giovedì 18 novembre 2021

Comunità montana del Fortore, storia di un ribaltone

«Ribaltone alla Comunità montana del Fortore», titola il Sannio quotidiano in merito alla «sfiducia costruttiva» - avvenuta nei giorni scorsi - nei confronti del presidente dell’ente Leonardo Sacchetti. Ma per capire come siano andati i fatti bisogna fare un passo indietro. Alla fine di giugno del 2020, dopo circa quattordici anni, veniva defenestrato Zaccaria Spina e al suo posto subentrava proprio Sacchetti, sindaco di Montefalcone. 

La mozione di sfiducia contro Spina veniva sottoscritta (in quanto componenti di diritto del consiglio generale) dai sindaci di Apice (Angelo Pepe), San Marco dei Cavoti (Roberto Cocca), Baselice (Lucio Ferrella), Molinara (Giuseppe Addabbo), Foiano Valfortore (Giuseppe Ruggiero), Castelfranco in Miscano (Antonio Pio Morcone), oltre che dallo stesso primo cittadino di Montefalcone. «Un atto dal significato politico evidente, considerato che buona parte degli amministratori coinvolti fa riferimento al Partito democratico», scriveva il quotidiano online Anteprima 24.

Nell'agosto 2021 la nuova governance politica dell’ente fortorino inizia però a far sentire i primi scricchiolii. Non passano in consiglio generale né la salvaguardia degli equilibri di bilancio e né la proposta di nomina ad assessore del sindaco Ferella, che era tra quelli che avevano sfiduciato Spina e votato Sacchetti presidente. Esito della votazione: sei favorevoli, sei contrari. 

Un equilibrio politico che si regge sul filo di lana fino al 15 novembre scorso quando arriva il colpo di scena: mozione di sfiducia nei confronti di Sacchetti. A votare contro questa volta sono sette sindaci: Carmine Agostinelli (San Bartolomeo), Edi Barile (Ginestra), Nicola de Vizio (San Giorgio la Molara), Lucio Ferella (Baselice), Andrea Giallonardo (Castelfranco), Gianfranco Mottola (Castelvetere) e Michelantonio Panarese (Buonalbergo). Nuovo presidente dovrebbe essere eletto Agostinelli, fedelissimo del sindaco di Benevento Mastella. La casella della vicepresidenza dovrebbe andare a Ferella, mentre la carica di assessore dvrebbe essere assegnata a Mottola.

«La decisione, seppur forte, non era più procrastinabile» fanno sapere i firmatari della mozione di sfiducia, i quali prendono atto «del totale stato di immobilismo in cui versa, ormai da mesi, la Comunità montana del Fortore».


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