mercoledì 27 ottobre 2010

L'Arma dei Carabinieri in prima linea nel progetto “Prevenzione droga” promosso dal Comune di Baselice


Nell’ambito del progetto “Prevenzione droga”, promosso dal Comune di Baselice, presso le scuole medie e superiori del centro fortorino, i Carabinieri della Compagnia di San Bartolomeo in Galdo e quelli della Stazione di Baselice hanno preso parte quest'oggi (ieri per chi legge) alla giornata conclusiva dei lavori.

L’iniziativa, che si è svolta in tre giornate differenti, ha avuto quale tema centrale quello della legalità e della prevenzione all’uso di droghe.
Numerose le tematiche affrontate dagli aspetti normativi legislativi a quelli legati agli effetti fisici e psicologici prodotti dall'uso di sostanze stupefacenti; a relazionare nel corso della tre giorni di incontri, esponenti dell'amministrazione comunale di Baselice, alcuni psicologi, esperti della Guardia di Finanza e dei Carabinieri. Inoltre agli studenti, riuniti presso palestra dell’Istituto superiore “E. Medi”, è stato mostrato un documentario sulla storia e sugli effetti altamente nocivi dell'uso di droghe.

www.ntr24.tv/it

martedì 26 ottobre 2010

L' ospedale di San Bartolomeo e l'interrogazione parlamentare


Ecco il testo dell'interrogazione a risposta scritta fatta dai deputati FARINA, COSCIONI, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI, al ministro della Salute il 3 agosto scorso.

Per sapere - premesso che: i lavori dell'ospedale di San Bartolomeo in Galdo (Benevento) sono iniziati nel 1958; nel 2008 è stata perfino apposta una lapide: «Dopo cinquant'anni di attese, speranze, delusioni e lo sperpero di circa 24 milioni di euro, a memoria e a vergogna della incapacità politica e amministrativa dei loro rappresentanti, i cittadini posero»;

il sindaco di San Bartolomeo in Galdo, Vincenzo Sangregorio, ha dichiarato: «Da bambino venivo in questo ospedale con i miei amici, era un posto perfetto per giocare a nascondino. Nei corridoi già abbandonati usavo i carrelli portavivande a mò di skateboard per le mie scorribande da piccolo malandrino»;

l'edificio in questione è costituito da quattro piani per 133 posti letti previsti, 12mila metri quadrati attrezzati con sale di degenze complete di ossigeno e bagni funzionanti; nelle camere i mobili imballati; nel 2008 l'ospedale è stato definitivamente cancellato dal piano sanitario nazionale per restare solo un pronto soccorso attivo per esigenze territoriali, che tuttavia non risulta essere ancora stato attivato;

all'interno si possono trovare cartelle cliniche, esami diagnostici, ecografie: tutto buttato sul pavimento tra rifiuti di ogni genere; all'esterno esiste un gigantesco parcheggio su due piani, con sbarre elettroniche e strisce disegnate, vuoto come tutto il resto -:

se sia in grado di quantificare a quanto ammonta la cifra finora spesa - meglio sarebbe dire, ad avviso degli interroganti, sperperata - per quella che il sindaco di San Bartolomeo in Galdo Vincenzo Sangregorio ha definito con amara ironia «l'opera incompiuta più vecchia d'Italia»;

quali iniziative il Governo, nell'ambito delle proprie prerogative, intenda promuovere o adottare anche per il tramite del Commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro del settore sanitario.

Seduta del 3 agosto 2010

lunedì 25 ottobre 2010

Monnezza, le discariche non rivolvono il problema

Aprire nuove discariche non vuol dire risolvere l'emergenza, come già dimostrato più volte in Campania: per risolvere una volta per tutte l'emergenza rifiuti
si deve avviare un ciclo completo fondato soprattutto su riduzione, riciclaggio, impianti di compostaggio e compostaggio domestico, trattamento dei rifiuti con recupero e riuso dei materiali.

Il 21 e 22 ottobre un pugno di persone, tra cui anche attivisti del WWF Sannio, hanno manifestato il diritto di riaffermare la democrazia davanti alla discarica di Sant’Arcangelo Trimonte contro l’ordinanza del presidente Caldoro che imponeva lo sversamento qui dei rifiuti della provincia di Napoli, non più in grado di smaltirli.
Da più di tre anni queste persone non solo dicono basta allo smaltimento dei rifiuti con le discariche o con gli inceneritori, ma chiedono anche come sanniti di far rispettare un decreto, quello che pone fine ad un’emergenza regionale dannosissima all’ambiente e alle tasche dei contribuenti, che attribuisce alle Province la responsabilità del ciclo dei rifiuti. È stato naturale, quindi, che ai manifestanti si unissero fisicamente anche le istituzioni, Provincia e Comuni, che si sono sentite espropriate anche loro del diritto all’autogoverno riconosciuto solo pochi mesi prima.
La civilissima ma caparbia manifestazione ha scongiurato, per ora, una nuova “Regionalizzazione dei Rifiuti”, ma la difficile emergenza napoletana che incombe potrebbe determinare nuove azioni di “violenza” da parte delle istituzioni stesse ai danni del territorio e della salute dei sanniti.
Quello che il WWF condanna, ormai da più di qualche anno, è la scellerata scelta da parte della Regione Campania e del Governo nazionale, di smaltire i rifiuti con discariche e inceneritori. La conferma dell’apertura di una nuova discarica nel Parco Nazionale del Vesuvio, inoltre, è irragionevole e soprattutto irresponsabile e mette in discussione l'esistenza stessa del Parco, proprio nell’anno dedicato alla biodiversità!

Aprire nuove discariche non vuol dire risolvere l'emergenza, come già dimostrato più volte in Campania: per risolvere una volta per tutte l'emergenza rifiuti si deve avviare un ciclo completo fondato soprattutto su riduzione, riciclaggio, impianti di compostaggio e compostaggio domestico, trattamento dei rifiuti con recupero e riuso dei materiali.

Si coglie, quindi, l’occasione per chiedere alla Provincia, che secondo il suddetto decreto ministeriale dovrà assumersi l’onere dello smaltimento dei rifiuti e della raccolta dal 1 gennaio 2011:
- di avviare concretamente un ciclo dei rifiuti diverso da quello attuale e di avviare tempestivamente con qualsiasi risorsa economica disponibile gli impianti di compostaggio di piccola taglia, fino a 15.000 abitanti, localizzati in vari siti della provincia;
- se il Piano Rifiuti da attuare è quello emanato all’inizio dell’anno e rimodulato a giugno, sarebbe interessante inoltre conoscerne i tempi di esecuzione;
- infine, di continuare a sostenere con forza in tutte le sedi istituzionali il suo Piano, ma condividendolo il più possibile con i cittadini e le associazioni.
La mancata presa di posizione di fronte a politiche nazionali e regionali che minano il territorio sannita e la mancata esecuzione del Piano potrebbe essere ritenuto come il fallimento della Giunta provinciale.

Camillo Campolongo
Associazione WWF Sannio - Benevento

venerdì 22 ottobre 2010

Foiano e l'eolico


Foiano Valfortore punta decisamente sull'eolico. Oltre al progetto da 18 mw da costruire a San Giovanni ad opera della società Sanmarco Power srl di Napoli, ce n'è un altro per una potenza di 30 mw da realizzare sempre nel territorio del piccolo comune ad opera questa volta della società Ecoenergia di Cervinara (Avellino). Difatti è stato depositato presso alla Regione, la Provincia di Benevento ed il comune di Foiano il progetto e lo studio di impatto ambientale di queste torri della potenza di 3 mw l’'una. Chiunque può visionare i progetti entro 45 giorni (a partire dal 18 settembre scorso) all'assessorato all'Ambiente regionale di via Alcide De Gasperi oppure al Settore fonti energetiche di Napoli.

giovedì 21 ottobre 2010

Appello ad Emergency perché apra un ospedale nella Valfortore


Facciamo nostro l'appello lanciato sul blog www.andrez.cotti.biz affinché Emergency di Gino Strada porti un suo ospedale nel Fortore.

di Tiziana Bisogno

Lancio un appello ad Emergency perchè porti uno dei suoi ospedali a San Bartolomeo in Galdo. Valle del Fortore. Provincia di Benevento. Italia. Anche se lì non ci sono molti immigrati, ma solo una popolazione che ha atteso per anni di vedersi riconosciuto il diritto alla salute, come qualsiasi altro cittadino italiano. Che ha lottato per ottenere quel diritto negato. Chi si ammala lì è costretto a fare 60 km per trovare il primo ospedale. Fuori regione, però. Benevento la raggiungi in un’ora in condizioni normali. Diventa irraggiungibile se c’è una emergenza. Come si fa a trasportare un infartuato su una strada tortuosa, di montagna, spesso con frane?
Eppure l’ospedale c’è. Ci son voluti più di 50 anni e più di 20 milioni di ero per costruirlo. Un ospedale mai aperto e che non entrerà mai in funzione. Nonostante l’insegna posta lì, a ricordare da anni che un ospedale c’è. Padre Pio lo hanno chiamato.

Ma il miracolo tanto atteso non è mai arrivato. Nonostante la sua costruzione sia terminata da anni. Nonostante siano stati espletati da anni i concorsi per il personale medico e infermieristico. I concorsi da primario. Nonostante le sale operatorie attrezzate. Solo due anni fa l’ultima ristrutturazione e il rifacimento degli impianti. Uno scandalo su cui nessuno mai si è degnato di indagare a fondo. Da ministro dei Lavori Pubblici Di Pietro inviò degli ispettori. Ma poi? Della sua apertura se ne parlava, puntualmente, ad ogni elezione, politica o amministrativa che fosse. Ogni volta. Anche questa volta. Anche nell’ultima tornata elettorale per le regionali c’è stato il solito ritornello. Una bugia, agitata solo per raccogliere consensi. Voti. “Si aprirà” annnunciò il deputato Nunzia De Girolamo, coordinatrice provinciale del Pdl, alla vigilia delle elezioni. In verità a San Bartolomeo in Galdo non ci aveva creduto più nessuno. Poi la conferma.

Dopo 50 anni di attesa. Grazie a Caldoro, con il placet del presidente del Consiglio, e a tutti quelli che negli anni li hanno preceduti, muore anche la speranza, così come negli anni sono morte tante persone che si sarebbero potute salvare se solo quell’ospedale fosse stato funzionante. Quella struttura diventerà un presidio riabilitativo gestito da privati in convenzione. Ecco, ci siamo. I privati, le convenzioni.
Perchè non dare invece quella struttura in gestione ad Emergency?

Dal blog http://www.andrez.cotti.biz/appello-ad-emergency-perche-apra-un-ospedale-nella-valfortore-3013.html

mercoledì 20 ottobre 2010

Monnezza, Cimitile scrive a Colasanto

Ecco il testo di una email inviata ieri dal presidente della Provincia di Benevento, Aniello Cimitile, al presidente della Commissione ambiente del Consiglio regionale della Campania, Luca Colasanto, in merito alla decisione del presidente della Regione di conferimenti straordinari di rifiuti nel Sannio.

«Gentile Presidente, avendo appreso che ella ha convocato la Commissione ambiente del Consiglio regionale della Campania per martedì 26 ottobre 2010 per discutere sui conferimenti straordinari di rifiuti in Sant'Arcangelo Trimonte, desidero assicurarle di aver particolarmente apprezzato il gesto. Nel ringraziarla di tanto, mi permetta tuttavia farle rispettosamente osservare che la data da lei indicata appare troppo in là nel tempo, rispetto alle preoccupazioni vivissime e motivate che si sono innescate in noi nell'apprendere la notizia dei conferimenti straordinari di rifiuti in una discarica assolutamente insicura. Sembrerebbe, peraltro, che la data da Lei indicata i conferimenti dovrebbero essere già stati ultimati: pertanto, La pregherei di voler esaminare la possibilità di anticipare la predetta riunione al più tardi a giovedì prossimo, 21 ottobre. In attesa di un suo cortese riscontro, Le invio distinti saluti. Il Presidente della Provincia di Benevento, Aniello Cimitile».

martedì 19 ottobre 2010

San Giovanni, nuovo progetto eolico


A Foiano Valfortore una nuova centrale eolica? La Sanmarco Power Srl, infatti, comunica di aver depositato gli elaborati e di aver avviato la procedura di valutazione di impatto ambientale per un progetto della potenza di 18 mw in località San Giovanni.
Il 17 settembre scorso la società ha depositato a Napoli presso il Settore tutela ambiente, la Provincia di Benevento e i Comuni di Foiano e Molinara, copia degli elaborati relativi al progetto.

L’intervento consiste nell’installazione di 6 aerogeneratori, da 3 mw ciascuno, per la produzione di energia elettrica da fonte eolica, e delle relative opere ed infrastrutture di connessione alla rete di trasmissione nazionale, attraverso propria stazione di trasformazione ubicata nel Comune di Molinara.
Chiunque sia interessato, a qualsiasi titolo, dalla realizzazione degli interventi oggetto del presente avviso, può presentare osservazioni scritte presso il Servizio Via, Settore tutela ambiente di via De Gasperi, 28, Napoli.

lunedì 18 ottobre 2010

La Uil dà la sveglia ai presidenti delle 3 Comunità Montane in difesa dei lavoratori senza stipendi

La segreteria provinciale della UIL Federazione Poteri Locali di Benevento ha inviato una nota ai presidenti delle comunità montane sannite Fortore, Titerno-Ato Tammaro e Taburno, al prefetto di Benevento ed al presidente della Giunta Regionale della Campania, in merito alla grave situazione patita dai dipendenti delle stesse.

La Uil “invita i presidenti delle tre comunità montane a intraprendere ogni e più opportuna azione affinché sia garantito il pagamento dello stipendio a favore dei lavoratori, compresi quelli posti in disponibilità presso la comunità montana del Fortore.

Al prefetto di Benevento ed al presidente della regione Campania, che leggono per conoscenza, la Uil fa voti affinché si prenda atto della difficile situazione determinatasi col sostanziale blocco degli stipendi dei lavoratori delle tre comunità montane e resta in attesa di cortesi ed urgenti comunicazioni al riguardo. In caso d’inerzia, saranno assunte le consequenziali azioni legali per il rispetto del diritto fondamentale dei lavoratori a percepire lo stipendio mensile” (...).

tratto da ilquaderno.it

sabato 16 ottobre 2010

RADIO PADANIA AL SUD


di Gaetano Pietropaolo*

Qualche mese fa, noi de L’Altro Sud assieme ai Verdi campani, inviammo un esposto alla Procura della Repubblica di Milano contro Radio Padania. Lo spunto ci fu dato dall’ennesimo vergognoso commento antimeridionale che, con nonchalance, la radio della Lega trasmetteva per bocca di un attivista che giustificava l’assassinio, per futili motivi, di due meridionali in Germania.

In fin dei conti però ci rincuorava l’idea che, a noi del Sud, la radio leghista non si sarebbe mai imposta con arroganza alle nostre orecchie. Se proprio avessimo avuto bisogno di qualche minuto di indignazione, avremmo dovuto cercarcela su internet ed ascoltarla on line. Ma, ancora ignari degli effetti di una Legge del dicembre del 2001, ci sbagliavamo. Ad oggi, cominciano ad essere abbastanza frequenti i casi in cui, inconsapevoli cittadini meridionali, nel cercarsi una frequenza radiofonica civile, si imbattono in qualche insulto nei loro confronti o in qualche invettiva anti-terrona. Perché? Cosa è successo? Ritorniamo alla Legge a cui si è fatto cenno. Si tratta della Finanziaria per il 2002. Ovviamente è facile immaginare chi fosse al Governo allora.

Questa legge, all’articolo 74 autorizza le cosiddette radio comunitarie (radio che siano espressione di particolari istanze culturali, etniche, politiche e religiose) ad attivare nuovi impianti, fino a raggiungere la copertura del 60% del territorio nazionale. Funziona così: si occupa la frequenza, lo si comunica al ministero delle Comunicazioni e, entro 90 giorni, la frequenza si intende autorizzata con il meccanismo del silenzio-assenso. Dov’è il trucco, è presto detto. Al di là di alcune radio minori, le principali radio che possono approfittare di questa Legge, appunto perché radio comunitarie, sono Radio Padania e Radio Maria. Considerato che Radio Maria già supera il 60% di copertura del territorio nazionale, non è sostanzialmente interessata dalla norma.

Di fatto, si tratta di uno strumento per consentire alla Radio del Senatùr di fare incetta di frequenze gratis. Niente male per essere in un paese dove attivare nuove frequenze radiofoniche, tra limiti di legge e lungaggini burocratiche, è pratica impossibile. Ma un dubbio rimane ancora. A cosa serviranno mai delle frequenze radiofoniche nel Mezzogiorno a Radio Padania? A nulla. Infatti, forse è questa l’unica nota positiva della vicenda, l’emittente leghista attiva frequenze gratis, per poi rivenderle al prezzo di mercato. Il rischio, per i cittadini meridionali, di sentirsi insultati in casa propria allora è limitato al tempo necessario a fare l’affare.

Un business di svariati milioni di euro, quello leghista, realizzato a danno della collettività (che è la proprietaria dell’etere) e delle emittenti radiofoniche commerciali che, per acquisire altre frequenze, devono pagare dazio a Bossi & co... Il tutto alla faccia dei mangiapane meridionali e dell’oramai mitica Roma ladrona.

*TERRA del 15 ottobre

venerdì 15 ottobre 2010

Baselice, sistemazione delle strade


Sta per essere ultimata la sistemazione della strada di via Crocella, lavoro finanziato della legge regionale 51 (clicca sulla foto). “L’intervento su quest'arteria – aveva detto il sindaco Domenico Canonico in fase di deliberazione – è un’importante misura che rientra nei progetti di quest’amministrazione nel voler migliorare la viabilità interna del paese. Dopo altre opere messe in campo, questa è un’ulteriore passo avanti nella sistemazione delle strade comunali”.