto i politici, per capire che esiste una spiritualità del potere, assai intricata, non semplice. Qualcosa che - per chi non ce l’ha - logora, come amava ripetere Giulio Andreotti. Fare politica o è scelta di vita o non è; e colui che sceglie sa che l’arena in cui scenderà può consacrarlo alla gloria o rigettarlo per sempre. Dovrebbero leggerlo i mandarini da bar. Coloro che davanti ad un bicchiere di birra, al bancone del “giudizio universale”, discettano su come cambiare il mondo, su come risolvere i problemi, su quanto sono sbagliati gli altri e quanto son buoni loro. 


Le confessioni di un capo di gabinetto finiscono col dare ragione al motto gattopardesco per il quale si cambia senza cambiare e che le rivoluzioni non sono altro che una mano di vernice nuova su un vecchio e consunto legno, pieno di tarli. Dovrebbero leggerlo i “facili della rivoluzione”, quelli che gridano ad ogni tornata elettorale la parola “cambiamento, cambiamento!”. Sì, perché nel libro si capisce bene quanto complessa e articolata sia - nei fatti - la macchina amministrativa.

“Ci sono leggi che bisogna sempre far camminare per farle rimanere ferme”: una frase che risuona come un capolavoro. Arriva il nuovo ministro; entra con l’accetta per cambiare e rivoluzionare il mondo; dà il via ad un progetto di legge…se non conosce bene la macchina, quel suo tanto agognato desiderio gira a vuoto per i palazzi romani senza mai arrivare in porto. Si inizia col chiedere un parere all’Avvocatura dello Stato; poi, si continua nel sollecitare un ulteriore parere alla Ragioneria dello Stato; quindi si finisce coll’andare di ufficio in ufficio, di parere in parere…un giro estenuante di valzer dove dàgli e dàgli, il disegno di legge non ha mosso un passo e rimane una pallida e lodevole intenzione. Una buona intenzione.

Purtroppo. Chi parla nel libro - pur rimanendo anonimo - riferisce di come tutti i nomi dei grandi politici, quelli che nei vari salotti televisivi si accapigliano e gridano, alla fine han finito col produrre poco: non conoscono a fondo Roma; sanno poco dei palazzi capitolini; non s’immaginano nemmeno cosa corre nei circoli del Lungotevere; non possiedono una robusta “agenda” per facilitare, promuovere, sostenere. Direi ai rivoluzionari dalla pancia piena, ai faciloni di professione: leggete questo libro, vi aiuterà a capire che non avete capito praticamente nulla. E dopo averlo letto, ammetterete con amarezza che il più vi rimarrà ignoto. 

Questo testo, che si legge d’un fiato e che scorre agli occhi come un film piacevole, dovrebbero leggerlo anche i narcisisti, i presuntuosi, coloro che si credono qualcuno. Roma ne ha visti tanti salire e poi improvvisamente precipitare. Il vento del potere li ha sedotti prima e abbandonati poi. Chi ha scritto è stato capace di alimentare la curiosità del lettore: si leggono episodi a non finire; tranelli realmente architettati; sgambetti a iosa (il capitolo dedicato alla finanziaria è davvero notevole). 

La politica è qualcosa di schifoso e di appassionante; di lurido eppure seducente. Una mignotta vestita di capricci che - a suo piacimento - dispensa un po’ di amore. In nostro capo di gabinetto non si risparmia nell’offrire preziosi consigli: non bisogna mai gridare ma nemmeno parlare sottovoce; non bisogna essere onnipresente sui social ma non è possibile farne a meno; devi saper rassicurare e allo stesso tempo inquietare; parlare il giusto; avere una segreteria efficiente; nascondere i pensieri senza mai rivelare simpatie e stati d’animo. Se non c’è un metodo di lavoro, non si fa molta strada. 

Un piccolo manuale per sopravvivere in un mondo di sciacalli. Il libro si può divorare in una notte. Chi lo ha scritto, gli ha saputo conferire un tono diretto e confidenziale. Sembra di ascoltare la voce di uno che parla dal nascondiglio. Non mancano però delle sbavature. Alcune citazioni forbite sono di troppo, messe lì a rimarcare una punta di vanteria, di cui formalmente non c’è stretto bisogno. Io sono il potere in due pochi giorni ha avuto una seconda edizione. Il testo è circolato velocemente tra i corridoi dei ministeri, alla disperata ricerca di colui che ha avuto il coraggio di fare da delatore. Di certo, non per quest’unica volta. 

ilZa.Mo

1 commento:

Anonimo ha detto...

Un libro che tanti dovrebbero leggere, maggiormente coloro che sono sempre stati
lontani dal potere; coloro che
con semplicità hanno vissuto, credendo
ciecamente nelle norme uguali per tutti.
Si evince che sono pochi a comandare veramente e che, spesso, con sotterfugi,
incanalano l'acqua nei loro campi,
dove ce n'è in abbondanza anche per
gli amici degli amici. Non
si muove foglia se non c'è alito
di vento!. È il potere per il potere,
ignoto alla stragrande maggioranza degli
Italiani. Il vestito si confeziona su misura e quando il sarto non vuole cucire
si inventano mille espedienti perché esso
non venga ultimato.