giovedì 26 settembre 2013

Iniziano a bruciare 20 anni di eco ”balle”

L'incendio doloso, che per quattro giorni ha devastato il sito di stoccaggio delle cosiddette ecoballe a Fragneto Monforte, sembra finalmente domato, ma i problemi più pesanti cominciano solo ora. Perché la puzza fortissima di quel rogo dava sì fastidio, ma gli agenti inquinanti, disseminati da una fitta nuvola di fumo per le valli Telesina e Vitulanese e sulla città di Benevento, provocheranno ben altro che fastidio. Paradossalmente, quella coltre di fumo questa volta non ha nascosto la realtà dei fatti, e le fiamme hanno fatto luce su alcune elementari verità sul disastro ambientale provocato in Campania dall''emergenza' rifiuti, che i comitati civici ed i movimenti denunciano da anni. (Per continuare a leggere clicca qui sotto)


Iniziano a bruciare 20 anni di eco”balle”

www.csadepistaggio.org

mercoledì 25 settembre 2013

Baselice, le musiche nei teatri di Alfonso Mascia

Sarà presentato domenica prossima, 29 settembre, il disco con le musiche nei teatri di Alfonso Mascia. Una raccolta, in un doppio Cd musicale, di tutte le canzoni presenti nei lavori in vernacolo del compianto autore, le cui opere sono state già raccolte nel volume "Fortore, su i sipario!".

E così, dopo la raccolta dei testi, ora arriva anche quella in ... musica. Un lavoro nel quale l'Amministrazione comunale di Baselice, con il contributo della Comunità montana del Fortore, ha fortemente creduto, volendo omaggiare il professore Mascia, nel terzo anniversario della sua dipartita.

Grazie al certosino ed importante lavoro di arrangiamento e rivisitazione curato dalla AldRoc (anche della parte grafica), ed al contributo vocale/musicale di Dionigi Bianco, Sandro Paolozza, Eugenio Pareo, Antonio del Vecchio, Michele del Vecchio, Incoronata Maddalena, Lorenza Cece e del coro San Leonardo Abate, i testi dei canti potranno essere riascoltati tutti insieme ed in una veste nuova e di tutto rispetto.

A lanciare l'idea di raccogliere i testi delle canzoni dei teatri in una raccolta fu il consigliere provinciale Michele Maddalena. Quando egli venne a mancare, il progetto - circa due anni fa – venne riproposto da Dionigi Bianco ed Aldo Pareo all'amministrazione comunale nelle persone dell'assessore Salvatore Brancaccio e del consigliere Michele del Vecchio, i quali senza indugio alcuno hanno subito sposato l'iniziativa e fatto sì che l'importante lavoro potesse concretizzarsi.

A presentare il cd, in un convegno pubblico nell'aula consiliare del comune, saranno il prof. Angelo Iampietro - che ne curerà la relazione - i saluti del sindaco di Baselice, Domenco Canonico, e del presidente della Comunità montana Zaccaria Spina, l'intervento di Michela Iannella - che fungerà da moderatore - e Salvatore Brancaccio, nella veste di assessore comunale alla cultura, a cui sono affidate le conclusioni.
Durante il simposio, dove - tra gli altri - sono stati invitati i docenti e gli alunni del liceo classico Livatino di San Marco dei Cavoti (dove il prof. Mascia ha per svariati anni insegnato) e del liceo scientifico E. Medi di San Bartolomeo in Galdo, sarà possibile ascoltare un assaggio di alcuni brani dal vivo contenuti nella raccolta.

lunedì 23 settembre 2013

«Quaffer», Farisi: «Mi sono sentito a casa»

di Biagina Cece

Un intero paese, Baselice, coinvolto in una splendida avventura dal nome ‘Quaffer’, il film girato proprio nel centro fortorino. Concluse le riprese, abbiamo incontrato il regista, Antonio Farisi, il quale, sempre disponibile, ha risposto alle nostre domande.

Circa un mese trascorso in un piccolo centro della Val Fortore, come si è trovato?
Potrei risponderle che a Baselice mi sono sentito “a casa”, per riassumere con questa formula l’atmosfera che ho respirato giorno per giorno sia per la condizione di familiarità con gli abitanti, che per la tranquillità offerta dal paesaggio. Vorrei aggiungere che a Baselice mi sono trovato nella situazione ideale per chi deve fare un lavoro, come girare un film, che richiede concentrazione tecnica e artistica.

Aveva detto che Baselice si era rivelata location perfetta per il suo film, durante questo tempo si è mai pentito della scelta?
La scelta di realizzare il film a Baselice è stata il punto conclusivo di un lungo percorso in cui avevo già soppesato i pro e i contro di girare in altri piccoli centri della Campania. Quindi, quando ho messo piede per la prima volta a Baselice, avevo già ben chiari quali fossero i parametri a cui doveva rispondere l’ambiente: Baselice li accontentava tutti, era perciò impossibile che potessi pentirmene. Anzi, nel corso delle riprese, è aumentato il mio stupore nell’avvertire come inevitabile l’incontro con il suo “paesaggio umano”.

Cosa l’ha colpita di più del posto e della sua gente?
La vita nella grande città mi ha abituato a vivere il saluto come un gesto formale, il più delle volte un suono vuoto. A Baselice sono tornato a sentire con piacere che, come diceva Zavattini, “buongiorno vuol dire davvero buon giorno!”

Si è affezionato particolarmente a….?
Mi piace camminare lungo via Roma, da Porta Da Capo fino alla Chiesa di San Leonardo. La via si modifica a seconda della luce del sole: certi giorni pare lunghissima, in altri breve. Poi stretta, larga, antica, moderna, affollata, deserta.

Cosa ci può dire del film a oggi?
Che sono contento di averlo girato a Baselice.

Cosa può dirci del suo cast?
Sarà una delle più belle sorprese del film.

Pensa che ritornerà a Baselice?
Occupandomi nei prossimi mesi del montaggio del film, ogni giorno avrò davanti agli occhi immagini vive di Baselice. Sarà come non esser mai andato via.

C’è qualcuno che vuole ringraziare in particolare?
Queste è una delle domande che mettono in crisi un regista. (L’altra è “di cosa parla il suo film?”). La lista è talmente lunga… rischio inevitabilmente di dimenticare qualcuno. In ogni caso, aver avuto il totale supporto dell’Amministrazione comunale di Baselice ha permesso di lavorare e realizzare il film in condizioni ottimali. Abbiamo avuto ospitalità anche dal Comune di Foiano. E la disponibilità del comune di San Bartolomeo in Galdo. I vigili urbani di Baselice hanno facilitato la presenza della nostra troupe in punti delicati della viabilità. La parrocchia di San Leonardo Abate ha abbracciato il nostro progetto con un affetto e una disponibilità commoventi, permettendoci di filmare nella chiesa di San Leonardo e Sant'Antonio. L’associazione teatrale ‘Li Janare’, ha fornito un bel po’ dei suoi bravissimi attori. L’elenco dei miei ringraziamenti andrebbe avanti all'infinito e non può che essere incompleto. La verità è che vorrei avere la possibilità di stringere la mano ad uno ad uno a tutti gli abitanti di Baselice per ringraziarli dell’ospitalità, la disponibilità e la creatività che hanno donato al film. Ma vorrei anche chiedere scusa a tutti per la pazienza, il disturbo e l’inevitabile invadenza che un set cinematografico porta con sé. Grazie.

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La crisi al Sud e la retorica degli sprechi

I luoghi comuni sul mezzogiorno italiano sono duri a morire. Ma una analisi attenta dei dati indica che non è vero che il Sud è inondato di risorse pubbliche e che l'incidenza dell'evasione fiscale è più alta al Nord. Il mezzogiorno è in realtà vittima della crescente concentrazione geografica del capitale e delle devastanti politiche di austerità. Non ci credi clicca qua sotto

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sabato 21 settembre 2013

Terra dei fuochi, la strage dei bambini - Video - Corriere TV

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Terra dei fuochi, la strage dei bambini - Video - Corriere TV

Gaetano Rivezzi muove l’indice su e giù seguendo la tendenza di istogrammi che rappresentano la sintesi di un olocausto. Il neonatologo in servizio all’ospedale di Caserta è il coordinatore dei medici per l’ambiente campani. La prima fila scientifica di un fronte di protesta molto vasto, che, urlando nel deserto dell’indifferenza di politica e istituzioni, da anni denuncia il massacro continuo provocato dal pesante inquinamento a nord di Napoli, da Nola a Villa Literno. «Nell’Asl Napoli tre, quella di San Giorgio a Cremano, Pomigliano, Nola – spiega Rivezzi - nel 2009 le esenzioni 048, quelle per i pazienti affetti da tumori, erano 111. Nel 2012 sono diventate 266. Nel solo distretto di Frattamaggiore, che conta oltre centomila abitanti, si va dai 136 di 4 anni fa ai 420 dell’anno scorso». È la terra dei fuochi, oltre 3500 roghi di scarti industriali e rifiuti tossici nel solo 2012. Ma è anche la terra dei rifiuti tossici smaltiti illegalmente dalla camorra e da società finite sotto processo e condannate per traffico di scorie pericolose: oltre 300 mila tonnellate di scarti tossici provenienti dalle aziende del Nord «interrati» nel solo 2002 secondo le indagini della Procura di Napoli. Ed è infine la terra dei tumori.

L'ALLARME DI ACERRA - Domenica scorsa ad Aversa 3.500 persone hanno sfilato in silenzio, e tutte vestite a lutto, per denunciare l'avvelenamento della propria terra. Le campane delle chiese hanno suonato a morto durante tutto il corteo, guidato dal vescovo. Ad Acerra, città di 55 mila abitanti a ridosso dei monti Lattani, nell'ultimo mese ha destato sconcerto e paura nella popolazione la circostanza che quattro bambini hanno contratto la medesima terribile malattia, il medulo blastoma, una forma di tumore al cervello che per quanto molto diffusa, ha comunque un incidenza di 2 casi ogni 100 mila bambini. Una prima manifestazione si è tenuta lo scorso 7 settembre. La prossima è fissata il 21, una fiaccolata. «I tumori cerebrali sono le più comuni neoplasie solide dell'infanzia - spiega ancora Rivezzi - e sono la prima causa di morte per cancro nei bambini. Di solito si attribuisce “al destino” l’insorgere di questa patologia. Eppure in un recente studio scientifico internazionale pubblicato su Current Neurology and Neuroscience le cause vengono riportate ad alterazioni epigenetiche. Che come è noto sono molto sensibili agli stress ambientali».

LA STRADA DEI VELENI - Il Pcb, policlorobifenile, è una sostanza oliosa a grande stabilità chimica utilizzato per le condutture elettriche dell'alta tensione. Nel 1983 è stata dichiarata sostanza illegale in Italia perché altamente tossica. È un cancerogeno certo, ovvero la semplice esposizione diretta è causa primaria di neoplasia. Anche per questo motivo smaltirla costa parecchio. Ed è per questo motivo che la criminalità organizzata si è subito buttata sull'affare. Il pentito di camorra Gaetano Vassallo ha raccontato di aver spalmato come ammendante nelle campagne migliaia di tonnellate di Pcb. I camion di Gomorra Spa percorrevano la statale 162 che attraversa tutta la regione da Acerra (appunto) al litorale domizio. Ad ogni svincolo «libero» da testimoni scomodi, uscivano e sversavano. «Guarda caso oggi - spiega Antonio Marfella, a sua volta uno dei medici per l'ambiente - lungo il tragitto di questa strada si concentra il maggior numero di discariche abusive e i più alti picchi di incidenza tumorale e mortalità».

I ROGHI - Chiuso il traffico di rifiuti, di cui da ultimo ha parlato il pentito Carmine Schiavone in un'intervista a SkyTg24, sono cominciati i roghi. Cumuli di rifiuti urbani, ma molto spesso anche di residui industriali, dati alle fiamme perché in larga parte provengono da aziende illegali. Il cui fumo si spande l'atmosfera avvelenandola con la diossina nelle periferie delle città, ai bordi delle strade meno trafficate o addirittura in aperta campagna. Di giorno e di notte, dai palazzi più alti, ma anche dalla strada, è possibile osservare le colonne di fumo che si alzano sulla terra avvelenata. Angelo Ferillo, blogger e ambientalista, da anni cura un sito per segnalare gli «avvistamenti». Un lavoro simile, ma messo in atto in particolare nel Nolano, lo portano avanti i ragazzi di Rifiutarsi. È da qualche anno attivo anche un coordinamento dei comitati civici, ispirato dall'instancabile opera di sensibilizzazione del parroco di Caivano don Maurizio Patriciello. E anche in questo caso è stato attivato un servizio online di segnalazione dei roghi. Alla fine si è mosso anche il ministero dell'Interno. Dallo scorso dicembre un prefetto è stato incaricato di coordinare le operazioni. Si chiama Donato Cafagna. Da quando si è insediato i roghi sono calati quasi del 50%: Nei primi sei mesi del 2012 erano 2110, nello stesso periodo del 2013 sono 1142. «Non ci siamo limitati a spegnere gli incendi - spiega Cafagna -. Gran parte dei roghi sono alimentati da rifiuti speciali e industriali, provenienti da industrie illegali. E allora facciamo prevenzione in questo senso: gli interventi ad oggi sono oltre 3100». I roghi possono essere catalogati per materiale bruciato. Nella zona vesuviana, nota per le sue camicerie e per i contoterzisti della moda, abbondano i falò di tessuti e pellami; nell'hinterland di Napoli danno alle fiamme prevalentemente pneumatici o residui edili; nell'aversano e sul litorale le plastiche e i polistiroli delle aziende agricole.

giovedì 19 settembre 2013

Il Governo gela le speranze: avanti con il petrolio

Notizie allarmanti quelle che giungono da Roma sulle trivellazioni petrolifere. Ieri (nei giorni scorsi per chi legge, ndb) alla Camera il Sottosegretario del Ministero Sviluppo economico, Simona Vicari, ha risposto alla interpellanza urgente promossa da 43 parlamentari (primo firmatario l’irpino Luigi Famiglietti, in elenco anche il sannita Umberto Del Basso De Caro) sul progetto di ricerca «Nusco» previsto a cavallo tra le province di Avellino e Benevento.

E le parole della rappresentante di Governo aprono uno scenario affatto rassicurante: «Il pozzo di perforazione Gesualdo nell’ambito del progetto Nusco – ha dichiarato Vicari – assume particolare rilevanza ai fini di una più compiuta e soddisfacente pe­rimetrazione geologica dei reali limiti dei giacimenti lucani che si sospetta potrebbero estendersi fino alla sub-regione irpina, a riprova delle enormi potenzialità del settore minerario nel nostro Paese. È quindi questo un tipico caso in cui è primario interesse dello Stato, più che del privato richiedente, assumere tutte le conoscenze del proprio sottosuolo, per poi valutarne, di concerto con le autorità presenti sui territori, la consistenza e l’effettiva opportunità di valorizzazione nell'interesse generale».

Dunque nessuna intenzione di interferire nei procedimenti autorizzativi avviati e, anzi, la conferma che l’Italia intende percorrere con decisione la strada degli idrocarburi. E per farlo lo Stato investirà anche delle somme destinate al «ristoro» dei territori coinvolti dai progetti di estrazione petrolifera: «E’ già pronto – ha rivelato il Sottosegretario – un importante decreto scritto in collaborazione con il Ministero dell’economia e delle finanze con cui si istituisce il Fondo per gli interventi infrastrutturali nei territori interessati da attività di ricerca e produzione di idrocarburi, come previsto dall’articolo 16 del decreto-legge sulle liberalizzazioni, convertito con la legge n. 27 del 2012. Con tale strumento normativo, una quota delle maggiori entrate per l’estrazione di idrocarburi viene destinata allo sviluppo di progetti infrastrutturali e occupazionali di crescita dei territori che ospitano le infrastrutture produttive e dei territori limitrofi: 50 milioni di euro l’anno, quindi, sono destinati ad infrastrutturare i territori interessati». Avanti tutta dunque sulla via del petrolio che tanti guasti, sotto il profilo ambientale, ha già provocato nella vicina Basilicata.

benevento.ottopagine.net

lunedì 16 settembre 2013

Nuovo eolico nel Fortore

Continua senza freni la corsa all’occupazione di tutto il territorio del Fortore ad opera delle multinazionali del vento. Infatti è stato pubblicato sull’ultimo bollettino della regione Campania l’avviso relativo all’avvio del procedimento di autorizzazione alla costruzione e all’esercizio di un Parco Eolico nel Comune di San Marco dei Cavoti (Bn) ed opere connesse che interessano il Comune di Colle Sannita (BN) ad opera della società Società Sorgenia Green S.r.l. L’avviso pubblicato sul Burc costituisce anche comunicazione di avvio del procedimento che porterà all’attivazione della procedura di espropriazione o d’asservimento per i terreni interessati dall’opera.

Bisogna sottolineare che proprio a San Marco dei Cavoti oltre a due grandi parchi eolici realizzati dalla IVPC, è stato autorizzato un’ulteriore parco eolico proposto dalla società Econergia per 27 MW ed ancora un altro parco della Sorgenia. Per quest’ultimo, tra l’altro, la Commissione VIA Campana aveva in un primo tempo bloccato il progetto poiché “l’ impianto proposto risultava in adiacenza ad altri impianti, realizzati e di futura realizzazione”. In particolare, si leggeva nelle motivazioni dell’organismo regionale, “la struttura si prefigurava a nord del centro abitato di San Marco dei Cavoti, alla distanza media di 4 km, con un’ installazione complessiva di 47 torri eoliche, differenziate per taglia e potenza”.

Il sito interessato risultava, dunque ” gravato da una serie di impianti che, seppur di impatto visivo moderato se presi singolarmente, avrebbero dato forma ad inevitabili insediamenti a selva, con notevolissimo impatto sulla componente paesaggistica in una valutazione cumulativa”. Successivamente la Commisione cambiava opinione in seguito alla riformulazione del progetto ponendo le basi per la concessione dell’autorizzazione regionale. Adesso un nuovo progetto che dovrebbe partire già con tutte le criticità valutate dalla Commisione di valutazione impatto ambientale campana per la precedente wind farm poi autorizzata.

(Fonte: www.informatoresannita.it)

venerdì 13 settembre 2013

Ospedale San Bartolomeo, l'incompiuta più antica d'Italia

Da ospedale a Psaut. Questo in sintesi il destino della struttura nata oltre mezzo secolo fa e mai entrata in funzione. Dal 1961 ad oggi per costruire, ampliare e ammodernare l’edificio è costata oltre 25 milioni di euro (50 miliardi delle vecchie lire). Quando cinquantadue anni fa iniziarono i lavori era diventato il simbolo del riscatto e della speranza del Fortore.

Con il passare del tempo si è trasformato prima in illusione poi in una farsa. Farsa conclusasi con l’apertura prima e la chiusura poi (tutto in pochi mesi) dell’ospedale che non ha mai ospitato un infermo.

Lo scorso febbraio con una delibera del direttore generale dell’Asl Bn1 Michele Rossi fu aperto lo Psuat. Questo l’epilogo dell’ospedale San Pio di San Bartolomeo in Galdo dopo 52 anni di speranza. Epilogo che è finito addirittura nelle pagine del libro "La Mangiatoia. Così la Sanità è diventata il più grande affare d'Italia” scritto da Michele Bocci e Fabio Tonacci.

Nel lavoro dei due giornalisti l’ospedale di San Bartolomeo viene definito addirittura “l'incompiuta più antica d'Italia”. Nel libro vengono ripercorse tutte le tappe percorse per la realizzazione dell’opera. Una struttura servita, come si legge anche nel libro, solo a spendere soldi pubblici e assumere personale mai utilizzato nella struttura. Sotto accusa nel libro c’è soprattutto la classe politica campana e sannita.

(Tratto da Ottopagine/Benevento)

mercoledì 11 settembre 2013

Viteliù a Baselice, l'orgoglio di essere sanniti

Riscoprirsi sanniti. L’orgoglio di appartenere ad un popolo e una terra con una storia e una tradizione ultra millenaria è stato al centro del dibattito dell’incontro di ieri (domenica per chi legge, ndb) con Nicola Mastronardi.

L’autore di “Viteliù – Il nome della libertà” è tornato nel Fortore per presentare il suo libro a Baselice. Il giornalista e scrittore molisano è tornato nel Sannio, dopo gli incontri di San Bartolomeo, inizio luglio, e Pontelandolfo, inizio agosto, per raccontare la storia dei vinti, le vicende del popolo sannita contrapposte alla Roma di Silla. Mastronardi ha ripercorso, insieme alla platea presente nella sala consiliare del borgo fortorino, il viaggio dell’embratur sannita Papio Mutilo per far conoscere la storia e le terre delle genti che costruirono la prima nazione cui fu dato il nome di Italia.

Il racconto non è solo un viaggio nella memoria delle gesta dei sanniti, ma è anche la ricerca delle radici. Un percorso per riappropriarsi della propria storia, della propria cultura, della propria identità. Un viaggio che Mastronardi ha voluto condividere con Baselice. Nel suo racconto, l’autore è stato accompagnato dal presidente della Pro loco Angelo Lepore e dal vicesindaco Giuseppe Ferro. Al giornalista Antonio bianco, originario del centro fortorino, è toccato moderare l’evento che ha riscosso un successo di pubblico notevole.

Ancora una volta, come aveva fatto a San Bartolomeo e Pontelandolfo, Nicola Mastronardi si è detto soddisfatto e felice di poter far conoscere libro nelle piccole comunità del Fortore e del Sannio perché è loro compito riappropriarsi della dignità e della storia del popolo sannita.

(Tratto da Ottopagine/Benevento)

domenica 8 settembre 2013

Trivellazioni petrolifere, interpellanza urgente di 43 deputati

Anche i terremoti possono dare una mano. Sì perchè l’elevata sismicità dei territori appenninici, come il Sannio e l’Irpinia, potrebbe essere uno dei principali argomenti da spendere in sede ministeriale contro i progetti di estrazione petrolifera che riguardano le due province. Settembre potrebbe essere un mese molto importante per la questione. In agenda alla Camera c’è la discussione della interpellanza parlamentare urgente presentata da 43 deputati (a lato l’elenco completo) ai ministri dell’Ambiente, Andrea Orlando, e dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato.

Al centro della discussione c’è il progetto «Nusco» il cui areale di riferimento tocca solo marginalmente la provincia di Benevento interessando esclusivamente il territorio comunale di Apice. In realtà sul programma di ricerca presentato dalle società ‘Cogeid’ e ‘Itamin’ si gioca una partita importante, probabilmente decisiva.

L’eventuale accoglimento delle ragioni degli interpellanti segnerebbe un punto rilevante a favore di quanti anche nel Sannio si battono contro la estrazione di idrocarburi. L’interpellanza rileva che «le forti preoccupazioni delle comunità locali derivano principalmente dalla circostanza che il permesso ‘Nusco’ insiste su una delle zone a più elevata sismicità d’Italia». Grado di rischio che è il medesimo anche per i territori interessati dai progetti «Pietra Spaccata» e «Case Capozzi», ovvero il Fortore sannita e l’Alto Tammaro.

Così come è comune un’altra preoccupazione espressa dalla interpellanza, quella legata alla possibile contaminazione da idrocarburi dei bacini idrici che servono anche la Puglia. Di qui la richiesta a Orlando e Zanonato di verificare «se ritengano opportuno prendere atto della volontà contraria espressa dalle istituzioni e dai comitati locali e interrompere la procedura autorizzativa del progetto».

I FIRMATARI. L’elenco dei firmatari comprende in gran parte deputati del Partito democratico.

Primo firmatario è l’irpino Luigi Famiglietti, quindi il sannita Umberto Del Basso De Caro, Valentina Paris, Marilena Fabbri, David Ermini, Davide Faraone, Antonio Decaro, Simone Valiante, Giuseppe Fioroni, Gero Grassi, Angelo Rughetti, Gian Piero Scanu, Ernesto Magorno, Matteo Richetti, Massimiliano Manfredi, Vincenzo Amendola, Fulvio Bonavitacola, Marialuisa Gnecchi, Emanuele Fiano, Massimo Forio, Valeria Valente, Federico Gelli, Teresa Bellanova, Giu­seppe Guerini, Lorenzo Guerini, Tino Iannuzzi, Federico Ginato, Gianni Farina, Maria Elena Boschi, Gianclaudio Bressa, Maria Chiara Gadda, Alessandro Bratti, Marco Fedi, Francesca La Marca, Maria Gasparini, Luca Lotti, Francesco Garofani, Flavia Nardelli, Paolo Gentiloni, Giorgio Piccolo. In lista anche Giancarlo Giordano di Sel, Giuseppe De Mita e Angelo D’Agostino per Scelta civica.

benevento.ottopagine.net

sabato 31 agosto 2013

Al via la XXII Biennale d’arte di Baselice

L’amministrazione Comunale di Baselice, assessorato alla Cultura, organizza la XXII edizione della Biennale d’ Arte che si terrà in Baselice dal 2 al 10 Settembre 2013, in collaborazione con la Misericordia e la Pro-Loco e altre associazioni che vorranno aderire e che saranno incaricate di proporre loro iniziative nell'ambito dell’evento artistico.

Direttore artistico della manifestazione Enzo Battarra, autorevole ed affermato critico d’arte, che, per questa edizione si avvarrà del prezioso contributo di Aurora Spinosa (su invito di Maria Adele del Vecchio), i quali su indicazioni dell’Amministrazione hanno programmato e deciso di organizzare gli eventi sul territorio con l’obbiettivo di valorizzare gli aspetti storico – culturali continuando l’ opera di rinnovamento intrapresa dalla precedente edizione.

Difatti tra gli obbiettivi del compianto M° Crescenzo del Vecchio – che è stato e resta un punto fermo di questa iniziativa – c’ era proprio quello di proporre sempre le innovazioni, offrendo in particolar modo ai giovani artisti una vetrina e uno spazio ove potersi misurare con i nuovi linguaggi offerti dall’ arte contemporanea.

Il contenitore della manifestazione sarà ancora Palazzo Lembo, luogo già individuato dalla Civica Amministrazione come sede del civico museo e contenitore d’ arte, che con gli ultimi eventi stà sempre di più diventando un centro di cultura e capoluogo delle espressioni artistiche della Valfortore.

Il titolo della XXII Biennale sarà “Extrabilia” ovvero una mostra intesa come creazione artistica, come momento magico e di spettacolo, con l’interazione del “Genius Loci”, inteso come capacità dei giovani artisti di esprimere la creatività della propria terra.

L’ edizione 2013 dell’evento si concretizzerà in una unica mostra con due momenti espositivi tra Palazzo Lembo e Piazza Castello, ove vi saranno anche eventi di diverso genere con momenti di musica e ricreatività.

Per l’occasione sono stati invitati gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Napoli con la presenza autorevole di Aurora Spinosa docente di ruolo di Storia dell’Arte e curatrice della Galleria dell’Accademia, che oltre a collaborare, presenzierà l’evento.

Tre i premi-acquisto che saranno messi a disposizione dall’ Amministrazione comunale: Il primo del valore di € 1000 il secondo di € 700 e il terzo di € 500.

I premi-acquisto, inoltre, potranno essere offerti liberamente anche dai cittadini interessati. La presentazione della XXII Biennale ci sarà nella serata del 2 Settembre, mentre la cerimonia di premiazione il 9 Settembre a Palazzo Lembo, con la costituzione di una giuria che valuterà le opere a cui assegnare i premi e che resteranno nel patrimonio della pinacoteca comunale.

Dopo la presentazione nella serata del 2 Settembre ci sarà un momento musical-ricreativo tra via Roma e piazza Castello a cura di Pro-Loco e Misericordia.

mercoledì 21 agosto 2013

Le Regioni 'bocciano' le trivellazioni. Caldoro nicchia, Sannio e Irpinia restano in bilico

L'attenzione è scemata rispetto a qualche mese fa quando ci fu anche un incontro a Ginestra degli Schiavoni  con i rappresentanti della Delta Energy Ltd, la società britannica pronta ad investire quattrini per le ricerche di idrocarburi nel territorio sannita. Poi il silenzio, tra fasi di rigetto e permessi Via ancora non del tutto cancellati o ridiscussi. Lo spauracchio petrolio nel Sannio (e Irpinia) in realtà non è svanito nel nulla: concrete possibilità ce ne sono ancora. Quello che il Governo Monti ed l'allora ministro Passera vollero fortemente (seguendo la linea dettata dal Governo Berlusconi e dall'ex ministro Scajola) è ancora in discussione. A muoversi allora sono i governatori delle Regioni che hanno seguito l'iniziativa dell'Emilia Romagna: in pratica i governatori stanno facendo quadrato. L'idea è quella di promuovere una legge da presentare al Governo al fine di bloccare qualsiasi permessi di esplorazione o ricerca di idrocarburi, sia sul territorio che sui fondali marini (per continuare a leggere clicca qui sotto)


Le Regioni 'bocciano' le trivellazioni. Caldoro nicchia, Sannio e Irpinia restano in bilico (Ilquaderno.it)

lunedì 19 agosto 2013

Storie di emigranti: «Amiamo il nostro paese»

di Biagina Cece

Ritornano sempre a Baselice, ogni anno, anche se per pochi giorni, perché loro, gli emigranti, le loro origini proprio non le dimenticano e non smettono di amarle. Allo stesso modo Baselice non dimentica loro e li accoglie ogni anno con ‘La Festa dell’emigrante’, tenutasi lo scorso 12 agosto. Abbiamo incontrato alcuni di loro, Addolorata, Giuliano, Orazio e Antonio, i quali hanno voluto raccontare l’ amore per il centro fortorino, rimasto immutato negli anni e la loro storia.

Addolorata, emigrata in Germania all’età di 17 anni: “Sono ormai 38 anni che vivo in Germania e devo dire che non è stato semplice andare via, lasciare i miei affetti, il mio paese, ma mi sono sposata e mio marito, baselicese, viveva già lì”. E difficile è stato vivere in un posto in cui Addolorata era una ragazzina che non conosceva nemmeno la lingua: “Devo dire che era un po’ umiliante, sentivi che la gente un po’ ti prendeva in giro. Sono cresciuta in fretta e in fretta ho dovuto imparare. Purtroppo erano tempi duri e non potevamo tornare in Italia. Tuttavia ogni anno sento il bisogno forte di venire a Baselice, è la mia terra questa”.

E una caratteristica contraddistingue Addolorata: “Non ho mai voluto la cittadinanza tedesca, io sono e resto Italiana!”. E poi c’è Antonio, anch’egli emigrato in Germania nel ‘68, quando aveva solo 20 anni: “A Baselice facevo il muratore ma i tempi erano davvero difficili. Un mio amico mi disse di andare in Germania e lì ho sempre lavorato in un’impresa di costruzioni”. Antonio ritornò poi a Baselice per sposare la sua fidanzata: “Siamo poi tornati in Germania e all’inizio era davvero difficile, a oggi stiamo bene, ma ogni anno torniamo al paesello”.

Orazio invece emigrato in Brianza ha detto: “Avevo 21 anni quando sono andato via e a oggi sono 41 anni che non vivo più a Baselice. Anch’io portai mia moglie in Brianza e abbiamo vissuto in quello che definirei uno scantinato per molti anni”. La difficoltà Orazio l’ha riscontrata nella diffidenza iniziale della gente del posto: “All’inizio non è stato affatto semplice, noi arrivavamo dal sud accompagnati da tutti i pregiudizi. Poi le cose sono migliorate e oggi stiamo bene, ma Baselice rimane nei nostri cuori”. Giuliano invece, emigrato a Lodi a soli 14 anni ha detto: “Studiavo la sera e lavoravo come panettiere, ero un bambino e credo che oggi nessun ragazzino di quell’età lo farebbe, ma i tempi erano davvero duri, non c’era scelta”.

Emigrati e rimasti lontani dalla loro terra, sono riusciti comunque a inculcare nei loro figli l’amore per Baselice i quali li accompagnano spesso anche se ormai sono grandi e alcuni di loro, hanno scelto di sposarsi proprio nel centro fortorino. Molte le differenze che ogni anno colpiscono gli emigranti: “E’ tutto cambiato – ha detto Orazio – abbiamo trovato tanto ordine e pulizia e il cimitero mi ha sorpreso davvero, un posto del tutto differente dal passato”.

E Addolorata ha aggiunto: “C’è una grande ospitalità la festa stessa dell’emigrante, un vero regalo per noi”. E cosa cambiereste? A questa domanda Giuliano ha risposto: “C’è una gioventù bellissima a Baselice, ma non abbastanza coraggiosa; dovrebbero rischiare di più e creare opportunità per restare e valorizzare il paese”. Un paese che adesso attraverso le diverse iniziative, sta uscendo ‘fuori’, come con il presepe vivente e il film che a breve qui sarà girato ‘Quaffer’: “Io penso che queste siano grandi opportunità – ha detto Giuliano – io me lo auguro davvero per l’amore immenso che provo per il mio paese”.

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lunedì 12 agosto 2013

Rocca dei Rettori, presentato il film "Quaffer" realizzato a Baselice

Moderata dal giornalista Alfrdo Salzano, si è svolta stamani alla Rocca dei Rettori la Conferenza Stampa di presentazione del lungometraggio che sarà realizzato in Baselice dal titolo “Quaffer” per la regia di Antonio Farisi e il cui primo ciak è previsto per il prossimo 20 agosto (per continuare a leggere clicca qui sotto)

Rocca dei Rettori, presentato il film "Quaffer" realizzato a Baselice | cultura | news | NTR24 - l'informazione sul web

sabato 3 agosto 2013

La Svizzera ammette: le trivellazioni provocano terremoti

Poco tempo un terremoto di magnitudo 3.6 avvenuto a San Gallo ha catturato l’attenzione del governo svizzero. In quella zona era in atto un progetto di formazione geotermica che prevedeva un piano energetico ambizioso ed alternativo al nucleare. La Svizzera entro il 2034 ha deciso di far chiudere i reattori nucleari e sono in corso soluzione alternative per avere energia. Il problema delle trivellazioni sono state appurate dal servizio geologico locale quando una serie di 400 scosse hanno interessato la zona ha seguito di una perforazione al suolo.

L’autorità svizzera ha deciso di lavorare all’alternativa del nucleare ed ha ammesso che purtroppo qualche rischio lo si corre sempre. Le scosse provocate sono maggiormente inavvertibili ma ogni tanto rilasciano energia oltre il terzo grado della scala Richter. Il governo si dice preoccupato e sta ragionando su diverse soluzioni.

www.centrometeoitaliano.it

lunedì 29 luglio 2013

Svimez, al Sud la crisi pesa di più

Le manovre dei recenti governi per rientrare dal deficit eccessivo sono costate care al Mezzogiorno. Secondo quanto evidenziato dal rapporto Svimez 2013, gli interventi dal 2010 a oggi hanno avuto un impatto più pesante al Sud in rapporto al Pil: nel solo 2013 hanno pesato sulle regioni del Meridione per un ammontare pari all'1,5% del Pil contro lo 0,9% al Centro-Nord. E anche nell'anno in corso ci attende un calo del prodotto interno lordo del 2,5% al Sud, contro contro l'1,7% del Centro-Nord.

CALI IN TUTTI I SETTORI. La crisi investe tutti i settori: i consumi delle famiglie (-2,8% al Centro-Nord che diventa -4,2% al Sud), gli investimenti, che crollano nel Mezzogiorno 'doppiando' il Centro-Nord (-11,3% contro -5,4%).

Giù anche i redditi delle famiglie: -1,4% al Centro-Nord, -2% al Sud. Segno meno anche nell'export (1,4% contro l'1,1%).
Solo nel 2014 è previsto che il Paese cominci ad agganciare la ripresa, comunque più timida nel Mezzogiorno. Il prossimo anno il Pil nazionale dovrebbe registrare un +0,7%, invertendo la tendenza recessiva degli anni precedenti, ma nelle Regioni del Sud si attesterebbe solo a +0,1%, mentre il Centro-Nord segnerebbe un +0,9%.

ITALIA DIVISA ANCHE SUL LAVORO. Anche sul fronte occupazione, se in quasi tutte le Regioni è atteso un andamento positivo, rimane invece pesante la situazione del Mezzogiorno, che già nel 2013 ha perso quasi il 2%, mentre il calo è rimasto più contenuto nelle altre ripartizioni (Nord-Est -1,1%, Centro e Nord-Ovest -1,3%).

Nel 2014 dovrebbe aprirsi invece un vero spartiacque che divide l'Italia in due: se infatti il Nord è destinato a segnare +0,2% e il Centro +0,1%, con valori compresi tra +0,1% della Liguria e +0,4% dell'Emilia Romagna, il Sud deve soffrire ancora a -0,1%.

Solo l'Abruzzo (+0,2%), la Basilicata e la Sardegna (+0,1%) registrano segni positivi. Le altre regioni oscillerebbero tra -0,2% (Calabria, Sicilia, Molise) e Campania (-0,3%).

In fuga dal Sud 1,3 milioni di persone. Così non stupisce che tra il 2001 e il 2011 1,3 milioni di persone abbiano lasciato le Regioni del Mezzogiorno dirette al Centro-Nord, 172 mila di queste laureate, mentre 180 mila persone, di cui 20 mila laureati, sono emigrate all'estero.
È in continuo aumento il numero di chi, una volta finita l'università, lascia il Sud (dal 10,7% del totale del 2000 al 25% del 2011).

PERDITA DI POSTI DI LAVORO. Ed è in queste regioni che si concentra, tra l'altro, il 60% di chi, negli ultimi cinque anni, ha perso il lavoro per colpa della crisi, pur essendo presente appena il 27% degli occupati italiani, e nelle quali risiede oltre la metà dei cosiddetti 'neet' (giovani che non studiano, non lavorano e nemmeno cercano un lavoro).

Degli oltre 500 mila posti persi tra il 2008 e il 2012, infatti, «ben 301 mila» riguardano residenti nel Mezzogiorno. I disoccupati al Sud sono passati da 978 mila del 2011 a 1,281 milioni del 2012, per un tasso che sale dal 13,6% al 17,2%, mentre Svimez ha stimato un nuovo balzo della disoccupazione al 18,8% nel 2013 (valore più del doppio del 9,1% nel Centro-Nord) e al 19,1% nel 2014.

AUMENTATE DEL 30% LE FAMIGLIE POVERE. Nel quadro tracciato da Svimez si ricorda anche che, negli ultimi cinque anni (dal 2007 al 2012), al Sud le famiglie povere sono aumentate del 30%, pari a 350 mila nuovi nuclei, e, guardando al futuro, si lancia l'allarme 'desertificazione- spopolamento' per le aree del Meridione.

Dal 2012 al 2065, infatti, è previsto un calo di 4,2 milioni di persone nel Sud, a fronte di un aumento di 4,5 nel Centro Nord.
La popolazione del Mezzogiorno sul totale rischia di crollare dal 34% di oggi al 27,3%. Di questi, il 53% di quelli destinati a sparire, oltre 2 milioni, ha meno di 44 anni, «decimando» le Regioni del Sud «della componente più vitale, prolifica e produttiva».

www.lettera43.it

mercoledì 24 luglio 2013

“Ammazza blog”, il Pdl ci riprova: 5 anni di leggi contro l’informazione web


Il ddl presentato dal senatore del Pdl, Salvatore Torrisi - che porterebbe i gestori a censurare anche i commenti ad articoli e post - è solo l'ultimo tentativo di mettere un bavaglio a internet. Stabilendo perentori obblighi di rettifica o estendendo i reati a mezzo stampa anche ai semplici blog (per continuare a leggere clicca qui sotto)


“Ammazza blog”, il Pdl ci riprova: 5 anni di leggi contro l’informazione web - Il Fatto Quotidiano

lunedì 22 luglio 2013

A Baselice la "Storia del brigantaggio dopo l'Unità"

di Claudia Casamassa

Si è svolta, ieri sera (sabato per chi legge, ndb), la seconda edizione di "Musica tra le porte", confermata e rinomata manifestazione di Baselice. E' il secondo anno che la Pro loco del paese si è impegnata ad organizzare al meglio questo evento in piazza Castello, un momento di estrema raffinatezza e cultura per l'intera popolazione.

Impegno e costanza da parte di tutti i componenti dell'associazione i quali hanno dato vita ad un vero scenario artistico.
E' stato presentato il libro di Franco Molfese, dal titolo: "Storia del brigantaggio dopo l'Unità", un patrimonio di una storia unica, grazie al quale si è potuto conoscere l'excursus del Fortore.

Ad aprire i lavori è stato il sindaco di Baselice, Domenico Canonico. A seguire gli interventi del presidente della Pro loco, Angelo Lepore, del giornalista Antonio Bianco, del sindaco di Molinara e storico Giuseppe Addabbo ed infine dell'editore del libro, Antonello Belmonte, un giovane laureato di Molinara che ha investito nella cultura.

Il contenuto del libro ha suscitato grande interesse nel pubblico, il quale ha manifestato approvazione e stima per l'autore.
Dopo il percorso storico sul brigantaggio affrontato in modo egregio, c'è stato il concerto che ha preso il nome dell'intera manifestazione.
Una serata rappresentativa per la comunità baselicese, in compagnia dell'Orchestra di Benevento diretta dal direttore artistico, Silvano Maria Fusco, con la partecipazione del soprano Daniela del Monaco.

Avvolta nella splendida panoramica antica, tra la bellezza del paesaggio e la dolcezza musicale, la manifestazione si è conclusa con i ringraziamenti finali e con l'arrangiamento per orchestra da camera e pianoforte della canzone popolare "a' chist è Baselice" del maestro Aldo Pareo.

www.gazzettabenevento.it

(Foto di Mattia Monzo)

domenica 14 luglio 2013

Il Comune e l'Adsl a Baselice

Postiamo il manifesto fatto affiggere dal Comune di Baselice in merito all'arrivo dell'Adsl nel borgo fortorino

Comune di Baselice
(Prov. di Benevento)
ERA ORA!
ANCHE A BASELICE E' ARRIVATA LA ADSL!!
ERAVAMO GLI ULTIMI,ORA NON LO SIAMO PIU'

Cari concittadini,
dopo un lungo ed estenuante lavoro anche a Baselice è arrivata la linea veloce ADSL.
Un altro importante ed essenziale punto programmatico di questa amministrazione è stato portato a compimento.
L'atteso collegamento internet veloce – via fibra ottica – è giunto finalmente a termine e la soddisfazione è davvero tanta. Un altro servizio essenziale è stato messo a disposizione dei nostri cittadini.

Non è stato per niente facile realizzare anche questo obiettivo, ma quando si lavora seriamente, in silenzio e senza fare tante e sole chiacchiere in "mezzzo alla piazza", i risultati prima o poi arrivano.
Ci preme qui ringraziare quanti ci hanno dato un forte sostegno per la risoluzione del problema, in particolare il Capo Gabinetto della Prefettura, d.ssa Maturi ed il Comandante Provinciale dell'Arma dei Carabinieri, il Colonnello Carideo.
Da oggi, finalmente, anche Baselice può dire di essere un comune al passo con i tempi!!

Il Sindaco e l'Amm.ne Comunale

lunedì 8 luglio 2013

'Comuni Ricicloni 2013', Baselice tra i virtuosi

Nessun premio o attestato speciale ma buonissimi risultati per il Sannio dall'annuale dossier "Comuni Ricicloni" di Legambiente. Nel 2013 sono 1293 comuni Italiani che hanno raggiunto il 65% di raccolta differenziata dei rifiuti e sei sono sanniti: Moiano, Circello, S.Arcangelo Trimonte, Ginestra degli Schiavoni, Paolisi e Baselice. Solo di un punto percentuale sotto Durazzano ed il capoluogo Benevento che però, con il 64%, si piazza al sesto posto in assoluto tra le piccole città ed è nona nella classifica generale a pari merito con Trento (Per continuare a leggere clicca qui sotto e vai direttamente a Il quaderno.it).

'Comuni Ricicloni 2013'. Benevento è nona in Italia, virtuosi 18 comuni del Sannio

mercoledì 3 luglio 2013

Rimborsi e consiglieri regionali indagati

Ristoranti, alberghi, regali agli amici, perfino giocattoli per bambini. Due milioni e mezzo di euro di fondi regionali bruciati, denaro pubblico utilizzato per fini “strettamente privati”. Per questo la Procura di Napoli ha emesso 57 inviti a comparire nei confronti di altrettanti consiglieri ed ex consiglieri regionali della Campania.

Nei provvedimenti, notificati da parte del Nucleo di polizia tributaria delle Fiamme Gialle nella sede dell’Assemblea, si ipotizza il reato di peculato. L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Francesco Greco e svolta dal pm Giancarlo Novelli, riguarda uno dei filoni di indagine sul presunto uso improprio dei fondi corrisposti a gruppi consiliari o a singoli consiglieri.

In particolare gli avvisi emessi oggi si riferiscono alle somme di denaro corrisposte nel biennio 2010-2012 nell’ambito dei fondi per il “funzionamento dei gruppi”. Gli inviti a presentarsi per rendere interrogatorio – come spiegano fonti giudiziarie – sono necessari all’accertamento delle eventuali responsabilità: ai consiglieri indagati, in assenza di una documentazione sulle spese (l’erogazione dei fondi infatti non prevede la presentazione di ricevute o di qualsiasi “pezza d’appoggio”), verrà chiesto infatti si chiarire come è stato utilizzato il denaro ricevuto.

Nell’inchiesta non risulta coinvolto il Presidente della Regione Campania Stefano Caldoro. Dagli accertamenti eseguiti dalla Guardia di Finanza è emerso infatti che non ha ritirato alcuna somma dal fondo messo a disposizione dei gruppi consiliari. Non risultano indagati inoltre alcuni consiglieri che si dimisero dalla carica e non percepirono rimborsi.

Per quanto riguarda i partiti, secondo l’ipotesi degli inquirenti, i consiglieri del Pdl avrebbero ritirato indebitamente l’89% dei rimborsi, il Pd l’82%, l’Idv il 95%, il Nuovo Psi il 91%, l’Udc il 65%. La somma complessiva erogata nel biennio 2010-2012 è stata quantificata intorno ai due milioni e mezzo di euro.

www.ilfattoquotidiano.it

martedì 2 luglio 2013

Muore il Fortore con tutti i filistei

Postiamo uno stralcio di un interessante articolo apparso su benevento.ottopagine.net dal titolo: "In fuga dalle metropoli. Ma il Sannio non attrae". Da anni ormai sottolineiamo come la vicenda del calo demografico sia un problema drammatico per il Fortore, che prima o poi lo porterà alla sua estinzione sociale. Ma a tutt'oggi, a quanto ci risulta, nessuna amministrazione ha messo in piedi una vera politica antispopolamento, come ad esempio incentivi in favore di giovane coppie che non vogliono intraprendere le strade dell'emigrazione. Eppure, come si legge qui sotto, la situazione dei numeri dovrebbe far rizzare i capelli alla nostra classe politica, che invece utilizza il tema dello spopolamento solo in campagna elettorale

(...) Nel Sannio che si spopola ci sono aree dove il fenomeno è letteralmente drammatico ma anche episodi di successo. Comunque prevalgono decisamente le prime: ben 51 comuni su 78 hanno visto diminuire la propria popolazione residente nell’ultimo decennio. In particolare, fatto ormai notorio, sono i comprensori più interni a pagare lo scotto della desertificazione demografica che con la crisi si è ulteriormente accentuata. Il Fortore in particolare è una terra martoriata dalla progressiva perdita di popolazione. Solo qualche esempio per rendere la portata del trend: dal 2002 al 2012, Castelvetere Valfortore ha visto ridursi la propria popolazione di 469 unità, passando da 1.810 a 1.341.

Il che vuol dire in altri termini che nel breve volgere di un decennio il centro fortorino ha perso oltre un quarto della propria consistenza (25,9%). Appena meno eclatanti i riscontri di Colle Sannita (560 abitanti in meno per un tasso di spopolamento del 18,4%), Molinara (-15,1% con 293 residenti lasciati per strada), Baselice (337 abitanti in meno; -11,9 per cento). Una menzione a parte per San Bartolomeo in Galdo. Quello che un tempo usava essere definito il capoluogo del Fortore è piombato da anni in una terribile crisi demografica che l’ha portato nel 2012 a scendere per la prima volta nella sua storia sotto quota 5mila: 4.987 abitanti. Anche nel Tammaro, nell’Alto Sannio e nel Titerno gli indici di desertificazione demografica toccano punte da brivido.

Ma c’è anche come dicevamo chi negli ultimi dieci anni si è espanso. E’ soprattutto il caso di Telese Terme, una autentica locomotiva dello sviluppo nel Sannio con i suoi 1.362 abitanti guadagnati dal 2002 pari a un tasso di crescita del 23,7 per cento. Tendono a crescere in generale i centri più grandi della provincia come Montesarchio (+364 abitanti) e San Giorgio del Sannio (+337), ad eccezione di Sant’Agata de’ Goti che invece è in rosso di 302 unità. Del resto pagano lo scotto anche comuni di un certo rilievo come Paduli (-220 abitanti) e Morcone (-86), mentre si salva Pietrelcina (+54). Da tenere in considerazione San Nicola Manfredi che con i suoi 468 abitanti guadagnati è il secondo centro della provincia per tasso di crescita (+14,5 per cento).

lunedì 1 luglio 2013

Mastronardi ha presentato il suo libro «Viteliù-Il nome della libertà»

di Leonardo Bianco

"Una storia di persone che dà emozioni”. Così, in sintesi, la definizione dell’autore Nicola Mastronardi, del suo “Viteliù- Il nome della libertà”, presentato sabato sera alla Biblioteca comunale di San Bartolomeo in Galdo “Giovanni Vergineo”. L’intento del giornalista e scrittore molisano è quello di “dare dignità storica ad un territorio che pare non l’abbia”.

Nicola Mastronardi con il suo romanzo storico ripercorre le vicende di un popolo, quello sannita, che non si è distinto solo per aver tenuto testa per lungo tempo a Roma, ma che ha anche contribuito alla costruzione di un impero.

La storia di una civiltà, quella delle tribù italiche (i Sanniti, i Marsi, i Peligni, i Piceni), che ha dominato per nove secoli i territorio del centro e del sud Italia. Storia di in un popolo che ha difeso con tenacia la propria dignità e la propria identità contro l’espansione dell’impero romano. “Viteliú”, termine osco da cui deriva la parola latina Italia, dunque, è un viaggio nella storia, attraverso il quale l’autore vuole riscoprire le proprie radici e le radici di un popolo per troppo tempo dimenticato.

Il romanzo inizia diciassette anni dopo i tragici eventi del 91 a.C. quando “la popolazione picena di Ascolum trucidò tutti i romani presenti in città” e che provocò la guerra sociale e poi civile, la quale terminò con il massacro degli italici ad opera di Lucio Cornelio Silla. Tutto ha inizio da un incubo del passato che spinge un vecchio cieco – l’embratur sannita Papio Mutilo, che su di sé sente tutta la responsabilità del genocidio subìto dal suo popolo – a riprendere in mano il proprio destino e quello del nipote Marzio, salvato dalle stragi dei sicari di Silla. Il loro avventuroso viaggio porterà Marzio, e con lui il lettore, a conoscere la storia e le terre delle genti che costruirono la prima nazione cui fu dato il nome di Italia. “Un libro che nasce dall’intima necessità dell’autore di trovare la propria identità, le proprie radici”.

Queste le parole che ha usato Salvatore Colatruglio, esponente dell’associazione culturale, “generoso Simeone” e promotore dell’evento. A Colatruglio è toccato il compito di introdurre l’argomento con un excursus storico attraverso le tre guerre sannitiche che videro la Repubblica romana contrapporsi alle popolazioni italiche.

benevento.ottopagine.net/

mercoledì 26 giugno 2013

Un nuovo parco eolico nel Sannio

Arriva il via libera della Regione Campania alla costruzione e l’esercizio di un impianto per la produzione di energia, con tecnologia eolica, da realizzare nel comune di San Lupo, in provincia di Benevento.

L’opera, un parco eolico, coinvolgerà per le strutture pertinenti anche altri comuni sanniti. L’autorizzazione, pubblicata sull’ultimo Bollettino regionale, è stata rilasciata alla società Eolica San Lupo Srl, con sede legale a Milano, che ha messo in cantiere 17 aerogeneratori, ciascuno di potenza nominale di 2,5 MW (massima fino a 3 MW) nel Comune di San Lupo in località Monte Ciesco, Serra la Giumenta, Monte Croce, Saudiello. Le “opere connesse” ricadranno nei comuni di Pontelandolfo, Campolattaro, Casalduni, Castelpagano, Colle Sannita, Morcone, Fragneto l’Abate, Fragneto Monforte, Benevento. La potenza complessiva è di 42,5 MW (massima consentita fino a 51 MW).

E’ stata autorizzata anche la “connessione elettrica dell’impianto” mediante la realizzazione di una nuova stazione da ubicare nel comune di Pontelandolfo e da collegare con un elettrodotto a quella di Castelpagano e con un altro elettrodotto a una nuova Stazione elettrica da realizzare nel Comune di Benevento, denominata “Benevento 3”.

L’impianto, le opere connesse e le infrastrutture “indispensabili” alla costruzione e all’esercizio dello stesso vengono definite nel decreto regionale “di pubblica utilità, indifferibili e urgenti”. Contestualmente viene anche disposta “l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio o all’asservimento sui terreni riportati al catasto dei comuni di San Lupo, Casalduni, Campolattaro, Castelpagano, Circello, Colle Sannita, Fragneto l’Abate, Morcone, Fragneto Monforte, Pontelandolfo, Benevento, interessati dall’opera”

(Fonte: denaro.it)

lunedì 24 giugno 2013

Oro nero, trivellazioni e Sannio


“No Triv” è lo slogan che continuare a campeggiare durante gli appuntamenti dall’omonimo titolo, appuntamenti aperti a tutti e volti a sensibilizzare la cittadinanza circa il petrolio e tutto ciò che ne conseguirebbe nei territori sanniti. Il grido d’allarme delle “manovre” delle multinazionali interessate all’Oro Nero è partito dalla Basilicata, dove i comuni della Val d’Agri da anni vivono, ormai schiavizzati, all’estrazioni petrolifere. I primi incontri per fronteggiare questo allarme tutto sannita, sono iniziati dal Centro Sociale Autogestito Depistaggio di Benevento, dove tra i numerosi appuntamenti, vorrei ricordare quello del 10 maggio, quando è stato proiettato un’interessante ed esplicativo documentario di Valeria Castellano in merito allo stato attuale in si trova la Basilicata.

Facciamo il punto della situazione per spiegare ancora una volta e meglio cosa potrebbe succedere e quanto danno apporterebbe questo famoso e ricercato Oro Nero. Ci sono ben quattro progetti riguardanti la ricerca di idrocarburi in Campania e tutti e quattro colpiscono in pieno il territorio sannita, coinvolgendo circa 35 comuni tra cui Benevento stessa. La Commissione Valutazione d’Impatto Ambientale, siglata V.I.A., ha strizzato l’occhio già a due istanze presentategli, quindi accordandogli parere favorevole, rilasciato anche – probabilmente con troppa superficialità- dalla Regione Campania. Ora questo primo “ok” permetterà all’azienda interessata di effettuare sopralluoghi e rilevamenti senza, però, mettere in atto delle perforazioni.

Durante l’assemblea ancora una volta sono state tenute come monito le conseguenze preoccupanti, pesanti e devastanti che l’avvento delle trivelle, i cui fili sono gestiti dalle multinazionali, porterebbero nei nostri territori. Essendo ancora allo stadio iniziale, sarà possibile bloccare lo scempio che, diversamente da noi, stanno vivendo in Basilicata.

In primo piano le condizioni assurde in cui riversano quei territori interessati, ormai completamente assoggettati alle multinazionali. Quest’ultime, purtroppo, agiscono senza alcuno scrupolo poiché con i soldi sanno di poter comparare e mettere in atto i loro progetti, in questo caso acquistando le royalties. Inquinamento delle falde acquifere, agricoltura e il valore del patrimonio immobiliare risulterebbero le prime negative conseguenze. Consideriamo poi il Sannio nello specifico: è una zona esposta ad alto rischio sismico, dunque le trivellazioni per estrarre il petrolio non farebbero altro che intaccare ulteriormente, danneggiandolo, un suolo di per sé “sensibile”.

Un altro grande problema è rappresentato da tutti noi, cittadini sanniti, che in qualche modo ignoriamo l’esistenza di questi progetti e continuiamo a vivere la nostra quotidianità senza tenere minimamente in considerazione una tale pericolosa realtà. Eppure di comunicazione in merito se ne sta facendo tanta, dai dibattiti alle proiezioni, dalle presentazioni di libri alle passeggiate nei luoghi interessati.

“No Triv” è la “bandiera” simbolo di ciascuna iniziativa, è se vogliamo un progetto di risposta per tutelare e salvaguardare noi ed i nostri territori. Troppa indifferenza aspettando le conseguenze di lavori che potrebbero prendere il via quando meno ce lo aspettiamo, potrebbe risultare un atteggiamento negligente e per nulla risolutivo. Ignorare il problema diventerebbe addirittura una risposta favorevole alle trivelle. Eppure in questa forma di “ricchezza” tanto ricercata, in quest’oro che dovrebbe arricchire gli altri ma non noi, “Non c’è alcun vantaggio e nessun progresso!”.
Aspettando nuove iniziative alle quali prendere parte, potremmo iniziare col partecipare alle riunioni che ogni giovedì, alle ore 19.00, si terranno presso il Palazzo del Volontariato, in viale A. Mellusi 68.

www.bmagazine.it

giovedì 20 giugno 2013

Forestali, è botta e risposta

Postiamo un interessante articolo apparso su benevento/ottoagine.net dal titolo «Danneggiati dai ‘determinati’» e sottotitolo: "Gli operai a tempo indeterminato rispondono ai vertici dell’ente"

I forestali non ci stanno a passare per irresponsabili rispetto agli esposti che sono stai messi in atto per difendere i propri diritti. “E’ l’unico modo che ci rimane di per difendere i nostri diritti e tutelarci rispetto alla mancata retribuzione di una quindicina di mensilità che ci ha messo in ginocchio” afferma uno dei tanti operai forestali che da circa due anni vivono una situazione ormai diventata insostenibile. Il problema è sempre lo stesso, la disputa tra Oti (operai a tempo indeterminato) e Otd (operai a tempo determinato). Secondo i primi il problema il ritardo della retribuzione è dovuta all’assunzione, secondo loro “illegittima”, visto la carenza di fondi, dei lavoratori a tempo determinato.

Lavoratori, che più volte i vertici della comunità montana hanno chiarito, sono sati assunti dietro provvedimenti messi in campo dalla Regione nell’ambito del turn over. L’assunzione da parte dell’ente montano del Fortore degli operai a tempo determinato ha spinto, infatti, i forestali storici con regolare contratto a tempo indeterminato, di promuovere alcune azioni contro l’ente. L’ultimo in ordine cronologico è stata la lettera-l’esposto al Presidente della Repubblica, dove appunto si denuncia: “Ci viene detto che non ci sono i fondi per pagare gli stipendi. Ma se non ci sono i fondi, perché sono stati assunti altri operai forestali a tempo determinato? Con quali criteri selettivi sono stati assunti detti operai?”.

Interrogativi ai quali l’ente ha sempre risposto affermando che l’utilizzo degli Oti è autorizzato dalla Regione e che i fondi messi a disposizione dell’ente includono anche il lavoro degli operai a tempo indeterminato. Nell’ultima finanziaria la Regione ha precisato che i fondi per la forestazione vanno suddivisi dando priorità agli operai a tempo indeterminato. Anche in questo caso i vertici della comunità montana del Fortore hanno assicurato che il problema non è la quantità dei fondi, ma la tempistica degli accrediti. Per l’ente la progettazione messa in campo non mette a rischio il pagamento delle spettanze agli operai a tempo indeterminato.

martedì 18 giugno 2013

Petrolio, Dommarco: «Barricate e informazione contro i pozzi»

Tenersi pronti alle barricate e seguire attentamente tutti i processi sfruttando le opportunità che la legge offre. E’ la linea indicata da Pietro Dommarco ai cittadini sanniti impegnati nella lotta contro i petrolieri. Trentaquattro anni, lucano, Dommarco è autore di ‘Trivelle d’Italia’, fortunato testo che ha denunciato il proliferare dei progetti di ricerca di idrocarburi in Italia. Il best-seller è stato presentato nei giorni scorsi in alcuni centri della provincia in un tour conclusosi ieri ad Apice e Sant’Arcangelo Trimonte.

La caccia al petrolio negli ultimi anni si è intensificata con una autentica escalation di richieste di autorizzazione giunte sul tavolo del Ministero Sviluppo economico. Ne è testimonianza la provincia di Benevento, interessata più direttamente dai progetti ‘Pietra Spaccata’ e ‘Case Capozzi’ presentati dalla società britannico-ferrarese ‘Delta Energy’.

Entrambi sono in fase di autorizzazione ma per ‘Case Capozzi’, come riferito nei giorni scorsi dal nostro giornale, il Ministero ha preannunciato un diniego. Una notizia senz’altro positiva per gli oppositori delle trivelle ma non è affatto il caso di mollare la presa: «Ho avuto notizia – ha detto Dommarco confermando le dichiarazioni rese a Ottopagine dai rappresentanti italiani della società – che la ‘Delta Energy’ ha già controdedotto alle osservazioni del Ministero, dicendosi al contempo fiduciosa circa l’accoglimento dei propri chiarimenti. Bisogna tenere alta la guardia e prepararsi a fare le barricate per difendere il territorio. I governi, senza distinzioni di colore, spingono molto per la realizzazione di questi progetti. La lotta può apparire impari e in effetti è difficile, ma non impossibile. Cittadini e istituzioni, se fanno i passi giusti, possono inceppare i meccanismi delle società pe­trolifere. E’ accaduto ad esempio in Basilicata per un progetto che era già sul punto di partire e invece grazie ad alcune osservazioni avanzate da solo quattro cittadini l’iter si è bloccato. Ma per combattere questi colossi spalleggiati dai governi – ha ammonito Dommarco – occorre essere informati sulle norme che regolano la materia, lucidi nell’individuare i punti deboli delle procedure, determinati a portare avanti la battaglia. E il più possibile numerosi, coinvolgendo le persone sulla base di una semplice riflessione: se loro hanno interesse a contaminare il nostro territorio, noi ne abbiamo ancor più a difenderlo».

Piena contrarietà alle iniziative di ricerca di idrocarburi è stata espressa dal sindaco di Apice, Ida Antonietta Albanese: «Riteniamo che il petrolio non sia il futuro ma la devastazione delle nostre realtà. Abbiamo deliberato contro e siamo stati partecipi a tutte le occasioni di confronto che fin qui ci sono state. Continueremo a farlo ma spesso ci sentiamo quasi impotenti dinanzi a progetti molto più grandi di noi». Erminia Manserra, presidente della Pro loco e promotrice dell’incontro ad Apice, ha evidenziato la assoluta necessità di mettere insieme un movimento il più vasto possibile su un tema tanto importante. Stesso richiamo nelle parole di Nicola Colangelo, presidente del comitato civico ‘Codisam’ di Sant’Arcangelo Trimonte, fautore del tour di Dommarco nel Sannio. Il geologo Vincenzo Portoghese, fin dalla prima ora tra i più attivi nella battaglia contro le trivelle, ha evidenziato l’importanza di effettuare un monitoraggio preventivo delle aree coinvolte nei progetti. «In tal modo – ha spiegato – si potrà dimostrare in maniera incontrovertibile che l’inquinamento delle matrici ambientali è legato ai pozzi».

benevento.ottopagine.net

sabato 15 giugno 2013

Il sindaco Canonico: «Finalmente l’adsl anche a Baselice»

di Biagina Cece

La telenovela dell’Adsl di Baselice sembra essere giunta finalmente al suo tanto atteso lieto fine. A fine giugno saranno ultimati i lavori per l’allaccio alla linea veloce di internet con grande soddisfazione da parte del sindaco di Baselice, Domenico Canonico. “Abbiamo fatto davvero di tutto per avere la linea Adsl anche a Baselice – ci dice Canonico – era questo un punto del nostro programma elettorale al quale tenevano in maniera particolare. Così dopo diversi ricorsi da parte nostra e dopo i tanti ‘no’ da parte della Telecom, oggi sappiamo che a breve avremo anche noi il collegamento alla linea veloce”.

“Sull’analisi di fattibilità e redditività, l’intervento per l’estensione della copertura ADSL nel comune di Baselice è stato inserito nel piano lavori di Telecom Italia e pertanto si prevede l’attivazione del servizio entro il secondo trimestre 2013”, recita così la lettera che la Telecom ha indirizzato al sindaco Canonico “è importante – continua il sindaco – che io ringrazi il Capo Gabinetto della Prefettura di Benevento, la dottoressa Maturi e il Comandante Provinciale dei carabinieri, il Colonnello Carideo. Entrambi ci hanno dato una grande mano sotto questo aspetto in quanto ormai internet è fondamentale per la sicurezza, dunque è necessario che i Carabinieri dispongano del miglior collegamento e ancora è indispensabile per la pubblicazione dei vari atti amministrativi nell’albo pretorio, spesse volte abbiamo avuto problemi con internet e quindi ritardi nella pubblicazione degli atti e questo, logicamente, ci ha creato non pochi disagi ”.

Baselice era rimasto tra i pochi paesi della zona a non avere l’Adsl “devo dire che era l’unico – dice Canonico – così mi sono messo a controllare anche altri comuni piccoli che avevano il collegamento Adsl, dato che uno dei problemi della Telecom era la poca utenza. E così un passo dopo l’altro siamo riusciti a vincere anche questa battaglia”.

Una battaglia che vede trionfante un’intera cittadinanza “al momento il collegamento Wi- Fi, non è sempre disponibile, molte volte dipende anche dalle condizioni climatiche e purtroppo a Baselice, non sono sempre ottime dato il posizionamento geografico. In più la cittadinanza non può usufruire nemmeno delle promozioni delle diverse aziende di telefonia e internet, le quali offrono dei pacchetti molto convenienti ai clienti, ma per averli è indispensabile la linea veloce. Quindi questo è sicuramente anche un vantaggio economico per la cittadinanza. – E conclude – Siamo soddisfatti, la nostra perseveranza è stata premiata”.

benevento.ottopagine.net

giovedì 13 giugno 2013

Eolico, chi frena il vento?

Ognuno ha il suo tesoro. I Paesi arabi hanno il petrolio, l’Italia il sole e il vento. I primi sono campioni nello sfruttarlo, noi molto meno.

Eppure il petrolio inquina il mondo, sole e vento sono parte del mondo. Il 15 giugno è la Giornata Mondiale del vento: un’occasione per riflettere sull’agente atmosferico più romantico ma anche potenzialmente più redditizio per il nostro Paese.

Quanto l’Italia ha diversificato le sue fonti di energia puntando sulle rinnovabili? Quanto pesa l’eolico fra queste? E dove va il vento?
L’Anev, associazione nazionale energia del vento, cerca di rispondere a queste domande il 13 giugno a Roma in un convegno dal titolo ‘Eolico: la strada verso la competitività e la piena integrazione nella rete’. Il portale di settore Ecoseven.net ha messo a punto un’infografica con tutti i numeri dell’eolico in Italia.

In Europa siamo medaglia di legno nella potenza installata (MW), lontanissimi da Germania e Spagna, ma facciamo meglio della Francia. Nel rapporto fra potenza installata e numero di abitanti scendiamo di molto in classifica. Si deve fare di più. La Germania ricava energia 4 volte in più di noi, la Spagna quasi 3. Le regioni del Sud primeggiano (quelle del Nord se fossero battute dal vento non sarebbero così inquinate); Puglia, Sicilia e Campania sono al top ma Liguria e Toscana, fra il 2011 e il 2012, sono cresciute di più. Quest’anno non ci sono ancora dati, ma la piovosa primavera sembra aver rallentato la produzione di energia eolica. Come pubblicato dalla rivista Science, infatti, la pioggia condiziona la velocità del vento frenandolo. (Per continuare a leggere clicca qui sotto)
Eolico, chi frena il vento? - Davide D'Antoni - Il Fatto Quotidiano

martedì 11 giugno 2013

Petrolio nel Sannio: Il progetto 'Case Capozzi' in corso di rigetto

Il progetto "Case Capozzi" (uno dei quattro che interessano il territorio sannita per quanto riguarda la ricerca di idrocarburi) è in corso di rigetto. Questo è quanto è comparso sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico - direzione generale per le risorse minerarie ed energetiche. Nella categoria "Istanze", il progetto richiesto dalla società britannica Delta Energy, potrebbe essere scongiurato. Nella fase del procedimento infatti, in data 9 aprile 2013, c'è l'aggiornamento (in corso di rigetto comunicato preavviso di rigetto Mse). (Per continuare a leggere clicca qui sotto)

Petrolio nel Sannio: Il progetto 'Case Capozzi' in corso di rigetto - ilQuaderno.it

lunedì 10 giugno 2013

L'oro nero che in Italia rende poveri

La Basilicata è la regione più povera d'Italia: dati Istat 2010. La Basilicata ha una percentuale di morti per tumore più alta della media nazionale: dati dell'Associazione Italiana Registro Tumori.

In Basilicata le aziende agricole si sono dimezzate nell'arco di 10 anni: dati Confederazione Italiana Agricoltori. La Basilicata ha un tasso di disoccupazione costantemente in crescita: dati Cgil

«Nella sola Val d'Agri (dove è più intensa l'attività dei petrolieri) ci sono 8 mila persone tra disoccupati e inoccupati». La Basilicata ha oltre 400 siti contaminati dalle attività estrattive: dati della Commissione Bicamerale sul Ciclo dei rifiuti. La Basilicata è ricca di petrolio: dati Eni.

CHI DENUNCIA VA IN GALERA- In Basilicata si sta tentando di salvare l'ambiente da un presunto inquinamento provocato dai pozzi petroliferi. Per questo si va in galera. Ne sa qualcosa Giuseppe Di Bello, tenente della Polizia Provinciale di Potenza che per aver segnalato una massiccia presenza di idrocarburi nelle acque del lago del Pertusillo, a due passi dal Centro Oli Eni a Viggiano, è stato sospeso dal servizio, dalla paga e dai pubblici uffici per due mesi, sottoposto a un processo e spostato a guardare le statue in un museo.
Non è andata meglio al giornalista e coordinatore dei Radicali lucani Maurizio Bolognetti che ha pubblicato la notizia dell'inquinamento. I carabinieri gli hanno perquisito casa da cima a fondo. Pochi mesi dopo, in quel lago sono morti centinaia di pesci.

IL TIRA E MOLLA - Di pozzi nella sola Val d'Agri ce ne sono 39, alcuni a pochi metri da una scuola materna o addirittura uno che sovrasta un municipio. Ma quello a cui si assiste è un imbarazzante tira e molla tra chi dice che è tutto a posto e chi invece sventola dati da far rabbrividire. «Abbiamo trovato 6458 microgrammi/litro di idrocarburi nei tre punti in cui abbiamo campionato il lago che porta acqua potabile nei rubinetti di Puglia e Basilicata - denuncia Albina Colella, geologa e sedimentologa dell'Università degli Studi della Basilicata -. Su undici campioni di sedimenti, ben sette avevano presenza di idrocarburi superiori al limite di riferimento». Anche la dirigente del laboratorio strumentale Arpab, Katarzyna Pilat ha confermato di aver trovato maggiore concentrazione di idrocarburi pesanti (C12 - C 40) nei sedimenti presenti nel punto di innesto del fiume Agri. Tuttavia va precisato che in Italia mancano riferimenti normativi vincolanti sia per quanto riguarda l'analisi dei sedimenti che per l'esame di concentrazione di idrogeno solforato nell'aria. L'Arpab, ad esempio, utilizza come riferimento le linee guida dell'Oms che in quanto tali restano solo indicazioni, quindi non vincolanti.
Il responsabile del distretto Meridionale dell'Eni, Ruggero Gheller, smentisce qualsiasi collegamento con le attività estrattive: «I nostri impianti sono chiusi, non c'è alcun rilascio di sostanze all'esterno ma soprattutto ogni pozzo è stato costruito dopo autorizzazioni della Regione e sottoposto a rigidissimi controlli da parte dell'Arpab». Tutto vero. Le strumentazioni non hanno mai rilevato niente di importante. Ma come si è svolto il sistema di controlli in questi anni, ce lo spiega bene il nuovo presidente dell'Arpab, Raffaele Vita, in un fuorionda. A lui hanno affidato la patata bollente dell'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente dopo un'escalation di arresti. «Qui era come al catasto. Sono entrate persone che facevano tutto un altro mestiere e all'improvviso si sono trovati ad affrontare il tema del petrolio. Li ho trovati a scaricare i film dai computer, ho dovuto mettere le protezioni. Eravamo una massa di improvvisati. E la politica faceva tutt'altro che mettere la barra dritta».

25 ANNI DI ESTRAZIONI - Non è un caso che un certa rete di monitoraggio sia stata attivata solo dal 2011 (per stessa ammissione dell'Eni) mentre il petrolio in Basilicata si estrae da circa 25 anni (risalgono al 1981 le prime ricerche di petrolio in Val d'Agri con il pozzo Costa Molina 1). Anni in cui sono passati sotto silenzio tutta una serie di incidenti e anomalie. Che per l'Eni, però, non si chiamano incidenti ma eventi, cose che possono capitare. «Come la fuoriuscita di migliaia di litri di greggio in un bacino naturale per la raccolta di acque piovane il 17 marzo 2002; la nebulizzazzione di 500 litri di greggio il 06 giugno del 2002; l'immissione in aria di ingenti quantitativi di gas inquinanti il 4 ottobre del 2002» ricorda Bolognetti. Oppure la «misteriosa» intossicazione da idrogeno solforato di 20 operai di un'azienda che si trova proprio di fronte il Centro Oli, per i quali fu necessario contattare il centro anti veleni di Pavia.

«Dovete chiedere a chi in questi anni ha gestito il petrolio in Basilicata come hanno fatto a dare certe autorizzazioni» inveisce il sindaco di Marsicovetere Sergio Claudio Cantiani. E' un medico. Il suo municipio anziché essere sovrastato dal classico campanile, si trova all'ombra di un pozzo di petrolio. «Noi siamo contenti, tutto va bene e andrà ancora meglio quando l'Eni ci pagherà le royalties che ci consentiranno di far fronte ai mancati trasferimenti da parte dello Stato. Per il resto siamo solo vittime delle gestioni precedenti». Andando a vedere chi ha gestito la Basilicata in questi anni, si trovano persone come Filippo Bubbico, presidente della Basilicata dal 2000 al 2005. Nominato tra i dieci saggi del presidente della Repubblica e di recente premiato viceministro del governo Letta, è stato indagato per abuso di ufficio, associazione a delinquere e truffa aggravata e ne è sempre uscito incensurato. Oppure Vincenzo Santochirico, l'assessore all'Ambiente che parlò di «maldestro tentativo di allarmare la popolazione della Basilicata sostenendo che l’acqua destinata ad uso potabile fosse inquinata», promosso prima presidente del Consiglio regionale e poi a grande elettore del Capo dello Stato.

LA STORIA DEL PETROLIO - Ma per capire come è andata la storia del petrolio in Basilicata, basta spulciare la cronaca giudiziaria recente. In quasi dieci anni sono finiti in manette il direttore generale dell'Arpab, il coordinatore provinciale dell'Ente regionale Ambiente, il vicepresidente, tre assessori e un consigliere regionale. Altri otto consiglieri sono stati destinatari di divieto di dimora, mentre sotto inchiesta sono finiti due deputati lucani. E non c'è solo la politica. Nel 2002 sono stati arrestati un maggiore della Guardia di Finanza, un generale dei servizi segreti (Sisde), imprenditori, banchieri, finanzieri. Tutti al centro di inchieste con un unico comune denominatore: il petrolio.

LA DIGA E L'INQUINAMENTO - Al di là di quello che è il balletto dei numeri, siamo andati sulla linea di sbarramento della diga del Pertusillo. A dieci metri di distanza c'è l'impianto che porta queste acque a Bari, Brindisi, Lecce e in parte della Basilicata. Le stesse acque vengono utilizzate in agricoltura. In superficie galleggia un fitto manto marrone, schiumoso e maleodorante. «Non è terreno - ribadisce il tenente Di Bello - Sotto ci saranno almeno altri 60 mt di acqua». Lancia un sasso. Fa fatica ad affondare. Si muove come in una melma, come se fosse petrolio. C'è di tutto, dalle bottiglie di detersivo agli pneumatici. «L'amalgama di tutto sono gli idrocarburi leggeri e i densattivi provenienti dai depuratori che non funzionano». Idrocarburi sono stati trovati anche nel miele delle api. Nessuno osa dire da dove provengano. «Qui nessuno dice che c'è inquinamento. Se vai alla regione ti dicono che è tutto a posto» commenta sconfortata Giovanna Perruolo della Confederazione italiana agricoltori.

Sta di fatto che sui mercati agricoli nazionali i prodotti che vengono da questa parte della Basilicata non li vogliono. «I fagioli di Sarconi erano il nostro vanto, venivano richiesti anche all'estero. Oggi gli agricoltori sono costretti a dire che vengono dalla Cina. Nessuno li vuole perché sospettano la contaminazione». L'elenco delle conseguenze dell'inquinamento è lungo. Parla di animali che non fanno più il latte nelle vicinanze degli impianti petroliferi, vigneti secchi, uva che cresce con una patina d'olio sui chicchi, terreni diventati infruttiferi, pesci che muoiono in massa, pere dal marchio Dop che non coltiva più nessuno. «Ormai ci arrivano solo richieste di pensioni per masse tumorali, l'incidenza delle malattie è altissima». L'Eni paga il 10% di royalties. Il 7% va a Regione ed Enti locali. Il 3% serve a finanziare un bonus benzina di 180 euro l'anno destinata a ogni automobilista della Basilicata. «Peccato che qui il petrolio paradossalmente costa di più che in altre parti d'Italia» rivela Costantino Solimando. Di professione fa la guardia zoofila e appena può va fuori regione a fare benzina. «Il gasolio lo pago 1,60, qui in Val D'Agri è a 1,80. Mi dica lei se non è una presa in giro anche questa».

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mercoledì 5 giugno 2013

Fondovalle Tammaro, costata 34 miliardi di lire e mai completata


Nel Fortore, dove il problema della mobilità è uno dei più sentiti dalla popolazione, si parla di infrastrutture e trasporti. L'occasione è stata un incontro a San Giorgio la Molara con l'assessore regionale Sergio Vetrella, oggi giunto nel paese dell'entroterra campano per parlare dei cambiamenti dei servizi di mobilità. Presenti all'incontro il sindaco del paese e i primi cittadini di Molinara, Ginestra, San Bartolomeo in Galdo e il consigliere di Montefalcone di Valfortore.
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Fondovalle Tammaro, la storia infinita di una strada “incagliata”. Vetrella: “Tante le anomalie amministrative, ma c'è ancora una speranza" | Fortore | news | NTR24 - l'informazione sul web