“Bisogna evitare questo disastro che uccide i nostri territori” ha affermato l’avvocato Antonio Romano, uno dei maggiori esponenti della protesta contro le estrazioni petrolifere in Basilicata, definendo i protagonisti di questo scempio dei “terroristi”.
“No Triv Sannio” e “Mo’ Basta Basilicata”, nell’incontro informativo promosso dall’ArciSbig a San Bartolomeo in Galdo, hanno spiegato alla platea i motivi del loro “no categorico” alle trivellazioni Nel Sannio e nell’Irpinia. L’avvocato Romano ha portato la testimonianza di una terra devastata, quelle della Val D’Agri e del Val Basento, a causa dei pozzi petroliferi che ormai da più di vent’anni estraggono l’oro nero.
“Oro che non ha arricchito la nostra regione, la Basilicata” ha detto Romano “la Lucania dovrebbe essere la regione più ricca d’Italia. Negli anni ‘60 Enrico Mattei aveva annunciato: richiamate i vostri mariti e i vostri padri. Oggi sono partiti i figli e anche i nipoti. I politici ci hanno mentito in questi anni e continuano a mentirci. Ci costringono ad andare via per fare i loro affari.”.
Un attacco durissimo alle istituzioni, soprattutto alle Regioni sul decreto Sblocca Italia. “Hanno l’obbligo giuridico di opporsi all’articolo 38 che è incostituzionale. Perché – ha continuato - un governo tiranno gli sta togliendo la possibilità di decidere su cosa accade in casa loro. Un provvedimento che contrasta con il capitolo V della Costituzione. La scelta del governo Renzi toglie la possibilità ai territori di decidere del loro futuro. In Val D’Agri si muore di tumori. I centri Oil come quello esistente in Basilicata in altri Paesi sono vietati”. L’esponete del movimento “Mo Basta” della Lucania, nel concludere il suo intervento ha lanciato un appello al Sannio e all’Irpinia: “No categorico alle estrazioni petrolifere”.
L’intervento dell’avvocato Romano è stato preceduto da quelli di Nicola Savoia e Vincenzo Amato del coordinamento “No Triv Sannio”. Savoia ha presentato il documentario “Oro Vero – Resistenze contadine alla devastazione del territorio”. Un video di Daniele Di Stefano, Giuseppe Orlandini e Roberto De Filippo che racconta le eccellenze e le bellezze dell’Irpinia messe a rischio dell’arrivo delle trivelle. “Stiamo assistendo ad un attacco dei territori – hanno spiegato i rappresentanti del movimento sannita contro le trivelle - messo in atto dalla potenza dei petrolieri. L’accelerazione da parte del governo sui progetti di ricerca di idrocarburi mette a rischio i nostri territori a causa dell’inquinamento rendendoli invivibili. Così si rischia di finire in balia della multinazionali che si arricchiscono con l’oro nero”.
Per i “No Triv” è necessario non abbassare la guardia e “incalzare le amministrazioni affinché si oppongano con tutti i mezzi che la normativa mette loro a disposizione”. E anche in questo caso non sono mancate stoccate a sindaci e amministratori locali sui ritardi e sulle modalità con le quali sono intervenuti per bloccare i progetti i progetti di ricerca di idrocarburi. Un incontro nel quale sono stati sviscerati, soprattutto dal punto di vista scientifico, tutte le criticità e le problematiche relative alle estrazioni petrolifere sui territori irpini e sanniti. Una realtà che da qui a qualche mese potrebbe “devastare i nostri territori a causa delle trivellazioni che sono processo industriale altamente impattante per le aree interessate. Una devastazione con costi ambientali altissimi, che arricchirebbe solamente le società estrattive, senza nessun beneficio per le comunità che ospitano i pozzi”. Insomma – come ha sottolineato un cittadino presente all’incontro – guadagno privato, danno pubblico.
(Tratto dal quotidiano Ottopagine)
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