“La bozza di federalismo fiscale rischia di far collassare i comuni del Sud del Paese. La maggiore autonomia finanziaria annunciata dal Ministro Calderoli sarà difficilmente sostenibile dalle amministrazioni locali, in particolare da quelle del Mezzogiorno”.
Questo è il commento del segretario della CGIA di Mestre, Giuseppe Bortolussi, a seguito delle dichiarazioni del Ministro della Semplificazione normativa sulla bozza di federalismo fiscale attualmente in discussione. Una preoccupazione concreta, quella di Bortolussi, perché basata sui numeri e su una dettagliata indagine condotta dall’Ufficio Studi dell’associazione artigiani mestrina. Una mappatura delle difficoltà dei comuni italiani calcolata sul rapporto tra entrate proprie e spese correnti.
Ebbene, rispetto ad un saldo negativo medio nazionale per comune pari a 1 milione 132mila euro, emergono i dati sconfortanti dei comuni della Campania, dove la media del saldo negativo per ciascuna amministrazione è di 2 milioni 723 mila euro; e non va meglio in Puglia dove la differenza tra entrate proprie e spesa corrente è di 2 milioni 518 mila euro. Anche in Basilicata, poi, le difficoltà dei comuni sono notevoli nel far quadrare i bilanci. In media ciascun comune lucano ha un saldo negativo tra entrate tributarie e spese correnti di un milione 301 mila euro. Mentre in Calabria si arriva a quota 1 milione 188 mila. Cifre ben lontane da quelle dei comuni del Nord dove si va dai 364 mila euro di saldo negativo per ciascun comune piemontese ai 127 mila della Lombardia, dai 712 mila di quelli della Liguria ai 288 mila del Veneto ai 642 mila dell’Emilia Romagna. E anche i comuni delle Regioni centrali - ad esclusione di quelli dell’Umbria che sfiorano un milione 800 mila euro di saldo negativo – si distanziano da quelli del Sud. A confermarlo sono i dati rilevati dagli esperti dell’Ufficio Studi della Cgia di Mestre.
In ogni caso la misura proposta dal Ministro Calderoli non farebbe ‘soffrire’ solo il Sud. Perché i saldi negativi comunali sono a dir poco ‘cosa di tutti gli italiani’. In effetti, gli unici a far rilevare saldi positivi tra i comuni capoluogo di provincia sono: Belluno dove il saldo arriva a quota 1 milione 180 mila euro; Forlì con 1 milione 233 mila di bilancio positivo e Biella con 630 mila euro di saldo positivo. Questi gli unici tre comuni in cui le entrate proprie sono superiori alla spesa corrente.
Ovvero Quelli in cui il tasso di copertura della spesa corrente con entrate proprie supera il 100%. Ultimi comuni in questa graduatoria sono ancora una volta quelli del Sud, dove i tassi di copertura scendono vertiginosamente sotto a quota 50%.
domenica 24 agosto 2008
sabato 23 agosto 2008
San Bartolomeo, tre giorni dedicati all’emigrazione e Rocky Marciano
Emigrazione e Rocky Marciano. Un filo invisibile lega i due fenomeni (uno sociale l’altro sportivo) al Fortore. E per rivivere tutto ciò che l’Istituto comprensivo di San Bartolomeo in Galdo (Benevento) ha organizzato col patrocinio del Comune e in collaborazione con l’Associazione nazionale famiglie emigranti e la Regione Campania, una manifestazione dal titolo “Il Fortore terra di migranti”.
Una tre giorni di mostre per ripercorre un avvenimento che ha segnato, nel bene e nel male, questo territorio. Da domani gli interessati potranno visitare, sino al 25 agosto presso la scuola elementare in via Costa, la mostra di ricamo e quella sugli emigranti sanbartolomeani.
Da non perdere la mostra fotografica dedicata al grande pugile italo-americano Rocky Marciano, di padre abruzzese e madre fortorina. Pasqualina Picciuto, infatti, nasce a San Bartolomeo in Galdo nel 1902 ed emigrò giovanissima negli Stati uniti d’America. È censita erroneamente dall’ufficio emigrazione con nazionalità greca. Solo da pochi anni si è scoperto che la madre del Campione era di origine fortorina.
La mostra dunque ripercorre la vita e la carriera di Rocky. Una galleria fotografica in cui il visitatore può immergersi e rivivere i momenti agonistici più importanti del boxer 49 volte campione imbattuto. Un percorso fatto di sudore e sangue. Di pugili che si arrendono al cospetto forse del più grande boxer di tutti i tempi: Rocky Marciano.
La manifestazione sarà chiusa da un convegno che si terrà nel pomeriggio del 25 agosto presso il teatro comunale del comune fortorino.
giovedì 21 agosto 2008
Il Municipalismo nel Mezzogiorno di oggi a Venticano
Nel sessantesimo anniversario dell’autonomia comunale del piccolo Comune di Venticano in provincia di Avellino i sindaci dei piccoli Comuni italiani si ritrovano per riflettere sul ruolo dei Municipi ed in particolare sul Municipalismo nel Mezzogiorno di oggi. L’importante manifestazione si terrà lunedi 25 agosto 2008 alle ore 18 in Piazza A.Verardo nello splendido scenario di Venticano nel Sannio più bello. Le riflessioni sul ruolo della musicalità nel Mezzogiorno di oggi sono affidate al Portavoce dei Piccoli Comuni italiani, Virgilio Caivano ed al Responsabile ANCI Piccoli Comuni, Paolo Belmonte. Ad aprire i lavori moderati dal giornalista de “Il Mattino”, Gian Pietro Fiore, il sindaco di Venticano, Michelangelo Ciarcia. Prevista la presenza dei sindaci di piccoli Comuni del Nord e del Sud dell’Italia, di esponenti politici e del mondo culturale del Mezzogiorno d’Italia.
“L’iniziativa di Venticano assume una valenza particolare - dichiara Virgilio Caivano – perché rappresenta una risposta vera con il nostro municipalismo sturziano alla propaganda leghista di un federalismo cattivo e soprattutto dannoso per le piccole comunità locali. Alla dannosa ipotesi di reintroduzione dell’odiosa tassa sulla casa per fare cassa, noi rispondiamo con la necessità di aprire dal basso una nuova stagione della responsabilità amministrativa della cosa pubblica. Il municipalismo sturziano, equo e solidale, fondato sul principio della sussidiareità è la vera risposta alla pressante domanda di partecipazione e di realizzazione di quella rete di servizi locali indispensabile per guardare al futuro. Il Mezzogiorno d’Italia – avverte l’anima di Piccoli Comuni - è ormai ad un punto di svolta e pensare alla spesa pubblica inutile ed improduttiva con lo sguardo rivolto al passato equivale ad una condanna certa al declino per le piccole comunità locali. Innovazione e ricerca, agricoltura di qualità ed energia le sfide vere per una classe dirigente che si ritiene tale. Le misure comunitarie e le politiche regionali sono contro una moderna forma di municipalismo del Mezzogiorno ed allora – la proposta di Virgilio Caivano - occorre uno sforzo in termini di qualità progettuale da parte delle Istituzioni locali che debbono abbandonare al loro destino le lobbies dei tecnici e del cemento per guardare ai bisogni concreti della gente. Al Sud - le conclusioni del leader di Piccoli Comuni – non so le risorse economiche che mancano, quello che serve è l’utilizzo intelligente e produttivo del flussi finanziari. Il municipalismo è la vera risposta al finto federalismo leghista attenta alla difesa dei particolari e dei privilegi economici dei pochi a discapito delle masse e della complessità del nostro Paese”.
“L’iniziativa di Venticano assume una valenza particolare - dichiara Virgilio Caivano – perché rappresenta una risposta vera con il nostro municipalismo sturziano alla propaganda leghista di un federalismo cattivo e soprattutto dannoso per le piccole comunità locali. Alla dannosa ipotesi di reintroduzione dell’odiosa tassa sulla casa per fare cassa, noi rispondiamo con la necessità di aprire dal basso una nuova stagione della responsabilità amministrativa della cosa pubblica. Il municipalismo sturziano, equo e solidale, fondato sul principio della sussidiareità è la vera risposta alla pressante domanda di partecipazione e di realizzazione di quella rete di servizi locali indispensabile per guardare al futuro. Il Mezzogiorno d’Italia – avverte l’anima di Piccoli Comuni - è ormai ad un punto di svolta e pensare alla spesa pubblica inutile ed improduttiva con lo sguardo rivolto al passato equivale ad una condanna certa al declino per le piccole comunità locali. Innovazione e ricerca, agricoltura di qualità ed energia le sfide vere per una classe dirigente che si ritiene tale. Le misure comunitarie e le politiche regionali sono contro una moderna forma di municipalismo del Mezzogiorno ed allora – la proposta di Virgilio Caivano - occorre uno sforzo in termini di qualità progettuale da parte delle Istituzioni locali che debbono abbandonare al loro destino le lobbies dei tecnici e del cemento per guardare ai bisogni concreti della gente. Al Sud - le conclusioni del leader di Piccoli Comuni – non so le risorse economiche che mancano, quello che serve è l’utilizzo intelligente e produttivo del flussi finanziari. Il municipalismo è la vera risposta al finto federalismo leghista attenta alla difesa dei particolari e dei privilegi economici dei pochi a discapito delle masse e della complessità del nostro Paese”.
Appunti di viaggio: il mondo in una stanza
E’ stata inaugurata ieri mattina la mostra fotografica “Appunti di viaggio” di Domenico Vinciguerra e Amalia Agostinelli. I due fotografi hanno messo in mostra gli scatti più belli dei loro tanti viaggi per il mondo. Naturalmente la coppia non ha voluto far mancare alla loro collezione i luoghi e i volti della loro terra: il Fortore.
Terra a cui Domenico e Amalia si sentono molto legati. E partendo da San Bartolomeo, Domenico e Amalia hanno ripercorso la loro esperienza di viaggiatori che va dalle coste campane a quelle siciliane. Scorci di Ponza e di Rimini si confondono tra i volti e i luoghi più esotici: il Sultanato dell’Oman, fino alla Thailandia. Dal Mar Rosso fino ai Carabi. Un angolo speciale la coppia Vinciguerra l’ha dedicata a Cuba, dove i coniugi con i loro obiettivi hanno colto i volti più singolari dell’isola caraibica. I due professionisti dell’obiettivo hanno messo a fuoco le contraddizioni di un angolo meraviglioso e allo stesso tempo dannato del Mar Caraibico.
La mostra, allestita a San Bartolomeo in Galdo, in Piazza Garibaldi, si protrarrà fino al 26 agosto prossimo.
martedì 19 agosto 2008
Redditi in picchiata nell'ultimo decennio: nel Fortore i comuni sanniti più poveri
Quattro comuni del Sannio sono tra i più poveri d’Italia quanto a reddito per contribuente. Si tratta di centri che si trovano nell’area del Fortore. In fondo alla classifica c’è Castelpagano che ha riscontrato una flessione del 14,1% nel reddito individuale nel periodo tra il 1999 e il 2007. I dati sono stati offerti dal quotidiano economico e finanziario “Il Sole 24Ore”. Castelpagano è all’undicesimo posto con 4.889 euro per contribuente mentre il record spetta a Platì, in provincia di Reggio Calabria.
Seguono Castelfranco in Mescano al sedicesimo posto con un reddito per contribuente di 5.006, con una flessione del 18,1% rispetto agli anni precedenti. Castelvetere in Valfortore è al trentaduesimo posto con un reddito di 5.238 con una flessione del 6%. C’è poi San Giorgio La Molara con 5.238 di reddito per abitante nel 2007 che si colloca al trentaduesimo posto con una flessione del 15,5% rispetto al passato. La città capoluogo è al 95esimo posto in classifica con un reddito individuale pari a 10.486. Anche in questo caso c’è stata una flessione stimabile nell’8,4% (...).
(tratto da il quaderno.it)
Seguono Castelfranco in Mescano al sedicesimo posto con un reddito per contribuente di 5.006, con una flessione del 18,1% rispetto agli anni precedenti. Castelvetere in Valfortore è al trentaduesimo posto con un reddito di 5.238 con una flessione del 6%. C’è poi San Giorgio La Molara con 5.238 di reddito per abitante nel 2007 che si colloca al trentaduesimo posto con una flessione del 15,5% rispetto al passato. La città capoluogo è al 95esimo posto in classifica con un reddito individuale pari a 10.486. Anche in questo caso c’è stata una flessione stimabile nell’8,4% (...).
(tratto da il quaderno.it)
lunedì 18 agosto 2008
Pontelandolfo, commemorata la strage del 1861
Pontelandolfo è un comune di 2.518 abitanti della provincia di Benevento e dista solo 35 Km dal capoluogo di provincia. Pontelandolfo è purtroppo noto per essere stato, insieme con Casalduni, il 14 agosto 1861, teatro di un feroce eccidio, indiscriminatamente perpetrato dalle truppe sabaude sulle popolazioni civili inermi dei due comuni, come rappresaglia del massacro di 40 soldati e 4 Carabinieri fatti prigionieri, avvenuto nei giorni precedenti per mano di circa 200 reazionari (anzi sarebbe meglio chiamarli "Partigiani") borbonici nel contesto storico del conflitto che insanguinò il Sud Italia. Per vendetta un battaglione di 500 "Bersaglieri", comandati dal Colonnello Gaetano NEGRI, successivamente eletto Sindaco di Milano, massacrò oltre 200 cittadini e distrusse il paese incendiandolo. Moltissime donne furono stuprate prima di esser assassinate e non furono mai ufficialmente forniti dati ufficiali sul numero totale dei morti ammazzati. Stragi simili avvennero anche a Scurcola Marsicano, Pizzoli, Isernia, Montefalcione. Alla strage, il gruppo musicale degli "Stormi Six" ha dedicato la canzone che si chiama proprio "Pontelandolfo". Come ogni anno, Fiore MARRO, segretario nazionale dei "Comitati delle Due Sicilie", associazione culturale filoborbonico, commemora l'avvenimento e così giovedì 14 agosto scorso, insieme al Presidente Nazionale Vozza e con la presenza di decine di esponenti dei diversi comitati sparsi per tutta la penisola, hanno degnamente commemorare i "partigiani" borbonici che l'invasore sabaudo ha fatto passare alla Storia come "briganti".
Dal nord sono giunti il coordinatore per il Veneto Mario Moccia accompagnato dal direttore del mensile "Due Sicilie", l'avvocato Antonio Pagano, poi i Nicola Graniello e Massimo Dentice, napoletani doc direttamente da Brescia, ed ancora i rappresentanti dell'Emilia Marco Fortunato, Luigi Costantino e Alessandro Calvo. C'erano anche i pugliesi con in testa il coordinatore Ezio Spina e Gaetano Marabello e Diego Eramo, il direttore di "Bisceglie15giorni" Salvatore Valentino e Giovanni Mustafà Palmulli da Foggia. La Calabria era rappresentata da Duccio Mallamaci, mentre la Campania l'ha fatta da padrone assoluto in questo evento celebrativo, oltre al "reggimento" Caserta con a capo il coordinatore Mauro Giaquinto, Antonio Riccio, il professore Pasquale Cervo da Caiazzo, Ilario Simonetta, Giovanni Salemi e gli amici dell'alto casertano oggi ribattezzata Ciociaria, Ferdinando Corradini, Argentino D'Arpino ed il responsabile del sito CDS Lazio Alfonso Vellucci.
I napoletani erano capitanati dal dott. Eduardo Vitale, direttore de "L'Alfiere". Napoli CDS aveva in sua rappresentanza i giovani Angelo D'Ambra e Stefano Lo Passo, presente poi l'associazione "Esperide: centro studi Due Sicilie" con Antonio De Innocentis e Rosario Mascolo e l'editore Pietro Golia. Da Benevento l'ingegnere Di Donato e l'attore Enzo Morzillo, mentre il coordinatore Nicola Longobardi con Nello Esposito e Gennaro Cesarano sono venuti da Castellammare di Stabia. Eppoi Luigi De Angelis, Massimo Cuofano, Diana Damiano e Emilio Barretta e Vincenzo D'Amico di Nocera Inferiore. Padrone di casa il coordinatore dei Comitati Due Sicilie Renato Rinaldi, anima del riuscito evento.
(Fonte: www.casertanews.it)
Dal nord sono giunti il coordinatore per il Veneto Mario Moccia accompagnato dal direttore del mensile "Due Sicilie", l'avvocato Antonio Pagano, poi i Nicola Graniello e Massimo Dentice, napoletani doc direttamente da Brescia, ed ancora i rappresentanti dell'Emilia Marco Fortunato, Luigi Costantino e Alessandro Calvo. C'erano anche i pugliesi con in testa il coordinatore Ezio Spina e Gaetano Marabello e Diego Eramo, il direttore di "Bisceglie15giorni" Salvatore Valentino e Giovanni Mustafà Palmulli da Foggia. La Calabria era rappresentata da Duccio Mallamaci, mentre la Campania l'ha fatta da padrone assoluto in questo evento celebrativo, oltre al "reggimento" Caserta con a capo il coordinatore Mauro Giaquinto, Antonio Riccio, il professore Pasquale Cervo da Caiazzo, Ilario Simonetta, Giovanni Salemi e gli amici dell'alto casertano oggi ribattezzata Ciociaria, Ferdinando Corradini, Argentino D'Arpino ed il responsabile del sito CDS Lazio Alfonso Vellucci.
I napoletani erano capitanati dal dott. Eduardo Vitale, direttore de "L'Alfiere". Napoli CDS aveva in sua rappresentanza i giovani Angelo D'Ambra e Stefano Lo Passo, presente poi l'associazione "Esperide: centro studi Due Sicilie" con Antonio De Innocentis e Rosario Mascolo e l'editore Pietro Golia. Da Benevento l'ingegnere Di Donato e l'attore Enzo Morzillo, mentre il coordinatore Nicola Longobardi con Nello Esposito e Gennaro Cesarano sono venuti da Castellammare di Stabia. Eppoi Luigi De Angelis, Massimo Cuofano, Diana Damiano e Emilio Barretta e Vincenzo D'Amico di Nocera Inferiore. Padrone di casa il coordinatore dei Comitati Due Sicilie Renato Rinaldi, anima del riuscito evento.
(Fonte: www.casertanews.it)
venerdì 8 agosto 2008
Bonifica discarica Sant'Arcangelo Trimonte
Sulle misure di sicurezza per la discarica di rifiuti di contrada Nocecchie di Sant’Arcangelo Trimonte (Bn) si è svolta una assemblea pubblica presso la Sala consiliare comunale. Erano presenti: il sindaco di Sant’Arcangelo Trimonte, Aldo Giangregorio; l’assessore provinciale all’ambiente, Gianluca Aceto; l'ingegnere della società di monitoraggio Daneco, Marco Leone; i tecnici dell'Arpac; i rappresentanti del comitato civico CODISAM; amministratori e cittadini.
L'incontro, sollecitato dal CODISAM la scorsa settimana, verteva sul mancato avvio della bonifica delle due discariche preesistenti in Sant’Arcangelo Trimonte, nonostante il progetto prevedesse tale soluzione come prioritaria. Si è pertanto appreso dall'Arpac che, entro le prossime due settimane, saranno disponibili gli ultimi esami relativi alla caratterizzazione dei rifiuti presenti nelle discariche preesistenti: e se, come si ritiene, i risultati saranno positivi, potrà finalmente avviarsi la bonifica con il trasferimento dei rifiuti nel nuovo sito, più idoneo e sicuro. Anche i tempi dell'operazione, tra settembre ed ottobre, sembrano migliori rispetto a quelli della piena estate. Si è quindi appreso che Comune e Provincia sigleranno un protocollo d'intesa per investire ufficialmente l'Arpac della verifica dei dati che la Daneco ha già iniziato a monitorare, così come previsto dal Piano di sorveglianza e controllo, mentre sarà fatta salva la facoltà per i cittadini di commissionare ulteriori controlli ad altri Laboratori di fiducia. E' stato inoltre stabilito che la Provincia di Benevento nomini un proprio tecnico all'interno della Commissione di vigilanza, al fine di supportarne l'azione e di garantire un migliore e più tempestivo coordinamento.
Da parte sua, la Daneco ha riconosciuto alcune disfunzioni nei controlli, dei quali si è pubblicamente scusata, assicurando che saranno presi i provvedimenti utili a che esse non abbiano più a ripetersi. La stessa Impresa ha inoltre assicurato che i rappresentanti dei cittadini potranno accedere alla discarica e richiedere chiarimenti in ogni momento. Proseguono, intanto, i lavori di approntamento del piano integrato di valorizzazione del territorio e delle produzioni agricole e allevatoriali locali, per la cui definizione i rappresentanti dei Comuni ricadenti nella zona della discarica hanno già svolto numerose riunioni tecniche. Al Prefetto di Benevento sono state comunicate ulteriori richieste di finanziamento di opere pubbliche a servizio degli impianti di smaltimento rifiuti, come la strada collegante Sant’Arcangelo Trimonte alla Stazione di Apice: il piano di interventi dovrà comunque essere definitivamente chiuso entro il prossimo 30 settembre. Una prima assegnazione di risorse finanziarie ha riguardato tutti gli interventi richiesti dai Comuni di Sant’Arcangelo Trimonte, Apice, Buonalbergo e Paduli.
Inoltre, come si ricorderà, sono state finanziate anche le opere richieste dai Comuni di Fragneto Monforte e Casalduni, sui cui territori insistono siti di stoccaggio di cosiddette ecoballe e l'impianto ex CDR. Finanziate anche le opere richieste dalla Provincia, riguardanti il risanamento ambientale e la valorizzazione di torrenti e corsi d'acqua viciniori ai siti sensibili; un parco fluviale in comune di Paduli; nonché interventi per il monitoraggio ambientale delle zone interessate dalle discariche.
(fonte: www.provincia.benevento.it)
L'incontro, sollecitato dal CODISAM la scorsa settimana, verteva sul mancato avvio della bonifica delle due discariche preesistenti in Sant’Arcangelo Trimonte, nonostante il progetto prevedesse tale soluzione come prioritaria. Si è pertanto appreso dall'Arpac che, entro le prossime due settimane, saranno disponibili gli ultimi esami relativi alla caratterizzazione dei rifiuti presenti nelle discariche preesistenti: e se, come si ritiene, i risultati saranno positivi, potrà finalmente avviarsi la bonifica con il trasferimento dei rifiuti nel nuovo sito, più idoneo e sicuro. Anche i tempi dell'operazione, tra settembre ed ottobre, sembrano migliori rispetto a quelli della piena estate. Si è quindi appreso che Comune e Provincia sigleranno un protocollo d'intesa per investire ufficialmente l'Arpac della verifica dei dati che la Daneco ha già iniziato a monitorare, così come previsto dal Piano di sorveglianza e controllo, mentre sarà fatta salva la facoltà per i cittadini di commissionare ulteriori controlli ad altri Laboratori di fiducia. E' stato inoltre stabilito che la Provincia di Benevento nomini un proprio tecnico all'interno della Commissione di vigilanza, al fine di supportarne l'azione e di garantire un migliore e più tempestivo coordinamento.
Da parte sua, la Daneco ha riconosciuto alcune disfunzioni nei controlli, dei quali si è pubblicamente scusata, assicurando che saranno presi i provvedimenti utili a che esse non abbiano più a ripetersi. La stessa Impresa ha inoltre assicurato che i rappresentanti dei cittadini potranno accedere alla discarica e richiedere chiarimenti in ogni momento. Proseguono, intanto, i lavori di approntamento del piano integrato di valorizzazione del territorio e delle produzioni agricole e allevatoriali locali, per la cui definizione i rappresentanti dei Comuni ricadenti nella zona della discarica hanno già svolto numerose riunioni tecniche. Al Prefetto di Benevento sono state comunicate ulteriori richieste di finanziamento di opere pubbliche a servizio degli impianti di smaltimento rifiuti, come la strada collegante Sant’Arcangelo Trimonte alla Stazione di Apice: il piano di interventi dovrà comunque essere definitivamente chiuso entro il prossimo 30 settembre. Una prima assegnazione di risorse finanziarie ha riguardato tutti gli interventi richiesti dai Comuni di Sant’Arcangelo Trimonte, Apice, Buonalbergo e Paduli.
Inoltre, come si ricorderà, sono state finanziate anche le opere richieste dai Comuni di Fragneto Monforte e Casalduni, sui cui territori insistono siti di stoccaggio di cosiddette ecoballe e l'impianto ex CDR. Finanziate anche le opere richieste dalla Provincia, riguardanti il risanamento ambientale e la valorizzazione di torrenti e corsi d'acqua viciniori ai siti sensibili; un parco fluviale in comune di Paduli; nonché interventi per il monitoraggio ambientale delle zone interessate dalle discariche.
(fonte: www.provincia.benevento.it)
mercoledì 6 agosto 2008
Legambiente: 1.650 comuni a rischio di estinzione
E’ un’Italia a due velocità, da una parte quella di un vero e proprio miracolo italiano che è la capacità dei territori di fare rete e sistema, dall’altra quella di un numero crescente di comuni sempre più interessati dal “disagio insediativo”. Un disagio che se nel 1996 colpiva 2.830 comuni, nel 2006 ne ha interessati 3.556 e con una previsione di 4.395 comuni per il 2016 (in pratica uno su due) dei quali, in assenza di interventi, 1.650 sono destinati a diventare vere e proprie “ghost town”. Un fenomeno che da territori marginali o marginalizzati comincia a interessare aree di più ampie dimensioni mettendo a rischio non solo i piccoli comuni, ma anche oltre la metà di quelli con meno di 10.000 abitanti: è quanto emerge dal rapporto di Confcommercio-Legambiente sull’Italia del disagio insediativo “1996/2016 - Eccellenze e ghost town nell’Italia dei piccoli comuni” realizzato in collaborazione con Serico-Gruppo Cresme.
COSA VUOL DIRE “DISAGIO INSEDIATIVO”
Le condizioni che portano al disagio in molti comuni italiani sono da ricercare, oltre che in una debolezza insediativa della popolazione residente (calo delle nascite, aumento della popolazione anziana, ecc.) anche in condizioni evidenti di impoverimento delle potenzialità produttive e dei talenti, con indici economici che segnalano la debolezza strutturale di queste aree da cui deriva lo scarso appeal verso l’esterno e, di conseguenza, la capacità di attrarre e accogliere nuovi cittadini, nuovi abitanti, nuove famiglie ed imprese.
Occorre sottolineare che le differenze non sono tanto tra montagna, collina, pianura e città, quanto all’interno delle medesime categorie. Ovvero, c’è una montagna ricca e una montagna impoverita, una collina valorizzata e una dimenticata, ci sono città al passo con i cambiamenti imposti dall’economia della globalizzazione e altre in forte ritardo.
Il dato più rilevante nel confronto 1996/2006 è l’aumento, non solo del numero (con relativo territorio e popolazione interessata), ma anche della dimensione media di questi comuni. E, aumentando la dimensione media, è cresciuta la soglia critica al di sotto della quale si realizzano e si evidenziano le condizioni del disagio insediativo. Che, quindi, non è più solo un fenomeno circoscritto a territori marginali, ma si allarga e si estende a quelli di più ampie dimensioni. Ciò è indubbiamente legato ad un maggior depauperamento territoriale, con conseguente diminuzione, in una sorta di circolo vizioso, dei servizi alle persone e alle imprese, oltre ad un elevato indice di vecchiaia e a un basso valore della natalità e dell’immigrazione.
Lo studio, evidenziando che di questi comuni ben il 95,4% (3.408 su 3.558 totali) ha meno di 10.000 abitanti, indica tale valore come soglia dimensionale critica.
(fonte: legambiente.it)
COSA VUOL DIRE “DISAGIO INSEDIATIVO”
Le condizioni che portano al disagio in molti comuni italiani sono da ricercare, oltre che in una debolezza insediativa della popolazione residente (calo delle nascite, aumento della popolazione anziana, ecc.) anche in condizioni evidenti di impoverimento delle potenzialità produttive e dei talenti, con indici economici che segnalano la debolezza strutturale di queste aree da cui deriva lo scarso appeal verso l’esterno e, di conseguenza, la capacità di attrarre e accogliere nuovi cittadini, nuovi abitanti, nuove famiglie ed imprese.
Occorre sottolineare che le differenze non sono tanto tra montagna, collina, pianura e città, quanto all’interno delle medesime categorie. Ovvero, c’è una montagna ricca e una montagna impoverita, una collina valorizzata e una dimenticata, ci sono città al passo con i cambiamenti imposti dall’economia della globalizzazione e altre in forte ritardo.
Il dato più rilevante nel confronto 1996/2006 è l’aumento, non solo del numero (con relativo territorio e popolazione interessata), ma anche della dimensione media di questi comuni. E, aumentando la dimensione media, è cresciuta la soglia critica al di sotto della quale si realizzano e si evidenziano le condizioni del disagio insediativo. Che, quindi, non è più solo un fenomeno circoscritto a territori marginali, ma si allarga e si estende a quelli di più ampie dimensioni. Ciò è indubbiamente legato ad un maggior depauperamento territoriale, con conseguente diminuzione, in una sorta di circolo vizioso, dei servizi alle persone e alle imprese, oltre ad un elevato indice di vecchiaia e a un basso valore della natalità e dell’immigrazione.
Lo studio, evidenziando che di questi comuni ben il 95,4% (3.408 su 3.558 totali) ha meno di 10.000 abitanti, indica tale valore come soglia dimensionale critica.
(fonte: legambiente.it)
martedì 5 agosto 2008
Don Franco Iampietro: amministratori insensibili
Dopo due mesi di silenzio da parte della politica, don Franco Iampietro ritorna sui problemi che affliggono il Fortore e lo fa dalle colonne del quotidiano online “ilquaderno.it”.
“Non è cambiato nulla – ha affermato Don Franco al giornale diretto da Carlo Panella -. L’ospedale non è stato completato. La strada è ancora interrotta. Sono alcuni giorni che non ci stanno proprio più lavorando. In seguito all’appello e a un iniziale interessamento mediatico nessuno si è più occupato di noi. Nessuno ci ha contattati. Nessun politico, neppure i nuovi amministratori provinciali, in linea con i precedenti. Silenzio assoluto, come del resto, ci aspettavamo”.
E sempre dal giornale online lancia un nuovo appello. “Non so cosa vorrei dire – ha risposto -. Purtroppo, l’insensibilità di chi ci amministra va oltre l’immaginabile. L’appello è chiedere che qualcuno prenda a cuore la situazione per cercare di risolverla. Ma non credo che avvenga. C’è molta, molta indifferenza”.
lunedì 4 agosto 2008
Piccoli Comuni sostengono progetto Coldiretti
Il progetto per il Paese presentato dal Presidente della Coldiretti nazionale Sergio Marini trova il pieno ed incondizionato sostegno del Coordinamento Nazionale dei Piccoli Comuni italiani – a sostenerlo il portavoce di Piccoli Comuni, Virgilio Caivano – Il rilancio della nostra agricoltura in termini di qualità ed eccellenza è il passaggio strategico per portare il Paese fuori dalla crisi economica e soprattutto rispondere concretamente alla urgente necessità di produzioni agricole distintive, identitarie, sicure, fortemente legate ai territori in grado di sfuggire ai criteri di sostituibilità dei prodotti che i processi di globalizzazione inevitabilmente si tirano dietro. La dimensione di eccellenza della nostra agricoltura - ha sostenuto il Presidente della Coldiretti all’Assemblea nazionale di Roma – si nutre di qualità cha a sua volta non è un carattere astratto, una leva di marketing, ma la risposta a una domanda crescente dei consumatori italiani e internazionali. Una domanda che si alimenta di molte componenti ognuna delle quali è un patrimonio di tutti da custodire perché continuamente minacciato da tentativi di espropriazione o di sfruttamento improprio”.
La promozione del Made in Italy e quindi la sua qualità ci trova in perfetta sintonia con Coldiretti – afferma deciso il leader di Piccoli Comuni – le richieste di Coldiretti sono le nostre richieste. Al Governo chiediamo di promuovere tutte le politiche che vanno in questa direzione: dalle norme sull’etichettatura obbligatoria, alla difesa delle prassi antiomolgative volte alla valorizzare le istintività territoriali, dalla lotta alla contraffazione e alle sofisticazioni a quella contro l’agropirateria e le imitazioni. La nostra legislazione lascia ancora zone franche - l’invito al Parlamento italiano ad attivarsi – in cui trasparenza e sicurezza possono essere aggirate. Un lusso che non possiamo permetterci nel rispetto delle aspettative di chi produce e di chi consuma”.
Il Coordinamento dei Piccoli Comuni ringrazia la Coldiretti per l’invito rivolto al Portavoce Virgilio Caivano in occasione dell’Assemblea Nazionale e riconferma l’impengo ad un cammino comune a favore di una forte agricoltura di qualità anche come risposta alle attese di sviluppo dei 5634 piccoli Comuni italiani.
La promozione del Made in Italy e quindi la sua qualità ci trova in perfetta sintonia con Coldiretti – afferma deciso il leader di Piccoli Comuni – le richieste di Coldiretti sono le nostre richieste. Al Governo chiediamo di promuovere tutte le politiche che vanno in questa direzione: dalle norme sull’etichettatura obbligatoria, alla difesa delle prassi antiomolgative volte alla valorizzare le istintività territoriali, dalla lotta alla contraffazione e alle sofisticazioni a quella contro l’agropirateria e le imitazioni. La nostra legislazione lascia ancora zone franche - l’invito al Parlamento italiano ad attivarsi – in cui trasparenza e sicurezza possono essere aggirate. Un lusso che non possiamo permetterci nel rispetto delle aspettative di chi produce e di chi consuma”.
Il Coordinamento dei Piccoli Comuni ringrazia la Coldiretti per l’invito rivolto al Portavoce Virgilio Caivano in occasione dell’Assemblea Nazionale e riconferma l’impengo ad un cammino comune a favore di una forte agricoltura di qualità anche come risposta alle attese di sviluppo dei 5634 piccoli Comuni italiani.
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