giovedì 31 dicembre 2020

Dal tetto della Valfortore gli auguri di buon anno

di Giovanni Calabrese*

La prima volta che sono salito in cima alle colline della Valle del Fortore, qui nel Sannio, era lo scorso novembre. Faceva freddo e l'aria era umida. Le nuvole pendevano basse sulle montagne ed io insieme al mio collega eravamo alla ricerca di un paese in cui vivere e fare ricerca, alla scoperta di futuri possibili per le aree rurali.

La nebbia scendeva come un sipario che cancellava la presenza della lontananza che aveva segnato la mia vita fino ad allora, ma che da quel momento in poi ha permesso di orientare la mia attenzione sulle piccole storie, l'emotivo - ciò che io chiamo sottofondo.

Vivere a Baselice quest'anno difficile, è stato come vivere in una corrente sotterranea, senza essere distratto dal mondo, ma affrontando la mia paura più profonda come artista ed essere umano. E quando provavo a guardarmi dentro, in quel sottofondo ho avuto sempre paura di non trovare quello che stavo cercando.

Cosi, mentre la nebbia cancellava lentamente la strada, orientavo la mia attenzione sulle piccole storie che stavo vivendo. Mi sono reso conto che tutto ciò era abbastanza per avere nuovi occhi e guardare attraverso quel bianco sipario.

Questo posto, la ruralità, mi dà questa intuizione che voglio condividere per augurare un buon anno nuovo a tutti. A tutti noi che ci siamo trovati spesso TRA noi stessi e tutto il resto, TRA la nostra connessione con il mondo ed il nostro spazio intimo che nonostante la nebbia, proviamo continuamente a ridefinire.

*social designer 

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