mercoledì 15 luglio 2015

C'era una volta l'albero della cuccagna

Nella foto Angelo Mascia uno dei vincitori del gioco  
L’albero della cuccagna - a Baselice e nel Fortore veniva chiamato "palo della cuccagna" ed è stato in voga fino agli anni Ottanta (ndb) - è un gioco popolare i cui partecipanti devono cercare di prendere dei premi posti in cima ad un palo (in genere i premi sono prosciutti, capicolli o altri generi alimentari). 
Solitamente il palo viene ricoperto di grasso o altra sostanza che renda difficile l'arrampicata da parte dei concorrenti.
L’ORIGINE
L'oggetto ha una lunga storia alle sue spalle.

James Frazer fa un'ipotesi antropologica che ne colloca l'origine assai indietro nel tempo, nei culti arborei diffusi in tutta Europa a partire dall'area celtica: le feste del Maggio (tra cui spicca il Maggio di Accettura) sarebbero una persistenza degli antichi culti della fertilità, centrali presso le popolazioni agricole.

Al centro dei bisogni c'era il cibo.

Al centro della scena c'era l'Albero di Maggio, venerato come simbolo della nuova stagione e delle sue promesse di abbondanza.

Attorno c'era la festa (e le feste popolari hanno al centro il cibo, anche quando sono religiose) e la sacra rappresentazione - o la rappresentazione del sacro.

Le popolazioni germaniche onoravano in generale gli alberi e gli dei a cui essi appartenevano, e festeggiavano le nuove fioriture con "sacrifici", probabilmente offrendo agli dei focacce (Kuchen) appese all'albero consacrato.

Attorno all'albero sacro si celebravano del resto le feste principali delle civiltà agricole arcaiche: il solstizio d'estate e il solstizio d'inverno.

Le foto sono  state concesse al blog da Angelo Mascia
Di quest'uso resterebbe traccia nel Maibaum che capita di incontrare all'ingresso delle città, con la rappresentazione stilizzata dei prodotti locali, e nelle feste del Midsummer, tipiche dell'Europa settentrionale.

Una variante dello stesso culto - ma collocata nel periodo del solstizio d'inverno - sarebbe l'albero di Natale, trasferito dalla Chiesa a rendere onore a santi che segnavano l'ingresso nel nuovo anno, come san Nicola (il Santa Klaus del nord Europa).

I condizionali nascono dal fatto che, data la sua natura popolare, non risultano attestazioni scritte circa l'evoluzione del fenomeno.

È certo comunque che, nelle lingue europee, esistono termini diversi per indicare queste scene attorno all'albero, probabilmente scaturite da un'unica fonte, ma diverse nello sviluppo e nel senso.

Il NOME

L'albero della Cuccagna sembra dunque essere quanto resta dell'arcaico albero sacro di maggio, spogliato di ogni magia e di ogni significato sacrale, e ridotto a gioco nel quale i giovani andavano alla conquista di proteine e calorie aggiuntive, nonché dell'ammirazione delle ragazze spettatrici delle loro esibizioni.
All'origine del termine "Cuccagna" c'è probabilmente la radice latina coq- quella di cucina (coquina), ma anche di "cake" e "kuche".
(tratto da wikipedia)



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