lunedì 2 giugno 2008

SAN BARTOLOMEO, L'OSPEDALE-SCANDALO IN COSTRUZIONE DA CINQUANT'ANNI


di GIUSEPPE CAPORALE

BENEVENTO - È un palazzo di cinque piani in costruzione dal 1958 ma che non è mai stato aperto. Lo Stato, per questo ospedale, ha già speso oltre venti milioni di euro. Non solo, ogni anno l'Azienda sanitaria locale investe altri soldi per adeguare la struttura ai cambiamenti delle normative, per sostituire gli impianti che con il tempo, nel corso di questi 50 anni, si sono ovviamente deteriorati.

Eppure, l'ospedale Padre Pio (questo il nome voluto dal sindaco Giovanni Palumbo nel 1997 con tanto di cerimonia solenne) non è mai entrato in funzione. Vuoi per i parametri dei piani sanitari regionali, vuoi per gli eterni ritardi nei lavori. Persino ora, la Asl e la Regione continuano a stanziare fondi: da pochi giorni hanno deliberato altri quattro milioni di euro per l'ulteriore messa a norma. La quarta. Il nuovo sindaco in scadenza di mandato, Donato Agostinelli (Udeur), promette che questa sarà la volta buona.

Si muore maledicendo l'ospedale della vergogna, a San Bartolomeo in Galdo, nel beneventano. Qui, nella valle del Fortore, si vive nel terrore di aver bisogno dello Stato, di aver bisogno dell'ospedale. Quando scatta l'emergenza è un terno al lotto. Una corsa contro il tempo che quasi nessuno riesce a vincere. Troppo lontano il 118 (impiega almeno 30 minuti solo per arrivare), troppo lontani gli ospedali (Lucera a 45 minuti, Campobasso a 50 minuti, Benevento a 90 minuti di distanza). E così, lungo il tragitto, si muore. Per un infarto lieve o per un incidente che altrove sarebbe banale.

Ma l'assurdo di questa vicenda è che qui l'ospedale c'è, eccome. La prima pietra fu posizionata nel 1962 dall'allora sindaco Aldo Gabriele. I lavori furono ultimati intorno alla metà degli anni settanta, dopo una prima catena di ritardi, dovuti anche ad un terremoto. I nostalgici ricordano ancora la prima clamorosa protesta, quella del "comitato di agitazione permanente", che nel 1980 inviò oltre mille cartoline all'allora presidente della Repubblica, Sandro Pertini, per chiedere l'immediata apertura della struttura.

Seguì un corteo con le bandiere di tanti partiti di allora: pci, dc, psi. Poi più nulla. Tanti padrini politici, tante promesse, ma la struttura non è mai entrata in funzione. Una settimana fa l'ultimo decesso per colpa dell'ospedale della vergogna (una mamma con tre figli piccoli, morta per un problema cardiaco). E questa volta il grido di dolore e rabbia, è arrivato dal parroco del paese, don Franco Iampietro. "Basta... Sono stanco di accompagnare al cimitero persone che hanno l'unica colpa di essere nate qui", ha scritto il parroco in una lettera aperta alle istituzioni "l'ospedale mai aperto è un vuoto monumento alla disonestà e all'incapacità di chi ne è stato, e ne è l'artefice.
Cosa deve fare questa gente per farsi ascoltare? Deve organizzare una rivolta?". A rispondere, l'attuale sindaco Agostinelli. "Apriremo nel 2009 ma sarà un country hospital: ci saranno due ambulanze per l'emergenza, guardia medica, e ottanta posti di riabilitazione gestiti da un privato". Ma non ci sarà il pronto soccorso. E così, lo Stato prima ha impiegato 50 anni per costruire un ospedale, e ora che potrebbe entrare in funzione, ha deciso che non serve più. Va riconvertito, non sarebbe economico. E nella valle del Fortore si continua a morire, maledicendo quel monumento allo spreco e alla vergogna.

(www.repubblica.it del 2 giugno 2008)

sabato 31 maggio 2008

La mia risposta a Brancaccio e Bianco

Da più parti mi è giunta la sollecitazione a spiegare perché pubblicando gli interventi di Salvatore Brancaccio (dirigente provinciale del Pdl) e Leonardo Bianco (presidente Azione cattolica di San Bartolomeo in galdo) ho aggiunto un piccolo commento dove non chiarivo le ragioni per le quali non ero d’accordo con loro.
Innanzitutto, inutile nascondere (dato che tutti mi conoscono) che sia con Brancaccio sia con Bianco siamo distanti anni luce nel concepire la politica e il modo di far politica. Altra cultura la mia. Rispettabile la loro. Ma nonostante ciò penso che su alcune tematiche condivisibili ci si possa unire in una sorta di comunitarismo in difesa della nostra terra. D’altra parte un blog (diario) è soprattutto uno spazio che ognuno di noi può crearsi. È chiaro che aprire questo spazio anche a chi la pensa diversamente è un atto di democrazia. Qual è deve essere a mio avviso la rete.

Tornando a Branacaccio non ho condiviso la sua “faziosità” nell’affrontare la vicenda “don Franco Iampietro”, la responsabilità del disastro nel Fortore non deve essere imputabile solo ad una parte politica. Le colpe sono di tutta quella classe dirigente che si è avvicendata nel tempo, non esclusa la sua. La questione, pur avendo ragione,non è solamente come si sono gestisti i fondi per le nostre strade. Ma è più profonda. È la considerazione che hanno di noi al di là di “casone Cocca”. Delle nostre colonne d'Ercole.
Non mi sembra che il neosenatore Viespoli abbia risposto con enfasi al grido di dolore di don Franco. Non mi sembra che l’ex alleata uddiccina Erminia Mazzoni (eletta parlametare la volta scorsa in questo collegio) abbia fatto sentire la propria voce in merito a tutta la vicenda. O che l’attuale deputazione sannita (tutta intera) abbia accolto l’invito del parroco di san Bartolomeo.
Capisco, però, che per chi fa politica è giusto intervenire sulle vicende di interesse collettivo.

Per quanto riguarda Leonardo Bianco, non ho condiviso l’attacco portato (penso sia lui) al neo presidente della Provincia, Cimitile. Il quale non può essere responsabile dell’azione politica di chi l’ha preceduto. Ma censurare il suo silenzio di fronte all’ennesima tragedia. Questo sì. È legittimo.

venerdì 30 maggio 2008

Montefalcone: domenica "Passeggiata lungo i sentieri del Vento”


L’associazione Arci-Uisp (Unione italiana sport per tutti) di Montefalcone Valfortore, in occasione dei 60 anni di attività, ha organizzato un ricco programma di eventi culturali di musica e spettacolo che si terranno presso il comune fortorino da domenica 1 giugno a sabato 21.
Domenica 1 giugno ci sarà la consueta passeggiata ecologica “A piedi nel Fortore: lungo i sentieri del vento”. ”Si tratta di un suggestivo percorso a piedi che tocca buona parte del territorio di Montefalcone – ha affermato il presidente dell’Arci-Uisp Giovanni Zeppa - Camminare è sinonimo di viaggiare lento.
Gli spostamenti, oggi avvengono nel segno di razionalizzazione, velocità, efficienza. Sembra che spostarsi su due gambe, in altre parole camminare, sia un sistema anacronistico che porta con sé lo svantaggio di dilatare il rapporto spazio-tempo. In realtà, quella di camminare è la dimensione più umana che sta alla base del movimento”.
(tratto da il quaderno.it)

Sant’Arcangelo, giornata di “lutto cittadino”

I “Codisam” di Sant’Arcangelo Trimonte, Savignano e Ariano, con una nota, annunciano che sabato 31 maggio “sarà giorno di lutto cittadino a Sant’Arcangelo Trimonte: tutto il paese vestirà di nero”.
Nella nota viene spiegato che “di fronte all’accanimento politico che si sta perpetrando sul nostro territorio non si dovrebbe rimanere in silenzio, ma il silenzio e il profondo lutto morale sono l’unica manifestazione di sdegno che in questo momento siamo capaci di esprimere”.
Inoltre “gli esercizi commerciali, imprese, agricoltori e cittadini tutti, fermeranno le loro attività dalle ore 12 alle ore 12,30, in segno di riflessione e di preghiera per quanti, in questi lunghi anni di sacrifici in nome dell’emergenza rifiuti,si sono ammalati di neoplasie, di ischemie o di altre malattie. Per quanti si sono sacrificati per le loro terre. Per la morte del futuro delle generazioni di questo paese. Ad ogni porta delle nostre case, ad ogni serranda dei nostri negozi, un drappo nero testimonierà il dolore di un’intera comunità; in modo civile come solo i Montemalesi sanno fare. Un popolo che ha dato tanto, ospitando due discariche, inquinate da rifiuti tossici. Un popolo che non perde il suo profondo senso di solidarietà, dedicando un pensiero a tutti coloro che in questo periodo sono stati raggiunti da misure restrittive o amministrative, la cui unica colpa è stata quella di voler difendere la nostra terra e la nostra salute. Le campane della chiesa di Santa Maria Maggiore daranno inizio alla manifestazione”.
(www.epicentrobenevento.it)

giovedì 29 maggio 2008

Consiglio provinciale, la Casta si riunisce e dimentica il Fortore


È stato convocato il consiglio provinciale per venerdì 9 giugno, ma della richiesta avanzata da alcuni esponenti politici sanniti di tenere un’assise a san Bartolomeoin galdo nessuna risposta. Silenzio assoluto. Assordante. Ancora una volta la Casta dimostra di essere solo interessata al voto dei fortorini. Ed è sorda alle grida di dolore, intenta com'è solamente a spartirsi poltrone e potere. I Lanzichenecchi della politica hanno scorazzato in largo e in lungo questo territorio, facendo promesse a destra a manca, ma come sempre passato il santo passata la festa.
La Casta si riunirà la prossima settimana per la trattazione di quattro punti all’ordine del giorno (sic!):
1. Lettura e approvazione verbali delle sedute consiliari dell’11, 20, 25 e 27 febbraio 2008, dell’8 e 16 maggio 2008.
2. Interrogazione del consigliere Lucio Rubano del gruppo Pdl concernente il servizio trasporto pubblico.
3. Modifica degli artt. 76 e 23 del regolamento del Consiglio Provinciale.
4. Approvazione “rimodulazione piano forestale stralcio anno 2008” – l.r. n. 11/1996 e successive modifiche e integrazioni.

«Molisannio, Colasanto... faccia qualcosa»

Condividendo in toto la proposta del direttore de “Il sannio quotidiano” Luca Colasanto sulla possibilità per il Sannio di avviare l’iter per la costituzione del Molisannio o Regione Sannio, che dir si voglia, postiamo un appello lanciato dall’associazione Sanniti in Svizzera al consigliere regionale e apparso sul proprio quotidiano il 28 maggio scorso.

Caro Direttore Colasanto,
Lei fece un annuncio che doveva iniziare la raccolta di firme per staccarci definitivamente dalla Regione Campania per fare il Molisannio: con la Regione Campania abbiamo poco a che fare: culturalmente, per usi e costumi e modo di pensare. Napoli ed i suoi abitanti vera spina nel fianco per noi Sanniti sono stati sempre poco considerati. Dicono che siamo tutti napoletani se per caso c’è qualcosa di positivo, e campani quanto si tratta di monnezza, ma secondo me loro mirano a far diventare il nostro Sannio il loro «monnezzaro». Prima di arrivare con l’acqua alla gola, chi di voi è in grado di fare qualcosa per salvarci si muova adesso. Lei caro Direttore può fare qualcosa, anche se il padrone del suo partito dice diversamente.
Le auguro buon lavoro ‘I Sanniti in Svizzera’

Pietro Bozzuto

Al via macroregione Appennino

Parte da Sportore in Abruzzo il lungo cammino di sensibilizzazione sulla nascita dal basso di una Macro Regione dell’Appennino. Nel piccolo centro abruzzese il Portavoce di Piccoli Comuni, Virgilio Caivano, ha incontrato un gruppo di animatori per fare il punto della situazione e lanciare il sondaggio on-line sul sito internet www.piccolicentrieuropei.com. “Il disastro campano sui rifiuti ed il trattamento da terzo mondo riservato ai piccoli Comuni irpini - avverte il Portaovce dei Piccoli Comuni, Virgilio Caivano - sono l’emblema di un progressivo abbandono delle piccole comunità locali da parte delle Regioni, ormai avvitate sulle grosse aree urbane. Il futuro dei piccoli Comuni, soprattutto quelli meridionali, delle aree interne montane e fortemente legato ad una nuova realtà regionale per macroaree in grado di comprendere e valorizzare le grandi opportunità che dell’Appennino Italiano. Oltre 500 piccoli Comuni – precisa il leader di Piccoli Comuni - attualmente sono considerati un nulla, invece all’interno della Macro Regione Appennino sarebbero centrali e fortemente determinanti. Il sondaggio on-line le conclusioni del Portavoce dei Piccoli Comuni ci dirà cosa pensa davvero la pubblica opinione e da lì partire per una grande azione popolare ed istituzionale dal basso. Intanto sono in previsione incontri di animazione in Molise, Puglia, Basilicata, Campania e Calabria. All’iniziativa hanno aderito diversi docenti universitari, imprenditori, associazioni culturali e cooperative giovanili. Trenta parlamentari hanno chiesto notizie sull’iniziativa ed un maggiore approfondimento del tema. I Piccoli Comuni chiedono un taglio secco del numero delle poltrone inutili e costose della cattiva politica per dare spazio ad una nuova stagione dei diritti e delle opportunità per i giovani.

mercoledì 28 maggio 2008

Il neoconsigliere Maddalena: uniamoci a non far morire il Fortore


Pubblichiamo integralmente la lettera che il neoconsigliere provinciale Michele Maddalena ha inviato ad alcuni organi di stampa in merito al "grido di dolore" lanciato dal parroco di san Bartoloemo in galdo, don Franco Iampietro.

Condivido in pieno l’amaro sfogo di rabbia e di dolore del parroco di san Bartolomeo in galdo, don Franco Iampietro, baselicese come me, provocato dall’ennesimo episodio di malasanità, purtroppo finito in tragedia, che ha avuto ancora una volta per protagonista un cittadino fortorino.
E bene ha fatto, lo stesso, a mettere ancora una volta sotto il microscopio tutte le difficoltà con le quali la gente di questa martoriata terra costretta è costretta quotidianamente a convivere e con le quali diventa sempre più difficile fare i conti.
Questa gente è stata fin troppo paziente nel sopportare, negli anni, le ingiustizie della cattiva politica(di destra e di sinistra) che puntualmente ha vanificato le aspettative per la realizzazione di un ospedale e di una strada di penetrazione promessi ad ogni tornata elettorale da varie generazioni di politici. Oggi, dopo essere stati espropriati della Pretura, della caserma dei Vigili del fuoco, di alcuni uffici periferici, addirittura incombe il rischio più che concreto che la mannaia dei tagli della spesa sanitaria alla Regione, possa prevedere, come già in passato, anche la soppressione di alcune guardie mediche che oggi operano sul territorio della Valfortore.

Ecco perché il richiamo di don Franco non deve cadere nel vuoto. Oggi tocca a noi, tutti, dai politici alle associazioni rappresentanti la società civile, dai sindacati al semplice cittadino, ognuno con le proprie responsabilità, tenere alta la guardia in difesa di quello che ci è rimasto. Tocca a noi gente di questa terra, senza aspettarci miracoli da nessuno, assumere le iniziative indispensabili a gettare le basi per una nuova politica del territorio tesa allo sviluppo e alla valorizzazione delle risorse esistenti. Senza vittimismi ma con la caparbietà che ci caratterizza; dobbiamo fare qualcosa per i nostri giovani costretti a partire alla ricerca di un lavoro, dobbiamo inventarci qualcosa per sostenere le piccole imprese, il turismo rurale, l’agricoltura l’artigianato.

Tuttti insieme ce la possiamo fare a non far morire il Fortore. Lavoare per la mia gente sarà il mio impegno quotidiano teso a mantenere sempre alto il livello di attenzione su questa realtà territoriale e sarò sempre al fianco di tutti coloro, a partire da don Franco Iampietro, che avranno voglia di adoperarsi ed impegnarsi per lo sviluppo ed il progresso di questo meraviglioso territorio.
Michele Maddalena
Consigliere provinciale Idv

martedì 27 maggio 2008

Bianco: "I politici poco interessati al Fortore"

Postiamo la lettera del presidente dell'azione cattolica di San Bartolomeo in galdo, Leonardo Bianco. Anche qui come per Brancaccio, pur non condividendone alcuni passaggi, la pubblichiamo in quanto riteniamo che sia utile a tenere alta l'attenzione sul nostro "martoriato" Fortore, e sull'assenza - tranne qualche voce isolata - di un vero interessamento di una classe politica ormai obsoleta, non nell'età anagrafica, ma nel modo di concepire la politica. Vogliamo anche noi a questo punto esprimere la nostra solidarietà a don Franco Iampietro e ricordagli che esistono persone oneste e libere sulle quali puntare per una nuova classe dirigente del Fortore e dell'intero Sannio.

Cari amici giornalisti,
vi ringrazio per l’attenzione che domenica scorsa (25 maggio 2008) avete dato alla lettera aperta di Don Francesco Iampietro, parroco di San Bartolomeo Apostolo in San Bartolomeo in Galdo.
La vostra attenzione è segno che in questa nostra martoriata provincia ancora ci sono delle persone libere, persone attente ai problemi e ai disagi sociali che la nostra terra nonostante i proclami e i progetti ‘lunari’ di qualche presidente continua a vivere.
Quello che più mi delude, però cari amici, è il silenzio e l’indifferenza dell’intera classe politica provinciale. Ci sono senatori, onorevoli, consiglieri e neo presidenti poco sensibili o poco attenti (scusate gli eufemismi) che invece hanno dimostrato ancora una volta di fregarsene dei cittadini e dei loro problemi. Forse presi dalle spartizione di poltrone nei vari enti non hanno avuto il tempo di leggere i giornali, o forse non è loro abitudine leggere (per questo ci troviamo in queste condizioni). Mi aspettavo da loro una risposta, un intervento serio, o quantomeno una telefonata al parroco per chiarimenti, invece niente, silenzio assoluto. L’unico intervento e proposta è venuta da un assessore al Comune di Benevento, Italo Palumbo. Ma Italo Palumbo non fa testo, non perché non ha l’autorevolezza e l’autorità per farlo, ma solo perché è di parte. Lui è fortorino, e so quanto tiene alla sua terra. Scusami Italo, ma non credo che il tuo appello sarà recepito dal ‘signore’, non voglio nemmeno citare il nome, che siede alla Rocca dei Rettori.

Leonardo Bianco
Presidente di Azione Cattolica
parrocchiale di San Bartolomeo in Galdo

lunedì 26 maggio 2008

Fortore, L’Arcobaleno scrive a Cimitile: subito consiglio straordinario a San Bartolomeo

In seguito alla lettera inviata agli organi di stampa dal parrroco don Franco Iampietro, Giuseppe Addabbo, Italo Palumbo e Gino Razzano, hanno chiesto formalmente al presidente del Consiglio provinciale, Giuseppe Maria Maturo, ed al presidente della Provincia di Benevento, Aniello Cimitile, di convocare un consiglio provinciale straordinario e urgente da tenersi a San Bartolomeo in Galdo.
I richiedenti, condividendo l'indignazione del parroco, chiedono di individuare un piano di lavoro e di sviluppo in grado di mettere al centro la questione delle aree interne della Regione Campania e di discutere - apertamente e con le popolazioni - i temi della tutela della salute, della sostenibilità ambientale, della viabilità e delriordino dei servizi ai cittadini.
(www.epicentrobenevento.it)