di Raffaele Vescera*
Lo Stato Italiano ha deciso di sferrare l’attacco finale al suo, anzi al nostro, Sud. Se nell’ultimo ventennio berlusconian-leghista (complice il Pd) gli investimenti pubblici nel Mezzogiorno sono calati dell’80%, (dati Svimez) desertificando il nascente tessuto industriale meridionale, che cresceva meglio e più di quello settentrionale, e iniziava a far paura al nord, ora si è passato alla distruzione delle storiche eccellenze meridionali: l’agricoltura e la cultura.
Lo Stato Italiano ha deciso di sferrare l’attacco finale al suo, anzi al nostro, Sud. Se nell’ultimo ventennio berlusconian-leghista (complice il Pd) gli investimenti pubblici nel Mezzogiorno sono calati dell’80%, (dati Svimez) desertificando il nascente tessuto industriale meridionale, che cresceva meglio e più di quello settentrionale, e iniziava a far paura al nord, ora si è passato alla distruzione delle storiche eccellenze meridionali: l’agricoltura e la cultura.
Quanto accade in questi giorni in Capitanata
è emblematico. Il governo Renzi ha ordinato la chiusura, insieme ad altri,
degli archivi di Stato di Foggia e Lucera. Quest’ultimo è il più antico
d’Italia, a dispetto delle teorie che parlano di un Sud preunitario arretrato,
conserva la memoria storica di una parte importantissima del Regno di Napoli,
poiché la bella e ricca Lucera era capoluogo delle province di Capitanata e
Molise, prima di cedere il posto a Foggia, seconda città del Regno per
importanza.
Lì sono conservate le grandezze civili
ed economiche del Sud, le sue ricchezze finanziarie, le politiche sociali e
l’efficienza degli organi di Stato. Lì ho raccolto la documentazione dei miei
romanzi storici, e chiunque si occupi di Storia e di antica civiltà della
nostra terra ne sarà privato.
Vogliono trasferire il tutto a Monopoli, a 200 km da Lucera e a 300 dal Gargano, in un’unica sede regionale, in una vecchia caserma dismessa, dove i faldoni saranno accatastati in chissà quali condizioni di abbandono. Non lo possiamo permettere. Giù le mani dalla nostra antica civiltà.
Vogliono trasferire il tutto a Monopoli, a 200 km da Lucera e a 300 dal Gargano, in un’unica sede regionale, in una vecchia caserma dismessa, dove i faldoni saranno accatastati in chissà quali condizioni di abbandono. Non lo possiamo permettere. Giù le mani dalla nostra antica civiltà.
A Lucera è stato chiuso di recente anche
l'antico e prestigioso tribunale che, grazie al proc. Domenico Seccia, stava
debellando la mafia garganica.
Oltretutto, la infelice chiusura delle
province condanna a morte le biblioteche provinciali del Sud, che in un
territorio impoverito vivono solo di risorse pubbliche, al contrario di quelle
del nord, beneficate da sponsor bancari e non d’ogni genere. E’ a rischio
chiusura anche la biblioteca provinciale di Foggia, tra le più importanti del
Mezzogiorno e d’Italia. Siamo alla frutta.
Com’è alla frutta l’agricoltura
meridionale. Sono oltre 700.000 aziende agricole in crisi, in conseguenza della
politica dei governi italiani che fanno lo scambio scellerato con i paesi del
terzo mondo, armi per prodotti agricoli, mentre il pretesto xylella torna utile
per devastare i nostri uliveti in funzione di speculazione edilizia e
sanitaria.
La stessa Fiera dell’agricoltura di
Foggia, la più antica e prestigiosa d’Italia, è stata abbandonata dallo Stato:
sono 10 anni che lo stesso ministero dell’Agricoltura non vi partecipa.
Fiorente fino a vent’anni fa, ai tempi (strumentalmente vituperati) di Moro,
era inaugurata dai capi di governo. Ora è ridotta ad un bazar di cianfrusaglie.
Attesa l’organicità del centro destra
agli interessi del nord, (la lista “noi con Salvini” in Puglia la dice lunga)
Vendola dov’è, alle terme? Ed Emiliano che dice in merito? Se questi sono i
politici meridionali, non ci siamo proprio. Al Sud è necessario un nuovo ceto
politico non più subalterno all’Italia nordcentrica.
Diffondiamo a tutti i contatti il video di questo scempio:SPOT - SALVIAMO GLI ULIVI DEL SALENTO Restiamo uniti, CONDIVIDI
Posted by ULIVI del Salento, NO all'ERADICAZIONE on Giovedì 23 aprile 2015
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