Il Sannio si prepara ad affrontare la complessa questione delle trivellazioni petrolifere. Cittadini e associazioni, riuniti nel coordinamento No Triv stanno portando avanti una battaglia contro i progetti di ricerca di idrocarburi con iniziative mirate ad informare la popolazione sui rischi per l'ambiente e il territorio.
Come annunciato qualche giorno fa dal presidente Cimitile, anche la Provincia di sta attivando per fermare le trivelle: approvata ieri una delibera con cui ci si oppone ai progetti di ricerca dell'inglese Delta Energy. Prossimi passi saranno la convocazione di un'Assemblea dei Sindaci per una mobilitazione istituzionale e la convocazione anche di un consiglio provinciale ad hoc. (Per vedere il video clicca qui sotto)
Trivellazioni petrolifere nel Sannio, Nunzia De Girolamo (Pdl): "Sono favorevole solo a quello che serve" | ambiente | news | NTR24 - l'informazione sul web
mercoledì 13 febbraio 2013
martedì 12 febbraio 2013
La Delta Energy arriva nel Sannio: "Siamo fiduciosi di trovare il petrolio" (IL VIDEO)
La Delta Energy arriva nel Sannio. La società inglese, costituita da manager che hanno lavorato nelle multinazionali petrolifere, ha presentato i progetti di ricerca petrolifera, che coinvolgono molti comuni sanniti, incontrando alcuni sindaci e amministratori del Fortore, i cittadini e il comitato No Triv Sannio nella sala consiliare del paese di Ginestra degli Schiavoni. Un incontro annunciato negli scorsi giorni dal sindaco Zaccaria Spina. Accanto a lui gli amministratori di Foiano di Valfortore, Molinara, Montefalcone di Valfortore, San Giorgio La Molara e San Marco dei Cavoti.
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lunedì 11 febbraio 2013
Sannio e petrolio: A Ginestra degli Schiavoni incontro con la Delta Energy. I No Triv a casa di Spina
Nuova azione di protesta del coordinamento NoTriv Sannio contro i progetti di trivellazioni petrolifere nel Sannio e in Irpinia, messi in atto dalla società inglese Delta Energy. Ieri mattina una nutrita delegazione del coordinamento si è recata presso l'abitazione beneventana del sindaco di Ginestra degli Schiavoni e presidente della Comunità Montana del Fortore, Zaccaria Spina, per avere delucidazioni in merito ad un suo incontro, in programma nella giornata stamane a Ginestra degli Schiavoni, con i rappresentanti della società inglese.
"Il Sannio è verde non nero" è stato il messaggio lanciato dai NoTriv Sannio in uno striscione esposto sotto la casa del primo cittadino fortorino. "Il timore del coordinamento - affermano dal comitato No Triv Sannio è che incontri del genere preludano ad accordi con la società, mentre è necessario ribadire con forza fin da subito una decisa opposizione a qualsiasi progetto di estrazione di idrocarburi nel Sannio, che non porterebbe che devastazione ambientale ed impoverimento economico".
Il sindaco Spina ha incontrato la delegazione e ha rassicurato il coordinamento sulla propria opposizione alle trivellazioni, aggiungendo che l'incontro di domani si terrà solo per avere chiarimenti tecnici sui provvedimenti. Il primo cittadino ha inoltre assicurato che parteciperà alla prossima assemblea del coordinamento NoTriv, prevista per giovedì prossimo 14 febbraio, presso il Palazzo del Volontariato di Benevento.
www.ilquaderno.it
sabato 9 febbraio 2013
La Provincia va al Tar per battere le trivelle
L’amministrazione provinciale presenterà ricorso al Tar contro gli atti rilasciati dalla Regione Campania per l’autorizzazione delle estrazioni petrolifere nel Sannio. Lo ha annunciato ieri l’assessore provinciale all’Ambiente nel corso della seduta della commissione consiliare presieduta da Angelo Capobianco.
Due gli argomenti all’ordine del giorno: programma di trivellazioni per le ricerche petrolifere in numerosi comuni del Sannio e gestione del ciclo dei rifiuti. «Sulla prima questione – riferisce la Rocca – la Commissione consiliare e lo stesso assessore hanno già affrontato nei mesi scorsi l’argomento ed hanno promosso numerose iniziative, tra le quali la proiezione nella sala Consiliare della Rocca dei Rettori del documentario-inchiesta “Mal d’Agri” sull’estrazione degli idrocarburi in Val d’Agri nel potentino. Commissione e assessore hanno ribadito la loro netta e convinta opposizione al programma di trivellazioni ed hanno discusso sulle azioni di contrasto più opportune da intraprendere in tutte le sedi politiche ed istituzionali.
La Commissione intende richiedere una discussione in Consiglio provinciale, mentre l’assessore ha annunciato che già domani (oggi, ndr), con l’ausilio di docenti dell’Università del Sannio, verrà discusso in Giunta un dossier da allegare al ricorso innanzi la Magistratura amministrativa contro i provvedimenti autorizzativi regionali».
L’assessore Aceto e la Commissione, infine, hanno auspicato, «così come successo per la centrale a turbogas “Luminosa”, il massimo coinvolgimento delle Istituzioni locali e degli stessi cittadini del Sannio per fare fronte comune contro l’annunciato scempio del territorio sannita».
Sul tema, va ricordato che lunedì prossimo è in programma a Ginestra degli Schiavoni un incontro promosso dal sindaco del piccolo centro, Zaccaria Spina, con i referenti della società che intende realizzare i progetti estrattivi di idrocarburi nel Sannio, la ‘Delta Energy’. Nello stesso giorno a Napoli si terrà l’annunciata iniziativa di accesso agli atti presso gli uffici regionali richiesta dai consiglieri comunali di San Marco dei Cavoti Domenico Costanzo e Valentino Ca¬stello.
Tornando ai lavori della commissione, Aceto ha relazionato sullo stato dell’arte in tema di rifiuti. «Un confuso ed inestricabile guazzabuglio legislativo – l’ha definito l’assessore – che (non) governa la materia». La Commissione ha auspicato che il disegno di legge regionale attualmente in discussione possa essere utile a rendere più certi poteri e funzioni, soprattutto se lo stesso verrà coordinato e discusso con il nuovo Par¬lamento. Si è inoltre discusso della vertenza dei lavoratori dei disciolti Consorzi rifiuti, mentre l’assessore Aceto ha relazionato sullo stato dell’attuazione del programma di impiantistica predisposto dalla Provincia per la gestione del ciclo rifiuti.
benevento.ottopagine.net
Due gli argomenti all’ordine del giorno: programma di trivellazioni per le ricerche petrolifere in numerosi comuni del Sannio e gestione del ciclo dei rifiuti. «Sulla prima questione – riferisce la Rocca – la Commissione consiliare e lo stesso assessore hanno già affrontato nei mesi scorsi l’argomento ed hanno promosso numerose iniziative, tra le quali la proiezione nella sala Consiliare della Rocca dei Rettori del documentario-inchiesta “Mal d’Agri” sull’estrazione degli idrocarburi in Val d’Agri nel potentino. Commissione e assessore hanno ribadito la loro netta e convinta opposizione al programma di trivellazioni ed hanno discusso sulle azioni di contrasto più opportune da intraprendere in tutte le sedi politiche ed istituzionali.
La Commissione intende richiedere una discussione in Consiglio provinciale, mentre l’assessore ha annunciato che già domani (oggi, ndr), con l’ausilio di docenti dell’Università del Sannio, verrà discusso in Giunta un dossier da allegare al ricorso innanzi la Magistratura amministrativa contro i provvedimenti autorizzativi regionali».
L’assessore Aceto e la Commissione, infine, hanno auspicato, «così come successo per la centrale a turbogas “Luminosa”, il massimo coinvolgimento delle Istituzioni locali e degli stessi cittadini del Sannio per fare fronte comune contro l’annunciato scempio del territorio sannita».
Sul tema, va ricordato che lunedì prossimo è in programma a Ginestra degli Schiavoni un incontro promosso dal sindaco del piccolo centro, Zaccaria Spina, con i referenti della società che intende realizzare i progetti estrattivi di idrocarburi nel Sannio, la ‘Delta Energy’. Nello stesso giorno a Napoli si terrà l’annunciata iniziativa di accesso agli atti presso gli uffici regionali richiesta dai consiglieri comunali di San Marco dei Cavoti Domenico Costanzo e Valentino Ca¬stello.
Tornando ai lavori della commissione, Aceto ha relazionato sullo stato dell’arte in tema di rifiuti. «Un confuso ed inestricabile guazzabuglio legislativo – l’ha definito l’assessore – che (non) governa la materia». La Commissione ha auspicato che il disegno di legge regionale attualmente in discussione possa essere utile a rendere più certi poteri e funzioni, soprattutto se lo stesso verrà coordinato e discusso con il nuovo Par¬lamento. Si è inoltre discusso della vertenza dei lavoratori dei disciolti Consorzi rifiuti, mentre l’assessore Aceto ha relazionato sullo stato dell’attuazione del programma di impiantistica predisposto dalla Provincia per la gestione del ciclo rifiuti.
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venerdì 8 febbraio 2013
No Triv: ecco come e dove vogliono cercare petrolio
Fermare le trivelle e salvare il territorio. Con questo obiettivo il coordinamento No Triv Sannio ha dato vita al primo incontro di autoformazione per far comprendere alla popolazione i rischi che le trivellazioni petrolifere comportano per l'ambiente e il territorio sannita. A relazionare il geologo Roberto Pellino, che partendo da un'analisi geomorfologica dell'area interessata dai progetti di ricerche petrolifera, ha messo in rilievo le possibili incidenze sul territorio.
Pellino ha poi spiegato come avvengono le ricerche di petrolio. Il primo passo da compiere è l'indagine geosismica. Compiuto questo primo step con esito positivo, si passa alla creazione di pozzi esplorativi. Tra il 1961 e il 1982 i cercatori di oro nero hanno già trivellato alcune parti del Sannio. Nel corso degli anni nella provincia di Benevento sono stati relizzati 17 pozzi. Due hanno anche dato petrolio. Ma alcune conseguenze di quell'attività di ricerca si fanno sentire ancora oggi: un pozzo realizzato nell'area di San Marco dei Cavoti oggi è nella lista dei siti da bonificare della Regione Campania.
L'area interessata dalle trivellazioni degli anni passati è quasi la stessa che oggi è inserita nei due progetti della Delta Energy: Case Capozzi e Pietra Spaccata. Una zona tra il Fortore, il medio Calore e l'Irpinia che se, come spiega il geologo, non si caratterrizza dalla presenza di particolari serbatoi idrici, è però attraversata da fiumi importanti come il Calore, l'Ufita, il Tammaro e il fiume Fortore. Si può così immaginare il danno che si provocherebbe per un'eventuale fuoriuscita di inquinanti dai pozzi. Non mancano certo gli esempi di eventi simili. Nella vicina Basilicata, terra di petrolio, la diga del Pertusillo è completamente inquinata.
Altro tema che accende l'attenzione di chi si oppone alle trivellazioni è la paura per le conseguenze di effettuare trivellazioni in una zona sismica. La zona dei progetti di ricerca ricade infatti in una zona a sismicità medio-alta. Unanime il giudizio negativo dell'assemblea sui progetti di ricerca di idrocarburi nel Sannio. Un no che non mancherà di farsi sentire con future iniziative.
www.ntr24.tv
giovedì 7 febbraio 2013
IL PSAUT DELLA DISCORDIA
La decisione dell’Asl non piace ai sindaci
Da ieri mattina la notizia è ufficiale: a partire dal 13 febbraio prossimo sarà aperto il Psaut di San Bartolomeo in Galdo. Ieri il direttore generale dell’Azienda sanitaria di Benevento, Michele Rossi, ha firmato la delibera con la quale si dà il via libera al presidio nel centro fortorino. L’apertura del Psaut prevede lo spostamento totale del Saut di FoianoValfortore e dei medici del 118 di Ginestra degli Schiavoni, trasformando così la struttura di ginestra in uno Sti (Sistema di trasporto infermi). In sostanza nel centro del Miscano sarà presente solo un ambulanza con autisti soccorritori e infermieri senza la presenza dei medici.
Il presidio di pronto soccorso per le piccole emergenze territoriali, che sarà allocato nei locali dell’ospedale di San Bartolomeo in Galdo, prevede dunque un’unità mobile che svolgerà il servizio di 118 e una postazione fissa per un totale di 12 medici più infermieri e autisti socco ristori.
La delibera di ieri, dunque, conferma ciò che Ottopagine da mesi va affermando: l’apertura del Psaut a fronte dello spostamento del 118 di Foiano a San Bartolomeo e la soppressione del Saut di Ginestra. Se a San Bartolomeo c’è soddisfazione per la decisione dell’Asl, nel resto del territorio fortorino la notizia ha lasciato perplessi e scontenti molti amministratori.
Il sindaco di San Marco dei Cavoti ha preferito non commentare la notizia, anche perché, a suo dire, “la notizia si commenta da sola”. Il primo cittadino si chiede però “chi e con quale criterio si è fatta questa scelta”. Zaccaria Spina, sindaco di Ginestra esprime rammarico e dispiacere. “Si è presa una decisione importante, visto l’argomento, senza coinvolgere e concertare con gli enti locali. Addirittura non c’è stata nemmeno un’informazione preventiva. La notizia è arrivata come un fulmine a ciel sereno”.
“Una decisione – sottolinea Spina - che provoca una rivoluzione del sistema sanitario del territorio. Una delibera che stravolge il verbale condiviso da molti sindaci nell’ottobre del 2010, nel quale si affermava che l’apertura del Psaut non doveva comportare la chiusura dei due Saut presenti nell’area del Fortore”.
“Naturalmente salutiamo con soddisfazione l’apertura del presidio a San Bartolomeo, - afferma il sindaco di Ginestra e presidente della comunità montana – ma così come è stato deciso dall’Asl quello che doveva essere un arricchimento dell’assistenza sanitaria per il territorio, rischia di trasformarsi in un impoverimento del sistema”.
“Il rischio è l’abbandono di quei comuni che erano serviti dal 118 di Ginestra. I tempi percorrenza si allungano e le possibilità di interventi tempestivi diminuiscono. Ormai per questo comuni resta solo il presidio STI di Ginestra che interviene solo in caso di soccorso di base di emergenza, cioè casi di basso codice di gravità”.
Preoccupato dalla scelta dell’azienda sanitaria anche Luigi Paragone, sindaco di San Giorgio la Molara, che pur esprimendo soddisfazione per la decisione di aprire lo Psaut di San Bartolomeo afferma che “la delibera pregiudica l’assistenza e l’emergenza del soccorso sanitario sul tutto il resto del territorio fortorino”. “Si rischia di scatenare una guerra tra poveri – sottolinea Paragone – che non fa bene a nessuno. Togliere ad un povero per dare ad un altro povero non risolve il problema. Restano poveri entrambi”.
Chi è sorpreso dalla notizia è il sindaco di Buonalbergo, Igino Miele. “Questa decisione del’Asl crea un danno notevole al nostro comune. Chi ha assunto tale decisione, evidentemente, non conosce i tempi di percorrenza che ci sono tra San Bartolomeo e Buonalbergo. In questo modo si mette a repentaglio la sicurezza e la vita della gente”. Miele ci ricorda che proprio per migliorare il servizio dei soccorsi di emergenza qualche mese fa la sua amministrazione aveva deliberato per chiedere un servizio di 118 a Buonalbergo per ovviare alla distanza che intercorre tra il suo comune e il capoluogo.
Giuseppe Addabbo, sindaco di Molinara ribadisce ancora una volta che si decide senza conoscere e senza coinvolgere il territorio. “Una scelta che penalizza molti comuni come Molinara, San Marco dei Cavoti, San Giorgio la Molara, Ginestra, Buonalbergo “, dice Addabbo.
“Credo che si poteva tranquillamente aprire lo Psaut di San Bartolomeo in Galdo senza chiudere i 118 di Foiano e Ginestra. Bastava utilizzare, attraverso un accordo con i sindacati. il personale in esubero a Benevento”. La decisione dell’Asl ha scatenato il malcontento anche degli amministratori di Foiano. Il sindaco Michele Maffeo è sconcertato dalla notizia e afferma che è stato un errore. “Si apre un presidio per le piccole emergenze, mentre l’azienda sanitaria, chiude i servizi per le prestazioni specialistiche. C’è un gabinetto di radiologia che funziona a singhiozzo, - afferma Maffeo – mentre per un esame ecografico bisogna aspettare mesi. Questa decisione è un ulteriore segnale di impoverimento del servizio sul territorio”.
Ancora più dure le parole dell’assessore alla comunità montana Giuseppe Ruggiero. “Una decisione che rende peggiore il servizio”. Così Ruggiero esordisce nel commentare la notizia. “Il vasto territorio del Val Fortore sarà servita da una sola ambulanza per quanto riguarda le emergenze gravi. Lo Psaut, così come concepito rischia di essere un servizio inutile”.
“Questo tipo di riorganizzazione e razionalizzazione fatta dall’Asl non credo che faccia risparmiare soldi alla collettività”.
L’assessore alla comunità montana va oltre le questioni politiche e amministrative. Ruggiero si chiede se la struttura dove sarà ubicato il presidio è agibile a tale scopo. “Nella delibera – afferma Giuseppe Ruggiero - si parla di "Certificato di agibilità parziale del 28 agosto 2012 relativo al piano seminterrato da adibire a Psaut, nella sede dell'istituto Sps di Via Costa in San Bartolomeo in Galdo, individuato in catasto al Fg. 90 p.lla 1084, allibrato a pr. ASL bn al n. 113217 del 29 agosto 2012" e continua...."il Decreto Sindacale di autorizzazione sanitaria, rilasciato in data 15 gennaio 2013 con atto prot. N. 416 dal sindaco di Comune di San Bartolomeo in Galdo". Che significa? Che il fabbricato, nella sua complessità, non ha nemmeno la totale agibilità...ma solo nel seminterrato dove verrà ubicato il Psaut, ed inoltre perché una autorizzazione sanitaria la concede con decreto il sindaco e non la stessa Asl? Si intravedono – conclude Ruggiero - sempre di più gli estremi di una decisione politica di fretta e furia prima delle elezioni”.
Preoccupato anche l’ex sindaco di Ginestra degli Schiavoni, Pietro Giallonardo, che ci ha raggiunto telefonicamente per esprime la preoccupazione sul futuro di un territorio che rischia di rimanere isolato e sul fatto che vista la distanza e visto la informazione del territorio mette seriamente a rischio la vita dei cittadini del Miscano.
Reazioni negative, dunque, rispetto alla decisione dell’Asl da parte di quasi tutti gli amministratori che questa sera si incontreranno a San marco dei Cavoti per mettere in campo un’azione comune contro la delibera del direttore generale dell’Asl.
(benevento.ottopagine.net)
martedì 5 febbraio 2013
Ancora eolico nel Fortore
La Commissione Via della regione Campania ha dato parere positivo ad un nuovo progetto per la realizzazione di un parco eolico a San Marco dei Cavoti. La Commissione ha infatti espresso parere di compatibilità ambientale, su conforme giudizio della Commissione V.I.A., V.A.S. e V.I., al progetto “impianto eolico composto da 7 aerogeneratori di potenza complessiva 14 MW da realizzarsi alle località Piana delle Logge ed Acquafredda del comune di San Marco dei Cavoti. Ne da notizia il Burc regionale di lunedì 4/2/2013. Da sottolineare che la medesima commissione aveva in un primo tempo bloccato il progetto poichè “l’impianto proposto risultava in adiacenza ad altri impianti, realizzati e di futura realizzazione.
Esso si prefigurava a nord del centro abitato di San Marco dei Cavoti, alla distanza media di 4 km e a una quota media di 800 m.s.l.m., con un’installazione complessiva di 47 torri eoliche, differenziate per taglia e potenza. Si evidenziava a tale proposito che il sito interessato, in una valutazione in area vasta, risultava gravato da una serie di impianti realizzati e di futura realizzazione che, seppur di impatto visivo moderato se presi singolarmente, avrebbero dato forma ad inevitabili insediamenti a selva, con notevolissimo impatto sulla componente paesaggistica in una valutazione cumulativa”. La Sorgenia riformulava quindi il progetto riducendo il numero di torri da installare ed ottenendo in questo modo il via libera della Commissione ambientale regionale e superare per “magia” il notevolissimo impatto sulla componente paesaggistica che la medesima Commissione aveva in un primo tempo correttamente considerato.
(Fonte: informatoresannita.it)
lunedì 4 febbraio 2013
Gli operai forestali vogliono risposte: «Basta con le parole, servono i fatti»
di Biagina Cece
Solo apparente la calma tra i forestali di Baselice. Dopo le tante battaglie e proteste che gli operai hanno portato in campo non molti mesi fa, oggi si fa il bilancio della situazione. Nell’ultimo Consiglio della Comunità Montana del Fortore si era attestata quella che era la conformità dei progetti del 2012 e quelli futuri. La Regione nell’occasione, come è stato poi ribadito anche nell’incontro con l’Uncem (ottopagine, 02/02/2013), ha stanziato una cifra di poco più di tre milioni di euro per il 2012 e un’altra dello stesso importo per il 2013. Soldi che, affermano gli operai della forestale “non sono affatto sufficienti per pagare tutti gli operai. Purtroppo si continua a ribadire il concetto che non ci sono fondi, ma noi abbiamo delle famiglie da mantenere e ormai è più di un anno che non abbiamo stipendio”.
Si è in attesa dei suddetti finanziamenti della Regione, per ora assicurati in maniera formale, ma nulla di scritto “è stato preso un impegno nulla di più – continuano gli operai – la Regione Campania in passato ha preso tanti impegni che poi non ha realmente concretizzato. Sinceramente noi non crediamo più a quello che ci dice, vogliamo i fatti”. Al momento gli operai della forestale di Baselice sono in cassa integrazione. Quello che si vuole è solo trovare una soluzione ad un problema sempre più grande. Varie le proposte fatte dagli operai “viviamo in un mondo che si professa solidale solo a parole – afferma qualcuno – una proposta sarebbe quella di aiutarci economicamente, perché al momento non abbiamo più soldi. Non vorremmo mai arrivare a gesti estremi; tante sono le associazioni, le istituzioni, anche le banche, perché non fanno un prestito a noi operai che comunque restituiremmo appena questa situazione si sbloccherà? Un prestito magari che non avesse degli interessi troppo alti, perché sarebbe un costo troppo elevato da sostenere per noi. Ci ritroviamo ad avere difficoltà anche a pagare le bollette”.
E qualcuno, dato il periodo in cui ci troviamo, ha affermato “un’idea sarebbe quella di consegnare le tessere elettorali, è il periodo migliore date le imminenti elezioni. Sarebbe un segno di protesta civile, naturalmente non solo Baselice dovrebbe compiere tale protesta, ma anche i forestali degli altri paesi”.
Ad esprimersi anche il sindaco di Baselice, Domenico Canonico “siamo vicini agli operai forestali, che tanto danno con il loro contributo, è un lavoro importante da non sottovalutare il loro. La Comunità Montana del Fortore si è attivata per aiutarli e anche noi come Amministrazione proveremo ad aiutarli in questo momento difficile”. Un momento che dura da troppo “siamo stanchi anche di protestare, molte persone non hanno una buona opinione di noi. Parecchia gente pensa che non dovremmo nemmeno protestare perché non ci riconosce nella nostra professione. Invece noi sappiamo di lavorare anche tanto”.
“La Comunità Montana del Fortore non può permettersi di agire da sola; – ha affermato Salvatore Brancaccio, Vice Presidente della Comunità Montana del Fortore – il ‘vulnus’ del problema è strettamente legato allo spirito che le nuove Disposizioni regionali in materia hanno disposto. Infatti queste ultime incidono gravemente e fortemente con lo status del rapporto lavorativo di tutte le unità in carico al settore forestazione. Se non ci sarà qualcuno disposto ad accollarsi le responsabilità, frutto di scelte scellerate del passato, credo che difficilmente si potrà venire a capo della risoluzione definitiva del problema. L’invito accorato che rivolgo ai forestali fortorini, è quello di coalizzarsi tutti per un unico fine, cercare di organizzare fattive forme di protesta, oltre a rappresentare il loro dramma sociale alle Istituzione di ogni ordine e grado”.
Dagli ultimi incontri sembra esserci ancora un barlume di speranza, ma la paura che anche stavolta siano solo parole, è purtroppo protagonista tra gli operai della forestale fortorina. Solo apparente la calma tra i forestali di Baselice. Dopo le tante battaglie e proteste che gli operai hanno portato in campo non molti mesi fa, oggi si fa il bilancio della situazione.
www.benevento.ottopagine.net
Solo apparente la calma tra i forestali di Baselice. Dopo le tante battaglie e proteste che gli operai hanno portato in campo non molti mesi fa, oggi si fa il bilancio della situazione. Nell’ultimo Consiglio della Comunità Montana del Fortore si era attestata quella che era la conformità dei progetti del 2012 e quelli futuri. La Regione nell’occasione, come è stato poi ribadito anche nell’incontro con l’Uncem (ottopagine, 02/02/2013), ha stanziato una cifra di poco più di tre milioni di euro per il 2012 e un’altra dello stesso importo per il 2013. Soldi che, affermano gli operai della forestale “non sono affatto sufficienti per pagare tutti gli operai. Purtroppo si continua a ribadire il concetto che non ci sono fondi, ma noi abbiamo delle famiglie da mantenere e ormai è più di un anno che non abbiamo stipendio”.
Si è in attesa dei suddetti finanziamenti della Regione, per ora assicurati in maniera formale, ma nulla di scritto “è stato preso un impegno nulla di più – continuano gli operai – la Regione Campania in passato ha preso tanti impegni che poi non ha realmente concretizzato. Sinceramente noi non crediamo più a quello che ci dice, vogliamo i fatti”. Al momento gli operai della forestale di Baselice sono in cassa integrazione. Quello che si vuole è solo trovare una soluzione ad un problema sempre più grande. Varie le proposte fatte dagli operai “viviamo in un mondo che si professa solidale solo a parole – afferma qualcuno – una proposta sarebbe quella di aiutarci economicamente, perché al momento non abbiamo più soldi. Non vorremmo mai arrivare a gesti estremi; tante sono le associazioni, le istituzioni, anche le banche, perché non fanno un prestito a noi operai che comunque restituiremmo appena questa situazione si sbloccherà? Un prestito magari che non avesse degli interessi troppo alti, perché sarebbe un costo troppo elevato da sostenere per noi. Ci ritroviamo ad avere difficoltà anche a pagare le bollette”.
E qualcuno, dato il periodo in cui ci troviamo, ha affermato “un’idea sarebbe quella di consegnare le tessere elettorali, è il periodo migliore date le imminenti elezioni. Sarebbe un segno di protesta civile, naturalmente non solo Baselice dovrebbe compiere tale protesta, ma anche i forestali degli altri paesi”.
Ad esprimersi anche il sindaco di Baselice, Domenico Canonico “siamo vicini agli operai forestali, che tanto danno con il loro contributo, è un lavoro importante da non sottovalutare il loro. La Comunità Montana del Fortore si è attivata per aiutarli e anche noi come Amministrazione proveremo ad aiutarli in questo momento difficile”. Un momento che dura da troppo “siamo stanchi anche di protestare, molte persone non hanno una buona opinione di noi. Parecchia gente pensa che non dovremmo nemmeno protestare perché non ci riconosce nella nostra professione. Invece noi sappiamo di lavorare anche tanto”.
“La Comunità Montana del Fortore non può permettersi di agire da sola; – ha affermato Salvatore Brancaccio, Vice Presidente della Comunità Montana del Fortore – il ‘vulnus’ del problema è strettamente legato allo spirito che le nuove Disposizioni regionali in materia hanno disposto. Infatti queste ultime incidono gravemente e fortemente con lo status del rapporto lavorativo di tutte le unità in carico al settore forestazione. Se non ci sarà qualcuno disposto ad accollarsi le responsabilità, frutto di scelte scellerate del passato, credo che difficilmente si potrà venire a capo della risoluzione definitiva del problema. L’invito accorato che rivolgo ai forestali fortorini, è quello di coalizzarsi tutti per un unico fine, cercare di organizzare fattive forme di protesta, oltre a rappresentare il loro dramma sociale alle Istituzione di ogni ordine e grado”.
Dagli ultimi incontri sembra esserci ancora un barlume di speranza, ma la paura che anche stavolta siano solo parole, è purtroppo protagonista tra gli operai della forestale fortorina. Solo apparente la calma tra i forestali di Baselice. Dopo le tante battaglie e proteste che gli operai hanno portato in campo non molti mesi fa, oggi si fa il bilancio della situazione.
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venerdì 1 febbraio 2013
No Triv Sannio, ecco come firmare la petizione. L'ex assessore regionale Nappi: 'Tutelare il Fortore'
enerSi mobilita il popolo "No Triv Sannio" per scongiurare le ricerche petrolifere nella provincia di Benevento. E' stata redatta infatti, la petizione popolare già redatta nei giorni precedenti. Per supportare l'iniziativa è sufficiente lasciare i propri dati su questo link
http://www.activism.com/it_IT/petizione/appello-per-fermare-la-ricerca-e-l-eventuale-sfruttamento-di-idrocarburi-nella-provincia-di-benevento/42026
Intanto sull'argomento è intervenuto, con un'intervista rilasciata a "Repubblica" anche Gianfranco Nappi, l'ex assessore all'agricoltura della Regione Campania. "Sotto l’attenta regia del Governo Monti e, manco a dirlo, nel consenso della Regione Campania, si stanno avviando le procedure conclusive per l’ingresso in grande stile in Campania della Delta Energy ltd. società del Regno Unito.
La società in questione è una delle principali protagoniste nella ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi: ebbene si, dopo i ‘successi’ lucani, anche la Campania si accinge ad aprire una sua via allo sviluppo fondata sulla risorsa
energetica di maggiore futuro e di minore impatto ambientale esistente (sic): il petrolio.
L’area in questione riguarda la provincia di Benevento, oltre 30 comuni, epicentro nella Val Fortore. Siamo ad un passo dall’avvio delle ricerche. L‘iter non è ancora concluso, ma le fasi più importanti si sono consumate in un silenzio assordante. Se le ricerche partiranno, come appare assai probabile, nessuno sa se daranno effettivamente risultati apprezzabili. E’ credibile che non si avvii una ricerca in un’area dove non si abbia una seria probabilità di riuscita.
Dunque, facciamo lo scenario completo: si trova il petrolio. Nel giro di pochi anni la Val Fortore si troverà inondata da pozzi, trivelle e quant’altro. Diciamo come in Val D’Agri. Cambia il destino di un pezzo di Regione. Davvero imbarazza il fatto che una simile possibilità, dalle implicazioni così grandi, sia assunta senza un confronto pubblico, senza quel necessario processo democratico in assenza del quale nessun meccanismo di sviluppo positivo si può avviare. Ma, diamo per scontato che del petrolio si trovi, ovviamente in quantitativi che non potranno che essere in ogni caso contenuti, davvero è questa la prospettiva che può costruire un futuro diverso per quei territori come per la Campania? Queste domande sarebbe corretto porsele esattamente ora. Dopo, sarà troppo tardi in ogni caso. A me, una prospettiva del genere, appare più come una scorciatoia che brucia futuro piuttosto che costruirlo. Si veda anche la discussione che è aperta in Basilicata proprio sull’esperienza della Val d’Agri dopo circa venti anni di storia. Certo su quel petrolio c’è qualcuno che ci ha guadagnato, a cominciare dall’ENI.
Mi pare difficile che si possa sotenere che ci abbia guadagnato la Basilicata, nè mi sembra si possa sostenere che la realtà di sviluppo della Valle sia mutata sensibilmente nel mentre aumentano le serie preoccupazioni di impatto ambientale delle attività in corso da tanti anni. E i comuni si ritrovano con la mancia lasciata dall’ENI molto spesso senza sapere bene neanche come utilizzarla : non solo perchè magari è carente un progetto di sviluppo d’insieme, ma perchè quella scelta è in radicale contraddizione con ogni idea di sviluppo fondato sulla valorizzazione delle risorse del territorio: quelle emerse e rinnovabili e non quelle sommerse, finite e carburante, appunto, di uno sviluppo drogato e inquinante. Le due cose non possono stare insieme. Ecco perchè nessun turismo,rilancio dei prodotti dell’agricoltura, qualità della vita... si è determinato in Val d’Agri.
E allora vediamola questa Val Fortore. Sono alcuni anni che mi capita di conoscerla a fondo, da napoletano. Parliamo di un’area di straordinario valore ambientale, il Sannio ai confini con Molise e Puglia : un’area marginale nel paradigma dello sviluppo industrialista che invece diventa centrale in quello fondato sulla valorizzazione delle risorse dei territori, con la loro storia e cultura; sulla esaltazione della loro unicità e inimitabilità che mal si adatta alle riproduzioni seriali; sulla sua capacità di fondarsi sulla qualità: della vita, del prodotto, del lavoro, delle relazioni sociali.
Mi sembra davvero difficile immaginare che in un territorio dove già le pale eoliche l’hanno vinta su ogni altro elemento verticale del paesaggio (e poco male, si tratta di energia pulita: l’unico vero rammarico e’ che al territorio, di questa energia prodotta e del suo valore, rimanga ben poco...), a San Giorgio la Molara, forse uno dei paesi d’Italia con il più alto numero di bovini allevati pro capite, e di una razza pregiata, la Marchigiana (cugina della Chianina per intenderci ), o a Castelpagano, dove da piccoli allevamenti di montagna con mucche che mangiano erbe e fieni di svariate qualità, è nato il primo, e al momento unico, latte diventato Presidio Slow Food nel mondo, il Latte Nobile, o a Castelfranco in Miscano, dove in questi anni si è rilanciata un’antica tradizione casearia che fa del Caciocavallo prodotto in quel territorio una eccellenza assoluta, o a Montefalcone dove si coltivano legumi eccezionali come il fagiolo giallo di Montefalcone o quello giallo del Fortore, o in tutta l’area, dove di coltiva un pomodorino che , cresciuto in montagna praticamente senz’acqua, ha una consistenza e un gusto straordinari, o a San Marco dei Cavoti, famoso nel mondo per i suoi torroncini o nel territorio dove si incrociano i Regi Tratturi della transumanza più antica, tutto questo possa continuare a diventare, progressivamente, il fondamento di un faticoso percorso di sviluppo e di valorizzazione in presenza delle trivelle e degli effluvi delle scorie del petrolio bruciate h24.
Non raccontiamoci sciocchezze : le due cose insieme non si tengono. O se ne sceglie una o l’altra. E davvero non dovremmo avere alcun imbarazzo nella scelta. Ma c’è ancora il tempo per una scelta?". (E noi aggiungiamo il famoso Moscato di Baselice, ndb).
www.ilquaderno.it
http://www.activism.com/it_IT/petizione/appello-per-fermare-la-ricerca-e-l-eventuale-sfruttamento-di-idrocarburi-nella-provincia-di-benevento/42026
Intanto sull'argomento è intervenuto, con un'intervista rilasciata a "Repubblica" anche Gianfranco Nappi, l'ex assessore all'agricoltura della Regione Campania. "Sotto l’attenta regia del Governo Monti e, manco a dirlo, nel consenso della Regione Campania, si stanno avviando le procedure conclusive per l’ingresso in grande stile in Campania della Delta Energy ltd. società del Regno Unito.
La società in questione è una delle principali protagoniste nella ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi: ebbene si, dopo i ‘successi’ lucani, anche la Campania si accinge ad aprire una sua via allo sviluppo fondata sulla risorsa
energetica di maggiore futuro e di minore impatto ambientale esistente (sic): il petrolio.
L’area in questione riguarda la provincia di Benevento, oltre 30 comuni, epicentro nella Val Fortore. Siamo ad un passo dall’avvio delle ricerche. L‘iter non è ancora concluso, ma le fasi più importanti si sono consumate in un silenzio assordante. Se le ricerche partiranno, come appare assai probabile, nessuno sa se daranno effettivamente risultati apprezzabili. E’ credibile che non si avvii una ricerca in un’area dove non si abbia una seria probabilità di riuscita.
Dunque, facciamo lo scenario completo: si trova il petrolio. Nel giro di pochi anni la Val Fortore si troverà inondata da pozzi, trivelle e quant’altro. Diciamo come in Val D’Agri. Cambia il destino di un pezzo di Regione. Davvero imbarazza il fatto che una simile possibilità, dalle implicazioni così grandi, sia assunta senza un confronto pubblico, senza quel necessario processo democratico in assenza del quale nessun meccanismo di sviluppo positivo si può avviare. Ma, diamo per scontato che del petrolio si trovi, ovviamente in quantitativi che non potranno che essere in ogni caso contenuti, davvero è questa la prospettiva che può costruire un futuro diverso per quei territori come per la Campania? Queste domande sarebbe corretto porsele esattamente ora. Dopo, sarà troppo tardi in ogni caso. A me, una prospettiva del genere, appare più come una scorciatoia che brucia futuro piuttosto che costruirlo. Si veda anche la discussione che è aperta in Basilicata proprio sull’esperienza della Val d’Agri dopo circa venti anni di storia. Certo su quel petrolio c’è qualcuno che ci ha guadagnato, a cominciare dall’ENI.
Mi pare difficile che si possa sotenere che ci abbia guadagnato la Basilicata, nè mi sembra si possa sostenere che la realtà di sviluppo della Valle sia mutata sensibilmente nel mentre aumentano le serie preoccupazioni di impatto ambientale delle attività in corso da tanti anni. E i comuni si ritrovano con la mancia lasciata dall’ENI molto spesso senza sapere bene neanche come utilizzarla : non solo perchè magari è carente un progetto di sviluppo d’insieme, ma perchè quella scelta è in radicale contraddizione con ogni idea di sviluppo fondato sulla valorizzazione delle risorse del territorio: quelle emerse e rinnovabili e non quelle sommerse, finite e carburante, appunto, di uno sviluppo drogato e inquinante. Le due cose non possono stare insieme. Ecco perchè nessun turismo,rilancio dei prodotti dell’agricoltura, qualità della vita... si è determinato in Val d’Agri.
E allora vediamola questa Val Fortore. Sono alcuni anni che mi capita di conoscerla a fondo, da napoletano. Parliamo di un’area di straordinario valore ambientale, il Sannio ai confini con Molise e Puglia : un’area marginale nel paradigma dello sviluppo industrialista che invece diventa centrale in quello fondato sulla valorizzazione delle risorse dei territori, con la loro storia e cultura; sulla esaltazione della loro unicità e inimitabilità che mal si adatta alle riproduzioni seriali; sulla sua capacità di fondarsi sulla qualità: della vita, del prodotto, del lavoro, delle relazioni sociali.
Mi sembra davvero difficile immaginare che in un territorio dove già le pale eoliche l’hanno vinta su ogni altro elemento verticale del paesaggio (e poco male, si tratta di energia pulita: l’unico vero rammarico e’ che al territorio, di questa energia prodotta e del suo valore, rimanga ben poco...), a San Giorgio la Molara, forse uno dei paesi d’Italia con il più alto numero di bovini allevati pro capite, e di una razza pregiata, la Marchigiana (cugina della Chianina per intenderci ), o a Castelpagano, dove da piccoli allevamenti di montagna con mucche che mangiano erbe e fieni di svariate qualità, è nato il primo, e al momento unico, latte diventato Presidio Slow Food nel mondo, il Latte Nobile, o a Castelfranco in Miscano, dove in questi anni si è rilanciata un’antica tradizione casearia che fa del Caciocavallo prodotto in quel territorio una eccellenza assoluta, o a Montefalcone dove si coltivano legumi eccezionali come il fagiolo giallo di Montefalcone o quello giallo del Fortore, o in tutta l’area, dove di coltiva un pomodorino che , cresciuto in montagna praticamente senz’acqua, ha una consistenza e un gusto straordinari, o a San Marco dei Cavoti, famoso nel mondo per i suoi torroncini o nel territorio dove si incrociano i Regi Tratturi della transumanza più antica, tutto questo possa continuare a diventare, progressivamente, il fondamento di un faticoso percorso di sviluppo e di valorizzazione in presenza delle trivelle e degli effluvi delle scorie del petrolio bruciate h24.
Non raccontiamoci sciocchezze : le due cose insieme non si tengono. O se ne sceglie una o l’altra. E davvero non dovremmo avere alcun imbarazzo nella scelta. Ma c’è ancora il tempo per una scelta?". (E noi aggiungiamo il famoso Moscato di Baselice, ndb).
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