giovedì 20 settembre 2012
Dopo Colle anche Baselice avvia la procedura per il passaggio al Molise
(Sanniopress) – Mentre alla Rocca si studiano le strategie per salvare la Provincia di Benevento e da Ariano Irpino fanno sapere che sono pronti a trattare l’eventuale passaggio al Sannio, il consiglio comunale di Baselice ha dato il via libera all’unanimità all’indizione del referendum per il passaggio al Molise. Toccherà ora ad un’apposita commissione preparare gli adempimenti necessari ad avviare l’iter per il distacco dalla Campania e, conseguentemente, dalla Provincia di Benevento.
Baselice, dunque, segue la strada tracciata qualche tempo fa da Colle Sannita, che è stato il primo ad avviare la procedura per il passaggio di regione e non è da escludersi che altri comuni dell’Alto Sannio possano seguire l’esempio di Colle e Baselice. Insomma, mentre a Benevento, Avellino e Napoli si studia come salvare la Provincia altrove si agisce nella direzione opposta.
martedì 18 settembre 2012
Pale eoliche, quanti miliardi al vento - Il Fatto Quotidiano
Candela è un paesino che lega la Campania alla Puglia. I viaggiatori diretti a Bari lo incontrano alla sommità dell’Appennino, finita la salita dell’Irpinia d’Oriente. Spalanca gli occhi alla Daunia, li dirige sugli ettari di grano del Tavoliere, verso Foggia. A Candela nessuno pensava fino a vent’anni fa che il vento si potesse anche vendere. Il vento qui ha sempre fatto solo il suo mestiere: soffiare. (Per continuare a leggere clicca qui sotto)
Pale eoliche, quanti miliardi al vento - Il Fatto Quotidiano
Pale eoliche, quanti miliardi al vento - Il Fatto Quotidiano
I blog non sono assoggettabili alla legge sulla stampa
I blog non sono assoggettabili alla legge sulla stampa del 1948, in particolare non hanno l’obbligo di registrarsi presso il tribunale come testata giornalistica, a meno che non ricevano finanziamenti pubblici. Lo ha stabilito la III sezione della Corte di Cassazione (presidente Saverio Felice Mannino) con la sentenza che ha assolto con formula piena ('il fatto non sussiste) il blogger siciliano Carlo Ruta, che era stato condannato in primo e in secondo grado per il reato di stampa clandestina.
“E' la fine di un incubo iniziato sette anni fa”, ha commentato Ruta.
La sua vicenda nasce infatti da una contrapposizione fra Ruta, che è storico e saggista, e l'allora procuratore della Repubblica di Ragusa Agostino Fera. Ruta ha criticato il modo in cui Fera, 40 anni fa, condusse le indagini su due omicidi compiuti a Ragusa a distanza di pochi mesi: l'assassinio dell'ingegnere Angelo Tumino, recentemente archiviato, e l'assassinio del giornalista Giovanni Spampinato.
Fera ha trascinato Ruta in Tribunale e lo ha fatto condannare per diffamazione. Inoltre anni fa ha chiesto e ottenuto l'oscuramento del blog in cui Ruta scriveva i suoi commenti.
Dalle richieste del procuratore offeso è nata anche la contestazione del reato di stampa clandestina. Poichè il blog è periodicamente aggiornato, era la tesi accusatoria, il blog è un giornale soggetto alla legge sulla stampa. Tesi accolta nel 2008 dal giudice Patricia di Marco del Tribunale di Modica e il 2 maggio 2011 dalla Corte d'Appello di Catania, che avevano condannato Ruta a 150 euro di multa.
La condanna di Ruta aveva creato una sollevazione di protesta dal mondo dei blogger, che ora possono tirare un respiro di sollievo. Aveva inoltre rivelato un vuoto legislativo in materia.
'Questa sentenza è importante - ha commentato il difensore di Ruta, Giuseppe Arnone - perchè fa giurisprudenza, traccia la strada in un settore ancora non regolamentato. Nella mia arringa ho sottolineato che imporre un giornalista come direttore responsabile ad ogni blog significherebbe sterminare i blog: pochi potrebbero sopportarne il costo. E' vero che una legge del 2001 prevede che i notiziari web siano registrati come testata, ma questo obbligo riguarda solo quei notiziari web che chiedono finanziamenti pubblici e che pertanto devono avere una consistenza strutturale. I giudici della Cassazione hanno mostrato buon senso e apertura ai valori della libertà di pensiero e di espressione'.
www.epicentrobenevento.it
“E' la fine di un incubo iniziato sette anni fa”, ha commentato Ruta.
La sua vicenda nasce infatti da una contrapposizione fra Ruta, che è storico e saggista, e l'allora procuratore della Repubblica di Ragusa Agostino Fera. Ruta ha criticato il modo in cui Fera, 40 anni fa, condusse le indagini su due omicidi compiuti a Ragusa a distanza di pochi mesi: l'assassinio dell'ingegnere Angelo Tumino, recentemente archiviato, e l'assassinio del giornalista Giovanni Spampinato.
Fera ha trascinato Ruta in Tribunale e lo ha fatto condannare per diffamazione. Inoltre anni fa ha chiesto e ottenuto l'oscuramento del blog in cui Ruta scriveva i suoi commenti.
Dalle richieste del procuratore offeso è nata anche la contestazione del reato di stampa clandestina. Poichè il blog è periodicamente aggiornato, era la tesi accusatoria, il blog è un giornale soggetto alla legge sulla stampa. Tesi accolta nel 2008 dal giudice Patricia di Marco del Tribunale di Modica e il 2 maggio 2011 dalla Corte d'Appello di Catania, che avevano condannato Ruta a 150 euro di multa.
La condanna di Ruta aveva creato una sollevazione di protesta dal mondo dei blogger, che ora possono tirare un respiro di sollievo. Aveva inoltre rivelato un vuoto legislativo in materia.
'Questa sentenza è importante - ha commentato il difensore di Ruta, Giuseppe Arnone - perchè fa giurisprudenza, traccia la strada in un settore ancora non regolamentato. Nella mia arringa ho sottolineato che imporre un giornalista come direttore responsabile ad ogni blog significherebbe sterminare i blog: pochi potrebbero sopportarne il costo. E' vero che una legge del 2001 prevede che i notiziari web siano registrati come testata, ma questo obbligo riguarda solo quei notiziari web che chiedono finanziamenti pubblici e che pertanto devono avere una consistenza strutturale. I giudici della Cassazione hanno mostrato buon senso e apertura ai valori della libertà di pensiero e di espressione'.
www.epicentrobenevento.it
lunedì 17 settembre 2012
Gli scissionisti e il Sannio
di Gabriele Corona*
Un giornalista infiltrato tra gli scissionisti di Scampia racconta i viaggi dei boss a Benevento.
Sul numero in edicola del settimanale Panorama è pubblicato il racconto del giornalista Carlo Puca che è riuscito ad infiltrarsi, come autista, nel clan degli Scissionisti di Scampia. Il cronista spiega come ha ingannato i camorristi per essere affiliato, descrive i covi che usano e le tecniche dell’organizzazione criminale.
Tra l’altro scrive che il 2 febbraio scorso ha guidato un’auto Lancia Y di scorta ad un’altra utilitaria, una Punto, sulla quale viaggiavano due boss venuti a Benevento per affari. No sa dove sono andati e con chi si sono incontrati perchè lo hanno fanno scendere nei pressi di piazza Duomo, ordinando “non rompere il cazzo, fatti una camminata, ci vediamo tra due ore”.
Puca racconta che ha approfittato del tempo a disposizione per “andare in un internet point per scrivere e descrivere fatti, luoghi e personaggi e spedire ad una persona di fiducia”. Poi rientra a Napoli con la stessa auto e il portabagagli pieno.
In un altro brano dell’articolo il giornalista riporta le dichiarazioni di uno dei camorristi che gli ha raccontato di un laboratorio organizzato nel Sannio per produrre droghe sintetiche. Infine aggiunge “Forse, cercando, potrei ancora trovare qualche filmato delle nostre gite fuori porta”.
Il racconto è veramente interessante se si considera che le forze dell’ordine hanno più volte accertato che gli scissionisti di Scampia, dominanti a Napoli, mantengono rapporti organici con alcuni clan minori di Benevento e che uno dei reggenti del potente gruppo camorrista, adesso in carcere, Vincenzo Pagano, detto “Enzino” ha frequentato per molto tempo la città di Benevento, ospite di amici.
Adesso speriamo che le indagini della Direzione Investigativa Antimafia chiariscano, finalmente, i rapporti del clan degli Scissionisti in questa “città tranquilla” e il sistema di riciclaggio dei soldi che essi accumulano grazie alle attività criminose.
*presidente Altrabenevento
Un giornalista infiltrato tra gli scissionisti di Scampia racconta i viaggi dei boss a Benevento.
Sul numero in edicola del settimanale Panorama è pubblicato il racconto del giornalista Carlo Puca che è riuscito ad infiltrarsi, come autista, nel clan degli Scissionisti di Scampia. Il cronista spiega come ha ingannato i camorristi per essere affiliato, descrive i covi che usano e le tecniche dell’organizzazione criminale.
Tra l’altro scrive che il 2 febbraio scorso ha guidato un’auto Lancia Y di scorta ad un’altra utilitaria, una Punto, sulla quale viaggiavano due boss venuti a Benevento per affari. No sa dove sono andati e con chi si sono incontrati perchè lo hanno fanno scendere nei pressi di piazza Duomo, ordinando “non rompere il cazzo, fatti una camminata, ci vediamo tra due ore”.
Puca racconta che ha approfittato del tempo a disposizione per “andare in un internet point per scrivere e descrivere fatti, luoghi e personaggi e spedire ad una persona di fiducia”. Poi rientra a Napoli con la stessa auto e il portabagagli pieno.
In un altro brano dell’articolo il giornalista riporta le dichiarazioni di uno dei camorristi che gli ha raccontato di un laboratorio organizzato nel Sannio per produrre droghe sintetiche. Infine aggiunge “Forse, cercando, potrei ancora trovare qualche filmato delle nostre gite fuori porta”.
Il racconto è veramente interessante se si considera che le forze dell’ordine hanno più volte accertato che gli scissionisti di Scampia, dominanti a Napoli, mantengono rapporti organici con alcuni clan minori di Benevento e che uno dei reggenti del potente gruppo camorrista, adesso in carcere, Vincenzo Pagano, detto “Enzino” ha frequentato per molto tempo la città di Benevento, ospite di amici.
Adesso speriamo che le indagini della Direzione Investigativa Antimafia chiariscano, finalmente, i rapporti del clan degli Scissionisti in questa “città tranquilla” e il sistema di riciclaggio dei soldi che essi accumulano grazie alle attività criminose.
*presidente Altrabenevento
sabato 15 settembre 2012
Baselice e il museo civico-paleontologico del Fortore
Il 5 settembre scorso vi è stata l’apertura del Museo Civico e Paleontologico del Fortore. L’afflusso dei visitatori, continuo e costante, è stato notevole e ha sottolineato il grande interesse da parte delle comunità locali.
L’apertura del museo non ha avuto ancora una vera inaugurazione in quanto devono essere completati gli allestimenti delle varie sezioni espositive, per cui vi è stata se così si può dire, un’apertura in anteprima proprio in occasione delle feste settembrine. L’Amministrazione Comunale, nella seduta del 19/04/2012, ha deliberato l’istituzione del Museo Civico e Paleontologico ai sensi della L.R. n. 12/2005, attuando quello che da tempo aveva richiesto la locale Associazione Archeoclub di Baselice, che indicava quale sede naturale del museo, lo storico “Palazzo Lembo”.
Il Comune di Baselice avvalendosi della collaborazione dell’Associazione Archeoclub che ha messo a disposizione la notevole quantità di reperti posseduti, ha allestito quattro sezioni espositive: – la sezione Paleontologica e mineralogica, – la sezione “testimonianze della civiltà contadina”, – la sezione della donazione Mascia e –la sezione “Il Mondo di Bern”, dedicata ad un giovane artista locale.
Si resta in attesa del completamento dei locali posti al primo piano dove potrà essere collocata la sezione archeologica e la notevole quantità di foto d’epoca, riferite a Baselice e al suo territorio di fine ottocento e inizio novecento che l’Archeoclub custodisce.
Il percorso di visita si articola tutto al piano terra di Palazzo Lembo, dal suggestivo androne d’ingresso con piccolo cortile interno, che funge da grosso disimpegno si accede alle sale espositive, si entra sulla destra nella prima sala dedicata alla “Donazione Mascia”.
In essa sono esposti una serie di quadri realizzati dal compianto Professore Antonio (conosciuto come Tonino) Mascia, in arte “Janio”, nato a Baselice e per lavoro vissuto tra Napoli e Roma, pittore autodidatta che in vita non amava mettersi in mostra, ma che aveva ricevuto molti riconoscimenti per le sue opere pittoriche di notevole pregio artistico.
Nella stessa sala, oltre ai quadri sono esposti una raccolta di reperti artistici e archeologici di notevole interesse, facenti parte della stessa donazione pervenuta all’Associazione Archeoclub ad opera di Vita Mascia, sorella del compianto professore, il quale amante di ogni forma d’arte, le aveva collezionato durante la sua vita.
giovedì 13 settembre 2012
Consiglio Regionale a Benevento? Costato diecimila euro…
Cinquemila euro per il servizio di accoglienza e comunicazione. E altri cinquemila per il ristoro, con annesso buffet di prodotti tipici enogastronomici. Il tutto per un totale di diecimila euro. A tanto ammonta la spesa della Provincia di Benevento per l’organizzazione del consiglio regionale, svoltosi nella giornata di ieri a Villa dei Papi, nel corso del quale si è discusso del riordino delle province e delle sorti sannite.
Le cifre sono contenute nella delibera di Giunta provinciale n.226 del 7 settembre 2012, pubblicata questa mattina sull’Albo Pretorio della Rocca, che ha per oggetto: “Seduta di consiglio regionale nella città di Benevento. Prelievo dal fondo di riserva ordinario”.
Nel documento, approvato e deliberato dall’amministrazione provinciale – in quella data erano assenti il presidente Cimitile e gli assessori Valentino, Pacifico e Palmieri -, si spiega che “appare opportuno il patrocinio e l’adesione organizzativa della Provincia, avendo la seduta un interesse generale di primario rilievo per il territorio”. Nel provvedimento, inoltre, si mette in previsione la partecipazione di 180 persone tra politici, rappresentanti delle istituzioni ed esponenti dell’associazionismo accreditati dalla Regione a seguire l’evento.
Ma veniamo alla nota spese: 2mila euro sono stati stanziati per il servizio di comunicazione e accoglienza degli ospiti, mentre l’organizzazione “video-audio-conference” è costata 3mila euro. La spesa, per un totale di 5mila euro, graverà – si legge nella delibera – su due interventi (1.01.09.03/1.01.05.03) del bilancio 2012.
Altro discorso per il ristoro offerto agli ospiti. La Provincia ha provveduto ad allietare la presenza dei consiglieri regionali a Villa dei Papi con stand enogastronomici e assaggi di prodotti tipici. Il tutto al costo di 5mila euro.
Tuttavia – spiega il provvedimento della Rocca – la cifra sborsata sarà presa dal Fondo di Riserva ordinario: il prelievo infatti garantirà l’equilibrio finanziario del Bilancio di previsione 2012 e non contrasterà con quanto stabilito dalle norme vigenti in materia di Patto di stabilità interno.
Se a questi costi aggiungiamo poi quelli pagati per il dispiegamento straordinario delle forze dell’ordine, che hanno presidiato l’area dalle prime ore del mattino, a quanto ammonta in totale la spesa per i contribuenti e cittadini sanniti? (Giam.Fel.)
www.ntr24.tv
Le cifre sono contenute nella delibera di Giunta provinciale n.226 del 7 settembre 2012, pubblicata questa mattina sull’Albo Pretorio della Rocca, che ha per oggetto: “Seduta di consiglio regionale nella città di Benevento. Prelievo dal fondo di riserva ordinario”.
Nel documento, approvato e deliberato dall’amministrazione provinciale – in quella data erano assenti il presidente Cimitile e gli assessori Valentino, Pacifico e Palmieri -, si spiega che “appare opportuno il patrocinio e l’adesione organizzativa della Provincia, avendo la seduta un interesse generale di primario rilievo per il territorio”. Nel provvedimento, inoltre, si mette in previsione la partecipazione di 180 persone tra politici, rappresentanti delle istituzioni ed esponenti dell’associazionismo accreditati dalla Regione a seguire l’evento.
Ma veniamo alla nota spese: 2mila euro sono stati stanziati per il servizio di comunicazione e accoglienza degli ospiti, mentre l’organizzazione “video-audio-conference” è costata 3mila euro. La spesa, per un totale di 5mila euro, graverà – si legge nella delibera – su due interventi (1.01.09.03/1.01.05.03) del bilancio 2012.
Altro discorso per il ristoro offerto agli ospiti. La Provincia ha provveduto ad allietare la presenza dei consiglieri regionali a Villa dei Papi con stand enogastronomici e assaggi di prodotti tipici. Il tutto al costo di 5mila euro.
Tuttavia – spiega il provvedimento della Rocca – la cifra sborsata sarà presa dal Fondo di Riserva ordinario: il prelievo infatti garantirà l’equilibrio finanziario del Bilancio di previsione 2012 e non contrasterà con quanto stabilito dalle norme vigenti in materia di Patto di stabilità interno.
Se a questi costi aggiungiamo poi quelli pagati per il dispiegamento straordinario delle forze dell’ordine, che hanno presidiato l’area dalle prime ore del mattino, a quanto ammonta in totale la spesa per i contribuenti e cittadini sanniti? (Giam.Fel.)
www.ntr24.tv
lunedì 10 settembre 2012
Baselice, una giornata per lo sport
Una Giornata per lo Sport. Il titolo dell’evento che si terrà nei prossimi 15 e 16 settembre a Baselice presso il Complesso Polivalente di via Luigi Capuano. La manifestazione è organizzata dalla “Confraternita di Misericordiae” in collaborazione con le associazioni locali che hanno aderito e firmato il protocollo di intesa. La finalità ultima dell'iniziativa è la raccolta fondi per l’acquisto di una autoambulanza.
Tutta la manifestazione ruota intorno ad un’unica partita di calcio a 5 della durata di ventiquattro ore, nella quale i calciatori protagonisti iscritti si alterneranno in campo ogni 20 minuti sia di giorno che di notte. La gestione e organizzazione diretta di tale partita sarà affidate alla AS Baselice e ASD Fortore-Scuola Calcio.
sabato 8 settembre 2012
'Fortorina, ora o mai più'. I sindaci si uniscono in comitato e lanciano il progetto 'Ziccardi'
Ora o mai più. Sette sindaci della Valfortore si sono riuniti martedì scorso al Municipio di Molinara per provare a forzare la mano su quello che è il cruccio maggiore di un intero comprensorio: la "Fortorina". Decenni di polemiche, promesse mai mantenute da politici ed amministratori e, sopratutto enormi perdite di tempo. Una questione che è diventata nel Fortore una sorta di "tabù" anche per i cittadini che si sentono presi in giro ogni volta che si pronuncia questa parola.
Fortorina. Ultima delusione, in ordine cronologico, per la maggior parte degli abitanti di questa vasta fascia di provincia beneventana, è stata l'inaugrazione dei 4,3 km della statale 212 avvenuta lo scorso 28 marzo: "Per favore non chiamatela Fortorina" gridarono gli amministratori locali mentre le istituzioni si apprestavano al consueto taglio del nastro tricolore con tanto di inno di Mameli cantato all'unisono. Secondo i locali la statale 212 (a breve dovrebbe essere completato anche il nuovo lotto fino allo svincolo di S.Marco dei Cavoti) passa da tutta un'altra parte e costeggia soltanto i comuni del Fortore. Durante l'inaugurazione primaverile del lotto, il presidente della Provincia di Benevento, Aniello Cimitile, aveva rilanciato l'impegno per il completamento dell'arteria fino a S.Bartolomeo in Galdo: "Dobbiamo partire da lì stavolta facendo una sorta di ragionamento a "sandwich" e congiungere i due cantieri". Sollecitato da Cimitile, l'assessore regionale al ramo Edoardo Cosenza replicò: "L'opera si farà fino in fondo anche perchè una "Fortorina" che non arriva nel Fortore non ha il minimo significato".
LA RIUNIONE DI MOLINARA TRA IL COMITATO DEI SINDACI ED IL PROGETTO 'ZICCARDI'
Esorcizzare l'impasse o quantomeno provarci senza proclami ma lavorando a fari spenti. Oltre due ore di confronto nella stanza del sindaco di Molinara, Giuseppe Addabbo (è stato proprio lui ad anticipare al nostro portale l'iniziativa qualche giorno prima) promotore dell'iniziativa e proclamato all'umanimità responsabile del comitato dei sindaci che si è formato al termine dei lavori: a farne parte i primi cittadini di Molinara, S.Bartolomeo in Galdo, Baselice, Montefalcone Valfortore, Castelvenere Valfortore e Foiano. Adesione anche dal sindaco di Ginestra degli Schiavoni, Zaccaria Spina, presente più che altro in veste di presidente della Comunità Montana del Fortore. Probabile l'adesione anche del comune di Castelfranco in Miscano, di sicuro ci sarà anche Roseto Valfortore che si trova in provincia di Foggia ma sarà coinvolto nel progetto. Sul tavolo il progetto del geologo Eliseo Ziccardi, presente alla riunione, che ha illustrato lo studio di fattibilità del passante di valico appenninico "Passo Casone Cocca - ex SS 369" che interesserebbe i territori di S.Marco dei Cavoti, Molinara e Foiano Valfortore. Non si tratta di una soluzione alternativa al progetto generale della statale 212, ma una sorta di "completamento" per dare un senso alla "Fortorina". Nessuna guerra alla strada "istituzionale", piuttosto la proposta di un correttivo della stessa. Il geologo, una volta illustrato il progetto, ha chiesto la fiducia dei sindaci con azioni amministrative concrete e condivise: "Il periodo dei discorsi è finito signori - ha chiarito Ziccardi in un momento di stallo della riunione - ora bisogna agire con i fatti". Messaggio recepito dai presenti che hanno dato il loro completo assenso al progetto. Costituito un comitato di lavoro, con compiti ben precisi. Il primo è quello di fare pressione sia all'Anas che al Ministero delle Infrastrutture in particolar modo all'ufficio ministeriale di Divisione 2 che dirige i diretti rapporti con l'Anas che monitoria le evoluzioni finanziarie ed i progetti strategici del'ente. Oltre a ciò c'è lo scoglio politico da superare: si cerca l'adesione della Provincia di Benevento (l'idea è quella di chiedere a Cimitile e Barbieri di ridiscutere la competenza della strada 369: rinominarla statale con la sorveglianza e la manutenzione dell'Anas) ma, sopratutto, quello della Regione Campania che serve come il pane per rendere concreto il progetto. Si confida nella buona volontà di Cosenza che ha più volte ribadito la volontà di dare un senso a questa arteria.
ZICCARDI: 'PARTE DEI FONDI PER IL VALICO CI SONO. OCCORRE VOLONTA' POLITICA'
L'adesione dei sindaci del Fortore e la creazione di un comitato è un passo in avanti e questo il geologo Eliseo Ziccardi lo sa benissimo. Nella sua dettagliata relazione ha dimostrato che i problemi economici e logistici sono superabili. Occorre la volontà politica e solo gli amminstratori locali possono lavorare su questo per la realizzazione del progetto. Casone Cocca è il punto più alto della provincia sannita, una zona di confine impervia nei mesi invernali ma di fondamentale importanza per il traffico veicolare. Attualmente per collegare i vari paesi, i cittadini usufruiscono di una struttura viaria di 19 km, una vera strada di montagna, con molte curve e tortuosa che presenta le insidie di sempre (strade dissestate, condizioni meteo avverse nella maggior parte dei mesi). Una strada, simbolo di quello che è l'isolamento della Valle. Il progetto di Ziccardi, in sintesi, propone un passante di valico (nella foto) di nove km (a fronte dei 19 km di montagna attuali) con una galleria di 1800metri, un viadotto di 4mila metri e tre svincoli.
Un progetto che non andrebbe a creare problemi di natura geologica (tettoniche o faglie) e non andrebbe ad intaccare i campi eolici esistenti e le risorgenze acquifere motivi per cui gli altri due progetti presentati sono stati bocciati. Costo dell'opera? 98milioni di euro più Iva al 21%: "Occorre in tempi brevi - ha poi dichiarato il geologo al nostro portale - che venga fatto lo stralcio di questo lotto dal progetto generale che costa in tutto 520milioni di euro a fronte del costo del nostro progetto di valico". E secondo quanto afferma Ziccardi parte dei fondi già è disponibile: "Ci sono 30milioni di un Accordo di Programma con Protocollo siglato da Anas, Provincia di Benevento e Regione Campania - ha aggiunto - e 6milioni e 300mila che sono fondi recuperati dalla Finanziaria 2007. Ci sarebbero poi da recuperare il fondo del ribasso d'asta "Mosti-S.Marco dei Cavoti" e dovrebbero rimanere circa 40 milioni di fondi per un totale di 76milioni di euro: potrebbero essere fondi di "spalla" raddoppiati con fondi Fas per raggiungere addirittura una somma superiore di quella che serve (oltre 130 milioni di euro). Ora valutiamo che per fare il passante di valico sono necessari 98milioni compresi di Iva al 21%, ci rendiamo conto che non è più un problema tecnico o una valenza negativa di benefici o finanziamenti. L'Anas ha riconosciuto il progetto del passante di valico inserendolo in quello generale tuttavia allo stato attuale ha delle preoccupazioni su questa valenza di benefici". Nessuna illusione, il cammino è in salita e sia Ziccardi che i sindaci lo sanno molto bene: "Inviterò i responsabili ministeriali sul territorio e per farlo a giorni andrò io a Roma - ha annunciato il geologo ai sindaci - ognuno deve fare la sua parte". Il Comitato, che a breve verrò presentato alla stampa, si riunirà tra una decina di giorni in attesa di novità sostanziali.
www.ilquaderno.it
Fortorina. Ultima delusione, in ordine cronologico, per la maggior parte degli abitanti di questa vasta fascia di provincia beneventana, è stata l'inaugrazione dei 4,3 km della statale 212 avvenuta lo scorso 28 marzo: "Per favore non chiamatela Fortorina" gridarono gli amministratori locali mentre le istituzioni si apprestavano al consueto taglio del nastro tricolore con tanto di inno di Mameli cantato all'unisono. Secondo i locali la statale 212 (a breve dovrebbe essere completato anche il nuovo lotto fino allo svincolo di S.Marco dei Cavoti) passa da tutta un'altra parte e costeggia soltanto i comuni del Fortore. Durante l'inaugurazione primaverile del lotto, il presidente della Provincia di Benevento, Aniello Cimitile, aveva rilanciato l'impegno per il completamento dell'arteria fino a S.Bartolomeo in Galdo: "Dobbiamo partire da lì stavolta facendo una sorta di ragionamento a "sandwich" e congiungere i due cantieri". Sollecitato da Cimitile, l'assessore regionale al ramo Edoardo Cosenza replicò: "L'opera si farà fino in fondo anche perchè una "Fortorina" che non arriva nel Fortore non ha il minimo significato".
LA RIUNIONE DI MOLINARA TRA IL COMITATO DEI SINDACI ED IL PROGETTO 'ZICCARDI'
Esorcizzare l'impasse o quantomeno provarci senza proclami ma lavorando a fari spenti. Oltre due ore di confronto nella stanza del sindaco di Molinara, Giuseppe Addabbo (è stato proprio lui ad anticipare al nostro portale l'iniziativa qualche giorno prima) promotore dell'iniziativa e proclamato all'umanimità responsabile del comitato dei sindaci che si è formato al termine dei lavori: a farne parte i primi cittadini di Molinara, S.Bartolomeo in Galdo, Baselice, Montefalcone Valfortore, Castelvenere Valfortore e Foiano. Adesione anche dal sindaco di Ginestra degli Schiavoni, Zaccaria Spina, presente più che altro in veste di presidente della Comunità Montana del Fortore. Probabile l'adesione anche del comune di Castelfranco in Miscano, di sicuro ci sarà anche Roseto Valfortore che si trova in provincia di Foggia ma sarà coinvolto nel progetto. Sul tavolo il progetto del geologo Eliseo Ziccardi, presente alla riunione, che ha illustrato lo studio di fattibilità del passante di valico appenninico "Passo Casone Cocca - ex SS 369" che interesserebbe i territori di S.Marco dei Cavoti, Molinara e Foiano Valfortore. Non si tratta di una soluzione alternativa al progetto generale della statale 212, ma una sorta di "completamento" per dare un senso alla "Fortorina". Nessuna guerra alla strada "istituzionale", piuttosto la proposta di un correttivo della stessa. Il geologo, una volta illustrato il progetto, ha chiesto la fiducia dei sindaci con azioni amministrative concrete e condivise: "Il periodo dei discorsi è finito signori - ha chiarito Ziccardi in un momento di stallo della riunione - ora bisogna agire con i fatti". Messaggio recepito dai presenti che hanno dato il loro completo assenso al progetto. Costituito un comitato di lavoro, con compiti ben precisi. Il primo è quello di fare pressione sia all'Anas che al Ministero delle Infrastrutture in particolar modo all'ufficio ministeriale di Divisione 2 che dirige i diretti rapporti con l'Anas che monitoria le evoluzioni finanziarie ed i progetti strategici del'ente. Oltre a ciò c'è lo scoglio politico da superare: si cerca l'adesione della Provincia di Benevento (l'idea è quella di chiedere a Cimitile e Barbieri di ridiscutere la competenza della strada 369: rinominarla statale con la sorveglianza e la manutenzione dell'Anas) ma, sopratutto, quello della Regione Campania che serve come il pane per rendere concreto il progetto. Si confida nella buona volontà di Cosenza che ha più volte ribadito la volontà di dare un senso a questa arteria.
ZICCARDI: 'PARTE DEI FONDI PER IL VALICO CI SONO. OCCORRE VOLONTA' POLITICA'
L'adesione dei sindaci del Fortore e la creazione di un comitato è un passo in avanti e questo il geologo Eliseo Ziccardi lo sa benissimo. Nella sua dettagliata relazione ha dimostrato che i problemi economici e logistici sono superabili. Occorre la volontà politica e solo gli amminstratori locali possono lavorare su questo per la realizzazione del progetto. Casone Cocca è il punto più alto della provincia sannita, una zona di confine impervia nei mesi invernali ma di fondamentale importanza per il traffico veicolare. Attualmente per collegare i vari paesi, i cittadini usufruiscono di una struttura viaria di 19 km, una vera strada di montagna, con molte curve e tortuosa che presenta le insidie di sempre (strade dissestate, condizioni meteo avverse nella maggior parte dei mesi). Una strada, simbolo di quello che è l'isolamento della Valle. Il progetto di Ziccardi, in sintesi, propone un passante di valico (nella foto) di nove km (a fronte dei 19 km di montagna attuali) con una galleria di 1800metri, un viadotto di 4mila metri e tre svincoli.
Un progetto che non andrebbe a creare problemi di natura geologica (tettoniche o faglie) e non andrebbe ad intaccare i campi eolici esistenti e le risorgenze acquifere motivi per cui gli altri due progetti presentati sono stati bocciati. Costo dell'opera? 98milioni di euro più Iva al 21%: "Occorre in tempi brevi - ha poi dichiarato il geologo al nostro portale - che venga fatto lo stralcio di questo lotto dal progetto generale che costa in tutto 520milioni di euro a fronte del costo del nostro progetto di valico". E secondo quanto afferma Ziccardi parte dei fondi già è disponibile: "Ci sono 30milioni di un Accordo di Programma con Protocollo siglato da Anas, Provincia di Benevento e Regione Campania - ha aggiunto - e 6milioni e 300mila che sono fondi recuperati dalla Finanziaria 2007. Ci sarebbero poi da recuperare il fondo del ribasso d'asta "Mosti-S.Marco dei Cavoti" e dovrebbero rimanere circa 40 milioni di fondi per un totale di 76milioni di euro: potrebbero essere fondi di "spalla" raddoppiati con fondi Fas per raggiungere addirittura una somma superiore di quella che serve (oltre 130 milioni di euro). Ora valutiamo che per fare il passante di valico sono necessari 98milioni compresi di Iva al 21%, ci rendiamo conto che non è più un problema tecnico o una valenza negativa di benefici o finanziamenti. L'Anas ha riconosciuto il progetto del passante di valico inserendolo in quello generale tuttavia allo stato attuale ha delle preoccupazioni su questa valenza di benefici". Nessuna illusione, il cammino è in salita e sia Ziccardi che i sindaci lo sanno molto bene: "Inviterò i responsabili ministeriali sul territorio e per farlo a giorni andrò io a Roma - ha annunciato il geologo ai sindaci - ognuno deve fare la sua parte". Il Comitato, che a breve verrò presentato alla stampa, si riunirà tra una decina di giorni in attesa di novità sostanziali.
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giovedì 6 settembre 2012
Benevento, l’ex città tranquilla
di Giancristiano Desiderio
La scena, insolita per Benevento ma anche per Napoli, è la seguente: in pieno giorno, ore 13, un’auto scende per via Annunziata, strada centralissima a senso unico che conduce al Comune e di lì al Duomo. Giunta davanti Palazzo Mosti, sede del municipio, l’auto rallenta. Il finestrino destro si abbassa, sporge una pistola che scarica due colpi su una Opel Zafira mandando in frantumi i vetri. Poi via di gran carriera. Nel palazzo gli spari si sono sentiti nitidamente, ma nessuno crede ai suoi orecchi e c’è chi scherza con un assessore: “Oh, hanno sparato al sindaco?”.
“No, e chi lo ammazza quello”. Ma c’è poco da scherzare e lo si capisce subito: i colpi sono veri e l’automobile colpita è del dirigente del settore delle finanze, Andrea Lanzalone. Tutto questo in pieno giorno a Benevento. Una ex città tranquilla. La scena, senza testimoni, potrebbe essere diversa: chi ha sparato, forse aiutato da un “palo”, era a piedi, sbucato da uno dei vicoli di via Annunziata e in uno dei vicoli imbucatosi dopo l’azione. Il sindaco ha saputo la notizia mentre era in viaggio verso Napoli per il World Urban Forum. Retromarcia e giunta straordinaria per un atto senza precedenti a Benevento ma non solo a Benevento.
Cambiamo scena, ma non città. Un giovane di 21 anni giunge alle 2.30 di notte dell’ultimo giorno di agosto al pronto soccorso dell’ospedale Rummo: è ferito ai glutei da una pallottola esplosa da una pistola semiautomatica Vzor 70, calibro 7,65, cecoslovacca e di origine clandestina. Chi lo ha ferito e perché? I carabinieri hanno ricostruito i fatti: la pistola, non si sa ancora come, è giunta tra le mani di un altro ragazzo, amico del ventunenne ferito.
I due, insieme con un terzo amico appena diciottenne, in piena notte hanno fatto quattro passi in una località di Benevento: Serretelle, lì dove la città cede alla campagna ma a un tiro di schioppo c’è il centro commerciale “Buonvento”. I tre ragazzi, come nel film Gomorra, provavano nel buio della notte la pistola e avevano come bersaglio un cartello stradale. Forse, nel passarsi l’arma di mano in mano è partito il colpo che ha ferito il ragazzo.
Cambiamo ancora scena, ma restiamo sempre a Benevento. Un gruppo di ragazzi ubriachi, in una notte di febbraio della movida, si presenta davanti all’ingresso della discoteca ma il buttafuori lo ferma: “No, voi non entrate”. I ragazzi ci restano male e vanno via. Ritornano presto. Con un fucile che, stando ai fatti, si voleva usare contro l’agente della sicurezza, tanto che esplode anche un colpo che solo la prontezza del buttafuori riesce a deviare in basso, all’altezza della gamba evitando il peggio. Ferito ma salvo.
Cambiamo ancora scena e questa volta ci spostiamo di venti chilometri: andiamo a Torrecuso, paese noto per il buon vino e a qualcuno anche per una storica visita di Benedetto Croce nel 1929. E’ la notte del 29 agosto. Davanti al municipio ci sono tre automobili comunali e tre scuolabus: va tutto a fuoco e solo con l’intervento dei pompieri si evita che vada a fuoco anche il Comune. Due giorni dopo i carabinieri all’alba setacciano Torrecuso da terra e da cielo, rivoltano il paesino come un calzino nella speranza che venga fuori qualcosa del Grande Incendio.
Uno storico beneventano scrisse un libro intitolato Storia di Benevento e dintorni: vi si narra di re e papi, santi e streghe, borghesi e contadini. Oggi se ne potrebbe scrivere un altro: Cronache di Benevento è dintorni: si parlerebbe di pistole, fucili, intimidazioni, esplosioni e incendi.
(tratto dal Corriere del Mezzogiorno)
La scena, insolita per Benevento ma anche per Napoli, è la seguente: in pieno giorno, ore 13, un’auto scende per via Annunziata, strada centralissima a senso unico che conduce al Comune e di lì al Duomo. Giunta davanti Palazzo Mosti, sede del municipio, l’auto rallenta. Il finestrino destro si abbassa, sporge una pistola che scarica due colpi su una Opel Zafira mandando in frantumi i vetri. Poi via di gran carriera. Nel palazzo gli spari si sono sentiti nitidamente, ma nessuno crede ai suoi orecchi e c’è chi scherza con un assessore: “Oh, hanno sparato al sindaco?”.
“No, e chi lo ammazza quello”. Ma c’è poco da scherzare e lo si capisce subito: i colpi sono veri e l’automobile colpita è del dirigente del settore delle finanze, Andrea Lanzalone. Tutto questo in pieno giorno a Benevento. Una ex città tranquilla. La scena, senza testimoni, potrebbe essere diversa: chi ha sparato, forse aiutato da un “palo”, era a piedi, sbucato da uno dei vicoli di via Annunziata e in uno dei vicoli imbucatosi dopo l’azione. Il sindaco ha saputo la notizia mentre era in viaggio verso Napoli per il World Urban Forum. Retromarcia e giunta straordinaria per un atto senza precedenti a Benevento ma non solo a Benevento.
Cambiamo scena, ma non città. Un giovane di 21 anni giunge alle 2.30 di notte dell’ultimo giorno di agosto al pronto soccorso dell’ospedale Rummo: è ferito ai glutei da una pallottola esplosa da una pistola semiautomatica Vzor 70, calibro 7,65, cecoslovacca e di origine clandestina. Chi lo ha ferito e perché? I carabinieri hanno ricostruito i fatti: la pistola, non si sa ancora come, è giunta tra le mani di un altro ragazzo, amico del ventunenne ferito.
I due, insieme con un terzo amico appena diciottenne, in piena notte hanno fatto quattro passi in una località di Benevento: Serretelle, lì dove la città cede alla campagna ma a un tiro di schioppo c’è il centro commerciale “Buonvento”. I tre ragazzi, come nel film Gomorra, provavano nel buio della notte la pistola e avevano come bersaglio un cartello stradale. Forse, nel passarsi l’arma di mano in mano è partito il colpo che ha ferito il ragazzo.
Cambiamo ancora scena, ma restiamo sempre a Benevento. Un gruppo di ragazzi ubriachi, in una notte di febbraio della movida, si presenta davanti all’ingresso della discoteca ma il buttafuori lo ferma: “No, voi non entrate”. I ragazzi ci restano male e vanno via. Ritornano presto. Con un fucile che, stando ai fatti, si voleva usare contro l’agente della sicurezza, tanto che esplode anche un colpo che solo la prontezza del buttafuori riesce a deviare in basso, all’altezza della gamba evitando il peggio. Ferito ma salvo.
Cambiamo ancora scena e questa volta ci spostiamo di venti chilometri: andiamo a Torrecuso, paese noto per il buon vino e a qualcuno anche per una storica visita di Benedetto Croce nel 1929. E’ la notte del 29 agosto. Davanti al municipio ci sono tre automobili comunali e tre scuolabus: va tutto a fuoco e solo con l’intervento dei pompieri si evita che vada a fuoco anche il Comune. Due giorni dopo i carabinieri all’alba setacciano Torrecuso da terra e da cielo, rivoltano il paesino come un calzino nella speranza che venga fuori qualcosa del Grande Incendio.
Uno storico beneventano scrisse un libro intitolato Storia di Benevento e dintorni: vi si narra di re e papi, santi e streghe, borghesi e contadini. Oggi se ne potrebbe scrivere un altro: Cronache di Benevento è dintorni: si parlerebbe di pistole, fucili, intimidazioni, esplosioni e incendi.
(tratto dal Corriere del Mezzogiorno)
martedì 4 settembre 2012
Angelo Vassallo, sindaco versatile e torrione di libertà
Il 5 settembre 2010 veniva ucciso barbaramente Angelo Vassallo sindaco di Pollica, qui il ricordo del prof Angelo Iampietro.
L’hanno definito: il “Sindaco pescatore”; è in questo appellativo che si coglie il vero senso della vita di un uomo che lottava e si adoperava perché l’ambiente nel quale viveva ed operava restasse incontaminato e lontano da qualsiasi intromissione per distorte finalità.
Dalla sua capacità comunicativa mi è sembrato che avesse qualcosa in più di un comune pescatore, ma ne aveva ereditato la tempra: il carattere, la forza d’animo, la voglia di lottare in situazioni non sempre favorevoli; egli aveva un’ampia visione dell’amministrare e della corretta gestione della cosa pubblica per il bene, unico fine, di tutta una comunità. Ed è stato questo qualcosa in più, che ogni Amministratore dovrebbe possedere, che l’ha portato via dalla sua Comunità nel modo più esecrabile e violento che si conosca.
L’hanno ucciso! L’hanno ucciso proprio perché svolgeva il mandato di Sindaco di quella comunità con idee e con proposte miranti alla difesa e allo sviluppo del bene comune, ben conoscendo il valore del suo territorio da salvaguardare non solo come un bene economico, ma come una ricchezza spirituale , umana, culturale del suo popolo. Hanno voluto eliminarlo proprio perché era il baluardo “primo” della difesa di ciò che è comune, che appartiene a tutti; hanno fatto scempio della sua persona fisica, quasi a voler cancellare per sempre il suo volto, un simbolo di intelligenza e di umanità, con tanti colpi scaricati sul suo viso di persona perbene, dignitosa, amata: un vero gentiluomo.
L’atto e lo scempio non hanno però oltraggiato la sua nobile ed alta dignità di un uomo non comune in questo contesto civile, culturale, sociale con cui bisogna fare i conti giorno dopo giorno; d’ora in poi il suo nome, il suo sacrificio ed il suo ergersi a paladino di quel territorio, così unico, resteranno come un faro, una guida inossidabile per tutte quelle coscienze dove la linfa ne alimenta una veramente civile e democratica.
La sua vita è stata spesa all’insegna della dignità “assoluta”, perché ha detto sempre “no” ad ogni forma di arroganza e di violazione della legge, bene supremo di ogni comunità.
Per questo ha pagato con la vita. Avevo letto di lui e di qualche atto amministrativo che sembrava di Paesi lontani per l’alto senso di civiltà, come l’aver voluto porre rimedio, in concreto, ai temi ambientali, salvaguardando la bellezza del paesaggio e coniugando sviluppo e conservazione; tenere alla pulizia delle strade quasi in modo maniacale (multa per le cicche buttate per strada), il voler conservare ad ogni costo i punti di riferimento delle sue radici, una guida sicura per chi aveva una visione della vita non distorta e non lontana dai valori trasmessi dagli avi: non opportunistica, onesta, semplice, operosa, solidale, dignitosa e rispettosa.
Il cordoglio e la partecipazione al dolore della famiglia Vassallo e della comunità di Acciaroli e Pollica in provincia di Salerno sono stati espressi “in primis” dal Presidente della Repubblica e dalla stragrande maggioranza degli Italiani; ne è stato un esempio la decisione dell’ANCI di consigliare l’esposizione della bandiera a mezz’asta, in segno di lutto, nei Comuni italiani.
Anche il Parlamento Europeo ha ricordato la sua nobile figura di uomo e cittadino, impegnato nella sua realtà territoriale, ed il suo sacrificio con un minuto di silenzio.
Non era mai successo che un amministratore periferico di una piccola comunità fosse ricordato a livelli Istituzionali così altolocati. Questo onore ti è dovuto, Angelo!
Il Sindaco Angelo Vassallo, custode di valori e dall’animo nobile, sarà ricordato da tutti perché partigiano della libertà, del buon senso, della legalità, del buon amministratore, valori per i quali, per la loro difesa, ha perso la vita.
E’ solo un esempio di come si può vivere un’esistenza? Ti ricorderemo, Angelo. Addio!
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