martedì 4 giugno 2013

Alla ricerca del trasporto pubblico locale


Una riunione per pochi intimi ma comunque utile per fare il punto della situazione del precario Trasporto Pubblico Locale nel Sannio, in vista prossima riprogrammazione di tutti i servizi del trasporto della Campania che, dal mese di settembre, vedrà il completamento di tutte le procedure per avviare le gare di affidamento dei servizi di trasporto pubblico. Per tale motivo, allo scopo di riuscire ad apportare per tempo dei correttivi al Piano sul Trasporto, presentato a suo tempo dalla Provincia, presso la Rocca dei Rettori sono stati invitati tutti i sindaci della provincia di Benevento, allo scopo di poter dare, ognuno per la parte di propria competenza, un fattivo contributo alla realizzazione di un documento da presentare alla regione Campania. 

L'incontro è stato organizzato dall'Associazione Pendolari Sannio-Terra di Lavoro e dal Comitato TPL Fortore. Pochi però i sindaci che hanno raccolto l'appello: presenti solo i primi cittadini di Baselice, di San Marco dei Cavoti e di Apollosa poi presenti i vice sindaci di Morcone, di Campolattaro e di Pietrelcina, gli assessori Genito e Iuliani rispettivamente dei Comuni di S.Angelo a Cupolo e di Guardia Sanframondi, degli ex-consiglieri provinciali Rubano e Cecere. (per continuare a leggere clicca qui sotto)

Trasporti nel Sannio: Le associazioni Pendolari chiedono a Cimitile un tavolo permanente sul Tpl - ilQuaderno.it

domenica 2 giugno 2013

Ospedale S.Bartolomeo in Galdo tra le quaranta opere incompiute d'Italia


Venti milioni di euro, 55 anni per costruirlo ed ora, Psaut a parte (inaugurato lo scorso febbraio) è semivuoto. L'ospedale di San Bartolomeo in Galdo torna alla ribalta delle cronache nazionali conquistando un poco invidiabile primato: stiamo parlando infatti dell'opera incompiuta più longeva della Campania. Un edificio fantasma, che rientra nell'inchiesta pubblicata stamane da Repubblica.it nello speciale "R'E Inchieste"di Antonio Fraschilla e Fabio Tonacci: "A San Bartolomeo in Galdo (Benevento) - si legge nello speciale - c'è un relitto d'ospedale (cinque piani vuoti) la cui prima pietra fu messa nel lontano 1958. Venti milioni di euro dopo, non è mai stato aperto, nonostante si continuassero ad assumere primari e chirurghi. Adesso c'è un mini presidio di pronto soccorso e qualche ambulatorio (il riferimento è al Psaut)".

Quaranta casi clamorosi, per due miliardi di euro, anche se ce ne sono molti di più di quelli messi in luce dall'inchiesta. Il record in Sicilia con i suoi undici casi di incompiute(l'aereporto di Comiso 36 milioni di euro oppure un complesso sportivo-ricettivo a Giarre da 50milioni di euro), poi il Piemonte con sette opere nel dimenticatoio, vale a dire gli impianti olimpici di Torino, e via discorrendo. In Campania ne spicca uno: l'ospedale di S.Bartolomeo in Galdo.

La stampa locale ha ripetutamente trattato l'argomento e le cronache nazionali si sono interessate più di una volta di questo scandalo. A subire però, come sempre accade in questi casi, è stata la popolazione e non solo quella sanbartolomeana ma l'intero comprensorio fortorino: il resto è storia recente, con la contestata apertura del Psaut che ha diviso la popolazione: l'apertura dell'ospedale è lontana anni luce, il debutto del Psaut non può essere considerato di certo una soluzione tampone. Niente di nuovo insomma, solo l'ennesima copertina poco edificante.

www.ilquaderno.it

mercoledì 29 maggio 2013

Campagna No Fracking Difendiamo acqua, aria e terra


Il Fracking – meglio conosciuto come fratturazione idraulica – è una delle tecnica di perforazione utilizzata dalle compagnie petrolifere per stimolare i giacimenti di idrocarburi, che – sfruttando l’iniezione di liquidi ad alta pressione – provoca delle fratture negli strati rocciosi più profondi del terreno. Un processo invasivo che favorisce l’estrazione di petrolio dagli scisti bituminosi o di tight gas (gas di sabbie compatte/gas in depositi clastici a bassa permeabilità), coal bed methane (metano dagli strati di carbone) e, principalmente, shale gas (gas di scisto/gas da argille). Sia il tight gas che lo shale gas sono giacimenti di gas non convenzionale costituiti da rocce calcaree, arenarie, quarzo e argilla: quando l’argilla è prevalente si chiama shale, altrimenti è definito tight.

Negli ultimi anni – nonostante le rassicurazioni delle compagnie petrolifere – la produzione di shale gas, soprattutto negli Stati Uniti (principale produttore mondiale), ha aperto un dibattito circa gli effetti del fracking sull’acqua, sull’aria e sulla terra, per l’uomo, per gli animali, per la flora: in una parola per il nostro ambiente, includendo anche il rischio sismico e la contaminazione delle falde causata da una miscela chimica. L’acqua utilizzata per fratturare (quasi 29 mila metri cubi all’anno per ogni singolo pozzo) viene, infatti, addizionata a diverse sostanze pericolose. Si parla di oltre 260 agenti chimici cancerogeni o altamente tossici, tra i quali naftalene, benzene, toluene, xylene, etilbenzene, piombo, diesel, formadeldeide, acido solforico, tiourea, cloruro di benzile, acido nitrilotriacetico, acrilamide, ossido di propilene, ossido di etilene, acetaldeide, di-2-etilesile, ftalati. Senza dimenticare sostanze radioattive come cromo, cobalto, iodio, zirconio, potassio, lanthanio, rubidio, scandio, iridio, krypton, zinco, xenon e manganese. Fino all’80% di questi fluidi iniettati per la fratturazione idraulica ritorna in superficie come acqua di riflusso. Il resto rimane nel sottosuolo.

Da qualche anno il pericolo fracking si è affacciato anche in Europa, in primis Norvegia e Polonia, ai cui giacimenti estraibili – stimati in quasi 400 miliardi di metri cubi – sarebbero interessati Eni e Sorgenia. Oggi, mentre la Francia, la Bulgaria, la Romania, la Repubblica Ceca, l’Austria, la Germania, la Svezia, i Paesi Bassi ed il Regno Unito hanno sospeso lo sfruttamento dei propri giacimenti per motivi ambientali o hanno intensificato il dibattito interno, l’Unione Europea pensa di varare una direttiva che regolamenti il fracking. E in Italia? È un argomento quasi tabù. Manca un dibattito politico, anche se il neo premier Enrico Letta considera lo shale gas il futuro energetico del nostro Paese. Sulla falsa riga delle principali compagnie.

Per questo motivo promuoviamo una campagna nazionale di informazione, conoscenza e proposta, in grado di avviare un percorso critico, che conduca con il contributo ed il coinvolgimento dei territori, dei cittadini, delle associazioni, comitati, movimenti politici, degli attivisti, degli esperti, personalità:

1) Ad una bozza di legge nazionale contro il fracking;
2) Alla richiesta di trasparenza e pubblicazione dei piani ingegneristici delle compagnie petrolifere, oggi secretati;
3) Alla definizione, con legge, delle aree marine e terrestri da tutelare.

Per dire di no al fracking e per difendere l'acqua, l'aria, la terra e la salute, sostenete la Nostra campagna "No Italia Fracking".

Clicca qui Per ADERIRE alla Rete Nazionale "No Fracking Italia"

domenica 26 maggio 2013

I giovani precari di oggi saranno i vecchi poveri di domani

(economiaepolitica.it) Si dice spesso, di questi tempi, che è molto alta la probabilità che chi è giovane e precario oggi sarà un vecchio povero domani.[1] Questa affermazione necessita ad ogni buon conto di un riscontro. In linea generale si arriva a questa conclusione attraverso un ragionamento molto semplice, a dir poco banale: per avere una pensione bisogna lavorare un certo numero di anni e versare una certa quantità di contributi previdenziali. C’è quindi un legame strettissimo tra la qualità della vita lavorativa e ciò che si andrà a prendere di pensione, se una pensione si prenderà.

L’attuale condizione lavorativa dei giovani, segnata dal ritardo con cui si entra nel mondo del lavoro e dalla sua discontinuità, dà la garanzia di una pensione sicura e dignitosa? Per rispondere a questa domanda è necessario innanzitutto comprendere quali sono le regole in materia di previdenza oggi vigenti in Italia[2].

Com’è noto, l’ultimo intervento sul nostro regime pensionistico è stato fatto dal governo dei tecnici, presieduto dal professor Monti. In estrema sintesi la riforma ha previsto un’accelerazione del passaggio dal sistema di calcolo retributivo a quello contributivo. Se prima l’importo della pensione veniva calcolato in percentuale alle ultime buste paga percepite dal lavoratore, d’ora in avanti esso sarà calcolato soltanto sulla base dei contributi effettivamente versati. Scomparirà inoltre la pensione di anzianità, quella che si maturava combinando un certo numero di anni contributivi con l’età anagrafica. Adesso, per andare in pensione, a valere saranno solo gli anni di contribuzione: 41 anni e un mese di contributi per le donne e 42 anni e un mese per gli uomini.

Per la pensione di vecchiaia saranno richiesti 66 anni per i maschi e 62 anni per le donne, a condizione che si siano maturati almeno vent’anni di contributi. Altrimenti l’asticella salirà a settant’anni. Fermiamoci qui. Un sistema così congegnato non c’è dubbio che andrà a penalizzare fortemente, irrimediabilmente, le nuove generazioni. Non è necessario essere dei tecnici per capire che chi ha vissuto tutta la propria vita lavorativa passando da stati di non-occupazione ad impieghi temporanei con contratti flessibili non potrà mai e poi mai contare su una continuità contributiva, ma soprattutto su un certo numero di contributi, che gli consentano di raggiungere i livelli minimi richiesti per avere una pensione. È una questione di numeri, non di politica, né culturale o ideologica.

Un giovane nato intorno alla metà degli anni ottanta, tanto per fare un esempio, che ha fatto regolarmente gli studi fino all’università, senza perdere un solo anno, trovando un impiego il giorno dopo aver conseguito la laurea e lavorando ininterrottamente per 42 anni con uno stipendio di media entità, dopo i sessant’anni con questa riforma potrebbe ricevere una pensione più o meno dignitosa. Ma quanti sono in Italia i giovani con diploma o con laurea che immediatamente dopo il conseguimento del titolo di studio iniziano a lavorare con contratti a tempo indeterminato, per mansioni corrispondenti alla propria specializzazione? E’ noto a tutti: non più del 10%.

Cosa si deve dedurre, quindi, da questo stato di cose? Che l’esecutivo Monti, proseguendo su un sentiero già battuto dai precedenti governi, ha fatto una riforma del sistema pensionistico per il 10% dei giovani italiani, punendo il restante 90%. Ma non è finita qui. Questa riforma ha aggiunto al danno la beffa. I precari sono sì precari, ma i contributi, sebbene a spezzatino, li versano anche loro. Sia che abbiano contratti di lavoro a tempo determinato, sia che abbiano contratti di collaborazione a progetto con partita Iva.

Negli ultimi anni sono aumentate abbondantemente le partite Iva nel nostro paese, ma non solo e non tanto perché sono nate nuove aziende o sono cresciuti vistosamente gli studi professionali: dietro la maggior parte di queste partite Iva ci sono lavoratori subordinati mascherati. Sono state tante le aziende italiane in questi anni, ma la pubblica amministrazione non è stata da meno, che hanno preso il proprio personale con contratti di collaborazione a progetto o trasformato un precedente rapporto di lavoro subordinato in una prestazione d’opera dietro fatturazione, per non avere vincoli contrattuali con i lavoratori, per non pagare contributi, per abbassare notevolmente il costo del personale. Solo nel 2012 sono state circa 549.000 le nuove aperture di partita Iva (+2,2% rispetto al 2011) e più della metà di queste sono riferite a giovani di età inferiore ai 35 anni[3].

In tutti questi contratti di collaborazione c’è scritto sempre, a chiare lettere, una frase di questo tipo: “Le suddette attività hanno carattere professionale autonomo e non potranno mai essere configurate come rapporti di lavoro subordinato o di collaborazione”. Si può immaginare il sollievo per un datore di lavoro, ma anche la frustrazione di un giovane, spesso laureato, che deve vestire l’abito del libero professionista svolgendo di fatto un lavoro da subordinato.

A differenza di un lavoratore dipendente tradizionale, un collaboratore a progetto è tenuto a versare esso stesso i propri contributi, in rapporto al fatturato. E dove vanno questi contributi? C’è un fondo dell’Inps, il Fondo Gestione Separata, in cui confluiscono i contributi di tutti i titolari di partite Iva non iscritti a particolari albi professionali. Si tratta di un salvadanaio che raccoglie di tutto, un pozzo profondo in cui finiscono ogni anno circa 8 miliardi di Euro.

Dovrebbe essere il salvadanaio in cui i precari, tanti lavoratori atipici e parasubordinati, ripongono i loro soldini per garantirsi una pensione domani. Ma, purtroppo per loro, non è così. Perché quei soldi serviranno certamente a tenere in ordine i conti della previdenza italiana ed a pagare l’assegno ai pensionati di oggi, ma non serviranno a pagare la pensione a chi ce li ha messi, sacrificando mediamente il 20% del proprio reddito.

Destino amaro e beffardo quello della generazione dei precari, vittime e cariatidi di un sistema che non sa valorizzare i suoi figli migliori.


Dagli 8 miliardi di euro l’anno attuali, secondo le stime dell’Istituto di previdenza (INPS), il fondo si attesterà intorno ai 17-18 miliardi negli anni ’30, andando a compensare parzialmente il deficit delle altre gestioni.

E che il sistema non sappia, non voglia, prendersi cura dei suoi figli è testimoniato anche da un altro aspetto implicito nel regime pensionistico: la discrasia tra volontà di rilancio dell’occupazione e innalzamento a limiti intollerabili dell’età pensionabile. Anche qui la conclusione si presenta in tutta la sua banalità: più alta sarà l’età prevista per andare in pensione, più lento e macchinoso sarà il processo di ricambio nelle postazioni lavorative.

L’attuale situazione italiana richiede un cambiamento radicale dei punti di vista sull’economia e sulla società. Soprattutto è necessario che venga rovesciata la logica che ha ispirato nell’ultimo ventennio i governi in tema di lavoro, di previdenza, di opportunità da offrire ai giovani. Questa società è la metafora dell’antropofagia ugoliniana, mangia i propri figli negandosi così una prospettiva di futuro.

[1] Quest’articolo sviluppa un tema già affrontato nel mio libro Crack Italia, la politica al tempo della crisi, pagine 204, anno 2012, edito da Laruffa.
[2] Decreto legge n.201 del 2011 (decreto Salva Italia ), successivamente convertito nella Legge n.214/2011.
[3] Fonte: Ministero dell’Economia/Dipartimento delle Finanze.

mercoledì 22 maggio 2013

Trasporti nel Fortore, Canonico si unisce al comitato

di Biagina Cece

Una nuova iniziativa sul fronte trasporti, una situazione che continua a creare disagi per i comuni della Val Fortore. Il sindaco di Baselice, Domenico Canonico, così si è espresso in merito “veniamo da una situazione difficile, con la linea per Campobasso che è stata abolita. A oggi sappiamo che ci sono dei problemi da risolvere, che bisogna ridefinire dei piani per il trasporto e ci siamo uniti al comitato per i trasporti, TPL Fortore, affinché si possa giungere a una soluzione ottimale per tutti”.

Difatti è di circa un mese fa l’incontro a Benevento con l’assessore regionale a i trasporti, Sergio Vetrella, alla quale il comune di Baselice ha partecipato “eravamo in realtà a rappresentare il Fortore, solo io e il sindaco di San Bartolomeo in Galdo, Vincenzo Sangregorio, i paesi dunque che di più hanno problemi in questo senso. Siamo sempre stati un po’ il passaggio dei pullman, un po’ il deposito, ma non abbiamo mai avuto una corsa adeguata alle nostre esigenze. Oggi io vedo un’opportunità, perché possiamo fare un piano da presentare poi all’assessore Vetrella, il quale si è mostrato nell’ultimo incontro, davvero disponibile. In questi giorni invieremo la nostra proposta di trasporti”.

Il comitato a cui il sindaco Canonico si riferisce, si è costituito in seguito “a problematiche relative a taglie rimodulazioni di corse effettuate dall’azienda Etac nelle zone da essa servita. – si legge dalla lettera che il comitato ha indirizzato a Vetrella – Pur consapevoli dei tagli ragguardevoli che tutto il comparto trasporti ha subito negli ultimi anni e di conseguenza della necessità di una sua razionalizzazione del servizio nel suo complesso, si ritiene che ciò non possa avvenire in maniera efficiente ed efficace, lasciando che sia la sola azienda che gestisce il servizio a stabilire i modi ed i tempi senza tener conto in alcun modo di quelle che sono le esigenze di chi è fruitore diretto del servizio”.

E continua: “in vista dunque della riprogrammazione di tutto il servizio di trasporto pubblico regionale, facciamo nostro il suo invito a partecipare al processo attraverso suggerimenti e segnalazioni che potrebbero essere utili a chi deve concretamente adottare la ridefinizione del servizio nel suo complesso”. E Canonico aggiunge: “fino ad oggi abbiamo subito le volontà di un’azienda che ha pensato a tutto, tranne che alle esigenze dei cittadini, i beneficiari del servizio. Il nostro intento invece, è proprio quello di dare alla cittadinanza il servizio che di più si adatti alle proprie necessità. Stiamo in questi giorni dunque, preparando la nostra proposta, le nostre indicazioni, mettendo in evidenza anche la morfologia del nostro territorio e che oltre ai pullman c’è solo l’auto privata in queste zone, e di questi tempi, spostarsi con la propria autovettura, non è sempre facile. Mi auguro di raggiungere finalmente il nostro scopo”.

benevento.ottopagine.net

lunedì 20 maggio 2013

Il Pd presenta una legge anti 5 stelle. "Movimenti non ammessi alle elezioni"


Il testo di Finocchiaro e Zanda prevede la piena attuazione dell'articolo 49 della Costituzione e quindi che i partiti abbiano personalità giuridica e statuto. La senatrice: "Nessuna avversione per i Cinque Stelle". Arriva anche una proposta per cancellare il Porcellum e ripristinare il Mattarellum (per continuare a leggere clicca qui sotto)

Elezioni, Pd: “Stop ai movimenti”. M5S: “Pensino all’ineleggibilità di Berlusconi” - Il Fatto Quotidiano

giovedì 16 maggio 2013

VITELIÙ, ROMANZO STORICO SUI SANNITI



Si presenterà, sabato, 18 maggio 2013, alle ore 19.00, presso la libreria Masone di Benevento, “Viteliù, il nome della libertà”, romanzo storico sui Sanniti scritto da Nicola Mastronardi per le edizioni Itaca. L’incontro con l’autore, coordinato da Emilio Fabozzi, direttore della testata giornalistica bMagazine, sarà accompagnato dall’interpretazione di alcuni brani del romanzo da parte della Filodrammatica Santacrocese di Santa Croce del Sannio con la regia di Angela Maria Zeoli. Nicola Mastronardi, direttore della biblioteca storica di Agnone, dove è nato, è giornalista pubblicista, collaboratore di Linea Verde-Orizzonti.

Il romanzo è ambientato nel 74 a.C., diciassette anni dopo la vittoria di Roma sui popoli italici che ha infranto definitivamente il sogno di indipendenza che aveva portato Sanniti, Marsi, Piceni, Peligni e Lucani a riunirsi politicamente sotto il nome di Viteliù. Un incubo del passato spinge un vecchio cieco, l’embratur sannita Papio Mutilo, prigioniero a Roma per ordine di Silla, a ritornare sui monti del Sannio accompagnato dal nipote Marzio.

martedì 14 maggio 2013

San Bartolomeo, in arrivo maxiparco eolico


La società Irpinia Vento con sede in Roma , alla via Del Corso 75\10, ha presentato a questa Regione istanza, tendente ad ottenere, ai sensi del D.Lgs. 387/2003 – art. 12, l’approvazione del progetto definitivo per l’installazione e l’esercizio di un impianto di produzione di energia elettrica da fonte eolica, da realizzarsi nel comune di San Bartolomeo in Galdo, in località “ P.ggio della Faiola e Monte Taglianaso”,con opere connesse nel comune di Foiano di Val Fortore.

Per quanto sopra, si comunica ai soggetti proprietari degli immobili interessati dalla costruzione dell’impianto de quo, catastalmente identificati nell’elenco di cui appresso, che:
- questo Ente ha attivato la procedura per l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio sugli immobili occorrenti alla realizzazione del progetto di cui innanzi;

- il presente avviso costituisce, ai sensi degli artt. 7 e 8 della legge n. 241/1990 e degli artt. 11 e 16 del D.P.R. 327/2001 come modificato, comunicazione di avvio del procedimento che porterà all’ espropriazione o all’asservimento e sostituisce, a tutti gli effetti, la comunicazione personale agli interessati poiché, nella fattispecie, è superiore a 50 il numero dei destinatari;

- gli atti ed i documenti relativi al progetto definitivo dell’iniziativa sono depositati presso lo scrivente ufficio – A.G.C. 12 “Sviluppo Economico” – Settore Regolazione dei Mercati – Centro Direzionale, isola A/6 – e potranno essere visionati, (previo appuntamento telefonico – 081/7966902, 081/7966922) nei giorni e negli orari di apertura al pubblico (il martedì dalle ore 10,00 alle ore 13,00), entro 30 giorni dalla pubblicazione del presente avviso; entro lo stesso termine gli interessati potranno formulare osservazioni od opposizioni che verranno opportunamente valutate da questa Autorità espropriante ai fini delle definitive determinazioni.
Copia del progetto è depositato altresì presso i comune di San Bartolomeo in Galdo, dove potrà essere visionato dal
06 maggio 2013.

lunedì 13 maggio 2013

Trivellazioni: Una passeggiata nel cuore del Sannio per informare la popolazione


Quindici chilometri a piedi (qualcuno anche in bici) tra strade, sentieri e colline del Fortore e del Tammaro. Una domenica insolita per gli attivisti del comitato "No Triv" che si sono riuniti di buon mattino in piazza Municipio a Pago Veiano per poi continuare tra S.Barbara ed i territori di Molinara e S.Marco dei Cavoti. Una "sudata" con il chiaro intento di informare la popolazione del rischio trivellazioni che, proprio quella zona, rischia seriamente di correre. (per continuare a leggere clicca qui sotto)

Trivellazioni: Una passeggiata nel cuore del Sannio per informare la popolazione - ilQuaderno.it

venerdì 10 maggio 2013

Trivellazioni petrolifere nel Sannio, un progetto che non s'ha da fare



Ieri sera (martedì per chi legge, ndb) si è tenuto un incontro dal titolo "Per chi scava la trivella" presso il Centro Sociale Autogestito “Depistaggio” inerente la questione petrolifera nel Sannio che ha visto protagonisti un piccolo nucleo di persone che si è confrontata e ha esplicato, per chi ne era meno a conoscenza, la causa e la conseguenza di questa azione sul nostro territorio.

La serata è stata introdotta da Lelio Romano che ha preso la parola al microfono e ha introdotto il dibattito: “Il sistema capitalista ci sta regalando l’attuale crisi che stiamo vivendo e che ci sta colpendo con forza, in questo modo tutti i nostri diritti vengono colpiti e quella che si crea è solo emergenza. Lo scopo principale delle trivellazioni è quello di privatizzare i profitti e di conseguenza collettivizzare le perdite, diventa per questo necessario opporsi più che mai!”

Il Sannio è una zona con una economia basata sul verde e fortemente vocata al territorio e bisognerebbe rivalutare e rinnovare questo aspetto piuttosto che cadere in sogni di finto progresso e utopistico guadagno che porterebbero alla distruzione della nostra terra. Del resto basta guardare nella vicina Val d’Agri, in Basilicata. Doveva essere il Texas italiano. E invece, i pozzi ci sono, e anche il petrolio. Ma l’economia è a pezzi, le aziende chiudono e l’agricoltura è sparita sotto l’inquinamento da idrocarburi. Ma non solo. Le royalties concesse dai petrolieri – grazie alla generosa normativa nazionale – sono quasi irrilevanti per Regione e Comuni. Insomma, un affare nero per i lucani.

La Regione Campania, e dunque anche la commissione Ambiente, conosceva almeno dal 6 febbraio dello scorso anno il progetto “Pietra Spaccata” dell’azienda inglese Delta Energy, che prevede la ricerca dell’oro nero in un’area che comprende 18 comuni sanniti. Non un piano segreto, dunque. Da Palazzo Santa Lucia sono arrivate con solerzia tutte le autorizzazioni necessarie: «Verificate e, nel caso, trivellate».

Il dibattito prosegue nel corso dell’evento, microfoni aperti a chiunque voglia dire la sua o voglia informare i presenti su quanto sta accadendo e si giunge a una triste e amara conclusione: le amministrazioni locali risultato totalmente disinteressate e quello che più è vergognoso non forniscono ai cittadini alcun tipo di informazione a riguardo, diventa perciò necessario creare incontri di questo tipo per potersi confrontare e per venire a conoscenza di cose che magari si ignorano.

Uno dei modi più incisivi per far apprendere le cose è sicuramente l’arte, il teatro, il cinema che sono mezzi di comunicazione diretti. A tal proposito nel corso della serata, terminato il dibattito prende la scena Bruno Petretti con una performance artistica sulla tematica affrontata. Con un monologo in parte scritto da Francesca Paola Scancarello e un brano tratto da “Petrolio” di Pier Paolo Pasolini. Colpisce per l’immediatezza del messaggio da comunicare e grazie al linguaggio volutamente dialettale, nella prima parte del monologo, mostra come l’ignoranza può travisare le cose e rendere oro anche quello che non luccica. Emozionante la conclusione tratta da Pasolini che vede la città come deserto e distruzione e vede nel ritorno alla natura la vita, l’aria, la rinascita.

Al termine dell’incontro è stato proiettato “Promised Land” di Gus Van Sant con Matt Damon nei panni di Steve Butler che è uno dei migliori rappresentanti per la Global, l’industria che si occupa di trivellare il sottosuolo ed estrarre i gas naturali, la nuova forma di energia, pulita e sostenibile del nostro futuro. Viene dalla provincia e ne conosce problemi e particolarità, così è in grado meglio di altri di calarsi nel tessuto dei luoghi in cui è inviato, fare amicizia, inserirsi nelle comunità e convincere le persone a concedere la loro terra (in cambio di una quota sui proventi) per le trivellazioni. La sua ennesima meta, un piccolo centro nella Pennsylvania, si rivela più ostica del previsto quando un attivista ecologista comincia a fare controinformazione sui rischi e i danni per l’ambiente che questo tipo di trivellazioni comportano.

Film interessante che incappa però nel rischio che corre ogni film che si fa portatore di tesi e ideali con i quali il pubblico, in linea di massima, è già d’accordo: dice quello che ognuno vuol sentirsi dire senza aggiungere molto al dibattito e, cosa peggiore, senza operare una reale provocazione che stimoli ad un ragionamento in più sulla questione. Nonostante a sprazzi il regista mostri di voler andare a riprendere la parte più nascosta e meno “di rappresentanza” del paese (volti brutti, uomini derelitti, paesi in disgrazia, popolazione in ginocchio), alla fine non osa mai davvero e conferma certezze, invece che porre nuove domande. Il tutto condito da una storia d’affetti trovati e ritorno alla ragione svogliata e generica, buona per ogni stagione.

E solo ora, quindi, quando è diventato palese il malcontento dei cittadini diventa forte l’esigenza di comunicare, di informarsi e di informare con ogni mezzo per non cadere in tentazione e non distruggere il nostro territorio. Bisogna tutelare ciò che si ha, non perché essere ambientalisti oggigiorno va di moda ma perché la terra che abbiamo è tutto ciò che ci resta.

www.bmagazine.it

mercoledì 8 maggio 2013

Petrolio, dopo Pietra Spaccata tocca a Case Capozzi

Continua l’azione di contrasto del comitato dei sindaci e degli amministratori del Fortore e del Tammaro ai progetti di trivellazioni. Nuovi sviluppi dal fronte comune degli enti aderenti al “Protocollo di Intenti” a salvaguardia del territorio interessato dalle attività di ricerca di idrocarburi della Delta Energy. Nei giorni scorsi, infatti, presso l’aula consiliare del Comune di Colle Sannita, i rappresentanti del comitato, dietro convocazione dei coordinatori Domenico Costanzo e Valentino Castello (consiglieri di opposizione del Comune di San Marco dei Cavoti), hanno fatto il punto sulla vicenda che li contrappone al colosso multinazionale.

“Battaglia che, – affermano i coordinatori in una nota – spiegata sul campo giuridico-amministrativo con la proposizione di ricorsi e diffide, si è spostata sullo scenario più vasto dello scontro sovra istituzionale ed istituzionale tra gli stessi enti interessati, alcuni dei quali, sebbene inizialmente aderenti al Protocollo di Intenti, non hanno preso posizione fattiva sulle problematiche aspramente coinvolgenti le municipalità promotrici, firmatarie e fattive delle attività giuridiche e di tutela amministrativa già proposte”.

Le azioni avverso il progetto denominato Pietra Spaccata hanno visto il sostegno personale di sindaci, amministratori, tecnici comunali e società civile, che hanno sostenuto personalmente anche i costi economici. Costanzo e Castello hanno dettagliatamente relazionato ed informato amministratori e tecnici che “la situazione riguardante l’intervento Pietra Spaccata, dopo aver già proposto ricorso (allo stato sub-judice) al Presidente della Repubblica, è stata definitivamente ultimata con la interposizione del ricorso al difensore civico regionale”. I coordinatori hanno sottolineato che “è aperta e viva adesso, e necessita anch’essa di approfondito studio e tutela, l’analisi del progetto denominato Case Capozzi, che ancorché tendente alle stesse finalità dell’altro intervento, interessa altre e più vaste aree, anche nel territorio della provincia di Avellino”.

“Lo studio legale Giordano di San Giorgio la Molara, – affermano Costanzo e Castelli – di nuovo impegnato per la difesa dei territori interessati dal progetto Case Capozzi, ha relazionato sulle nuove attività da intraprendere, sia di carattere tecnico che di rilievo giuridico, significando che sarà posto in essere ogni rimedio esperibile al fine di scongiurare qual svoglia provvedimento autorizzativo regionale che già potrebbe essere prossimo all’adozione. Saranno nuovamente interessati alla vicenda i tecnici comunali che hanno già offerto la loro preziosa opera di consulenza per il progetto Pietra Spaccata”. L’intervento dei coordinatori si chiude con una nota polemica.

“Inspiegabile, esaminato l’evolversi degli eventi, è la reiterata assenza ovvero ambiguità di alcuni rappresentanti istituzionali che, nonostante siano stati vivacemente e più volte compulsati, non hanno inteso ancora prendere netta e chiara posizione sulla vicenda. Si spera – concludono Costanzo e Castelli – in una più completa e proficua futura collaborazione, fosse anche per il solo senso e dovere di quella solidarietà e collaborazione che avrebbe già dovuto caratterizzare l’operato fin qui svolto”.

benevento.ottopagine.net

Trasporti nel Sannio, pendolari rimasti soli

"Un silenzio allarmante ed assordante, nessun amministratore prende più posizione in un momento così delicato per la provincia di Benevento". E' quanto affermato, con una nota congiunta, l'associazione Pendolari Sannio-Terra di Lavoro ed il comitato Tpl Fortore, cioè gli unici due movimenti sanniti a difesa del trasporto pubblico (per continuare a leggere clicca qui sotto)
Trasporti nel Sannio, pendolari rimasti soli: 'Da Provincia e sindaci silenzio assordante' - ilQuaderno.it

lunedì 6 maggio 2013

Caccia di idrocarburi al Sud: l’inglese Delta Energy accaparra suoli

Un interessante articolo, apparso sul sito Informarexresistere, parla di ricerca del petrolio anche nel Fortore e nel Sannio. Scrive Gianni Lannes: «Gli ecosistemi naturali in particolare le falde acquifere, di tre regioni del Mezzogiorno (Basilicata, Campania e Puglia) tremano. Viene dall’Atlantico ma ormai spadroneggia. La Delta Energy, società che intende realizzare le ricerche petrolifere con due progetti che coinvolgono oltre trenta comuni della provincia di Benevento, ha sede a Brighton nell’East Sussex, a pochi chilometri da Londra».

E poi aggiunge: «L’azienda britannica mostra un attivismo davvero notevole, con particolare predilezione per il Sud Italia. Oltre ai due progetti relativi al Sannio la società ha presentato al ministero dello Sviluppo economico altre quattro istanze per la ricerca di idrocarburi nel sottosuolo, a cavallo di tre regioni. Al beneventano, appunto, si riferiscono i programmi di ricerca denominati “Pietra Spaccata” e “Case Capozzi”, con estensione rispettivamente pari a 333,3 chilometri quadrati e 423,7 chilometri quadrati. La prima istanza ha avviato il proprio iter autorizzativo il 28 febbraio 2011 ed ha già incassato il parere favorevole della commissione di valutazione di impatto ambientale della Regione Campania».

La stessa società ha presentato istanze anche in Puglia e Basilicata: «Il 28 febbraio 2011, nello stesso giorno del deposito del programma “Pietra Spaccata”, la ditta di Sua Maestà inoltrava al Ministero altre due istanze di autorizzazione: ”Forapane” e “Il Perito”. Nel primo caso l’area interessata è un piccolo bacino da 24,5 chilometri che si sviluppa tra i comuni di Orsara di Puglia e Troia, sui monti Dauni della provincia di Foggia».

E dopo aver parlato anche dei progetti nel materano l’articolista si sofferma sulla società. «Ma c’è un altro aspetto – scrive – finora non rilevato che riguarda la società londinese e che appare significativo. La Delta Energy si è costituita poco più di due anni fa. Una anzianità di servizio che appare davvero troppo limitata e che autorizza a nutrire qualche ulteriore preoccupazione circa il regolare svolgimento delle operazioni di ricerca ed estrazione degli idrocarburi. Evidentemente dopo gli accordi spartitori del giugno 1992 tra il sistema di potere anglo-americano ed i maggiordomi italioti come Amato, Ciampi, Draghi, Prodi eccetera eccetera, le rapine di risorse italiane sono state “legalizzate”, per modo di dire (sic!)».

Per leggere l'articolo completo clicca qui www.informarexresistere.fr

venerdì 3 maggio 2013

Soldi privati ai partiti, le cifre: dai 100mila euro di Bondi ai 700mila di Mrs Buitoni


I soldi del "super tagliatore", quelli del patron di Brembo Bombassei, degli imprenditori e dei palazzinari. Ecco da dove viene e dove va il fiume di denaro che ha sostenuto i partiti alle ultime elezioni (per continuare a leggere clicca qui sotto)


Soldi privati ai partiti, le cifre: dai 100mila euro di Bondi ai 700mila di Mrs Buitoni - Il Fatto Quotidiano

lunedì 29 aprile 2013

Il ministro Nunzia de Girolamo e il conflitto di interessi

Un articolo di Vincenzo Iurillo sul Fatto Quotidiano mette in luce il conflitto di interessi che riguarda la neo ministra Nunzia De Girolamo. Dal ministero delle politiche agricole e forestali si occuperà anche degli affari del padre Nicola.

"Sì, perché la neo ministra pidiellina delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo è la figlia di Nicola De Girolamo, 62 anni, direttore del Consorzio Agrario di Benevento, cooperativa con 112 anni di storia alle spalle, celebre per la produzione dei rinomatissimi vini "Cantina del Taburno", una collezione di premi lunga un chilometro (l'ultima coccarda risale al 2010, per i "Vini Buoni d'Italia", con il massimo riconoscimento per la Corona Falanghina Doc 2009).

Il Consorzio Agrario beneventano è infatti in liquidazione coatta amministrativa dal 1964 e di conseguenza è sotto la sorveglianza dei ministeri dello Sviluppo e delle Politiche Agricole. Doveva essere liquidato entro il 2007, ma una proposta di concordato preventivo ne ha prolungato la procedura, come espressamente previsto dalla legge. Dunque, il ministro De Girolamo vigilerà sulla liquidazione di un Consorzio diretto dal padre".

tratto da www.cadoinpiedi.it

giovedì 25 aprile 2013

Petrolio nel Sannio: I sindaci del Fortore e Alto Tammaro si rivolgono al difensore civico regionale


Nuova azione dei sindaci del Fortore e dell'Alto Tammaro aderenti al Protocollo d'Intenti, che già attivamente si è rivolto al Capo dello Stato per la tutela dei propri territori per quanto riguarda le ricerche di idrocarburi: "Questa volta - si legge nel comunicato - il Protocollo d'Intenti ha deciso di rivolgersi al neo eletto Difensore Civico della Regione Campania, interessandolo della delicata questione delle indagini preliminari alle trivellazioni nei Comuni da loro rappresentati. (Per continuare a leggere clicca qui sotto)


Petrolio nel Sannio: I sindaci del Fortore e Alto Tammaro si rivolgono al Difensore Civico regionale - ilQuaderno.it

martedì 23 aprile 2013

Differenziata, Il Fortore contro Aceto

di Leonardo Bianco

E’ decisamente scandaloso e senza alcun dubbio censurabile, sotto tutti i punti di vista, ciò che la Provincia di Benevento ha fatto sulla ripartizione dei fondi per il miglioramento della raccolta differenziata. L’amministrazione Cimitile e l’assessore Aceto non potevano optare per una scelta migliore per congedarsi dal Sannio e dai sanniti: di parte, incuranti del territorio e strafottenti, proprio come si sono comportati per cinque anni e non solo su tale tematica”.

Non va proprio giù la questione e non le manda certo a dire Salvatore Brancaccio, assessore all’ambiente di Baselice, che prende spunto dalla vicenda del riparto dei fondi regionali assegnati ai Comuni dalla Rocca dei Rettori, per lanciare il suo duro atto di accusa. Ad essere finanziati sono solo 28 comuni, su 78, più il capoluogo, e tra questi non c’è nessun comune dell’area fortorina, “una scelta che deve per forza di cose essere chiarita e spiegata”.

“Hanno tagliato fuori tutto il Fortore, il Miscano e parte del Tammaro; si sono ripartiti oltre 450mila euro a piacimento, magari con criteri legati alla simpatia ed alle coperture consiliari, ed hanno avuto pure l’ardire di annunciare che per i comuni esclusi è stato richiesto un incremento. Come a dire: per voi ci sarà il contentino!. Voglio ricordare ad Aceto – prosegue Brancaccio – che il Fortore non finisce a San Marco dei Cavoti… (e non ce l’ho assolutamente con gli amici dell’amministrazione Cocca), che per rilanciare un territorio bisogna non solo parlare ma fare, e che prima di criticare le scelte bisogna praticarle (mi riferisco alla direttiva sul computo di percentuale da applicare al multi materiale). Ma da un membro dell’esecutivo provinciale che più volte si è trovato isolato su scelte ambientali della Regione, che non conosce le realtà territoriali, le metodologie, i risultati qualitativi e le percentuali che alcuni comuni – come il mio – ottengono dalla raccolta dei rifiuti, e che non può vantare risultati di sorta dal commissariamento degli ex consorzi (con gli stipendi dei commissari – che potevano anche essere meno di tre – si potevano pagare svariate mensilità agli ex lavoratori…), non ho nulla da condividere, ne politicamente ne amministrativamente”.

E conclude: “la vicenda della non-riattivazione del sito di Molinara resta un passaggio emblematico per le scelte operate o meglio, non fatte e dimenticate, da Aceto e l’amministrazione provinciale: ci ha convocati due volte per parlare della questione e non conosceva che il sito era ancora sotto sequestro! In quella occasione proposi di utilizzare parte di questi fondi (oggi assegnati) e destinati ai comuni della nostra area proprio per Molinara. Alla luce di questi fatti capisco bene perché si è preferito scartare subito l’ipotesi”.

Sulla vicenda della ripartizione dei fondi regionale fatti dalla Provincia interviene anche Zaccaria Spina, sindaco di Ginestra e presidente della comunità montana del Fortore. “Non mi sembra corretto dover apprendere certe notizie dalla stampa”, afferma il presidente della comunità montana. “Sarebbe stato più giusto che la Provincia ci avesse informato con una nota sull’esito dell’istruttoria dei progetti. Premesso questo – continua Spina – evito di entrare nel merito della questione, visto che ancora non ho gli elementi per poter esprimere un giudizio, ma mi sembra alquanto strano che, tranne San Marco dei Cavoti, tutti i comuni del Fortore, del Miscano e del Tammaro siano rimasti fuori dalla ripartizione dei fondi. Eppure sono tutti enti che stanno operando bene, ottenendo ottimi risultati, bella raccolta differenziata”.

ECCO LA RISPOSTA DELLA PROVINCIA

Raffele Bianco, direttore generale della Provincia di Benevento, replica alle affermazioni di Salvatore Brancaccio, assessore al comune di Baselice, e a Zaccaria Spina presidente della comunità montana del Fortore e sindaco di Ginestra degli Schiavoni, in merito alla ripartizione dei fondi regionali sui progetti per il miglioramento della raccolta differenziata dei rifiuti.
“L’attribuzione ai comuni dei finanziamenti della Regione Campania – Assessorato all’ambiente al territorio sannita concessi nel suo complesso ammontavano a poco più di 413mila Euro. La commissione da me presieduta –afferma Raffele Bianco – ha lavorato obbedendo pedissequamente ai criteri oggettivi, peraltro stabiliti dalla Regione stessa, che aveva affidato alla Provincia la responsabilità della gestione della istruttoria, e che sono riportati nell’avviso pubblico del 13 novembre 2012 che è consultabile tuttora sul portale della Provincia. Sono stati 66 i Comuni sanniti che hanno risposto all’avviso pubblico, dopo che, peraltro, la Provincia stessa li aveva sollecitati a farlo in data 21 dicembre 2012, dopo la prima comunicazione formale. E’ evidente dunque, già da questo dato, che non c’era alcuna intenzione da parte di alcuno di escludere questo o quello”.

“Va aggiunto che la Commissione, al termine dell’istruttoria, non ha escluso alcun comune e che tutti gli incarti presentati sono stati ritenuti ammissibili al finanziamento, rispetto alle somme a disposizione. Credo sia infine importante sottolineare che, – conclude il direttore generale della Provincia – sentito telefonicamente nei giorni scorsi il Dirigente d’Area dott. Santacroce della Regione Campania, in considerazione del fatto che quasi l’80% del totale dei Comuni di questa provincia aveva risposto all’appello, la Regione stessa è intenzionata a finanziare tutti i progetti ritenuti ammissibili mettendo a disposizione altri 480mila Euro circa entro i prossimi mesi”.

NELLA POLEMICA INTERVIENE ANCHE IL SINDACO DI CASTELVETERE

Ma i chiarimenti da parte del dirigente della Rocca dei Rettori non soddisfa il sindaco di Castelvetere Luigi Iarossi.
“Le mi perplessità – dice il sindaco fortorino – sull’assegnazione dei fondi sono state confermate. Il mio comune è stato uno dei primi a presentare il progetto, forse uno dei pochi, tant’è che la Provincia fu costretta a riaprire il bando. La mia preoccupazione è stata confermata (Iarossi, su Ottopagine, a gennaio scorso aveva espresso la sua perplessità affermando che: non vorrei che da primi diventassimo ultimi. Riferendosi al progetto sui rifiuti)”. Iarossi si interroga sui criteri usati dalla Provincia per l’assegnazione dei fondi e si domanda come mai dalla Rocca dei rettori, in questi mesi, non siano arrivate note e richieste di chiarimento riguardo alla redazione dei progetti. “Ancora una volta – conclude Iarossi – devo constatare che il Fortore è stato escluso, forse a causa della mancanza di rappresentanza, visto l’elenco dei comuni ammesso ai finanziamenti”.

benevento.ottopagine.net

venerdì 19 aprile 2013

Petrolio, primo no alla moratoria

La Regione Campania, guidata dal berlusconiano Caldoro, resta sorda alle richieste che provengono dalle aree interne di stoppare i permessi per le trivellazioni nel Sannio e in Irpinia. Nei giorni scorsi è stato bocciato un emendamento alla legge di Bilancio, con cui si chiedeva una moratoria, una sospensione, in tal senso. E così, invece, di dare un segnale concreto alle preoccupazioni dei cittadini irpini e sanniti si preferisce ancora una volta assecondare gli interessi delle multinazionali dell'oro nero. Leggetevi, qui di seguito, l'articolo apparso sul quotidiano online Ottopagine.

Le fibrillazioni politiche che condizionano il governo regionale si riflettono anche sulla battaglia delle zone interne e costiere non metropolitane contro l’industria petrolifera. Le divisioni nella maggioranza di palazzo Santa Lucia complicano l’iter dell’emendamento presentato in commissione dai consiglieri regionali irpini, su iniziativa di Rosetta D’Amelio, dopo che un asse trasversale composto da deputati napoletani e casertani ha di fatto imposto il rinvio della questione al dibattito in aula. Suscita perplessità il mancato accoglimento di un emendamento alla legge di Bilancio che gli analisti giudicano nella sostanza una moratoria per i permessi rilasciati dal Ministero dello Sviluppo Economico dal 2008 in poi.

La decisione di non integrare nel testo la norma proposta appare incomprensibile per gli esponenti irpini, che nel contrastare i progetti di perforazione e trivellazione hanno semplicemente messo per iscritto quanto già sostenuto dall’assessore all’Ambiente della Regione, Giovanni Romano, nel corso di un’audizione: «Le ricerche di idrocarburi contrastano con le previsioni stabilite dal Ptr della Campania dal 2008 per l’Alta Irpinia, la Valle dell’Ufita e il Sannio», aveva sostenuto, individuando peraltro una presunta falla nell’iter autorizzatorio delle ricerche petrolifere nella zona di Nusco.

La conferenza dei servizi negli uffici romani dell’Unmig deliberò un permesso di ricerca petrolifera “rilasciabile con prescrizioni e limitazioni per la compatibilità ambientale” ad un mese dall’approvazione del Ptr, strumento che sanciva la vocazione naturalistica delle zone oggetto dell’interesse minerario. Secondo i consiglieri irpini la circostanza impone l’apertura di un confronto tra governo regionale e nazionale, riaprendo la partita sull’istanza mineraria a vantaggio delle province di Avellino, Benevento e Salerno.

avellino.ottopagine.net

martedì 16 aprile 2013

L'ultimo Consiglio Provinciale è contro le trivellazioni petrolifere


Approvata all'umanimità la delibera contro la ricerca di idrocarburi e le eventuali trivellazioni petrolifere nel Sannio, in consiglio provinciale a Benevento. La seduta, che si è conclusa da pochi minuti e potrebbe essere l'ultima della Giunta Cimitile, ha deliberato all'umanimità anche l'immediata esecutività del provvedimento. Nella delibera, letta a fine dei lavori dal presidente del consiglio provinciale, Giuseppe Maturo, si specifica che la contrarietà della Provincia di Benevento è su tutti e quattro i permessi di ricerca richiesti dalle società petrolifere in questione, inclusi quelli della Delta Energy Ltd, la società britannica interessata alla ricerca di idrocarburi nel Fortore e nel Tammaro con i progetti denominati "Case Capozzi" e "Pietra Spaccata". (per continuare a leggere clicca qui sotto)

L'ultimo Consiglio Provinciale è contro le trivellazioni petrolifere: Approvata delibera all'umanimità - ilQuaderno.it

lunedì 15 aprile 2013

15 APRILE 1967, MORIVA TOTÒ



Oggi è l’anniversario della morte di Totò. Di seguito un estratto del ricordo di Eduardo De Filippo sulle pagine di Paese Sera.

"Erano più colorate le strade di Napoli, più ricche di bancarelle improvvisate di chioschi di acquaioli, più affollate di gente aperta al sorriso allora, quando alle dieci di mattina le attraversavo a passo lesto avevo quattordici anni per trovarmi puntuale al teatro Orfeo, un piccolo, tetro, e lurido locale periferico, dove, in un bugigattolo di camerino dalle pareti gonfie di umidità, per fare quattro chiacchiere tra uno spettacolo e l’altro, mi aspettava un mio compagno sedicenne che lavorava là… Oggi è morto Totò. E io, quattordicenne di nuovo, a passo lento risalgo la via Chiaia, e giù per il Rettifilo, attraverso piazza Ferrovia. Entro per la porta del palcoscenico di quello sporco locale che a me pare bello e sontuoso, raggiungo il camerino, mi siedo e mentre aspetto ascolto a distanza la sua voce, le note della misera orchestrina che lo accompagna e l’uragano di applausi che parte da quella platea esigente e implacabile a ogni gesto, ogni salto, ogni contorsione, ogni ammiccamento del “guitto”. Do un’occhiata attorno; il fracchettino verde, striminzito, è lì appeso a un chiodo: accanto c’è quello nero. Quello rosso glielo vedrò indosso tra poco, quando avrà terminato il suo numero. I ridicoli cappellini… A bacchetta, a tondino… e nero, marrone, e grigio… sono tutti allineati sulla parete di fronte. ..Manca il tubino: lo vedrò tra poco. Il bastoncino di bambù non c’è: lo avrà portato in scena".

giovedì 11 aprile 2013

Trivelle nel Sannio, lo scienziato Zichichi: “Gli idrocarburi non bisognerebbe cercarli”


“Gli idrocarburi nel Sannio non bisognerebbe nemmeno cercarli”. E' questo il commento dello scienziato di fama mondiale Antonio Zichichi intervenuto per il ciclo di incontri “Testimoni della Fede” al Duomo di Benevento.
Il fisico siciliano ha risposto alla domanda di Ntr24 commentando in maniera negativa l'arrivo delle trivelle sul territorio sannita. Poi, l'ex assessore ai Beni Culturali della Regione Sicilia si è soffermato anche sui possibili sviluppi delle politiche di "green economy" e sulla loro corretta applicazione. (Per vedere il video del fisico clicca qui sotto)

mercoledì 10 aprile 2013

Petrolio nel Sannio, troppi sindaci assenti alla riunione. La Provincia: 'Torniamo uniti, avversari forti'


Pochi, davvero pochi. Nove amministratori su ventinove. Il nuovo invito della Provincia di Benevento a sindaci, assessori e consiglieri dei comuni sanniti interessati dalle ricerche di idrocarburi (sono quattro i progetti che potrebbero essere attivati nel Sannio, si tratta di Nusco, Pietra Spaccata, Santa Croce e Case Capozzi) è stato snobbato dalla maggioranza degli amministratori coinvolti che, evidentemente, hanno ritenuto superflua la riunione di oggi alla Rocca dei Rettori. Un errore, se si considera che il pericolo non è affatto scongiurato, anche se sono arrivati i primi segnali ufficiali di "collaborazione" dalla Regione Campania nelle scorse settimane. Insomma, un ruolo decisivo lo hanno proprio i sindaci, specialmente quelli dei comuni direttamente interessati, ma non solo. San Marco dei Cavoti, Ginestra degli Schiavoni, Pesco Sannita, Circello, Guardia Sanframondi, Morcone, Benevento, S. Agata dei Goti e S.Arcangelo Trimonte, più il presidente della Comunità Montana del Fortore.
(per continuare a leggere l'articolo clicca qui sotto)
Petrolio nel Sannio, troppi sindaci assenti alla riunione. La Provincia: 'Torniamo uniti, avversari forti' - ilQuaderno.it

martedì 9 aprile 2013

Trivelle, si attendono le decisioni del Presidente della Repubblica

Il protocollo di intenti fra comuni e comunità montane interessati dalle indagini petrolifere, per il progetto promosso dalla Delta Energy denominato “Pietra spaccata”, ha concretizzato e ratificato la volontà di opporsi formalmente all’autorizzazione concessa dalla Commissione Regionale VIA (valutazione d’impatto ambientale).

Il 3 aprile è stato ritualmente notificato agli interessati il preannunciato ricorso al Capo dello Stato. Ora bisognerà attendere la decisione che il Presidente della Repubblica, assunto il parere vincolante del Consiglio di Stato, intenderà adottare sul ricorso presentato.

“Si porta all’attenzione di quegli addetti ai lavori che largamente si sono spesi sull’argomento, che il protocollo dei Sindaci, – scrive il coordinatore Domenico Costanzo – con la presentazione del citato gravame, ha surrogato le deficienze e le superficiali e grossolane mancanze degli enti preposti e che, in forza del principio dell’alternatività del processo amministrativo – codificato dall’art. 8, comma secondo, del DPR 1199/1971 – il ricorso straordinario al Capo dello Stato può essere proposto unicamente quando l’atto non sia stato già impugnato con ricorso giurisdizionale.

Sindaci, amministratori e cittadini firmatari del ricorso anzidetto (Pasquale Narciso, Nunziatina Palma, Raffaele Caputo, Antonio Michele, Antonio Verzino, Domenico Canonico, Pasqualino Cusano, Antonio Di Maria, Mauro De Ieso, Ester D’Afflitto, Innocenzo Pugliese, Cristoforo Tatavitto, Luigi Caretti, Domenico Costanzo, Valentino Castello e Liano Boffa) sono convinti e fiduciosi che il gravame interposto possa seriamente realizzare quelle prospettive di tutela e salvaguardia che diversi enti non hanno inteso considerare nei modi dovuti.

La giustizia dovrà ora fare il suo corso. Non è difficile comprendere ed accettare il rammarico che le popolazioni interessate dalla realizzazione del progetto impugnato, abbiano dovuto fare affidamento unicamente nel personale e compatto interessamento di un cospicuo numero di sindaci, avendo riscontrato nei fatti l’incerto – quando non ambiguo o del tutto assente – interessamento di tante autorità istituzionali comunali e sovracomunali preposte, alle quali si chiede ancora una volta la verifica dello stato dell’arte.

Il ricorso, redatto a titolo gratuito con il patrocinio dello Studio Legale Giordano da San Giorgio la Molara (Bn), da sempre sensibile alle problematiche relative alla tutela dell’ambiente, non ha gravato in alcun modo sui bilanci dei comuni interessati.
Il protocollo di intenti ha ora intenzione di attivarsi anche in via amministrativa, sempre con l’assistenza gratuita dello Studio Legale Giordano, al fine di proporre ricorso al Difensore civico – di fresca nomina – della Regione Campania, dott. Francesco Bianco, a cui tra l’altro vanno i migliori auguri di una serena e proficua attività di controllo”.

www.infosannionews.it

lunedì 8 aprile 2013

Benevento, tensione alla presentazione della nuova giunta. I "No Triv" espongono uno striscione in aula

Dopo che il primo cittadino aveva preso la parola, affiancato dal vice sindaco Raffaele Del Vecchio e l'assessore alle Risorse Umane, Pietro Iadanza, una delegazione del Comitato "No Triv Sannio" stava esponendo uno striscione con la scritta "No Triv"sulla balaustra dell'aula, quando sono stati bloccati dall'arrivo del Comandante della Polizia Municipale, Giuseppe Moschella. (clicca qui sotto per continurare a leggere l'articolo)
Momenti di tensione alla presentazione della nuova giunta. I "No Triv" espongono uno striscione in aula | Comune di Benevento | news | NTR24 - l'informazione sul web

giovedì 4 aprile 2013

Trivelle, ecco la lettera dei sindaci al Presidente della Repubblica

Firmato il ricorso al Capo dello Stato contro le indagini petrolifere della Delta Energy per il progetto “Pietra Spaccata”. L’atto è stato sottoscritto venerdì pomeriggio presso il Comune di Campolattaro. Chiesta la revoca della certificazione di compatibilità ambientale rilasciata con il decreto dirigenziale della Regione Campania n.601 del 14.12.2012.

L’istanza straordinaria al Presidente della Repubblica, ai sensi dell’art. 8 D.P.R. 1199/1971, curata a titolo gratuito dallo Studio legale Giordano da San Giorgio la Molara, porta le firme di: Pasquale Narciso, sindaco di Campolattaro; Nunziatina Palma, sindaco di Fragneto l’Abate; Raffaele Caputo, sindaco di Fragneto Monforte; Antonio Michele, sindaco di Pesco Sannita; Antonio Verzino, sindaco di Reino; Domenico Canonico, sindaco di Baselice; Pasqualino Cusano, sindaco di Sassinoro; Antonio Di Maria, sindaco di Santa Croce e presidente della Comunità Montana del Titerno-Alto Tammaro; Ester D’Afflitto, vice sindaco di Morcone; Innocenzo Pugliese, vice sindaco di Colle Sannita; Cristoforo Tatavitto, assessore di Circello; Luigi Caretti, consigliere delegato di San Giorgio la Molara; Liano Boffa, esponente della società civile di Pesco Sannita; chiudono l’elenco i promotori dell’iniziativa, Domenico Costanzo e Valentino Castello, consiglieri di minoranza di San Marco dei Cavoti.

Si fa rilevare che la procedura intrapresa, caratterizzata dal requisito della straordinarietà, non comporterà per i soggetti ricorrenti nessuna costo, eccezione fatta per quelli di giustizia.

Il ricorso evidenzia soprattutto che l’analisi della documentazione, estratta presso i competenti uffici regionali dal Gruppo di lavoro del Protocollo di Intenti dei Comuni interessati dalle opere di trivellazione, ha consentito l’individuazione di numerosi vizi di forma che potrebbero fortemente compromettere la efficacia del decreto impugnato; mancanze che, se confermate, metterebbero in seria difficoltà l’Ente e la stessa società proponente.

La ricostruzione dei fatti, sugli elementi documentali in possesso – così come indicato dai tecnici Angelo Giordano (Utc di Fragneto Monforte), Bruno Parlapiano (Utc di Morcone), Giuseppe Martuccio (Utc di Colle Sannita) e Antonio Golia (Utc di Circello) - ha focalizzato l’attenzione sulla violazione degli accordi internazionali di cui alla convenzione di Aarhus del 25.06.1998 ratificata dallo Stato italiano con la legge n. 108/2001, sulla partecipazione del pubblico al processo decisionale e sull’accesso alla giustizia in materia ambientale, nonché sul corretto iter endoprocedimentale previsto per le opere a farsi dal D.Lgs. 152/2006.

La realizzazione delle opere di screening ed esplorative previste dal progetto, sulla base di una istruttoria manchevole e del tutto inficiata, quale condizione prodromica e necessaria alla successiva fase operativa di perforazione, comporterebbe un danno grave ed irreparabile che si estenderebbe, come effetto consequenziale, all’habitat naturale nonché deleteriamente sulla già precaria, ma eccellente, economia zootecnica di razza protetta (bovini di razza marchigiana con marchio di qualità IGP) ed agro-pastorale con coltivazioni di carattere biologico. Con il ricorso è stata altresì richiesta la sospensione dell’efficacia esecutiva del decreto dirigenziale impugnato.

Colle Sannita, 23 marzo 2013
I coordinatori
Domenico Costanzo e Valentino Castello

mercoledì 3 aprile 2013

Mafia, Dia confisca un miliardo e 300 milioni al re dell’eolico

Un miliardo e trecento milioni di beni confiscati – e che quindi diventano proprietà dello Stato – all’imprenditore considerato il “re dell’eolico”. Vito Nicastri, 57 anni, di Alcamo (Trapani) sarebbe un uomo vicino alla primula rossa dei latitanti: Matteo Messina Denaro. E per questo che la Direzione investigativa antimafia sta mettendo i sigilli alle sue proprietà (per continuare a leggere clicca qui sotto)
Mafia, Dia confisca un miliardo e 300 milioni al re dell’eolico - Il Fatto Quotidiano

giovedì 28 marzo 2013

Fortorina, il sindaco Canonico scrive a Grillo

Il sindaco di Baselice, Domenico Canonico, richiama l’attenzione su un problema che angoscia ormai da anni, la realtà della Val Fortore, vale a dire, si pone oggi l’accento, ancora una volta, sulla strada denomina ‘Fortorina’, e lo fa scrivendo direttamente a Beppe Grillo, leader del M5S.

Canonico descrive la zona in cui si trova il piccolo centro del Fortore, come si legge dalla lettera, “una zona da sempre martoriata e bistrattata dalla politica regionale e nazionale tanto che, la valle stessa –Val fortore – comprendente anche i comuni di San Bartolomeo in Galdo, Castelvetere, Foiano, Montefalcone, non ha ancora una strada di accesso a scorrimento veloce per il solo fatto che, a dire dell’Anas, la popolazione risiedente è di qualche decina di migliaia di persone, e dunque non ha peso elettorale tale da giustificare l’investimento”, un investimento questo di circa cinquantamila euro, che l’Anas non ha al momento, a disposizione. Già tante le polemiche sulla strada in questione, si ricorderà la passata protesta dei sindaci fortorini proprio su questo argomento. Così oggi, Canonico, ha deciso di rivolgersi proprio a Beppe Grillo in quanto, si legge ancora “ho appreso dagli organi di stampa la disponibilità da parte del suo Movimento di destinare il rimborso elettorale delle ultime elezioni politiche per scopi sociali, e dato che il suo movimento ha ottenuto molti voti, tanto da essere la lista più votata nel comune da me amministrato, le chiedo di finanziare tale disponibilità per la realizzazione di questa arteria stradale che farebbe uscire i nostri comuni dall’atavico isolamento, e permettere così un futuro sviluppo socio – economico delle nostre realtà marginali e periferiche”. Da sempre questi centri hanno problemi non di poco conto a causa delle strade.

Molti i giovani universitari che sono costretti a vivere a Benevento perché tutti i giorni diventa difficile viaggiare e al contempo studiare, date le condizioni attuali della strada, e i tempi di percorrenza – circa un’ora per raggiungere Benevento – e questo è un peso per le famiglie le quali, in un periodo tanto difficile quale quello attuale, si trovano a pagare un ulteriore affitto e le diverse spese dei figli studenti. Allo stesso modo anche chi lavora fuori ha difficoltà a raggiungere il posto di lavoro ogni giorno. Così Canonico conclude la lettera affermando “una tale e nobile dimostrazione di sensibilità verso la mia popolazione può finalmente contribuire a dare una speranza ai nostri giovani e permettere loro di rimanere nei luoghi di origine”. Si presenta così, con Beppe Grillo, una nuova occasione per i centri fortorini, i quali si sono sentiti lasciati soli e delusi da anni di attesa per la realizzazione di questa strada, alla quale il Fortore sembra aver dato solo il nome “la nostra speranza – dice Canonico – è che questa lettera venga presa in considerazione. La fiducia che il popolo di Baselice ha dimostrato nei confronti di Grillo nelle ultime elezioni, è evidente. Mi auguro davvero che questo appello non passi inosservato”.

beneveno.ottopagine.net

martedì 26 marzo 2013

Petrolio nel Sannio, ribadito il 'no'

Provincia di Benevento, esponenti regionali, universitari e comitato. Il fronte del "no" alle trivellazioni petrolifere ed alle relative ricerche di idrocarburi nel sottosuolo del Sannio, finalmente si compatta, senza se e senza ma. Il tutto è stato ribadito ieri al termine dell'incontro che si è tenuto presso la struttura del Centro Studi della Rocca, al Musa di contrada Piano Cappelle. Presenti, non solo il presidente provinciale Aniello Cimitile e gli assessori ad ambiente ed energia, Gianluca Aceto e Romeo Melillo, ma anche il presidente della Commissione Ambiente in Regione Campania, Luca Colasanto e, causa assenza dell'assessore regionale all'ambiente Giovanni Romano, impegnato altrove, era in sala il dirigente regionale Domenico Sportiello.

La politica sembra prendere posizione, in attesa di ulteriori chiarimenti da qualche amministratore locale che resta in posizione ambigua (una minoranza fortunatamente, visto che qualche giorno fa a Campolattaro i sindaci sanniti hanno firmato e presentato il loro ricorso contro i progetti della Delta Energy al Capo dello Stato) e di maggiore chiarezza da parte del Governatore Stefano Caldoro (la dichiarazione "no alle trivellazioni ma le ricerche geologiche sono un'altra cosa" pronunciata proprio a Benevento a pochi giorni dal voto delle Politiche, merita qualche approfondimento in più). A questo proposito non è passata di certo inosservata l'assenza di una larga fetta di amministratori, proprio quelli direttamente coinvolti dai progetti della Delta Energy. Va bene il fronte comune siglato a Campolattaro, ma forse la presenza al "Musa" era doverosa e necessaria.

Al "no" della politica si è aggiunto quello autorevole degli esperti di impatto ambientale, come, ad esempio, Angelo Valente dell'Unisannio che, nel suo intervento, non ha avuto troppi dubbi al riguardo. Troppo alto il pericolo di contaminare zone agricole attive, considerando inoltre che bucherellare il territorio significherebbe mettere a dura prova la stabilità di una vallata, specialmente quella del Fortore, ha già quotidianamente deve fare i conti con frane e smottamenti. A rinforzare la tesi di Valente c'ha pensato Domenico Cicchella dell'Unisannio, che da diverse settimane oramai ha sposato la causa del comitato "No Triv" e quella di Sabatino Ciarcia.

Promosso dalla Provincia, il Seminario sarà seguito da altre iniziative con le quali la Provincia intende rimarcare la propria opposizione ad un programma che Cimitile ha definito devastante sotto tutti i profili per il territorio e l'assessore all'ambiente Gianluca Aceto ha indicato come l'esatto contrario del modello di sviluppo che la Provincia intende perseguire. Alla riunione del Musa era presente anche il segretario provinciale della Cgil Antonio Aprea, contrario anch'egli al programma. Colasanto ha annunciato la presentazione di un emendamento alla legge di Bilancio regionale per la moratoria delle trivellazioni in Sannio ed in Irpinia. Al termine del dibattito che non è certo stato privo di accenti anche molto polemici, il presidente Cimitile ha annunciato la prossima convocazione di una Assemblea dei Sindaci oltre che una riunione monotematica del Consiglio provinciale.

www.ilquaderno.it

venerdì 22 marzo 2013

Psaut, no alla sospensiva

Il Tar di Napoli ha respinto la richiesta di sospensione della delibera dell’Asl di Benevento presentata dal comune di Foiano di Valfortore.

Il ricorso dell’amministrazione di Foiano presso il Tribunale amministrativo era contro la decisone del direttore generale Michele Rossi, che con una delibera del 6 febbraio scorso, aveva decretato l’apertura del Psaut di San Bartolomeo in Galdo, con il contestuale spostamento del Saut di Foiano di Valfortore presso il nuovo presidio e la trasformazione del 118 di Ginestra degli Schiavoni in una postazione Sti (Sistema trasporto infermi).

Per il Tar "non sussistono le ragioni considerato che il provvedimento impugnato appare consequenziale alle determinazioni adottate con il decreto commissariale n.40 del 2011 e rilevato che l'istituzione di un pronto soccorso fisso in prossimità del comune ricorrente comporta comunque dei vantaggi che bilanciano la soppressione di una mera posizione mobile".

Nel ricorso, il comune di Foiano, tramite il suo legale, l’avvocato Diego Perifano, sostiene che con la delibera il direttore generale dell’Asl, Michelle Rossi ha violato e ha fatto una falsa applicazione delle norme regionali, in particolare del decreto n. 49 del 2010 e del decreto 40 del 2011.

Il Tribunale amministravo della Campania, dunque, per ora non ritiene di dover dar seguito all’istanza del comune di Foiano e dà ragione all’Asl, difesa dagli avvocati Antonio Mennitto e Caterina Costantini, e al comune di San Bartolomeo in Galdo, difeso dall’avvocato Maria Bonavita.

Tratto da Ottopagine/Benevento

martedì 19 marzo 2013

Nuovo maxiparco eolico a Baselice


La commissione regionale campana ha dato parere favorevole ad un nuovo parco eolico nel Fortore Benevento. Si tratta di un impianto della potenza complessiva di 12 MW da realizzarsi alle località Toppo Impiso e Monte Vendemmia del comune di Baselice. Il progetto, proposto dalla multinazionale Edision, prevedeva inizialmente una potenza di 6,55 MW poi portata a 15 MW. Tale ultimo progetto era però stato bocciato dalla Commissione ambientale campana dato che:

- sussistevano parziali sovrapposizioni nei confronti di altra proposta presentata dalla E.ol S.r.l.
- sussistevano osservazioni sfavorevoli presentate dalla Società IVPC power3 S.p.a., che segnalava interferenze aerodinamiche generate da questa proposta nei confronti di un impianto esistente di sua proprietà.

- sussistevano osservazioni sfavorevoli del Sig. Antonio Lembo, residente a Baselice, “…permangono le preoccupazioni per l’impatto ambientale che questi impianti avrebbero lungo una dorsale ormai satura, strapiena, con una nuova centrale che andrebbe ad interferire negativamente con le bellezze paesaggistiche…”.

- inoltre l’intervento proposto risultava in prossimità del ricettore sensibile costituito dal nucleo rurale in località “Case Petruccelli” e dal nucleo rurale in località “Scuola”.

- ed ancora risultava aggravarsi l’impatto paesaggistico, già rilevante per la presenza di numerosi impianti esistenti, e si evidenziava, contestualmente, l’azione di espansione delle proposte eoliche nell’alto Fortore su territori sempre più prossimi ai nuclei rurali.

A questo punto la Edison ha provveduto a riformulare per l’ennesima volta il progetto portando la potenza complessiva dell’impianto a 12 MW ed ottenendo quindi un cambiamento di rotta della Commissione Via Campana che ha dato il parere positivo. Medesimo cambiamento di opinione che sotto la pressione delle industrie energetiche la Commissione Via aveva avuto per un recente progetto da realizzare a San Marco dei Cavoti dove, come nel caso di Baselice, prima aveva negato e poi concesso il parere favorevole ad un maxi parco eolico proposto dalla società Sorgenia.

Ancora una volta quindi nonostante le forti criticità esistenti si prosegue, nel silenzio assoluto della classe politica e della società civile, con il continuo inserimento di grandi impianti eolici in territori ormai prossimi alla saturazione della risorsa territoriale causata dalla fortissima concentrazione di impianti esistenti.

(Fonte: l'Informatore Sannita)

domenica 17 marzo 2013

I No triv a Morcone

No alle trivellazioni. Questo il grido del Comitato che lotta contro la ricerca di idrocarburi sul nostro territorio, il NoTriv, che il giorno 13 marzo, alle ore 17, presso l'auditorium di San Bernardino a Morcone, ha tenuto un'assemblea a cui tutta la cittadinanza è stata invitata a partecipare.

Ad illustrare il tema ai presenti i geologi Vincenzo Briuolo e Vincenzo Portoghese, anche attraverso l'ausilio di proiezioni digitali su parete. Il Comitato ha l'obiettivo di sensibilizzare i comuni interessati al problema e mantenere desta l'attenzione per opporsi all'inevitabile devastazione di un territorio pieno di ricchezze a cui si vuole dare un valore d'uso diverso da quello che ha.

Come scritto nel manifesto che il Comitato ha promulgato: "Dobbiamo reagire, unire le comunità in difesa del nostro patrimonio, del nostro diritto a vivere e non farci derubare e depredare. Se resteremo a guardare passivamente, delegando agli altri la soluzione ai nostri problemi, e non costruiamo una grande mobilitazione del nostro territorio, consentiremo, ancora una volta, alle istituzioni ai vari livelli di agire indisturbati e garantire gli interessi dei grandi capitali a discapito degli interessi della collettività".

I membri del NoTriv hanno invitato i presenti a formare un gruppo indipendente che porti avanti la lotta sul proprio territorio in modo da dar vita a più di un movimento che contrasti l'avanzata delle trivelle. Si è parlato a lungo degli scavi effettuati negli anni settanta-ottanta, illustrando i principali bacini petroliferi. I geologi hanno sottolineato che l'attività di ricerca di idrocarburi è altamente dannosa se rapportata alle nostre terre perchè il petrolio presente in queste zone è sporco e ricco di zolfo e necessita di raffinazione.

L'attività sfrutta questioni industriali costosissime (un pozzo richiede circa venticinque milioni di euro) e non crea, come si vuole far credere, grandi opportunità occupazionali in quanto la manodopera specializzata arriverà per lo più dal Nord Italia e, in minor parte, dall'estero.

La tecnologia, al nostro stato, permette di perforare fino a 4000-5000 metri di profondità ed i costi si elevano notevolmente. L'obiettivo fondamentale è quello di bloccare il tutto sul nascere: il passo dalle analisi di impatto ambientale alla perforazione vera e propria è breve ed occorre intervenire tempestivamente.

Le ricerche sono coperte da segreti industriali e, quindi, non subito a beneficio della collettività; non vengono rese pubbliche se non dopo un ventennio. Come più volte evidenziato dai geologi, la parte politica in Italia è totalmente schierata a favore delle trivelle e se noi semplici cittadini, supportati dai nostri amministratori locali, non ci opponiamo, gli sforzi del Comitato risulteranno vani.

Di grande importanza le conseguenze dell'idrogeno solforato che, emesso nell'aria tramite l'attività in questione, in quantità maggiori rispetto al limite consentito (pari a 0,005 ppm) è altamente nocivo. L'elemento in dosi massicce comporta odore offensivo, danni alla vista, paralisi olfattoria, edema polmonare, intossicazione acuta, danni al sistema nervoso, apnea, collasso, aborti spontanei, tumori al colon, morte immediata.

Rapportato alla nostra realtà raggiungerebbe una concentrazione pari a 30 ppm (parti per miliardo). Le stesse trivelle sono altamente dannose in quanto l'ADN, il dispositivo adibito, sfrutta l'americio-241 che è un elemento fortemente radioattivo combinato con berillio e litio, sostanze anch'esse tossiche e nocive. L'americio-241 emette raggi gamma ed alfa, proprio per questo non è tollerata la presenza di nessuno nel raggio di dieci chilometri.

In ultimo, i geologi hanno posto l'accento sul decreto n.152/2006 e in particolar modo sull'art.303 grazie al quale, la Delta Energy e le altre società sarebbero tutelate non potendo dimostrare il nesso tra danni ed attività; tutto ciò non può essere accettato. All'incontro, è giusto sottolinearlo, non erano presenti le istituzioni che dovrebbero difendere a spada tratta la salute dei propri cittadini e lottare assieme a loro.Una totale indifferenza da parte degli amministratori dinanzi a un problema di così grande gravità.

I rappresentanti del Comitato NoTriv, congedando coloro che sono accorsi all'assemblea, hanno invitato tutti ad unirsi a gran voce al motto "Il Sannio è verde , non è nero!".

tratto da Ottopagine/Benevento

giovedì 14 marzo 2013

Da Baselice il no alle trivellazioni


“Una prova di maturità, quella del consiglio comunale, nell’esprimere unanimemente un fermo no alle trivellazioni”. Così Michele Bianco e Michele Del Vecchio, consiglieri del comune di Baselice, all’indomani della decisone dell’assise di esprimere parere negativo ai progetti di ricerca di idrocarburi sul territorio comunale.

Bianco e Del Vecchio avevano chiesto al sindaco di convocare un consiglio per affrontare e approfondire l’argomento delle trivellazioni, perché preoccupati, anche alla luce delle richieste fatte ai comuni interessati dall’assessore provinciale Aceto di adottare delibere con parere sfavorevole a tali progetti, dei rischi delle ricerche di idrocarburi per l’ambiente.
I due consiglieri hanno presentato una dettagliata relazione sull’argomento, snocciolando dati ed esempi sui rischi e sui possibili danni, “senza una ricaduta economica per le popolazioni interessate, là dove tali progetti si sono realizzati”.
“Abbiamo molti esempi di territori devastati dalle trivellazioni, penso alla Basilicata, alla Calabria, alla Sicilia” afferma Michele Bianco.

“Quello che ci preoccupa sono i progetti che le aziende hanno presentato ai comuni. Sono progetti incompleti, privi di dati di obiettivi concreti. Come si può giudicare la validità e la correttezza di tali iniziative senza dati reali? Alcuni esperti nel campo delle ricerche dei idrocarburi, ci hanno detto che tra l’altro il nostro territorio è già stato scandagliato nel passato e i risultati dicono che non c’è niente di interessante nel nostro sottosuolo. Le nostre preoccupazioni condivise ad unanimità dal consiglio sono soprattutto per i rischi ambientali. Le trivellazioni potrebbero arrecare gravi danni alle nostre falde acquifere. Falde acquifere importanti, tant’è che il comune ha messo in cantiere progetti importanti per la captazione e la valorizzazione di tali risorse”.

Il no di Baselice arriva dopo i pareri negativi dei comuni del Tammaro e di alcuni comuni del Fortore interessati dai progetti di ricerca di idrocarburi.

“Ora, anche alla luce del fatto che anche altri consigli comunali hanno espresso parere negativo alle trivellazioni, , credo – conclude Bianco – che tutti insieme, con l’appoggio della Provincia, dobbiamo dar vita ad iniziative che ci mettano a riparo da tali pericoli, facendo sentire la nostra voce e il nostro dissenso alle istituzioni regionali e statali, visto che i progetti sono stati sottoposti alla valutazione dell’impatto ambientale della Regione Campania”.

benevento.ottopagine.net

Petrolio nel Sannio: La Regione Campania dice no. All'appello manca Caldoro e qualche esponente locale


Prima il Consiglio Regionale, poi la Giunta. La Campania prende posizione sulla ricerca di idrocarburi, dopo mesi e mesi di silenzio, mezze dichiarazioni e sortite personali. Pericolo scampato? Mica tanto. (Per continuare a leggere clicca qui sotto)

Petrolio nel Sannio: La Regione Campania dice no. All'appello manca Caldoro e qualche esponente locale - ilQuaderno.it

mercoledì 13 marzo 2013

"Bisogna serrare i ranghi"

di Leonardo Bianco

“Serrare i ranghi”. Questo l’appello lanciato da Foiano, lunedì sera, da Umberto Del Basso De Caro ai militanti, dirigenti e amministratori del Pd fortorino.

Il neo eletto parlamentare sannita è partito dall’analisi del voto, ammettendo la sconfitta del centrosinistra. Per Del Basso De Caro la mancata vittoria della coalizione è stata innanzitutto determinata “dall’aver raccontato la verità agli italiani, da parte di Bersani, contro le bugie e le promesse degli avversari politici”.

Per quanto riguarda il voto nel Sannio, il neo deputato si dice soddisfatto visto i risultati che il partito e la coalizione ha ottenuto a livello nazionale e regionale. “Rispetto al dato regionale – afferma Del Basso de Caro – abbiamo perso, intermini percentuali, la metà dei voti rispetto al dato della Campania”.

Sul futuro della XVII legislazione non è ottimista. Il deputato sannita è convinto che si presto alle urne. Poi l’attacco frontale a Caldoro e al Pdl sul governo della regione Campania.

Umberto Del Basso De Caro ha duramente criticato l’azione politica e amministrativa della giunta di centrodestra, mettendo in evidenza i ritardi e le disattenzioni su molte questioni. Sotto accusa la vertenza dei forestali, la mancata approvazione della legge sui rifiuti, il mancato utilizzo dei fondi Fas, le dimenticanze sulle politiche energetiche. Sulle trivellazioni, il parlamentare del Pd, non ha risparmiato critiche a qualche esponente sannita del Pdl.

Nonostante tutto questo – ha affermato Del Basso De Caro – il centrodestra ha vinto in Campania sia alla Camera che al Senato”.
Per questo il leader del centrosinistra sannita ha chiesto agli esponenti del Pd fortorino di serrare i ranghi. Di tornare alla militanza politica. Nel chiudere il suo intervento, Umberto Del Basso De Caro ha chiesto ai militanti, ai dirigenti e agli amministratori del centrosinistra del Fortore, di coordinarsi, di parlarsi e soprattutto di prepararsi al governo delle amministrazioni locali.

Ad aprire la serata era stato il vicesindaco di Foiano, Giuseppe Ruggiero, promotore dell’incontro.
L’amministratore fortorino partendo dall’analisi del voto del 24 e 25 febbraio scorso ha spiegato ai “compagni” presenti i motivi dell’incontro. “Una riunione per ritrovarsi e riflettere sul particolare momento che il panorama politico sta vivendo. Un incontro – ha detto Ruggiero – per definire i nuovi assetti organizzativi del partito”.

Per Giuseppe Ruggiero c’è l’esigenza di tornare tra la gente, parlare a quegli elettori che hanno delusi dalla politica hanno scelto il partito di Grillo. “Bisogna avere la capacità di aprirsi a quelle persone che chiedono il cambiamento”.
Per il vicesindaco di Foiano “c’è l’esigenza di tornare alla militanza politica, anche per questo ho deciso di dimettermi da assessore alla comunità montana”.

Un incontro a cui hanno partecipato molti esponenti del Pd e della sinistra fortorina. C’erano rappresentati di Ginestra degli Schiavoni, di Castelfranco in Miscano, di Montefalcone, di San Giorgio la Molara, di Baselice.

benevento/ottopagine.net

lunedì 11 marzo 2013

Petrolio nel Sannio: I sindaci presentano ricorso straordinario al Presidente della Repubblica

Continua l'attività del Gruppo di lavoro del "Protocollo d'intenti fra Comuni e Comunità montane interessati dalle indagini per la ricerca di idrocarburi". L'ultimo incontro si è tenuto mercoledì 6 marzo scorso, presso l'aula consiliare del Comune di Campolattaro.

Presente, insieme ad amministratori e tecnici di alcuni Comuni del Sannio e dell'Irpinia, anche l'avvocato Pierluigi Giordano, che ha portato i suoi contributi al tavolo di discussione. Come già ipotizzato dai promotori, va delineandosi in maniera più decisa la strategia di lotta a tutela del territorio avverso quelle attività ritenute altamente invasive, quali quelle che senz'altro dovranno seguire alla preannunciata fase di indagine. In questi due mesi, dall'otto gennaio di quest'anno, l'attività è stata finalizzata a raccogliere adesioni da parte del maggior numero di Enti, ed acquisire in modo ufficiale informazioni e documenti relativi ai due progetti di ricerca denominati "Pietra Spaccata" e "Case Capozzi": "E' singolare che nel Sannio -si legge nella nota a firma di Domenico Costanzo e Valentino Castello per il coordinamento del Protocollo d'Intenti - mentre si sta tuttora pagando lo scotto per le attività estrattive di un passato abbastanza recente (vediattività di bonifica in atto da circa quattro anni nel territorio di San Marco dei Cavoti, bonifica che continuerà per qualche anno ancora), si pensi di avviare ulteriori ricerche in ben 33 Comuni (compresa la città capoluogo di provincia, stranamente silente e assente nella vicenda) coinvolti nei due progetti presentati dalla società inglese Delta Energy ltd al Ministero per lo Sviluppo Economico e quindi alla Regione Campania".

In virtù di queste considerazioni, preoccupanti e condivise dai rappresentanti degli Enti aderenti, si è confermata la decisione di procedere con un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica e al Difensore Civico della Regione Campania.

"Contemporaneamente - conclude il comunicato - verrà avviata una campagna informativa, in aggiunta all'opera meritoria che è stata già intrapresa da associazioni e comitati, mirata a raggiungere e coinvolgere ogni singolo cittadino, poiché non tutti sono a conoscenza di quanto si sta preparando ad accadere sul proprio territorio, in modo invasivo e probabilmente irrimediabile, con gravi ripercussioni sulle vocazioni agroalimentari, sulle prospettive di sviluppo e di promozione turistica, legate alle caratteristiche ambientali e culturali delle nostre zone”.

www.ilquaderno.it

domenica 10 marzo 2013

Storia di ordinaria povertà. Sfrattati da casa, vivono in auto

di Leonardo Bianco

Anna e Ilario, compagni di vita, sono rimasti senza casa. Da qualche settimana la loro casa è un’automobile. A causa delle ristrettezze economiche, nella impossibilità di provvedere al pagamento dell’affitto, hanno subito lo sfratto e dal 18 febbraio scorso non hanno più una casa. L’alimentazione è ridotta al consumo di qualche panino e solo grazie all'ospitalità di una loro amica possono provvedere ai bisogni e alla cura dell’igiene personale.

Il 17 gennaio si sono rivolti al comune di Pontelandolfo per una sistemazione momentanea in attesa di un lavoro. Ma il comune ha provveduto solo a dare loro la possibilità di sistemare i pochi mobili e qualche effetto personale in un locale di proprietà dell’ente. L’ente ha comunicato alla coppia che “in merito alla possibilità di assegnazione momentanea di un alloggio ad uso abitazione, questo comune non ha allo stato la possibilità di reperire immobili di proprietà comunale idonei allo scopo”.

Anna e Ilario si sono appellati anche al prefetto di Benevento. La lettera, nella quale si evidenzia tutta la disperazione della coppia è stata indirizzata anche ai servizi sociali del comune di Pontelandolfo e alla Procura della Repubblica di Benevento. Nella missiva Anna e Ilario hanno fatto rilevare che accanto al locale dove hanno depositato le loro cose, esiste un monolocale libero, tra l’altro aperto all’utilizzo abusivo di chiunque, chiedendone la possibilità di abitarlo. Ma le istanze che purtroppo non sono state accolte in quanto il locale, tra l’altro privo degli allacci ai servizi pubblici essenziali (corrente elettrica, acqua potabile, rete gas e rete fognaria), risulta inserito nel complesso da destinare a casa albergo anziani. L’immobile è stato infatti realizzato mediante l’utilizzo di fondi regionali.

La condizione di Anna e Ilario è a dir poco disastrosa, disumana. In questo momento non si vede nessuno spiraglio di luce per un ritorno alla normalità di una vita che li ha messi con le spalle al muro.

Anna non chiede la luna, come dice, ma “solo un lavoro, un piccolo lavoro, perché tutti hanno il diritto di vivere. Tutti hanno il diritto di avere un lavoro. La nostra Costituzione recita: “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro.” Certo è che il futuro di Anna e Ilario è avvolto nel buio. Ilario ce l’ha un lavoro, ma il suo stipendio è appena sufficiente per passare gli alimenti alla ex moglie. E allora che fare. Nulla, purtroppo, Anna e Ilario continueranno ad andare a dormire nell’auto.

tratto da benevento.ottopagine.net

venerdì 8 marzo 2013

«Sul Psaut un eccesso di potere»


Sarà depositato questa mattina (ieri per chi legge, ndb) presso il Tar di Napoli il ricorso contro la delibera numero 13 del 6 febbraio 2013 dell’Asl da parte del comune di Foiano di Val Fortore. L’atto è già stato notificato la settimana scorsa all’Asl di Benevento, al comune di San Bartolomeo in Galdo e alla Regione Campania. Nel ricorso, redatto dall’avvocato Diego Perifano, nominato legale rappresentante dal comune fortorino, si chiede al Tribunale amministrativo di annullare l’atto del direttore generale dell’Asl di Benevento poiché esso contrasta con le direttive regionali in materia di organizzazione dell’emergenza sanitaria territoriale. Per l’amministrazione di Foiano, le scelte fatte con la delibera del 6 febbraio scorso vanno contro i decreti 49/2010 e 40/2011 del commissario ad Acta.

Secondo il ricorso presentato dall’amministrazione di Foiano, l’apertura del Psaut con lo spostamento delle unità mediche e infermieristiche dei 118 di Foiano e Ginestra presso il presidio di San Bartolomeo e la contestuale soppressione dei due Saut ha impoverito, contrariamente a quanto previsto dai due decreti del commissario ad Acta, il servizio dell’emergenza sul territorio.
Per il legale la delibera del 6 febbraio 2013, che decretava l’apertura del Psaut di San Bartolomeo, è una violazione e una falsa applicazione del Piano previsto dal decreto del 27 settembre 2010. “L’Azienda saniataria locale Bn1 con la delibera del direttore generale del 6 febbraio 2013 ha inteso proseguire l’obiettivo di attivazione del presidio Psaut di San Bartolomeo in Galdo – si legge nel ricorso al Tar – attraverso l’illegittima soppressione della postazione Saut esistente a nel comune di Foiano di Val Fortore, e posta a servizio della locale popolazione, nonché di quella residente nei paesi limitrofi, ovvero Baselice, San Marco dei Cavoti, Molinara, Montefalcone, Castelvetere. Identica soluzione di liquidazione dell’esistente presidio emergenziale è stata adottata anche per il Saut di Ginestra degli Schiavoni, la cui competenza si estende anche in favore delle popolazioni dei comuni di Castelfranco, Buonalbergo e San Giuorgio la Molara”.

Da quanto si evince del ricorso del comune di Foiano l’apertura del Psaut è avvenuta nonostante la carenza di personale, sacrificando l’efficienza della rete emergenziale nel territorio fortorino.
Un eccesso di potere, secondo il legale dell’amministrazione foianese, dunque, che viola le disposizione regionali previste dai decreti 49/2010 e 40/2011. I decreti del commissario ad Acta prevedevano il pitebnziamento del servizio emergenziale sul territorio fortorino con l’attivazione del Psaut e il mantenimento dei Saut di Ginestra e Foiano.

Il comune di Foiano, inoltre imputa all’Asl di Benevento la mancanza di istruttoria e l’erroneità nei presupposti che hanno portato alla riorganizzazione del servizio di emergenza territoriale nel Fortore. Nel ricorso si mette in evidenza come l’azienda sanitaria nella delibera numero 13 del 6 febbraio scorso non abbia tenuto conto dell’esigenza di potenziare e non impoverire l’offerta sanitaria, delle distanze dei comuni interessati dal capoluogo sannita, del disagio dei collegamenti stradali, del carattere prettamente rurale della comunità fortorina, dell’isolamento dovuto alla conformazione orografica del territorio. Il nuovo assetto emergenziale, dunque secondo l’amministrazione di Foiano, mette a dura prova il servizio allungando di molto i tempi di percorribilità.

Tratto da benevento.ottopagine.net