Caro Antonio, ho visitato il Suo blog e la conosco tramite il prof Pasanisi ed Antonio Gentile della Scuola di Politica Giudo Dorso.
Scrivo per proporLe di considerare la possibilità di intraprendere un cammino comune. Le scrivo a nome de "l'Altro Sud-Unione democratica del Sud" che, come saprà, è un'associazione politico-culturale che ha come obiettivo quello di dar vita ad un movimento politico-culturale che sia espressione della parte sana della società civile meridionale ed in generale di quello che noi amiamo chiamare Sud positivo fatto di cultura, bellezze paesaggistiche e monumentali, arte, imprenditorialità sana e propositiva, tecnologie d'avanguardia, fiducia nel futuro, senso civico e sociale.
Nel manifesto mettiamo in evidenza che, nell'opinione comune, di Sud, ne esiste uno solo. Fatto sostanzialmente di sottosviluppo, di criminalità organizzata, di degrado socio-ambientale e di atteggiamenti incivili. Ma ciò che non compare mai, se non marginalmente, nei media, nei tanti ed interminabili dibattiti politici sulla questione meridionale e, soprattutto, nella considerazione dei cittadini italiani, è l'altro Sud. Già, perché esiste un altro Sud che è maggioranza, fatto di gente onesta, operosa, che storicamente ha contribuito a costruire la prosperità del nostro Paese, ma anche di altre e lontane terre. C'è un Sud della cultura, della sana ed efficiente imprenditorialità, della ricerca avanzata, delle professioni e del grande ed eccezionale patrimonio artistico. Esiste una comunità meridionale, spesso silenziosa, che non si è mai lasciata attrarre dalle lusinghe dell'illegalità ma, al contrario, ha cotrastato con forza e, talvolta, con il sacrificio umano, il potere dell'Antistato.
Una moltitudine straordinaria di donne, uomini e giovani che per circa otto secoli è stata nazione con un comune destino politico ed unità territoriale. Un'identità forte, quella meridionale, espressione di una civiltà mediterranea che sintetizza la molteplicità della Polis, la libertà del mare e la cittadinanza universale di Roma, che non si può ridurre, come qualcuno vorrebbe, ad esclusiva uniformità delle sofferenze, ma deve invece proporsi come voglia di autolegittimazione e di autopromozione. Per dare, dunque, voce e protagonismo a quest'altro Sud è necessario che esso diventi soggetto politico perché, forse, per la prima volta nella storia recente, abbia la possibilità di rappresentarsi unitariamente e direttamente nelle istituzioni locali, nazionali ed europee. Con questo fine nasce l' Altro Sud - Unione democratica del Sud. Sulla scia della migliore tradizione meridionalista ma, con una connotazione prevalentemente propositiva e costruttiva, l'Altro Sud-UDS mira a realizzare il rinnovamento morale, economico e sociale del Mezzogiorno d'Italia in una logica decisamente innovativa.
Il nostro progetto (che spero possa diventare anche il Suo) è nato lo scorso 13 giugno. Si tratta di un movimento nascente quindi che va strutturandosi che, speriamo possa diventare presto riferimento per le moltitudini di meridionali onesti, oggi senza voce.
Cordialità,
Gaetano Pietropaolo
www.laltrosud.it
lunedì 5 gennaio 2009
sabato 3 gennaio 2009
Comunità Montane del Fortore, confermato Spina
Due uomini dei Popolari Udeur si aggiudicano le presidenze di altrettante Comunità Montane nel Sannio. Parte così oggi anche a Benevento il nuovo corso degli enti dopo la riforma varata dal Consiglio Regionale della Campania. Al Taburno si è avuto il ritorno al vertice di Michelino Giordano di Forchia, delegato della figlia sindaco.
(…) Alla Comunità Montana del Fortore, è stato confermato Zaccaria Spina, sindaco di Ginestra degli Schiavoni. Nulla di fatto, invece, alla Titerno–Tammaro dove l’elezione del presidente è stata rimandata. Al momento il numero uno del Titerno è Nino Lombardi, altro rappresentante del Campanile, stesso partito del collega Antonio Di Maria al Tammaro.
Nel Sannio, ricordiamo, le Comunità Montane sono state ridotte da 4 a 3: resta il Taburno con 12 Comuni, altrettanti quelli del Fortore, mentre Titerno e Alto Tammaro si fonderanno per il numero di 17 Comuni. Solo quest’ultimo ente potrà eleggere 4 assessori oltre al presidente, mentre gli altri dovranno accontentarsi di soli due assessori dopo la massiccia scrematura imposta dalla legge (…).
(tratto da il quaderno.it)
(…) Alla Comunità Montana del Fortore, è stato confermato Zaccaria Spina, sindaco di Ginestra degli Schiavoni. Nulla di fatto, invece, alla Titerno–Tammaro dove l’elezione del presidente è stata rimandata. Al momento il numero uno del Titerno è Nino Lombardi, altro rappresentante del Campanile, stesso partito del collega Antonio Di Maria al Tammaro.
Nel Sannio, ricordiamo, le Comunità Montane sono state ridotte da 4 a 3: resta il Taburno con 12 Comuni, altrettanti quelli del Fortore, mentre Titerno e Alto Tammaro si fonderanno per il numero di 17 Comuni. Solo quest’ultimo ente potrà eleggere 4 assessori oltre al presidente, mentre gli altri dovranno accontentarsi di soli due assessori dopo la massiccia scrematura imposta dalla legge (…).
(tratto da il quaderno.it)
venerdì 2 gennaio 2009
Internet veloce nel Fortore, ci appelliamo a Cimitile
“Ma c'è anche la carenza della larga banda nel Fortore e nell'Alto Tammaro da affrontare”. È uno dei passaggi del discorso di fine anno del presidente della Provincia di Benevento Aniello Cimitile. Abbiamo estrapolato questa dichiarazione perché chi segue questo blog conosce bene la battaglia che stiamo portando avanti per dotare alcuni comuni del Fortore di una rete Internet veloce.
Purtroppo dobbiamo constatare come sia un presunto progetto wireless della Comunità montana del Fortore e sia le promesse fatte in campagna elettorale dell’anno scorso da parte dell’attuale deputazione sannita - di impegnarsi in tal senso - siano rimaste ad oggi lettera morta. Eppure una linea veloce sarebbe un passo avanti nel fare uscire il Fortore (almeno virtualmente) dal suo atavico isolamento. A questo punto prendiamo sul serio le parole del presidente Cimitile e ci appelliamo a lui affinché si attivi concretamente per eliminare questo gap democratico (il digital divide) di cui soffrono alcuni cittadini della nostra civilissima Italia.
Purtroppo dobbiamo constatare come sia un presunto progetto wireless della Comunità montana del Fortore e sia le promesse fatte in campagna elettorale dell’anno scorso da parte dell’attuale deputazione sannita - di impegnarsi in tal senso - siano rimaste ad oggi lettera morta. Eppure una linea veloce sarebbe un passo avanti nel fare uscire il Fortore (almeno virtualmente) dal suo atavico isolamento. A questo punto prendiamo sul serio le parole del presidente Cimitile e ci appelliamo a lui affinché si attivi concretamente per eliminare questo gap democratico (il digital divide) di cui soffrono alcuni cittadini della nostra civilissima Italia.
domenica 28 dicembre 2008
Spopolamento, il Fortore si svuota
Quando alcuni anni fa affermavamo che il destino dei piccoli comuni del Fortore era segnato, molti pensavano che facessimo soltanto allarmismo. Ora quest’interessante articolo apparso su “Ilsannioquotidiano” (di cui ne postiamo alcuni stralci) dimostra quanto ci sia di vero in quelle affermazioni.
Un destino che appare inesorabile. Anno dopo anno le aree interne della nostra provincia vedono assottigliarsi la popolazione residente. Un trend inequivocabile, peraltro in linea con ciò che accade in altre realtà del Paese. Chiusura di uffici e servizi territoriali, impoverimento delle risorse locali, calo costante delle nascite: in una parola desertificazione, piaga da cui il Sannio non è immune.
I numeri del fenomeno parlano chiaro: da decenni alcuni centri della provincia perdono progressivamente la propria consistenza demografica, avvicinandosi pericolosamente alla soglia di sopravvivenza. La dinamica si manifesta un po’ in tutti i comprensori sanniti ma assume connotati di vera e propria emergenza in due ambiti: Alto Tammaro e Fortore. Dal Dopoguerra ad oggi, nei due bacini la consistenza demografica si è ridotta mediamente del 40 per cento, con picchi superiori al 50 in alcuni centri.
(…) Castelvetere Valfortore è passata da 4.010 abitanti agli odierni 1.555. San Bartolomeo in Galdo ha assunto oggi dimensioni da piccolo centro mentre nel primo Dopoguerra poteva vantare numeri che ne legittimavano l’appellativo popolare di ‘capitale del Fortore’: dai 10.384 abitanti del 1951 si è infatti scesi alle attuali 5.336 presenze, con una popolazione pressoché dimezzata. Brusco il calo anche in realtà servite da collegamenti viari significativi, requisito fondamentale per lo sviluppo dei territori. E’ il caso di Buonalbergo, dove la 90 bis non ha impedito la flessione dai 3.085 abitanti del ‘51 agli attuali 1.882.
Il fenomeno si manifesta con chiarezza anche analizzando il trend degli ultimi anni. Dal censimento (2001) ad oggi, sono 41 i comuni della provincia (su 78) che hanno dovuto registrare un calo nel numero degli abitanti: Apollosa, Baselice, Buonalbergo, Campolattaro, Casalduni, Castelfranco in Miscano, Castelpagano, Castelpoto, Castelvenere, Castelvetere in Valfortore, Cautano, Circello, Colle Sannita, Cusano Mutri, Faicchio, Foiano Valfortore, Fragneto l’Abate, Fragneto Monforte, Frasso Telesino, Ginestra degli Schiavoni, Guardia Sanframondi, Molinara, Montefalcone Valfortore, Paduli, Pago Veiano, Pesco Sannita, Pietraroja, Pontelandolfo, Reino, San Bartolomeo in Galdo, San Giorgio la Molara, San Lorenzello, San Lorenzo Maggiore, San Lupo, San Marco dei Cavoti, Santa Croce del Sannio, Sant’Agata de’ Goti, Sassinoro, Solopaca, Tocco Caudio, Sant’Arcangelo Trimonte. (…).
(tratto dal Sannioquotidiano.it del 27 dicembre 2008)
Un destino che appare inesorabile. Anno dopo anno le aree interne della nostra provincia vedono assottigliarsi la popolazione residente. Un trend inequivocabile, peraltro in linea con ciò che accade in altre realtà del Paese. Chiusura di uffici e servizi territoriali, impoverimento delle risorse locali, calo costante delle nascite: in una parola desertificazione, piaga da cui il Sannio non è immune.
I numeri del fenomeno parlano chiaro: da decenni alcuni centri della provincia perdono progressivamente la propria consistenza demografica, avvicinandosi pericolosamente alla soglia di sopravvivenza. La dinamica si manifesta un po’ in tutti i comprensori sanniti ma assume connotati di vera e propria emergenza in due ambiti: Alto Tammaro e Fortore. Dal Dopoguerra ad oggi, nei due bacini la consistenza demografica si è ridotta mediamente del 40 per cento, con picchi superiori al 50 in alcuni centri.
(…) Castelvetere Valfortore è passata da 4.010 abitanti agli odierni 1.555. San Bartolomeo in Galdo ha assunto oggi dimensioni da piccolo centro mentre nel primo Dopoguerra poteva vantare numeri che ne legittimavano l’appellativo popolare di ‘capitale del Fortore’: dai 10.384 abitanti del 1951 si è infatti scesi alle attuali 5.336 presenze, con una popolazione pressoché dimezzata. Brusco il calo anche in realtà servite da collegamenti viari significativi, requisito fondamentale per lo sviluppo dei territori. E’ il caso di Buonalbergo, dove la 90 bis non ha impedito la flessione dai 3.085 abitanti del ‘51 agli attuali 1.882.
Il fenomeno si manifesta con chiarezza anche analizzando il trend degli ultimi anni. Dal censimento (2001) ad oggi, sono 41 i comuni della provincia (su 78) che hanno dovuto registrare un calo nel numero degli abitanti: Apollosa, Baselice, Buonalbergo, Campolattaro, Casalduni, Castelfranco in Miscano, Castelpagano, Castelpoto, Castelvenere, Castelvetere in Valfortore, Cautano, Circello, Colle Sannita, Cusano Mutri, Faicchio, Foiano Valfortore, Fragneto l’Abate, Fragneto Monforte, Frasso Telesino, Ginestra degli Schiavoni, Guardia Sanframondi, Molinara, Montefalcone Valfortore, Paduli, Pago Veiano, Pesco Sannita, Pietraroja, Pontelandolfo, Reino, San Bartolomeo in Galdo, San Giorgio la Molara, San Lorenzello, San Lorenzo Maggiore, San Lupo, San Marco dei Cavoti, Santa Croce del Sannio, Sant’Agata de’ Goti, Sassinoro, Solopaca, Tocco Caudio, Sant’Arcangelo Trimonte. (…).
(tratto dal Sannioquotidiano.it del 27 dicembre 2008)
mercoledì 24 dicembre 2008
martedì 23 dicembre 2008
Serra Pastore, Aceto chiede l'intervento di Bertolaso
Sullo stato di pericolo per la salute pubblica della discarica di Serra Pastore di San Bartolomeo in Galdo e sulle numerose problematiche ancora aperte circa la gestione del ciclo dei rifiuti, l'assessore all'ambiente della Provincia di Benevento, Gianluca Aceto, ha chiesto al Sottosegretario Bertolaso di attivare un tavolo istituzionale finalizzato ad individuare le azioni necessarie a superare tutte le gravi incertezze del momento.
In particolare, in una lettera inviata allo stesso Sottosegretario all'emergenza rifiuti ed all'assessore regionale all'ambiente, Walter Ganapini, nonché alle altre Province campane, ai Consorzi rifiuti ed alle Comunità montane, nel mentre si sottolinea che dalla discarica di Serra Pastore il percolato minacci di disperdersi nella diga di Occhito che fornisce d'acqua Puglia e Molise, Gianluca Aceto ha presentato ufficialmente quelle che sono le preoccupazioni e le osservazioni scaturite dall'assemblea dei Sindaci tenutasi presso la Provincia di Benevento il 5 dicembre scorso, da cui è emersa la necessità di confrontarsi in maniera sistematica sui seguenti temi:
bonifiche delle discariche di San Bartolomeo in Galdo, Fragneto Monforte, Casalduni, etc.; riconversione e gestione dell'impianto STIR di Casalduni; determinazione e localizzazione degli impianti; finanziamento delle isole ecologiche, atteso che molti Comuni avevano già presentato progettazioni esecutive.
E' da precisare infine che sulla discarica di Serra Pastore, grazie all'iniziativa del Presidente del Consorzio BN 3, Franco Cocca, si terrà a Benevento il prossimo 29 dicembre, un'apposita riunione.
In particolare, in una lettera inviata allo stesso Sottosegretario all'emergenza rifiuti ed all'assessore regionale all'ambiente, Walter Ganapini, nonché alle altre Province campane, ai Consorzi rifiuti ed alle Comunità montane, nel mentre si sottolinea che dalla discarica di Serra Pastore il percolato minacci di disperdersi nella diga di Occhito che fornisce d'acqua Puglia e Molise, Gianluca Aceto ha presentato ufficialmente quelle che sono le preoccupazioni e le osservazioni scaturite dall'assemblea dei Sindaci tenutasi presso la Provincia di Benevento il 5 dicembre scorso, da cui è emersa la necessità di confrontarsi in maniera sistematica sui seguenti temi:
bonifiche delle discariche di San Bartolomeo in Galdo, Fragneto Monforte, Casalduni, etc.; riconversione e gestione dell'impianto STIR di Casalduni; determinazione e localizzazione degli impianti; finanziamento delle isole ecologiche, atteso che molti Comuni avevano già presentato progettazioni esecutive.
E' da precisare infine che sulla discarica di Serra Pastore, grazie all'iniziativa del Presidente del Consorzio BN 3, Franco Cocca, si terrà a Benevento il prossimo 29 dicembre, un'apposita riunione.
Polizia Forestale: critiche le condizioni della discarica Serra Pastore
“Ritornano critiche le condizioni della discarica consortile Serra Pastore di San Bartolomeo in Galdo gestita dal Consorzio BN3”. E’ quanto si legge in una nota del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale si Benevento che aveva sottoposto a sequestro l’area il 12 febbraio del 2007.
“La discarica – si legge inoltre nella nota - è continuamente monitorata dai forestali dei Comandi Stazione di San Bartolomeo in Galdo e San Marco dei Cavoti nonchè dal personale Arpac di Benevento. Infruttuosi si sono dimostrati gli interventi di messa in sicurezza del sito attuati dal Consorzio BN3 e consistenti in una trincea drenante lungo un lato del corpo di discarica e in una paratia di micro pali. L'abbondante fuoriuscita di percolato che attualmente si osserva lungo il lato sud - ovest del corpo di discarica si è riversata nei terreni privati e nei pozzi a valle, di cui uno è completamento ripieno. Il personale della Stazione Forestale di San Bartolomeo in Galdo è intervenuto tempestivamente per verificare il fenomeno in atto e segnalare le criticità emergenti ai competenti organi, a salvaguardia della pubblica e privata incolumità".
(tratto da ilquaderno.it)
“La discarica – si legge inoltre nella nota - è continuamente monitorata dai forestali dei Comandi Stazione di San Bartolomeo in Galdo e San Marco dei Cavoti nonchè dal personale Arpac di Benevento. Infruttuosi si sono dimostrati gli interventi di messa in sicurezza del sito attuati dal Consorzio BN3 e consistenti in una trincea drenante lungo un lato del corpo di discarica e in una paratia di micro pali. L'abbondante fuoriuscita di percolato che attualmente si osserva lungo il lato sud - ovest del corpo di discarica si è riversata nei terreni privati e nei pozzi a valle, di cui uno è completamento ripieno. Il personale della Stazione Forestale di San Bartolomeo in Galdo è intervenuto tempestivamente per verificare il fenomeno in atto e segnalare le criticità emergenti ai competenti organi, a salvaguardia della pubblica e privata incolumità".
(tratto da ilquaderno.it)
lunedì 22 dicembre 2008
Ospedale San Bartolomeo, interrogazione dei deputati radicali
I deputati Farina Coscioni, Maurizio Turco, Zamparutti, Bernardini, Mecacci e Beltrandi hanno rivolto un’interrogazione al ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali e al ministro dell'economia e delle finanze.
Per sapere - premesso che: il supplemento Salute del quotidiano La Repubblica (edizione del 18 dicembre 2008) nella rubrica “Medicina-Sanità” curata dal giornalista Paolo Cornaglia Ferraris ha pubblicato la seguente notizia: “È un palazzo di cinque piani in costruzione dal 1958. Un ospedale che non funziona, costato sinora 20 milioni di euro. L'ospedale Padre Pio è stato inaugurato nel 1997 con cerimonia solenne, ma non funziona. Però la Campania stanzia fondi per parcheggi ed eliporto. Nel frattempo a San Bartolomeo in Galdo, il 118 impiega, mezz'ora per arrivare. Il malato viaggia verso Lucera (45 minuti), Campobasso (50 minuti). “L'ospedale mai aperto è un vuoto monumento alla disonestà e all'incapacità di chi ne è stato, e ne è l'artefice. Cosa deve fare questa gente per farsi ascoltare? Deve organizzare una rivolta”, chiede il parroco. Ma l'ospedale non serve più. Va riconvertito, non sarebbe economico. Un monumento allo spreco e alla vergogna che investe l'intera Campania. Questa regione produce 2 miliardi e 700 milioni di euro in Drg (prestazioni sanitarie con inappropriatezza diffusa, vedi i parti cesarei), ma costa tre miliardi e 900 milioni. Si chiama lottizzazione clientelare.
Malattia diffusa. Un esempio? Esiste un ospedale calabrese con 100 letti di degenza e 600 impiegati amministrativi a busta paga.Tra questi, pare che solo in 20 timbrino ogni giorno il cartellino.
-:se, anche nell'ambito del piano di rientro dal deficit sanitario della regione Campania, non intendano attivarsi per superare queste vergognose situazioni; se, a fronte dei rilevatissimi sprechi segnalati, non intendano richiedere una verifica ai servizi ispettivi di finanza pubblica.
Fonte: epicentrobenevento.it)
Piccoli Comuni: il Pd dica no al terzo mandato ai sindaci
Il Pd dica no alla possibilità che il Parlamento voti la norma del terzo mandato ai sindaci dei piccoli Comuni – a chiederlo il Portavoce di Piccoli Comuni, Virgilio Caivano, a margine di un incontro avuto nei giorni scorsi con amministratori e dirigenti di scuole calcio a Lacedonia(Avellino) - “Il sistema istituzionale locale è profondamente malato e necessita di un forte ricambio nelle persone e nei comportamenti. Il terzo mandato ai sindaci - avverte il Portavoce di Piccoli Comuni - consolida soprattutto nel Sud, un sistema di potere molto spesso clientelare e fuori dalle regole. I piccoli Comuni rischiano di essere definitivamente preda delle lobbies dei tecnici e dei cementificatori. Occorre un grande ricambio generazionale a partire dai piccoli enti per creare le condizioni di un generale rinnovamento delle classi dirigenti nel nostro Paese. La nostra proposta è che ci sia un vincolo di mandato anche per i Consiglieri Comunali per impedire che le Istituzioni restino prigioniere di gruppi o autentici clan familiari. E’ questo il tempo per ridefinire ruoli e competenze nuove per i Comuni, altrimenti condannati ad essere meri moltiplicatori per nulla rispondenti alle reali necessità dei cittadini”.
Provincia, tutto resta immutato
Dunque alla fine il leader dell’Idv Di Pietro sembra aver trovato una formula che salvaguardia la giunta provinciale di Benevento. Infatti, a quanto riporta l’agenzia di stampa Reuters “l'Italia dei valori esce da tutte le amministrazioni della Campania coinvolte in inchieste su politica e malaffare. Lo ha detto oggi in una conferenza stampa a Napoli Antonio Di Pietro”. Non ci dovrebbero essere problemi così per l’esecutivo della Rocca dei rettori dove l’Idv ha un assessore e un consigliere provinciale.
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