Il sud e la povertà educativa |
Ed è un pugno allo stomaco.
Nel Meridione quasi un adolescente su due non sa fare semplici calcoli di matematica (il 44,2 per cento), e poco più di uno su tre ha difficoltà a leggere (il 34,5 per cento). In pratica gli adolescenti meridionali non raggiungono i livelli minimi di competenza che hanno i loro coetanei del nord, dove solo il 16 per cento ha questo tipo di problematiche.
Un vero dramma che pone al vertice della classifica tutte le regioni del sud, dove per bambini e minorenni sono scarsissime l’offerta di servizi e le opportunità formative. Qui manca di tutto.
Dagli asili nido alle scuole a tempo pieno, dai libri alle attività artistiche. Una realtà drammatica dove si fa pochissimo sport e dove perfino internet non trova appeal nel tempo libero dei ragazzi.
In Campania ad esempio - come documenta lo stesso Indice di povertà educativa (Ipe) elaborato dall’organizzazione - scarseggiano i servizi per la prima infanzia.
Appena 2,8 bambini su 100 da zero a due anni sono presi in carico dagli asili pubblici. Un dato che scende in Calabria (2,5 per cento) e che registra valori non proprio alti in Puglia (4,5 per cento), Sicilia (5,3 per cento), Basilicata (7,3 per cento) e Abruzzo (9,5 per cento).
Una deprivazione educativa che aggregata alla povertà economica colpisce soprattutto il Sud ma non risparmia neanche le regioni del nord, le quali sono “ricche”di offerte formative (vedi Friuli e Lombardia) ma che tuttavia perdono il confronto con il resto dell’Europa.
Tanto che nessuna regione italiana è in linea con alcuni obiettivi europei, come la copertura degli asili nido che dovrebbe essere del 33 per cento, ma che arriva a stento al 26,5 per cento in Emilia Romagna. Mentre con il 2,5 per cento la Calabria resta lontanissima dal target europeo.
“Finora ci si è occupati - afferma il direttore generale Valerio Neri - soprattutto della povertà economica di bambini e adolescenti, partendo dal dato eclatante di un milione di minori che vivono in povertà assoluta. Ma esiste una povertà altrettanto insidiosa e sottovalutata che è la povertà educativa, su cui vogliamo portare l’attenzione di tutti”.
E difatti il rapporto “La lampada di Adalino” è uscito nello stesso giorno in cui il ministro dell’istruzione Giannini è arrivato in Molise per inaugurare il nuovo anno scolastico. Tra i punti analizzati nel dossier c’è anche il problema drammatico della dispersione scolastica, che il ministro per l’occasione ha promesso di combattere. Un dramma sociale che colpisce ancora una volta il sud: il 25,8 per cento degli scolari in Sicilia e il 24,7 per cento in Sardegna.
Non solo. Il fenomeno non risparmia nemmeno le regioni del nord: in Valle d’Aosta sono il 19,1 per cento i ragazzi che abbandonano la scuola, il 16,7 nella provincia autonoma di Bolzano.
Se poi si passa ai servizi scolastici la situazione pr il sud non migliora, in Campania solo il 49 per cento delle scuole sono dotate di una mensa, contro il 73 per cento di quelle lombarde.
Non va bene nemmeno sul fronte del collegamento internet, ad avercelo sono il 52,6 per cento degli istituti, percentuale superata questa volta da un’altra regione del Sud: la Basilicata con il 77, 5 per cento.
Dinanzi a questa drammatica situazione, Save the children ha lanciato la campagna “Illuminiamo il Futuro” ed aperto 13 Punti luce tra Bari, Gioiosa Ionica, Catania, Palermo, Napoli e Genova.
“Sono spazi ad alta densità educativa - spiega Raffaela Milano, direttore programmi Italia-Europa Save the Children -, che sorgono in quartieri svantaggiati e all’interno dei quali i bambini possono rafforzare le proprie competenze e conoscenze ma anche scoprire le proprie inclinazioni e il proprio potenziale, attraverso il gioco, laboratori artistici e musicali, uso delle nuove tecnologie”.
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