Il medico Gianni Rossi |
di Leonardo Bianco
È stata definita una guerra. Un’emergenza
senza precedenti quella provocata dal covid-19 dal dopoguerra ad oggi. Una
guerra che non si combatte militarmente ma con la scienza. E in prima linea non
ci sono soldati ma loro: medici e infermieri. E in trincea ci sono loro i
medici di famiglia. E proprio con uno di loro abbiamo provato a
capire come ci si sta muovendo per monitorare la situazione e come ci si è
organizzati per rispondere alle necessità dei cittadini. “La
situazione locale è relativamente tranquilla”, dice Gianni Rossi, medico di base: “A
San Marco dei Cavoti e nei paesi limitrofi per ora non ci sono casi. Neanche
sospetti”.
L’attenzione però è alta e lo dimostra la
preoccupazione con la quale Rossi analizza la situazione. “Siamo attivi 24 ore
su 24. Stiamo dando un supporto continuo ai cittadini sia telefonicamente che
attraverso visite a domicilio là dove si ritiene che ce ne sia necessità”.
“Per ridurre ai minimi termini i rischi di
contagio - dice Rossi -, soprattutto per le categorie più a rischio, è stato
attivato un servizio di ricette online. Le ricette vengono inviate attraverso
mail o whatsapp sia ai pazienti che alle farmacia. Il supporto telematico, consentito
anche dalle disposizioni regionali, in questa fase emergenziale, evita uscite
per il disbrigo delle pratiche burocratiche. Grazie alle associazioni di
volontariato e alle amministrazione riusciamo a consegniamo ricette e farmaci a
domicilio”.
Medici di famiglia a lavoro nel Fortore per
monitorare e tenere sotto controllo la situazione e dare supporto soprattutto
alle fasce più deboli. “Insieme a miei colleghi Saverio Rossi e Antonio Barbato –
sottolinea il medico – stiamo dando una continuità assistenziale 24 ore su 24
telefonica, per il futuro pensiamo anche all’assistenza ambulatoriale
consentendo l’accesso con mascherine e gel disinfettante e nel rispetto delle
normative, utilizzando dispositivi di protezione che dovrebbe fornirci l’Asl.
Inoltre ho in programma di organizzare un ambulatorio dedicato (spero che non
serva) per accogliere casi sospetti. Siamo anche con presidi specifici per eventuali
monitoraggi a domicilio”.
A lavoro senza sosta dunque per garantire al
massimo l’assistenza alla popolazione nella consapevolezza che non si può
rischiare di affollare i presidi ospedalieri in caso di un incremento del
contagio. Per quanto riguarda la collaborazione con le istituzioni Rossi si
dice soddisfatto: “Con loro un contatto continuo. Alle amministrazioni ho
consigliato di dotarsi mascherine perché sono il primo presidio per
difendersi dal contagio”.
Importante in questa fase anche l’utilizzo dei
social che “permette una comunicazione
diretta con la popolazione e attraverso i quali si possono fare
considerazioni e dare consigli sui comportamenti corretti da tenere. Bisogna
rispettare le normative emanate dal governo e dalla Regione. Solo cosi possiamo
rallentare la diffusione del contagio. Rallentamento che ci permetterà di affrontare
meglio questo virus intelligente che si diffonde velocissimamente”.
“Restare a casa - conclude Rossi - in questa
fase è giusto e utile. Muoversi solo in caso di necessità e con le dovute
precauzioni. Mantenere le distanze consigliate e usare se possibile mascherine
e guanti. Solo cosi possiamo sconfiggerlo. Ed è l’unico modo per evitare di
mettere sotto stress il Sistema sanitario nazionale”.
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