martedì 28 febbraio 2012
Comunità Montana del Fortore, reintegro dei lavoratori a rischio licenziamento?
“Quella di oggi è una giornata cruciale per i lavoratori dipendenti della Comunità Montana del Fortore, collocati in mobilità da due anni, che giungeranno a scadenza il prossimo giovedì 1° marzo, data oltre la quale qualsiasi tentativo di recupero del posto di lavoro sarà nullo.
A tal proposito, nella giornata di ieri 27 febbraio, presso le sedi della Provincia di Benevento si è tenuto un importante incontro tra le organizzazioni sindacali di Fp Cgil, Cisl e Uil, la Provincia, i sindaci dei comuni di San Bartolomeo in Galdo, Castelvetere in Valfortore, Montefalcone di Valfortore, Castelfranco in Miscano, Buonalbergo, San Giorgio la Molara, alcuni dipendenti dell’Ente e lo stesso Presidente della Comunità Montana.
L’unicità e la specialità delle vicende legate alla messa in mobilità di queste 17 persone – si legge nella nota sindacale - fanno della Comunità Montana del Fortore un caso unico in tutto il territorio nazionale e a nulla sono serviti ad oggi, i ripetuti appelli che abbiamo rivolto alla dirigenza affinché venisse scongiurato il licenziamento di questi lavoratori, che oggi, a due anni di distanza sono diminuiti di numero, poiché una parte ha avuto la possibilità di pensionarsi o di ricollocarsi. Dalla riunione di ieri è sembrato venir fuori quel forte senso di responsabilità più volte ricercato e che ha visto i sindaci chiedere al Presidente Spina di convocare un consiglio straordinario della Comunità Montana, che si terrà oggi alle 15 e verterà sull’ipotesi di riformulazione della dotazione organica dell’Ente prevedendo l’immediato reintegro dei lavoratori che rischiavano il licenziamento.
Una volta ottenuto il reintegro saremo sin da subito disponibili a fare fronte comune per la sopravvivenza e il rilancio dell’ente, allineando le sue sorti a quelle di tutte le altre Comunità Montane d’Italia. Quella di oggi – conclude le nota - è davvero l’ultima chiamata utile per scongiurare un licenziamento che rischia di mettere in ginocchio i lavoratori, le loro famiglie e, non da ultimo, il territorio fortorino la cui economia è già ridotta al minimo”.
da "ilQuaderno.it"
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