Il Comune di Foiano ha presentato, nei giorni scorsi, ricorso
presso il Tribunale amministrativo della Campania contro le cosiddette delibere fermaeolico della giunta regionale. A darne notizia sulla
propria pagina Facebook è il vicesindaco del borgo fortorino, Giuseppe Ruggiero.
Per l’esponente politico i provvedimenti “di fatto provocano
il blocco delle autorizzazioni per la realizzazione di impianti eolici sul
territorio della Regione Campania”. Non solo. “I medesimi atti impongono la
dismissione degli impianti alla fine della loro vita utile vietando ogni forma
di ammodernamento degli impianti stessi”.
Per questo nei prossimi giorni lo stesso ente chiederà anche
agli altri Comuni di intervenire sulla vicenda.
“Insieme al nostro Comune – continua Ruggiero – si sono
costituti anche i maggiori gruppi energetici del settore. Nei prossimi giorni
si avvierà anche un confronto con le associazioni sindacali per comprendere le
ripercussioni che tali scelte potranno avere sugli attuali livelli
occupazionali, non escludendo l'organizzazione di assemblee”.
Intanto, a quanto riferisce il vicesindaco, nei mesi scorsi
diversi amministratori del Fortore avevano chiesto di potersi confrontare con
la Regione Campania sull'argomento ma senza ottenere alcun risultato.
“Va evidenziato alla giunta De Luca – sottolinea Ruggiero – come
le aziende del settore attualmente insediate garantiscano in val Fortore un
indotto ed un livello occupazionale di oltre 150 occupati, rappresentando la
realtà più importante dopo il tracollo del settore tessile che in Val Fortore è
costato qualcosa come circa 1000 posti di lavoro”.
E ancora: “L'eolico rappresenta per tutti i Comuni della
valle la sopravvivenza finanziaria degli enti, che senza le royalties concesse
non potrebbero garantire servizi fondamentali per popolazioni che vivono
lontane dal capoluogo e soprattutto in territori orograficamente difficili.
Inoltre i canoni per l'occupazione degli aereogeneratori rappresentano oggi un
entrata importante per tantissime famiglie che continuano a vivere in un area
rurale le cui produzione essenziale è quella cerealicola e i cui ricavi sono
crollati negli ultimi anni.
Infine scrive: “L'impossibilità inoltre di ammodernare gli
impianti rappresenta un ulteriore scelta sbagliata in quanto frena lo sviluppo
tecnologico del settore lasciando vecchie istallazioni che paesaggisticamente
realmente sono poco compatibili”.
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