domenica 4 settembre 2011

Baselice arte, il convegno e la giornata di ieri


«E’ impensabile organizzare un’iniziativa del genere senza il contributo di molta gente che si è impegnata in questo progetto». Esordisce così Michele Bianco, consigliere delegato del Comune, nel convegno tenuto ieri pomeriggio a Palazzo Lembo, nell’illustrare “Baselice arte".

E in effetti per tutta la giornata (fino a notte tardi) il centro storico è stato letteralmente assaltato dai visitatori per apprezzare la XXI Biennale di pittura, la mostra retrospettiva “Le favole calde” del maestro Crescenzo del Vecchio, e i laboratori di arte contemporanea tenuti da giovani artisti nelle case e palazzi di via Roma.

«Abbiamo investito molto – dice il sindaco Domenico Canonico – in questa iniziativa. Baselice tiene molto all’arte e alla cultura. Questa volta abbiamo voluto cambiare la Biennale per farla diventare più popolare. Per questo abbiamo aperto il centro storico a tutti».

Dello stesso avviso l’assessore ala Cultura, Francesco delli Veneri: «La Biennale è il fiore all’occhiello di Baselice. Nel ricordare Crescenzo del Vecchio siamo tornati all’antico splendore».

Per il direttore artistico Enzo Battarra Palazzo Lembo, dove sono allestite le mostre, è un grande vanto per la comunità di Baselice. E poi aggiunge: “Crescenzo del Vecchio mi ha insegnato ad amare l’arte. Il grande artista è umile e si concede agli altri. Il maestro ha dato una svolta, grazie alla sua tecnica, all’arte della pittura».

Momento emozionate è stato quando il critico d’arte Gigiotto ha illustrato la mostra retrospettiva del padre Crescenzo, tra l’altro, per la prima volta allestita nel paese natio del maestro. «In questa esposizione – ha sottolineato – c’è parte del percorso artistico di mio padre, dal primo quadro all’ultimo che non ha avuto la possibilità di terminare». E poi ha ricordato la grande opportunità che il pittore ha dato a Baselice nell’inventarsi (con altri amici locali) la Biennale di pittura.

Da parte sua l’antropologo Augusto Ferraiolo ha sottolineato quanto sia importante il rapporto tra luogo e la persona. «Baselice – ha affermato – ha saputo aprirsi verso l’esterno. Ecco come il locale diventa globale».

Un altro momento toccante è stato quando l’assessore Salvatore Brancaccio ha letto la lettera scritta e pubblicata su un quotidiano ad un anno dalla scomparsa del maestro baselicese.

Il convegno è stato moderato dal giornalista dell’Asca, Francesco del Vecchio, il quale ha raccontato alcuni aneddoti vissuti insieme al maestro. «Crescenzo – ha affermato – si soffermava a parlare con tutti. Era un’artista che non si rinchiudeva in una torre d’avorio. Era un divulgatore di arte»

La serata di ieri si è chiusa con un concerto in piazza Castello e con un gruppo blues itinerante che ha intrattenuto, fino a notte inoltrata, i visitatori.
Intanto, sino al pomeriggio di oggi è possibile vedere ancora i pittori e gli artisti per le strade del paese. Tuttavia le mostre dei quadri resteranno aperte fino al 10 settembre prossimo.

venerdì 2 settembre 2011

Al via domani "Baselice arte"


Parte domani, sabato 3 settembre, “Baselice Arte”: una settimana dedicata alla pittura che si terrà nel centro storico del borgo medievale. L’iniziativa quest’anno si divide in tre momenti la XXI Biennale estemporanea di pittura, la mostra dedicata al maestro Crescenzo del Vecchio e i laboratori di arte tenuti da giovani artisti.

«Una manifestazione – afferma il sindaco Domenico Canonico – che vuole riportare il nostro comune al centro delle iniziative culturali non solo a livello locale ma ad un livello più ampio. Sono 42 anni che la Biennale di pittura, grazie all’intuizione di Crescenzo del Vecchio, si tiene a Baselice. Se ciò è stato possibile va dato merito a tutti coloro che in questo lungo periodo si sono prodigati a mantenere viva l’iniziativa. Tuttavia, da quest’anno abbiamo deciso di affiancare alla Biennale altre due importanti manifestazioni. Per sette giorni il nostro centro storico sarà aperto ad artisti, mostre e laboratori».

«Il nostro obiettivo – afferma il consigliere delegato Michele Bianco – è far diventare Baselice un polo culturale importante nell’ambito dell’arte della pittura. Sappiamo che la nostra ambizione è alta, ma con la collaborazione di tutti ce la possiamo fare. Inoltre, non bisogna sottovalutare le ricadute economiche che un’iniziativa del genere possano avere su una piccola realtà come la nostra».

Ed allora ecco il programma. Ore 9.00 - Accoglienza e registrazione degli artisti partecipanti all'evento presso i locali "Punto d'ascolto dei Cittadini". Inizio estemporanea (i partecipanti: Marucci Luisa, Marucci Angela, Margiore Annamaria, Carosone Sara, Badia Nicola, Costanza Francesco, Ingino Domenico, Maglio Giovanni, Pelosi Giuseppe, Ruggiero Lello, Santa Croce Mimmo, Sapilo Ferdinando, Smeriglia Mario).

Ore 10 - Avvio dei laboratori di arte contemporanea nel centro Storico. È Possibile ammirare i giovani artisti (Maria Adele Del Vecchio, Celesta Bufano, Marta Orlando, Antonio D'Amore, Giulio Delvè, Luca Lubello, Angelo Maisto) che preparano i lavori per la mostra.

Ore 16 - Partenza da Piazza Umberto I per l'apertura della mostra di arte contemporanea "Da Capo a Piedi" nel Centro storico, accompagnati dal gruppo Blues itinerante Copsandrobbersound.

Ore 17 - Arrivo a Palazzo Lembo in Largo Porta da Capo. Inaugurazione della XXI Biennale di Pittura e della mostra "Le Favole Calde", retrospettiva a Crescenzo del Vecchio Berlingieri, a cura di Enzo Battarra e Gigiotto del Vecchio.

Ore 21 - Piazza Castello (centro storico) "Arte e Musica Sotto le Stelle": serata musicale con la partecipazione di Pierluigi Tortora, con performance artistiche e degustazione di prodotti enogastronomici locali.

Il 4 settembre dalle ore 9:30 alle ore 20:00 sarà possibile visitare la mostra di arte contemporanea "Da Capo a Piedi" nel centro storico, e le mostre allestite presso Palazzo Lembo. La XXI Biennale di Pittura e la mostra retrospettiva "Le Favole Calde" resteranno aperte fino al 10 settembre tutti i giorni dalle 9:30 alle 23.

domenica 28 agosto 2011

Realizzato il murales “Fiume Sand Creek” in onore di Fabrizio De Andrè


Nei giorni scorsi, sotto la direzione del muralista cileno Eduardo Mono Carrasco, a S. Bartolomeo in Galdo (Benevento) è stato realizzato un murales dal nome “Fiume Sand Creek”, dedicato al cantautore e poeta genovese Fabrizio De Andrè.

L’evento, organizzato dalla” Brigada Vientos Del Pueblo”, ha “destato grande commozione ed è stato accolto con soddisfazione non solo tra gli stessi abitanti della comunità locale, ma in tutta l’area del Fortore”, ha ricordato Leonilde Maria Faretra, la quale ha preso parte alla manifestazione.

Nel murales, oltre al volto di De Andrè, viene raffigurato un indiano a cavallo: Fiume Sand CreeK così denominato è infatti uno dei tre pezzi più famosi dell’album “L'indiano”, registrato nel 1981, che vede la collaborazione di Massimo Bubola e nasce dall’idea di De Andrè di creare un parallelo tra la storia dei pellerossa e quella dei sardi.

L’11 gennaio del 1999 moriva De Andrè e a tutt’oggi le sue canzoni restano sempre attuali. Tutto ciò può essere ancora ritenuto valido non solo per chi ha avuto la fortuna di averlo incontrato, ma anche preso ad esempio dalle nuove generazioni che non hanno conosciuto De Andrè. “De Andrè non è stato mai di moda e infatti la moda, effimera per definizione, passa. Le canzoni di Fabrizio restano “ (Nicola Piovani)

“Il Comitato “Vientos del Pueblo”, che a S. Bartolomeo in Galdo ha già contribuito a restaurare il 20 agosto del 2010 il murales che fu realizzato nel 1976 dal gruppo storico degli Inti Illimani in occasione della loro visita, ha deciso quest’estate di realizzare questo nuovo murales in onore di Fabrizio De Andrè in considerazione delle forti affinità artistiche e poetiche con Victor Jara, il poeta e cantante cileno torturato ed ucciso dal regime di Pinochet nel 1973.

Due cantautori e poeti – ha continuato Faretra - che attraverso le loro canzoni e le loro idee hanno focalizzato l'attenzione sulle discriminazioni sociali, la guerra… ed infatti Fiume Sand CreeK rappresenta la storia di un massacro nel quale furono ammazzati donne , bambini, vecchi. Nel murales sono raffigurati soprattutto i bambini e l’episodio del massacro è impresso attraverso i colori e i volti raffigurati dal muralista, che sembra rivolgersi all’uomo perché quel massacro non è successo invano.

Grazie alla “Brigada Vientos del Pueblo” e soprattutto all’attiva partecipazione di Antonio Russo, presidente del Comitato, ed alle grandi competenze artistiche del muralista cileno Eduardo Mono Carrasco, S. Bartolomeo in Galdo oggi in Italia vanta uno dei murales più importanti insieme a quello dedicato a Victor Jara e restaurato lo scorso anno”.

“Grazie soprattutto alla fondazione De Andrè – ha concluso Faretra - per aver permesso al muralista di raffigurare il volto di De Andrè, con la speranza di creare con la stessa un canale culturale nella comunità di S. Bartolomeo in Galdo. Speriamo che questo murales rappresenti uno spunto soprattutto per la scuola perché possa attingere da questo grande poeta la grande forza pedagogica presente in tante delle sue canzoni”.

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martedì 23 agosto 2011

Baselice Arte, il 29 agosto la conferenza stampa di presentazione


Lunedì 29 agosto, alle ore 11.00, nella sala "Gianni Vergineo" del Museo del Sannio di Benevento, è in programma la conferenza stampa di presentazione di 'Baselice Arte'2011, a cura di Enzo Battarra e Gigiotto del Vecchio. L'iniziativa si articolerà in tre momenti:la XXI Biennale estemporanea di Pittura, la mostra retrospettiva "Le favole calde" del maestro Crescenzo Del Vecchio ed i laboratori di arte contemporanea "Da capo a piedi".

All'appuntamento interverranno il consigliere delegato all'evento, Michele Bianco, il direttore artistico, Enzo Battarra, la rappresentante della famiglia Del Vecchio, l'artista, Maria Adele, ed il coordinatore della Biennale, Lucio Barbato, nonché il sindaco, Domenico Canonico, il consigliere regionale, Luca Colasanto, il presidente della Provincia, Aniello Cimitile, il presidente della Comunità Montana del Fortore, Zaccaria Spina, e l'assessore alla Cultura del Comune di Baselice, Francesco Delli Veneri. I lavori saranno moderati dal giornalista Antonio Bianco.

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giovedì 18 agosto 2011

Baselice Arte XXI edizione 2011


Biennale di pittura mostra/esposizione dal 3 al 10 settembre presso Palazzo Lembo."Due giorni d' arte" 3 e 4 Settembre. Dalle ore 9.00 estemporanea di pittura per le vie di Baselice. Dalle ore 21.00 Arte e musica sotto le stelle a Piazza Castello.

IL PROGRAMMA

03.09.2011

Ore 9.00 - Accoglienza e registrazione degli artisti partecipanti all'evento presso i locali "Punto d'Ascolto dei Cittadini". Inizio estemporanea (i partecipanti: Marucci Luisa, Marucci Angela, Margiore Annamaria, Carosone Sara, Badia Nicola, Costanza Francesco, Ingino Domenico, Maglio Giovanni, Pelosi Giuseppe, Ruggiero Lello, SantaCroce Mimmo, Sapilo Ferdinando, Smeriglia Mario).

Ore 10:00 - Avvio dei laboratori di arte contemporanea nel centro Storico. È Possibile ammirare i giovani artisti (Maria Adele Del Vecchio, Celesta Bufano, Marta Orlando, Antonio D'Amore, Giulio Delvè, Luca Lubello, Angelo Maisto) che preparano i lavori per la mostra.

Ore 16:00 - Partenza da Piazza Umberto I per l'apertura della mostra di arte contemporanea "Da Capo a Piedi" nel Centro Storico, accompagnati dal gruppo Blues itinerante Copsandrobbersound.

Ore 17:00 - Arrivo a Palazzo Lembo in Largo Porta da Capo. Inaugurazione della XXI Biennale di Pittura e della mostra "Le Favole Calde", retrospettiva a Crescenzo del Vecchio Berlingieri, a cura di Enzo Battarra e Gigiotto del Vecchio.

Ore 21:00 - Piazza Castello (centro Storico) "Arte e Musica Sotto le Stelle": serata musicale con la partecipazione di Pierluigi Tortora, con performance artistiche e degustazione di prodotti enogastronomici locali.
04.09.2011

Dalle ore 9:30 alle ore 20:00 sarà possibile visitare la mostra di arte contemporanea "Da Capo a Piedi" nel centro storico, e le mostre allestite presso Palazzo Lembo.

La XXI Biennale di Pittura e la mostra retrospettiva "Le Favole Calde" resteranno aperte fino al 10.09.2011 tutti i giorni dalle 9:30 alle 23:00.


VISITA IL SITO www.biennalebaselice.com

martedì 16 agosto 2011

Il Fortore con il Molise, chiediamo ai nostri sindaci i referendum

di Andrea Cormano

Sono convinto che questo è il momento adatto per lasciare la Regione Campania ed entrare nel Molise. Dalla crisi e dal buio economico dell’Italia e con la cancellazione della Provincia di Benevento si intravede la strada maestra e uno spiraglio di luce che porterà nel nostro territorio un futuro migliore di quello che la Regione Campania ha potuto darci in tutti questi anni.

In questa situazione protestano sono coloro che hanno poltrone da difendere e interessi personali e non guardano al bene della collettività. E le prime proteste sono già in atto capeggiate dai vecchi signori e dai vecchi volponi della politica locale e non solo.

I cittadini e le amministrazioni dei comuni del Fortore non devono farsi strumentalizzare, non devono guardare solo al proprio orticello, ma a pensare seriamente a una idea per rilanciare la nostra valle e essere una volta per tutte indipendenti dalla Regione Campania.

Non dobbiamo accettare la proposta di unire la nostra Provincia con quella di Avellino. Questa scelta sarà peggiore e ancora più buia di quella precedente. Il nostro territorio sarà sempre più emarginato e senza futuro. Noi cittadini eravamo solo un numero per arricchire i bilanci della Regione Campania: aumento delle accise sulla benzina, tasse di assicurazioni dei veicoli tra le più alte di Italia, tasse elevate sulla spazzatura per effetto del commissariamento, ticket sulle prestazioni ospedaliere, aumenti dell’Irpef.

Ma cosa ci è stato dato in cambio? Il nulla cosmico. Anzi sono stati tagliati le linee di collegamento con i paesi limitrofi e il capoluogo, sono stati tagliati i treni regionali e nazionali, l’ospedale di San Bartolomeo non è stato mai aperto da 50 anni, ma continuamente riconvertito e declassato con i vari decreti regionali, strade fatiscenti con sperpero di soldi pubblici erogati dalla provincia di Benevento, nessuna infrastruttura per rilanciare economia locale, nessun intervento a favore delle giovani generazioni per bloccare l’emigrazione dai nostri territori verso nuove città e regioni, installazioni di pali eolici senza tenere minimamente conto degli interessi dei cittadini.

Invito i sindaci del Fortore a intraprendere azioni serie e concrete per spostarci una volta per tutte nel Molise e pensare agli interessi e al bene comune di tutti i cittadini del Fortore.

venerdì 12 agosto 2011

II edizione del Premio Rocky Marciano all’emigrante fortorino


Sabato 13 agosto alle ore 21,00 a San Bartolomeo in Galdo seconda edizione del “Premio Rocki Marciano all’emigrante fortorino”. Ospite d’onore della serata sarà il giornalista e scrittore Pino Aprile, autore di “Terroni”, al quale domenica 14 agosto alle ore 12 sarà data la cittadinanza onoraria del Comune di San Bartolomeo in Galdo.
E’ prevista anche la presenza del sindaco e degli amministratori del Comune di Ripa Teatina (CH), con il quale dall’agosto scorso il comune di San Bartolomeo è gemellato.

La serata sarà presentata da Cristina Mantis. Attrice di teatro e cinema, ha avviato una collaborazione con il teatro Ateneo dell’Università “La Sapienza” di Roma, creando per gli studenti il laboratorio di recitazione. Ha da poco ultimato il documentario “Magna Istria”, un viaggio in Istria alla ricerca di un’antica ricetta andata persa, in cui affiora l’eco delle vicende tragiche e dolorose dell’esodo istriano.

Il Premio, giunto alla seconda edizione, sarà consegnato a cinque personaggi fortorini distintisi nel campo editoriale, culturale, scientifico, sportivo. Il Premio è diviso in 5 sezioni: Actual, Memorial, Cultura, alla Carriera e allo Sport.
Il premio “Actual” sarà consegnato ad Aldo Curiale, imprenditore newyorchese, nato a San Bartolomeo, il quale ha ottenuto grandi successi imprenditoriali nel campo del design e della realizzazione di mobili di alta qualità. I suoi successi, oltre che negli Stati Uniti, sono stati riconosciuti anche in Europa. Aldo Curiale si è distinto per aver esportato la genialità e la qualità delle maestranza italiane.
Il Premio “Memorial” sarà consegnato alla famiglia del noto cardiologo Antonio Pacifico, che è scomparso pochi anni fa in un incidente aereo. Antonio Pacifico dopo gli studi universitari si era trasferito negli Usa, dove aveva ottenuto enormi successi nel campo della ricerca scientifica.

Al maestro Raffaele Passaro il premio alla cultura per la sua brillante carriera nella musica. Il Maestro Passaro oltre ai successi internazionali come artista ha svolto anche il ruolo di docente presso il Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli, dove ha ricoperto anche la carica di vice Direttore Reggente.
Al giornalista Anacleto Lupo sarà consegnato il Premio alla Carriera. Giornalista professionista inizia la sua attività collaborando con alcune importanti testate romane quali “L’Avvenire”, “L’Osservatore romano”. Alla fine del secondo conflitto mondiale si trasferisce in Puglia dove collabora con molte testate locali. Per vent’anni è caporedattore della “Gazzetta del Mezzogiorno”.
Il Premio allo sport è stato assegnato a Gregorio Pacifico, nato a San Bartolomeo e da anni residente a Benevento dove svolge l’attività di imprenditore. Gregorio Pacifico si avvicina alla disciplina del sollevamento pesi e subito si afferma come atleta di valore. Nel 1975 e nel 1976 è per ben due volte campione italiano juniores.
Nel 1977 conquista la Coppa Italia a squadre con la sua Grippo di Benevento e nel 1979 diventa campione italiano della categoria dei massimi – leggeri. Nella sua breve, ma intensa, carriera vanta una partecipazione ai mondiali di Ungheria nel 1978.

Oltre al premio saranno consegnate due menzioni speciali: la prima a Domenico Fusco, medico condotto a San Bartolomeo dal 1961, per essersi distinto come dirigente sportivo e soprattutto come educatore dei giovani e testimone dei principi sani dello Sport.
La seconda menzione per Michele De Conno. A 7 anni inizia la sua carriera di atleta nella Società Schermistica Frentana di San Bartolomeo in Galdo, paese dove vive, fino al 1996/1997, per poi passare nel 1997 e fino al 2004 nel Circolo Schermistico Dauno di Foggia. Già nel 1994 è campione regionale nella categoria Pulcini. Da allora vince numerosi e prestigiosi premi, fino a divenire per ben due volte campione italiano a squadra.

Con questo progetto l’amministrazione comunale ha inteso riallacciare, in maniera decisa, i rapporti con i numerosissimi concittadini residenti nel resto d’Italia e all’estero, al fine di creare una rete di relazioni e di scambi culturali che possa essere proficua per gli emigrati, i quali sanno di non essere dimenticati, ma, piuttosto, di poter contare su assistenza e, soprattutto, accoglienza; e per San Bartolomeo, che in questo modo può allargare i propri orizzonti culturali e turistici.

giovedì 11 agosto 2011

Pesco Sannita, questa sera convegno sui 150 anni dell'unità d'Italia


Si terrà, oggi alle 20, presso la Villa Comunale di Pesco Sannita, un convegno per ricordare gli avvenimenti che portarono alla nascita dell’Italia 150 anni fa. L’incontro è stato organizzato dal Comune di Pesco Sannita in collaborazione con la Cooperativa Sociale IDEAS. In tale occasione saranno presentati i libri “Mangia Polenta e Mangia Licco: un un’inchiesta socio-antropologica sui 150 anni dell’Unità d’Italia” e “Il brigante Secola”.

La presentazione sarà condotta dalla giornalista ed esperta di sviluppo locale Sabrina Iadarola. Dopo i saluti del sindaco, Antonio Michele, e di Nicola Gentile, assessore comunale alla cultura, interverranno Mario D’Agostino, storico locale, Antonio Bianco, giornalista “Nuovo Paese Sera”, Mario De Tommasi, antropologo dell’alimentazione, Luigi Giova, etnomusicologo.

La chiusura dei lavori sarà caratterizzata dalla lettura del “Memoriale Orlando”, tratto dal libro La reazione borbonica in provincia di Benevento di Mario D'Agostino ed edito da i Fratelli Conte Editori nel 1987. Un documento inedito attraverso il quale viene raccontata la storia della fucilazione di Luigi Orlando, ex capo urbano di Pescolamazza (oggi Pesco Sannita). A seguire si terrà un intrattenimento musicale.

www.ilquaderno.it

martedì 9 agosto 2011

Baselice, il paese del moscato


Ringrazio pubblicamente il Comune di Baselice di aver fatta propria l’idea-proposta, lanciata tempo fa dal sottoscritto, di mettere all’ingresso del paese una tabella con su scritto “Baselice il paese del moscato”. Penso che Baselice non ha più bisogno di “cattedrali nel deserto” e di sperpero di denaro pubblico che non ha portato a nulla in termini di sviluppo a lungo termine. Forse un domani i baselicesi capiranno che il moscato può essere un’importante risorsa per questo territorio.


UNA PICCOLA PROPOSTA

"C'è un posto sulla spina dorsale della penisola italica che sembra essere il magazzino di Eolo. Qui i venti tengono nascosti i profumi che spandono in terre lontane. Da secoli, sapienti contadini hanno imparato a catturarne un afflato a cui danno sfogo nelle candide notti invernali: e rinasce la primavera, come nel dolce di mandorla che scaccia la paura del freddo, affianco al camino”. È la sapiente descrizione del Moscato di Baselice che si trova sul sito dell’assessorato all’agricoltura della Regione Campania.

E allora una proposta alla nuova amministrazione comunale vogliamo farla. Mettere all’ingresso del paese la frase di accoglienza: “Baselice il paese del moscato”.

Una piccola iniziativa che caratterizzerebbe il comune fortorino così come ha già fatto il limitrofo San Marco dei Cavoti (il paese del torrone). Tra l'altro già esiste qualche piccola azienda che produce il vino baselicese.
Chi scrive ritiene, infatti, che oggi nella globalizzazione dei mercati sia importante anche per una piccola realtà contraddistinguersi e valorizzare i prodotti della propria terra.

Baselice vanta una storia antica in fatto di Moscato e inoltre, l’iniziativa, potrebbe essere uno sprono per i giovani e i contadini locali a formare cooperative per la produzione dell’importante “nettare degli dei” in modo da puntare su uno sviluppo sostenibile del paese.

Dal mio blog del 28 AGOSTO 2009

lunedì 8 agosto 2011

Secola, a Pietrelcina la presentazione del libro


Doppio appuntamento con la cultura a Pietrelcina. Dopo il teatro la Cooperativa Sociale IDEAS darà spazio all’archeologia e alla storia.

Martedì 9 Agosto 2011 ci sarà, infatti, la Fountain Bike che partirà alle ore 17.30 da Piazza SS. Annunziata di Pietrelcina. Organizzata in collaborazione con l’Archeoclub d’Italia sede di Pietrelcina permetterà, agli appassionati di archeologia e ai curiosi, di andare alla scoperta di quattro fontane storiche del Paese.

Mercoledì 10 Agosto 2011, tocca invece alla storia, in concomitanza con la ricorrenza dell’eccidio di Pietrelcina, si terrà alle ore 19.30 presso il “Centro Polivalente Grazio Forgione” di Pietrelcina un “Caffè Letterario” per ricordare i fatti accaduti la notte di San Lorenzo di 150 anni fa.

Dopo i saluti di Domenico Masone, sindaco di Pietrelcina e di Anna Immacolata Colarusso, dirigente Scolastico Istituto Comprensivo S. Pio da Pietrelcina, interverranno Mario De Tommasi, Antropologo, Mario D’Agostino, Storico Locale, Luigi Giova, Etnomusicologo, Antonio Bianco, giornalista di “Nuovo Paese Sera”. Arbitro della serata sarà Antonio Puzzi, Consigliere Nazionale Slow Food Italia.
Sarà presente, anche, una delegazione di alunni dell’Istituto Comprensivo S. Pio da Pietrelcina che leggeranno alcune storie frutto di un laboratorio tenutosi durante l’anno scolastico.

In tale occasione saranno presentati anche i libri “Mangia Polenta e mangia Licco: un’inchiesta socio-antropologica sui 150 anni dell’unità d’Italia” edito da IDEAS Edizioni e “Il brigante Secola: la sanguinosa rivolta nel Fortore post-unitario” edito da Edizioni il Chiostro.

Durante il “Caffè letterario” sarà possibile degustare i dolci di un’Italia unita nella diversità delle proprie tipicità culinarie.

venerdì 5 agosto 2011

Consiglio provinciale, ecco il nuovo collegio del Fortore

Con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale, si è formalmente concluso il procedimento di rideterminazione dei collegi uninominali della provincia di Benevento che troverà applicazione in occasione del futuro rinnovo del Consiglio Provinciale. Dagli attuali 24, i collegi sono ridotti a 19 in attuazione della legge 42/2010 che ha ridotto del 20% i seggi assegnati all’assemblea (...).

San Bartolomeo in Galdo, con capoluogo San Bartolomeo in Galdo e Baselice, Castelfranco in Miscano, Foiano di Val Fortore, Ginestra degli Schiavoni, Molinara, Montefalcone di Val Fortore.

(tratto da ilquaderno.it)

giovedì 4 agosto 2011

Tagli al Trasporto pubblico del Fortore: i pendolari firmano una petizione


Non accennano a placarsi le polemiche dei pendolari sanniti dopo le cancellazioni e “razionalizzazione” delle corse automobilistiche del Trasporto pubblico locale (Tpl).
Alcuni lavoratori che quotidianamente raggiungono il capoluogo sannita dai centri del Fortore lamentano la rarefazione dei collegamenti sulla relazione San Bartolomeo in Galdo – San Marco dei Cavoti – Benevento dopo le cancellazione di molte corse decise nelle scorse settimane per i tagli di risorse pubbliche di sostegno al settore trasporti. In un documento diffuso alla Stampa i pendolari del Fortore lamentano il fatto che, dopo le recenti disposizioni, sono troppo poche le corse per le loro esigenze di mobilità.

Infatti, in una petizione inviata alle Autorità competenti della Regione e della Provincia e all’ETAC, cioè la Società che gestisce il servizio, i pendolari sottolineano in particolare che soprattutto nella stagione invernale è davvero improbo aspettare (dopo la chiusura degli Uffici di solito fissata per le 17) fino alle ore 19.00 per poter tornare a casa. Altro motivo di forte doglianza è il lievitare del prezzo del biglietto, dovuto al fatto che l’ETAC non rientra nel circuito di Unico Campania, l’organizzazione che ingloba molte delle Società che gestiscono il Tpl presenti sul territorio: ciò costringe i pendolari ad acquistare, appena giunti in Benevento, un altro biglietto per le corse urbane dell’AMTS, la Società che gestisce il trasporto pubblico urbano.

I pendolari dei comuni del Fortore, che hanno raccolto un centinaio di firme, chiedono interventi calmieratori della spesa per la mobilità che sono costretti ad affrontare mensilmente, nonché una riconsiderazione dell’organizzazione delle corse sul territorio.

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mercoledì 3 agosto 2011

Il Culto di San Donato. Convegno a Castelpagano


L’Associazione Trediciarchi in collaborazione con il Comune di Castelpagano, e con il patrocinio dei comuni di Carlantino (Fg), Pietracatella (Cb) e Riccia (Cb), ha organizzato un Convegno di studi sul culto di San Donato nel Fortore e nell’Italia Centro-Meridionale.

La manifestazione si terrà Venerdi 5 Agosto, a partire dalle ore 18, nella Sala del Consiglio Comunale di Castelpagano (Bn). Dopo i saluti del Sindaco, Giuseppe Bozzuto, e delle autorità presenti seguiranno le relazioni di Don Donato D’Agostino – parroco di Pago Veiano, cittadina della quale il santo è protettore – su “San Donato vescovo e martire tra storia e leggenda”, di Michele Pasquale, con le “Testimonianze figurative di San Donato in centro e sud Italia.

Opere dal XIV al XIX secolo”, di Maria Libera Bozzuto, che parlerà del culto di San Donato nel Fortore, soffermandosi sulle espressioni particolari di religiosità popolare proprie di Castelpagano, Pietracatella e Carlantino, altri paesi nei quali San Donato è patrono. La serie degli interventi sarà conclusa da Vincenzo Lombardi, noto etnomusicologo molisano, con una relazione su “I Santi Donato, Vito e Paolo fra devozione e tradizione”. Spetterà al Presidente dell’Associazione Trediciarchi, Antonio Santoriello, il compito di coordinare l’evento.

La devozione verso San Donato, vescovo e martire della Chiesa, è particolarmente diffusa e sentita in tutta l’Italia Centro-Meridionale.

La festività ricorre il 7 agosto, coincidente con la data del martirio avvenuto per decapitazione nel 304 d.C. durante la persecuzione indetta contro i cristiani dall’imperatore Diocleziano. Furono i Longobardi a propagarne la venerazione nei loro Ducati, e, tra le prerogative che gli venivano, e gli vengono, attribuite vi è quella di protettore dall’epilessia, chiamato anche “mal di luna”, poiché anticamente questo male si riteneva provocato dall’influsso che il corpo astrale aveva sull’umore e sulla capacità di equilibrio psico-fisico degli esseri umani. La luna, appunto, è uno degli elementi pressoché fissi nelle sue rappresentazioni iconografiche, oltre al Vangelo, poiché ne fu indefesso divulgatore.

Cadendo la ricorrenza nel mese di Agosto, in alcuni paesi essa ha costituito l’occasione per la celebrazione delle feste del grano mediante l’allestimento dei carri recanti covoni in offerta al santo; in altri paesi a San Donato è invece collegato il rituale della “pesa”, consistente nell’offrire al santo la quantità di grano corrispondente al peso del bambino di cui si vuole richiedere la protezione.

martedì 2 agosto 2011

Campania, il Pdl prepara il blitz per aumentare il numero di assessori regionali

Fra trolley e valigie per il mare già pronti, il Consiglio regionale ha infilato nell’ordine del giorno dell’ultima seduta prima della chiusura estiva, il disegno di legge a iniziativa del gruppo Pdl per far lievitare la giunta sino a 14 componenti. Nel ddl prevista la possibilità per il governatore di nominare anche due sottosegretariLa sede della Regione Campania

Napoli. Agosto, mese di delibere impopolari da far passare in sordina. E cosa c’è di più impopolare di un provvedimento che ingrassa la Casta? Nonostante siano settimane di frenetico dibattito su come ridurre i costi della politica e i privilegi dei politici, la Campania va in controtendenza e prepara un bliz per domani, lunedì 1 agosto per aumentare il numero degli assessori regionali (ieri per chi legge). Fra trolley e valigie per il mare già pronti, il Consiglio regionale ha infilato nell’ordine del giorno dell’ultima seduta prima della chiusura estiva, il disegno di legge a iniziativa del gruppo Pdl per far lievitare la giunta sino a 14 componenti. Prima firmataria l’azzurra Daniela Nugnes.

Insaziabile, la Casta campana. Gli attuali dodici assessori al fianco del governatore berlusconiano Stefano Caldoro non sono sufficienti. Ne vogliono quattordici. E come se non bastasse, il ddl prevede l’introduzione di una figura sconosciuta a tutti gli Statuti regionali del Paese: i sottosegretari. Il governatore potrà nominarne due: con la facoltà di partecipare ai lavori della giunta.

Nella proposta è scritto che le indennità di funzione e le forme di previdenza dei nuovi membri dell’esecutivo “non comportano oneri di spesi aggiuntivi da sono dedotti dalle indennità degli attuali componenti della giunta regionale”. Traduzione: secondo i proponenti, il monte stipendi e contributi riservato a dodici assessori, retribuiti con 11.200 euro mensili e destinatari anche essi di una pensione a fine carriera grazie a una riforma dell’ex governatore Pd Antonio Bassolino, verrebbe ‘spalmato’ su quattordici assessori. E la legge risulterebbe a costo zero per la collettività. Ovviamente non è così.

A dirlo è l’assessore regionale al Bilancio, Gaetano Giancane, che a marzo ha inviato in commissione consiliare un’integrazione alla proposta del Pdl con la quale rileva che la crescita della giunta potrebbe “comportare nuove spese”. Secondo Giancane, l’eventuale approvazione del ddl Nugnes “comporterà sicuramente un aumento dei costi di funzionamento della struttura (segreteria, auto di servizio)” e necessiterà di una ulteriore copertura finanziaria.

Il voto potrebbe arrivare a un anno esatto dalla presentazione della proposta, protocollata il 28 luglio 2010. Da allora, il testo ha fatto avanti e indietro tra le commissioni consiliari, in attesa del momento propizio, e non senza qualche mal di pancia all’interno della stessa maggioranza. Tra i contrari, infatti, si è schierato a sorpresa anche il presidente del consiglio regionale, il Pdl Paolo Romano.

Se l’assemblea legislativa campana darà l’ok all’allargamento dell’esecutivo, Caldoro utilizzerà questa facoltà per rimpolpare la giunta di presenze femminili. Pochi giorni fa infatti il Consiglio di Stato ha ‘censurato’ la composizione della squadra di governo, quasi tutta al maschile, confermando l’illegittimità dell’ultima nomina di assessore, quella di Vito Amendolara, con delega all’Agricoltura, al posto del dimissionario Ernesto Sica. Per il massimo organo di giustizia amministrativa, Caldoro non ha pienamente rispettato l’articolo 46 comma 3 dello statuto regionale sulla “equilibrata presenza di donne e uomini”.

E l’opposizione di centrosinistra annuncia barricate contro l’aumento degli assessori. Parla di “risvolti paradossali” e di “scelta vergognosa” il segretario campano del Pd Enzo Amendola: “Caldoro presenta decisioni su sanità e trasporti usando lo slogan del rigore e dei tagli e poi prepara la nomina di due assessori in più e si inventa la figura dei sottosegretari. Uno schiaffo ai cittadini campani colpiti dalla crisi economica, a chi soffre quotidianamente la inazione della destra al governo”.

Per il vice capogruppo Pd Umberto del Basso de Caro “l’allargamento della giunta offende la dignità dei cittadini campani”. E il segretario campano di Idv, Nello Formisano, aggiunge: “Una cosa del genere non farebbe altro che aumentare la distanza tra i cittadini e le istituzioni, determinando ulteriore sfiducia della gente verso certa politica, attenta piu’ ai propri interessi che a quelli della collettività”.

www.ilfattoquotidiano.it

sabato 30 luglio 2011

Eolico campano: governo contro Regione


Postiamo un interessante articolo apparso su blitzquotidiano.it che riguarda direttamente il nostro territorio. A quanto riporta il quotidiano online l'esecutivo nazionale ha impugnato la cosiddetta "Legge Colasanto", dal proponente consigliere regionale del Pdl, sugli impianti eolici.


Il Consiglio dei Ministri, su proposta del ministro per i Rapporti con le Regioni e per la Coesione territoriale, Raffaele Fitto e su parere del ministero dello Sviluppo economico, ha impugnato la legge regionale della Campania sulle ''Disposizioni urgenti in materia di impianti eolici''.

La legge – e' scritto in una nota – e' stata censurata, in particolare, relativamente alla disposizione secondo cui la costruzione di nuovi aerogeneratori e' autorizzata esclusivamente nel rispetto di una distanza pari o superiore a 800 metri dall'aerogeneratore piu' vicino preesistente o gia' autorizzato.

Tale prescrizione generale – fa sapere la nota del Dipartimento per gli Affari regionali della Presidenza del Consiglio dei Ministri – si risolve ''in una aprioristica limitazione all'installazione di impianti eolici che non tiene conto delle diverse tipologie degli impianti e delle caratteristiche del sito scelto per l'insediamento, determinando un ostacolo alla costruzione di impianti eolici con effetti distorsivi della concorrenza, in violazione del principio di buon andamento e imparzialita' dell'azione amministrativa, sanciti dalla Costituzione e dai principi comunitari di ragionevolezza e proporzionalita' degli obblighi posti in sede di autorizzazioni alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili''.

La disposizione regionale, infatti, secondo il CdM, viola quindi il principio posto dalla direttiva comunitaria (2009/28/CE), in base al quale le norme nazionali in materia di procedure di autorizzazione agli impianti per la produzione di elettricita' devono essere proporzionate e necessarie e costituisce un ostacolo allo sviluppo della produzione di energia rinnovabile da fonte eolica che influisce negativamente sul raggiungimento degli obiettivi di produzione di energia da fonte rinnovabile, in violazione della Costituzione (art. 117, comma 1, e comma 2, lett. a).

Secondo quanto sottolinea ancora la nota, inoltre, ''la previsione regionale, ponendosi in contrasto con le linee guida per l'autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili (D.M. 10-9-2010, recepito dal d.lgs. n. 28/2010), che non consentono limitazioni e contingentamenti indiretti, concreta anche una violazione di principi fondamentali in materia di energia in violazione dell' articolo 117, comma 3, della Costituzione''.

www.blitzquotidiano.it

giovedì 28 luglio 2011

Estate baselicese 2011


Tutte le date e gli eventi che si terrano a Baselice nel mese di luglio e agosto.

5 serate di "Palcoscenici naturali" organizzate dalla Proloco di Baselice con il patrocinio del comune di Baselice.

30 luglio - liscio, in via Valfortore.
1 agosto - jazz, in via Luigi Capuano
3 agosto - Rock, villa comunale San Pietro
5 agosto - orchestra spettacolo, piazza Sant'Antonio
7 agosto - latino americano

10 agosto - Federico Poggipollini e i Radio zero
il piu grande evento di tutti i tempi: concerto presso il pub palazzo dei baroni.

12 agosto - festa dell'emigrante
13 agosto - festa anziani
14 agosto - vigilia festa madonna dell'Assunta con gruppo musicale
15 agosto - festa madonna dell'Assunta con gruppo musicale e fuochi d'artificio

19 agosto - memorial Franco Assabino con i Radio zero in concerto

Se ci sono ulteriori conferme e date, modificheremo il programma in allegato.
per aggiungere eventi contattateci. Restiamo in attesa di conoscere anche il programma della festa di settembre e di altri eventi previsti.

Lo staff del fans di Baselice (facebook)

mercoledì 27 luglio 2011

Psaut, no alla guerra tra poveri

di Vincenzo Sangregorio

In seguito agli ultimi sviluppi della vicenda PSAUT di San Bartolomeo in Galdo, mi sembra doveroso fare alcune considerazioni. Con delibera n. 103 del 08/10/2010 il Commissario Straordinario dell’ASL BN, Prof. Di Salvo, ha stabilito l’apertura del PSAUT di San Bartolomeo in Galdo con il contestuale trasferimento, in toto, del personale del 118 di Foiano di Valfortore all’interno dello stesso, lasciando Ginestra degli Schiavoni come unica postazione di emergenza territoriale; sede troppo decentrata rispetto al resto del Distretto.

In questo modo, il territorio dell’intero Fortore e pre-Fortore sarebbe rimasto privo di un’ambulanza per il trasporto in emergenza dei pazienti in Pronto Soccorso, con un ritorno ad una situazione di disservizi che appartiene al passato. Tanto per fare un esempio, se qualcuno, accidentalmente, avesse battuto la testa sui gradini del PSAUT di San Bartolomeo rompendosela, paradossalmente, avrebbe dovuto aspettare l’ambulanza medicalizzata proveniente da Ginestra degli Schiavoni!

A seguito di una richiesta di molti sindaci del Distretto, me compreso, il Commissario Straordinario dell’ASL BN, Prof. Di Salvo, persona operativa e attenta alle esigenze del nostro territorio, ha convocato un tavolo di discussione.
In tale sede è emersa, da parte dei vertici dell’ASL, la volontà di accogliere le richieste dei sindaci e mantenere il secondo punto di emergenza territoriale del Fortore senza compromettere l’apertura del PSAUT di San Bartolomeo, con ulteriori significativi sacrifici da parte dell’ASL (si passa da 6 a 12 unità mediche nel Fortore).

Nella stessa sede, il Commissario Di Salvo ha comunicato che sono in corso di definizione importanti accordi con gli Ospedali di Lucera e Foggia per l’accettazione delle emergenze provenienti da San Bartolomeo.
Un buon risultato ottenuto per tutti; unico motivo di conflitto è la sede dei suddetti punti di emergenza territoriale.
Poiché la sede del punto SAUT di Ginestra non è mai stata messa in discussione, di conseguenza, quasi tutti i sindaci presenti hanno ritenuto di suggerire Foiano come secondo punto di emergenza territoriale, in quanto situato in una posizione più centrale rispetto agli altri. Qualcuno, a questo punto, potrebbe obiettare che si poteva scegliere San Bartolomeo invece di Foiano…

In una logica di campanilismi, il ragionamento potrebbe essere condiviso. Il problema è che in quella sede abbiamo discusso della salute delle persone e, quando si tratta di vita e di morte, ritengo che i campanilismi vadano messi da parte.

Io, personalmente, sono convinto che è inutile una “guerra fra poveri”, ma mi arrendo di fronte all’evidenza dei fatti. Anzi, insieme ai sindaci della Valfortore stiamo cercando di costruire un percorso comune di tutela e valorizzazione del nostro territorio, facendo spesso sentire, all’unisono, la nostra voce e siamo convinti che solo in questo modo riusciremo ad ottenere una maggiore attenzione.

Personalmente, ritengo che, in un’ottica di efficienza del servizio dell’emergenza territoriale, si potrebbe chiedere con forza l’ambulanza medicalizzata (118) a San Bartolomeo in Galdo, solo mettendo in discussione la sede di Ginestra quale SAUT, in modo da permettere all’ambulanza di raggiungere tutti i paesi del Distretto nei tempi previsti dalla Normativa in materia di emergenza sanitaria.

Sono convinto che nell’attuale condizione (massimo 2 ambulanze medicalizzate e PSAUT per il Fortore) la scelta fatta dai sindaci sia la “meno peggio”. Mi sentirei a posto con la coscienza nel desiderare l’ambulanza a San Bartolomeo, insieme al PSAUT, solo se si individuasse come altra sede di 118 un comune più centrale rispetto al resto del Distretto, come potrebbe essere, ad esempio, San Giorgio la Molara. In questo modo, tutti i Comuni del Distretto avrebbero la garanzia di essere serviti in tempi accettabili (cartina alla mano).

D’altronde, come ho ribadito poc’anzi, non è mia intenzione scatenare guerre campanilistiche, ma vorrei che certe decisioni, riguardanti la salute di noi cittadini, fossero prese da chi, per mestiere nonché per deontologia professionale, ha l’obbligo di prenderle nella maniera più opportuna, a tutela delle persone assistite.

Sarei felicissimo, da un punto di vista politico, se i vertici dell’ASL decidessero, invece, che è San Bartolomeo in Galdo la sede migliore per un 118 pur mantenendo quella di Ginestra, tutelando, in questo modo anche i cittadini di Castelvetere, che è l’unico paese più distante da Foiano, ma non mi sento di prendere, da solo, questa grande responsabilità.

Mi auguro, infine, che la mia presa di posizione non venga strumentalizzata per fini di bassa politica di piazza, ma vorrei che fosse chiaro il mio intento di tutelare, non solo la popolazione da me amministrata, ma anche quella dei paesi con i quali dobbiamo fare fronte comune per evitare un costante impoverimento del territorio e della popolazione del nostro Fortore.

*Sindaco di San Bartolomeo in Galdo

martedì 26 luglio 2011

Una giornata tra uomini e caporali


Postiamo la mia inchiesta, pubblicata sul numero di giungo di "nuovo Paese Sera", sul drammatico fenomeno del caporalato nell'edilizia romana.

Arrivano alla spicciolata, uno due alla volta, sulle spalle uno zainetto con dentro la tuta da lavoro e qualcosa da mangiare. E formano subito dei capannelli, divisi rigidamente per nazionalità: da una parte del viale i romeni dall’altra i moldavi. Dopo una notte di temporali, il cielo è sereno. Sole, poggia o gelo cambia poco per loro. Sono disposti a tutto pur di portare a casa la paga di una giornata da manovali.

Ogni mattina sono un centinaio i lavoratori stranieri che si ritrovano qui davanti allo “smorzo” di Tor di Quinto, a nord di Roma. Gli “smorzi” una volta erano grossi pozzi dove veniva buttata la calce bollente, che una volta raffreddata, “smorzata” appunto, diventava polvere da utilizzare nei manufatti.

Oggi sono i punti vendita di materiale per l'edilizia. E braccia a basso costo, comprate illegalmente da venti a cinquanta euro al giorno, dipende da quello che c’è da fare. I “caporali” arrivano all’alba con i loro furgoncini e caricano di volta in volta gli operai di cui hanno bisogno. Carpentieri, manovali, elettricisti da portare nei cantieri della Capitale. Dopo le nove, invece, iniziano a passare cittadini e piccoli artigiani che hanno bisogno di operai per mettere a posto mattonelle del bagno o il verde di ville e appartamenti.

Siamo riusciti a mimetizzarci in mezzo a questo nuovo esercito di schiavi grazie all’unico sindacalista di cui si fidano. Daniel, romeno anche lui, aveva iniziato a lavorare nei cantieri come operaio, ora è l’avamposto della Cgil in questa terra di nessuno.

All’inizio sono sospettosi, diffidenti, poi grazie a Daniel iniziano a farsi coraggio e raccontare le loro storie. «Mi sono alzato alle quattro per essere alle sei qui davanti», dice Florin, muratore di cinquant’anni con moglie e due figli, «non sempre però ti fanno lavorare. Ci sono giorni che resto fino al pomeriggio senza essere chiamato. La sera quando torni è umiliante dire alla tua famiglia di non aver portato nemmeno un euro». Sul volto e negli suoi occhi i segni della fatica e della disperazione: «Non mi vergogno di dire che alla fine della giornata, senza soldi in tasca, sono costretto a andare a mangiare alla Caritas», conclude in un italiano approssimativo.

Su questo vialone, a poche centinaia di metri da Ponte Milvio, non c’è nemmeno un bar, per un po’ di ristoro o per usare i servizi igienici. «Ci trattano peggio degli animali», è il commento di un altro lavoratore. Parcheggiati in attesa dei “caporali”, che arrivano con una cadenza di cinque-dieci minuti, abbassano i finestrini, parlano con questi disperati. Una volta accettata l’offerta, vengono caricati sui furgoncini. Senza nessuna tutela. Senza nessun rispetto delle regole sulla sicurezza. «Io una volta», racconta Lucien, «sono stato a togliere i calcinacci in un appartamento al settimo piano facendo su e giù per i ponteggi, con un secchio di quarantacinque chili sulle spalle ti può succedere di tutto».

Alcuni romeni stanchi di aspettare si siedono a terra. Passano così il tempo, nella speranza che qualcuno li carichi. «Dicono che i romeni sono delinquenti», osserva Daniel, «ma questa è gente talmente orgogliosa da restare qui tutto il giorno invece che andare a chiedere l’elemosina o rubare».

Molti di loro, in passato, hanno avuto un lavoro regolare, ma sono stati i primi a perderlo quando è iniziata la crisi del mercato dell’edilizia. Hanno tutti tra i trenta e i cinquant’anni e sono la manovalanza più sicura da reclutare, senza rischiare l’incriminazione di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina: i romeni sono europei. «Fino all’anno scorso avevo un contratto a tempo indeterminato», dice Mihai, che di mestiere fa il carpentiere, «guadagnavo 1200-1300 euro per dieci-dodici ore al giorno. Poi il principale mi ha licenziato e ogni tanto per sopravvivere vengo anch’io a cercare lavoro negli smorzi».

Quello del lavoro nero è un grande affare sia per i “caporali” che per le imprese. Ma quando chiediamo chi sono questi procacciatori di braccia umane e se sono legati alle organizzazioni criminali, tutti hanno paura di parlare. Al massimo ci dicono che sono in prevalenza anche loro romeni o albanesi, all’inizio operai come loro, e ora passati dall’altra parte della barricata. «Il caporale», spiega Mihai, «recluta gli operai per 80-100 euro al giorno, poi 40-50 li dà a loro e il resto se li intasca lui». Succede spesso però che questa povera gente non venga nemmeno retribuita. «Ti promettono di pagarti a fine lavoro», confessa Alexandrescu, «invece poi non si fanno più trovare, cambiando addirittura la scheda sim del telefonino».

La situazione non cambia negli altri “smorzi” della città. Su viale Palmiro Togliatti oltre agli albanesi ci sono anche operai italiani. «All’inizio», dice Roberto Cellini, segretario romano della Fillea, sindacato degli edili della Cgil, «non ci volevo credere, ma poi mi sono dovuto ricredere di fronte all’evidenza. La gravissima crisi che ha colpito il settore ha portato alla chiusura di circa seicento aziende con la perdita di sei mila posti di lavoro. Così anche molti italiani, pur di sfamare letteralmente la loro famiglia, sono costretti a rivolgersi al caporale di turno».

La Cgil ha censito 40 “smorzi” dentro e fuori il raccordo anulare davanti ai quali avviene il reclutamento. E sono 4-5mila gli operai che vengono “caricati” sui pulmini dei caporali ogni giorno. Sostanzialmente senza rischi per chi gestisce il mercato illegale di braccia: la sanzione prevista è una multa di 50 euro. Non a caso, la Fillea, che della lotta al caporalato ne ha fatto una vertenza nazionale, ha chiesto al Parlamento di introdurre uno specifico delitto, con sanzioni adeguate, simili a quelle previste per il traffico di essere umani.

Non è solo una questione, pure importante, di diritti. La stessa Fillea ha denunciato in più occasioni le infiltrazioni mafiose nei cantieri della città. «Su Roma c’è questa presenza», afferma Cellini, «e non è una presenza che sparisce da un giorno all’altro, ma si va radicando nel silenzio assordante della politica. Ed è un aspetto che ci preoccupa molto». Per questo è stato firmato un protocollo tra le parti sociali e il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, per una maggiore trasparenza negli appalti e nei controlli sui cantieri della città. Soprattutto per quanto riguarda l’incolumità di chi ci lavora. L’anno scorso l’Inail ha registrato 13 incidenti mortali, ma gli ispettori del lavoro sono solo 20. E spesso capita che passino mesi o addirittura anni prima che un controllo venga fatto.

Anche l’Associazione costruttori edili romani (Acer) chiede di alzare il livello di attenzione. «Bisogna vigilare di più», avverte il presidente Eugenio Batelli, «soprattutto sulle aziende che utilizzano manodopera in nero. Sono queste imprese che, praticando una concorrenza sleale, mettono ancora più in difficoltà quelle sane. Per questo abbiamo creato delle commissioni paritetiche con le altre parti sociali. E’ più difficile intervenire, invece, nelle situazioni di caporalato diffuse nei lavori edili fatti da piccole imprese che lavorano per il privato. Queste situazioni sfuggono ancora al nostro controllo».

È quasi mezzogiorno. Davanti allo “smorzo” di Tor di Quinto, il traffico comincia a scemare. Loro, romeni da una parte, moldavi dall’altra, sono ancora qui. Ogni tanto passa qualche autopattuglia dei carabinieri, perché a quattrocento metri c’è una delle più importanti caserme di Roma. Lucian ha una canna da pesca. Poco distante passa il Tevere: «Se riesco a pescare, almeno stasera avrò qualcosa da mangiare». E non scherza.

sabato 23 luglio 2011

Irisbus: conviene trattenere chi vuole andare?


di Gaetano Pietropaolo*

L'acquiso dello stabilimento Irisbus da parte della DR Company è un pericolo da evitare o l'occasione, forse unica, di contribuire alla crescita di un'azienda automobilistica meridionale?

Negli ultimi giorni, importanti vicende stanno interessando lo stabilimento Irisbus di Flumeri (Avellino). Come è noto, si tratta di uno stabilimento di proprietà della Fiat che produce autobus e del quale il gruppo del Lingotto vuole disfarsi.
Di fronte a questa volontà, si è fatta avanti la DR Motor Company avanzando una proposta d’acquisto. Si tratta di un’azienda fondata nel 2006 a Macchia d’Isernia dall’imprenditore molisano Massimo Di Risio che costruisce, nei propri stabilimenti, automobili con componentistica Chery e Fiat.

Si tratta quindi di ciò che più assomiglia ad un’azienda produttrice di automobili, nata nell’Italia meridionale, anche perché proprietà, sedi direttive e stabilimento sono esclusivamente molisane. Benché caratterizzata da una forte joint venture con altre case, la DR Motor è un’esperienza che nemmeno il più ottimista osservatore, fino a dieci anni fa, avrebbe immaginato potesse nascere nel Sud Italia.

Le ultime mosse del gruppo inoltre, sembrano sempre più caratterizzarsi per la volontà di radicare proprio nel Mezzogiorno, da dove tutti scappano, Fiat per prima, le proprie radici ed il proprio futuro. La proposta d’acquisto dello stabilimento Irisbus dell’avellinese e, qualche mese fa, di Termini Imerese svelano una strategia coraggiosa e che può avere risvolti epocali per la storia dell’industria meridionale.

Le reazioni dei sindacati di fronte alla volontà di vendere lo stabilimento, da parte di Fiat, e di acquistarlo, da parte di Dr, sono state decisamente conservatrici. Da più parti sono emerse voci critiche e la richiesta a Fiat di mantenere stabilimento e livelli occupazionali.

Ma ciò che mi chiedo è se sia utile mantenere a forza chi se ne vuole andare e se, quella che si presenta, non sia invece per i lavoratori di Irisbus un’occasione forse irripetibile.
Fermo restando l’assoluta legittimità della pretesa di conservare tutti i posti di lavoro dello stabilimento (700) e dell’indotto, se queste garanzie arrivano dalla Dr, perché opporsi al cambio di proprietà? Ispira più fiducia chi vuole abbandonarti o chi vuole prenderti con se? Volendo guardare l’altra faccia della medaglia, questa potrebbe essere per i lavoratori irpini, l’occasione di contribuire, con il proprio lavoro, alla nascita di un’azienda automobilistica tutta meridionale, con management meridionale, dipendenti e stabilimenti meridionali. Una realtà che potrebbero, più di ogni altra, sentire propria.

Una realtà che prima di decidere di smantellare uno stabilimento ci penserebbe due volte, perché in questo territorio è nata, vuole crescere e ad esso è inesorabilmente legata. Provocazioni di Marchionne a parte, è chiaro che Fiat non andrà mai via da Torino. Allo stesso modo, Dr perché dovrebbe abbandonare il suo territorio? Al di là delle strategie, le aziende, anche se globalizzate, sono fatte di persone. Queste hanno sentimenti, aspirazioni ma anche legami e radici. E qualcosa mi dice che se in un momento storico in cui tutti scappano dal Mezzogiorno Di Risio vuole ancorarvisi con forza, potrebbe valere la pena ascoltarlo e, se ha qualcosa di interessante da dire, dargli fiducia.

*coordinatore L'ALTRO SUD

mercoledì 20 luglio 2011

Quella strana voglia di Molisannio


L’abolizione delle province sembra diventato uno dei dibattiti più accesi nello scontro politico. Dal parlamento, FLI e IdV hanno già messo in moto i rispettivi popoli per una raccolta firme volta ad eliminare gli enti più prossimi al cittadino dopo il comune.

Sorgono dubbi, certezze, paure. Se è vero, ed è vero, che le 110 province italiane siano semplici organi mangiasoldi, il cui 73% (fonte – aboliamole.it) dei costi serve soltanto a pagarne i dipendenti e le bollette (e le auto blu e i costi di rappresentanza), vanno senz’altro considerati altri importanti fattori.

La dislocazione dei servizi, in primis: la provincia come centro servizi serve. Ci sono casi in cui raggiungere il capoluogo di regione significa affrontare un viaggio di cento e più chilometri. Ciascuna provincia mantiene al suo interno importanti uffici che, si spera, non vengano smembrati o dislocati in caso di abolizione della “provincia politica”. Questo è il punto. Basterebbe, per garantire ad ogni territorio un minimo di autonomia e indipendenza, eliminare l’organo politico, mantenendo però una divisione territoriale nominale.

UN CASO CONCRETO – La provincia di Benevento. Tale provincia, in Campania, è una minoranza assoluta. Meno di 300mila abitanti (pensiamo che la sola provincia di Caserta arriva a 900mila, Napoli supera i 3 milioni, Salerno il milione) e soltanto 3 consiglieri regionali. Poco, troppo poco.

Benevento si appresta a diventare periferia forzata di Napoli, subendone inerme (e più di quanto già faccia) le decisioni e le scelte.

La regione Molise, dall’altra sponda, rischia di morire. Come la Valle d’Aosta. Regioni molto piccole che rischiano di perdere la piccola autonomia della quale godono. La Valle d’Aosta, però, possiede lo status costituzionale di regione autonoma, il Molise no, rischiando di essere accorpato nuovamente (come prima del 1963) all’Abruzzo.

LA SOLUZIONE – Queste piccole realtà, immerse in una regione immensa (si pensi alle differenze tra Napoli e Benevento) perderebbero ogni capacità di muoversi e fare sforzi. Ma la soluzione ci sarebbe, e non è nuova.

Al Molise (300 mila abitanti) potrebbe aggiungersi il Sannio Beneventano (altri 300 mila) più alcuni comuni “di confine” di Puglia, Abruzzo, Alto Casertano. Il progetto raggiungerebbe il milione di abitanti e una nuova regione, il MoliSannio, potrebbe finalmente vedere la tanto agognata luce.

Lontano dallo sfruttamento dei giganti della politica e in nome dell’autonomia locale.

www.sannioweek.it

BASTA CON LA CASTA E LA CORRUZIONE

Siamo stufi di vivere quotidianamente i soprusi della Casta che pensa
soltanto a conservare potere e privilegi.
Siamo stufi di chi ci governa, che fa pagare la crisi finanziaria
esclusivamente agli italiani dai redditi più bassi e medi, i
lavoratori, le donne, i pensionati e gli studenti e le famiglie.
Siamo stufi di questi politici che fino a ieri negavano l’esistenza
della crisi economica e che anzi affermavano che sarebbe stata
necessaria solo una piccola manovra fiscale, in quanto l’Italia era
sana dal punto di vista economico, addirittura il Paese messo meglio
in Europa.

Siamo stufi di indagati e pregiudicati che siedono impunemente in Parlamento.
Siamo stufi di una Casta bugiarda che adesso rastrella i 70 miliardi
di euro necessari a impedire il fallimento dell’Italia senza toccare i
redditti alti e gli speculatori finanziari.
Siamo stufi di questa Casta che non ha la minima intenzione di ridurre
gli enormi costi della politica che frena la crescita e penalizza le
imprese sane a vantaggio degli evasori fiscali e di chi vìola le
regole.

Per questo pensiamo che sia arrivato il momento di ribellarsi,
facciamo Piazza pulita, con una mobilitazione che cominci con presidi
in tutte le cittá italiane e che culmini con una manifestazione per il
giorno sabato 10 settembre a Roma e una assemblea permanente il giorno
11 settembre.

Facciamo Piazza Pulita:
1897 miliardi euro Debito pubblico
79 miliardi di euro Manovra finanziara
17 miliardi all’anno Costo Province
8.000.000 Italiani in poverta’ assoluta
11.000 euro lo stipendio dei parlamentari
per questo chiediamo immediatamente:

* La diminuizione del numero dei parlamentari
* Il dimezzamento delle indennitá dei parlamentari
* La revisione dei rimborsi elettorali ai partiti
* Una seria e severa legge anticorruzione
* L’abolizione delle province
* L’eliminazione dei vitalizi dei politici a tutti i livelli
* La cancellazione dei privilegi della politica: abuso di scorte
ed auto blu, viaggi gratis non giustificati da impegni istituzionali,
eccetera.

Oliviero Beha
Amedea Di Somma
Paolo Flores d’Arcais
Dario Fo
Jacopo Fo
Francesca Fornario
Alessandro Gilioli
Giulia Innocenzi
Margherita Hack
Massimo Malerba
Franz Mannino
Gianfranco Mascia
Adele Palazzo
Marco Quaranta
Franca Rame
Guido Scorza
Antonio Tabucchi
Emanuele Toscano
Marco Travaglio

lunedì 18 luglio 2011

RACCOMANDAZIONE BREVE

Impressioni di un anonimo avventore

Questa che vi apprestate a percorrere
Fu “via dritta”,
Testimone di quando le porte sorvegliavano l’abitato
quasi millenaria è la sua cultura.
Innumerevoli individui
Ha accompagnato,
Verso botteghe, case, la chiesetta,
poi verso un piccolo ospedale, la chiesa, il castello,
eppure alla gogna,
ma stasera, verso la musica
non da guida,
no,
da silenziosa interprete,
che gli animi più pazienti ed attenti
solo sapranno ascoltare.


Con questa raccomandazione breve tanti avventori, baselicesi e non, hanno partecipato alla Prima di "Musica tra le porte", organizza dalla Proloco. Musica miscelata a storia antica, un paese sperduto del Fortore e grandi come Mozart, questa l'alchimia che si è respirata quella sera. Ed il mio paesino, timidamente ha retto il confronto con l'autorevolezza della musica classica orchestrale, prima abbracciandola e poi baciandola. Davvero brava Luciana Canonico al pianoforte, impeccabili gli orchestrali.

sabato 16 luglio 2011

Baselice tra i primi 'Comuni ricicloni' del Sud


Ad appena poco più di un anno (1 marzo 2010) dall'inizio della raccolta differenziata con la metodologia del cosiddetto "porta a porta” il comune di Baselice si è già contraddistinto per i risultati raggiunti. Infatti, nella annuale classifica dei "Comuni ricicloni", la tradizionale manifestazione organizzata da Legambiente, con il patrocinio del ministero dell'Ambiente, il 14 luglio scorso ha premiato a Roma, presso l'Hotel Quirinale, tutti i comuni virtuosi d'Italia e tra questi anche quello di Baselice. Nella classifica dei comuni del Sud Italia con meno di 10 mila abitanti il comune fortorino si è classificato tra i primi venti Comuni d'Italia ed al secondo posto di quelli della provincia di Benevento.

A ritirare l'ambito premio - dietro regolare invito a Roma - sono andati il sindaco Domenico Canonico, il vice Giuseppe Ferro e l'assessore all'ambiente Salvatore Brancaccio, insieme al responsabile organizzativo (della raccolta) Leonardo cece, ai quali la commissione di Legambiente presieduta dal direttore Andrea Poggio ha conferito l'attestato di merito del comune che si è contraddistinto in base all'indice di "buona gestione" della raccolta differenziata dei rifiuti.

"Un risultato di tutto rispetto, che ci onora e ci inorgoglisce - ha affermato il sindaco Canonico - anche perché ad appena un anno dall'inizio della raccolta differenziata pura dei rifiuti non credevamo di poter raggiungere un risultato del genere. questo grazie al fattivo impegno ed alla laboriosità dell'Amministrazione comunale ed in particolare dell'assessore Brancaccio il quale a distanza di qualche mese dall'insediamento si è subito attivato per l'organizzazione e la messa a punto operativa del ciclo virtuoso dei rifiuti. a dire il vero, a ben vedere la situazione che abbiamo ereditato non era delle migliori, in quanto tra le varie problematiche che ci siamo trovati ad affrontare da subito vi era proprio l'avvio della raccolta differenziata dei rifiuti, e con il dato del 2009 appena vicino al 20% e sulla base della nota prefettizia che ci sollecitava ad attivare la differenziata, pena il commissariamento, non ci trovavamo nelle serene condizioni psicologiche per operare. ad ogni buon conto bisogna rilevare che la percentuale del 65,9% ( che ci ha consentito tale posizionamento) è stata raggiunta a fronte di una tassa dei rifiuti che è sicuramente tra quelle più basse della Regione Campania".

“Il prossimo obiettivo - dichiara Brancaccio - dopo quello dell'ulteriore potenziamento della raccolta degli indumenti usati e del miglioramento delle varie tipologie della raccolta differenziata, sarà quello di istituire, per le famiglie, la raccolta degli oli vegetali e del tetrapak. A settembre, con l'apertura del nuovo anno scolastico organizzeremo un convegno per divulgare e sensibilizzare sempre di più le generazioni del futuro verso tale obiettivo, che ha tra i compiti primari quello della salvaguardia dell'ambiente. Un vivo plauso di ringraziamento va sicuramente a tutta la cittadinanza per la fattiva e necessaria collaborazione, oltre che per l'alto senso civico dimostrato; un grazie, infine, anche alla Sogesi, società che ha gestito, avviato e sensibilizzato la raccolta differenziata nel nostro comune".

mercoledì 13 luglio 2011

"Elettrodotto, nessuna tutela per cittadini e territorio dalle istituzioni"

Dopo aver “incontrato il più scoraggiante disinteresse politico ed istituzionale” nel ”porre in risalto il pericoloso impatto ambientale, economico, sociale di un elettrodotto da 380.000 volt”, il Comitato per la Salvaguardia del territorio Sannita, nell'esporre nuovamente le problematiche inerenti la realizzazione dell'elettrodotto Benevento-Foggia nella zona del Fortore e in particolare di Monte La Guardia (località visibile da oltre 50 chilometri di distanza, da punti di angolazione diversi in tutto il territorio e zona di interesse archeologico e paesaggistico)” torna ad auspicare “il formarsi di un'attenzione in merito. Di recente, lasciava ben sperare una dichiarazione (pubblicata sulla testata Bmagazine) dell'assessore alle politiche energetiche della Provincia Gianvito Bello che, rompendo il muro di silenzio, affermava che avrebbe chiesto in conferenza di servizi l'interramento del tracciato dell'elettrodotto nel Fortore.

"Ci scontriamo con discorsi economici perché interrare un elettrodotto costa di più rispetto a una linea aerea però dov’è necessario bisogna farlo assolutamente", ha affermato l'assessore perentoriamente.

Il 4 Luglio giunge la notizia: "ok definitivo alla realizzazione del nuovo elettrodotto". Ringraziando l'assessore Bello per l'interesse dimostrato, gli chiediamo: quando e come chiederà l'interramento dopo l'ok definitivo? Cosa è possibile fare adesso per ridurre i fortissimi rischi ed impatti visivi connessi al nuovo elettrodotto? E' possibile, inoltre, che Gianluca Aceto assessore all'ambiente della Provincia, sollecitato senza esito ad intervenire sul tema, non abbia un Suo parere in merito?

Se le istituzioni pubbliche, espressione della tutela e salvaguardia del territorio e dei suoi cittadini, riservano tale attenzione alle problematiche avanzate dai circa 2000 cittadini interessati che hanno sottoscritto la petizione pubblica per dire NO alla situazione che di fatto si sta venendo a creare, allora si rende necessario domandarsi quali altri modi hanno a disposizione i cittadini per partecipare attivamente alle scelte che li riguardano direttamente? Quali altri modi hanno a disposizione i cittadini per partecipare attivamente alle scelte che hanno riflessi sulle loro condizioni di vita presenti e future e non dover subire decisioni imposte da parte di coloro che invece dovrebbero essere espressione del volere delle stesse popolazioni che gli hanno conferito mandato ad amministrarle?

E inoltre, se è vero che “la nuova infrastruttura, consentirà 30 milioni di euro l'anno di risparmio in bolletta per imprese e cittadini ...dovuti all'incremento di 1000 MW di capacità produttiva” quali sono le fonti di finanziamento (a carico di quali enti) a copertura di tali investimenti e in che modo (ossia in quanti anni e come) ne è stato calcolato il ritorno? Contemporaneamente quali sono, tradotti in termini economici, gli effetti ambientali e sociali sia diretti che indiretti di tale infrastruttura su tutto il territorio e in particolare su quello del Fortore?

Se è vero che ai cittadini sarebbero stati riservati vantaggi nei termini sopra esposti, in che modo si pensa di dare concretamente attuazione al raggiungimento degli obiettivi di risparmio dichiarati?”.

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martedì 12 luglio 2011

E' in distribuzione il numero 2 di "Fortore"


E’ da pochi giorni in distribuzione il secondo numero del periodico “Fortore”, edito dall’Associazione Trediciarchi. L’Associazione, con sede a Riccia, ha come fini quelli di svolgere attività di studio, di ricerca, di informazione e di documentazione per favorire la conoscenza dell’area del Fortore nella sua estensione extra regionale e contribuire sia al recupero del patrimonio storico, artistico, demoetnoantropologico, archeologico, naturalistico e ambientale, sia alla riscoperta di una comune identità che trova fondamento nelle affinità etniche, culturali ed economiche della popolazione presente sul territorio.

Il nuovo numero è ricco di notizie e di articoli che evidenziano queste affinità e, soprattutto, fanno conoscere approfonditamente aspetti poco noti e attrattive delle nostre comunità. A partire dall’editoriale di Giovanni Mascia, opportunamente intitolato “Invito al Fortore”, è tutto un susseguirsi di scritti e di curiosità, storico, artistiche, archeologiche o relative alle tradizioni religiose e culinarie fortorine.

Tra gli articoli segnaliamo quello sulle Feste del Grano di San Marco dei Cavoti e di Jelsi; quello sui principi de Capua, feudatari di Roseto Val Fortore, Molinara, Riccia, Pietracatella, Gambatesa, ecc., scritto dal direttore del giornale Antonio Santoriello; quello su San Giovanni eremita da Tufara che, giustamente, può essere considerato il patrono della valle del Fortore e la cui venerazione, ad oltre nove secoli dalla morte, non è venuta mai meno, anzi si è ingigantita. Molto utile ed interessante risulta essere la rubrica “Appuntamenti”, che registra gli eventi festivi, dalle sagre alle feste patronali, che verrano svolti durante i mesi di luglio e di agosto negli oltre trenta paesi ricadenti territorialmente nell’area fortorina molisana, campana e pugliese.

lunedì 11 luglio 2011

"Libera il Sannio dalla criminalità"


“LIBERA Benevento, nella persona del referente provinciale Amleto Frosi, plaude alla Procura della Repubblica di Benevento e, in particolar modo, al Procuratore Capo Dott. Giuseppe Maddalena, per l’azione di sequestro di beni effettuato ai danni di sospetto affiliato alla camorra nella nostra provincia, confermando di fatto che non esistono terre immuni dal rischio di infiltrazioni mafiose. Libera Benevento – si legge appunto nella nota diffusa alla stampa - sente l’impegno di rafforzare le difese della società civile a supporto di patrimoni esposti a rischio di espoliazione a vantaggio di associazioni criminali.

Quanto più una zona è di pregio, quanto più è lontana dal pericolo di infiltrazioni mafiose tanto più è appetibile e sicura per gli affari loschi della malavita organizzata. Le istituzioni non possono essere lasciate sole, così come non bastano le deleghe alle forze dell’ordine o alla magistratura, occorre rafforzare i presidi dei cittadini, alzare i livelli di allerta e richiamare ad una maggiore attenzione chi vi è preposto”.

Amleto Frosi ricorda inoltre “la raccolta di firme che nel 1996 ha permesso di dare vita alla Legge 109 sulla confisca dei beni ai mafiosi e l’impegno costante di LIBERA sulle attività del riuso sociale dei beni con la nascita di LIBERA TERRA. Cooperative in tutta Italia che coltivano i terreni tolti ai mafiosi per darci prodotti biologici dal sapore di giustizia. Coltivano speranza i molti giovani che oggi si trovano nei campi confiscati. Migliaia di volontarie e volontari provenienti da diverse regioni d'Italia e del mondo scelgono ogni anno di fare un' esperienza di lavoro, di volontariato e di formazione civile prendendo parte ai campi di lavoro sui terreni confiscati alle mafie e gestiti dalle cooperative sociali di Libera Terra per trasformare una sfida in un progetto di economia sociale che vince nella legalità, nella qualità, nella sostenibilità e anche nei mercati”. Per questo Frosi lancia l’iniziativa “LIBERA il Sannio” dalla criminalità.

Per aderire inviare una mail a: benevento@libera.it o fax 082422491.

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In Campania il maggior numero di disoccupati

La metà dei disoccupati italiani, un milione di persone, è concentrata al Sud. In Campania il tasso di disoccupazione supera il 15% (quasi il doppio rispetto alla media nazionale dell'8,6%) e nella altre regioni meridionali non ci si discosta troppo da questi livelli. Gli ultimi dati Istat confermano che l'emergenza lavoro nel Mezzogiorno è a livelli altissimi.

Molto diversa la situazione al Nord, dove, soprattutto il Trentino Alto Adige e la Valle d'Aosta, ma anche l'Emilia Romagna e il Veneto possono vantare quote di senza lavoro esigue, pari a circa un terzo rispetto a quelle registrate nel Mezzogiorno. Insomma, i dati dell'Istat riferiti al primo trimestre del 2011 parlano chiaro: dei 2,155 milioni di disoccupati in tutto il Paese circa il 50% si trova al Sud (1,003 milioni), il 35% al Nord (762 mila), e la parte rimanente al Centro (il 18% pari a 390 mila).

A livello di singole regioni, come detto, la Campania registra sia il tasso più alto di disoccupati (15,6%), che il numero complessivo maggiore (286 mila). Ciò significa che questa sola regione assorbe il 13% dei disoccupati in Italia. E la Sicilia mette a segno una performance molto simile, tanto che insieme le due regioni arrivano a totalizzare oltre mezzo milione di disoccupati.

Se si guarda alla situazione delle donne, le quote di senza lavoro lievitano ancora, con la Sicilia che detiene la maglia nera, registrando per la componente femminile un tasso del 18,1%.

Risalendo la Penisola i tassi di disoccupazione si abbassano fino ad arrivare a regioni come il Trentino Alto Adige (3,9%) o la Valle D'Aosta (4,4%). Tra le grandi regioni italiane molto bene fanno l'Emilia Romagna, che limita la quota al 5,2% e il Veneto (5,4%).

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domenica 10 luglio 2011

Caldoro: «Ok ai rifiuti in Irpinia e nel Sannio»

(Sanniopress) – La firma è arrivata al termine di un’altra giornata di tensioni sul fronte monnezza. Il governatore Stefano Caldoro ha dato l’ok all’ordinanza per il conferimento della spazzatura prodotta a Napoli e Salerno nelle province di Caserta, Benevento e Caserta.

In breve, la Regione s’è arresa di fronte all’impossibilità di provincializzare il ciclo rifiuti, (ognuno si cura la sua immondizia), soprattutto nell’obeso capoluogo che crea tonnellate 1500 al giorno, e dell’imminente collasso dei siti di trasferenza a Napoli, Acerra e Caivano. Pertanto, «preso atto della permanenza di condizioni di criticità derivanti dalla non autosufficienza del sistema di gestione» nei territori di Napoli e Salerno, la Regione ha predisposto i conferimenti negli impianti delle province di Avellino, Benevento e Caserta.

Nel Sannio non l’hanno presa bene: l’assessore provinciale Gianluca Aceto ha comunicato al responsabile flussi della Regione, Raimondo Santacroce, l’indisponibilità della discarica Sant’Arcangelo Trimonte a ricevere ulteriore pattume. Questo perché «la discarica è sotto sequestro, in attesa della messa in sicurezza da una frana, e in attesa dei monitoraggi ambientali».

FONTE: CORRIERE DEL MEZZOGIORNO

giovedì 7 luglio 2011

L’innaffiatore del cervello di Passannante: Ulderico Pesce racconta una vera storia di libertà e d’amore


“Com’è possibile presentare in quel modo chi desidera uccidere un essere umano? Quale messaggio si vuole far passare? E’ stato giusto, per carità cristiana, agire affinché ai resti del criminale venisse data adeguata sepoltura. E le condizioni di reclusione del Passannante non furono certamente umane, anche se in linea con gli standard europei del tempo per un reato così grave. Ma è aberrante definire “idealista” o “eroe” un aspirante assassino. Nessun ideale giustifica un tentativo d’omicidio ed ogni idea che ammette l’omicidio è criminale.” www.mentecritica.net

Questo è un estratto del comunicato di casa Savoia, in seguito all’uscita (24 giugno 2011) del film “Passannante” di Sergio Colabona, con Fabio Troiano, Ulderico Pesce, Andrea Satta, Alberto Gimignani, Bebo Storti, Massimo Olcese. Il lavoro di ricerca e ricostruzione storica è precedente al film, infatti è stato Ulderico Pesce che dal 1999 in poi, ha condotto una battaglia civile e politica per rimuovere dal Museo di Criminologia di Roma, i resti del corpo di Giovanni Passannante, esposti al pubblico per 70 anni. Nel 2007 Giovanni Passannante è ritornato a casa (è stato sepolto a Savoia). Il monologo teatrale “L’innaffiatore del cervello di Passannante”, dedicato alla storia di questo giovane libertario lucano, racconta la vicenda tragica di un uomo che, non tanto per il suo gesto, ma per le sue idee venne punito in vita e in morte.

Chi è Ulderico?

Mio nonno ha fatto l’arrotino, girava per i paesi della Basilicata, della Calabria, della Puglia e di parte della Campania e “ammolava” coltelli raccontando storie di anarchici, antifascisti, operai, braccianti e altro. Io ho seguito mio nonno nell’infanzia e mi ricordo che si piazzava davanti alle macellerie e parlava forte che lo sentivano tutti e raccontava le cose che vedeva o quelle che suo padre gli aveva raccontato. Era buono, onesto, simpatico ed era socialista. Però quando crescevo negli anni ’70 e ’80 era difficile diventare “arrotino-narratore” perché in Italia il mestiere di arrotino stava scomparendo ed era anche difficile occuparsi di braccianti visto che le terre erano in abbandono e l’agricoltura affidata a grandi imprese. E allora non mi rimaneva che fare l’attore-narratore. Cominciai a studiare per diventarlo ma senza perdere di vista mio nonno. Oggi racconto in giro per l’Italia storie di emigrazione, centrali atomiche, clandestini, petrolio… tra le storie più belle che ho conosciuto c’è questa dell’anarchico Passannante. I suoi resti stavano in mostra nel Museo del Crimine di Roma e grazie al teatro e alla raccolta di firme gli abbiamo restituito la dignità della sepoltura.

mercoledì 6 luglio 2011

In ricordo di Michele Maddalena


Questa mattina, presso la Basilica di San Bartolomeo al Corso Garibaldi di Benevento, è stata celebrata una Santa Messa di suffragio per il compianto consigliere provinciale Michele Maddalena, scomparso lo scorso anno.

Presenti al rito, officiato dal rettore della Basilica, mons. Mario De Santis, i familiari di Maddalena, il vicepresidente della Giunta Antonio Barbieri, il vicepresidente del Consiglio provinciale Giuseppe Lamparelli, numerosi assessori e consiglieri provinciali, oltre che dirigenti, funzionari e dipendenti dell’Ente. Assenti, a causa di impedimenti personali, il presidente della Provincia Aniello Cimitile e il presidente del Consiglio Giuseppe Maria Maturo che hanno fatto giungere un messaggio di cordoglio e di vicinanza alla famiglia dello scomparso; così come ha fatto il consigliere provinciale e senatore Cosimo Izzo.

Nel corso della celebrazione, mons. De Santis ha ricordato le doti umane e politiche di Maddalena che aveva speso la sua vita per il Fortore, area dalla quale proveniva, per tutelarne identità culturale e per promuoverne lo sviluppo socio-economico, ed ha sottolineato l’importanza per i colleghi assessori e consiglieri di raccogliere la sua eredità per svolgere l’attività politica secondo il Magistero della Chiesa che la definisce “arte nobile da esercitare per il bene comune”.

martedì 5 luglio 2011

TERNA, AUTORIZZATO NUOVO ELETTRODOTTO BENEVENTO-FOGGIA

Via libera definitivo alla realizzazione del nuovo elettrodotto a 380 kV ''Benevento II-Foggia'', tra Campania e Puglia. Dopo un iter durato oltre quattro anni e mezzo, nei giorni scorsi e' stato rilasciato infatti il decreto da parte del Ministero dello Sviluppo Economico e il Ministero dell'Ambiente, d'intesa con le Regioni Campania e Puglia.

La nuova infrastruttura, spiega Terna, consentira' 30 milioni di euro l'anno di risparmio in bolletta per imprese e cittadini e l'abbattimento di piu' di 105 km di vecchi elettrodotti. Per la realizzazione dell'opera Terna ha previsto un investimento di oltre 90 milioni di euro, comprensivo delle attivita' di riassetto della rete a 150 kV collegata alla stazione elettrica di Benevento, in linea con il Piano di Sviluppo della rete.

''Notevoli i benefici elettrici ed economici - sottolinea il gestore della rete - oltre ad una maggiore affidabilita' e sicurezza del sistema elettrico dell'area, la nuova linea elettrica produrra' un risparmio complessivo per gli utenti pari a circa 30 milioni di euro l'anno, dovuti all'incremento di 1.000 MW di capacita' produttiva (500 MW da produzione piu' efficiente e 500 MW da produzione eolica). Sul fronte ambientale la ''Benevento II - Foggia'' consentira' una riduzione di CO2 in atmosfera pari a 150 mila tonnellate l'anno, a cui si aggiungono i benefici derivanti dalla razionalizzazione associata: saranno 105 i km di vecchie linee aeree demoliti e 30 i km di elettrodotti interrati, a fronte della realizzazione di 83 km di nuove linee''.

La linea elettrica, prosegue la società', ''è una delle infrastrutture energetiche piu' importanti previste da Terna nel meridione. L'opera consentira' un maggior utilizzo di energia in un'area, come la Campania, che ha un notevole consumo energetico e un deficit di produzione per circa il 50% del suo fabbisogno'' oltre ad ''assicurare il pieno utilizzo dell'energia prodotta dagli impianti tradizionali e alimentati da fonti rinnovabili, sia esistenti che in corso di autorizzazione o di costruzione''.

(Fonte: Asca)

lunedì 4 luglio 2011

Sede del giudice di pace, si candida il comune di Sbig

Il Presidente della Corte di Appello di Napoli ha avanzato al Ministro di Grazia e Giustizia una proposta di riorganizzazione degli Uffici del Giudice di Pace nel Sannio e l'Amministrazione di San Bartolomeo, con propria delibera di Giunta, esprime la disponibilità del Comune ad accogliere gli uffici in locali di proprietà comunale, più confacenti allo scopo.

Nel caso di accoglimento della richiesta, i locali saranno concessi all'Amministrazione giudiziaria in uso gratuito, inoltre il Comune si è impegnato sin d'ora ad accollarsi il costo di eventuali interventi di adeguamento degli uffici da destinare a sede del Giudice di Pace.

Il Comune di San Bartolomeo in Galdo, ricordiamo, già ospita il Comando Compagnia dei Carabinieri, il Comando Brigata della Guardia di Finanza, il Comando Stazione del Corpo Forestale dello Stato, l'Agenzia delle Entrate (Sezione staccata di Benevento), la sede della Comunità Montana del Fortore ed il Centro per l'Impiego.
Negli anni addietro, il Comune di San Bartolomeo è stato anche sede del Giudice di Pace, ma nel 1998, a seguito di un Decreto del Presidente della Repubblica, l'Ufficio veniva soppresso ed accorpato a quello di Colle Sannita.
A tutt'oggi la sede è ancora presso il Comune di Colle, “in una collocazione – si legge nella delibera di Giunta del Comune di San Bartolomeo – non conforme alle normative vigenti in materia di eliminazione e superamento delle barriere architettoniche”.

Inoltre, “di fatto – afferma l'Amministrazione – la maggior parte del contenzioso, sia civile che penale, gestito dall'Ufficio del Giudice di Pace di Colle Sannita è generato dal Comune di San Bartolomeo in Galdo, che, tra i Comuni facenti parte del mandamento, è quello che può vantare il maggior numero di abitanti, e circa il doppio rispetto a Colle Sannita”.

Secondo la proposta del Presidente della Corte di Appello di Napoli, avanzata al Ministro di Grazia e Giustizia, di riorganizzazione degli Uffici del Giudice di Pace nel Sannio, questi passerebbero da undici a quattro: in particolare quelli di San Giorgio del Sannio e Vitulano sarebbero accorpati a Benevento, San Giorgio la Molara a Colle Sannita, Sant'Agata dei Goti e Montesarchio ad Airola, Cerreto e Solopaca a Guardia Sanframondi.

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domenica 3 luglio 2011

La TeenOrchestra in concerto a Baselice


E' “Musica tra le porte”, organizzato dalla Pro Loco di Baselice – in collaborazione col il Conservatorio “N. Sala” di Benevento - , uno degli appuntamenti più interessanti di questa prima domenica di luglio nel Sannio. Nel centro fortorino, infatti, questa sera alle ore 21.30, in piazza Castello si esibirà appunto il più giovane ensemble dell'istituzione musicale sannita, cioè la la TeenOrchestra, diretta dal Maestro Gianluca Giganti e che fra i solisti avrà anche la giovanissima Luciana Canonico, pianista non vedente di Baselice, il cui indiscusso talento musicale cle ha già permesso di assaggiare le assi di importante ribalte, come il Teatro di San Carlo a Napoli.

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