La Rocca dei Rettori |
Un merito la vicenda Brancaccio sicuramente l’ha avuta: portare all'attenzione della pubblica opinione la farsa delle elezioni provinciali, che si tengono oggi 10 gennaio. Cittadini espropriati
del diritto di scegliere i propri rappresentanti alla Rocca dei Rettori
da una legge (Delrio) che scippa sia il voto attivo (eleggere) sia quello passivo (essere eletto).
Per non parlare di quegli enti commissariati, come San Bartolomeo, che non avranno nessuna rappresentanza, nemmeno quella di secondo livello. Come dire: dopo il danno la beffa.
“Nel giro di pochi anni – scrive sul suo blog Gianfilippo
Mignogna, sindaco di Biccari (Foggia), - un ente storico e glorioso come quello
provinciale è stato completamente delegittimato e ridotto ad una specie di
dopolavoro ad uso e consumo di una ristretta minoranza di politici”.
E come non dargli torto. Almeno una volta i cittadini-elettori avevano con chi prendersela. Potevano protestare con i propri eletti. Lo
sfascio delle strade provinciali è sotto gli occhi di tutti. Oggi con con chi imprechi? I politici sono diventati autoreferenziali. Una casta, impermeabile, chiusa in
se stessa. Che però continua a gestire strade, scuola e ambiente, nonostante i tagli del governo centrale. I paradossi della politica.
E sbagliano anche i 5stelle a chiederne la chiusura
definitiva. I territori montani hanno bisogno di interfacciarsi con un ente che non sia solo la Regione, che per il Sannio significa Napolicentrismo.
E poi, si immagini che caos trasferire la gestione – ad esempio – delle strade provinciali ai Comuni. Un tratto tocca a me, uno a te, quel pezzo a quell’altro. Toppe, controtoppe e superbuche. Chi ha più danaro in bilancio si aggiusta il proprio tratto di competenza, mentre gli altri si arrangino.
E poi, si immagini che caos trasferire la gestione – ad esempio – delle strade provinciali ai Comuni. Un tratto tocca a me, uno a te, quel pezzo a quell’altro. Toppe, controtoppe e superbuche. Chi ha più danaro in bilancio si aggiusta il proprio tratto di competenza, mentre gli altri si arrangino.
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