venerdì 24 settembre 2010

CASTELLAMMARE:SIAMO CON VOI

di Antonio Gentile

È una lunga e prestigiosa storia quella dei cantieri di Castellammare di Stabia, diventati un vanto e un esempio di quel Sud che lavora duro, che ha professionalità e creatività.
Era infatti il 1783, in piena nazionalità meridionale, quando Giovanni Edoardo Acton, Primo Ministro di Re Ferdinando IV fonda l'imponente struttura cantieristica navale.

Non passano che tre anni e la prima nave, il “Partenope”, prende il mare, inaugurando un lungo e glorioso percorso di realizzazioni. Il “Sannita”, il “Vesuvio”, l' “Archimede” durante il governo borbonico. E, poi, tante altre durante la sofferta gestione italiana. “Giuseppe Garibaldi”, “Caio Duilio”, “Amerigo Vespucci”, “Arbatax”, “Canguro Azzurro”, “Maddalena”, “Vittorio Veneto”,”Ardito”, “Sibari”, “Carducci”, “Leopardi”, “Verga”, “Emilia”, “Flaminia”, “Finstar”, “Cruise Barcelona”, tanto per citarne solo alcune. Più di settemila navi di ogni tipo, costruite dalla fondazione dei cantieri, sono la testimonianza concreta delle grandi capacità meridionali.

Una storia fatta di uomini forti e ingegnosi, che hanno regalato a tutta Italia un modello di efficienza e di progettualità vincente. Ma anche un esempio di lunghe battaglie operaie e sindacali per la conquista di diritti e di dignità dei lavoratori.

Eppure, tutto questo patrimonio, incredibilmente, lo si vuole cancellare di colpo. Si parla di crisi del settore, e improvvisamente spunta una bozza in cui si prospetta un nuovo piano industriale che porterebbe alla chiusura definitiva dello stabilimento stabiese, con centinaia di licenziamenti, mille nel solo indotto, duemilacinquecento in tutta Italia. Un vero disastro sociale che metterebbe definitivamente in crisi l'economia campana già bersaglio, negli ultimi anni, di una lunga lista di chiusure, fallimenti, smantellamenti e trasferimenti. E tutto questo, si svolge nella pressoché assenza della classe politica meridionale, sempre più rinchiusa nella gestione dei propri privilegi e del tutta disinteressata alla sorti dei nostri lavoratori. Sono migliaia i disoccupati e i cassintegrati che si sono aggiunti recentemente alla lunga lista nera. Mentre i partiti nazionali, vigliaccamente, fanno a gara ad accontentare l'egoismo razzista e secessionista della Lega Nord che, senza ostacoli, continua ad accanirsi con sussulti di vera e propria ostilità contro il martoriato corpo meridionale.

A che servono, poi, le proteste dei sindacati e degli stessi lavoratori, che hanno pur manifestato energicamente la loro rabbia, se il governo padanizzato finge di non vedere, di non sapere, di non potere. E nessuno riesce a far rispettare gli impegni presi con i lavoratori e assunti, tra l'altro, dallo stesso amministratore delegato Giuseppe Bono.

Il precipitare del quadro economico nelle varie realtà del Mezzogiorno, con il suo corteo di povertà, di disoccupazione, di emarginazione, crea una miscela esplosiva che potrebbe coinvolgere l'intero Paese. Per i Meridionali, dunque, la necessità di un nuovo modo di rappresentanza politica, e di tutela dei propri interessi. È il Sud che deve riprendere la sua autonomia decisionale, affrancandosi da un sistema politico in gran parte corrotto e piegato al tornaconto delle regioni forti.
Solo una forza politica esclusivamente meridionale, rappresentata da persone oneste ed affidabili, che ha come proprio obiettivo ideale la salvaguardia esclusiva della propria comunità potrà, finalmente, cambiare i destini dell'intero Mezzogiorno, stravolgendo l'attuale asfittico panorama politico italiano.

Noi de L'Altro Sud, questo impegno, l'abbiamo iniziato da tempo, raccogliendo progressivamente consensi e motivazioni. Ed è per tutto questo, quindi, che sosteniamo con determinazione la battaglia degli Amici della Fincantieri di Castellammare di Stabia, così come abbiamo fatto per Pomigliano e Termini Imerese.
Una battaglia per i diritti. Una battaglia per continuare, tutti insieme, a sperare.

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