venerdì 12 giugno 2020

Quando il turismo è senza pesticidi

di Michela Bilotta*

La situazione attuale ha reso ancora più evidente la fragilità degli equilibri ambientali del pianeta e la necessità di preservarli. La crescente devastazione dei territori e della biodiversità è un fenomeno di cui si parla molto, ma contro cui si agisce poco.
Ecco perché il momento è più che mai opportuno per ripensare ai nostri stili di vita come occasione per avvicinarci alla natura con rispetto e per rilanciare la nostra economia in un’ottica di sostenibilità.

Perché non farlo anche per le nostre modalità di viaggio?
E’ questa la proposta delle Città Libere dai Pesticidi, rete europea ideata da PAN Europe, che riunisce comuni piccoli e grandi che hanno vietato l’uso dei pesticidi nelle loro aree verdi, per tutelare la salute dei cittadini e proteggere l’ambiente.
Fare una scelta ecologica è possibile, anche nelle nostre opzioni di viaggio. Preferire luoghi che uniscono bellezza e benessere, in cui le aree verdi non vengono trattate con pesticidi chimici, ma con alternative sostenibili, significa vivere l’aspetto più autentico della dimensione di scoperta propria del viaggiare.

Molte destinazioni del turismo slow si configurano come luoghi alternativi ai classici circuiti del turismo di massa, luoghi autentici dove oltre alle bellezze artistiche e paesaggistiche gli ospiti possono godere del benessere dato dal rispetto per l’ambiente.

Non solo. Spesso si crede erroneamente che turismo lento significhi immobilismo. Niente di più lontano dal vero. I comuni che hanno abbracciato l’idea di un turismo senza pesticidi sono impegnati in prima linea in progetti di green economy, a supporto di un’economia circolare che ha nel riuso e nel riciclo i suoi punti di forza. Il futuro dell’economia è verde, come si evince dalle iniziative in corso e in programma nell’agenda europea.

Lo ha ben capito l’Associazione Borghi Autentici d’Italia che è entrata a far parte del circuito delle Città Libere dai Pesticidi e i cui borghi propongono un’esperienza completa ai propri ospiti, percorsi pedonali e ciclabili, arte, cultura, accoglienza e, in molti casi, iniziative legate a prodotti biologici a chilometro zero, perché le persone acquistino consapevolezza del potere sociale, economico e culturale dei prodotti locali.

Tante e varie le proposte. Qualche esempio?
A Sorradile, in Sardegna (OR), è possibile visitare un meraviglioso giardino fenologico, che si estende su una superficie di 500 mq e presenta una grande varietà di piante autoctone.

Roseto Capo Spulico, in provincia di Cosenza, Bandiera Blu e Bandiera Verde per l’agricoltura, propone deliziosi prodotti biologici, dalla famosa ciliegia locale all’olio d’oliva e ai piselli. Se andate, invece, a visitare la suggestiva Melpignano, in provincia di Lecce, non meravigliatevi di trovare un pacifico asinello che bruca l’erba in totale libertà: si tratta di Geo, “l’asino-tosaerba” per le aiuole e gli spazi pubblici del Comune.

Infine a Fallo (CH), dove hanno escluso da anni l’utilizzo dei pesticidi, è in fase di realizzazione una riserva naturale dedicata alla lontra. Aderire al network delle Città Libere dai Pesticidi è stata una scelta in linea con la centralità che nei borghi autentici assumono le pratiche di sostenibilità ambientale, l’attenzione alla qualità della vita delle persone che li abitano e una convinta strategia per il contrasto al cambiamento climatico - afferma Rosanna Mazzia, Presidente dell’Associazione Borghi Autentici d’Italia.

Poniamoci in una dimensione di ascolto, lasciamo che questi luoghi ci insegnino qualcosa, ma soprattutto rendiamoci protagonisti di un cambiamento concreto attraverso scelte attive e comportamenti critici che pongano l’ambiente al centro del nostro futuro.

*Pan Europe


Nessun commento: