Spesso i pesticidi sono associati solo
all’uso che se ne fa in agricoltura, mentre il loro utilizzo è ampiamente
diffuso anche nella cura del verde pubblico (parchi, aiuole, cimiteri, eccetera),
con gravi conseguenze per la salute umana e dell’ambiente. Oggi però i Comuni
possono dire stop alle sostanze
chimiche. Basta aderire alla rete europea delle “Città libere dai pesticidi”,
un progetto lanciato anche nel Belpaese dall’organizzazione non governativa,
con sede a Bruxelles, Pan Europe (Pesticide action network).
“Con la rete
miriamo – dice Michela Bilotta, coordinatrice per l’Italia della ong – ad aumentare la
consapevolezza del problema. L'adesione al nostro progetto richiede un impegno
politico, vale a dire firmare un protocollo in modo che i risultati ottenuti
possano essere utilizzati anche per sostenere ulteriori adesioni a livello
nazionale ed europeo, dove già abbiamo avuto il supporto di città come
Edimburgo e Copenaghen”.
Inoltre, l’ong
s’impegna garantire, ai comuni che
aderiscono, un costante supporto informativo per le diverse fasi
dell’iniziativa. L’obiettivo è quello di mettere in pratica le direttive
europee del 2009 che invitano all’uso sostenibile dei diserbanti. Ma quali sono
le alternative per chi decide di fare a meno dei pesticidi? “Diversi – spiega
Bilotta – sono i metodi: c’è chi come Lozzolo, in provincia di Vercelli, ha
sostituito gli erbicidi con l’aceto. Ma si possono utilizzare anche il diserbo
manuale, meccanico e a vapore, i decespugliatori elettrici, tagliasiepi e
trituratori. Sono tutti metodi sostenibili che risultano efficaci e,
soprattutto, non nocivi per la salute umana e che tutelano la biodiversità”.
In Italia sono
una trentina i Comuni, grandi e piccoli, che hanno aderito o hanno avviato
l’iter di partecipazione al progetto. Si va da Belluno a Bolzano, da Ragusa a Occhiobello
(Rovigo), da Robilante (Cuneo) a Volvera (Torino), solo per citarne alcuni.
“Partecipiamo
a questa campagna contro i pesticidi – afferma Dino De Simone, assessore
all’Ambiente del Comune di Varese – perché ne condividiamo i principi che ne
sono alla base. Nei nostri bandi, diretti alla gestione del verde, è
espressamente fatto divieto dell’utilizzo di sostanze chimiche per debellare le pianti infestanti dal nostro centro urbano. Per noi è
anche una battaglia culturale, infatti ci siamo ripromessi di organizzare degli
eventi con i vivaisti e le aziende del settore, in modo da limitare l’uso degli
antiparassitari”.
Guardia
Sanframondi, in provincia di Benevento, tra i primi produttori di vino della
Campania, è stato l’ultimo comune – nel momento in cui andiamo in stampa – a
sposare l’iniziativa. “Quando siamo partiti con il progetto – dice il sindaco
Floriano Panza – abbiamo incontrato un po’ di resistenze e siamo stati
costretti ad emanare delle ordinanze che vietavano l’utilizzo del glisofato, ma
oggi la nostra popolazione ha capito quanto sia importante essere un comune
free dai pesticidi”.
Non solo. Pan
Europe, nei giorni scorsi, ha sottoscritto un’importante partnership con
l’Associazione borghi autentici d’Italia, di cui fanno parte circa 260 paesi. “Si
tratta – sottolinea il presidente Ivan Stomeo – di un’iniziativa coerente con
la nostra filosofia, che va nella direzione di una sempre maggiore attenzione
al benessere e alla salute dei cittadini, quelli residenti e quelli temporanei”.
*Articolo pubblicato sul numero di aprile della Nuova Ecologia
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