mercoledì 13 aprile 2011

Serra Pastore, veleni nelle falde idriche


Un ecomostro. L'appellativo talvolta abusato non sembra eccessivo per definire lo stato di fatto della discarica di Serra Pastore, a San Bartolomeo in Galdo. A più di quattro anni di distanza dal sequestro effettuato nel febbraio 2007 dal Corpo Forestale dello Stato in seguito alla copiosa fuoriuscita di percolato dall'invaso, l'area circostante lo sversatoio è ancora pesantemente contaminata. Lo ha accertato la Conferenza dei servizi formata da Azienda sanitaria, Arpac, Provincia di Benevento, Autorità di bacino 'Trigno–Fortore' che ha concluso i propri lavori lo scorso 30 marzo.

La Regione ha pubblicato ieri il decreto dirigenziale del settore Ecologia dello scorso 6 aprile con il quale si approva il Piano di caratterizzazione e il Documento di analisi di rischio relativi alla discarica utilizzata negli anni '90 come struttura a servizio dei soli comuni fortorini ricadenti nel Consorzio Bn3 e precettata negli anni successivi dal Commissariato per l'emergenza rifiuti per farne sversatoio dell'intera regione.

Con il risultato che il sito si saturò in breve tempo lasciando sul territorio una lunga coda di veleni che, come si vede, non è affatto terminata.

La Conferenza dei servizi ha appurato che nell'area della discarica permane la contaminazione delle acque sotterranee. Lungo e non rassicurante l'elenco delle sostanze tuttora presenti nelle falde idriche: ferro, manganese, nichel, selenio, tallio, piombo, benzo(b)fluorantene, benzo(k)fluorantene, indenopirene, idrocarburi policiclici aromatici, solfati e fluoruri. Non solo metalli pesanti, come si vede, ma anche idrocarburi che dimostrano come nell'impianto siano stati sversati anche rifiuti di tipo pericoloso in quantitativi non trascurabili, tanto da recarne traccia ad anni di distanza dalla chiusura. Dati meno allarmanti invece per ciò che riguarda la contaminazione del suolo nel quale sono stati trovati berillio e stagno oltre i limiti consentiti dalla legge.

Sarà adesso il Comune di San Bartolomeo in Galdo entro i prossimi sei mesi a dover redigere il progetto operativo degli interventi di bonifica, così come previsto dalla legge. Bonifica che però, in considerazione, dei danni ambientali già provocati dalla discarica, potrà essere nel migliore dei casi soltanto parziale.

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