lunedì 20 aprile 2020

Medici di base in trincea contro il virus


di Leonardo Bianco

Sono in prima linea a combattere contro il Covid 19. Sono i medici di base. Le sentinelle del territorio. Hanno pagato anche in termini di vite perché si sono trovati a combattere a mani nude contro un virus “veloce e intelligente”, come lo ha definito uno di loro. La medicina di base sta svolgendo un lavoro egregio, quasi eroico, tra mille difficoltà. 

“La prima linea siamo noi – ha detto un medico –. Siamo noi ad avere un primo contatto con i possibili  contagiati. Spesso ci troviamo di fronte a pazienti che presentano i sintomi tipici del Covid 19 ma non abbiamo strumenti per una prognosi certa. Fare diagnosi certe e stabilire un percorso di quarantena diventa difficile. L’unica arma che abbiamo a disposizione per convincere il paziente ad un percorso di quarantena è il nostro rapporto fiduciario con gli assistiti. Purtroppo fare i tamponi è impossibile”.

L’accesso ai tamponi, infatti, è riservato solo ai ricoverati, e molti medici e ambulatori associati si stanno attrezzando per effettuare i test rapidi. Restano comunque iniziative dei singoli. Passata l’emergenza ci si dovrà occupare della sua riorganizzazione a cominciare dalla mancanza di medici. Carenza dovuta anche alla mancata sostituzione di quelli andati in pensione, che ha negli ultimi anni messo in difficoltà molte comunità. “Molti medici – testimonia un operatore sanitario – si devono dividere tra più comuni”.

Per migliorare l’assistenza territoriale, ci spiega un medico, sarebbe importante affiancare alla medicina di base anche strutture intermedie, come gli ospedali di comunità: “L’assistenza  in queste strutture dovrebbe essere affidata a medici di famiglia, affiancati da specialisti e personale infermieristico per interventi di piccola chirurgia e per patologie che non necessita un ricovero ospedaliero standard, e non diventare un parcheggio per anziani con malattie croniche. Bisogna che queste strutture diventino strumento di integrazione ospedale-territorio e di continuità assistenziale”.




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