Boom del gioco d'azzardo |
Oggi l’Italia occupa il primo posto nel mercato europeo dei
giochi on line, avendo raccolto nel 2012 circa 15 miliardi e mezzo, seguita
dalla Francia che non raggiunge neppure i 9 miliardi e mezzo. Il nostro paese
occupa il 22% del mercato mondiale. E il mercato legale on-line nel 2012 era al
primo posto nell’e-commerce. Non si
tratta certo di un fiore all’occhiello per la nostra economia.
Basti pensare che nel periodo più acuto della recessione,
l’incidenza della raccolta del gioco d’azzardo sul Pil ha toccato i picchi di oltre
il 5% nel 2012 e del 4,4% nel 2013.
Nel Mezzogiorno l’incidenza nel 2013 è
stata del 5,4%, di oltre un punto maggiore rispetto a quella del Centro-Nord
(4,1%). Si tratta di un mercato del tutto anomalo, che non ha risentito affatto
delle difficoltà congiunturali che hanno interessato l’Italia: infatti, mentre
durante la crisi si assisteva a una contrazione della domanda interna di beni e
servizi e i consumi delle famiglie calavano del 3%, i giocatori hanno
sestuplicato l’ammontare della spese per il gioco d’azzardo.
Ciò vale,
ovviamente, solo per il gioco legale, perché è impossibile stimare quello
illegale che, a sua volta, innesca il pericoloso meccanismo dell’usura,
anch’esso in gran parte gestito dalla malavita.L’attrazione del gioco d’azzardo
su larghe fasce della popolazione è dovuta ovviamente alla possibilità di
conseguire facili introiti.
Un’Istituzione che incoraggia il gioco d’azzardo,supportato
dai media e dalla pubblicità, anche se la sua offerta contrasta quella
illegale, non contribuisce né alla crescita dell’economia né alla riduzione
della povertà.
Nel 2012 il giro
d’affari ha toccato gli 84 miliardi, comprendendo tutti i diversi giochi
gestiti dai Monopoli e dai 4 Casinò esistenti nel nostro paese (Campione
d’Italia, Saint Vincent, Sanremo e Venezia): lotto, superenalotto, lotterie
nazionali e Gratta e Vinci, scommesse sportive a base ippica, Bingo, apparecchi
elettronici come i videopoker.
In tempi più recenti
è aumentata esponenzialmente la passione per il gioco on line, che nel 2012 ha raggiunto il 16% dell’intera raccolta, e,
ancor più, gli apparecchi di intrattenimento, che sfiorano il 56% della
raccolta.
Un tipo di gioco che attrae di più giovani e donne: si tratta di un
settore che sfugge a ogni controllo e dove più facilmente si annida la
criminalità organizzata, la quale ottiene profitti ben più elevati di quelli
scaturenti dal gioco legale.
In un articolo delle professoresse Annunziata de Felice e
Isabella Martucci, pubblicato sull’ultimo numero della Rivista Economica del Mezzogiorno, il trimestrale della SVIMEZ
diretto da Riccardo Padovani, si spiegano, i motivi per i quali siano nefasti
gli effetti sull’economia del gioco d’azzardo, anche di quello legale, in
quanto provocano una distorsione nella destinazione delle risorse. In quanto il
giro d’affari che realizzano non si traduce in un aumento dei beni e servizi
prodotti e non rappresenta un investimento che attiva un aumento dell’occupazione.
L’unico elemento positivo è la destinazione delle entrate che l’Erario
percepisce sui giochi, che però oggi sempre più è legata a quelli meno in voga
mentre è decisamente minore per quelli on
line, dove il numero dei giocatori è molto elevato.
Pur se la spesa destinata al gioco è maggiore nel Nord, dove
il PIL pro capite si attesta attorno ai 33 mila euro o li supera, dopo la
Lombardia, regione in cui nel 2013, ultimo anno per il quale è disponibile tale
ripartizione territoriale, sono stati raccolti 13 miliardi e 905 milioni, pari
al 19,9% del totale nazionale destinato ai giochi, figurano in graduatoria
Lazio (PIL pro capite circa 28 mila euro) e Campania (dove il PIL pro capite è
di circa 16 mila euro), rispettivamente con l’11,1% (7 miliardi e 785 milioni)
e l’8,9% (6 miliardi e 226 milioni).
Tra le regioni che spendono in giochi
d’azzardo una quota elevata del PIL, oltre le prime tre, figurano l’Emilia
Romagna col 4,6%, il Veneto col 4,5%, il Piemonte col 4,3%, la Sicilia col 5,9%,
la Toscana col 3,9%, la Puglia col 5,9%. Una ben più bassa incidenza della
spesa pro capite c’è invece nelle altre.
Se la preferenza per le tipologie di
gioco varia da regione a regione, in tutte la raccolta più elevata proviene da
slot machine, videolotteries, new slot, video lotteryterminals. Il Lotto è
preferito in Lombardia, seguita da Campania, Sicilia e Lazio, il Bingo piace
molto soprattutto a campani e siciliani, mentre nei giochi a base sportiva di
gran lunga la prima è la Campania.
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