venerdì 30 gennaio 2009

I comuni colpiti dalle calamità

PROVINCIA DI BENEVENTO
Ceppaloni, Pannarano, Paolisi, San Lorenzo Maggiore, Pontelandolfo, Reino, Torrecuso, Benevento, Foglianise, San Lorenzello, Foiano di Val Fortore, Castelfranco in Miscano, Tocco Caudio, Castelvetere in Val Fortore.
(fonte: corrieremezzogiorno.it)

giovedì 29 gennaio 2009

La rete dica No al terzo mandato per i sindaci

Il ministro dell'Interno Roberto Maroni conferma di essere favorevole a togliere il limite di due mandati per i sindaci dei Comuni con meno di 5 mila abitanti. "Volevo inserire questa norma nel decreto legge sull'election day ma non tutte le forze politiche erano favorevoli e quindi non potevo cambiare una legge così per decreto senza il consenso di tutti. Nulla vieta però - ha spiegato Maroni - che il Parlamento possa fare un cambiamento della legge in sede di conversione del decreto".

“Il popolo della rete - l’appello del Portavoce di Piccoli Comuni, Virgilio Caivano - deve mobilitarsi per dire no con forza al terzo mandato ai Sindaci nei piccoli Comuni italiani. Se vogliamo il cambiamento, una nuova classe politica e soprattutto un Paese che guarda ai giovani come risorsa autentica, dobbiamo impedire che il Parlamento approvi questa autentica iattura per la democrazia italiana – il richiamo di Caivano alla rete -. Soprattutto nei piccoli Comuni del Sud ci troviamo di fronte a situazioni di potere cristallizzato, incapace di guardare in avanti. Il disastro del nostro Mezzogiorno d’Italia è legato anche alla cattiva amministrazione dei nostri piccoli Comuni, ai clan del cemento ed alle lobbies dei tecnici. Un nuovo Mezzogiorno d’Italia è possibile a condizione che cambi il modo di gestire le Istituzioni e di fare politica. Il terzo mandato ai sindaci rappresenta la pietra tombale di ogni speranza di futuro per i nostri giovani”.

mercoledì 28 gennaio 2009

Internet e Adsl, opportunità di sviluppo


Postiamo alcuni stralci di un interessante articolo pubblicato ieri su “ilsannioquotidiano.it” relativo al problema del digital divide che colpisce i piccoli comuni. Da tempo da questo blog stiamo portando avanti una battaglia che dia alle genti del Fortore la possibilità di far parte di quel processo socioculturale chiamato “democrazia digitale”. Ancora rimbombano nelle nostre orecchie le solenne promesse fatte nella campagna elettorale dell’anno scorso. Per non parlare di un fantomatico progetto wifi della Comunità montana del Fortore.
Internet e Adsl, opportunità di sviluppo”, titola il quotidiano sannita. Ma per chi? Non certo per una classe politica locale obsoleta che non è stata mai capace di cogliere quelle poche occasioni di sviluppo che la storia ci ha offerto e che ancora – come nel caso di Internet – non riesce a cogliere.


Oggi diventa sempre più imprescindibile tenere alta l’attenzione su quelle che sono le piccole realtà locali, che rappresentano il 70% del territorio del Paese. Piccoli Comuni che vivono un inarrestabile processo di invecchiamento della popolazione e di calo demografico, con conseguente impoverimento del tessuto produttivo.
(…)Ci troviamo, ormai, in una situazione in cui il problema dei piccoli comuni non è quello di divenire “attivi realizzatori e promotori della Società dell’Informazione”, ma quello di non scomparire. Forse, sono pochi a ritenere che valga la pena di investire su di essi. Eppure a volte basterebbe poco, se il sindaco, di un piccolo comune, almeno fosse consapevole della necessità di colmare il ritardo nei confronti della Società dell’Informazione, se non la metà, sicuramente gran parte dei problemi di quel piccolo comune sarebbero già risolti. Sono le differenti tradizioni politiche-amministrative a determinare le “diversità”, “difformità” dei piccoli centri nelle varie regioni d’Italia, la diversa sensibilità media degli amministratori. Servono forti rappresentanze, che siano in grado di interloquire con i governi regionali, che siano in grado di andare oltre le parole, che prendano a cuore il futuro del comune che amministrano.
(…) Un aspetto, ad esempio, discriminante che subiscono questi territori è il “digital divide”. Internet e Adsl veloce sono servizi di primaria importanza, influenzano, in modo determinante, tutte le attività umane, dalle iniziative economiche alle professioni… Gli abitanti dei piccoli centri chiedono futuro, più cura per i loro comuni, vogliono puntare sui giovani, avvertendo contemporaneamente il bisogno di tutelare gli anziani.
I piccoli centri attendono nuove politiche di sviluppo centrate sul locale, in grado di dare nuove prospettive e frontiere. I cittadini hanno fiducia nel sindaco, è su di lui che puntano, su colui che dovrebbe attivarsi per migliorare, nel vero senso della parola, il proprio paese. Bisogna sottolineare che la comunità che si incammina non è più quella chiusa, rivolta al tradizionalismo, al passato, alla difesa delle tradizioni.
Questi fattori, sicuramente permangono perché sono parte dell’identità, ma contemporaneamente si affaccia la voglia di aprirsi, di accogliere altro.
(Il sannioquotidiano.it)

martedì 27 gennaio 2009

Sindaci, sfuma il terzo mandato

Nel decreto legge sul voto amministrativo, che anticipa al sabato pomeriggio le operazioni di voto, emanato dal Consiglio dei Ministri, non c’e’ la norma sul terzo mandato, per divergenze in seno alla maggioranza di governo.
Il ministro Maroni ha confermato la volontà di inserirlo nel ddl sulla Carta delle autonomie ma con tempi non più certi di approvazione prima del voto amministrativo.
Sfumano così le attese di molti sindaci pronti alla ricandidatura e di qualche presidente di Provincia accomunato dallo stesso destino.

La crisi che c'è

I sintomi della crisi economica mondiale si avvertono anche nel Sannio. Nel corso del 2008, infatti, sono triplicati i fallimenti che hanno coinvolto le imprese. Le aziende che hanno chiuso i battenti con la dichiarazione di fallimento sono state 43 nell’anno appena trascorso rispetto alle 15 del 2007. Il dato allarmante emerge dall’inchiesta del quotidiano economico “Il Sole 24 Ore”.

Eppure in Campania la provincia sannita è, in termini assoluti, quella con il minor numero di fallimenti: 43 nel 2008 contro i 184 di Avellino, i 214 di Salerno, i 248 di Caserta e i 1.128 di Napoli. In termini di incremento percentuale rispetto al 2007, tuttavia, a Salerno e ad Avellino è andata meglio che a Benevento: nel primo caso l’impennata è stata del 114 per cento, nel secondo del 183,1 per cento e a Benevento del 186,7 per cento. Viceversa a Caserta l’aumento è stato del 222,1 per cento e a Napoli del 563,5 per cento.

(il quaderno.it)

lunedì 26 gennaio 2009

Il federalismo fiscale e l'Altrosud

Postiamo alcuni stralci dell’ultimo intervento politico di Antonio Gentile Presidente nazionale del'Altro Sud-UDS dal titolo: Ormai è seccessione.


Chiamatela come volete la Secessione: leggera, dolce, palese. Di fatto, l'Italia unita e solidale non esiste più. Tutti sono uniti contro il Sud. (…) Passa, dunque, al Senato il cosiddetto "federalismo fiscale", vero e proprio "manifesto leghista" con il sostegno di tutte le formazioni politiche, salvo la strumentale eccezione di Casini. E, il Senatur ringrazia: "Senza la Sinistra non si faceva niente, con il federalismo eravamo ancora in Commissione…".
Un Veltroni compiaciuto per aver "represso" l'opposizione interna, apre un confronto con la Lega e "Si mette in sintonia con il Nord dove il tema del federalismo fiscale è fortemente sentito dagli elettori".

(…) Poco interessa che del federalismo fiscale leghista non si conoscano i costi – che si prospettano giganteschi – e che non ci siano le coperture e le risorse necessarie. Poco interessa che il moltiplicarsi dei centri di spesa determinerà inevitabilmente un aumento consistente della pressione fiscale locale e generale. Poco interessa che il Mezzogiorno, più arretrato, sarà privato di risorse determinanti per lo sviluppo delle sue infrastrutture e per i suoi servizi essenziali, mentre le decisioni fondamentali saranno prese da ministri quasi tutti del Nord.
Ciò che conta è soddisfare gli strateghi della divisione, della discriminazione e dell'egoismo sociale.Decine di milioni di cittadini meridionali, oggi, sono abbandonati a se stessi e spinti sempre più – come vorrebbero quelli di lassù – verso la "discarica terzomondista".

(…) Bisognerà presto ritornare ad essere una comunità unita e, attraverso l'azione di un grande movimento politico meridionale, costituito da gente onesta e preparata, entrare nelle istituzioni nazionali ed europee, e battersi per gli interessi esclusivi delle nostre popolazioni. Ora non è più il momento della riflessione e delle chiacchiere. È tempo d'agire. Bisognerà riprenderci la gestione dei nostri destini, creando una nuova classe dirigente in grado di tutelarci e di progettare concretamente il nostro futuro (…).

sabato 24 gennaio 2009

Il percolato di Serra Pastore

Sarà effettuato un prelievo straordinario di percolato dalla discarica di Serra Pastore in San Bartolomeo in Galdo (Bn), mentre il 4 febbraio prossimo si concluderà la Conferenza di servizio per approvare le misure di bonifica e messa in sicurezza dell'area.

Sono questi i risultati principali raggiunti nel corso della riunione dedicata proprio alla discarica di Serre Pastore presso il Commissariato di governo per l'emergenza rifiuti, sotto la presidenza del Capo Missione Mario Acocella, e a cui hanno preso parte dirigenti e tecnici della Regione, del Commissariato per la bonifica delle acque, dell'Arpac, il presidente Franco Cocca del Consorzio di bacino per la raccolta rifiuti Bn 3, del Comune di San Bartolomeo in Galdo, nonché l'assessore provinciale all'ambiente della Provincia di Benevento Gianluca Aceto.
Hanno trovato dunque positivo riscontro le preoccupazioni e le segnalazioni svolte dapprima dal presidente del Consorzio BN 3, Franco Cocca, e quindi dal Corpo Forestale dello Stato di Benevento circa i pericoli per la salute pubblica derivanti dal mancato argine al percolato che fuoriesce dalla discarica di Serra Pastore e minaccia seriamente di disperdersi nella vicina diga di Occhito che fornisce d'acqua sia la Puglia che il Molise.

(Fonte: provincia.benevento.it)

venerdì 23 gennaio 2009

Il Discorso di Obama: uno schiaffo alla politica italiana

Il discorso di insediamento di Barack Obama, semplice e nello stesso tempo di grande intensità è stato un autentico schiaffo per la politica italiana, parolaia ed inconcludente. Obama ha parlato di responsabilità, talento, merito, energie rinnovabili, ideali, partecipazione, trasparenza, bene comune.

“Elementi ormai estranei alla politica italiana – il commento del Portavoce di Piccoli Comuni, Virgilio Caivano –. Ridicola ed imbarazzante la politica di casa nostra impegnata a magnificare il ragionamento del Presidente degli Stati Uniti, incapace di fare autocritica per le proprie enormi responsabilità sul fallimento complessivo e sulla condizione di totale disastro in cui versa il nostro Paese. Obama ha detto: “Costruiremo strade, ponti, rete elettriche, linee digitali che alimentano il nostro commercio e che ci uniscono. Faremo in modo che la scienza ritrovi il suo posto. Sfrutteremo il sole, i venti, il terreno, per alimentare le nostre macchine e far andare le nostre aziende. Trasformeremo le nostre scuole, i college, le università, per soddisfare la domanda di una nova era”.

"E la politica italiana - attacca il leader di Piccoli Comuni - applaude gioiosa e dimentica che tutto questo nel nostro Paese è all’anno zero. Siamo gli ultimi in Europa per quanto riguarda la rete internet, gli ultimi nel campo della ricerca e dell’innovazione; gli ultimi nel sistema della formazione, delle reti della comunicazione; gli ultimi nello sviluppo delle rinnovabili. E la politica italiana, va, va, dove non si sa. Insieme ad Obama chiediamo agli italiani ed agli Europei una nuova stagione di responsabilità, il riconoscimento da parte di ognuno che abbiamo dei doveri verso noi stessi, la nazione, il mondo”.

giovedì 22 gennaio 2009

La Casta e la questione morale

Si torna a parlare di etica in politica. E così anche la Casta s’interroga sul proprio futuro. E sul rapporto tra governanti e governati. Dopo aver creato un distacco enorme col proprio elettorato di riferimento a qualcuno viene in mente di aprire un dibattito su un tema altisonante e impegnativo come la questione morale.
Come si diceva una volta però teoria e prassi devono andare di pari passo. La questione morale non può essere solo un principio retorico del quale discutere, ma a nostro avviso deve guidare soprattutto l’azione politica di chi la pratica. Ci si appella così alla degenerazione della politica, per giustificare il proprio fallimento politico. Ma ci si dimentica che i partiti sono fatti di uomini, e quindi se vengono delegittimati i partiti sono principalmente delegittimati anche i loro vertici, i quali evidentemente ancora non hanno ben capito che aria tira.

mercoledì 21 gennaio 2009

Gli auguri di Piccoli Comuni a Barack Obama

Il coordinamento nazionale Piccoli Comuni, il primo movimento italiano a credere nella proposta politica di Obama, quando tutti i leader politici italiani indicavano nella Clinton o in Mc Kenzie i possibili vincitori delle primarie prima e delle elezioni presidenziali dopo, formula i più sinceri auguri di buon lavoro al nuovo Presidente degli Stati Unti.

Intanto cresce in Italia il numero dei Circoli “Obama” che fanno riferimento al Portavoce di Piccoli Comuni. Sono 36, da Milano a Palermo e rappresentano il segnale di una concreta voglia di partecipazione e impegno sociale e politico. Una delegazione di Piccoli Comuni è presente al giuramento del 44° Presidente degli Stati Unti, ospiti delle associazioni italoamericane.