(Sanniopress) – Da qualche giorno è improvvisamente cambiata la gerenza del Sannio Quotidiano. Dapprima è misteriosamente scomparso il nome del redattore capo, Enzo Spiezia. Poi è toccato a Franco Santo che, oltre ad essere il responsabile delle pagine sportive, ricopriva anche la carica di amministratore unico della società cooperativa Pagine Sannite, che edita il giornale. La figura dell’amministratore unico è stata temporaneamente sostituita con l’indicazione del presidente della cooperativa, Geremia Furno, e dei consiglieri, Luigi Barone (che, ricordiamolo, riveste anche la carica di portavoce provinciale del Pdl) e Vincenza Nunziato (responsabile delle pagine culturali del giornale).
In pratica, una nutrita pattuglia di giornalisti del Sannio Quotidiano guidata da Enzo Spiezia e Franco Santo è “trasmigrata” sulla sponda irpina di Ottopagine, il quotidiano acquistato nei mesi scorsi dal presidente del Benevento Calcio, Oreste Vigorito. Quotidiano che, come avevamo anticipato in esclusiva, si appresta a sbarcare la prossima settimana in provincia di Benevento con un’edizione locale. Uno sbarco che è stato preceduto in questi giorni da una capillare campagna di affissioni.
www.sanniopress.it
venerdì 20 aprile 2012
lunedì 16 aprile 2012
Pioggia di pale su San Bartolomeo in Galdo
Con un annuncio pubblicato sul quotidiano “Il Mattino” del giorno 13/04/2012, la Costruzioni Gallo srl con sede legale a Torino e sede amministrativa e commerciale a Pinerolo (TO), da avviso di aver depositato richiesta di giudizio di compatibilità ambientale relativa ad un progetto per la realizzazione di un parco eolico (10 aerogeneratori per una potenza complessiva pari a di 30 MW), in località Toppo Titoli del comune di San Bartolomeo in Galdo (BN). Copia della documentazione è stata depositata presso la Regione Campania, (settore Tutela Ambiente), Provincia di Benevento (assessorato Attività Produttive) e comune di San Bartolomeo in Galdo (presso ufficio tecnico). Entro 60 giorni a partire dalla data di pubblicazione dell’avviso, possono essere presentate osservazioni in forma scritta sull’opera in oggetto all’indirizzo: Regione Campania – AGC05 – Settore 02 Tutela dell’Ambiente – Via De Gasperi 28 – 80133 Napoli.
Oltre presente progetto bisogna sottolineare come nel territorio di San Bartolomeo in Galdo sono in essere altri progetti per la nascita di parchi eolici. Sono infatti in fase di autorizzazione presso le autorità regionali campane parchi eolici di diverse aziende, e nello specifico;
- Renergy srl di Milano per una potenza totale di 13,8 MW
- Irpinia Vento di Roma per una potenza totale di 32 MW
- Capital Consulting srl di Napoli, che ha invece in essere ben due iniziative di potenza totale pari rispettivamente a 42 MW e 90 MW.
Nonostante l’opposizione del comune e della popolazione locale, qualora tutte le iniziative fossero autorizzate dalla Regione (che e’ l’organo deputato ad autorizzare questi impianti) sulla sola San Bartolomeo si realizzerebbero parchi eolici per una potenza complessiva pari a 207,8 MW con uno stravolgimento paesaggistico senza pari.
www.viadalvento.org
mercoledì 11 aprile 2012
Il Comune di Baselice e la giunta straordinaria per i forestali
Dopo che i lavoratori forestali hanno deciso lo stato di agitazione permanente, il sindaco del Comune di Baselice, Domenico Canonico, su proposta dell’assessore, nonché vicepresidente della Comunità Montana del Fortore, Salvatore Brancaccio, ha indetto una giunta straordinaria, da tenersi nei prossimi giorni, per affrontare i gravi problemi economici in cui versano i 18 lavoratori locali che dal mese di ottobre non percepiscono lo stipendio. Allo studio dell’amministrazione Canonico c’è la volontà di esentare dalle tasse (Irpef, Tarsu e Imu) le famiglie baselicesi che si trovano in questa situazione.
«La nostra amministrazione ha deciso di essere solidale con queste persone in modo concreto - affermano in una nota congiunta Canonico e Brancaccio -, per questo stiamo studiando il modo di sgravarle dalla pressione fiscale che è di nostra competenza».
mercoledì 4 aprile 2012
Nel tour dei vini campani c'è anche il moscato di Baselice
Dalle colline e montagne di origini vulcanica, alle più dolci coste bagnate dal mar Mediterraneo. I vitigni della Campania disegnano un percorso turistico alternativo per i viaggiatori, un tour, tra colori, odori e sapori, che non puo’ che cominciare nel Casertano.
In Terra di Lavoro, ai confini con il Lazio, dove nasce l’Asprino frizzante dall’inconfondibile color giallo paglierino. Questa è anche la terra dell’Aglianico dal quale si produce il Falerno rosso dal sapore intenso o il più delicato bianco a base di uva Falangina.
Sui vicini terreni attorno al vulcano spento di Roccamonfina, invece, cresce l’uva per il Galluccio rosso, bianco e rosato ed è molto affascinante, per esempio, la storia del ‘Casavecchia di Pontelatone’, un vino ‘autarchico’ prodotto in un piccolo e isolato centro casertano. E poi l’Aglianico del Taburno, il Sannio di Guardiolo, Solopaca, Sant’Agata dei Goti e Taburno e la Falangina del Sannio che arricchiscono il ventaglio di scelte enologiche campane.
Il percorso tra i tralci della Campania prosegue sulle colline irpine, tra Taurasi a base di Aglianico, il Greco di Tufo e l’antica Vitis Apiana, oggi Fiano di Avellino. Dall’Irpinia poi si passa al Vesuviano e qui il paesaggio cambia ancora una volta. Cambiano i terreni per struttura, colore, materiali e ovviamente cambiano i vitigni. Questa è terra di Piedirosso, Falanghina, Biancolella, Tintore, Sciascinoso e Forastera. Da qui nascono l’Ischia, il Capri e la Lacrima Christi del Vesuvio nelle versioni bianco, rosso, rosato e mosso.
Dalle montagne si scende giù verso il mare della Terra delle sirene. Sulle coste di Sorrento si producono Lettere, Gragnano e Sorrento, mentre la Costiera amalfitana è la terra di Fenile, Ginestra, Ripolo e Pepella che danno vita a vini come Furore, Ravello e Tramonti. E di costa in costa, più a Sud, su quelle più selvagge del Cilento, ecco l’Aglianico e il Castel San Lorenzo rosso, bianco e rosato.
Il tour tra i calici campani deve poi toccare alcuni vitigni cosiddetti minori, ma che di minore hanno solo la quantità prodotta. Il Pallagrello di Alife e Piedimonte Matese, il Somarello nero del Beneventano, a Baselice il Moscato, il Greco muscio dell’Avellinese. E ancora i Vignaioli procidani, la Catalanesca di Monte di Somma, il rosato di Massalubrense, il Sorriso di Sorrento, il Terzigno. E nel Salernitano l’Alburno della zona di Castel San Lorenzo, il Primitivo di Gioia, il Giovi, il Sele, l’Irno e tanti altri ancora da scoprire sulle strade dell’antica Campania felix.
Queste lunghe distese di tralci e uva nel 2012 hanno prodotto la bellezza di 1.868.607 ettolitri di vino. Un piacere per i tanti amanti del ‘nettare degli dei’, un vantaggio per le casse di produttori e per l’economia dell’intero territorio. Secondo le ultime rilevazioni Istat, infatti, dal 2006 al 2012 l’export di vino è cresciuto dell’80% con un introito che è passato dai 15 milioni di euro ai 28 milioni. Un bel tesoretto sul quale l’assessorato regionale all’Agricoltura sta puntando con decisione cercando soprattutto di allargare i confini del mercato estero.
Nel 2012 le statistiche parlano di 30.203 ettari di vigneti con un peso sulla superficie viticola rispetto coltivazioni arboree di circa il 20%. Al Beneventano spetta il record di vigneti, il 36% di tutta la regione. Non sono da meno l’Avellinese con il 13%, il Casertano con il 20%, il Salernitano con il 23 e il Napoletano con l’8%. Lunghe distese di tralci e uva che nel 2012 hanno prodotto la bellezza di 1.868.607 ettolitri di vino.
E non sono mancati anche riconoscimenti e marchi di qualità. I vini avellinesi hanno conquistato ben 3 marchi Denominazione di origine controllata e garantita (Docg) e 1 di Denominazione di origine controllata (Doc). A Benevento sono andati 1 Docg, 2 Doc e 1 Indicazione geografica tipica (Igt), mentre a Caserta 4 Doc e 1 Igt a Napoli 5 Doc e 3 Igt e a Salerno 3 Doc e 2 Igt.
La produzione totale di vino a Denominazione di origine protetta nel 2010 è stata di 288.156 ettolitri, quella a Indicazione geografica tipica di 197.738 ettolitri. Sempre nel 2010, la produzione di vino a marchio ha raggiunto il 26% del totale e il record di produzione tra i marchi Docg sono del ‘Greco di Tufo’ di Avellino e il ‘Sannio’ del Beneventano.
www.ansa.it
martedì 3 aprile 2012
Raccolta differenziata, Sannio in crescita
(Il quaderno.it) Un Sannio a due volti: virtuoso se si pensa che oltre venti comuni hanno superato il 60% della raccolta differenziata, in difetto se ben 28 comuni sanniti sono ancora sotto il 50% soglia minima per legge. E' quanto emerge dai dati dell'Osservatorio Provinciale dei Rifiuti riguardo i dati del 2011. La media provinciale è di 54,21%, un buon risultato che testimonia l'aumento della raccolta differenziata rispetto al dato del 2010 (40,5%). Un dato provinciale ancora più importante se letto a livello regionale: la provincia sannita è seconda solo a quella di Salerno che la precede di poco (55%). Sono dunque 58 i comuni della provincia di Benevento ad essere "promossi" con la soglia del 50% raggiunta e superata.
Il comune leader della differenziata nel Sannio è Circello con un lusinghiero 77,62%: il comune dell'Alto Sannio mette in riga tutti gli altri ma non mancano altri risultati lusinghieri. Ben cinque comuni sono al 69%: Baselice, Faicchio, Paduli, Foglianise e Cerreto Sannita, al 67% Pago Veiano e S.Nazzaro, al 66% si assesta S.Nicola Manfredi, Colle Sannita ha 65,99%, mentre con il 64% ci sono S.Angelo a Cupolo, Molinara e Montefalcone Valfortore. Sopra la soglia del 60% anche Benevento (62,33% per il capoluogo sannita), Buonalbergo, Castelpagano, Durazzano, Melizzano, Paolisi, Reino, San Giorgio la Molara e San Lorenzello.
Fanno da controaltare i risultati negativi di ben 28 comuni del Sannio: Torrecuso, Tocco Caudio, Telese Terme, Solopaca, S.Croce del Sannio, S.Agata dei Goti, San Lupo, S.Leucio del Sannio, Puglianello, Pontelandolfo, Moiano, Limatola, Guardia Sanframondi, Foiano Valfortore, Cusano Mutri, Castelpoto, Castelfranco in Miscano, Casalduni, Arpaise, Amorosi e Airola. Tutti questi comuni sono al di sotto del 50% con percentuali recuperabili come ad esempio quelle di Guardia Sanframondi e Limatola che sono al 49% a dati allarmanti come Casalduni (maglia nera nel Sannio con il 22,5%) ma anche centri importanti come S.Agata dei Goti e Airola rispettivamente 29,63% e 40%. Sotto il 30% anche Puglianello e Foiano Valfortore.
LE PERCENTUALI COMUNE PER COMUNE
AIROLA 40,09%
AMOROSI 37,06%
APICE 50,37%
APOLLOSA 57,54%
ARPAIA 37,18%
ARPAISE 42,55%
BASELICE 69,47%
BENEVENTO 62,33%
BONEA 55,39%
BUCCIANO 50,19%
BUONALBERGO 63,57%
CALVI 59,39%
CAMPOLATTARO 59,70%
CAMPOLI DEL MONTE TABURNO 50,35%
CASALDUNI 22,52%
CASTELFRANCO IN MISCANO 44,15%
CASTELPAGANO 60,14%
CASTELPOTO 49,03%
CASTELVENERE 39,43%
CASTELVETERE IN VAL FORTORE 51,08%
CAUTANO 45,45%
CEPPALONI 52,94%
CERRETO SANNITA 69,72%
CIRCELLO 77,62%
COLLE SANNITA 65,99%
CUSANO MUTRI 33,49%
DUGENTA 47,73%
DURAZZANO 62,35%
FAICCHIO 69,91%
FOGLIANISE 69,40%
FOIANO DI VAL FORTORE 29,34%
FORCHIA 57,28%
FRAGNETO L'ABATE 51,82%
FRAGNETO MONFORTE 52,34%
FRASSO TELESINO 47,87%
GINESTRA DEGLI SCHIAVONI 52,32%
GUARDIA SANFRAMONDI 48,21%
LIMATOLA 49,32%
MELIZZANO 61,75%
MOIANO 48,20%
MOLINARA 64,60%
MONTEFALCONE DI VAL FORTORE 64,07%
MONTESARCHIO 59,41%
MORCONE 53,12%
PADULI 69,56%
PAGO VEIANO 67,93%
PANNARANO 48,17%
PAOLISI 63,64%
PAUPISI 50,91%
PESCO SANNITA 54,72%
PIETRAROJA 42,88%
PIETRELCINA 51,77%
PONTE 51,57%
PONTELANDOLFO 41,36%
PUGLIANELLO 26,67%
REINO 62,78%
SAN BARTOLOMEO IN GALDO 50,40%
SAN GIORGIO DEL SANNIO 54,00%
SAN GIORGIO LA MOLARA 60,41%
SAN LEUCIO DEL SANNIO 42,33%
SAN LORENZELLO 63,80%
SAN LORENZO MAGGIORE 55,47%
SAN LUPO 36,83%
SAN MARCO DEI CAVOTI 50,23%
SAN MARTINO SANNITA 58,85%
SAN NAZZARO 67,26%
SAN NICOLA MANFREDI 66,49%
SAN SALVATORE TELESINO 61,31%
SANT'AGATA DE' GOTI 29,63%
SANT'ANGELO A CUPOLO 64,90%
SANT'ARCANGELO TRIMONTE 55,40%
SANTA CROCE DEL SANNIO 46,92%
SASSINORO 50,62%
SOLOPACA 35,07%
TELESE TERME 44,13%
TOCCO CAUDIO 43,93%
TORRECUSO 41,95%
VITULANO 58,57%
TOTALE PROVINCIA BENEVENTO 54,21%
Il comune leader della differenziata nel Sannio è Circello con un lusinghiero 77,62%: il comune dell'Alto Sannio mette in riga tutti gli altri ma non mancano altri risultati lusinghieri. Ben cinque comuni sono al 69%: Baselice, Faicchio, Paduli, Foglianise e Cerreto Sannita, al 67% Pago Veiano e S.Nazzaro, al 66% si assesta S.Nicola Manfredi, Colle Sannita ha 65,99%, mentre con il 64% ci sono S.Angelo a Cupolo, Molinara e Montefalcone Valfortore. Sopra la soglia del 60% anche Benevento (62,33% per il capoluogo sannita), Buonalbergo, Castelpagano, Durazzano, Melizzano, Paolisi, Reino, San Giorgio la Molara e San Lorenzello.
Fanno da controaltare i risultati negativi di ben 28 comuni del Sannio: Torrecuso, Tocco Caudio, Telese Terme, Solopaca, S.Croce del Sannio, S.Agata dei Goti, San Lupo, S.Leucio del Sannio, Puglianello, Pontelandolfo, Moiano, Limatola, Guardia Sanframondi, Foiano Valfortore, Cusano Mutri, Castelpoto, Castelfranco in Miscano, Casalduni, Arpaise, Amorosi e Airola. Tutti questi comuni sono al di sotto del 50% con percentuali recuperabili come ad esempio quelle di Guardia Sanframondi e Limatola che sono al 49% a dati allarmanti come Casalduni (maglia nera nel Sannio con il 22,5%) ma anche centri importanti come S.Agata dei Goti e Airola rispettivamente 29,63% e 40%. Sotto il 30% anche Puglianello e Foiano Valfortore.
LE PERCENTUALI COMUNE PER COMUNE
AIROLA 40,09%
AMOROSI 37,06%
APICE 50,37%
APOLLOSA 57,54%
ARPAIA 37,18%
ARPAISE 42,55%
BASELICE 69,47%
BENEVENTO 62,33%
BONEA 55,39%
BUCCIANO 50,19%
BUONALBERGO 63,57%
CALVI 59,39%
CAMPOLATTARO 59,70%
CAMPOLI DEL MONTE TABURNO 50,35%
CASALDUNI 22,52%
CASTELFRANCO IN MISCANO 44,15%
CASTELPAGANO 60,14%
CASTELPOTO 49,03%
CASTELVENERE 39,43%
CASTELVETERE IN VAL FORTORE 51,08%
CAUTANO 45,45%
CEPPALONI 52,94%
CERRETO SANNITA 69,72%
CIRCELLO 77,62%
COLLE SANNITA 65,99%
CUSANO MUTRI 33,49%
DUGENTA 47,73%
DURAZZANO 62,35%
FAICCHIO 69,91%
FOGLIANISE 69,40%
FOIANO DI VAL FORTORE 29,34%
FORCHIA 57,28%
FRAGNETO L'ABATE 51,82%
FRAGNETO MONFORTE 52,34%
FRASSO TELESINO 47,87%
GINESTRA DEGLI SCHIAVONI 52,32%
GUARDIA SANFRAMONDI 48,21%
LIMATOLA 49,32%
MELIZZANO 61,75%
MOIANO 48,20%
MOLINARA 64,60%
MONTEFALCONE DI VAL FORTORE 64,07%
MONTESARCHIO 59,41%
MORCONE 53,12%
PADULI 69,56%
PAGO VEIANO 67,93%
PANNARANO 48,17%
PAOLISI 63,64%
PAUPISI 50,91%
PESCO SANNITA 54,72%
PIETRAROJA 42,88%
PIETRELCINA 51,77%
PONTE 51,57%
PONTELANDOLFO 41,36%
PUGLIANELLO 26,67%
REINO 62,78%
SAN BARTOLOMEO IN GALDO 50,40%
SAN GIORGIO DEL SANNIO 54,00%
SAN GIORGIO LA MOLARA 60,41%
SAN LEUCIO DEL SANNIO 42,33%
SAN LORENZELLO 63,80%
SAN LORENZO MAGGIORE 55,47%
SAN LUPO 36,83%
SAN MARCO DEI CAVOTI 50,23%
SAN MARTINO SANNITA 58,85%
SAN NAZZARO 67,26%
SAN NICOLA MANFREDI 66,49%
SAN SALVATORE TELESINO 61,31%
SANT'AGATA DE' GOTI 29,63%
SANT'ANGELO A CUPOLO 64,90%
SANT'ARCANGELO TRIMONTE 55,40%
SANTA CROCE DEL SANNIO 46,92%
SASSINORO 50,62%
SOLOPACA 35,07%
TELESE TERME 44,13%
TOCCO CAUDIO 43,93%
TORRECUSO 41,95%
VITULANO 58,57%
TOTALE PROVINCIA BENEVENTO 54,21%
domenica 1 aprile 2012
Raccolta differenziata, Baselice primo paese nel Fortore
Sono stati comunicati dall'Osservatorio dei rifiuti della Regione Campania i dati della raccolta differenziata 2011 dei comuni del Sannio. Il comune di Baselice ha incrementato di ben 13 punti percentuali il dato relativo al 2010, attestandosi al 69,4% rispetto al 56,4% di un anno fa. un risultato di tutto rilevo quello ottenuto da Baselice che si classifica al quinto posto nella classifica dei 78 comuni sanniti, incluso Benevento, e tra i primi paesi del Fortore.
"Se solo penso - dichiara l'assessore all'ambiente, Brancaccio - al dato (19,6%) che abbiamo rilevato dalla precedente amministrazione, rabbrividisco. La percentuale ottenuta nell'anno solare scorso, da una parte ci inorgoglisce e dall'altro ci testimonia che il cammino avviato esattamente due anni fa (1 marzo 2010) dalla compagine Canonico era ed è quello giusto. Nonostante i problemi iniziali (che sussistono in ogni percorso nuovo che si va ad avviare) e nonostante le difficoltà (alcune di carattere gestionale, ed altre dovute a qualche abile politico locale, che ha ben pensato di inondare il Comune con svariati esposti e denunce) i risultati ottenuti sono lampanti e non lasciano adito a dubbi".
I pochi punti decimali (solamente lo 0,5%) che ci separano dalla seconda piazza, e rispetto a comuni che da dieci anni hanno avviato il percorso della raccolta differenziata dei rifiuti, fanno di Baselice un Comune virtuoso, incluso nella top-ten dei comuni sanniti che possono vantare il titolo di "Riciclone" ad appena due anni dall'avvio della differenziata.
“Visto l'ottimo risultato raggiunto, grazie soprattutto alla collaborazione fattiva di tutta la cittadinanza, anche quest'anno - dichiara il sindaco Domenico Canonico - parteciperemo all'iniziativa de "I Comuni Ricicloni 2012", una manifestazione a livello nazionale che già tanto lustro ha dato al comune di Baselice, che si è visto attribuire l'attestato di comune campano, sotto i diecimila abitanti, per la maggiore raccolta differenziata di qualità. Anche se dobbiamo sempre tenere in debita considerazione la lievitazione dei costi, in questo settore, il nostro obiettivo è e sarà sempre quello di migliorare il risultato ottenuto, con l'auspicio di veder introdotto anche nella nostra realtà la raccolta col codice a barre, un fiore all'occhiello che permetterà ai cittadini di ottenere incentivi e risparmi sulla raccolta differenziata dei RR.SS.UU.
“Proprio nella giornata di ieri - prosegue Brancaccio - abbiamo raggiunto un ulteriore tassello al potenziamento della raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani, dando ufficialmente avvio alla raccolta degli oli esausti che si utilizzano in cucina, e tra poco tempo rifaremo - con la campagna del Tetra-pak (i contenitori di latte e bibite varie) grazie a Sogesi ed Achabmed - una ulteriore campagna di sensibilizzazione tra i cittadini, con la distribuzione di opuscoli riassuntivi ed esplicativi di tutti i rifiuti che il comune di Baselice differenzia ed avvia a riciclo, anche grazie alla piattaforma ecologica di contrada serra, dove attualmente vengono conferiti una molteplicità di rifiuti cd. speciali (dalla plastica di grosso taglio ai neon, dai pneumatici ai Raee - elettrodomestici di ogni tipologia - dall'alluminio ai materiali ferrosi) oltre ovviamente ai rifiuti domestici che l'utenza potrà conferire direttamente nei giorni ed orari di apertura (martedì, giovedì e sabato mattina).
Per quanto riguarda gli oli voglio invitare tutte le utenze domestiche al ritiro dell'apposita tanichetta (che servirà per smaltire l'olio esausto direttamente presso l'Isola ecologica di c./da Serra) presso il Comune ed il Punto di ascolto di piazza Umberto I° (il martedì mattina), mentre per quanto riguarda le attività produttive, i titolari - se vorranno - potranno rivolgersi direttamente al sottoscritto per avviare una nuova e conveniente convenzione".
"Se solo penso - dichiara l'assessore all'ambiente, Brancaccio - al dato (19,6%) che abbiamo rilevato dalla precedente amministrazione, rabbrividisco. La percentuale ottenuta nell'anno solare scorso, da una parte ci inorgoglisce e dall'altro ci testimonia che il cammino avviato esattamente due anni fa (1 marzo 2010) dalla compagine Canonico era ed è quello giusto. Nonostante i problemi iniziali (che sussistono in ogni percorso nuovo che si va ad avviare) e nonostante le difficoltà (alcune di carattere gestionale, ed altre dovute a qualche abile politico locale, che ha ben pensato di inondare il Comune con svariati esposti e denunce) i risultati ottenuti sono lampanti e non lasciano adito a dubbi".
I pochi punti decimali (solamente lo 0,5%) che ci separano dalla seconda piazza, e rispetto a comuni che da dieci anni hanno avviato il percorso della raccolta differenziata dei rifiuti, fanno di Baselice un Comune virtuoso, incluso nella top-ten dei comuni sanniti che possono vantare il titolo di "Riciclone" ad appena due anni dall'avvio della differenziata.
“Visto l'ottimo risultato raggiunto, grazie soprattutto alla collaborazione fattiva di tutta la cittadinanza, anche quest'anno - dichiara il sindaco Domenico Canonico - parteciperemo all'iniziativa de "I Comuni Ricicloni 2012", una manifestazione a livello nazionale che già tanto lustro ha dato al comune di Baselice, che si è visto attribuire l'attestato di comune campano, sotto i diecimila abitanti, per la maggiore raccolta differenziata di qualità. Anche se dobbiamo sempre tenere in debita considerazione la lievitazione dei costi, in questo settore, il nostro obiettivo è e sarà sempre quello di migliorare il risultato ottenuto, con l'auspicio di veder introdotto anche nella nostra realtà la raccolta col codice a barre, un fiore all'occhiello che permetterà ai cittadini di ottenere incentivi e risparmi sulla raccolta differenziata dei RR.SS.UU.
“Proprio nella giornata di ieri - prosegue Brancaccio - abbiamo raggiunto un ulteriore tassello al potenziamento della raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani, dando ufficialmente avvio alla raccolta degli oli esausti che si utilizzano in cucina, e tra poco tempo rifaremo - con la campagna del Tetra-pak (i contenitori di latte e bibite varie) grazie a Sogesi ed Achabmed - una ulteriore campagna di sensibilizzazione tra i cittadini, con la distribuzione di opuscoli riassuntivi ed esplicativi di tutti i rifiuti che il comune di Baselice differenzia ed avvia a riciclo, anche grazie alla piattaforma ecologica di contrada serra, dove attualmente vengono conferiti una molteplicità di rifiuti cd. speciali (dalla plastica di grosso taglio ai neon, dai pneumatici ai Raee - elettrodomestici di ogni tipologia - dall'alluminio ai materiali ferrosi) oltre ovviamente ai rifiuti domestici che l'utenza potrà conferire direttamente nei giorni ed orari di apertura (martedì, giovedì e sabato mattina).
Per quanto riguarda gli oli voglio invitare tutte le utenze domestiche al ritiro dell'apposita tanichetta (che servirà per smaltire l'olio esausto direttamente presso l'Isola ecologica di c./da Serra) presso il Comune ed il Punto di ascolto di piazza Umberto I° (il martedì mattina), mentre per quanto riguarda le attività produttive, i titolari - se vorranno - potranno rivolgersi direttamente al sottoscritto per avviare una nuova e conveniente convenzione".
giovedì 29 marzo 2012
L’ikea di papa Orsini
di Giancristiano Desiderio
(Sanniopress.it) -La fortorina si chiama così perché non è una stradona ma una stradina per i beneventani e un’illusione per i fortorini. L’Ikea si chiama così perché è una cattiva idea del centrosinistra che voleva, voleva, fortemente voleva l’Ikea a Benevento. Invece? Andrà a Grottaminarda. Papa Orsini si chiama così perché a furia di stare in splendida solitudine di giorno e di notte a fare il vigile urbano è diventato un orsetto che vive ai margini della vita umana e fa tenerezza. La politica di questa città si è irrimediabilmente inceppata. Non produce niente.
Delle tre cose che una politica decente dovrebbe metter su – amministrazione, governo e progettualità - la politica beneventana a guida a sinistra è completamente a digiuno. E non è un giudizio di valore. E’ cronaca. In amministrazione c’è confusione, per non dire altro. Sul piano del governo potete vedere con i vostri occhi com’è ridotta la città. La progettualità oscilla tra la metafisica e la patafisica.
Così venti chilometri di fortorina sono spacciati per una grande opera e i sindaci del Fortore, ascoltando le dichiarazioni delle magnifiche e progressive sorti dei tromboni del capoluogo, giustamente s’incazzano e mandano tutti a quel paese perché in paese loro avevano i calzoncini corti che già si parlava da un pezzo dell’illusione della fortorina.
Così l’Ikea che sarebbe dovuta venire a Benevento e nella sua splendida piattaforma logistica alla fine dei conti andrà a Grottaminarda, nell’avellinese, che magari non avrà né la piattaforma né la logistica ma evidentemente sul piano degli investimenti e del giro d’affari è più conveniente. Così accade che si ripeta la filastrocca della città Unesco ma alle spalle di Papa Orsini accade praticamente di tutto senza che il Comune sappia bene che cosa stia accadendo e il posto che dovrebbe essere occupato dalla statua del pontefice e finalmente pedonalizzato è diventato un deserto recintato.
Questi non ce la fanno. Non è colpa loro. Sono proprio così. Non è arte loro. Bisogna aspettare che passi. Come quando piove. O aprite l’ombrello o vi mettete al coperto. E aspettate. Così è per la politica e l’amministrazione oggi a Benevento. Piove sul bagnato.
La fine dell’illusione Ikea dovrebbe indurre ad accantonare la fissazione delle grandi opere o delle grandi cose o dei grandi eventi. Lo dico meglio: la fine dell’illusione Ikea dovrebbe far capire che la ricerca e l’annuncio dei grandi investimenti che si faranno a Benevento è una pessima idea.
Perché alla fine i bluff si rivelano bluff. A sinistra, però, c’è questa fissazione per la grande opera o il grande investimento della grande azienda che porterà occupazione, stipendi, indotto. E’ quasi un mito per la sinistra orfana della fabbrica e del fordismo.
Al fiasco dell’Ikea seguirà, vedrete, il mezzo fiasco del Data Center delle Poste. Non so se ci sarà o non ci sarà, ma se ci sarà, quando verrà si capirà che non porterà tutta quella grande occupazione che si credeva, tutta quella ricchezza che ci si immaginava, tutto quel movimento di cui si diceva. E non perché l’investimento sia una bufala o perché non sarà quello che si voleva ma per il semplice motivo che si tratterà di un lavoro specializzato che come tutti i lavori specializzati ha bisogno di conoscenze, esperienze, professionalità, specialisti e non mano d’opera comune.
E Papa Orsini che c’entra? Che c’entra la statua di un pontefice del settecento in questo articolo sui fallimenti della politica para-progressista? C’entra, c’entra. Perché questi signori se si concentrassero sulle piccole cose e sulle risorse materiali e ideali di Benevento avrebbero tante cose da fare per riconquistare un’identità fattiva e concreta che è indispensabile per lavorare tanto nella cultura quanto nel turismo e quanto ancora nella piccola impresa.
Insomma, ci vorrebbe un’idea, anzi un’ikea per Papa Orsini che, proprio come Santa Sofia, i Longobardi, l’Arco di Traiano, è parte integrante della storia della città. Una storia stabilmente sottovalutata.
(Sanniopress.it) -La fortorina si chiama così perché non è una stradona ma una stradina per i beneventani e un’illusione per i fortorini. L’Ikea si chiama così perché è una cattiva idea del centrosinistra che voleva, voleva, fortemente voleva l’Ikea a Benevento. Invece? Andrà a Grottaminarda. Papa Orsini si chiama così perché a furia di stare in splendida solitudine di giorno e di notte a fare il vigile urbano è diventato un orsetto che vive ai margini della vita umana e fa tenerezza. La politica di questa città si è irrimediabilmente inceppata. Non produce niente.
Delle tre cose che una politica decente dovrebbe metter su – amministrazione, governo e progettualità - la politica beneventana a guida a sinistra è completamente a digiuno. E non è un giudizio di valore. E’ cronaca. In amministrazione c’è confusione, per non dire altro. Sul piano del governo potete vedere con i vostri occhi com’è ridotta la città. La progettualità oscilla tra la metafisica e la patafisica.
Così venti chilometri di fortorina sono spacciati per una grande opera e i sindaci del Fortore, ascoltando le dichiarazioni delle magnifiche e progressive sorti dei tromboni del capoluogo, giustamente s’incazzano e mandano tutti a quel paese perché in paese loro avevano i calzoncini corti che già si parlava da un pezzo dell’illusione della fortorina.
Così l’Ikea che sarebbe dovuta venire a Benevento e nella sua splendida piattaforma logistica alla fine dei conti andrà a Grottaminarda, nell’avellinese, che magari non avrà né la piattaforma né la logistica ma evidentemente sul piano degli investimenti e del giro d’affari è più conveniente. Così accade che si ripeta la filastrocca della città Unesco ma alle spalle di Papa Orsini accade praticamente di tutto senza che il Comune sappia bene che cosa stia accadendo e il posto che dovrebbe essere occupato dalla statua del pontefice e finalmente pedonalizzato è diventato un deserto recintato.
Questi non ce la fanno. Non è colpa loro. Sono proprio così. Non è arte loro. Bisogna aspettare che passi. Come quando piove. O aprite l’ombrello o vi mettete al coperto. E aspettate. Così è per la politica e l’amministrazione oggi a Benevento. Piove sul bagnato.
La fine dell’illusione Ikea dovrebbe indurre ad accantonare la fissazione delle grandi opere o delle grandi cose o dei grandi eventi. Lo dico meglio: la fine dell’illusione Ikea dovrebbe far capire che la ricerca e l’annuncio dei grandi investimenti che si faranno a Benevento è una pessima idea.
Perché alla fine i bluff si rivelano bluff. A sinistra, però, c’è questa fissazione per la grande opera o il grande investimento della grande azienda che porterà occupazione, stipendi, indotto. E’ quasi un mito per la sinistra orfana della fabbrica e del fordismo.
Al fiasco dell’Ikea seguirà, vedrete, il mezzo fiasco del Data Center delle Poste. Non so se ci sarà o non ci sarà, ma se ci sarà, quando verrà si capirà che non porterà tutta quella grande occupazione che si credeva, tutta quella ricchezza che ci si immaginava, tutto quel movimento di cui si diceva. E non perché l’investimento sia una bufala o perché non sarà quello che si voleva ma per il semplice motivo che si tratterà di un lavoro specializzato che come tutti i lavori specializzati ha bisogno di conoscenze, esperienze, professionalità, specialisti e non mano d’opera comune.
E Papa Orsini che c’entra? Che c’entra la statua di un pontefice del settecento in questo articolo sui fallimenti della politica para-progressista? C’entra, c’entra. Perché questi signori se si concentrassero sulle piccole cose e sulle risorse materiali e ideali di Benevento avrebbero tante cose da fare per riconquistare un’identità fattiva e concreta che è indispensabile per lavorare tanto nella cultura quanto nel turismo e quanto ancora nella piccola impresa.
Insomma, ci vorrebbe un’idea, anzi un’ikea per Papa Orsini che, proprio come Santa Sofia, i Longobardi, l’Arco di Traiano, è parte integrante della storia della città. Una storia stabilmente sottovalutata.
mercoledì 28 marzo 2012
Il sindaco di Baselice: "Non chiamatela Fortorina"
Il sindaco di Baselice, Domenico Canonico, ha partecipato questa mattina, insieme ai sindaci di Foiano, Michele Maffeo, San Bartolomeo in Galdo, Enzo Sangregorio e il primo cittadino di Castelevetere, Luigi Iarossi, al blitz pacifico in occasione dell’inaugurazione dei primi chilometri della cosiddetta Fortorina.
I sindaci del Fortore, indossando le fasce tricolori, hanno così manifestato il loro dissenso al fatto di aver iniziato i lavori da Benevento e al fatto che la nuova strada si fermerà a San Marco dei Cavoti, lasciando così nell’isolamento il vero Fortore.
I primi cittadini per l’occasione hanno portato alcuni striscioni nei quali si legge: "Per favore chiamatela Pescolina o Sanmarchettina ma non Fortorina" , "Il Fortore è da un'altra parte".
«Ci sentiamo profondamente offesi – ha detto il sindaco Canonico – per non essere stati invitati all’inaugurazione del primo tratto. Ciò dimostra l’attenzione che la politica e le istituzioni hanno per il Fortore. Ma noi sindaci, in modo civile, abbiamo voluto portare a conoscenza il sentire delle popolazioni fortorine, che come in altre occasioni sono trascurate e ricordate solo in occasioni di tornate elettorali».
Per favore non chiamatela Fortorina
Si sono inventati il termine “Fortorina” per non parlare di Fortore. Quello vero, ovvero Baselice, San Bartolomeo, Montefalcone, Foiano e Castelvetere. Un artificio lessicale, tanto caro ai politici nostrani, per fare bella mostra nei comizi elettorali. E così questa mattina s’inaugurano poco più di 4 chilometri della cosiddetta “Fortorina”. Dallo svincolo di Benevento fino a Pesco Sannita.
E si dice che entro il 2013 sarà aperto anche il tratto che raggiungerà San Marco dei Cavoti. Tutto finirà qui. Un pezzo di strada monco, senza una ratio strategica, cioè un asse di penetrazione verso Molise e Puglia. E il Fortore (ripetiamolo: quello vero) avrà pochi benefici, soprattutto d’inverno quando si è costretti a valicare il passo di Casone Cocca per raggiungere il capoluogo di provincia. E allora per favore non chiamatela Fortorina.
E si dice che entro il 2013 sarà aperto anche il tratto che raggiungerà San Marco dei Cavoti. Tutto finirà qui. Un pezzo di strada monco, senza una ratio strategica, cioè un asse di penetrazione verso Molise e Puglia. E il Fortore (ripetiamolo: quello vero) avrà pochi benefici, soprattutto d’inverno quando si è costretti a valicare il passo di Casone Cocca per raggiungere il capoluogo di provincia. E allora per favore non chiamatela Fortorina.
giovedì 22 marzo 2012
Baselice, sindaco e giunta rinunciano anche per il 2011 alle indennità
Anche per il 2011, come da inizio consiliatura, il sindaco di Baselice, Domenico Canonico, e la sua giunta comunale, rappresentata dagli assessori Giuseppe Ferro, Salvatore Brancaccio, Romano Zeolla, Francesco Delli Veneri, e dal consigliere Giancarlo Verdura (assessore fino a marzo 2011), comunicano di rinunciare alle proprie indennità di funzioni, con l’obiettivo di destinare la somma, risparmiata per l’ente, al ripristino del campetto polivalente di via Luigi Capuano.
«È un impegno – afferma il sindaco Canonico – che abbiamo preso in campagna elettorale e come tale lo rispettiamo. Ogni anno abbiamo destinato le nostre indennità in beneficenza, per l’anno 2011 abbiamo deciso di destinarle al campo di calcetto, utilizzato da tanti giovani baselicesi».
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