martedì 8 marzo 2011

Materiale di risulta e rifiuti nei pressi di un parco eolico: sequestro e denuncia


I carabinieri della Stazione di Baselice, nel corso di un servizio di controllo del territorio, nell’ispezionare il parco eolico situato nel territorio di Foiano di Valfortore, in località Piano del Casino, hanno scoperto l’esistenza di una collinetta di materiale di risulta di scavi effettuati e di rifiuti vari.

L’ammasso, delle dimensione di circa quindici metri per quindici, con un’altezza che arrivava al punto massimo ad oltre tre metri e mezzo era composto da pietre, pietrisco, zolle di asfalto, tubi in plastica per cavi elettrici, pezzi di ferro di varia natura e forma, bobine in legno per cavi elettrici, residui di cavi ed anche alcuni pneumatici di grosse dimensioni, oltre ad altro materiale di vario genere, completamente abbandonato sul posto.

I militari operanti hanno dato inizio agli accertamenti del caso e anche in seguito ad alcune testimonianze raccolte, hanno appurato che tali materiali costituivano i resti degli scavi effettuati per il cavidotto di servizio per alcune delle nuove pale eoliche installate sul territorio.

E’ risultato, sostengono i militari, che la società proprietaria delle pale eoliche in questione aveva stipulato un contratto di subappalto con una ditta di costruzioni di Castellammare di Stabia, nel napoletano, proprio per i lavori di creazione del cavidotto, la quale aveva a sua volta subappaltato ad altra ditta, sempre di Castellammare di Stabia, i lavori per la materiale esecuzione dell’opera e che era stata proprio questa ditta a lasciare sul terreno i materiali di risulta degli scavi, senza smaltirli adeguatamente, nonostante la legge in materia.

In base alla stringente normativa sullo smaltimento dei rifiuti, con particolare riferimento alla Campania e ai rifiuti solidi speciali non pericolosi, come sono stati classificati quelli rinvenuti dai Carabinieri, il trattamento e lo smaltimento degli stessi doveva seguire un preciso iter che invece, aggiungono i carabinieri, è stato disatteso. Gli stessi militari dell’Arma hanno posto sotto sequestro il cumulo di rifiuti e hanno denunciato a piede libero il responsabile del cantiere, un 57enne residente a Benevento.

www.ilquaderno.it

lunedì 7 marzo 2011

PRIMA LE BAIONETTE: ADESSO IL FEDERALISMO

di Lino Patruno

Una mattina l’Italia si è svegliata e si è ritrovata federalista. E’ incredibile come si sia arrivati a stravolgere il Paese nel sonno generale. Come se la storia non avesse insegnato nulla, stiamo rivivendo ciò che avvenne 150 anni fa nello stesso modo casuale e rapinoso. Solo che allora, più male che bene, si fece l’Italia unita, ora si sta rifacendo l’Italia disunita, una svolta epocale nell’indifferenza pressoché generale. Soprattutto del Sud e di chi lo rappresenta, perché almeno allora si fecero sentire i briganti. I politici meridionali del Risorgimento, trattati più o meno da appestati nel Parlamento di Torino, si fecero complici delle leggi contro il Sud per difendere i loro privilegi semibaronali. Ora i politici meridionali, un po’ annoiati dai rarissimi grilli parlanti, rispondono rassicurando che il federalismo farà bene al Sud, anzi dividendo l’Italia la farà davvero unita.

Cosa li convinca, non si capisce. Come se risentissero ancora del complesso della vergogna, il Sud 150 anni fa sottomesso nel nuovo Stato fino al punto da sentirsi addirittura colpevole per il male che gli fecero.

Stupefacente è che si stia creando un’Italia in cui i ricchi saranno sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri perché così vuole un partito territoriale con l’8 per cento dei voti. E solo nordici. E con tutti gli altri che non reagiscono. O almeno ne discutano. E’ vero che l’Italia doveva nascere federale già nel 1861 e che allora si sbagliò col centralismo piemontese: lo ha detto anche il presidente Napolitano. Il centralismo che impose al Sud pure una tassa per pagare le spese della conquista militare subìta: vi abbiamo "liberato" e ci rimborsate. Il centralismo che mandò al Sud i dipendenti pubblici più inetti, patibolari e corrotti per spezzargli le gambe. Ma una cosa era nascere federale allora, un’altra diventarlo adesso.

In tutto questo tempo l’Italia unita è stata disunita da un divario economico e sociale senza pari in nessuna grande democrazia occidentale. Frutto perlomeno di politiche nazionali sbagliate o disattente, perché nemmeno il Sud più cialtrone sarebbe stato capace di farsi tanti danni da solo (visto anche che le Regioni sono nate solo nel 1970). E invece di rimediare a quel divario che non c’era al momento dell’Unità, e che se c’era è stato sempre più allargato, si dice: blocchiamo la situazione al momento, e ciascuno per conto suo. Anzi ciascuno si tiene il suo. Comodissimo.

Se proprio, come dicono, il federalismo fiscale farà bene a tutta l’Italia (anzi soprattutto al Sud), non avrebbe dovuto nascere in un clima tanto ostile verso il Sud. Un clima più da resa dei conti (quali, poi?) che da concordia nazionale. Un clima in cui i napoletani "puzzano" , gli insegnanti meridionali se ne tornino a casa loro e Radio Padania nel Salento vomita veleno anti-terroni. Un clima, purtroppo, non diverso da quello, ancòra, di 150 anni fa, quando l’Italia unita si fece con le baionette e le fucilazioni. Si può compromettere il futuro della gente perché lo vuole l’8 per cento? Si può cambiare la storia col 51 per cento di maggioranza?

Dicono ancòra: amministrarsi da sé con maggiore responsabilità farà bene al Sud. Ma si sta procedendo verso l’Ineluttabile senza che ci sia un solo dato che smentisca la più ovvia previsione: aumenteranno le spese e di conseguenza le tasse. Soprattutto ai danni del Sud che ancòra peggio non vorrebbe stare. Perché così è avvenuto a ogni riforma, per quanto opportuna. E col rischio che anche questa degeneri in una nuova gigantesca burocrazia che fra Stato ed enti locali raddoppi il suo mostruoso apparato: come avvenuto appunto con le Regioni. E mentre ci spazza la crisi economica.

E poi, questi amministratori meridionali presunti incapaci e spendaccioni. Ce ne sono. Ma c’è anche che sindaci e presidenti affrontano al Sud problemi di sopravvivenza non di abbondanza. In un Paese indebitatissimo che non può fare la lezione a nessun amministratore visto che aumenta costantemente la sua spesa annua invece di ridurla. E che non ha mai cacciato nessun responsabile di quel debito. Ma è il Sud l’unico sporco, brutto e cattivo.

Il Sud subisce ancora una volta il suo destino. Federalismo, federalismo. Può essere anche ciò che serve e serviva, si veda con calma e senza carte false. Ma per piacere non lo si lasci decidere a Bossi e compagni. I quali fanno fin troppo bene il loro mestiere di pensare a chi li vota e alla loro buona vita. Ma il Sud, il federalismo egoista del "ciascuno si tiene i suoi soldi" se lo è trovato addosso, i suoi politici hanno rispettato più la disciplina di partito che l’interesse della loro terra, i suoi elettori non sono stati ancòra una volta capaci di difendere se stessi. Anzi si sono visti quasi intimare: non fate vostre Leghe, quasi fosse solo un diritto altrui. Come a dire, purtroppo e sempre, che non si è Sud a caso.

Dalla Gazzetta del Mezzogiorno

venerdì 4 marzo 2011

Differenziata, campagna di sensibilizzazione


L'assessorato all'ambiente della Provincia di Benevento contribuisce alla promozione e sensibilizzazione del servizio di raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani previsto nell’intesa tra l’associazione nazionale dei comuni e il consorzio nazionale degli imballaggi 2009/2013.

A tale scopo, l’assessore delegato Gianluca Aceto rivolge un appello ai sindaci del Sannio affinché partecipino al bando Anci-Conai, in scadenza 31 marzo 2011, finalizzato proprio a questa campagna di sensibilizzazione e di informazione dei cittadini alla raccolta differenziata e all'avvio a riciclo dei rifiuti di imballaggio. Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito www.conai.org.

Intanto è partito il concorso di Legambiente Comuni ricicloni 2011, che premia i migliori sistemi di gestione dei rifiuti comunali. Per bando di concorso,le modalità di partecipazione e la scheda per l'invio dei dati collegatevi alla pagina di Ecosportello: www.ecosportello.org.

mercoledì 2 marzo 2011

Comune di Baselice, in primavera arriva il wireless


Entro la primavera cominceranno i lavori per la realizzazione di una infrastruttura di rete wireless a banda larga nei territori a marcato ‘digital divide’ del Sannio.
Lo comunica il presidente della Provincia di Benevento, Aniello Cimitile, che ha fortemente voluto questo programma, nell’ambito delle iniziative strategiche per lo sviluppo del territorio.

Il competente Settore della Provincia, infatti, ultimati gli adempimenti tecnici ed amministrativi, ha consegnato i lavori alla Società vincitrice della gara d’appalto, bandita dalla Provincia, per la rete informatica sul territorio provinciale, la Telecom, la quale ha trenta giorni di tempo per la consegna del progetto esecutivo: successivamente, dunque verosimilmente entro la ormai prossima primavera, partirà la fornitura e la messa in opera delle attrezzature necessarie per la realizzazione degli impianti.

La lotta della Provincia per il miglioramento della qualità della vita nei Comuni a più marcato ritardo di dotazione infrastrutturale di servizi, in particolare per il settore informatico, che causano il cosiddetto ‘digital divide’, si è concretizzata con la messa a disposizione delle locali Amministrazioni di importanti risorse finanziarie reperite nel proprio Bilancio. L’investimento è stato finalizzato alla realizzazione di una rete immateriale altrettanto importante rispetto a quella materiale perché consentirà di fornire in tempo reale servizi utili ai cittadini-utenti.

Sono stati, dunque, individuati 19 Comuni di un’area omogenea e comunque fisicamente vicini tra loro, che condividono le medesime problematiche amministrative e gestionali, ma che si trovano in difficoltà per dotarsi di reti di trasmissione dati informatiche veloci ed affidabili.

Le amministrazioni comunali interessate dal programma di dotazione della larga banda sono: Apollosa, Baselice, Castelpagano, Circello, Colle Sannita, Foglianise, Foiano Valfortore, Fragneto Monforte, Molinara, Pannarano, Pietraroja, Pontelandolfo, Reino, Sant’Angelo a Cupolo, San Bartolomeo in Galdo, San Giorgio la Molara, San Lorenzo Maggiore, San Lupo, San Nicola Manfredi.
Da notare infine che, considerate le risorse disponibili ed il ribasso d’asta, è possibile l’estensione della fornitura della rete ad altri 4 enti comunali: su tale ipotesi, tuttavia, si sta ancora lavorando e sono in corso verifiche ed accertamenti tecnici.

martedì 1 marzo 2011

COSTITUENTE PER IL PASSAGGIO AL MOLISE

“GRUPPO DI LAVORO DI CITTADINI ACCOMUNATI DAL PROGETTO RIGUARDANTE LA POSSIBILITA’ DI UN EVENTUALE PASSAGGIO DEL COMUNE DI SAN BARTOLOMEO IN GALDO ALLA REGIONE MOLISE”

INVITO A TUTTA LA CITTADINANZA

Venerdì 4 Marzo 2011 con inizio alle ore 18,00, presso la Sala Consiliare del Comune di San Bartolomeo in Galdo, si terrà un’assemblea di cittadini finalizzata a:
ADERIRE,
PROPORRE,
DISCUTERE: PRO e CONTRO, VANTAGGI E SVANTAGGI,
PROGRAMMARE.

Sono invitati tutti i cittadini dai 16 anni in su.
Partecipate numerosi a far parte di questo “NUOVO” gruppo e ad esprimere il vostro parere e le vostre eventuali proposte che verranno prese in considerazione
ed eventualmente inserite nel programma di attuazione.

I Promotori del Movimento

P.s. Noi crediamo che a passare con il Molise devono essere tutti i paesi del Fortore e non solo San Bartolomeo. L'unione fa la forza. E' l'unico modo per riuscirci. Invitiamo pertanto anche i rappresentanti degli altri paesi a partecipare per creare una costituente del Fortore per il Molise.

lunedì 28 febbraio 2011

In Valle Telesina saranno smaltite le ceneri del termovalorizzatore di Acerra?

I Comitati Civici di San Salvatore Telesino e Guardia Sanframondi, "Cittadini in Movimento", dopo aver efficacemente fronteggiato la realizzazione dell'impianto Vocem nel comune di San Salvatore Telesino, denunciano ora le presunte manovre politiche per portare a Puglianello le ceneri del termovalorizzatore di Acerra.

"Non abbiamo fatto in tempo ad archiviare la vicenda VOCEM - scrivono in una nota - che già dobbiamo iniziare ad occuparci di altri grandi impianti di trattamento di rifiuti e produzione di energia che si vorrebbero costruire sul nostro territorio senza alcuna informazione preventiva ai cittadini che li dovrebbero subire. In particolare si parla con insistenza di un impianto di smaltimento di rifiuti speciali a Puglianello. Il sindaco Bartone sta cercando di far firmare ai colleghi amministratori del Comune di Puglianello 'un documento d’intesa' per un 'insediamento per il recupero e valorizzazione di rifiuti speciali'".

segue su www.bcrmagazine.it

venerdì 25 febbraio 2011

Rifiuti, la Provincia critica il Piano regionale

La proposta di Piano regionale rifiuti elaborata dall’assessore regionale all’ambiente, Giovanni Romano, non trova d’accordo la Provincia di Benevento.

In una nota inviata all’esponente della Giunta Caldoro, l’assessore provinciale all’ambiente, Gianluca Aceto, ha affermato che “la proposta di Piano Regionale rifiuti, recentemente presentata alla Commissione Europea, mi pare non tenga in nessun conto gli indirizzi della Provincia di Benevento”: ciò posto, la stessa non può essere condivisa in quanto “nessuno degli scenari prospettati dalla Provincia di Benevento trovi menzione” nel Piano Regionale rifiuti.

L’assessore della Provincia di Benevento, che ha reso nota ufficialmente la netta presa di posizione su questo argomento anche al Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Gianni Letta, al Ministero dell’Ambiente, on. Stefania Prestigiacomo, al Direttore del Dipartimento di Protezione Civile Ufficio Previsione, valutazione, prevenzione e mitigazione dei rischi antropici, Nicola Dell’Acqua, e al Presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, ha chiesto all’assessore Romano di “convocare nel più breve tempo possibile un tavolo tecnico ed istituzionale al fine di procedere ad una nuova proposta di Piano Regionale, almeno in relazione alle previsioni della Provincia di Benevento”.

Nel rimarcare sotto il profilo della impostazione di base come il Piano regionale dei rifiuti sia fondato su dati della produzione e trattamento dei rifiuti nel Sannio risalenti al 2009 e non al 2010, l’assessore Aceto ha sottolineato che gli indirizzi della Provincia di Benevento in materia di trattamento del ciclo dei rifiuti “sono ormai già in fase di attuazione”; che gli stessi non solo “sono stati tempestivamente e ripetutamente comunicati” agli Uffici regionali; ma “sono stati illustrati in innumerevoli riunioni istituzionali e tavoli tecnici”.

Aceto ha voluto inoltre ribadire all’assessore regionale Romano che “il Sannio si orienta verso un graduale ma deciso abbandono dell'incenerimento in luogo di trattamenti 'a freddo', come ad esempio il TMM”.

Inoltre, ha ricordato Aceto, la Provincia di Benevento “intende rendere sufficiente alle nostre esigenze la discarica di Sant'Arcangelo Trimonte, senza individuare nuovi siti”.

In conclusione, sulla scorta di tali argomentazioni, l’assessore Aceto ha chiesto alla Regione Campania una immediata verifica congiunta rispetto alle strategie complessive per la gestione corretta del ciclo rifiuti nel Sannio.

L’assessore Aceto infine ha informato la Deputazione parlamentare e quella regionale del Sannio, nonché i Presidenti delle altre quattro Province della Campania di questa presa di posizione rispetto ad un problema di tale straordinaria valenza.

In una dichiarazione diffusa alla stampa , l’assessore ha auspicato che la classe dirigente del Sannio, in tutte le sedi istituzionali e a tutti i livelli di responsabilità, voglia mostrare su questa vicenda la necessaria compattezza ed unitarietà di intenti.

giovedì 24 febbraio 2011

Scuola, la Gelmini vieta le supplenze per i precari da una provincia all’altra

Il dispositivo sta scritto nel decreto milleproroghe, già definito incostituzionale dal Colle. Ed è stato voluto a tutti i costi dalla Lega che una volta di più detta la linea al governo Berlusconi

Vietato accedere a una supplenza nella scuola dal Sud al Nord. Così vorrebbe un codicillo del cosiddetto milleproroghe varato per ovviare alla sentenza della consulta sulle disposizioni in materia di reclutamento dei supplenti volute dal ministro Mariastella Gelmini. E guarda caso si tratta di un emendamento proposto dal senatore Pittoni, un leghista doc, lo stesso che è già stato autore di una proposta di legge che prevede l’assunzione dei docenti su base esclusivamente regionale. La lega, insomma, sta dettando legge anche in materia scolastica, e la Gelmini, più o meno consenziente, deve subire.

Ma che dice questo emendamento? Lo spiega Pippo Frisone, uno dei maggiori esperti della Cgil scuola: “Fino al biennio 2009/11 i docenti precari son stati liberi di spostarsi nelle graduatorie d’istituto di prima fascia di una sola provincia, diversa da quella provinciale ad esaurimento. Adesso il divieto di cambiare provincia sarà totale, in attesa che siano varate le norme correlate alla nuova disciplina sul reclutamento, pubblicata proprio in questi giorni sulla Gazzetta Ufficiale. E’ un duro colpo all’attuale sistema nazionale di reclutamento ma soprattutto alla liberalizzazione delle graduatorie ad esaurimento volute dalla Consulta”. Un atto, insomma, destinato a bloccare la possibilità di avere un posto di lavoro sia pur precario per migliaia e migliaia di docenti che hanno titolo per insegnare, ma che hanno il solo torto di risiedere in una provincia diversa da quella dove c’è una cattedra vuota da coprire. “Ma il divieto di spostamento – continua a contestare Frisone – era già stato oggetto di censura perché in contrasto con l’art.51 della Costituzione e la normativa europea.

Tutti i cittadini possono accedere ai pubblici uffici in condizioni di uguaglianza, senza alcuna discriminazione territoriale. Ma ancora una volta è la Lega a dettare l’agenda di governo e la maggioranza è costretta ad adeguarsi. Si preferisce ancora una volta mandare segnali di propaganda al proprio elettorato che risolvere i problemi veri del precariato. Si profila così all’orizzonte un nuovo gigantesco contenzioso. Una ragione in più per riflettere e ritirare quell’ emendamento che oltre ad aggirare la sentenza della Corte, vanifica le attese di migliaia di precari”. Il decreto in questione come è noto è stato bloccato da Giorgio Napolitano. Dovrà essere riproposto e corretto. Ma anche nell’interesse dei precari?

www.ilfattoquotidiano.it

martedì 22 febbraio 2011

Il cinema e il Fortore


Si rimette in moto la macchina organizzativa del “CineFortFestival”, la kermesse di cortometraggi del Fortore a cura dell’associazione culturale CINEFORT di San Giorgio la Molara.

Per la seconda edizione dell’evento che si terrà, presumibilmente, dal 2 al 4 settembre 2011 presso l’ex Convento dei domenicani, in corso Umberto I, a San Giorgio la Molara, l’associazione CINEFORT ha promosso un bando per registi, videomakers e appassionati del genere, denominato “Piccolo è bello”, che dalla terza edizione in poi, sarà il leit-motiv del “CineFortFestival”.

“Il tema scelto per questa terza edizione di CineFortFestival: Piccolo è bello, vuol rappresentare simbolicamente il lavoro costante e, seppur complicato, originale e notevole dell’associazione CineFort nel corso di questi tre anni. La difficoltà maggiore, infatti, era ed è tutt’ora raffigurata da una dimensione spazio-temporale-concettuale del piccolo”.

Da questa premessa l’articolazione di tre grandi sezioni all’interno del Festival. Oltre a quella denominata “E-laborando a CineFort”, che racchiude i corti realizzati nel corso dei workshops organizzati durante l’anno, sono due le sezioni a concorso:

- Piccole illusioni: Senza illusioni, l’umanità morirebbe di disperazione o di noia (Anatole France).
Questa sezione vuol racchiudere cortometraggi che abbiano come tematica principale storie che raccontino di piccole illusioni in ogni campo dell’esistenza, intese anche come truffe, inganni, oltre che imprevisti, storie quotidiane, reali o di finzione (nella forma di fiction o documentario).

- Cortissimi: Cortometraggi della durata massima di tre minuti.
Il bando è consultabile e si può scaricare presso il sito ufficiale dell’associazione Cinefort all’indirizzo www.cinefort.it

La scadenza del bando è fissata al 20 luglio 2011.
Per info e contatti www.cinefort.it infocinefort@gmail.com

lunedì 21 febbraio 2011

Discarica Sant'Arcangelo, sversati 700mila tonnelate di rifiuti


Ecco i dati relativi ai conferimenti di rifiuti dal 2008 ad oggi presso la discarica di Nocecchie in Sant'Arcangelo Trimonte.

I conferimenti sono stati complessivamente pari a circa 730.470 tonnellate.
Disaggregando il dato per territorio emerge che poco più di 375mila provengono dal napoletano; 162mila dal salernitano; 13.400 dall'Irpinia; 3.100 da Terra di Lavoro, mentre quelli sanniti sono circa 177mila.

Disaggregando il dato per annualità, inoltre, si rileva che nel 2008 le tonnellate conferite sono state circa 244mila; nel 2009 circa 385mila; nel 2010 circa 87mila; e in questi due mesi del 2011 circa 16.200.

I dati sono stati forniti dall'assessore all'ambiente della Provincia di Benevento,

domenica 20 febbraio 2011

Centrale turbogas, la Provincia ricorre al Tar

La Provincia di Benevento ha depositato ricorso al Tar Lazio contro il ministero dello Sviluppo Economico avverso il provvedimento relativo alla realizzazione di una centrale a turbogas da parte della Società Luminosa nell’area industriale di Ponte Valentino di Benevento. Analogo ricorso sulla stessa vicenda era stato presentato dalla Provincia qualche giorno addietro nei confronti della Regione Campania presso il competente Tar.

venerdì 18 febbraio 2011

Comunità montana, i sindacati ricordano il rischio disoccupazione per i 17 dipendenti messi in mobilità


Si sono riuniti ieri mattina i Consigli generali delle Comunità Montana del Sannio, Fortore, Taburno e Titerno/Tammaro, in assemblea congiunta con la Provincia di Benevento, presso la Rocca dei Rettori. Si è discusso soprattutto del futuro degli 800 lavoratori forestali sanniti. Al Tavolo erano presenti i presidenti delle tre Comunità.
Meno male che i sindacati hanno ricordato, al presidente Zaccaria Spina, che il problema della disoccupazione non si prospetta solo per gli 800 operai forestali, ma anche per gli altri profili professionali, come ad esempio per i 17 dipendenti della Comunità montana del Fortore messi in mobilità.

Mentre, nei giorni scorsi, il segretario della Cgil Funzione Pubblica di Benevento, Felice Zinno, aveva affermato in una nota di prendere atto "con rammarico che ancora una volta ci si è lasciati scappare un’occasione utile per discutere e cercare di risolvere le problematiche dei lavoratori dipendenti della Comunità Montana del Fortore, collocati in mobilità dalla dirigenza dell’Ente e, soprattutto, lasciati in balìa di se stessi, dal momento che in ben 8 mesi è stata corrisposta una sola mensilità".

mercoledì 16 febbraio 2011

Per i campani sempre più tasse


Il centrodestra ha trovato un modo semplice per risolvere i problemi in Campania. Aumentando le tasse. La giunta Caldoro non appena si è insediata ha pensato bene di mettere il ticket di due euro sulle ricette mediche, ha raddoppiato il costo per il codice bianco per chiunque si rechi al pronto soccorso e ha chiuso gli ospedali, tra cui quello di San Bartolomeo in galdo (tra l'altro non si capisce come si può chiudere un ospedale se non lo si è mai aperto).

E ora come se non bastasse, il governo Berlusconi, per fronteggiare l'emergenza rifiuti, ha stabilito nel decreto Milleproroghe che in Campania si potrà incrementare l'addizionale accise sull'energia elettrica. In poche parole aumenterà anche la corrente elettrica.

E' proprio il caso di dire dalla padella alla brace.

martedì 15 febbraio 2011

Comunità montana, il consiglio si dimentica di discutere dei 17 dipendenti messi in mobilità


Oggi si dovrebbe tenere il consiglio generale della Comunità Montana del Fortore. All'ordine del giorno ci sono due punti. Il primo riguarda l’approvazione dello schema di convenzione con la Regione il finanziamento del progetto e-goverment. Il secondo concerne il Piano stralcio di forestazione e bonifica montana anno 2011, anticipazione degli stipendi agli operai forestali per il mese di dicembre e tredicesima mensilità dell’anno 2010.

“E’ un Consiglio di grande rilevanza - ha affermato il presidente Zaccaria Spina - che affronterà ancora una volta la drammatica situazione in cui versa il settore della forestazione e cercherà di dare una risposta al grave disagio anche economico che sta colpendo i lavoratori e le loro famiglie”.

Il presidente fa bene occuparsi degli operai forestali, ma dimentica che ci sono 17 dipendenti, messi in mobilità dalla sua amministrazione, che rischiano il posto di lavoro e che ancora devono avere alcuni mesi arretrati.

Peccato, inoltre, che in questo consiglio manchi il terzo punto all'ordine del giorno. Ipoteticamente lo aggiungiamo noi: situazione dei 17 dipendenti messi in mobilità e la ricaduta sull'esistenza delle proprie famiglie. Aperto il dibattito.

lunedì 14 febbraio 2011

Cari sindaci (fortorini), Wired porta il wi-fi gratis in 150 piazze


Per aggiudicarsi una delle nostre reti, basta scriverci. L'obiettivo? Creare un wireless nazionale a cui chiunque possa "agganciarsi".

Questo è il titolo dell'interessante articolo che da alcuni giorni campeggia sulla home page del sito wired.it.
La campagna di diffusione del wi-fi gratis è ancora attiva anche se le adesioni sono già numerose, purtroppo al momento non si registrano adesioni da parte di nessun comune della Valfortore. Riportiamo l'articolo originale nel tentativo di fornire un input a sindaci ed assessori che potrebbero attivarsi per l'adesione:

"Ci abbiamo preso gusto. Dopo aver visto il successo delle tre antenne montate a piazzale Cadorna, a Milano, accanto ai nostri uffici, ci siamo detti: perché fermarsi qui? E quindi con i nostri compagni di avventura, il wireless service provider Unidata e i Green Geek (i ragazzi milanesi che si battono per la diffusione del wi-fi gratuito, protagonisti dello scorso numero di Wired), abbiamo pensato di rilanciare.
Porteremo il wi-fi gratuito per tutto il 2011 in 150 piazze italiane, 150 come gli anni dell’Italia unita che festeggeremo il 17 marzo. In quali piazze lo deciderete voi: tocca ai sindaci mandarci la richiesta scrivendoci a info@wired.it, indirizzo al quale scrivere anche per chiedere maggiori delucidazioni.
Il tutto sarà fatto secondo gli standard del kit open source creato dal Consorzio delle università romane (il Caspur) per la Provincia di Roma: obiettivo, la creazione di una “ rete di reti” dove con un unico account e un’unica password tutti possano navigare gratis in tutta Italia. Siete pronti ad accendere il wi-fi libero in 150 Comuni?"

www.valfortore.it

venerdì 11 febbraio 2011

FEDERALISMO: OVVERO SECESSIONE

di Luigi de Magistris*

Federalismo, ovvero secessione. Al di là delle favole che la Lega continua a raccontare da anni e che questo Governo infingardo cerca di rendere credibili, la Lega vuole, ed ha sempre voluto, una cosa sola: dividere il Paese. Il federalismo, per il quale i leghisti duri e puri hanno venduto l'anima al “diavolo”, altro non è che il passo più importante verso quella secessione in nome della quale è nato il partito stesso della Lega Nord.

Niente è cambiato dai primi discorsi degli anni 90 dei pionieri del partito, I Borghezio, Speroni e Bossi vari, intrisi di razzismo e odio verso “Roma ladrona”, al machiavellico calcolo politico degli ultimi anni: alleanza con Berlusconi in cambio del federalismo. Una riforma sbandierata dai gaglioffi padani come indispensabile per salvare il Nord operoso dal mal sistema del Sud mafioso e sprecone, un provvedimento che avrebbe finito per giovare, nella loro ottica, all'intero Paese. Ma dell'amore verso il Paese se ne ha un esempio tutte le volte che Bossi alza il dito medio in faccia all'unità d'Italia, oppure quando qualche suo delfino esprime l'irrefrenabile desiderio di “pulirsi con il tricolore”. Purtroppo il federalismo, così come voluto dalla Lega, sta per diventare realtà, accettato passivamente dal Pdl come condicio sine qua non per rimanere su una poltrona ormai traballante. Se non fosse per il fedele Umberto, infatti, il Governo Berlusconi sarebbe già caduto nel fango del suo fallimento, dopo anni in cui gli interesse dell'Uno hanno schiacciato quelli dei Molti. Un federalismo che si sta palesando in una provincia del Nord così com'è in realtà, ovvero secessione.

La provincia di Belluno, infatti, sembra aver espresso il desiderio di formare una nuova Regione Dolomiti formata da Treno, Bolzano e, appunto, la ribelle cittadina veneta, insoddisfatta della gestione regionale del suo stesso partito, la Lega. Proprio la Lega di Luca Zaia, il governatore che ha sputato sopra il ministero delle Politiche agricole fino a poco tempo fa occupato subito dopo essere stato eletto in Veneto. Adesso una delle provincie più leghiste della “tana del lupo” si rivolge contro il “lupo” stesso, chiedendo attraverso un referendum di abbandonare la barca prima che affondi. La barca in questione sarebbe proprio il Veneto, fiore all'occhiello della piccola e media impresa e che in solo 50 anni si è trasformato in una delle realtà più produttive del Paese.

Adesso la situazione è così preoccupante che una sua provincia capoluogo, Belluno, si ribella spinta da 18mila cittadini. Oltre a manifestare palesemente l'inefficienza della gestione leghista, brava a fare l'opposizione ma evidentemente non altrettanto a governare, questo fatto evidenzia una tendenza propria del partito Lega: dividere per sopravvivere, amputare la parte “malata” per tirare avanti.

I leghisti locali continuano a ripetere come dei dischi rotti che il referendum invocato non serve in quanto a breve arriverà il federalismo tanto auspicato, quindi, tradotto, ad andarsene sarà l'intera Padania. Ma questo non basta ai dissidenti bellunesi che hanno perfettamente capito come il federalismo così come disegnato da Calderoli (lo stesso del Porcellum) e compagni cura l'interesse solo delle grandi città del Nord, tralasciano quelli di una piccola comunità montana come quella bellunese. Chissà allora come se la passerebbero le altre realtà del Centro e Sud Italia. La verità è che alla Lega non importa nulla, l'importante per loro è andarsene. Un esempio, da eurodeputato, lo sto vedendo in prima persona a Bruxelles, capitale d'Europa ma anche del Belgio, un paese da 6 mesi senza governo a causa del disaccordo tra i pariti di maggioranza. Tra essi la N-VA, partito secessionista fiammingo che ha nel suo programma elettorale la divisione reale del Paese tra Fiandre (Nord ricco) e Vallonia (Sud più povero).

Qualcuno sospetta che i leader di questo partito secessionista stiano cercando di proposito di non raggiungere un accordo con la controparte socialista per spingere il Paese verso la divisione definitiva, visto che in Belgio il federalismo esiste già dagli anni Novanta. A quanti in Italia parlano quindi di federalismo, Nord e Sud e riforme costituzionali, potrebbero fischiare le orecchie.

*L'analisi politica dell'aspirante sindaco di Napoli sostenuto da L'Altro Sud.

giovedì 10 febbraio 2011

UN FEDERALISMO DEL BUNGA

L'ALLARME Uno studio sul federalismo fiscale dimostra senza ombra di dubbio che, qualora dovesse essere approvato, ci sarà un altissimo rischio bancarotta per i comuni sanniti. Molti dei quali già hanno le proprie casse comunali martoriate per allegre gestioni del passato. Secondo questi dati, in Campania, la provincia che sarà più colpita sarà proprio quella di Benevento con un -59,30% di entrate.

Uno studio sul federalismo fiscale compiuto dal deputato del Pd Stefano Graziano dimostra che, qualora il decreto legislativo sul federalismo municipale venisse approvato, ci sarebbe un altissimo e concreto rischio bancarotta per i comuni sanniti, alcuni dei quali già in situazioni critiche con casse comunali letteralmente martoriate da allegre gestioni contabili del passato tra sprechi e spese inutili. E' in questa situazione ben poco piacevole, dunque, che va inquadrata un'altra tegola che si abbatterebbe soprattutto per i comuni del sud, e tra questi ci sono anche i nostri del Sannio.

Tale studio sul federalismo municipale confronta i dati delle nuove entrate devolute ai Comuni, come previsto dal decreto, con quelli dei trasferimenti 2010 ottenuti dai Comuni e ora da sopprimere. Se gli obiettivi del governo erano quelli di creare maggiore autonomia impositiva comunale e ridurre i trasferimenti, questi non solo non verrebbero assolutamente raggiunti, ma gli squilibri ancora più accentuati richiederebbero forti interventi di riequilibrio. La differenza percentuale tra quanto i comuni avrebbero a seguito del federalismo fiscale e quanto hanno avuto in
passato dai trasferimenti è totalmente negativo. Stando ai numeri e ai contenuti del decreto sul federalismo municipale, il federalismo fiscale rischierebbe di trasformarsi nel peggiore degli incubi, con una netta riduzione delle risorse per i comuni. In sostanza il meccanismo architettato dalla riforma non ha nulla a che vedere con un vero federalismo fiscale, dove il cittadino vede e paga per i servizi che riceve.

PIAGA D'EGITTO

Secondo questi dati, in Campania, la provincia che sarà più colpita sarà proprio quella di Benevento con un -59,30% di entrate. Una piaga d'Egitto. E senza né Mubarak, né nipoti per giunta. Il comune sannita più malmenato, in tutto questo, sarà Sant'Arcangelo Trimonte con il 91,19% di entrate in meno. Già calpestato ed inquinato per tutte le vicende contorte relative alle discariche, verrebbe anche tartassato, pagando il prezzo più alto in termini di lacrime e sangue. L'intera provincia piange, ma tra i comuni sanniti più martirizzati non c'è Benevento. Per la precisione Benevento ed Airola sono i centri che subiranno meno botte in testa rispetto agli altri paesi.

Tutto il Fortore e parte della Valle Telesina sprofonderebbero ancora di più nel crack. E molti di questi comuni, come detto, già navigano in situazioni economiche burrascose per via di cattive gestioni del passato che hanno indebitato le casse comunali. Si cammina un po' come quel famoso elefante sopra un filo di ragnatela. Con in più pure una spada di Damocle sopra la testa. Non è la migliore immagine che vorremmo per un futuro già tinteggiato da forti tonalità di grigio scuro. Più che l'alba che rinasce, si ripiomberebbe in un nero tramonto senza fine. Con il baratro a pochi metri. E' un rischio assolutamente da evitare.

In tutto questo di rivoluzione federale non se ne vede neanche l'ombra. Sarà la solita Italia che cammina a due velocità: il nord con un paio di marce in più e il sud con qualche retromarcia aggiunta per l'occasione. Mancano, inoltre, totalmente misure cuscinetto che sopperiscano alla diversa distribuzione delle imposte tra i diversi comuni, in modo da garantire ai comuni di finanziare almeno i servizi fondamentali come gli asili nido, i trasporti pubblici locali, l’assistenza agli anziani, eccetera. Ma forse è proprio quello l'obiettivo della Lega: allargare ancora di più la forbice, le distanze.

Oltre ad abortire questo spauracchio discriminatorio, già che si trova, tra una telefonata in Questura ed un bunga bunga, si faccia anche processare. Prima che non gli venga in mente di farsi una capatina ad Antigua vita natural durante. Ecco, trovato: potrebbe proporlo là un mostro federalista del genere. Difficile però che il Regno Unito (che governa quell'isola) possa dare il proprio beneplacito. Se persino il nostro capo dello Stato s'è finalmente svegliato, dichiarandolo “irricevibile”, qualcosa dovrebbe farci intuire che l'unica definizione possibile è quella che diede Fantozzi sulla corazzata Potemkin: “una cagata pazzesca!”.

www.sannioweek.it

lunedì 7 febbraio 2011

La politica e il futuro dei forestali


Per la grave situazione del settore della forestazione nel Sannio e per sollecitare la Regione Campania a rifinanziare il “Piano forestazione 2011”, oggi si è riunito il tavolo di crisi al quale il presidente della Provincia Cimitile ha invitato i sindacati di categoria, i presidenti delle Comunità montane del Fortore, Titerno, Alto Tammaro e Taburno, la deputazione Sannita e il Prefetto del capoluogo di provincia.

“Si è deciso di inviare – informa la nota della Fai Cisl - un documento condiviso al presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, e ai consiglieri regionali sanniti per sollecitarli a definire al più presto la vicenda dei lavoratori forestali, apportando in bilancio le dovute somme necessarie. Le federazioni regionali sono state convocate per domani alle 20 in Regione per esaminare l’intera questione. La Cisl sannita e i lavoratori restano ancora fiduciosi nelle istituzioni, e dalle risultanze sugli sviluppi delle varie iniziative messe in campo ai vari livelli e sono sempre convinti che il territorio non possa essere solo un mero calcolo matematico/finanziario. In attesa di risultati rimangono aperte tutte le iniziative sindacali a sostegno della vertenza forestali”.

venerdì 4 febbraio 2011

Federalismo municipale, più tasse per i comuni

Possibilità di aumentare le addizionali Irpef, introduzione della tassa di soggiorno sui turisti e della tassa di scopo per le opere pubbliche, cedolare secca sugli affitti. E poi l'Imu, la nuova imposta municipale che sostituirà l'Ici. Sono i contenuti del testo finale del decreto sul federalismo municipale, emanato dal Consiglio dei ministri nella versione modificata dal confronto in Bicamerale.

Per l'entrata in vigore manca solo l'emanazione del Presidente della Repubblica (che proprio in queste ore ha respinto, ndr) e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Ecco i contenuti.
Sblocco addizionale Irpef - I Comuni potranno aumentare la loro addizionale Irpef, anche retroattivamente se la decisione arriverà entro marzo. L'aumento sarà al massimo dello 0,2% annuo, ma solo per quei Comuni che ora sono sotto la soglia dello 0,4%, che non potrà comunque essere superata.Cedolare su affitti - In vigore già da quest'anno, a valere da inizio 2011, per i soli immobili affittati a uso abitativo. Al posto dell'attuale tassazione Irpef progressiva e dell'imposta di registro, arriva un prelievo fisso del 21% (al 19% per i canoni agevolati). Resta però un'opzione del proprietario: chi lo riterrà conveninete potrà restare col regime Irpef, ma chi opterà per la cedolare non potrà più aumentare l'affitto. E' l'unico vantaggio per gli inquilini, visto che è saltato il fondo per gli sgravi.

Tassa turismo - I capoluoghi, i comuni turistici e le città d'arte potranno introdurla, chiedendo ai turisti fino ad un massimo di 5 euro per notte di soggiorno. Le associazioni degli albergatori saranno coinvolte nella sua applicazione, e una parte dei proventi andrà a sostegno del settore.

Tassa di scopo - I Comuni potranno introdurla per finanziare specifiche opere pubbliche.Compartecipazione Iva e fondo perequativo - Sono le ultime due modifiche apportate in commissione. I Comuni avranno una compartecipazione all'Iva e non più all'Irpef come previsto dal vecchio testo. Quote di altri tributi vengono devolute ai comuni per il 30% e serviranno anche ad alimentare - e' la seconda novita' - un "fondo perequativo" per bilanciare gli squilibri fiscali.

Imu al 7,6 per mille - La novità scatterà dal 2014, quando l'Ici sulle seconde case andrà in pensione per essere sostituita dall'Imposta Municipale Propria. Come l'Ici, si pagherà solo sulle seconde case e sugli immobili commerciali. E come l'Ici, saranno esentati gli immobili della chiesa, anche scuole, hotel e cliniche.04

(Fonte: tiscali.it)

mercoledì 2 febbraio 2011

Comunità Montana Fortore: interrogazione parlamentare di Boffa (PD)


Forse la battaglia in favore dei diciassette dipendenti della Comunità montana messi ingiustamente in mobilità inizia a dare i suoi effetti.

Costantino Boffa, deputato sannita del Partito Democratico, ha presentato un’interrogazione a risposta scritta, indirizzata al ministro per gli Affari Regionali e al ministro dell’Economia e delle Finanze, in merito alle difficoltà che stanno attraversando le Comunità Montane, e in particolare, i dipendenti della Comunità Montana del Fortore e i lavoratori idraulico-forestali.

La legge 244 del 24 dicembre del 2007, all’art.2, ha attribuito alle Regioni a statuto ordinario l’obiettivo di finanza pubblica di riduzione delle spese delle Comunità Montane attraverso l’adozione di proprie leggi di riordino delle stesse. In ottemperanza a quando disposto dalla legge, la Regione Campania ha approvato nel 2008 il nuovo ordinamento e disciplina delle Comunità Montane con l’individuazione dei nuovi ambiti territoriali. Alle Comunità Montane spetta il compito di procedere alla rideterminazione delle dotazioni organiche in funzione delle loro effettive necessità. Da qui, la decisione di collocare in mobilità 17 dipendenti della Comunità Montana del Fortore.

Nel testo dell’interrogazione si ricorda come questi lavoratori erano stati assunti in forza di “leggi speciali con fondi consolidati dal Ministero dell’Interno”.

“In una situazione complessiva di difficoltà finanziarie che riguarda l’intero comparto delle Comunità Montane in tutta Italia – ha evidenziato Boffa nell’interrogazione - l’atto con cui la Comunità Montana del Fortore ha proceduto alla messa in mobilità dei diciassette dipendenti rappresenta un caso isolato. La Comunità del Fortore opera in un contesto socio-economico già difficile, da anni è in atto un processo forte di desertificazione sociale ed inoltre, anche in virtù della diminuzione del livello essenziale dei servizi (trasporti, sanità, istruzione), la sopravvivenza dei centri abitati è sempre più a rischio”.

“Come più volte ribadito, risultano comprensibili le ragioni alla base di misure volte a porre fine a sprechi e disservizi,ma queste vanno adottate nella consapevolezza che esiste un livello qualitativo dei servizi in favore della collettività che va salvaguardato e migliorato, in particolare in quelle aree già fortemente penalizzate e ad alto rischio di desertificazione sociale”.

www.ilquaderno.it

Gli scarichi di acque reflue e il Fortore


La Provincia di Benevento ha presentato nei giorni scorsi alla Prefettura, all'Arpac, all'Asl, al Corpo Forestale dello Stato e al Corpo di Polizia provinciale l'elenco degli scarichi di acque reflue urbane (o cosiddette di scarico) sul territorio provinciale. A comunicarlo l'assessore provinciale all'ambiente, Gianluca Aceto.

"La rilevazione, svolta con la collaborazione dei Comuni del Sannio - si legge in una nota -, è finalizzata ad intervenire per combattere il grave stato di inquinamento dei corpi idrici verosimilmente causati da scarichi non autorizzati e/o non depurati". E aggiunge: "Sempre in materia di tutela dei fiumi si è appreso che per il completamento della procedura per i Parchi fluviali ormai tutti i Comuni, eccetto uno, hanno provveduto a decidere in materia aderendo all'invito della Provincia".

Bene. Ma è da mesi chiediamo alle istituzioni competenti come mai nel fiume Fortore ci sia finito il batterio della salmonella. Sino ad oggi non c'è pervenuta nessuna risposta. Speriamo che questa iniziativa porti alla fine a qualche delucidazione in merito. Intanto noi aspettiamo. Come attediamo di vedere pubblicato da qualche parte questo benedetto elenco.

lunedì 31 gennaio 2011

Energie rinnovabili, la Campania cresce


Postiamo stralci di un interessante articolo apparso sul sito web del corriere del mezzogiorno.

Energie rinnovabili, queste sconosciute. Eppure, piano piano, a fatica, tra dubbi pregiudizi e ironie degne di miglior causa, l'impiego di fonti diverse da gasolio e petrolio prende piede anche nei grandi e piccoli centri campani. La situazione non è più nerissima, almeno stando ai dati diffusi da Enel. Sono infatti 2.141 i nuovi impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili di privati, enti o pubbliche amministrazioni che l'Enel connesso alla rete elettrica in Campania nel corso del 2010. Una cifra che, aggiungendosi ai 732 già connessi fino al 2009, fa praticamente triplicare il numero di impianti verdi presenti sul territorio. Di questi nuovi impianti oltre il 90% produce energia grazie al sole e vanno da una potenza installata minima di 1,5 kilowatt ad un massimo di 6 megawatt. Per la maggior parte si tratta di impianti di piccola e media taglia dai 3 ai 30 kW, la cui quantità è pari all’80% del totale delle attivazioni (...).

http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it

venerdì 28 gennaio 2011

Tutti pazzi x il Teatro. Rassegna della diversità


Il Dipartimento di salute mentale di Puglianello presenta la seconda rassegna: Tutti pazzi x il Teatro, un percorso artistico che dal nome stesso interpreta, ironicamente, giocando proprio sull’accostamento delle parole “pazzia” e “teatro”, un’idea diversa del disagio psichico e del teatro, come terapia e mezzo di comunicazione per affrontare il concetto di diversità e superare il pregiudizio. La prima edizione della rassegna, ha avuto il merito di raccontare una realtà che poco si conosce, perché è spesso esclusa dai canali tradizionali di comunicazione. L’esperienza teatrale della diversità ha visto insieme “matti” e “normaloidi” in un rapporto “normale” che restituisce dignità e regala una speranza. Mettere in scena la follia è esplorazione del lato nascosto, incomprensibile e allo stesso tempo è fruizione di forme estetiche differenti.

Tra le compagnie partecipanti alla scorsa edizione (3-18 giugno 2010), particolarmente appassionante è stata l’Accademia della follia di Trieste, che ha presentato uno spettacolo ispirato alla battaglia dello psichiatra veneto Franco Basaglia (scomparso nel 1980) che determinò la chiusura dei manicomi. Per la seconda edizione della rassegna, tutte le istituzioni e i partners che hanno già supportato l’iniziativa, hanno riconfermato il sostegno condividendone i valori e la missione educativa e culturale. Per questa ragione la prossima edizione (giugno 2011) sceglierà nuovamente come destinazione Benevento, città ospitale e aperta a nuove esperienze artistiche.

Come per la prima edizione, la selezione delle compagnie sarà effettuata attraverso un concorso nazionale riservato alle compagnie teatrali integrate; l’iscrizione è gratuita e scade il 19 marzo 2011. Quindi il cartellone della prossima edizione si colorerà di opere nuove e di altre gradite presenze che daranno ancora senso e voce alla bella scena della follia.

Grazie ad una felice intuizione di Maurizio Volpe e Antonello Santagata, è ricominciato anche il laboratorio teatrale con i pazienti e gli operatori del DSM Puglianello, che è ormai diventato un vero spazio artistico, un luogo di espressione e di socializzazione per pazienti, operatori e genialità sconosciute.

giovedì 27 gennaio 2011

Il Fortore e il Partito democratico

Nei giorni scorsi abbiamo scritto della situazione politica del Pdl nel Fortore. Oggi vediamo cosa succede sul fronte del Partito democratico, il quale sembra essere scomparso dallo scenario politico locale. Eppure di tematiche da affrontare ce ne sono. Basti pensare alla stessa vicenda dell’ospedale di San Bartolomeo, al disastro viabilità, alla questione lavoro e chi ne ha più ne metta.

L’unica nota però da registrare è stata quella del redivivo ex segretario Ds di Baselice, Antonio Paolozza, il quale preso forse da un rimorso di coscienza si è messo a scrivere, nel pieno delle feste natalizie, una lettera a un quotidiano locale sul futuro dei dipendenti della Comunità montana. «Servono proposte concrete», dice orgoglioso.

Ora tralasciando tutto il papiello sugli operai idraulico-forestali, su cui potremmo essere anche d’accordo, per quanto riguarda però i diciassette dipendenti messi in mobilità l’esponente del Pd dimentica un piccolo particolare: questi lavoratori da quasi un anno lottano in difesa del loro posto di lavoro.

È possibile che solo ora se ne accorga? Eppure all’interno del consiglio e della giunta della Comunità ci sono suoi rappresentanti. Basti pensare al foianese Giuseppe Ruggiero, esponente di spicco del Partito democratico locale.

Non solo. I dirigenti provinciali sono al corrente del fatto che il loro partito nel Fortore sostiene un presidente del centrodestra come Zaccaria Spina?

Non ce ne vogliano i democratici fortorini, ma non basta cambiare qualche segretario locale per far crescere il partito. Ci vuole coerenza, prima di tutto.

mercoledì 26 gennaio 2011

E Occhito resta senza manutenzione


L’importanza della diga di Piano dei limiti è cresciuta negli ultimi anni man mano che peggioravano le condizioni dell’invaso di Occhito. La grande diga in terra battuta costruita negli anni Sessanta sul fiume Fortore mostra ormai da quasi un decennio tutti i segni del tempo. Basti ricordare che è stata collaudata solo di recente, a oltre trent’anni di distanza dalla sua costruzione e che per questo può invasare circa cento milioni di metri cubi d’acqua in meno rispetto a quanti ne prevedeva il progetto originario (300 milioni mc.).

La diga di Piano dei Limiti doveva essere costruita a valle ed avrebbe avuto una capacità di 40-45 milioni di metri cubi, dunque molto al di sotto di Occhito che può invasare attualmente fino a 220 milioni di metri cubi. Ma avrebbe permesso il completo svuotamento di Occhito e dunque un suo più compiuto collaudo infrastrutturale.

Non a caso l’allarme sulle condizioni di Occhito venne lanciato il 28 febbraio 2009 in Prefettura dal presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, che parlò di «invaso malato» riferendosi alle condizioni precarie di Occhito. E qualche tempo prima l’ex direttore generale del consorzio di bonifica della Capitanata, l’ingegner Giuseppe D’Arcangelo, aveva lanciato l’allarme sull’assetto idrico-geologico dell’invaso e del territorio circostante.

www.lagazzettadelmezzogiorno.it

martedì 25 gennaio 2011

Rompe il respiratore e il tecnico è bloccato dalla neve: malata salvata in extremis



Manco a farlo apposta nel post precedente abbiamo parlato proprio della sanità nel Fortore, oggi postiamo stralci di un articolo apparso ieri sul "Corrieredelmezzogiorno.it" che ci fa capire bene quali sono i rischi per la salute di chi vive in questa realtà. Nel frattempo, dopo aver chiuso l'ospedale di San Bartolomeo (sic!) aspettiamo il prossimo annuncio dell'apertura del Psaut.


BENEVENTO - Ancora disagi nel Fortore, in provincia di Benevento, a causa della neve. A San Bartolomeo in Galdo, nel corso della notte, i carabinieri hanno prestato soccorso ad una ragazza che a causa di una grave malattia degenerativa è permanentemente attaccata ad un respiratore artificiale, che a causa dei continui sbalzi di tensione dovuti alle avverse condizioni meteorologiche, si era bloccato. I familiari della giovane hanno richiesto l’intervento dei militari anche perchè l’elettricista che poteva riparare il macchinario era bloccato a casa per colpa della neve, in una zona impervia in prossimità del comune di Castelvetere.

I carabinieri, grazie al loro fuoristrada in dotazione, sono riusciti a raggiungere il tecnico e a portarlo di corsa presso l’abitazione della ragazza, scongiurando il grave pericolo che si era profilato per la giovane, assistendolo nel corso delle operazioni, per poi riaccompagnarlo a casa (...).

www.corrieredelmezzogiorno.corriereit

lunedì 24 gennaio 2011

Il Fortore, la sanità e la politica


La vicenda dei primari di Benevento, ai quali non verrebbero rinnovati i contratti in scadenza, riapre anche per il Fortore la ferita mai rimarginata dell’ospedale di San Bartolomeo. Non solo. Ci porta a ragionare sul rapporto tra politica e territorio. Tra governanti e governati. Tra chi questa popolazione la dovrebbe rappresentare in tutte le istituzioni: locali, provinciali e regionali.

E allora come ci si può dimenticare dell’annuncio fatto da esponenti del centrodestra nella campagna elettorale regionale dell’anno scorso: «E’ fatta dopo cinquant’anni apre l’ospedale di San Bartolomeo». Invece poco dopo il nosocomio viene addirittura chiuso. Eppure, il 70 per cento dei san bartolomeani vota per il Popolo della libertà, mentre la nuova giunta comunale si era tesserata in massa al partito del Cavaliere.

Tuttavia in cambio della chiusura dell’ospedale, alle genti di queste valli viene promesso almeno l’apertura di un presidio di primo soccorso. Ogni mese parte l’annuncio: apre il Psaut. Ma passa il tempo e della struttura nemmeno l’ombra. Il sindaco del capoluogo fortorino, Enzo Sangregorio, non potendone più si accampa sotto l’Asl di Benevento in segno di protesta. Qualcuno si aspetterebbe un minimo di solidarietà dalla politica, invece silenzio. Stanno zitti i partiti di centrosinistra. Nemmeno una parola da quelli di centrodestra, che nel frattempo hanno eletto in consiglio regionale il baselicese Luca Colasanto.

Ad oggi non sappiamo se i governanti di San Bartolomeo hanno rimesso le loro tessere. Ma noi la lezione l’abbiamo imparata da tempo. Il Fortore è terra di nessuno e i fortorini figli di un dio minore, di cui ci si ricorda solamente quando diventano elettori, unico diritto ad essi riconosciuto.

venerdì 21 gennaio 2011

Una riflessione sul nostro dialetto

di Angelo Iampietro

Una notizia del genere, “ Il Sannio e i dialetti locali”, pubblicata il 20 gennaio sul blog di Antonio Bianco, è per me come una buona novella. Un proposta culturale, avente lo scopo di far conoscere, conservare e tutelare gli scritti in vernacolo nella nostra provincia beneventana, è un fatto non da poco e va dato merito a chi ha fortemente desiderato e voluto questa iniziativa.

La politica deve anche farsi carico di queste cose importanti!
Già altre realtà hanno avviato un recupero della cultura linguistica locale, inteso come un comune patrimonio da non disperdere; esso, infatti, ha la sua validità proprio perché è finalizzato al processo di identificazione di una popolazione, la cui parlata ci dà la sua carta d'identità, che la difende e la differenzia dalle altre, perché l'accomuna in tutti gli aspetti, semplici e complessi del suo vivere. Il dialetto di una comunità è, infatti, vita, tiene vicine le persone, le rappresenta, le caratterizza per quella commistione che le porta a sentire, proporre ed agire allo stesso modo.

La lingua è fratellanza, vicinanza; è la piattaforma, la base, lo zoccolo duro di una comunità che respira la stessa aria e gli stessi odori.
L’apprendimento del vernacolo è, per ognuno, la prima lingua che viene trattenuta: è la lingua madre sulla quale si innesteranno poi tutte le altre; è l’origine del nostro linguaggio non solo fonetico, comunicativo,ma anche figurativo, creativo, gestuale, espressivo…

La mia Comunità fa ampio uso del dialetto, che è la forma di comunicazione più diffusa, forse perché zona periferica di una provincia periferica. Esso non ha subito trasformazioni fonetiche, né ha abbandonato forme linguistiche tradizionali che esprimevano il vero carattere di una popolazione fiera dei suoi usi e costumi. Il vernacolo, infatti, con le sue espressioni, non solo evidenzia la capacità di usare una comunicazione espressiva colorita ed unica, ma anche la forza di continuare la trasmissione della cultura del passato.

La Comunità baselicese, per quanto attiene alla conservazione della sua lingua in vernacolo, ha avuto una grande fortuna: l’averla avuta anche in forma scritta; infatti ciò che non è scritto, prima o poi va perduto o, tutt’al più, modificato difformemente dall’originale.

Chi ha dato un contributo, direi unico, perché il nostro dialetto fosse conservato per sempre, è stato il compianto amico prof Alfonso Mascia, che ha dedicato una vita allo studio ed all’approfondimento linguistico, in tutte le sue forme, del nostro dialetto.

E’ lo studioso del vernacolo baselicese, al quale ha dedicato un’intensa vita di studio e di ricerca. Egli ci ha lasciato molte opere scritte in dialetto, che vanno dal teatro (“Fortore, su il sipario!”) al costume, dai modi di dire (“Così si pensa e si dice”) all’analisi linguistica. Voglio ricordare il vocabolario: “Il dialetto baselicese”, (dizionario, grammatica, appendice). Solo questo ci inorgoglisce e ci onora, senza mettere in subordine le altre!

Egli ha scritto veramente tanto in vernacolo, cercando con i notevoli mezzi culturali di cui disponeva, da vero linguista, di fissare tutti gli elementi che caratterizzano il nostro dialetto: la fonetica, l’etimologia, le strutture grammaticali e sintattiche, i modi dire, le locuzioni ecc…

A buon motivo il popolo baselicese può essere fiero del suo vernacolo, codificato non solo nella forma orale, ma a maggior ragione nello scritto, che sarà un punto di riferimento per le future generazioni e per chi non vorrà dimenticare le sue radici.
Mi auguro che le opere non pubblicate, possano esserle anche con il pubblico contributo, perché esse arricchiscono la nostra Comunità, ma non solo, della cultura popolare che ci lega all’”Albero della memoria”, punto fermo per la crescita di ogni Comunità.

Grazie prof Mascia per il patrimonio culturale che ci hai lasciato, che non solo ci onora, ma ci rende orgogliosi del nostro modo di essere e di sentirci Baselicesi. Anche noi, grazie a Te, potremo entrare nella raccolta delle opere che caratterizzano la conservazione della cultura linguistica dell’operoso e fiero Sannio

giovedì 20 gennaio 2011

Il Sannio e i dialetti locali


La provincia di Benevento sta portando a termine un aggiornamento delle pubblicazioni che hanno ad oggetto i dialetti dei locali del Sannio. Lo comunica l'assessore provinciale alla Cultura di Benevento, Carlo Falato. L'assessore infatti ha in questi giorni inviato una lettera a tutti i sindaci del Sannio e comunque rivolge un appello agli uomini di cultura, ai giornalisti e a quanti sono interessati a queste materie per consentire, nell'ambito delle iniziative dell'assessorato provinciale a sostegno della diffusione e della conoscenza del patrimonio culturale e linguistico sannita, l'ampliamento della Sezione, istituita presso la Biblioteca provinciale "Antonio Mellusi", dedicata ai testi sui dialetti locali del Sannio.

L'invito di Falato è quello di poter avere almeno un elenco completo ed aggiornato di tutte le pubblicazioni riguardanti lo studio e la divulgazione del dialetto in ciascuno dei 78 comuni del Sannio e, ove possibile, di avere una copia dei volumi. Secondo Falato, l'operazione appare opportuna sia per la tutela e la salvaguardia delle identità locali, nei limiti del possibile, e per consentire uno studio più approfondita sulle differenziazioni sedimentatesi nel corso della storia tra questa e quella località, anche molto vicina dal punto di vista fisico. Il monitoraggio potrebbe consentire di individuare importanti filoni originali di ricerca storico-antropologica, nonché l'evoluzione dei processi economici e produttivi nei diversi comprensori.

mercoledì 19 gennaio 2011

IL SUD A CHILOMETRI ZERO

di Nicola Perrini

PROPOSTE. Come rilanciare i prodotti locali per salvare un patrimonio enogastronomico in pericolo.

Dopo che la stampa ed i media in genere ne hanno tanto parlato, sono ormai chiari a molti gli innumerevoli vantaggi di consumare prodotti a chilometri zero. Com’è noto, infatti, la stragrande maggioranza dei prodotti, alimentari e non, viaggia su gomma, con conseguenze disastrose per l’ambiente e non solo. Abbiamo raggiunto l’enorme quantità di 50 milioni di tonnellate l’anno di immissioni di Co2 in atmosfera, per il solo trasporto merci. Questo ci costa, in termini economici, ben 5,5 centesimi a tonnellata, che significano circa 33 miliardi di euro l’anno. Ma questo sistema di trasporto è anche tra le cause delle migliaia di vittime della strada che si registrano ogni anno.

Il tutto per trasportare magari acqua in bottiglia per centinaia di chilometri da una parte all’altra del paese oppure prodotti facilmente reperibili ovunque. Emblematico il caso di molti ortaggi, coltivati in Campania, trasportati fino in Veneto, lì imbustati e poi rispediti nelle zone di origine. Consumare questo tipo di prodotti rischia di essere un atteggiamento irresponsabile che non ha più motivo di essere. Da non sottovalutare poi, è la massificazione dei gusti, con la larga diffusione di prodotti industriali che nulla hanno a che vedere con il territorio e le tradizioni locali. Si finisce per acquistare merci, reclamizzate in tv in maniera così martellante, da annullare in noi qualsiasi spirito critico e farcel accettare come fossero le migliori.

Così le imprese che puntano sulla specificità e sulla qualità e che non possono, per le loro dimensioni, accedere al grande circo mediatico, sono tagliate fuori e costrette al ridimensionamento, finché, una alla volta, non spariscono dal mercato. Siamo alla distruzione del nostro patrimonio enogastronomico. I nostri prodotti freschi, quelli ricchi di sapore, di vitamine, quelli che appartengono alla nostra straordinaria dieta mediterranea, che in Campania è stata studiata e teorizzata, attingendo alla tradizione di secoli, vengono ignominiosamente sacrificati a vantaggio di alimenti ricchi di conservanti e dal sapore insignificante. Ma tutto questo costa anche, ai meridionali, la bella cifra di circa 58 miliardi di euro l’anno. A tanto ammonta il valore dei beni e servizi acquistati al Nord.

Su 100 euro di spesa, infatti, solo 6 restano al Sud e ben 94 prendono la via del Nord. Lì vanno a gonfiare zone già arricchite da questo sistema, dove c’è chi ora pensa di poter chiedere, beffa delle beffe, la secessione o il federalismo che, per come sta nascendo, è la stessa cosa. E quante imprese meridionali sono state costrette a chiudere da questo sistema, quante tradizioni sono state cancellate, quanti giovani sono stati costretti ad abbandonare i loro territori ed emigrare in cerca di lavoro? Urge allora un comportamento più responsabile e coerente da parte dei consumatori meridionali. Un comportamento che sia capace di spezzare questo circolo vizioso che sta cancellando la nostra economia e la nostra identità.

Pubblicato su TERRA del 17 gennaio

martedì 18 gennaio 2011

Eolico a Baselice, botta e risposta in consiglio comunale


Il consiglio comunale di Baselice (foto di repertorio) ha approvato, il 27 dicembre scorso, con il voto contrario della minoranza, lo schema di convenzione con la società Edison energie per l’installazione di cinque torri eoliche sul territorio comunale, per un totale di 15 mega watt di potenza. L’accordo prevede un 3 per cento di introiti per il Comune, più 2 mila euro a mega watt e 100 mila una tantum.

L’intesa è stata però criticata dalla minoranza in quanto «svantaggiosa» per l’ente. Il consigliere di opposizione Massimo Maddalena ha portato ad esempio l’accordo fatto con un’altra azienda di produzione eolica, quando a governare c’era l’ex sindaco Nicolino del Vecchio.

«Noi nel 2006 – afferma – avevamo firmato un accordo molto diverso. Con questa azienda avevamo stabilito un minino di 300 mila euro indipendentemente dal rendimento. Se il vento tira o non tira, se ci sono altre problematiche a noi non interessa, l’importante è avere un minimo garantito».

A replicare a Maddalena è il sindaco Domenico Canonico. «Dovete sapere – ha detto il primo cittadino – che le nuove linee guida dal primo gennaio hanno escluso i Comuni da qualsiasi decisione sull’eolico. Nonostante ciò, il tre per cento è il massimo che sono riusciti ad ottenere per un parco eolico presentato nel 2005 quando noi non c’eravamo ad amministrare il paese. Se fosse stato possibile avrei chiesto molto di più, tuttavia con i due mila euro a mega watt raggiungiamo quasi un 4 per cento. Questo è stato il massimo che sono riuscito a strappare nella trattativa. Prendere o lasciare».

Il sindaco, infine, ha spiegato perché tra tutti i progetti presentati è stato scelto proprio quello della Edison. «Semplice – ha risposto – perché è stato il primo presentato in ordine cronologico».

lunedì 17 gennaio 2011

Baselice e palazzo Lembo



Stanno per terminare i lavori di ristrutturazione di Palazzo Lembo. Lo ha comunicato il sindaco, Domenico Canonico, nell'ultimo consiglio comunale del 27 dicembre scorso.

Intanto, domani, martedì 18 gennaio, alle 17.30, si terrà il prossimo consiglio con i seguenti punti all'ordine del giorno: 1.Lettura e approvazione verbali seduta precedente. 2. La musica popolare e Amatoriale dal 1861 ad oggi - riconoscimento di Musica popolare e amatoriale di interesse comunale, in occasione dei 150 anni dell'Unità d'Italia. 3. Alienazione suolo comunale in via Luigi Capuano - Richiesta avv. Pasquale del Vecchio.

La scuola e Impastato


La Provincia di Benevento, con la collaborazione della Associazione Libera, ha promosso presso il teatro De Simone in piazzetta Vari del capoluogo sannita, martedì 18 gennaio 2011 alle ore 9.30, un Convegno sul tema: "Memoria e riflessioni antimafia nel nome di Peppino Impastato - La scuola si confronta con il fratello Giovanni Impastato".

Nel nome dello strenuo combattente dei soprusi e delle malversazioni della mafia, fatto esplodere lungo i binari di una tratta ferroviaria siciliana proprio nel giorno in cui fu fatto ritrovare a Roma il cadavere di Aldo Moro, l'assessore provinciale Annachiara Palmieri invita gli studenti a discutere di cultura e di tutela della legalità e di ordinato confronto del vivere civile: nel corso dell'incontro, oltre agli interventi di Giovanni Impastato, saranno proiettati spezzoni del film "I cento passi", il film che Marco Tullio Giordana volle dedicare al politico, attivista e conduttore radiofonico di Cinisi, immolatosi a 30 anni per una Italia migliore.

sabato 15 gennaio 2011

CARO RCA, MA SOLO AL SUD

di Gaetano Pietropaolo*

E' recente l’ennesima inascoltata denuncia sul comportamento delle compagnie di assicurazione RCA in Campania e nel Mezzogiorno. A fronte dell’ennesimo aumento del 10% dei prezzi praticati, il commissario regionale campano dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, ha lanciato la provocazione dello “sciopero delle assicurazioni” invitando i cittadini a non pagare i premi per obbligare il Governo ad intervenire su una questione divenuta insostenibile. La faccenda è nota: i prezzi praticati dalle assicurazioni che, giova ricordarlo, sono tutte del Nord, sono a parità di classe di appartenenza molto maggiori al Sud che nel Settentrione; e nel Mezzogiorno la regione più vessata è la Campania, con la provincia di Napoli che detiene il costoso primato di provincia più cara d’Italia.

Le compagnie assicuratrici giustificano tale comportamento con l’alta incidentalità e le truffe che si farebbero in questi territori piuttosto che altrove. Quanto all’incidentalità, cioè al numero di incidenti con morti o feriti, l’ultima relazione annuale dell’Aci disponibile, mostra una realtà diversa da quella descritta dalle Assicurazioni: la Campania si caratterizza per un numero di incidenti tra i più bassi in assoluto. Per quanto riguarda invece il numero di incidenti senza morti e feriti, in materia non si dispone di studi di istituzioni pubbliche, garanzia di una certa imparzialità. Pertanto, bisogna accontentarsi dei dati forniti dalle assicurazioni che individuano a Napoli ed in Campania un elevato numero di incidenti senza morti e feriti, spiegabili con un elevato numero di truffe nel settore.

Posto che ciò sia vero, dovrebbe essere compito delle assicurazioni organizzarsi in modo da ridurle e non scegliere la strada più semplice: farne pagare il costo a tutti i cittadini Napoletani o Campani, anche quelli onesti. Ciò che è inaccettabile, è una discriminazione di tipo “razziale” e non meritocratica fatta da decenni dalle compagnie assicuratrici. E questo è ormai noto da anni ma troppo spesso taciuto. Un esempio potrebbe chiarire le idee: un automobilista napoletano di 45 anni, in prima classe Bonus/Malus, per un’auto media, paga circa il doppio del corrispondente automobilista torinese. Paradossalmente un automobilista torinese meno virtuoso, che si trova in sesta classe, paga circa 1/3 in meno del napoletano virtuoso.

L’esempio può essere ripetuto paragonando qualsiasi città del Nord con Napoli, i risultati sono pressoché analoghi. Ma se un automobilista è in prima classe, significa che è virtuoso, indipendentemente dal luogo di residenza, allora perché le assicurazioni discriminano la prima classe napoletana rispetto a quella piemontese o lombarda? Qual è la differenza? È questo che dovrebbero spiegare le compagnie assicuratrici ai cittadini meridionali in genere, visto che il comportamento in questione è perpetrato nei confronti della generalità dei residenti nel Mezzogiorno.

*L'Altro Sud

Pubblicato su TERRA del 12 gennaio 2011

venerdì 14 gennaio 2011

Iannilli replica a Cormano

Precisiamo ai nostri lettori che pur essendo lontani anni luce da certe posizioni politiche ospitiamo alcuni interventi di esponenti del Pdl solamente per far conoscere ad un pubblico più vasto le dinamiche politiche locali.

Riceviamo e postiamo

L’articolo pubblicato su il Sannio quotidiano intitolato” tutti i nodi verranno al pettine”, contenente alcune riflessioni sull’operato politico dell’assessore Brancaccio, ha suscitato tanta solidarietà al vicecoordinatore del Pdl Cormano, tanto da pubblicare una nota su diversi organi di stampa contenente una serie di domande e provocazioni in merito all’articolo in questione.
Premesso che è possibile leggere integralmente la nota in questione su internet, io risponderò punto per punto alle diverse domande-provocazioni che Cormano ha fatto emergere nella suddetta nota.
Prima di iniziare con le risposte, porgo io una domanda di contenuto all’autore della nota.
Qual è il nesso tra le mie riflessioni e le tue provocazioni- domande? In altre parole non capisco perché: io faccio delle riflessioni sull’operato politico dell’assessore Brancaccio e tu mi vomiti addosso una serie di accuse riguardanti la mia gestione del coordinamento Pdl. Non capisco…
Non era più logico smentire le accuse, ed argomentare la solidarietà all’assessore? Ti sei fatto consigliare male.

In neretto sono le affermazioni e le domande fatte da Cormano.
Non si e mai visto un immobilismo politico come quello condotto dall’attuale coordinatore dimissionario.
Caro Andrea dove eravate tu e i tuoi amici quando bisognava fare la campagna elettorale a favore del presidente Colasanto? Era un occasione storica, molte circostanze erano a favore della vittoria di Colasanto. Tu sei rimasto a Roma a fare gli affari tuoi ,e i tuoi amici a remare contro. Per favore non dire bugie. Quale immobilizzo politico? Quando bisognava fare qualcosa di serio ho lasciato anche i miei impegni.

Non hai mai convocato una riunione per fare proposte politiche, non hai mai fatto un dibattito costruttivo con l’attuale amministrazione.
Caro Andrea dopo la tornata elettorale, diverse volte ho convocato assemblee alla presenza del presidente Colasanto. Tu come al solito eri a Roma. Era presente Brancaccio il quale non ha aperto bocca, ma soprattutto non ha mostrato segni di apertura e di dialogo. Caro Andrea quali proposte? Non ci ha fatto sapere mai niente il tuo stretto collaboratore. Non ha mai considerato il partito come punto di paragone. Chissà perché…

Non hai mai tentato di far avvicinare nuove persone al partito, hai litigato con tutti.
Caro Andrea mi vorresti mettere il vestito del tuo amico? Se c’è uno nella storia del partito che ha litigato con molti tesserati, e che ha fatto diventare il coordinamento un luogo per andare contro qualcuno (chissà perché) certamente non si chiama Antonio Iannilli. Sappiamo tutti qual’e il vero nome.

Se non era per alcuni miei articoli e iniziative il partito potevamo mandarlo a “Chi l’ha visto”
Caro Andrea, potevi risparmiarteli. Hai creato imbarazzo a diversi membri del partito scrivendo quei 4-5 articoli. Molte imperfezioni e diversi dati inesatti.
Prima di scrivere, documentati bene. Non ascoltare ciò che ti dice il tuo amico.

Diverse volte ti sei confidato con me circa le dimissioni. E io ti consigliavo di non mollare.
Caro Andrea l’unica cosa che ti ho confidato riguardava il continuare o meno la carica di coordinatore in quelle condizioni.
Nello specifico, ti ricordo,che i tuoi amici non hanno guardato mai con simpatia la mia nomina di coordinatore, creando situazioni poco gradevoli e soprattutto desideravano a tutti i costi che la nomina fosse da loro sponsorizzata, cosicché, potevano gestire al meglio le decisioni da prendere.
Ho deciso per le dimissioni: in primis per impegni professionali che dovrò affrontare da gennaio e poi anche perché non esistevano le condizioni minime di sopravvivenza per svolgere funzioni mirate ad una politica a servizio del bene comune.

Non hai mai formato il coordinamento.
Caro Andrea ancora una volta ti dimostro che prendi consigli sbagliati.
Sapevi che le direttive nazionali del popolo della libertà non hanno dato via libera alla formazione dei coordinamenti cittadini? Nessuno ti ha mai comunicato questo?
Domanda ai tuoi referenti politici e ti diranno la stessa cosa.

Infine, ci sarebbero tante altre domande-provocazioni che Cormano ha fatto emergere, ma ho deciso di fermarmi qui con le risposte per non dilungarmi troppo.
Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Sinceramente,mi sento di aver dato un grande contributo al popolo della libertà, e non credo affatto che le accuse fatte da Cormano corrispondano a verità, per cui restituisco al mittente o chi per esso le accuse sollevate.

Antonio Iannilli


ECCO LA CONTROREPLICA A STRETTO GIRO DI POSTA DI CORMANO

Caro Antonio. Le tue risposte sono piene di contraddizione come lo sei stato in tutto questo tempo alla guida del partito. Prima dici di rispondere punto per punto, poi dici di non rispondere per non dilungarti troppo. Metti d’accordo su quello che vuoi fare. La verità è unica, non hai argomentazioni. Ti ho fatto delle domande precise, ma non hai risposto, hai preferito cercare di ribaltare la situazione per arrampicarti sugli specchi, ma il risultato non cambia. Ti ho semplicemente mostrato le cose come stanno, si vede che la verità fa male.

Io non devo prendere le difese di nessuno. Sarà l’amico assessore Brancaccio a risponderti se lo ritiene opportuno. Io ti ho solo fatto notare che se avevi qualcosa da ridire a un tuo assessore, visto che eri il presidente del partito, perché non hai usato gli strumenti adatti, prima di scrivere un articolo sul giornale? Il tuo è un vero e proprio fallimento politico, visto che non hai mai discusso nelle sedi di politica. Non sai propria cosa significa fare politica. Detto questo chiudo qui la discussione, perché i lettori non capirebbero e rendi ridicolo il partito. Ti invito a iniziare a discutere e a parlare dei problemi nelle sedi adatte. Non risponderò più alle tue provocazioni. Stai solo cercando di dividere un partito e un gruppo politico nel tuo paese.

Andrea Cormano

giovedì 13 gennaio 2011

Brigantaggio, la lettera di Iampietro


Angelo Iampietro*

La conoscenza parte sempre dal vicino e si irradia a raggiera per raggiungere i lontani spazi; né, d’altronde, è proficua una programmazione se non parte dal proprio territorio con la finalità di scoprire e realizzare prospettive che mirano ad orizzonti lontani.

Capita spesso, e questo è un grave errore di impostazione culturale, che non si conosca ciò che è stato, ciò che è avvenuto intorno a noi, ossia le vicende vissute dai nostri antenati in contesti storici ben definiti. E quale abitante della Valfortore negli anni che vanno dal 1861 a seguire fino alla fine del decennio, non abbia vissuto o abbia fatto i conti col fenomeno del “Brigantaggio postunitario”?.
Una finestra su questa tematica fu aperta dal compianto amico prof Alfonso Mascia, che in una Sua opera teatrale propose la figura del brigante baselicese Antonio Secola. Un dramma che aiutava ed aiuta a far capire il vasto fenomeno del brigantaggio in loco a chi non ne aveva mai sentito parlare nemmeno per racconto. Vi sono videocassette teatrali sulla figura del brigante Secola...

Un convegno, su una tematica tanto attuale, organizzato dall’”Associazione Trediciarchi” è un’opera meritevole di apprezzamento per la finalità culturale che si propone; lo proporrà con studiosi esperti della materia, le cui conoscenze sono frutto di intenso studio e di passione storica nel’aver ricercato quei documenti che danno luce su un fenomeno tanto vasto e che forse in passato è stato volutamente sottaciuto.

Ben vengano questi incontri culturali su questo ed altri lavori! La cultura è l’asse portante e vincente del nostro futuro che qualcuno, con strategie miopi ed individualistiche, vorrebbe fortemente limitare.
Buon lavoro ed auguri a Voi studiosi delle vicende storiche e sociali dell’area fortorina ed a voi componenti dell"Associazione Trediciarchi", che vi fate carico dell'oneroso compito di "far conoscere per far sapere".

*docente

mercoledì 12 gennaio 2011

Comunità montana, riassorbire i dipendenti in mobilità


Ora non ci sono più dubbi. I diciassette dipendenti della Comunità montana del Fortore vanno riassorbiti dallo stesso ente sovracomunale. Infatti, la Giunta regionale ha deliberato il riparto dell'ultima somma che ricadeva nel concorso dello Stato, prima che intervenisse una sentenza della Corte costituzionale, novembre 2010, che di fatto ha instaurato il principio del trasferimento di detta competenza alle Regioni, in maniera residuale, ed ai comuni che di esse fanno parte. Al Fortore sono stati assegnati 659.614,82 euro. Dunque, la teoria che i diciassette dipendenti siano stati messi in mobilità perché non c’erano soldi non aveva senso prima figuriamoci adesso.

lunedì 10 gennaio 2011

Fortore ribelle. Il brigantaggio postunitario


L’associazione Trediciarchi continua nella sua opera di ricerca e di documentazione per la conoscenza e la promozione dell’area del Fortore. Un’area a cavallo delle province di Campobasso, Foggia e Benevento il cui patrimonio storico, artistico, archeologico e ambientale, non è ancora sufficientemente tutelato e valorizzato.
Ad essere approfonditi nei mesi di gennaio e di febbraio saranno quattro argomenti di notevole interesse storico e culturale in generale. Il ciclo di incontri, che vede la presenza di esperti del settore, sarà tenuto nei locali della Biblioteca comunale e del Circolo degli anziani di Riccia.

Questi i titoli: Fortore ribelle. Il brigantaggio postunitario, con Antonio Bianco (15 gennaio); Orme nella neve. Il lupo tra ambiente e leggende nella valle del Fortore, con Corradino Guacci (29 gennaio); Alla scoperta di artisti e dipinti nei paesi del Fortore. Sec. XVI-XIX, con Dante Gentile Lorusso (12 febbraio); Canti e suoni del Fortore, racconto in musica di Vincenzo Lombardi con i “Musicanti della Memoria” (26 febbraio).

Il ciclo di incontri sarà aperto con un tema di stretta attualità, considerate le contestuali celebrazioni per il centociquantenario dell’Unità d’Italia: il brigantaggio. A parlarne sarà Antonio Bianco, giornalista professionista da diverso tempo impegnato nella ricerca e nello studio del fenomeno, che ebbe nell’area del Fortore uno dei suoi più attivi focolai. Ad essere indagate saranno le gesta dei capobriganti Michele Caruso di Torremaggiore, vero flagello delle popolazioni dell’epoca, del collese Francesco Saverio Basile, detto “Pilorosso”, di Antonio Secola di Baselice, di Giovanbattista Varanelli di Celenza Valfortore, detto “Tittariello”. Regno indiscusso di questi ribelli al nuovo ordine costituito, che raccolsero sotto il loro comando migliaia di uomini, fu il bosco Mazzocca, con l’inaccessibile e tristemente noto “Toppo delle Felci”, quartier generale e punto di partenza di ogni scorribanda.

I boschi sono anche l’ambiente prediletto dai lupi e del rapporto intercorso, nei secoli, tra il lupo e l’uomo, tratterà dettagliatamente Corradino Guacci. Etologo e naturalista per passione, studioso da anni della specie egli esaminerà l’influenza di questo animale sulle attività agricole e la vita di ogni giorno nonché sull’immaginario collettivo. Infine focalizzerà l’attenzione sulla realtà storica ed attuale della presenza del lupo nella Valle del Fortore mettendo, tra l’altro, in evidenza il suo ruolo di corridoio ecologico ed il peso della transumanza nella colonizzazione del territorio.

Alla scoperta degli artisti che abbellirono con i loro dipinti le chiese dei paesi del Fortore ci introdurrà la relazione di Dante Gentile Lorusso, artista, restauratore e profondo conoscitore della materia. Un viaggio iconografico e di appofondimento sulla vita e sulle opere di artisti vissuti tra il Cinquecento e l’Ottocento, tra i quali: Donato De Cubertino. che affrescò il castello di Gambatesa, Benedetto Brunetti di Oratino, artefice di due imponenti tele a Riccia e a Celenza Valfortore, e ancora Antonio Scaroina, presente anch’egli in entrambi i paesi citati.
Gli incontri saranno chiusi da uno spettacolo musicale frutto di un’annosa ricerca sul campo condotta da Mariella Brindisi e Mario Mancini, entrambi di Macchia Valfortore, che hanno scandagliato le comunità della valle e hanno raccolto numerose testimonianze del repertorio tradizionale di canti del patrimonio orale fortorino: da quelli satirici a quelli intonati in occasione di pellegrinaggi, ma anche canti rituali, ninne nanne, maitenate. Lo spettacolo sarà introdotto e raccontato da Vincenzo Lombardi, noto etnomusicologo molisano. Il gruppo dei “Musicanti della memoria”, è composto, oltre che da Mariella (chitarra battente e voce) e Mario (tamburi a cornice), anche da Luca Bersaglieri (chitarra) e Alfonso Ciccaglione (organetto).

lunedì 3 gennaio 2011

Stop alle buste di plastica


Il Movimento Consumatori, sezione di Benevento-Valle Telesina, rende noto che dal 1° gennaio i sacchetti di plastica della spesa sono diventati illegali. Al momento, i commercianti potranno smaltire le scorte (acquistate entro il 2010) ma le dovranno dare gratuitamente.

“Ai supermercati – informa l’associazione - dunque, non ci potrà essere chiesto nulla per la vecchia stopper. Al suo posto arriveranno buste di nuova generazione, di ecoplastica (molte composte di mais e olio di girasole) o di carta. Non passerà troppo tempo per veder decollare la busta in stoffa portata da casa. Entro il mese di gennaio dovrebbero finire tutte le vecchie scorte. Lo stop alle buste della spesa utilizzate fino a ora si rivela strettamente legato alla questione dei rifiuti”.