Il sindaco Gianni Rossi |
Signor Presidente, mi chiamo Giovanni Rossi e sono da due anni circa il sindaco
di San Marco dei Cavoti, un comune in provincia di Benevento appena pochi
chilometri oltre Pietrelcina.
Ho trovato il coraggio di scriverle questa mia lettera
perché ho riconosciuto in lei, nelle circostanze in cui ho potuto ascoltarla da
vicino, l’imparzialità nell'agire ed una grande volontà di fare.
Non ho presentatori/protettori politici e sono spinto, nella
mia attività pubblica,dal solo desiderio di poter fare qualcosa di buono per il
mio/nostro territorio. Condivido e penso che Lei, come lo sento anch’io, si stia
impegnando a raggiungere gli obiettivi che si è prefissato senza guardare al
colore politico.
Le scrivo per informarla, ritenendo non ne sia pienamente a
conoscenza,su quanto accade nei nostri territori. Sono luoghi bellissimi, con
grandi potenzialità, soprattutto turistiche e
densi di realtà artigianali di grande valore, come la produzione del
famoso torroncino, che ci contraddistingue da oltre un secolo. Un luogo abitato
da gente sana, molto legata alle
tradizioni e all’amore per la propria terra.
Una realtà, quella descritta, che
cerca di non essere di peso a nessuno, sforzandosi con poco di realizzare un
equilibrio tra le esigenze di un vivere semplice e la ricerca di un ritmo sereno,appagato da una normale quotidianità,
che ci ha permesso, proprio in questi giorni, di apparire su tutte le testate
nazionali come luogo di studio e ricerca dovuto alla presenza di numerosi ultracentenari.
In questa situazione ideale, siamo stati
"travolti" dall'alluvione di ottobre scorso. In questa circostanza,
ancor più che in altre, non si è visto un solo rappresentante politico, un solo
ente che sia venuto nel nostro territorio a dare almeno un conforto morale...
niente!
Nonostante le innumerevoli richieste siamo, dopo quasi otto
mesi, ancora in attesa di ricevere i
soldi spesi per la somma urgenza. Senza considerare i gravi danni al territorio che non potremmo mai risolvere da
soli.
Ma non è questo il motivo per il quale ho voluto espormi
così a Lei. Tutto ciò ritengo rappresenti il passato, "con postumi da
risolvere" e da cui, pian piano, sono certo riusciremo a riprenderci.
Le scrivo invece per metterla a conoscenza della situazione della viabilità provinciale, perché seguendola anche sui social ho l'impressione di vivere in una realtà troppo diversa da altre a noi vicine.
Le scrivo invece per metterla a conoscenza della situazione della viabilità provinciale, perché seguendola anche sui social ho l'impressione di vivere in una realtà troppo diversa da altre a noi vicine.
Perdoni l’amarezza ma leggendo della funicolare, della
ferrovia, del porto di Salerno e di tanto altro mi sono chiesto se lei fosse
informato che su tutte le strade provinciali della nostra provincia di
Benevento è in vigore un’ordinanza davvero speciale.
Questa ordinanza, la n° 0045153 emessa dalla provincia in
data 26-05-2016, risponde in maniera inverosimile e alquanto sbrigativa
all’esigenza di garantire la sicurezza stradale,preoccupandosi più ad
assolversi in una stucchevole ed anacronistica autotutela burocratica di antico
sapore savoiardo piuttosto che a dare un contributo, peraltro dovuto, alla
ricerca di una soluzione sicuramente difficile, per le ragioni che sappiamo
riguardo le province, ma necessaria in ossequio agli obblighi che abbiamo comunque
verso i cittadini.
Infatti, anziché dare ragione dei problemi e spiegare le
difficoltà che ne impediscono una soluzione, ricercando iniziative utili a dare
quantomeno speranza ai bisogni collettivi si
ordina che "per tutelare la pubblica incolumità è stato istituito,
su tutte le arterie-vie provinciali, il limite di velocità di massimo 30
km/h".
Questa chiusura di fatto della transitabilità di queste strade, a
causa della mancata possibilità di metterle in sicurezza, si assomma come una
beffa a tutta una serie di circostanze che testimoniano in realtà il completo
abbandono e la resa dello Stato.
Non sapendo più cosa rispondere a coloro che mi chiedono del
taglio erba, della manutenzione del fondo,delle cunette,della regimentazione
delle acque piovane della segnaletica orizzontale e di quanto altro possa
competere ad una corretta tenuta del bene pubblico ho pensato di scrivere una
nota alla Provincia,sollecitando questi interventi.
La risposta ottenuta a firma dei dirigenti interessati e
inviata, per conoscenza, allo stesso Presidente della Provincia è in allegato
alla presente e non merita commenti.
Meriterebbe, invece, di essere condivisa
con gli organi di stampa o affissa ai muri, per dare chiarimento e conto ai
cittadini della totale assenza di interesse sugli aspetti essenziali che fanno
parte delle ragioni stesse di appartenenza a questo Stato, considerando gli
obblighi che essi invece hanno di partecipare allaspesa
pubblica, come previsto dall’art 53 della Costituzione.
Le abolizioni di enti e i passaggi di competenze non attuati
non esentano, in alcun modo, dalle assunzioni di responsabilità a cui tutti
siamo tenuti. In questo periodo, più di altri, vanno date delle risposte
giudiziose e rispettose nei confronti del nostro popolo, questo vale per qualsiasi
istituzione interpellata. Le chiedo se è ancor più concepibile, per un sindaco,
ricevere come riscontro ad una richiesta legittima di manutenzione la messa a
conoscenza che su tutte le strade provinciali non è più superabile il limite di
30 km/h. Tutto ciò, per quanto stiamo vivendo, è avvilente e sconsolante. Da
tutte queste considerazioni proviene la mia richiesta.
Signor Presidente, sarebbe una cosa bellissima se lei ci
onorasse di una sua visita ufficiale, anche per constatare di persona le grandi
difficoltà e i problemi lasciati dall'alluvione concedendo un conforto
istituzionale a questi territori martirizzati dalla passata alluvione e che
oggi si vedono maltrattati non tanto e non solo dalle mancate azioni necessarie ma, in special modo, dalla
mancanza di attenzione che ci sentiamo addosso, testimoniata da un
atteggiamento di lontananza e incomprensione profondamente vissuta da tutti noi
abitanti di questi luoghi e ribadita anche negli atti.
La prego, diamo un segnale a questa nostra gente, a questa
sua gente, che c’è qualcuno pronto a rispondergli e a dimostrare che non sono
sudditi di antichi regni piemontesi ma cittadini orgogliosi di partecipare, con
pazienza e tenacia, anche ai sacrifici cui sono costretti dagli eventi e dalla
scarsità di risorse pubbliche, infondendogli e rafforzando l’idea di dignità e
di rispetto che meritano, come campani e come italiani.
Se ho compreso bene la sua sensibilità sono certo vorrà
darmi riscontro e di ciò la ringrazio sin d’ora.
Molti si chiedono quale sia stata la risposta di De Luca alla lettera. A spiegarcelo è lo stesso Rossi con un post su Facebook.
"Dopo qualche giorno fui chiamato da un suo collaboratore
informandomi che il presidente aveva preso a cuore il problema che sarebbe
venuto nel Fortore nel mese di luglio, dopo qualche giorno fui chiamato dal
presidente commissione trasporti Cascone, che mi preannunciò una convocazione
in Regione insieme con il presidente provincia Ricci, convocazione che
effettivamente fu fatta ed insieme con Ricci si esposero le problematiche, ma
senza niente di concreto. La visita promessa del governatore è stata più volte
rimandata luglio, settembre, dicembre ma sono ancora in attesa. Speriamo che
l'invito fatto giovedì da tutti i sindaci (la famigerata riunione alla Rocca dei Rettori, ndb) dia
una forza maggiore all'invito".
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