martedì 12 ottobre 2010

SUD: NUOVE FORME DELLA POLITICA‏


di Antonio Gentile*

Il crollo delle ideologie tradizionali e l'avanzare della globalizzazione neoliberista, hanno, da tempo, decretato la fine dei grandi miti organicistici e olistici dello Stato, provocando mutamenti sostanziali del contesto in cui si collocano le forme della rappresentanza e dell'esercizio diretto della democrazia. Mentre tutte le forme partito sono state travolte da questa trasformazione epocale, che in Italia ha visto la fine traumatica della Prima Repubblica e la nascita di una Seconda presto degenerata, nuovi modelli d'identità politica si sono pian piano affermati per rispondere in maniera più adeguata al bisogno delle popolazioni. Ritrovarsi “comunità” in un mondo ormai governato da centri di potere economico-finanziari globalizzati, sviluppa valori positivi di solidarietà autentica, di capacità d'autonomia, di resistenza, di mobilitazione e di opposizione all'ideologia integratrice.

Lingua, pratiche tradizionali, territorio, diventano elementi concreti d'identità che costituiscono un vero e proprio sistema di aggregazione di una comunità storica e politica. La “terra” è, dunque, nella cultura tradizionale, il luogo privilegiato delle origini ma, anche, quello del riscatto e della rinascita collettiva. Negli ultimi anni, soprattutto a partire dal trattato di Maastricht, il processo di “regionalizzazione” inteso come criterio di organizzazione degli interessi e delle volontà politiche su base territoriale, si è notevolmente rafforzato, influenzando l’intera Europa e generando la nascita di numerose formazioni politiche regionali.

In Italia, questa trasformazione, ha visto l’esplosione del fenomeno leghista al Nord, condizionato però da forti caratterizzazioni razziste, xenofobe e antisolidali, che ne hanno fatto una realtà regressiva, tipica delle formazioni politiche di estrema destra. Certamente più interessante e progressista è invece quel laboratorio politico campano che, guardando all’esperienza dell’Europa dei Verdi- Libera Alleanza Europea, presieduta dal leader Daniel Cohn Bendit, ha sperimentato alle recenti regionali la sinergia tra la formazione ambientalista e i regionalisti de L’Altro Sud.

In questo caso l’azione politica si è concentrata sulla rivalutazione del Sud positivo impegnato nel contrasto all’illegalità, nella tutela del patrimonio ambientale come presupposto indispensabile alla sopravvivenza di una comunità di oltre venti milioni di cittadini, nel recupero dell’identità storica, nel rafforzamento dei legami di collettività. Dunque, un’esperienza politica, quella campana, unica, che ha anticipato la svolta della Costituente ecologista che s’ispira al modello francese di Europe Écologie, dove si collocano, tra l’altro, il partito nazionalista corso e quello bretone.

Dal Sud, quindi, e dalla Campania in particolare, è partita una piccola rivoluzione politica nel mondo progressista, che con i valori della solidarietà, della legalità e della comunità può offrire un modello concreto di innovazione politica in tutto il Paese.

*Presidente de L'Altro Sud

Pubblicato sul quotidiano nazionale "Terra" dell'8 ottobre

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