Vazapp, l'hub della Capitanata |
di Antonio Bianco*
Vazapp. In dialetto foggiano è una locuzione dispregiativa rivolta a
chi non può fare altro nella vita che andare a zappare la terra. Come se
sporcarsi le mani nelle campagne fosse qualcosa da cui fuggire e l’utensile
zappa qualcosa di cui vergognarsi. Ma oggi c’è chi ribalta questi concetti per
dare la giusta dignità a chi decide di restare o tornare a lavorare nei campi. Lui
si chiama Giuseppe Favino, nato a San Giovanni Rotondo, il quale a un certo
punto del suo percorso professionale decide di lasciare il posto fisso e fonda
il primo hub rurale in Capitanata: Vazapp, appunto. Una comunità fatta di
giovani contadini, professionisti e non solo, che ha l’ambizione di rilanciare
il primo settore dell’economia, quello agricolo. Come? Tramite un percorso innovativo
di promozione del territorio attraverso le persone e le loro storie.
«Il nostro obiettivo – dice Favino – è far uscire dalla
solitudine in cui vivono i nostri agricoltori, i quali quasi sempre non
comunicano tra loro. Ognuno chiuso nel proprio orticello, senza capire che,
oggi, nella competizione globale bisogna dialogare, far fronte tutt’insieme
alle continue sfide che ci vengono proposte. Il nostro è un lavoro duro, che
lascia poco tempo, ma in questo tempo libero organizziamo cene sociali, in cui
ci si confronta e ci si scambiano idee e proposte».
Vazapp è una novità assoluta nel panorama italiano, grazie
ai modelli messi in campo di social-innovation, tra cui «contadinner» e «filiera
colta»
(marchi registrati), che poi altro non sono che cene itineranti di ascolto e
attività culturali nei poderi, nelle aziende rurali. L’ultima contadinner –
prima di andare in stampa – si è tenuta in terra di Bari, nella masseria “Parco donna Antonietta Localzo” di Rutigliano dove
sono stati chiamati a raccolta 20 imprenditori agricoli e iniziare così un nuovo
percorso di cooperazione.
«Da agricoltori chiamati a raccolta ad agricoltori invitati ad accogliere», è lo slogan preferito da questa comunità, che cresce giorno dopo giorno. Con le contadinner tematiche, sostenute dalla Regione Puglia (sottomisura 1.2 del Psr 2014-2020), si vuole dare un senso nuovo al concetto di formazione: fuori dalle aule accademiche, direttamente nelle masserie dei contadini. Lo scopo è superare quella forma di solitudine, appunto, tipica del lavoro dei campi e creare occasioni di confronto e di apprendimento. Perché allora il cibo? «Il nutrimento racconta un territorio e le sue tradizioni. Rappresenta il più naturale attivatore di relazioni. Perché nelle nostre cene, le persone si sentono a proprio agio e in questo modo si riesce ad abbattere ogni forma di diffidenza», sottolinea Savino.
«Da agricoltori chiamati a raccolta ad agricoltori invitati ad accogliere», è lo slogan preferito da questa comunità, che cresce giorno dopo giorno. Con le contadinner tematiche, sostenute dalla Regione Puglia (sottomisura 1.2 del Psr 2014-2020), si vuole dare un senso nuovo al concetto di formazione: fuori dalle aule accademiche, direttamente nelle masserie dei contadini. Lo scopo è superare quella forma di solitudine, appunto, tipica del lavoro dei campi e creare occasioni di confronto e di apprendimento. Perché allora il cibo? «Il nutrimento racconta un territorio e le sue tradizioni. Rappresenta il più naturale attivatore di relazioni. Perché nelle nostre cene, le persone si sentono a proprio agio e in questo modo si riesce ad abbattere ogni forma di diffidenza», sottolinea Savino.
Dunque, facilitare la
creazione di fiducia tra i partecipanti con un approccio di tipo orizzontale (bottom-up),
stimolare la cooperazione e la creazione di flussi di conoscenza positivi. Non
solo. «La
mappatura – si legge sulla pagina Facebook della comunità – dei soggetti
consentono a Vazapp di essere un soggetto rilevante, portatore di interesse
delle comunità che ascolta, e detentore di informazioni aggiornate e
organizzate per lo sviluppo di iniziative di policy e imprenditoriali». Ed
è proprio grazie a questi modelli e format, che «Vazapp si configura come unico
soggetto capace di operare e ottenere i risultati in questo senso, con grandi
possibilità di applicazione nei diversi settori produttivi».
*pubblicato sul numero di agosto della Nuova ecologia
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