La notizia ha dell'incredibile. Lo
stipendio ai propri dipendenti il piccolo comune di
Montefalcone di Valfortore lo paga con i proventi dell’eolico e non con i
trasferimenti dello Stato centrale, che ritardano ad arrivare. E dunque senza il privato l'ente sarebbe già in default.
La denuncia arriva dell’assessore comunale Rocco Ciarmoli.
“Ormai i trasferimenti statali – accusa l'amministratore dalle pagine del quotidiano online ottopagine.it – non bastano nemmeno a pagare i dipendenti comunali e le utenze. Se non ci si dota di entrate extra statali siamo destinati al dissesto finanziario, destinati a scomparire come la maggior parte dei piccoli comuni italiani. Qui non stiamo parlando di un azienda o di una cooperativa, stiamo parlando dello Stato che non ha i soldi”.
E il tutto a discapito – sono parole dell’assessore – dei 30
operatori impiegati nelle cooperative di servizio, che da dicembre non vedono
un euro.
Montefalcone incassa circa 300mila euro all’anno dalle pale
eoliche.
“Questi soldi vengono spesi per offrire dei servizi alla popolazione, come museo, biblioteca, assistenza agli anziani, assistenza ai disabili, mensa scolastica, trasporto alunni eccetera”, afferma Ciarmoli.
E aggiunge: “Trovo semplicemente vergognoso che queste persone pur svolgendo dignitosamente il proprio lavoro e ricevendo dei miseri stipendi, siano proprio quelle che debbano pagare le conseguenze di uno stato che ritarda ad immettere liquidità nei comuni”.
Quando l’austerità uccide i
piccoli comuni. E come se non bastasse il comune fortorino si è visto
quest’anno decurtare i trasferimenti di altri 80mila euro. Una mannaia che per
questi piccoli paesi a volte significa sopravvivenza.
“In questo modo si aumenterebbe – spiega al quotidiano online – il potere d’acquisto di cittadini, commercianti e produttori locali. Maggiore sarà l’area di accettazione della moneta maggiore l’aumento del pil locale”.
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