di Leonardo Bianco
Un discorso apparentemente sereno, ma carico di emozioni.
Marcasciano lascia con il rammarico di non aver potuto portare a termine il suo
mandato elettorale.
Mandato che è stato interrotto dopo solo due anni per le
dimissioni di sette consiglieri che hanno causato lo scioglimento del consiglio
comunale. Ha rivisitato il suo percorso amministrativo iniziato ad inizio anni
’80 sfociato nel ’95 con la prima elezione a sindaco e da allora, a fasi
alterne, è stato protagonista della vita politica sanbartolomeana.
Rieletto
sindaco nel 1999 non riuscì a portare a termine il mandato sempre a causa delle
dimissioni di alcuni consiglieri. All’opposizione dal 2004 al 2014 (anche se in
entrambi mandati amministrativi si è dimesso da consigliere) è ritornato alla
guida del comune nel giugno del 2014 sotto il simbolo di Alleanza Popolare che
lo ha seguito negli ultimi 22 anni di attività amministrativa.
Un discorso di
commiato nel quale ha ringraziato i suoi elettori, tanti, che in questi anni lo
hanno sostenuto e ringraziando i dipendenti dell’ente ai quali in questi anni
non ha fatto mancare i suoi consigli. Gianfranco Marcasciano (per ora) se ne va
lasciando la sua eredità, con tutto il peso del suo personaggio pubblico, a
Giovanni Buccione.
Lascia senza spiegare ciò che è successo la scorsa estate.
Senza chiarire, per sua stessa ammissione, perché non li conosce, i motivi che
hanno portato alle dimissioni dei sette consiglieri e al conseguente
scioglimento del consiglio comunale.
Un’era dunque si chiude. Ora San Bartolomeo si
prepara a voltare pagina. E l’11 giugno sapremo se realmente sarà così.
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