Aprire nuove discariche non vuol dire risolvere l'emergenza, come già dimostrato più volte in Campania: per risolvere una volta per tutte l'emergenza rifiuti
si deve avviare un ciclo completo fondato soprattutto su riduzione, riciclaggio, impianti di compostaggio e compostaggio domestico, trattamento dei rifiuti con recupero e riuso dei materiali.
Il 21 e 22 ottobre un pugno di persone, tra cui anche attivisti del WWF Sannio, hanno manifestato il diritto di riaffermare la democrazia davanti alla discarica di Sant’Arcangelo Trimonte contro l’ordinanza del presidente Caldoro che imponeva lo sversamento qui dei rifiuti della provincia di Napoli, non più in grado di smaltirli.
Da più di tre anni queste persone non solo dicono basta allo smaltimento dei rifiuti con le discariche o con gli inceneritori, ma chiedono anche come sanniti di far rispettare un decreto, quello che pone fine ad un’emergenza regionale dannosissima all’ambiente e alle tasche dei contribuenti, che attribuisce alle Province la responsabilità del ciclo dei rifiuti. È stato naturale, quindi, che ai manifestanti si unissero fisicamente anche le istituzioni, Provincia e Comuni, che si sono sentite espropriate anche loro del diritto all’autogoverno riconosciuto solo pochi mesi prima.
La civilissima ma caparbia manifestazione ha scongiurato, per ora, una nuova “Regionalizzazione dei Rifiuti”, ma la difficile emergenza napoletana che incombe potrebbe determinare nuove azioni di “violenza” da parte delle istituzioni stesse ai danni del territorio e della salute dei sanniti.
Quello che il WWF condanna, ormai da più di qualche anno, è la scellerata scelta da parte della Regione Campania e del Governo nazionale, di smaltire i rifiuti con discariche e inceneritori. La conferma dell’apertura di una nuova discarica nel Parco Nazionale del Vesuvio, inoltre, è irragionevole e soprattutto irresponsabile e mette in discussione l'esistenza stessa del Parco, proprio nell’anno dedicato alla biodiversità!
Aprire nuove discariche non vuol dire risolvere l'emergenza, come già dimostrato più volte in Campania: per risolvere una volta per tutte l'emergenza rifiuti si deve avviare un ciclo completo fondato soprattutto su riduzione, riciclaggio, impianti di compostaggio e compostaggio domestico, trattamento dei rifiuti con recupero e riuso dei materiali.
Si coglie, quindi, l’occasione per chiedere alla Provincia, che secondo il suddetto decreto ministeriale dovrà assumersi l’onere dello smaltimento dei rifiuti e della raccolta dal 1 gennaio 2011:
- di avviare concretamente un ciclo dei rifiuti diverso da quello attuale e di avviare tempestivamente con qualsiasi risorsa economica disponibile gli impianti di compostaggio di piccola taglia, fino a 15.000 abitanti, localizzati in vari siti della provincia;
- se il Piano Rifiuti da attuare è quello emanato all’inizio dell’anno e rimodulato a giugno, sarebbe interessante inoltre conoscerne i tempi di esecuzione;
- infine, di continuare a sostenere con forza in tutte le sedi istituzionali il suo Piano, ma condividendolo il più possibile con i cittadini e le associazioni.
La mancata presa di posizione di fronte a politiche nazionali e regionali che minano il territorio sannita e la mancata esecuzione del Piano potrebbe essere ritenuto come il fallimento della Giunta provinciale.
Camillo Campolongo
Associazione WWF Sannio - Benevento
lunedì 25 ottobre 2010
venerdì 22 ottobre 2010
Foiano e l'eolico
Foiano Valfortore punta decisamente sull'eolico. Oltre al progetto da 18 mw da costruire a San Giovanni ad opera della società Sanmarco Power srl di Napoli, ce n'è un altro per una potenza di 30 mw da realizzare sempre nel territorio del piccolo comune ad opera questa volta della società Ecoenergia di Cervinara (Avellino). Difatti è stato depositato presso alla Regione, la Provincia di Benevento ed il comune di Foiano il progetto e lo studio di impatto ambientale di queste torri della potenza di 3 mw l’'una. Chiunque può visionare i progetti entro 45 giorni (a partire dal 18 settembre scorso) all'assessorato all'Ambiente regionale di via Alcide De Gasperi oppure al Settore fonti energetiche di Napoli.
giovedì 21 ottobre 2010
Appello ad Emergency perché apra un ospedale nella Valfortore
Facciamo nostro l'appello lanciato sul blog www.andrez.cotti.biz affinché Emergency di Gino Strada porti un suo ospedale nel Fortore.
di Tiziana Bisogno
Lancio un appello ad Emergency perchè porti uno dei suoi ospedali a San Bartolomeo in Galdo. Valle del Fortore. Provincia di Benevento. Italia. Anche se lì non ci sono molti immigrati, ma solo una popolazione che ha atteso per anni di vedersi riconosciuto il diritto alla salute, come qualsiasi altro cittadino italiano. Che ha lottato per ottenere quel diritto negato. Chi si ammala lì è costretto a fare 60 km per trovare il primo ospedale. Fuori regione, però. Benevento la raggiungi in un’ora in condizioni normali. Diventa irraggiungibile se c’è una emergenza. Come si fa a trasportare un infartuato su una strada tortuosa, di montagna, spesso con frane?
Eppure l’ospedale c’è. Ci son voluti più di 50 anni e più di 20 milioni di ero per costruirlo. Un ospedale mai aperto e che non entrerà mai in funzione. Nonostante l’insegna posta lì, a ricordare da anni che un ospedale c’è. Padre Pio lo hanno chiamato.
Ma il miracolo tanto atteso non è mai arrivato. Nonostante la sua costruzione sia terminata da anni. Nonostante siano stati espletati da anni i concorsi per il personale medico e infermieristico. I concorsi da primario. Nonostante le sale operatorie attrezzate. Solo due anni fa l’ultima ristrutturazione e il rifacimento degli impianti. Uno scandalo su cui nessuno mai si è degnato di indagare a fondo. Da ministro dei Lavori Pubblici Di Pietro inviò degli ispettori. Ma poi? Della sua apertura se ne parlava, puntualmente, ad ogni elezione, politica o amministrativa che fosse. Ogni volta. Anche questa volta. Anche nell’ultima tornata elettorale per le regionali c’è stato il solito ritornello. Una bugia, agitata solo per raccogliere consensi. Voti. “Si aprirà” annnunciò il deputato Nunzia De Girolamo, coordinatrice provinciale del Pdl, alla vigilia delle elezioni. In verità a San Bartolomeo in Galdo non ci aveva creduto più nessuno. Poi la conferma.
Dopo 50 anni di attesa. Grazie a Caldoro, con il placet del presidente del Consiglio, e a tutti quelli che negli anni li hanno preceduti, muore anche la speranza, così come negli anni sono morte tante persone che si sarebbero potute salvare se solo quell’ospedale fosse stato funzionante. Quella struttura diventerà un presidio riabilitativo gestito da privati in convenzione. Ecco, ci siamo. I privati, le convenzioni.
Perchè non dare invece quella struttura in gestione ad Emergency?
Dal blog http://www.andrez.cotti.biz/appello-ad-emergency-perche-apra-un-ospedale-nella-valfortore-3013.html
mercoledì 20 ottobre 2010
Monnezza, Cimitile scrive a Colasanto
Ecco il testo di una email inviata ieri dal presidente della Provincia di Benevento, Aniello Cimitile, al presidente della Commissione ambiente del Consiglio regionale della Campania, Luca Colasanto, in merito alla decisione del presidente della Regione di conferimenti straordinari di rifiuti nel Sannio.
«Gentile Presidente, avendo appreso che ella ha convocato la Commissione ambiente del Consiglio regionale della Campania per martedì 26 ottobre 2010 per discutere sui conferimenti straordinari di rifiuti in Sant'Arcangelo Trimonte, desidero assicurarle di aver particolarmente apprezzato il gesto. Nel ringraziarla di tanto, mi permetta tuttavia farle rispettosamente osservare che la data da lei indicata appare troppo in là nel tempo, rispetto alle preoccupazioni vivissime e motivate che si sono innescate in noi nell'apprendere la notizia dei conferimenti straordinari di rifiuti in una discarica assolutamente insicura. Sembrerebbe, peraltro, che la data da Lei indicata i conferimenti dovrebbero essere già stati ultimati: pertanto, La pregherei di voler esaminare la possibilità di anticipare la predetta riunione al più tardi a giovedì prossimo, 21 ottobre. In attesa di un suo cortese riscontro, Le invio distinti saluti. Il Presidente della Provincia di Benevento, Aniello Cimitile».
«Gentile Presidente, avendo appreso che ella ha convocato la Commissione ambiente del Consiglio regionale della Campania per martedì 26 ottobre 2010 per discutere sui conferimenti straordinari di rifiuti in Sant'Arcangelo Trimonte, desidero assicurarle di aver particolarmente apprezzato il gesto. Nel ringraziarla di tanto, mi permetta tuttavia farle rispettosamente osservare che la data da lei indicata appare troppo in là nel tempo, rispetto alle preoccupazioni vivissime e motivate che si sono innescate in noi nell'apprendere la notizia dei conferimenti straordinari di rifiuti in una discarica assolutamente insicura. Sembrerebbe, peraltro, che la data da Lei indicata i conferimenti dovrebbero essere già stati ultimati: pertanto, La pregherei di voler esaminare la possibilità di anticipare la predetta riunione al più tardi a giovedì prossimo, 21 ottobre. In attesa di un suo cortese riscontro, Le invio distinti saluti. Il Presidente della Provincia di Benevento, Aniello Cimitile».
martedì 19 ottobre 2010
San Giovanni, nuovo progetto eolico
A Foiano Valfortore una nuova centrale eolica? La Sanmarco Power Srl, infatti, comunica di aver depositato gli elaborati e di aver avviato la procedura di valutazione di impatto ambientale per un progetto della potenza di 18 mw in località San Giovanni.
Il 17 settembre scorso la società ha depositato a Napoli presso il Settore tutela ambiente, la Provincia di Benevento e i Comuni di Foiano e Molinara, copia degli elaborati relativi al progetto.
L’intervento consiste nell’installazione di 6 aerogeneratori, da 3 mw ciascuno, per la produzione di energia elettrica da fonte eolica, e delle relative opere ed infrastrutture di connessione alla rete di trasmissione nazionale, attraverso propria stazione di trasformazione ubicata nel Comune di Molinara.
Chiunque sia interessato, a qualsiasi titolo, dalla realizzazione degli interventi oggetto del presente avviso, può presentare osservazioni scritte presso il Servizio Via, Settore tutela ambiente di via De Gasperi, 28, Napoli.
lunedì 18 ottobre 2010
La Uil dà la sveglia ai presidenti delle 3 Comunità Montane in difesa dei lavoratori senza stipendi
La segreteria provinciale della UIL Federazione Poteri Locali di Benevento ha inviato una nota ai presidenti delle comunità montane sannite Fortore, Titerno-Ato Tammaro e Taburno, al prefetto di Benevento ed al presidente della Giunta Regionale della Campania, in merito alla grave situazione patita dai dipendenti delle stesse.
La Uil “invita i presidenti delle tre comunità montane a intraprendere ogni e più opportuna azione affinché sia garantito il pagamento dello stipendio a favore dei lavoratori, compresi quelli posti in disponibilità presso la comunità montana del Fortore.
Al prefetto di Benevento ed al presidente della regione Campania, che leggono per conoscenza, la Uil fa voti affinché si prenda atto della difficile situazione determinatasi col sostanziale blocco degli stipendi dei lavoratori delle tre comunità montane e resta in attesa di cortesi ed urgenti comunicazioni al riguardo. In caso d’inerzia, saranno assunte le consequenziali azioni legali per il rispetto del diritto fondamentale dei lavoratori a percepire lo stipendio mensile” (...).
tratto da ilquaderno.it
La Uil “invita i presidenti delle tre comunità montane a intraprendere ogni e più opportuna azione affinché sia garantito il pagamento dello stipendio a favore dei lavoratori, compresi quelli posti in disponibilità presso la comunità montana del Fortore.
Al prefetto di Benevento ed al presidente della regione Campania, che leggono per conoscenza, la Uil fa voti affinché si prenda atto della difficile situazione determinatasi col sostanziale blocco degli stipendi dei lavoratori delle tre comunità montane e resta in attesa di cortesi ed urgenti comunicazioni al riguardo. In caso d’inerzia, saranno assunte le consequenziali azioni legali per il rispetto del diritto fondamentale dei lavoratori a percepire lo stipendio mensile” (...).
tratto da ilquaderno.it
sabato 16 ottobre 2010
RADIO PADANIA AL SUD
di Gaetano Pietropaolo*
Qualche mese fa, noi de L’Altro Sud assieme ai Verdi campani, inviammo un esposto alla Procura della Repubblica di Milano contro Radio Padania. Lo spunto ci fu dato dall’ennesimo vergognoso commento antimeridionale che, con nonchalance, la radio della Lega trasmetteva per bocca di un attivista che giustificava l’assassinio, per futili motivi, di due meridionali in Germania.
In fin dei conti però ci rincuorava l’idea che, a noi del Sud, la radio leghista non si sarebbe mai imposta con arroganza alle nostre orecchie. Se proprio avessimo avuto bisogno di qualche minuto di indignazione, avremmo dovuto cercarcela su internet ed ascoltarla on line. Ma, ancora ignari degli effetti di una Legge del dicembre del 2001, ci sbagliavamo. Ad oggi, cominciano ad essere abbastanza frequenti i casi in cui, inconsapevoli cittadini meridionali, nel cercarsi una frequenza radiofonica civile, si imbattono in qualche insulto nei loro confronti o in qualche invettiva anti-terrona. Perché? Cosa è successo? Ritorniamo alla Legge a cui si è fatto cenno. Si tratta della Finanziaria per il 2002. Ovviamente è facile immaginare chi fosse al Governo allora.
Questa legge, all’articolo 74 autorizza le cosiddette radio comunitarie (radio che siano espressione di particolari istanze culturali, etniche, politiche e religiose) ad attivare nuovi impianti, fino a raggiungere la copertura del 60% del territorio nazionale. Funziona così: si occupa la frequenza, lo si comunica al ministero delle Comunicazioni e, entro 90 giorni, la frequenza si intende autorizzata con il meccanismo del silenzio-assenso. Dov’è il trucco, è presto detto. Al di là di alcune radio minori, le principali radio che possono approfittare di questa Legge, appunto perché radio comunitarie, sono Radio Padania e Radio Maria. Considerato che Radio Maria già supera il 60% di copertura del territorio nazionale, non è sostanzialmente interessata dalla norma.
Di fatto, si tratta di uno strumento per consentire alla Radio del Senatùr di fare incetta di frequenze gratis. Niente male per essere in un paese dove attivare nuove frequenze radiofoniche, tra limiti di legge e lungaggini burocratiche, è pratica impossibile. Ma un dubbio rimane ancora. A cosa serviranno mai delle frequenze radiofoniche nel Mezzogiorno a Radio Padania? A nulla. Infatti, forse è questa l’unica nota positiva della vicenda, l’emittente leghista attiva frequenze gratis, per poi rivenderle al prezzo di mercato. Il rischio, per i cittadini meridionali, di sentirsi insultati in casa propria allora è limitato al tempo necessario a fare l’affare.
Un business di svariati milioni di euro, quello leghista, realizzato a danno della collettività (che è la proprietaria dell’etere) e delle emittenti radiofoniche commerciali che, per acquisire altre frequenze, devono pagare dazio a Bossi & co... Il tutto alla faccia dei mangiapane meridionali e dell’oramai mitica Roma ladrona.
*TERRA del 15 ottobre
venerdì 15 ottobre 2010
Baselice, sistemazione delle strade
Sta per essere ultimata la sistemazione della strada di via Crocella, lavoro finanziato della legge regionale 51 (clicca sulla foto). “L’intervento su quest'arteria – aveva detto il sindaco Domenico Canonico in fase di deliberazione – è un’importante misura che rientra nei progetti di quest’amministrazione nel voler migliorare la viabilità interna del paese. Dopo altre opere messe in campo, questa è un’ulteriore passo avanti nella sistemazione delle strade comunali”.
giovedì 14 ottobre 2010
Inps: niente pensione per i precari. La notizia sparisce dai media
di Giuseppe Libertella
E’ ufficiale: i contributi versati dai parasubordinati serviranno a pagare i lavoratori a tempo indeterminato, che hanno la pensione garantita. I media nazionali, per evitare la rivolta dei precari, oscurano la notizia, non concedendole visibilità alcuna; ma questa volta a fare chiarezza è presidente dell’istituto di previdenza, Antonio Mastropasqua, che spiega perché i precari non hanno la possibilità di “programmare” la loro pensione futura, consultando i dati sui contributi già versati, come invece possono osservare gli altri lavoratori. “Se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parasubordinati rischieremmo un sommovimento sociale” dichiara Mastropasqua.
In un primo momento si era pensato di inviare 4 milioni di lettere ai parasubordinati per spiegare come verificare on line il versamento dei contributi di ognuno. Ipotesi smentita successivamente, perché per il lavoratore “precario” non sarà possibile ipotizzare quella che dovrebbe essere la sua pensione, come confermato da Mastropasqua.
I precari non avranno la pensione. I contributi che loro versano saranno utili all’INPS per pagare la pensione a chi la maturerà. Per i parasubordinati la pensione non arriverà alla minima, nemmeno se il parasubordinato riuscirà, nella sua carriera lavorativa, a non perdere neppure un anno di contribuzione. Ecco che l’INPS ha subito adottato il “metodo all’italiana”:nascondi il misfatto fin quando qualcuno non se ne accorgerà, intanto si cerca di tenere a bada i precari, già senza una stabile occupazione, adesso anche senza pensione.
http://www.cultumedia.it/2010/10/inps-niente-pensione-per-i-precari-la-notizia-sparisce-dai-media/
mercoledì 13 ottobre 2010
Università spa
di Raffaele De Rosa
Il ddl Gelmini vede allungare la sua corsa verso l’approvazione finale. La data per l’approvazione prevista per il 4 ottobre è stata rinviata ulteriormente al 14. Il giorno seguente, alla Camera dei Deputati inizia la sessione di bilancio, che dura circa un mese e per regolamento costringe tutti gli altri provvedimenti ad aspettare in coda. Se a questo si aggiunge l’eventualità che si vada alla elezioni a marzo la riforma universitaria rischia di finire su un binario morto. E menomale!
Già perché la riforma prevede, fra le altre cose: il nuovo assetto degli organi di governo (Rettore, Senato accademico e Cda), il reclutamento di professori e ricercatori, il fondo per premiare gli studenti meritevoli e quello per i docenti migliori, l’obbligo di certificazione delle ore di didattica per i professori, contratti a termine per i ricercatori.
In particolare il Rettore sarà un professore ordinario di qualunque università italiana. Dovrà possedere «comprovata competenza ed esperienza di gestione, anche a livello internazionale, nel settore universitario, della ricerca o delle istruzioni culturali»; sarà «responsabile del perseguimento delle finalità dell’università»; proporrà il «documento di programmazione strategica triennale di ateneo», il bilancio di previsione annuale e triennale nonché il conto consuntivo e durerà in carica massimo 8 anni, due mandati.
Il Senato accademico formulerà «proposte e pareri» sulla ricerca e sulla didattica, approverà i regolamenti didattici solo dopo aver ricevuto parere positivo del Consiglio di Amministrazione e avrà funzioni di coordinamento tra i Dipartimenti.
Il nuovo consiglio di Amministrazione, invece, assume il ruolo di indirizzo strategico dell’ateneo, potendo decidere sulla introduzione e soppressione di corsi di studio e sedi e sarà composto da un minimo di 3 componenti esterni, se i membri sono 11 in totale, 2 se sono meno di 11, escluso i rappresentanti degli studenti. Il presidente del Cda sarà il Rettore o uno dei predetti consiglieri esterni all'Ateneo.
Per quanto riguarda la riforma del reclutamento con l’introduzione del sistema di ‘tenure-track’ saranno previsti nuovi contratti a tempo determinato (minimo 3 massimo 5 anni) seguiti da contratti triennali ‘tenure-track’, al termine dei quali se il ricercatore sarà ritenuto valido dall’Ateneo sarà confermato a tempo indeterminato come associato. In caso contrario terminerà il rapporto con l’Università. Questo significa, in virtù dei tagli previsti dalla L. 133/2008 all’ F.F.O. (circa 1,5 miliardi entro il 2012) e delle reali condizioni della maggioranza degli atenei italiani, il licenziamento di moltissimi ricercatori alla fine degli eventuali sei anni di lavoro per l’università!
Per i docenti si fissa a 70 anni l’età pensionabile per professori ordinari e a 68 per gli associati. Considerato il blocco al 20% del turn-over per il personale docente e tecnico amministrativo (per intenderci se vanno in pensione dieci professori ne verranno assunti solo due!) previsto dalla Legge 133/2008, non sarà possibile garantire la sostenibilità dell’offerta formativa e didattica.
Sarà costituito un fondo speciale per il merito per gli studenti “eccellenti”, fondo gestito dalla Consap spa ed elargito dal ministero dell’economia. Tra i criteri di assegnazione delle borse erogate da questo fondo non è incluso il reddito. Gli studenti non accederanno più a questi fondi in base alla loro possibilità economica e materiale ma solo ed esclusivamente tramite criteri meritocratici!
Da una lettura complessiva di questa riforma emerge un processo di aziendalizzazione dell’università che associato al sottofinanziamento cronico e in progressivo peggioramento, a partire dalla L. 133/08, comporta un peggioramento della didattica e la negazione del diritto allo studio.
Mentre in Italia si effettuano tagli al sistema universitario in Germania sono stati destinati al comparto dell'istruzione e della ricerca ben 12 miliardi di Euro in più fino al 2013. Ci auguriamo che lo slittamento dell’approvazione della legge sia un modo diverso per mettere fine ad uno scempio che dura, ormai, da due anni!
www.laltrosud.it
Iscriviti a:
Post (Atom)