Il terremoto politico che ha stravolto l’Italia non ha risparmiato neanche il Fortore e il Tammaro, anzi in alcuni gli effetti sono stati anche più clamorosi. Baselice e San Marco sono l’emblema di questo tsunami chiamato Grillo. Nel primo comune il Movimento 5 Stelle, dopo anni di assoluto dominio del centrosinistra, non solo è riuscito a diventare il primo partito ma con i voti ottenuti ha superato anche le due coalizioni principali. Con 513 voti alla Camera e 438 al Senato ha stravolto lo scenario politico. Altro dato significativo per quanto riguarda il voto baselicese è il tracollo del centrodestra e del suo principale partito. Per i berlusconiani solo il 17,62 al Senato e 15,99 alla Camera. Nel 2008 i voti per Silvio Berlusconi erano stati 532 pari al 31,7% alla Camera.
Anche nel secondo comune il risultato dei grillini è, sorprendentemente, esaltante. Anche qui il Movimento 5 Stelle non solo è il primo partito ma prende più voti delle coalizioni di centrodestra e centrosinistra. Il dato delle politiche sammarchese è controtendenza rispetto al voto sannita e campano, proprio come quello di Baselice. Vince Grillo, secondo arriva la coalizione di centrosinistra, mentre i berlusconiani si piazzano al terzo posto perdendo oltre il 60% dei voti conquistati nel 2008, dove arrivarono primi.
Successi di Grillo anche nel Tammaro. Il Movimento 5 Stelle conquista il primato a Circello, sia al Senato che alla Camera, battendo la coalizione berlusconiana che nel 2008 aveva ottenuto il 50% dei voti. Anche a Colle Sannita vince il partito dell’antipolitica, nonostante il sindaco fosse candidato nella lista “Monti”. Lista monti che comunque nel comune di Giorgio Nista ottiene il miglior risultato della provincia sannita. Il M5SS che diventano il primo partito di riferimento a Colle Sannita, al Senato arrivano secondi, dietro l’alleanza che appoggiava Berlusconi, per soli 9 voti, mentre alla Camera si piazzano al primo posto.
Risultato a due facce per Morcone. Al Senato vince il centrodestra, mentre alla Camera si afferma il centro sinistra. In entrambi i casi il partito di Grillo arriva al terzo posto ma con una manciata di voti di scarto dalle due coalizioni principali. Il Movimento 5 Stelle al Senato è il secondo partito, mentre alla Camera è il primo alle spalle del Pdl, mentre alla Camera il primo.
San Bartolomeo in Galdo si conferma una roccaforte del centrodestra. L’alleanza berlusconiana ottiene la vittoria sia al Senato che alla Camera con il doppio dei voti sul Movimento 5 Stelle che diventa il secondo partito del principale centro fortorino. Il Pdl & Company ottengono poco più di 1100 voti mostrando un calo importante rispetto al 2008 quando alla Camera conquistò oltre 1800 voti. Ancora una volta il centro sinistra sanbartolomeano è costretto a registrare una sconfitta.
Buon risultato del Pdl e della coalizione di centrodestra anche Catselfranco in Miscano che vedeva in corsa anche il suo sindaco, Pio Antonio Morcone, candidato nelle liste del Popolo delle Libertà. Il centrodestra ottiene il 52,7% dei voti, il 6% comunque in meno rispetto al 2008. Nel comune di Pio Antonio Morcone i grillini ottengono un risultato negativo, rispetto al resto del territorio. Il M5SS si piazza addirittura al quarto posto, alle spalle del centrosinistra e della coalizione montiana. Stesso risultato, per il partito di Grillo, ottenuto a Ginestra. Nel comune guidato da Zaccaria Spina vince il centrosinistra, davanti a Berlusconi e alla lista “Monti”. Resistono le roccaforti del Pd di Molinara e Montefalcone. Nel primo il centrosinistra conquista il primato davanti al Movimento 5 Stelle, perdendo però il 6% dei voti rispetto al 2008, terzo il centrodestra. A Montefalcone vince il centrosinistra davanti alla coalizione di Monti. Solo terzo il centrodestra, mentre il partito di Grillo si deve accontentare della quarta posizione.
A Foiano si è ripetuto lo scontro elettorale delle amministrative. Il centro sinistra, rappresentato dall’amministrazione, vince davanti alla coalizione che sosteneva Mario Monti, rappresentata dal candidato dell’Udc Bruno Casamassa. La piazza d’onore la conquista il centrodestra, mentre per il M5SS solo il quarto posto.
A Reino vince il centrosinistra davanti alle liste berlusconiane e al movimento dei grillini. Il dato più sorprendente è quello ottenuto dalla lista Fratelli d’Italia che si affermano come primo partito all’interno della coalizione di centrodestra.
Nell’Alto Sannio il centrodestra vince anche a San Giorgio la Molara e Castelvetere di Val Fortore, Castelpagano e Santa Croce del Sannio, mentre il centrosinistra vince a Pontelandolfo, Buonalbergo e Sassinoro.
(tratto da Ottopagine/Benevento)
giovedì 28 febbraio 2013
martedì 26 febbraio 2013
Grillo primo a Baselice
Senato (Definitivo – Ufficiale. Fonte Ministero interno): Centrodestra 218 voti (17,62%); Centrosinistra 404 voti (32,65%); M5S 438 voti (35,40%); Monti 96 voti (7,76%) - Elettori: 1.927 - Votanti: 1.333 69,17 %.
Camera
MOVIMENTO 5 STELLE BEPPEGRILLO 513 36,95
PIER LUIGI BERSANI
PARTITO DEMOCRATICO 377 27,16
SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 31 2,23
CENTRO DEMOCRATICO 11 0,79
Totale Coalizione 419 30,18
SILVIO BERLUSCONI
IL POPOLO DELLA LIBERTA' 161 11,59
FRATELLI D'ITALIA 18 1,29
MIR - MODERATI IN RIVOLUZIONE 16 1,15
GRANDE SUD - MPA 9 0,64
INTESA POPOLARE 7 0,50
LA DESTRA 6 0,43
PARTITO PENSIONATI 5 0,36
LEGA NORD - -
Totale Coalizione 222 15,99
MARIO MONTI
SCELTA CIVICA CON MONTI PER L'ITALIA 81 5,83
UNIONE DI CENTRO 61 4,39
FUTURO E LIBERTA' 10 0,72
Totale Coalizione 152 10,95
ANTONIO INGROIA
RIVOLUZIONE CIVILE 21 1,51
GIACINTO MARCO PANNELLA
LISTA AMNISTIA GIUSTIZIA LIBERTA' 12 0,86
GIUSEPPE CIRILLO
VOTO DI PROTESTA 10 0,72
MAGDI CRISTIANO ALLAM
IO AMO L'ITALIA 9 0,64
SIMONE DI STEFANO
CASAPOUND ITALIA 9 0,64
OSCAR FULVIO GIANNINO
FARE PER FERMARE IL DECLINO 7 0,50
RENATA JANNUZZI
LIBERALI PER L'ITALIA - PLI 6 0,43
ROBERTO FIORE
FORZA NUOVA 5 0,36
RAFFAELE BRUNO
RIFONDAZIONE MISSINA ITALIANA 3 0,21
TOTALE 1.388
Camera
MOVIMENTO 5 STELLE BEPPEGRILLO 513 36,95
PIER LUIGI BERSANI
PARTITO DEMOCRATICO 377 27,16
SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 31 2,23
CENTRO DEMOCRATICO 11 0,79
Totale Coalizione 419 30,18
SILVIO BERLUSCONI
IL POPOLO DELLA LIBERTA' 161 11,59
FRATELLI D'ITALIA 18 1,29
MIR - MODERATI IN RIVOLUZIONE 16 1,15
GRANDE SUD - MPA 9 0,64
INTESA POPOLARE 7 0,50
LA DESTRA 6 0,43
PARTITO PENSIONATI 5 0,36
LEGA NORD - -
Totale Coalizione 222 15,99
MARIO MONTI
SCELTA CIVICA CON MONTI PER L'ITALIA 81 5,83
UNIONE DI CENTRO 61 4,39
FUTURO E LIBERTA' 10 0,72
Totale Coalizione 152 10,95
ANTONIO INGROIA
RIVOLUZIONE CIVILE 21 1,51
GIACINTO MARCO PANNELLA
LISTA AMNISTIA GIUSTIZIA LIBERTA' 12 0,86
GIUSEPPE CIRILLO
VOTO DI PROTESTA 10 0,72
MAGDI CRISTIANO ALLAM
IO AMO L'ITALIA 9 0,64
SIMONE DI STEFANO
CASAPOUND ITALIA 9 0,64
OSCAR FULVIO GIANNINO
FARE PER FERMARE IL DECLINO 7 0,50
RENATA JANNUZZI
LIBERALI PER L'ITALIA - PLI 6 0,43
ROBERTO FIORE
FORZA NUOVA 5 0,36
RAFFAELE BRUNO
RIFONDAZIONE MISSINA ITALIANA 3 0,21
TOTALE 1.388
venerdì 22 febbraio 2013
No triv Sannio: Basta inquinamento! No al petrolio!
Decenni di devastazione ambientale, speculazione “emergenziale”, ecoballe, ecomostri e inceneritori non sono bastati. L'ennesimo disastro incombe sul nostro territorio: i progetti petroliferi di Delta Energy, che coinvolgono molti comuni del Sannio.
Oggi, curiosamente in chiusura di campagna elettorale, il Consiglio Regionale della Campania delibera all'unanimità una prima opposizione ai progetti petroliferi. Intanto dopo aver taciuto, all'unanimità, rilasciano i primi Via. Il Pdl locale, invece, sta ancora cercando di capire se questi progetti “servono”.
Il punto non è 'se' servono, ma 'a chi' servono. Non servono a chi il territorio lo abita, ma a imprese multinazionali, abituate a saccheggiare, inquinare e devastare i territori ancora relativamente incontaminati dei tanti sud del mondo, dove il petrolio finanzia e alimenta le guerre.
La popolazione deve sapere che l'impatto sull'ambiente, sulla salute e sull'economia, delle tre fasi di esplorazione, estrazione e raffinazione, significa aumento della franosità del territorio, probabile incremento del rischio sismico, inquinamento acustico e luminoso, tumori (l'esperienza della Basilicata ce lo insegna), deforestazione, altissimo consumo di acqua, deviazione e inquinamento delle falde acquifere.
Altri sono i bisogni, altre le esigenze reali del territorio, a partire dai trasporti locali che da tempo subiscono pesanti tagli: ne fanno le spese pendolari, studenti e lavoratori, anche quelli dello stesso settore che continuano con gravi disagi ad assicurare il servizio. Intanto vengono finanziate grandi opere inutili come il progetto di Alta Capacità Napoli-Bari. Il miliardo e mezzo stanziato in questi giorni per una piccolissima tratta basterebbe per sistemare i collegamenti interprovinciali e regionali.
Noi ci opponiamo a qualsiasi forma di esplorazione preliminare che rappresenterebbe solo la prima fase di un'occupazione de facto del territorio, in nome di interessi economici speculativi, perché rifiutiamo la cultura del petrolio e ne riconosciamo il fallimento e le devastazioni. Altre sono le ricchezze della terra, e su queste dobbiamo puntare per un modello economico a misura di donna: turismo, agrozootecnìa d'eccellenza, patrimonio storico e culturale.
No Triv Sannio
Oggi, curiosamente in chiusura di campagna elettorale, il Consiglio Regionale della Campania delibera all'unanimità una prima opposizione ai progetti petroliferi. Intanto dopo aver taciuto, all'unanimità, rilasciano i primi Via. Il Pdl locale, invece, sta ancora cercando di capire se questi progetti “servono”.
Il punto non è 'se' servono, ma 'a chi' servono. Non servono a chi il territorio lo abita, ma a imprese multinazionali, abituate a saccheggiare, inquinare e devastare i territori ancora relativamente incontaminati dei tanti sud del mondo, dove il petrolio finanzia e alimenta le guerre.
La popolazione deve sapere che l'impatto sull'ambiente, sulla salute e sull'economia, delle tre fasi di esplorazione, estrazione e raffinazione, significa aumento della franosità del territorio, probabile incremento del rischio sismico, inquinamento acustico e luminoso, tumori (l'esperienza della Basilicata ce lo insegna), deforestazione, altissimo consumo di acqua, deviazione e inquinamento delle falde acquifere.
Altri sono i bisogni, altre le esigenze reali del territorio, a partire dai trasporti locali che da tempo subiscono pesanti tagli: ne fanno le spese pendolari, studenti e lavoratori, anche quelli dello stesso settore che continuano con gravi disagi ad assicurare il servizio. Intanto vengono finanziate grandi opere inutili come il progetto di Alta Capacità Napoli-Bari. Il miliardo e mezzo stanziato in questi giorni per una piccolissima tratta basterebbe per sistemare i collegamenti interprovinciali e regionali.
Noi ci opponiamo a qualsiasi forma di esplorazione preliminare che rappresenterebbe solo la prima fase di un'occupazione de facto del territorio, in nome di interessi economici speculativi, perché rifiutiamo la cultura del petrolio e ne riconosciamo il fallimento e le devastazioni. Altre sono le ricchezze della terra, e su queste dobbiamo puntare per un modello economico a misura di donna: turismo, agrozootecnìa d'eccellenza, patrimonio storico e culturale.
No Triv Sannio
mercoledì 20 febbraio 2013
Il Fortore dice “no” alle perforazioni petrolifere
di Angelo Iampietro
Verso il nostro territorio ci sono state noncuranza e dimenticanza volute da parte di coloro che avrebbero dovuto impegnarsi perché non fosse, più di tanto, isolato geograficamente ed economicamente; al contrario quando c’era da prendere voti in occasione delle votazioni, quasi per miracolo, molti si materializzavano e, con un benevolo sorriso verso i capi delle sezioni politiche, facevano il pieno di consensi; del resto, gli abitanti della Valfortore sono stati sempre generosi ed ospitali oltre misura; è questa una caratteristica che ci ha sempre contraddistinto. Sta di fatto che questa nostra generosità, in “Alto Loco” l’hanno recepita oltremisura, tanto che è in essere l’autorizzazione per la trivellazione delle viscere della nostra terra con un interesse mozzafiato: cercare il petrolio!.
Sì, si vuol trivellare il nostro territorio per ricerca petrolifera!.
“Cui prodest?”, ( a chi giova?).
Certamente non gioverà agli abitanti della nostra trascurata e abbandonata Valfortore da tempo immemorabile per le ben note ragioni che non sto qui ad elencare, perché le conoscono anche le pietre dei nostri tratturi, ai quali, in più tratti, somigliano le nostre strade di comunicazione con poca manutenzione, tante buche, avvallamenti e lavori di rattoppatura, che sono diventati ormai segni indelebili che non ci tengono lontano dal lontano passato; ma quando c’è da predare ciò che ci appartiene e a cui teniamo moltissimo, ecco che, all’insaputa di gran parte degli abitanti (non so se le autorità locali ne fossero a conoscenza ed hanno fatto di tutto per opporsi, al primo sentore, a queste scelte molto discutibili per la compromissione ambientale del nostro territorio!), arrivano le decisioni prese dall’alto, che consentirebbero alle grosse trivellatrici di perforare gli strati del nostro sottosuolo. Ci toglierebbero, in aggiunta a ciò che in parte c’è stato già tolto, tutto ciò che è stato ed è tuttora l’emblema del nostra vivere: rispetto e cura dell’aria e della terra. A Baselice - un tempo si diceva – l’aria, l’acqua, “lu pàne, lu vìne e l’óglie”, e tutti gli altri prodotti derivanti dalla coltivazione della terra, erano giudicati ottimi per qualità. Adesso lo sono ancora, ma in futuro?, Chissà!
C’è da dire, però, che il rispetto dell’ambiente non sempre è avvenuto in alcuni ambiti: come la conservazione e la tutela di qualche corso d’acqua, gli opportuni interventi su terreni franosi e l’accettazione dei pali eolici, che lentamente, nel giro di qualche lustro, ha trasformato il volto delle nostre colline, credo, uniche per gli orizzonti riposanti nel susseguo delle vallate, dove le immagini del paesaggio si perdono a vista d’occhio, perché non vi sono ostacoli che si frappongono ad essa.
La trivellazione del suolo potrebbe compromettere anche la nostra salute, che verrebbe messa gravemente in pericolo, poiché le falde acquifere, che alimentano le sorgenti da cui si preleva l’acqua per i nostri bisogni quotidiani, certamente sarebbero inquinate e, di conseguenza, danneggerebbero gravemente ed in modo irreparabile, tutto il mondo vivente per la rottura dell’intero ecosistema.
Ricordo ai lettori che, già negli anni ’60, vi furono delle ricognizioni da parte di una società petrolifera, di cui non ricordo il nome, per conoscere a quali profondità ed in che misura vi fosse petrolio. Il territorio di Baselice, dopo qualche mese, non fu più al centro dell’interesse petrolifero e venne abbandonato; l’attenzione, nel contempo, si spinse, e durò parecchio, verso i territori di S. Marco dei Cavoti e dei paesi limitrofi. Si trivellò il terreno in più località, ma di quanto venisse fatto la popolazione non fu mai informata e, se ricordo bene, non ci fu una vera e propria presa di posizione o di coinvolgimento delle popolazioni per qualcosa che avrebbe trasformato l’utilizzo del territorio.
Da circa un anno la questione attinente la ricerca petrolifera si è riproposta e si ritorna all’attacco, ma, per quanto abbia potuto conoscere dalla stampa locale, essa è sorretta fortemente dalle decisioni delle competenze regionali, tanto è vero che sembra siano in atto le autorizzazioni per procedere alla trivellazione dei territori di più comuni della provincia di Benevento, e, tra questi, anche la nostra dimenticata Valfortore, di cui ci si ricorda solo quando c’è da portare via qualcosa; del resto, dicevo che siamo ospitali per formazione ed educazione atavica, ma in questo contesto non possiamo esserlo. Ricordo che Baselice, nel Sannio, è stato uno dei pochi ad esprimere nel “Referendum Istituzionale del 2 Giugno 1946”, il proprio consenso alla Repubblica. Non è poco!.
Abbiamo già tanto dato a tutta la comunità nazionale con l’emigrazione di necessità che definisco “forzosa”, iniziata alla fine dell’Ottocento verso le Americhe; è continuata, poi, nel dopoguerra verso i Paesi europei e, quasi contemporaneamente, verso il Nord, verso cui, ancora adesso, sono costretti a spostarsi, in cerca di fortuna, molti giovani. Non c’è stata famiglia che non abbia avuto emigranti!. L’abbandono, per necessità, della propria terra fa sì che questa diventi ancora più povera; è necessario porre rimedio, se non si vuole un ulteriore calo demografico!.( Cfr. i dati del Censimento del 2011: tutta la Valfortore ha perso un numero considerevole di residenti).
Mi permetto di ricordare che le case in Valfortore sono state ristrutturale o costruite in gran parte con le rimesse degli emigrati; loro hanno contribuito all’economia locale, dando lavoro a molte attività artigianali e alla manovalanza generica con le loro rimesse, in più hanno rimpinguato anche la Cassa Depositi e Presiti con i loro risparmi depositati presso le Poste, risparmi utilizzati dalle Amministrazioni Comunali che ad essa chiedevano prestiti, che hanno consentito la realizzazione di opere infrastrutturali di primaria necessità per quelle comunità.
Nel nostro piccolo abbiamo dato tanto, ma adesso non vogliamo che ci venga rovinato il bene più prezioso che è la nostra terra. Per difenderla dobbiamo essere vigili e dobbiamo farci sentire, (siamo stati silenziosi per molti decenni!) perché essa non venga compromessa per scelte vantaggiose solo ed esclusivamente a pochi altri, ma non alla nostra comunità.
L’acqua minerale, se vi saranno le trivellazioni, dovremo comprarla per necessità; sarebbe sufficiente questa riflessione per far sì che ciascuno si impegni perché ciò non accada. L’inquinamento da petrolio riguarderà prima l’acqua, poi la terra ed infine l’aria; sono questi tre elementi che, una volta contaminati, non consentiranno al regno vegetale ed animale di continuare il proprio ciclo naturale: la vita.
La vera ricchezza di una comunità è che ciascuno si senta cittadino attivo del luogo su cui vive, luogo che difenderà nel bene comune, affermando, in tal modo, la sua dignità ed i diritti inalienabili a lui spettanti, perché qualcuno, estraneo ai valori della vita per meri interessi materiali, non rovini l’habitat (ambientale, culturale, sociale, civile) e la sua salute.
La difesa di questi valori rappresenta il contributo più nobile che ciascun uomo dovrà dare, se vorrà continuare a respirare quell’aria , che ci ha consentito di crescere forti nel fisico e maturi nella mente.
Verso il nostro territorio ci sono state noncuranza e dimenticanza volute da parte di coloro che avrebbero dovuto impegnarsi perché non fosse, più di tanto, isolato geograficamente ed economicamente; al contrario quando c’era da prendere voti in occasione delle votazioni, quasi per miracolo, molti si materializzavano e, con un benevolo sorriso verso i capi delle sezioni politiche, facevano il pieno di consensi; del resto, gli abitanti della Valfortore sono stati sempre generosi ed ospitali oltre misura; è questa una caratteristica che ci ha sempre contraddistinto. Sta di fatto che questa nostra generosità, in “Alto Loco” l’hanno recepita oltremisura, tanto che è in essere l’autorizzazione per la trivellazione delle viscere della nostra terra con un interesse mozzafiato: cercare il petrolio!.
Sì, si vuol trivellare il nostro territorio per ricerca petrolifera!.
“Cui prodest?”, ( a chi giova?).
Certamente non gioverà agli abitanti della nostra trascurata e abbandonata Valfortore da tempo immemorabile per le ben note ragioni che non sto qui ad elencare, perché le conoscono anche le pietre dei nostri tratturi, ai quali, in più tratti, somigliano le nostre strade di comunicazione con poca manutenzione, tante buche, avvallamenti e lavori di rattoppatura, che sono diventati ormai segni indelebili che non ci tengono lontano dal lontano passato; ma quando c’è da predare ciò che ci appartiene e a cui teniamo moltissimo, ecco che, all’insaputa di gran parte degli abitanti (non so se le autorità locali ne fossero a conoscenza ed hanno fatto di tutto per opporsi, al primo sentore, a queste scelte molto discutibili per la compromissione ambientale del nostro territorio!), arrivano le decisioni prese dall’alto, che consentirebbero alle grosse trivellatrici di perforare gli strati del nostro sottosuolo. Ci toglierebbero, in aggiunta a ciò che in parte c’è stato già tolto, tutto ciò che è stato ed è tuttora l’emblema del nostra vivere: rispetto e cura dell’aria e della terra. A Baselice - un tempo si diceva – l’aria, l’acqua, “lu pàne, lu vìne e l’óglie”, e tutti gli altri prodotti derivanti dalla coltivazione della terra, erano giudicati ottimi per qualità. Adesso lo sono ancora, ma in futuro?, Chissà!
C’è da dire, però, che il rispetto dell’ambiente non sempre è avvenuto in alcuni ambiti: come la conservazione e la tutela di qualche corso d’acqua, gli opportuni interventi su terreni franosi e l’accettazione dei pali eolici, che lentamente, nel giro di qualche lustro, ha trasformato il volto delle nostre colline, credo, uniche per gli orizzonti riposanti nel susseguo delle vallate, dove le immagini del paesaggio si perdono a vista d’occhio, perché non vi sono ostacoli che si frappongono ad essa.
La trivellazione del suolo potrebbe compromettere anche la nostra salute, che verrebbe messa gravemente in pericolo, poiché le falde acquifere, che alimentano le sorgenti da cui si preleva l’acqua per i nostri bisogni quotidiani, certamente sarebbero inquinate e, di conseguenza, danneggerebbero gravemente ed in modo irreparabile, tutto il mondo vivente per la rottura dell’intero ecosistema.
Ricordo ai lettori che, già negli anni ’60, vi furono delle ricognizioni da parte di una società petrolifera, di cui non ricordo il nome, per conoscere a quali profondità ed in che misura vi fosse petrolio. Il territorio di Baselice, dopo qualche mese, non fu più al centro dell’interesse petrolifero e venne abbandonato; l’attenzione, nel contempo, si spinse, e durò parecchio, verso i territori di S. Marco dei Cavoti e dei paesi limitrofi. Si trivellò il terreno in più località, ma di quanto venisse fatto la popolazione non fu mai informata e, se ricordo bene, non ci fu una vera e propria presa di posizione o di coinvolgimento delle popolazioni per qualcosa che avrebbe trasformato l’utilizzo del territorio.
Da circa un anno la questione attinente la ricerca petrolifera si è riproposta e si ritorna all’attacco, ma, per quanto abbia potuto conoscere dalla stampa locale, essa è sorretta fortemente dalle decisioni delle competenze regionali, tanto è vero che sembra siano in atto le autorizzazioni per procedere alla trivellazione dei territori di più comuni della provincia di Benevento, e, tra questi, anche la nostra dimenticata Valfortore, di cui ci si ricorda solo quando c’è da portare via qualcosa; del resto, dicevo che siamo ospitali per formazione ed educazione atavica, ma in questo contesto non possiamo esserlo. Ricordo che Baselice, nel Sannio, è stato uno dei pochi ad esprimere nel “Referendum Istituzionale del 2 Giugno 1946”, il proprio consenso alla Repubblica. Non è poco!.
Abbiamo già tanto dato a tutta la comunità nazionale con l’emigrazione di necessità che definisco “forzosa”, iniziata alla fine dell’Ottocento verso le Americhe; è continuata, poi, nel dopoguerra verso i Paesi europei e, quasi contemporaneamente, verso il Nord, verso cui, ancora adesso, sono costretti a spostarsi, in cerca di fortuna, molti giovani. Non c’è stata famiglia che non abbia avuto emigranti!. L’abbandono, per necessità, della propria terra fa sì che questa diventi ancora più povera; è necessario porre rimedio, se non si vuole un ulteriore calo demografico!.( Cfr. i dati del Censimento del 2011: tutta la Valfortore ha perso un numero considerevole di residenti).
Mi permetto di ricordare che le case in Valfortore sono state ristrutturale o costruite in gran parte con le rimesse degli emigrati; loro hanno contribuito all’economia locale, dando lavoro a molte attività artigianali e alla manovalanza generica con le loro rimesse, in più hanno rimpinguato anche la Cassa Depositi e Presiti con i loro risparmi depositati presso le Poste, risparmi utilizzati dalle Amministrazioni Comunali che ad essa chiedevano prestiti, che hanno consentito la realizzazione di opere infrastrutturali di primaria necessità per quelle comunità.
Nel nostro piccolo abbiamo dato tanto, ma adesso non vogliamo che ci venga rovinato il bene più prezioso che è la nostra terra. Per difenderla dobbiamo essere vigili e dobbiamo farci sentire, (siamo stati silenziosi per molti decenni!) perché essa non venga compromessa per scelte vantaggiose solo ed esclusivamente a pochi altri, ma non alla nostra comunità.
L’acqua minerale, se vi saranno le trivellazioni, dovremo comprarla per necessità; sarebbe sufficiente questa riflessione per far sì che ciascuno si impegni perché ciò non accada. L’inquinamento da petrolio riguarderà prima l’acqua, poi la terra ed infine l’aria; sono questi tre elementi che, una volta contaminati, non consentiranno al regno vegetale ed animale di continuare il proprio ciclo naturale: la vita.
La vera ricchezza di una comunità è che ciascuno si senta cittadino attivo del luogo su cui vive, luogo che difenderà nel bene comune, affermando, in tal modo, la sua dignità ed i diritti inalienabili a lui spettanti, perché qualcuno, estraneo ai valori della vita per meri interessi materiali, non rovini l’habitat (ambientale, culturale, sociale, civile) e la sua salute.
La difesa di questi valori rappresenta il contributo più nobile che ciascun uomo dovrà dare, se vorrà continuare a respirare quell’aria , che ci ha consentito di crescere forti nel fisico e maturi nella mente.
lunedì 18 febbraio 2013
Don Michele: “Uniti contro le trivellazioni”
di Biagina Cece
Tempi che cambiano, valori diversi, o meglio, crisi di valori e non solo, tutto ciò colpisce grandi e piccoli centri e chi meglio di un sacerdote, che da anni è alla guida di una comunità, può meglio notare tali cambiamenti? Abbiamo incontrato nella Chiesa San Leonardo Abate di Baselice, don Michele Benizio, parroco da tanto tempo del paese, per capire il perché dei vari cambiamenti non sempre positivi.
Don Michele, ormai lei conosce bene la realtà di Baselice, riscontra dei cambiamenti nella gente e nei giovani rispetto al passato?
In generale posso affermare che i baselicesi seguono molto le funzioni religiose e i vari momenti di aggregazione che riguardano la parrocchia, si pensi al grande Presepe Vivente; il successo ottenuto, non indifferente, è dovuto proprio alla buona volontà della gente che tanto si è spesa per la riuscita dell’evento. Sono del parere che l’unione fa la forza e questo lo dimostra. Il problema è che oggi c’è una grande crisi spirituale, non si ha più fiducia né in Dio , né nelle istituzioni, manca la speranza e questo grande malcontento, porta inevitabilmente anche a quella che è la crisi economica che ci affligge. Per quanto riguarda i più giovani, la differenza sta forse nel fatto che vivono spesso nella realtà virtuale dei social network, che non sono sempre negativi; io stesso sono iscritto come Oasi San Leonardo Abate sia a Facebook che a Twitter e ho rinnovato il sito , proprio per stare vicino ai giovani, perché io credo tanto in loro e sono sempre qui se hanno bisogno. Molte volte però si rischia di mettere un muro tra la realtà e il virtuale e così si dimenticano i rapporti veri, il contatto visivo. Ci si perde in amicizie virtuali che, mi chiedo, quanto possano essere vere. Anche a loro manca la fiducia negli altri, anche loro soffrono di questa crisi spirituale. Ripeto, io sono sempre qui anche per organizzare insieme qualcosa di bello, si pensi ai due musical che in passato con loro abbiamo portato in scena e che tanto sono piaciuti.
Come lei ha affermato, crisi spirituale che sfocia in crisi materiale…
Si, e che si sente maggiormente negli ultimi mesi. Manca il lavoro principalmente, molti sono venuti a chiedere un aiuto economico. Molti vivono con le pensioni dei genitori, è davvero un momento difficile. Credo che la soluzione sia puntare su ciò che si ha; la nostra è un’economia agricola, fatta di mestieri antichi, allora perché non rivalutare l’amore per la terra? Perché non rivalutare i mestieri artigianali? Magari non faranno vivere nel lusso, ma faranno vivere. Il lusso è un’utopia, almeno al momento bisogna pensare a vivere. Basta telefonini all’avanguardia, basta vestiti firmati. Si può vivere in maniera modesta ma dignitosa. Naturalmente lo Stato dovrebbe incentivare chi vuole provare a rivalutare l’artigianato, non tassare come invece continua a fare. In questo modo si apprezzerebbe quello che è il nostro territorio, i prodotti della terra, i nostri prodotti tipici; le nostre zone hanno davvero tanto da offrire. A livello ambientale, ad esempio, si potrebbe puntare sul turismo; magari c’è chi vorrebbe rilassarsi in un posto semplice, naturale e con prodotti propri genuini.
Un territorio questo che invece sembra essere nel mirino delle trivellazioni.
Sono assolutamente contrario! Abbiamo già tanti problemi con le falde acquifere, ci sono dei terreni dissestati, ma nemmeno voglio immaginare i danni ambientali che queste trivellazioni causerebbero. Noi lo dobbiamo tutelare il territorio, non lo dobbiamo distruggere! È importante che ci uniamo per evitare un tale disastro. E dobbiamo difendere ciò che abbiamo; si pensi al Psaut, ottimo sicuramente, ma perché eliminare i Saut? Non siamo sicuri, il territorio non è più coperto, forse non abbiamo difeso abbastanza il servizio che i Saut offrivano. Quindi uniamoci e cerchiamo di evitare almeno che ci siano queste trivellazioni, insieme possiamo farcela.
Don Michele, mentre parliamo con lei, qui in Chiesa i volontari della Misericordia di Baselice, stanno dando una mano nei piccoli lavori di manutenzione; questo sta a dimostrare che la solidarietà ancora esiste in questo paese?
Questo dimostra che qui ancora ci sono valori di amore, buona volontà, voglia di aiutare senza ricevere nulla in cambio. È davvero bellissimo e ciò mi rende felice e mi convince sempre di più che insieme davvero si può raggiungere qualsiasi risultato.
Lei ha parlato di sfiducia nelle istituzioni, nella politica, nella Chiesa; cosa si sente di dire per incoraggiare ad avere fiducia in un momento che vede anche il ritirarsi del Papa?
La scelta del Papa è giusta e merita grande rispetto. Bisogna avere coraggio per ammettere che è difficile sostenere un momento instabile come quello che stiamo attraversando; ha capito che la Chiesa ha bisogno di qualcuno più forte, Lui pregherà per la Chiesa e per noi tutti, darà in questo modo il Suo contributo. È solo da ammirare tale scelta. Anzi deve servirci da insegnamento, bisogna capire i propri limiti e affidarsi, quindi fidarsi, di chi può tenderci una mano, chiedere aiuto in un momento difficile e mai scoraggiarsi. La Fede, la grande fiducia in Dio e nelle Istituzioni, può salvarci ancora una volta, basta crederci e restare uniti.
http://benevento.ottopagine.net/
Tempi che cambiano, valori diversi, o meglio, crisi di valori e non solo, tutto ciò colpisce grandi e piccoli centri e chi meglio di un sacerdote, che da anni è alla guida di una comunità, può meglio notare tali cambiamenti? Abbiamo incontrato nella Chiesa San Leonardo Abate di Baselice, don Michele Benizio, parroco da tanto tempo del paese, per capire il perché dei vari cambiamenti non sempre positivi.
Don Michele, ormai lei conosce bene la realtà di Baselice, riscontra dei cambiamenti nella gente e nei giovani rispetto al passato?
In generale posso affermare che i baselicesi seguono molto le funzioni religiose e i vari momenti di aggregazione che riguardano la parrocchia, si pensi al grande Presepe Vivente; il successo ottenuto, non indifferente, è dovuto proprio alla buona volontà della gente che tanto si è spesa per la riuscita dell’evento. Sono del parere che l’unione fa la forza e questo lo dimostra. Il problema è che oggi c’è una grande crisi spirituale, non si ha più fiducia né in Dio , né nelle istituzioni, manca la speranza e questo grande malcontento, porta inevitabilmente anche a quella che è la crisi economica che ci affligge. Per quanto riguarda i più giovani, la differenza sta forse nel fatto che vivono spesso nella realtà virtuale dei social network, che non sono sempre negativi; io stesso sono iscritto come Oasi San Leonardo Abate sia a Facebook che a Twitter e ho rinnovato il sito , proprio per stare vicino ai giovani, perché io credo tanto in loro e sono sempre qui se hanno bisogno. Molte volte però si rischia di mettere un muro tra la realtà e il virtuale e così si dimenticano i rapporti veri, il contatto visivo. Ci si perde in amicizie virtuali che, mi chiedo, quanto possano essere vere. Anche a loro manca la fiducia negli altri, anche loro soffrono di questa crisi spirituale. Ripeto, io sono sempre qui anche per organizzare insieme qualcosa di bello, si pensi ai due musical che in passato con loro abbiamo portato in scena e che tanto sono piaciuti.
Come lei ha affermato, crisi spirituale che sfocia in crisi materiale…
Si, e che si sente maggiormente negli ultimi mesi. Manca il lavoro principalmente, molti sono venuti a chiedere un aiuto economico. Molti vivono con le pensioni dei genitori, è davvero un momento difficile. Credo che la soluzione sia puntare su ciò che si ha; la nostra è un’economia agricola, fatta di mestieri antichi, allora perché non rivalutare l’amore per la terra? Perché non rivalutare i mestieri artigianali? Magari non faranno vivere nel lusso, ma faranno vivere. Il lusso è un’utopia, almeno al momento bisogna pensare a vivere. Basta telefonini all’avanguardia, basta vestiti firmati. Si può vivere in maniera modesta ma dignitosa. Naturalmente lo Stato dovrebbe incentivare chi vuole provare a rivalutare l’artigianato, non tassare come invece continua a fare. In questo modo si apprezzerebbe quello che è il nostro territorio, i prodotti della terra, i nostri prodotti tipici; le nostre zone hanno davvero tanto da offrire. A livello ambientale, ad esempio, si potrebbe puntare sul turismo; magari c’è chi vorrebbe rilassarsi in un posto semplice, naturale e con prodotti propri genuini.
Un territorio questo che invece sembra essere nel mirino delle trivellazioni.
Sono assolutamente contrario! Abbiamo già tanti problemi con le falde acquifere, ci sono dei terreni dissestati, ma nemmeno voglio immaginare i danni ambientali che queste trivellazioni causerebbero. Noi lo dobbiamo tutelare il territorio, non lo dobbiamo distruggere! È importante che ci uniamo per evitare un tale disastro. E dobbiamo difendere ciò che abbiamo; si pensi al Psaut, ottimo sicuramente, ma perché eliminare i Saut? Non siamo sicuri, il territorio non è più coperto, forse non abbiamo difeso abbastanza il servizio che i Saut offrivano. Quindi uniamoci e cerchiamo di evitare almeno che ci siano queste trivellazioni, insieme possiamo farcela.
Don Michele, mentre parliamo con lei, qui in Chiesa i volontari della Misericordia di Baselice, stanno dando una mano nei piccoli lavori di manutenzione; questo sta a dimostrare che la solidarietà ancora esiste in questo paese?
Questo dimostra che qui ancora ci sono valori di amore, buona volontà, voglia di aiutare senza ricevere nulla in cambio. È davvero bellissimo e ciò mi rende felice e mi convince sempre di più che insieme davvero si può raggiungere qualsiasi risultato.
Lei ha parlato di sfiducia nelle istituzioni, nella politica, nella Chiesa; cosa si sente di dire per incoraggiare ad avere fiducia in un momento che vede anche il ritirarsi del Papa?
La scelta del Papa è giusta e merita grande rispetto. Bisogna avere coraggio per ammettere che è difficile sostenere un momento instabile come quello che stiamo attraversando; ha capito che la Chiesa ha bisogno di qualcuno più forte, Lui pregherà per la Chiesa e per noi tutti, darà in questo modo il Suo contributo. È solo da ammirare tale scelta. Anzi deve servirci da insegnamento, bisogna capire i propri limiti e affidarsi, quindi fidarsi, di chi può tenderci una mano, chiedere aiuto in un momento difficile e mai scoraggiarsi. La Fede, la grande fiducia in Dio e nelle Istituzioni, può salvarci ancora una volta, basta crederci e restare uniti.
http://benevento.ottopagine.net/
sabato 16 febbraio 2013
Fiori per colmare la distanza tra terra e cielo
di Maurizio Cuzzupè
L'altro giorno, alle 8.00, poco prima di entrare a scuola, sento la triste notizia dell'atleta Oscar Pistorius che uccide la sua fidanzata. Mi ha colpito questa storia. Una bellissima modella, molto impegnata nella lotta contro gli stupri in Sud Af rica, che solo quattro giorni prima di essere uccisa scriveva su Facebook: "Stamattina mi sono svegliata in una casa sicura e felice. Non a tutti capita. Solleva la tua voce contro gli stupri in Sudafrica". Quella voce è stata brutalmente strozzata. In un primo momento si è detto questo: lei per fare una sorpresa al fidanzato rientra a casa alle 4 di notte, lui scambiandola per un malvivente gli spara quattro colpi uccidendola. Pare, inoltre, che lei abbia lanciato su twitter un messaggio dove chiedeva ai suoi followers: "Cosa fareste per il vostro amore?". E qui traspare la volontà di sorprendere il proprio fidanzato giusto per poter magari festeggiare insieme il giorno di S. Valentino. Devastante.
Ma che storia è questa mi chiedo? Dovremmo conoscere il limite, dovremmo imparare a "circoscriverci" magari includendo le persone che amiamo se proprio non riusciamo ad amare tutti. E invece c'inganniamo. Anche un bambino prova amore, odio, piacere e dolore ma se queste emozioni, per loro natura irrazionali, non si adeguano al senno, per sua natura razionale, allora la virtù si corrompe nel suo contrario divenendo disumana e perversa. Se non hai le gambe puoi usare le protesi per correre ma nell'amore per un cuore spezzato non c'è protesi che tenga. Giorni come questo non credo servano ai cioccolatini ma ad una devota "circoscrizione", con potenza con forza, ma quella positiva intendo. Forse i fiori? Beh, si questi non mancheranno a segnare la distanza tra la terra e il cielo. Perciò, che esali il profumo di fiori per tutti gli innamorati, per tutte le donne ovvero per tutto ciò che amiamo "circoscrivere" con devota protezione.
L'altro giorno, alle 8.00, poco prima di entrare a scuola, sento la triste notizia dell'atleta Oscar Pistorius che uccide la sua fidanzata. Mi ha colpito questa storia. Una bellissima modella, molto impegnata nella lotta contro gli stupri in Sud Af rica, che solo quattro giorni prima di essere uccisa scriveva su Facebook: "Stamattina mi sono svegliata in una casa sicura e felice. Non a tutti capita. Solleva la tua voce contro gli stupri in Sudafrica". Quella voce è stata brutalmente strozzata. In un primo momento si è detto questo: lei per fare una sorpresa al fidanzato rientra a casa alle 4 di notte, lui scambiandola per un malvivente gli spara quattro colpi uccidendola. Pare, inoltre, che lei abbia lanciato su twitter un messaggio dove chiedeva ai suoi followers: "Cosa fareste per il vostro amore?". E qui traspare la volontà di sorprendere il proprio fidanzato giusto per poter magari festeggiare insieme il giorno di S. Valentino. Devastante.
Ma che storia è questa mi chiedo? Dovremmo conoscere il limite, dovremmo imparare a "circoscriverci" magari includendo le persone che amiamo se proprio non riusciamo ad amare tutti. E invece c'inganniamo. Anche un bambino prova amore, odio, piacere e dolore ma se queste emozioni, per loro natura irrazionali, non si adeguano al senno, per sua natura razionale, allora la virtù si corrompe nel suo contrario divenendo disumana e perversa. Se non hai le gambe puoi usare le protesi per correre ma nell'amore per un cuore spezzato non c'è protesi che tenga. Giorni come questo non credo servano ai cioccolatini ma ad una devota "circoscrizione", con potenza con forza, ma quella positiva intendo. Forse i fiori? Beh, si questi non mancheranno a segnare la distanza tra la terra e il cielo. Perciò, che esali il profumo di fiori per tutti gli innamorati, per tutte le donne ovvero per tutto ciò che amiamo "circoscrivere" con devota protezione.
venerdì 15 febbraio 2013
Psaut S.Bartolomeo, debutto flop: Soccorsi lumaca e infermiera ricoverata al 'Rummo'
Non si può certo dire che il Psaut di S.Bartolomeo in Galdo sia partito con il piede giusto. A poche ore dall'inauguazione ci sono già i primi casi di disagio per gli utenti e difficoltà per il personale. A farne le spese, addirittura, un'infermiera della struttura di via Costa che, nel tardo pomeriggio di oggi, è stata ricoverata all'ospedale "Rummo" di Benevento. Motivo? Probabilmente eccessivo stress o organizzazione della struttura insufficiente (una sola ambulanza che deve garantire assistenza ad un territorio molto vasto e dalla viabilità precaria).
A questo bisogna aggiungere che i locali di via Costa sembrerebbero una sorta di "work in progress" (freddo, umidità e qualche tubo dell'acqua rotto che ha già provocato qualche piccolo allagamento delle stanze). Il ricovero dell'infermiera a Benevento ha, di fatto, tenuto il Psaut "scoperto" per oltre un'ora, con il medico in presidio senza assistenza. In poche parole, servizio sospeso fino a quando c'è stato l'arrivo di un altro infermiere. E meno male che in quel frangente non ci sono state chiamate. Non è andata meglio per i due interventi che si sono avuti nelle ore precedenti, uno a Buonalbergo, l'altro a S.Marco dei Cavoti. Nel primo caso, una donna (codice giallo) ha chiesto di essere visitata: come primo soccorso è arrivata l'ambulanza demecalizzata da Ginestra degli Schiavoni (sembrerebbe infatti che la centrale operativa abbia "inteso" codice verde l'intervento di Buonalbergo) che, a sua volta, vista l'impossibilità di operare, ha chiesto l'intervento del medico del Psaut, arrivato soltanto dopo un'ora con l'unica ambulanza della struttura. Analogo episodio a San Marco dei Cavoti, stavolta per i soccorsi si è dovuto attendere ben oltre la mezzora.
Pochi mezzi, personale costretto a fare salti mortali, territorio troppo vasto da coprire: "Una scelta affrettata - ha commentato senza mezzi termini il sindaco di Foiano Valfortore, Michelantonio Maffeo, contattato dal nostro portale - quando lunedì scorso, assieme ad altri sindaci, ci siamo recati al Palazzo del Governo a Benevento, lo abbiamo fatto proprio per questo motivo. Ben venga il Psaut, ma il servizio sanitario deve essere capillare, ben organizzato e non improvvisato. Occorre urgentemente completare l'assistenza sul territorio fortorino e, dunque, non c'era bisogno di affrettare l'inaugurazione del Psaut, era molto meglio tenere in vita il vecchio sistema con il Saut in attesa di garantire un servizio completo per l'utenza. Invece si è preferito affrettare tutto, solo per propaganda elettorale, lasciando allo sbaraglio personale e cittadini. Nelle prossime ore solleciteremo il Prefetto di Benevento per un suo immediato interessamento alla questione che, così com'è, è un vero e proprio rischio".
www.ilquaderno.it
A questo bisogna aggiungere che i locali di via Costa sembrerebbero una sorta di "work in progress" (freddo, umidità e qualche tubo dell'acqua rotto che ha già provocato qualche piccolo allagamento delle stanze). Il ricovero dell'infermiera a Benevento ha, di fatto, tenuto il Psaut "scoperto" per oltre un'ora, con il medico in presidio senza assistenza. In poche parole, servizio sospeso fino a quando c'è stato l'arrivo di un altro infermiere. E meno male che in quel frangente non ci sono state chiamate. Non è andata meglio per i due interventi che si sono avuti nelle ore precedenti, uno a Buonalbergo, l'altro a S.Marco dei Cavoti. Nel primo caso, una donna (codice giallo) ha chiesto di essere visitata: come primo soccorso è arrivata l'ambulanza demecalizzata da Ginestra degli Schiavoni (sembrerebbe infatti che la centrale operativa abbia "inteso" codice verde l'intervento di Buonalbergo) che, a sua volta, vista l'impossibilità di operare, ha chiesto l'intervento del medico del Psaut, arrivato soltanto dopo un'ora con l'unica ambulanza della struttura. Analogo episodio a San Marco dei Cavoti, stavolta per i soccorsi si è dovuto attendere ben oltre la mezzora.
Pochi mezzi, personale costretto a fare salti mortali, territorio troppo vasto da coprire: "Una scelta affrettata - ha commentato senza mezzi termini il sindaco di Foiano Valfortore, Michelantonio Maffeo, contattato dal nostro portale - quando lunedì scorso, assieme ad altri sindaci, ci siamo recati al Palazzo del Governo a Benevento, lo abbiamo fatto proprio per questo motivo. Ben venga il Psaut, ma il servizio sanitario deve essere capillare, ben organizzato e non improvvisato. Occorre urgentemente completare l'assistenza sul territorio fortorino e, dunque, non c'era bisogno di affrettare l'inaugurazione del Psaut, era molto meglio tenere in vita il vecchio sistema con il Saut in attesa di garantire un servizio completo per l'utenza. Invece si è preferito affrettare tutto, solo per propaganda elettorale, lasciando allo sbaraglio personale e cittadini. Nelle prossime ore solleciteremo il Prefetto di Benevento per un suo immediato interessamento alla questione che, così com'è, è un vero e proprio rischio".
www.ilquaderno.it
giovedì 14 febbraio 2013
La protesta dei fortorini: 'Psaut trappola. S.Bartolomeo ha bisogno di un ospedale non di spot elettorali'
"Siamo delusi? Secondo lei? Solo un grande spot elettorale, un'apertura ad orologeria e non si sono neppure resi conto che, così facendo, hanno peggiorato la situazione". Ieri l'inaugurazione in pompa magna del Psaut di San Bartolomeo in Galdo, tra sorrisi e un leit motiv: "Dopo 50 anni abbiamo ridato dignità alla comunità fortorina". Basta spostarsi di soli quattro chilometri e constatare, come spesso accade, che a riflettori spenti la realtà è un'altra. Foiano Valfortore, poco più di un migliaio di abitanti, comune sannita collocato nel bel mezzo della vallata: "Proprio per questo motivo dovremmo essere un punto di snodo del Fortore - ci fa notare un anziano del posto - siamo in posizione baricentrica anche se è vero che siamo penalizzati dalle strade e dai collegamenti". Se a San Bartolomeo in Galdo si festeggia l'apertura del Psaut, a Foiano si decreta la chiusura del Saut: "Stamattina hanno messo i sigilli, il personale è stato spostato a San Bartolomeo. Non abbiamo più nulla". Non si parla d'altro nei bar o in piazza S.Giovanni dove fanno capannello un nutrito numero di pensionati. La verità è che l'apertura del Psaut non è andata giù a nessuno, ma i foianesi non vogliono certo puntare il dito contro gli abitanti di San Bartolomeo in Galdo: "Ci mancherebbe! - esclama un 50enne del luogo - i nostri vicini meritano ben altro però. Il Psaut è una farsa bella e buona, hanno combinato un papocchio, si sono fatti l'autogol".
(Per continuare leggere clicca qui sotto)
La protesta dei fortorini: 'Psaut trappola. S.Bartolomeo ha bisogno di un ospedale non di spot elettorali' - Ilquaderno.it
Il Psaut e i lavoratori del 118 da mesi senza stipendio
Postiamo la nota di Cgil e Uil in merito alla vertenza dei dipendenti del 118.
“Stamattina (ieri per chi legge, ndb) alla presenza delle Autorità politiche, è stato inaugurato in pompa magna, il Psaut di San Bartolomeo in Galdo, questa sera, come ciliegina sulla torta i lavoratori del 118 Sanit e Modisan, già in enorme difficoltà economiche per non aver ricevuto gli stipendi da oltre 4 mesi, sono stati informati che una parte di loro, a turnazione sono obbligati a coprire il turno di 24 ore presso il Psaut di San Bartolomeo in Galdo. A seguito di questa drammatica vicenda, il responsabile addetto alla turnazione, ha deciso spontaneamente di lasciare l’incarico a lui affidato da molti anni, in segno di protesta, secondo la versione di alcuni lavoratori che ci hanno comunicato l’accaduto.
E’ il caso di ricordare che questi lavoratori, oramai versano in condizioni drammatiche e non sono in grado, per le evidenti difficoltà economiche a recarsi in quelle zone, in quanto non hanno la possibilità di fare benzina nella propria autovettura.
Per queste motivazioni in quanto oltre al danno la beffa si diffida la Sanit di non avviare nessuna iniziativa che possa incidere sulla sopravvivenza dei lavoratori stessi”.
Fonte: www.ntr24.tv
“Stamattina (ieri per chi legge, ndb) alla presenza delle Autorità politiche, è stato inaugurato in pompa magna, il Psaut di San Bartolomeo in Galdo, questa sera, come ciliegina sulla torta i lavoratori del 118 Sanit e Modisan, già in enorme difficoltà economiche per non aver ricevuto gli stipendi da oltre 4 mesi, sono stati informati che una parte di loro, a turnazione sono obbligati a coprire il turno di 24 ore presso il Psaut di San Bartolomeo in Galdo. A seguito di questa drammatica vicenda, il responsabile addetto alla turnazione, ha deciso spontaneamente di lasciare l’incarico a lui affidato da molti anni, in segno di protesta, secondo la versione di alcuni lavoratori che ci hanno comunicato l’accaduto.
E’ il caso di ricordare che questi lavoratori, oramai versano in condizioni drammatiche e non sono in grado, per le evidenti difficoltà economiche a recarsi in quelle zone, in quanto non hanno la possibilità di fare benzina nella propria autovettura.
Per queste motivazioni in quanto oltre al danno la beffa si diffida la Sanit di non avviare nessuna iniziativa che possa incidere sulla sopravvivenza dei lavoratori stessi”.
Fonte: www.ntr24.tv
mercoledì 13 febbraio 2013
Petrolio, firma l'appello dei No triv Sannio
Noi cittadini, amministratori, membri di associazioni e di organizzazioni professionali della Provincia di Benevento, coscienti delle minacce che gravano sull’ecosistema locale e sulle economie che da esso dipendono, firmiamo questo appello a testimonianza del Nostro impegno contro le indagini petrolifere e per chiedere al ministro dell’Ambiente di proteggere in modo efficace il nostro territorio.
Considerato
che il territorio sannita presenta, come testimoniato da diversi studi scientifici, aree ancora incontaminate, rispetto al resto del nostro Paese l’assenza di misure efficaci che permettano di proteggere dalla contaminazione aria, suoli, acque superficiali e sotterranee e di tutelare quindi dalle minacce delle perforazioni risorse che sono strategiche per le comunità locali;
che le comunità locali hanno necessità di un modello economico ecosostenibile e che i settori sui quali si vuole puntare sono: agricoltura di qualità, zootecnia, turismo, energia rinnovabile;
che la ricerca e lo sfruttamento di idrocarburi rappresenta un grave rischio per l’ecosistema e per le economie che da esso dipendono, come ampiamente dimostrato in diversi studi scientifici in varie parti del Mondo dove estrazione, utilizzo e trasporto di petrolio hanno gravemente compromesso attività agricole, turismo, biodiversità e non ultimo la salute della popolazione residente;
il rapporto costi/benefici che fa pendere la bilancia solo ed esclusivamente dalla parte dei costi per le comunità locali e che gli unici benefici sono solo di natura economica e ad esclusivo vantaggio delle compagnie petrolifere (la stessa Regione Campania non incasserà nulla come già accaduto e ancora accade in altre Regioni italiane).
Chiediamo
che il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio si impegni ad agire in maniera rapida, coraggiosa, intelligente ed incisiva per il blocco immediato di ogni processo di autorizzazione per progetti di ricerca e perforazione.
Vogliamo,
nei nostri territori, che le attività economiche debbano servire l’interesse generale, il bene comune o bene pubblico come è normale che sia in un Paese moderno e democratico e che non si sostenga un modello economico obsoleto e retrogrado.
PER FIRMARE CLICCA QUI
Considerato
che il territorio sannita presenta, come testimoniato da diversi studi scientifici, aree ancora incontaminate, rispetto al resto del nostro Paese l’assenza di misure efficaci che permettano di proteggere dalla contaminazione aria, suoli, acque superficiali e sotterranee e di tutelare quindi dalle minacce delle perforazioni risorse che sono strategiche per le comunità locali;
che le comunità locali hanno necessità di un modello economico ecosostenibile e che i settori sui quali si vuole puntare sono: agricoltura di qualità, zootecnia, turismo, energia rinnovabile;
che la ricerca e lo sfruttamento di idrocarburi rappresenta un grave rischio per l’ecosistema e per le economie che da esso dipendono, come ampiamente dimostrato in diversi studi scientifici in varie parti del Mondo dove estrazione, utilizzo e trasporto di petrolio hanno gravemente compromesso attività agricole, turismo, biodiversità e non ultimo la salute della popolazione residente;
il rapporto costi/benefici che fa pendere la bilancia solo ed esclusivamente dalla parte dei costi per le comunità locali e che gli unici benefici sono solo di natura economica e ad esclusivo vantaggio delle compagnie petrolifere (la stessa Regione Campania non incasserà nulla come già accaduto e ancora accade in altre Regioni italiane).
Chiediamo
che il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio si impegni ad agire in maniera rapida, coraggiosa, intelligente ed incisiva per il blocco immediato di ogni processo di autorizzazione per progetti di ricerca e perforazione.
Vogliamo,
nei nostri territori, che le attività economiche debbano servire l’interesse generale, il bene comune o bene pubblico come è normale che sia in un Paese moderno e democratico e che non si sostenga un modello economico obsoleto e retrogrado.
PER FIRMARE CLICCA QUI
Iscriviti a:
Post (Atom)