Crisi al Comune di San Bartolomeo |
Chiarezza è fatta. Il prefetto Galeone ha scritto la parola fine sulle vicende amministrative dell’ultima settimana. Il rappresentante del governo ha sospeso il consiglio comunale del centro fortorino e avviato le procedure di scioglimento dello stesso. Stamattina presso la casa comunale è arrivato il commissario prefettizio, Vincenzo Lubrano, che assumerà i poteri del sindaco, della giunta e del consiglio.
Tutto è iniziato martedì scorso
quando 7 consiglieri, 4 dell’opposizione (Assunta Agostinelli, Matteo
Garoifalo, Sabrina Pepe, Dorotea Russo) e 3 della (ex) maggioranza (Antonio
Boffa, Mariateresa Cilenti, Claudio Lupo) hanno ratificato (contestualmente)
davanti al notaio le proprie dimissioni da consiglieri e poi protocollate lo
stesso giorno al comune. Dimissioni che di fatto che avrebbero dovuto causare
lo scioglimento dell’assise municipale.
Ma, quando tutto sembrava fatto, a
complicare la situazione è arrivata la contestazione da parte del sindaco e dei
consiglieri comunali a lui rimasti fedeli di un eventuale vizio di forma nel
notificare le dimissioni al comune. Sembra che all’atto del protocollo erano
presenti solo quattro dei sette consiglieri che avevano ratificato le
dimissioni.
Da qui il ricorrersi di voci della nullità dell’atto dei sette
consiglieri dimissionari e delle eventuali surroghe che il consiglio avrebbe
dovuto approvare. Voci sulle surroghe che ieri mattina sembravano vicine visto
che sul sito del Comune è apparsa la convocazione del consiglio comunale per
l’11 agosto. Assise che avrebbe dovuto provvedere al rimpiazzo dei sette
consiglieri dimissionari.
Un consiglio convocato senza aspettare la risposta
del prefetto che dopo aver sentito i
protagonisti della vicenda aveva chiesto lumi al ministero. Prefetto che ieri
pomeriggio ha rotto gli indugi e ha deciso la sospensione del consiglio e
avviato la procedura di scioglimento che ora toccherà al Presidente della
Repubblica.
Fin qui la cronaca di una calda settimana agostana a dispetto
delle basse temperature che hanno interessato il Fortore. Ora toccherà al
commissario prefettizio traghettare verso le prossime elezioni amministrative
(presumibilmente si andrà alle urne la prossima primavera).
Si chiude (in
attesa naturalmente del decreto di scioglimento) l’esperienza di Gianfranco
Marcasciano come sindaco. Sindaco per la terza volta, si è visto per la seconda
volta mandato a casa prima del termine. La prima volta accadde nel 2003. In
questi due anni la sua amministrazione è stata attraversata da frequenti crisi.
La sua maggioranza ha vacillato fin dall’inizio.
A partire dalle elezioni
provinciali quando due suoi sostenitori decisero di non appoggiare la
candidatura del consigliere Fedele Del Vecchio alla Provincia. Qualche mese dopo
arrivarono le dimissioni di Claudio Lupo come assessore e di conseguenza la sua
decisione di non sostenere l’amministrazione. tra malumori e dissapori qualche
mese fa è arrivata anche la decisione del consigliere Antonio Boffa di abbandonare la maggioranza
fino alla decisione di una settimana fa quando ai due dissidenti si è aggiunta
anche Mariateresa Cilenti che con coraggio ha deciso di mettere fine
all’esperienza di questa amministrazione.
Dovranno avere la capacità, anche con scelte dolorose e
impopolari, di dare speranza ad una comunità che negli ultimi trent’anni
(tranne qualche breve intervallo, e
Marcasciano è stato protagonista di gran parte di questi anni), ha visto
crescere il malessere demografico.
Un paese che continua ad assistere inerme alla fuga dei giovani. Una realtà dove il lavoro è una chimera (tranne quello sottopagato), e dove non si riesce a dare risposte alle future generazioni.
Un paese che continua ad assistere inerme alla fuga dei giovani. Una realtà dove il lavoro è una chimera (tranne quello sottopagato), e dove non si riesce a dare risposte alle future generazioni.
Nessun commento:
Posta un commento