mercoledì 4 marzo 2015

Politiche digitali, Italia agli ultimi posti in Europa

Correva l’anno 2014 e Renzi annunciava in pompa magna una svolta epocale nel campo dell’innovazione tecnologica (“L’Italia deve cambiare faccia, anzi deve cambiare interfaccia”). Da una Venezia estiva il premier insisteva sul superamento del gap digitale e sulla creazione di nuovi posti di lavoro nel settore. Secondo il Censis lo spread digitale, infatti, costa al Belpaese 3,6 miliardi all’anno di mancata crescita economica.

E così a bacchettare la Penisola in tema di politiche digitali ci ha pensato l'Unione europea. Secondo il rapporto Digital economy and society index 2015, presentato nei giorni scorsi e quasi ignorato dalla stampa, l’Italia è soltanto al venticinquesimo posto nella classifica elaborata dalla Commissione europea. Siamo in compagnia di Paesi definiti a basse prestazioni quali Ungheria, Slovacchia, Slovacchia, Cipro, Polonia. Peggio hanno fatto solo Grecia, Romania e Bulgaria.

Tutt’altro discorso per i Paesi ad alte prestazioni digitali. In cima alla classifica svettano quelli che hanno saputo investire in innovazione tecnologica: Danimarca, Svezia, Paesi Bassi, Finlandia.

Ma quali sono le ragioni del nostro ritardo? L’Italia paga innanzitutto lo scotto di non aver creduto nelle potenzialità della rete. Siamo ultimi in Europa per connessione a internet veloce (la media è di 9,18 Mbps): solo il 21 per cento delle famiglie ne fa uso.

Un altro dato negativo è l’abbonamento del 51 per cento delle famiglie italiane alla banda larga fissa. Mentre gli abbonati alla banda larga superiore (30 Mbps) sono pari al 2,2 per cento. Basti pensare che la media UE è del 22 per cento per capire come il ritardo nell’Agenda digitale penalizzi fortemente aziende e cittadini.

“Lo sviluppo dell'economia digitale sembra essere frenato dal basso livello di competenze digitali”, si legge nel rapporto. E così solo il 59 per cento degli utenti usa abitualmente internet, mentre addirittura 31 per cento degli italiani non sa nemmeno come si accede alla rete. Non solo: il 42 per cento degli utenti utilizza i servizi bancari online e il 35 per cento fa acquisti online.

Va un po’ meglio per le imprese nel campo della gestione digitale (ventiduesimo posto), ma non si fa progressi nello sfruttare le potenzialità dell’e-commerce, qui il fatturato totale è di appena il 4,8 per cento.

L’Italia non brilla, poi, nemmeno in tema di e-Government. Per la Commissione europea, “in parte perché i servizi pubblici online non sono sufficientemente sviluppati e in parte a causa delle carenze in termini di competenze digitali”.

Sono trascorsi un po’ di mesi dalle dichiarazioni di Matteo Renzi e solo alla fine dell’anno scorso il Governo ha predisposto il Piano nazionale banda ultra larga e quello di Crescita digitale per il perseguimento degli obiettivi dell’Agenda digitale, così come previsto dall’Accordo di partenariato 2014-2020.

“Dotare l’Italia di reti a banda ultralarga è anche la premessa per avere un giorno un’Italia più veloce, più agile, meno burocratica”, si legge nei piani della presidenza del Consiglio, che – è notizie di queste ore – metterebbe sul piatto 6 miliardi di risorse da qui al 2020.

Intanto, non solo continuiamo ad essere gli ultimi per copertura a banda ultralarga “ma anche la nazione con la più estesa diffusione di aree a fallimento di mercato (aree bianche next generation) d’Europa”. Un bel risultato non c’è che dire.

martedì 3 marzo 2015

Baselice, è flop alle primarie del Pd

Un vero flop le primarie del Partito democratico a Baselice per eleggere il candidato a governatore della Campania.

In quella che una volta era la roccaforte della sinistra nel Fortore si sono recati a votare - domenica scorsa - solamente 74 elettori (dati definitivi).

La metà delle primarie del 2012 quando si recarono al voto per eleggere il segretario nazionale circa 145 simpatizzanti. In questa tornata invece 42 votanti hanno scelto Cozzolino, 32 il salernitano De Luca.

Da Baselice a Roma, la vita rurale delle donne fortorine raccontata nelle foto di Morelsa Barbato

La mostra da oggi all'8 marzo 2015 presso la Flag Room Louge del Palazzo della FAO a Roma

La vita delle donne nei contesti rurali della Val Fortore descritta con lo sguardo di una giovane fotografa di Baselice, Morelsa Barbato, sarà in mostra da oggi all'otto marzo presso la Flag Room Louge del Palazzo della FAO a Roma.

Dal titolo “Workers of the Earth” la personale fotografica, promossa in occasione della Giornata internazionale della donna, dalla rappresentanza permanente d'Italia per l'alimentazione e dalla “Women Representitives' Gender Network” co-presieduta dai rappresentanti di Mozambico, Svizzera, racconta scatti del quotidiano di giovani e anziane legate alla ruralità di una valle dalle numerose potenzialità paesaggistiche e agroalimentari. Oggi l'inaugurazione.

Da Baselice a Roma, la vita rurale delle donne fortorine raccontata nelle foto di Morelsa Barbato | Fortore | news | NTR24 - l'informazione sul web

lunedì 2 marzo 2015

Il Quaderno.it si ferma. Stop agli aggiornamenti

“Il portale di informazione 'Il Quaderno.it' non verrà aggiornato da giovedì 5 marzo a giovedì 12 marzo 2015 per motivazioni che non dipendono dalla volontà dei redattori di questa testata”. È quanto si legge in una nota della redazione apparsa oggi sul quotidiano online.

E continua: “Dopo un 2014 vissuto in totale autogestione e senza nessuna certezza sul futuro, siamo costretti, nostro malgrado, a fermarci. La sospensione temporanea potrebbe diventare definitiva, per quanto ci riguarda, se non ci saranno novità concrete sul futuro di questa testata online, a partire dal 13 marzo”.

La nota è firmata dai redattori Laura De Figlio, Nella Melenzio, Gaetano Vessichelli.

La redazione de 'Il Quaderno.it' si ferma. Dal 5 al 12 marzo nessun aggiornamento

sabato 28 febbraio 2015

Fortorina, un tavolo tecnico per evitare nuove illusioni e delusioni

di Leonardo Bianco

Torno a parlare di Fortorina solo per chiarire alcuni punti del mio intervento di giovedì 26 febbraio sul sito sanbartoloemaninelmondo.it.(e ripreso anche da questo blog, ndb). Ribadisco che i 103 milioni di euro che l’Anas ha destinato per i prossimi cinque anni al completamento della Fortorina sono i benvenuti (ci mancherebbe altro).

Ma per evitare inutili proclami con conseguenti inutili illusioni mi sembra più che legittimo chiedere agli amministratori locali di agire e chiedere un tavolo tecnico, così come era stato proposto nell’incontro dell’8 dicembre scorso a San Bartolomeo in Galdo, per non rimanere spiazzati come è successo l’estate scorsa.

Tutti ricordiamo l’annuncio dello stanziamento di 65 milioni di euro, inseriti nel decreto del governo denominato “Sblocca Italia”, per la continuazione dei lavori alla variante della Strada Statale 212 che dovrebbe arrivare fino a San Bartolomeo per poi proseguire sulla Statale 17, tra proclami e speranze riaccese e poi la doccia fredda per i cittadini fortorini quando si scoprì che il finanziamento riguardava la realizzazione della circumvallazione di San Marco dei Cavoti. Mentre al Fortore (quello vero) solo le briciole. Allora per evitare nuove illusioni è dovere dei sindaci e degli amministratori fortorini chiedere all’Anas e alle istituzioni un incontro, così come auspicato lo scorso dicembre, a San Bartolomeo in Galdo per capire dove e come saranno spesi i 103 milioni di euro.

E avere, se possibile, notizie dei 200 milioni ulteriori che servono per il completamento. Tutto qua. Questo era il senso del mio intervento. Prima di esultare credo che sia necessario e giusto dire ai cittadini come si intendono spendere i soldi. Ora aspettiamo che i sindaci e gli amministratori fortorini, al di là delle passerelle e delle asserzioni alle quali ci hanno abituato nel passato, facciano il loro dovere: convochino il tavolo tecnico con Anas e governo e informino i loro cittadini.

giovedì 26 febbraio 2015

Fortorina, "annunciati" 103 milioni ma non bastano

di Leonardo Bianco

Abbiamo appreso dal presidente della Provincia di Benevento che l’Anas ha stanziato 103 milioni di euro per il completamento della Fortorina. Pare che il titolare della Rocca dei Rettori, Claudio Ricci, l’abbia saputo dal sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti, Umberto Del Basso De Caro. Una buona notizia che lascia ben sperare per il futuro dopo l’incontro dell’8 dicembre a San Bartolomeo in Galdo di Del Basso De Caro e Ricci con gli amministratori fortorini.

I due esponenti del Pd in quell’occasione avevano espressamente garantito il loro impegno affinché la Fortorina finalmente arrivasse a compimento e oggi arrivano i primi risultati. Ma c‘è un ma, a preoccuparci è il fatto che per completare la Statale 369 mancano ancora 200 milioni di euro. Il sottosegretario l’8 dicembre scorso, ribandendo ciò che aveva detto in occasione dell’inaugurazione e dell’apertura del tratto della variante della Statale 212, che per completare la Fortorina occorrono 300 milioni.

I 103 milioni sarebbero sicuramente un primo passo, ma aspettiamo di conoscere dall’Anas e dal sottosegretario quali saranno i successivi passaggi per trovare i restanti 200 milioni di euro per il completamento dell’opera. Inoltre siamo in attesa che gli amministratori fortorini convochino il tavolo tecnico con i dirigenti e tecnici dell’Anas.

Tavolo che era stato annunciato dal sindaco di San Bartolomeo in Galdo sempre nell’incontro dell’8 dicembre scorso. Ora che l’Anas ha annunciato che per i prossimi cinque anni arriverà una cospicua somma di denaro per il completamento della Fortorina, crediamo - ripetiamolo - che sia arrivato il momento di convocare amministratori e dirigenti dell’azienda autostradale per conoscere il progetto e il tracciato che verrà realizzato. Siamo in attesa. E nell’attesa incrociamo le dita.

mercoledì 25 febbraio 2015

Forestazione, la lettera di un operaio della Comunità Montana del Fortore: 'Attendiamo risposte certe'

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un operaio della Comunità Montana del Fortore, Filippo Coduti, che ha voluto portare all'attezione per l’ennesima volta le ormai esasperate condizioni dei lavoratori forestali della Regione Campania.
"Ormai - scrive - ad ogni incontro ci sentiamo sempre dire le stesse cose, ma senza mai una risposta concreta. Voglio ancora credere nelle istituzioni e che vanno rispettate.

Non voglio cercare i colpevoli di questa drammatica situazione a tutti i costi, e questo invito lo faccio a tutti gli operai, troppi errori sono stati fatti… ma il nostro obbiettivo deve essere un altro.

Il nostro settore della forestazione - aggiunge nella missiva - non può restare indifferente alla Regione Campania, non è più tollerabile che questa giunta continua a promettere risorse a tutti, ma di fatto le promesse non sono mai mantenute, davanti alla serietà, alla professionalità e maturità, con i quali tutti gli operai stanno affrontando questa situazione e vertenza estremamente difficile.

Voglio invitare per l’ennesima volta tutti gli operai, sindacati CGIL-CISL-UIL, Presidenti di tutte le Comunità Montane a ricompattare e ricostruire un settore che ci appartiene.

Credo - prosegue - che tutti i Presidenti delle Comunità Montane, assessori, sindacati, debbano riunirsi alla svelta per valutare con responsabilità, serietà una soluzione definitiva per un settore che non deve assolutamente morire.

Ribadisco che siete stati eletti da noi cittadini è che avete l’obbligo di dare risposte concrete, risposte certe! Siamo tutti - conclude Coduti - lavoratori indignati, amareggiati, arrabbiati".

Forestazione, la lettera di un operaio della Comunità Montana del Fortore: 'Attendiamo risposte certe' | Fortore | news | NTR24 - l'informazione sul web

lunedì 23 febbraio 2015

A Strade di Vini il duo italiano Bianco-Valente e gli svedesi Kultivator

Questa settimana Castelvenere (noto per essere il comune più vitato d’Italia) si è trasformato in residenza d’artista, ospitando tra le strade del suo centro storico, le cantine tufacee e i suoi vigneti, due coppie di artisti: il duo italiano BIANCO-VALENTE e gli svedesi KULTIVATOR . Non sembra essere un caso perché da qualche mese, nel comune sannita il progetto di ricreazione del paesaggio rurale: Strade di Vini, ha messo in opera un workshop coinvolgendo con esperti e innovatori che stanno dialogando con gli studenti sanniti e con la comunità locale.

A restituirci un’interessante lettura del paesaggio nell’accezione di biosfera e infosfera è Alex Giordano, docente dello IULM e fondatore di Rural Hub, che durante il talk (del 14 febbraio) ha proposto una riflessione sulla necessità di un’ecologia della comunicazione necessaria per una vivibilità dell’infosfera, ma anche della biosfera. Un punto centrale che ha ispirato l’intero progetto e il lavoro di Giovanna e Pino e degli svedesi Malin e Mathieu immersi totalmente nella narrazione di una terra, densa di non solo di vigne, ma anche di storie e di racconti: un habitat vivo dove gli artisti stanno creando un discorso con la gente e i luoghi ancora pieni di magia. Cosa racconteranno gli artisti di Castelvenere che ancora non conosciamo?

Stiamo seguendo il loro viaggio e come partecipanti curiosi e, consapevoli che queste esperienze non possono ripetersi, attendiamo emozionati l’esito di questa residenza che il “nostro” bravo curatore Leandro Pisano (direttore di Interferenze) ha saputo rendere un’esperienza significativa e appassionante. Nell’attesa, tutti hanno delle opinioni: i ragazzi si fermano a chiedere che succederà sabato sera, alcuni ormai fanno parte della crew e lavorano attivamente nelle cantine insieme agli artisti. Per salutarli, nella speranza di rivederli presto, sabato pomeriggio alle 18 tutti (artisti e non) presenteremo i lavori e con una piccola festa nelle cantine tufacee ospiteremo il sound artist Raffaele Mariconte con i suoi suoni del vino, A Year in the Vineyard e il Dj set di Gamino (deep elettronic dub session) from Jambassa , un viaggio attraverso la musica elettronica dal sapore dub e techno, con incursioni nei territori più vari dell’EDM.
www.stradedivini.it

Kultivator Fondato nel 2005 dagli artisti Mathieu Vrijman, Malin Lindmark Vrijman e Marlene Lindmark e dagli agricoltori Henric Stigeborn e Maria Lindmark, oggi è un progetto open di collaborazione sperimentale tra l’agricoltura biologica e l’arte visiva, situato nel villaggio rurale di Dyestad, sull'isola Öland sulla costa sud della Svezia.
 Con l'installazione di alcune attrezzature in una fattoria abbandonata, vicino alla popolazione agricola attiva, 
Kultivator offre uno spazio per la sperimentazione e la contaminazione tra arte e produzione agricola. Kultivator organizza progetti, mostre e laboratori che esplorano possibili narrazioni alternative all'interno delle pratiche artistiche e dell'agricoltura, con i membri del progetto e/o gli ospiti della fattoria. Sull’isola Kultivator ha una residenza, uno spazio espositivo e un caseificio con 30 mucche, polli, anatre, pecore e cavalli. Dall'inizio del 2005, circa 80 artisti, ricercatori e agricoltori ha visitato e ha lavorato sul posto.

Bianco-Valente Coppia nella vita e nell’arte Giovanna Bianco e Pino Valente hanno scelto il video e la sua installazione nell’ambiente come forma privilegiata di un racconto per immagini e suoni in cui si intrecciano la memoria, la percezione, il tempo e la visione. Conosciuti ormai nel panorama internazionale dell’arte contemporanea, hanno partecipato a numerose mostre collettive in Italia e all’estero, tra le quali Paris Photo nel 2007, Vesuvius curata da Gigiotto Del Vecchio a Pechino nel 2006, il progetto Artesto-Nokia Connect to Art presso la Triennale di Milano nel 2006, la Biennale di Venezia nel 2004, Cine y Casi Cine curata da Berta Sichel a Madrid nel 2004, Reisefreiheit curata da Kersting nel 2003 ad Amburgo e De gustibus curata da Achille Bonito Oliva presso il Palazzo delle Papesse di Siena nel 2002. Alcune delle opere sono entrate a far parte di prestigiose collezioni museali.

venerdì 20 febbraio 2015

Agri Blogger | Cercasi giovani con esperienza nel settore agricolo per aderire ad un progetto europeo

Stanno cercando giovani con esperienza nel settore agricolo per aderire ad un progetto europeo che ha come obiettivo quello di migliorare la qualità del suolo. (per informazioni cliccare qui  sotto)

Agri Blogger | Cercasi giovani con esperienza nel settore agricolo per aderire ad un progetto europeo

giovedì 19 febbraio 2015

Il petrolio molisano e il pentito Schiavone

Quando si parla di petrolio molisano, bisogna fare i conti col problema “radioattività” originatosi dopo le dichiarazioni del pentito Schiavone quando l’Arpa Molise ritenne di dovere accertare quali ne fossero i valori nel territorio di Cercemaggiore, dove era stato scavato il pozzo petrolifero “Santacroce” della Montedison.

Per continuare a leggere l'articolo clicca qui sotto
www.termolionline.it

martedì 17 febbraio 2015

sabato 14 febbraio 2015

Viaggio in bici No Triv nell'Appennino meridionale

Una traversata in bicicletta, una pacifica passeggiata aperta a tutti, per far conoscere attraverso il contatto con i naturali custodi della terra, i contadini, risorse naturalistiche, territori e paesaggi dell’Appennino meridionale nella sua bellezza, biodiversità e magia. Aree interne già sotto attacco per il sovrasfruttamento delle sorgenti, gli sversamenti abusivi, l’eolico selvaggio e la desertificazione indotta dalla mancanza di pianificazione strategica e sostenibile delle risorse territoriali.

L’itinerario sarà una staffetta nei territori con la possibilità di partecipare liberamente ad alcuni tratti o seguire l’intero percorso. Una libera marcia simbolica che attraverserà le zone interne e alla quale ognuno può aderire.

Il percorso si costruirà insieme a chi aderirà e attraverserà i territori dei Permessi di ricerca interessati.
La tappa di arrivo è la Val D’Agri, in Basilicata, con il suo centro oli e i pozzi petroliferi in funzione. Le tappe interesseranno le nostre aree interne per testimoniare le bellezze del paesaggio e l’importanza dell’agricoltura.

Il percorso si disegnerà in base alle adesioni e insieme si valuterà l’organizzazione delle tappe e degli incontri informativi sui territori.

Idealmente la durata del viaggio centrale dovrebbe essere di 4 giorni e tre notti, ma si valuteranno percorsi e possibilità.

giovedì 12 febbraio 2015

Petrolio nel Sannio. Il caso Arpa Molise e l'ambigua posizione della Regione Campania

Sarà anche vero che il ‘Progetto Nusco’ (698,50 Kmq complessivi, di cui 696 kmq in provincia di Avellino), interessa solo per 2,50 kmq la provincia di Benevento, ma allo stesso tempo può essere un precedente pericoloso per il prosieguo anche degli altri progetti che tengono il Sannio con il fiato sospeso: ‘Case Capozzi’ 423,70 i KMq da trivellare e ‘Pietra Spaccata’ dove i kmq sono 333,30. Il caso questa volta è tutto politico (per continuare a leggere l'articolo de ilquaderno.it clicca qui sotto)

Petrolio nel Sannio. Il caso Arpa Molise e l'ambigua posizione della Regione Campania

Strade del Fortore abbandonate, il caso Montefalcone

Una petizione per il ripristino della segnaletica stradale sulla provinciale 45, che collega Montefalcone di Val Fortore con la statale 90 bis. E' quanto presenteranno alcuni cittadini sanniti al presidente della Provincia di Benevento, Claudio Ricci: la strada in questione, dal km 6 in avanti, è infatti carente di indicazioni. 

Secondo i richiedenti, è necessario ripristinare la segnaletica ai margini della carreggiata con catarifrangenti, rifare la striscia bianca per la delimitazione di metà carreggiata e rifare il manto stradale. 

(Fonte: Sp 45 Montefalcone-90 bis, petizione alla Provincia per il rifacimento della segnaletica | Fortore | news | NTR24 - l'informazione sul web)

mercoledì 11 febbraio 2015

Un sogno diventato miraggio: la Ferrovia della Valfortore

di Leonardo Bianco

Oltre un secolo fa, il ‘900 era appena iniziato, nella neonata Provincia di Benevento si discuteva di viabilità e trasporti. E tra le tante proposte presentate per migliorare i collegamenti tra San Bartolomeo e il capoluogo e soprattutto per favorire i rapporti sociali e commerciali tra il Sannio e la Puglia, c’era quella di realizzare una linea ferroviaria.

Notizie di avviare un progetto per la Ferrovia della Valfortore si trovano nel libro di Angelo Fuschetto, studioso e appassionato di storia sannita, “Una testimonianza sugli anni di vita pubblica nel primo Novecento”. Lo storico nel suo lavoro riporta la lettera scritta da Angelo Ricci di San Marco dei Cavoti, politico di spicco del Fortore, alla vigilia delle elezioni al consiglio provinciale di Benevento del 1914. Ricci, eletto per la prima volta nel 1902, nella missiva diretta agli elettori del Mandamento di San Giorgio La Molara, presenta le iniziative intraprese per lo sviluppo e l’ammodernamento delle aree interne. E tra queste c’è anche il progetto di realizzazione di una Ferrovia della Valfortore.

“Fui a gittarne la prima scintilla in Consiglio provinciale – scrive il consigliere sammarchese - con l’ordine del giorno del 28 maggio 1904 col quale fra l’altro si faceva voto al Governo del Re per una linea ferroviaria nel nostro Circondario. Né fu il solo”. Infatti, stando alla lettera di Angelo Ricci, il consiglio si espresse a favore della linea ferroviaria che doveva collegare il capoluogo sannita a San Bartolomeo in Galdo e proseguire fino alla Capitanata. Un’iniziativa che ebbe anche l’appoggio degli esponenti parlamentari sanniti e in particolare del senatore del Regno Leonardo Bianchi. Sempre secondo il consigliere sammarchese nel 1907, nella seduta del 27 marzo, addirittura fu approvato anche il progetto presentato dall’ingegnere Alberto Capuano.

E l’anno successivo, come si evince dal documento pubblicato nel lavoro di Angelo Fuschetto “Una testimonianza sugli anni di vita pubblica nel primo Novecento”, l’11 marzo 1908 il consiglio provinciale approvò, sempre dietro proposta di Angelo Ricci, lo stanziamento di Lire 500 a Km per la ferrovia della Valfortore. Somma naturalmente che non era sufficiente e che doveva essere integrata dal Governo centrale. E a testimonianza della volontà e dell’impegno degli amministratori locali per la realizzazione della linea ferroviaria, c’è la delibera del 5 maggio del 1914, approvata dal comitato dei sindaci del Circondario di San Bartolomeo in Galdo, presieduto dall’allora primo cittadino del capoluogo fortorino, Pietro Colatruglio.

Una delibera con la quale i sindaci facevano voto al Governo del Re per la realizzazione della Ferrovia che avrebbe dovuto collegare Benevento a Foggia. Una linea ferroviaria che avrebbe dovuto risolvere il problema dell’isolamento del Fortore. Sono trascorsi circa 111 anni dalla prima delibera del consiglio provinciale e dal documento dei sindaci del Circondario di San Bartolomeo in Galdo e della strada ferrata neanche l’ombra. La Ferrovia del Valfortore, così la definì Angelo Ricci, è rimasto un sogno, anzi un miraggio, insieme a tante altre opere mai realizzate.

www.sanbartolomeaninelmondo.it


“Scipionyx samniticus e la paleontologia nascosta”: il 21 marzo scade il bando per partecipare alla X edizione

Si informa che il termine ultimo per partecipare alla X edizione del “Premio Scipionyx samniticus e la paleontologia nascosta” (concorso nazionale per le suole di ogni ordine e grado e cultori della paleontologia) è fissato per il 21 marzo 2015; il bando è scaricabile dal sito dell’associazione.

La Onlus “Un Futuro a Sud” nell’auspicare l’uscita del francobollo dello Scipionyx samniticus, da tempo sollecitata dall’Associazione Isidea e dal Forum Universale delle Culture, invita i rappresentanti locali delle sedi istituzionali competenti a promuovere fattivamente detta emissione filatelica che purtroppo non è stata ancora programmata per l’anno in corso.

Il cucciolo fossilizzato di dinosauro proveniente dai giacimenti di Pietraroja  è noto da tempo in tutto il mondo (si veda francobollo di Scipionyx in Mozambico anno 2002) e la sua immagine veicolata dalle Poste Italiane potrebbe essere un utile contributo per la divulgazione del patrimonio fossilifero sannita in coincidenza con l’Expo di Milano. L'eccezionale reperto è da due anni in mostra permanente presso la sede della Soprintendenza di Benevento.

Si informa, inoltre, che é stato pubblicato il volume “Test di Geopaleontologia” curato dal geologo Luciano Campanelli. Si tratta di un contributo per la verifica delle conoscenze e competenze degli allievi di Scuola Secondaria di Primo e Secondo Grado maturate nell’ambito delle Scienze della Terra con particolare riguardo ai giacimenti fossiliferi del Sannio, Scipionyx samniticus e gli omologhi europei ed extraeuropei. 

Le tematiche trattate si riferiscono alle otto edizioni degli Atti Congressuali “Incontri con la Paleontologia” pubblicati tra il 2002 ed il 2014 organizzati dalla Onlus “Un Futuro a Sud” . Il materiale didattico è gratuitamente scaricabile dal sito www.unfuturoasud.it

“Scipionyx samniticus e la paleontologia nascosta”: il 21 marzo scade il bando per partecipare alla X edizione | Scuola | news | NTR24 - l'informazione sul web

martedì 10 febbraio 2015

PAESE PER PAESE NO-TRIV TOUR

La Proloco di San Giorgio del Sannio, Il coordinamento NoTriv Sannio e LERKAMINERKA organizzano sabato 14 febbraio 2015
presso l'Auditorium comunale "Il cilindro nero" di San Giorgio del Sannio alle ore 18

"PAESE PER PAESE NOTRIV TOUR"

INCONTRO INFORMATIVO SULLE TRIVELLAZIONI PETROLIFERE NEL SANNIO ED IN IRPINIA

Presentazione della Mostra Fotografica “Risanniamoci”

a cura di Giulio Martino
Introduzione Pro Loco
Proiezione del documentario “Terra Nera”

Interverranno i geologi ed i membri del Coordinamento No Triv Sannio che illustreranno:

● Lo stato delle richieste di ricerca ed estrazione petrolifera nel Sannio ed in Irpinia

● Quali rischi ambientali, sociali, economici e politici sono connessi con le estrazioni petrolifere.

● Come il Decreto Sblocca Italia favorisce le attività di ricerca ed estrazione petrolifera

● Le mobilitazioni in corso dei Coordinamenti NOTRIV

Discussione e dibattito
l'intero evento verrà accompagnato da un aperitivo organizzato dalle tre associazioni

lunedì 9 febbraio 2015

Strade di vini

In che modo raccontare le aree interne sfruttando mezzi di comunicazione innovativi ed interconnessi?
Con questa domanda si è aperto il primo talk del progetto Strade di Vini, che si terrà a Castelvenere fino al fine del mese. Oggi le aree rurali assumono un’inaspettata centralità negli scenari contemporanei e un nuovo tipo di comunicazione è fondamentale per definire i processi partecipativi delle comunità. Con l’aumento della complessità delle relazioni è accresciuta di pari passo la necessità di una comunicazione leggibile, accessibile, sostenibile, ma soprattutto innovativa e trasversale con cui poter raccontare le aree interne, con il loro bagaglio di storia, tradizione, cultura, aspettative.

Si discuterà sulle forme di comunicazione avanzata come opportunità per i territori rurali e la possibilità di “creare non solo un oggetto, ma anche di descrivere, inventare, costruire virtualmente il mondo in cui questo oggetto vive”. Una riflessione articolata che considera la transmedialità come uno strumento al servizio dei luoghi, attraverso cui coinvolgere l’utente in un universo di storie, ognuna con un proprio punto di vista, che conducano però ad un’esperienza coordinata e di vasta portata. Il territorio diventa un universo narrativo in grado di interagire con il molteplice pubblico delle ultime generazioni di utenti.

Il tema sarà affrontato con professionisti ed esperti come Alessandro Ludovico, ideatore e direttore della storica rivista “Neural”, dedicata all’arte dei nuovi media, all’hacktivismo e all’e-music, che ha come base la promozione e la diffusione delle culture digitali; Vito Campanelli, scrittore e teorico dei nuovi media, ha dedicato la propria ricerca all’immaginario tecnologico, gettando così le basi per una teoria organica ed estetica dei media digitali; Leandro Pisano, critico e curatore che si occupa di estetica del suono e delle nuove tecnologie, con focus specifico sullo studio dei territori rurali e delle aree marginali; Antonio Izzo, uno dei fondatori del festival di new arts Interferenze, impegnato nello sviluppo e nella promozione delle aree rurali e della valorizzazione delle produzioni locali. Sarà il primo passo sulle Strade di Vini, un percorso destinato a creare un nuovo modo di pensare le aree interne.

sabato 7 febbraio 2015

Fondo Microcredito, Uecoop al fianco dei piccoli comuni del Sannio

UeCoop apre Sportelli di assistenza dedicati al supporto e tutoraggio di nuove imprese nei piccoli Comuni beneficiari del “Pi.co Microcredito”, lo strumento agevolativo della Regione Campania destinato alle imprese, costituite o da costituire, con sede operativa nei comuni al di sotto dei 5mila abitanti.
“Le imprese hanno bisogno di fondi ma soprattutto di una rete di servizi adeguata – ha spiegato il responsabile regionale di UECOOP - Unione Europea delle Cooperative Campania, Fabrizio Bellone - ai sindaci ci proponiamo come partner, nella fase di accompagnamento agli imprenditori, con l’avvio di una rete regionale di sportelli di facility e start-up”.

I Comuni individuati in provincia di Benevento sono Amorosi, Apollosa, Arpaise, Baselice, Bucciano, Campolattaro, Campoli del Monte Taburno, Casalduni, Castelpagano, Cautano, Ceppaloni, Cusano Mutri, Dugenta, Durazzano, Faicchio, Foglianise, Foiano, Fragneto Monforte, Frasso Telesino, Ginestra degli Schiavoni, Melizzano, Moiana, Molinara, Montefalcone di Val Fortore, Paduli, Pago Veiano, Pannarano, Paupisi, Pesco Sannita, Pietraroja, Ponte, Pontelandolfo, Puglianello, Reino, San Leucio del Sannio, San Lorenzello, San Lorenzo Maggiore, San Lupo, San Martina Sannita, San Nicola Manfredi, San Salvatore Telesino, Sant’Angelo a Cupolo, Sant’Arcangelo Trimonte, Solopaca, Tocco Caudio, Vitulano (Per continuare a leggere l'articolo de Ilquaderno.it clicca qui sotto)

Fondo Microcredito Pi.Co., Uecoop al fianco dei piccoli comuni del Sannio

giovedì 5 febbraio 2015

Il Fortore tra delusione e speranza

di Angelo Iampietro*


Il Fortore è stato sempre generoso verso lo Stato Italiano, prima monarchico, poi monarchico-fascista, infine repubblicano. Ha dato veramente tanto: molte vite umane nelle due guerre mondiali, migliaia di braccia-lavoro ad altri Paesi (emigrazione sin dagli ultimi anni dell’800, prima nelle Americhe (Argentina, Brasile, Stati Uniti, Canada) e Australia; poi nei Paesi dell’Europa a partire dal dopoguerra (il Belgio con il lavoro nelle miniere di carbone, Gran Bretagna, Francia, Svizzera, Germania) e, a partire dagli anni Sessanta una migrazione interna verso il Nord ( Piemonte e Lombardia in gran parte).

Le rimesse degli emigranti e dei migrati, nei paesi d’origine, hanno consentito lo sviluppo di più attività artigianali, impiegate, per lo più, a quelle connesse con l’edilizia; con essa il paese ha cambiato volto con la riparazione e la costruzione di tante abitazioni, poiché sono stati creati più posti di lavoro e nel contempo create tante manovalanze qualificate.

Le rimesse hanno consentito, altresì a qualche ragazzo di studiare, potendo sopportare, la famiglia di appartenenza, le spese per tenere il proprio figliolo fuori casa in convitto o presso qualche famiglia di Benevento, come era allora in uso.

Le rimesse e le ampliate attività di rinascita economica locale hanno anche fatto sì che il Fortore potesse godere, lentamente, di quei beni materiali in gran parte già posseduti da altri Italiani. Alla ripresa economica, partita dagli anni Sessanta-Settanta in poi, gli abitanti del Fortore si sarebbero aspettati di non emigrare più e di poter fruire di alcuni dei servizi che altri cittadini d’Italia avevano ormai da tempo.

Non è stato così in ordine alla viabilità, ai servizi sanitari, al diritto allo studio; mancano tuttora molte scuole superiori o quelle che ci sono non fruiscono di un eccellente servizio di trasporto per studenti pendolari. Il costo di quest’ultimo è elevato e, così, non tutti possono sopportare il costo dell’abbonamento mensile per raggiungere la sede scolastica più vicina scelta.

Con il nuovo secolo è giunta la crisi economica, che ha ridotto notevolmente le potenzialità produttive dell’intero territorio, tanto che si sono riaperte le porte dell’emigrazione e della migrazione. Si constata, di anno in anno, una consistente riduzione della popolazione, perché i giovani, qualunque sia la loro qualifica professionale, non trovando alcuna possibilità di lavoro in loco, rifanno la valigia così come avevano fatto prima i loro nonni, poi i loro padri e partono in cerca di fortuna verso le Regioni del Nord.

La necessità di partire colpisce tutti, compreso i tanti giovani in possesso di laurea, titolo conquistato con il sudore della fronte di chi li ha sostenuti durante l’intero corso di studi.

Il discorso del Presidente della Repubblica on. prof. Sergio Mattarella ha fatto pieno riferimento ai principi costituzionali nei quali entrano a buon diritto tutti quei cittadini che non hanno avuto tutto ciò che è stato scritto 68 anni fa nella nostra Costituzione, per creare un popolo amalgamato, dignitoso, uguale nei diritti e nei doveri, e non fare come chi ha solo doveri: quello della Valfortore; a quest’ultimo si toglie anche il diritto di curarsi perché la viabilità, tortuosa e poco curata, è quella di sempre. Chi la percorre quotidianamente ne sa qualcosa.

A tal riguardo ogni progetto di miglioramento è stato solo enunciato e mai realizzato con la beffa di aver chiamato “Fortorina” la strada, attualmente in costruzione fino a S. Marco dei Cavoti, senza che essa passi realmente per il Fortore. Il Fortore è quel territorio attraversato dal fiume Fortore sul quale si affacciano i centri abitati del territorio fortorino.

Sig. Presidente, il suo volto serioso, la Sua alta professionalità di giurista, mi fa ben sperare, perché, come ha detto, vuole una Costituzione viva, che stimoli la realizzazione di quanto spetta ad ogni cittadino e di quanto esige da lui; a dir il vero il popolo della Valfortore non si è mai sottratto ai propri doveri, nell’ambito delle sue possibilità, con la “pecca”, forse, di aver chiesto ed ottenuto pochi diritti.

La Sua Presidenza alimenta anche la nostra speranza in un futuro prossimo che non ci veda emarginati in un contesto territoriale lontano dai centri e dai servizi. L’emorragia dello spopolamento, che vede di anno in anno diminuire il numero dei suoi abitanti, si arresterà soltanto se saranno posti in essere i servizi di cui si ha tanto bisogno e si creeranno le condizioni per trovare in loco una possibilità di sviluppo che crei per molti un dignitoso posto di lavoro.

La nostra richiesta risponde pienamente ai principi costituzionali, cui Ella ha fatto riferimento nel discorso fatto alle Camere, dopo il Suo giuramento.
Buon lavoro Signor Presidente.

*docente in pensione

mercoledì 4 febbraio 2015

Il Fortore attende la telefonata del Presidente Mattarella

di Leonardo Bianco

Da martedì scorso l’Italia ha un nuovo Presidente della Repubblica: Sergio Mattarella. Il neo Capo dello Stato, dopo il rito del giuramento di fedeltà al Paese e alla Costituzione, ha parlato, con sobrietà al Parlamento e soprattutto agli italiani, usando parole semplici. Il siciliano di Palermo salito al Colle del Quirinale si è rivolto ai suoi concittadini (gli italiani), raccontando la Carta costituzionale. Il presidente ha spiegato ai deputati e ai senatori, ma anche al popolo, che la Costituzione non è solo un’enunciazione di principi,
ma qualcosa di più. Essa vive nelle cose di tutti i giorni, “sui volti dei cittadini”.

La Carta costituzionale si concretizza, stando alle parole di Mattarella (noi la pensiamo allo stesso modo), quando risponde alle esigenze e alle speranze dei cittadini. Si materializza negli ospedali, nelle scuole. Sintetizzando in poche parole: dando e rispettando i diritti di eguaglianza e solidarietà a tutti gli italiani.

Diritti molto spesso calpestati, anche questo è stato il pensiero del presidente, dal malaffare e dalla corruzione. Nel suo discorso, il Presidente ha fatto una sola citazione. Ha ricordato le parole di Papa Francesco proprio sulla corruzione e il malaffare. Bene caro presidente abbiamo constato dalle sue parole che il Pontefice per lei è un punto di riferimento.

Allora le chiediamo di fare come il Vescovo di Roma. Ogni tanto alzi la cornetta per ascoltare i suoi concittadini. Ad esempio perché non chiama qualche cittadino del Fortore per chiedere cosa si aspetta dalla Stato. Si sentirà rispondere: più niente. E non perché è soddisfatto di ciò che ha, ma perché ormai non crede più nelle Stato che da 150 anni gli nega una strada degna di questo nome. Da prima della nascita della Repubblica aspetta una ferrovia.

Per 50 anni ha aspettato un ospedale, tra l’altro costruito, mai aperto. Eppure sono stati spesi oltre 40 milioni di euro per costruirlo. Caro presidente prenda la cornetta e parli con gli anziani del Fortore che sono stati costretti a vedere i loro figli prima e i nipoti poi a prendere la valigia e scappare via per trovare un lavoro dignitoso.

Parli con gli studenti pendolari che all’improvviso si vedono sopprimere la linea autobus che li porta a scuola per il semplice capriccio di un’azienda di trasporto che usufruisce di soldi pubblici con la complicità delle istituzioni. Caro presidente faccia qualche telefonata ai suoi concittadini che vivono in un lembo di terra del Sannio campano, al confine con Puglia e Molise, e parli con loro.

Capirà che quel Parlamento nel quale martedì ha prestato giuramento è distante anni luce da loro. Ha ragione quando dice che un popolo deve essere comunità. Ma per far questo bisogna mettere in condizione questi suoi concittadini di potersi sentire parte di questa Italia che da oltre 150 anni continua ad ignorare le richieste legittime di questa Terra: il Fortore. Grazie presidente. Attendiamo una sua telefonata.

www.sanbartolomeaninelmondo.it

martedì 3 febbraio 2015

UN ARCIPELAGO RURALE

(Tratto da Liminaria.org) Una delle sorprese più piacevoli che possiamo trovare quando ci lanciamo totalmente in un progetto specifico, consiste nel fatto che sorgono forze e opportunità che prima non ci saremmo immaginati.(Domenico Cieri Estrada)

Liminaria è la sperimentazione di un modello di sviluppo delle aree interne. È la piattaforma nella quale testare la risposta che un territorio riesce a dare alle domande del nostro tempo.

Liminaria è l’applicazione di un filtro fotografico (sul paesaggio rurale del Fortore), capace di evidenziare il contrasto, di regolare la saturazione e di registrare i toni per riguardare in alta risoluzione quello che c’è davvero dentro questi territori di frontiera. Un vero e proprio layer sul quale si sovrappongono l’innovazione sociale, la costruzione di narrative, l’evidenza delle emergenze e l’umana genuinità. Per esperienza nell’organizzazione di un evento, una delle prime criticità è data dalla location; Liminaria non solo annulla questa tesi ma ne dimostra il contrario per la capacità che ha di produrre contenuti di qualità e di posizionarsi nel panorama nazionale dell’offerta culturale.

La crisi del nostro tempo impone la necessità di fare innovazione, di leggere in modo diverso i processi, di creare nuove relazioni e di dare un nuovo significato al concetto di bene culturale includendo in esso tutto il patrimonio intangibile custodito dalle comunità delle aree interne. Costruire un evento in un luogo così “altrove” come il Fortore ha il sapore di un confronto più netto con la contemporaneità; Liminaria fa emergere un’inversione di tendenza rispetto all’ossessivo inseguimento di modelli lontani non solo per distanza, ma per cultura e soprattutto “velocità”. Una velocità come fulcro di una relazione con il tempo che prova la presenza nelle comunità rurali di una misura che sembrava smarrita.

Se è vero che il concetto di libertà era legato all’allontanarsi dalla pesantezza della quotidianità che regna nei piccoli paesi dell’entroterra, oggi la stessa libertà dà origine alla necessità di interrompere lo “sradicamento” e di ri-edificare la comunità.
«È lo “sradicamento” causato dalla libertà che suscita, a sua volta, la domanda di protezione, la nostalgia di legami forti e di comunità, e quindi produce un’altra dismisura: quella del “ri-radicamento” etnico.» (Cassano, 1996)
Su questa “dismisura” bisogna lavorare.

Va posta l’attenzione sulla capacità di essere custodi di un sapere collettivo; consapevoli della necessità di un impegno continuo sulle nuove generazioni rivoluzionando il consueto coinvolgimento di scuole, famiglie e istituzioni per produrre un nuovo linguaggio direttamente rivolto ai destinatari di questo processo.

Un sapere a km zero senza intermediari. Il Fortore è linea di orizzonte, un “mare interno” con i suoi comuni che, come isole di un arcipelago, trattengono il respiro per ascoltare il vento avvolgere il paesaggio sonoro.
È la proiezione di un futuro rurale, profetico e visionario come lo immaginerebbe Arthur Rimbaud:

Ho visto arcipelaghi siderali! E isole
dove i cieli deliranti sono aperti al vogatore:
è in queste notti senza fondo che tu dormi e ti esili,
milioni di uccelli d’oro, oh futuro Vigore?


Nel disegno di queste nuove geografie, emerge la necessità di elaborare una mappa che superi i limiti amministrativi e con l’evidenza delle aree attive sulle quali puntare per investire un capitale di esperienze e relazioni sulla governance di un processo partecipato di innovazione sociale, rurale e culturale.

Italo Calvino sosteneva che “d’una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda”.

Ora, mettiamo che questo pensiero non lo applichiamo su una città, ma su un territorio rurale e che la domanda è: “qual è il modello di sviluppo più innovativo, immersivo e coinvolgente per le comunità?” a questo punto, se il territorio è il Fortore, la risposta non può che essere Liminaria.

Guido Lavorgna - Tabula Rasa Eventi

sabato 31 gennaio 2015

Campania, “Mo!” contro la legge truffa

“A giochi aperti chi tocca le regole è un baro”. La lista civica “MO!” (capeggiata dal giornalista del Mattino, Marco Esposito) annuncia un ricorso urgente se il Consiglio regionale modificherà la legge elettorale. La proposta di nuova legge prevede una soglia di sbarramento del 10% per chi corre da solo (oggi è il 3%, come nell’Italicum), ma nello stesso tempo incentiva i partitini ad allearsi con i big dei soliti schieramenti favorendo vere e proprie “coalizioni ammucchiata”.

"Infatti – segnala MO! – per le liste che corrono in coalizione per un candidato presidente che supera il 10%, allora lo sbarramento diventa improvvisamente… zero! Un invito alla frammentazione, alla pletora di candidati, alle ammucchiate elettorali. E un’offesa a qualsiasi principio democratico: lo 0,9% dei partitini “ascari” pesa più del 9,9% di chi corre da solo. Gli elettori devono sapere che la bilancia è truccata. Contro una tale truffa elettorale, se il colpo di mano sarà realizzato, gli elettori che si riconoscono in liste lontane dai soliti partiti faranno immediato ricorso".

venerdì 30 gennaio 2015

In 61 anni nulla è cambiato… Anzi no: i trasformisti della politica si sono moltiplicati

di Leonardo Bianco

Era il 4 marzo 1954 e dalle colonne dell’Unità, organo di informazione del Partito Comunista Italiano, Andrea Pirandello scriveva del trasformismo di alcuni esponenti politici sanniti. Si celebrava in quei giorni il congresso provinciale del partito. L’articolo oltre a mettere in risalto il trasformismo degli esponenti politici e le loro promesse fatte e mai mantenute parla di un Sannio in difficoltà.

Pirandello racconta la situazione drammatica delle lavoratrici e dei lavoratori della provincia sannita e soprattutto delle condizioni disagiate delle aree interne come il Fortore. Il giornalista dell’Unità, nipote di Luigi Pirandello e figlio di Stefano, racconta la povertà del Sannio, del degrado del Fortore, dove muoiono i bambini a causa “di un’epidemia di angina”. Una fotografia di una realtà, quella del nipote del drammaturgo siciliano,ancora alle prese con le ferite della seconda guerra mondiale. Sono trascorsi 61 anni da quello articolo e nel Sannio, e soprattutto nel Fortore, niente è cambiato.

Anzi oggi Andrea Pirandello scriverebbe, ne siamo sicuri, le stesse cose di oltre mezzo secolo fa. Ne è passata di acqua sotto i ponti. I congressi del Pci (Pds, Ds e Pd) sono continuati ad essere celebrati, ma quel risveglio delle masse, di cui scriveva il giornalista dell’Unità, per ora nemmeno l’ombra. L’unico risveglio al quale il Fortore ha assistito è stato quello dell’emigrazione.

I giovani di San Bartolomeo, Baselice, Foiano, Montefalcone, Castelvetere, infatti, dopo lo stop del “ventennio”, voluto da Benito Mussolini, hanno ripreso, proprio come i propri avi, ad andar via dalla loro Terra per andare all’estero alla ricerca di un lavoro e di un futuro. In questi 61 anni nulla è cambiato. I comuni del Fortore hanno visto dimezzare le loro popolazioni.

Lo sviluppo economico è rimasto un sogno irrealizzato. Le infrastrutture (strade, ferrovie, trasporti) chimere attese da 150 anni. E uguali sono rimaste le promesse (non mantenute) dei politicanti. Solo una cosa è cambiata, anzi no, è cresciuta: il numero dei trasformisti. In questi 61 anni si sono moltiplicati come i pani e pesci del Vangelo.

Nota del blog. Un articolo interessante quello di Leonardo Bianco pubblicato su www.sanbartolomeaninelmondo.it, che ripescando un vecchio "pezzo" dell'Unità degli anni Cinquanta ripercorre un frammento della nostra storia, facendo dei paralleli tra l'attualità e il passato. Tuttavia nel suo ragionamento c'è un'inesattezza storica, con il Fascismo l'emigrazione non fu stoppata, come afferma l'autore, con la promessa di "un posto al sole", infatti, essa continuò, solo che l'esodo fu indirizzato verso le colonie dell'Impero: soprattutto verso la Libia e l'Etiopia (all'epoca Abissinia). Non solo. Il regime poi incentivò anche l'emigrazione interna, cioè da regione a regione, lì dove c'era più bisogno di forza-lavoro.

mercoledì 28 gennaio 2015

Baselice, aggiudicata la gara per il rifacimento del costone Pescannozzo

Dal blog del Comune di Baselice apprendiamo che la gara per il consolidamento del "versante orientale del centro abitato" è stata aggiudicata. Tradotto dal linguaggio burocratico significa che presto dovrebbero iniziare i lavori di rifacimento del costone Pescannozzo, che tante polemiche avevano suscitato sui social network.

Ad aggiudicarsi la gara la "Campania Sonda srl" con sede in Agropoli (Sa). Ribasso offerto: 33,459%.
Importo netto di aggiudicazione: 211.527,95 euro oltre ad 12.115,90 per oneri di sicurezza ed 175.159,94 quale costo del personale non soggetti a ribasso e quindi un importo complessivo netto di 398.803,79 euro.

Per chi non lo sapesse, il progetto prevede il consolidamento del costone di arenaria con rete metallica e cemento colorato, un'operazione di maquillage criticata sin dall'inizio da questo blog. E che tuttora ritiene sia una scelta errata, che cambierà in modo irreversibile il volto dell'ultimo angolo caratteristico del paese.

P.S. Delle domande ci sorgono spontanee: ma in tutto ciò la minoranza dov'è? Certo, lungi da noi insegnarle come si fa opposizione, ma perché non alza le barricate su una questione così importante per l'intera comunità? Ha fatto qualche interrogazione comunale che noi ignoriamo? O forse preferisce aspettare le prossime elezioni per far sapere qual è la propria posizione in merito?

domenica 25 gennaio 2015

Autorevolezza, prestigio e competenza: le qualità del Presidente della Repubblica

di Angelo Iampietro*

L’elezione del Presidente della Repubblica è così importante, necessaria, unica per un popolo democratico, che ha un qualcosa di sacralità, in quanto è da scegliere ed eleggere la persona, nel cui ruolo istituzionale, rappresenta la difesa massima del Nostro Ordinamento Costituzionale e la nostra massima rappresentanza individuale, collettiva, nazionale ed internazionale.

Gli ultimi giorni del corrente mese saranno ricordati negli Annali della Nostra Storia per aver dato inizio alle elezioni suddette, ma, mai come adesso, è da molto tempo che si parla di esse, oltre che sulla stampa, con dibattiti, innumerevoli incontri politici, trasmissioni radio-televisive con dibattiti ed analisi che non si erano mai visti prima.

Ciò, forse, è dovuto al fatto che nel 2013 i deputati, i senatori ed i grandi elettori, questi ultimi, rappresentanti delle Regioni, non riuscirono a trovare un accordo su un nome da eleggere all’alta carica; a seguito di ciò un Parlamento disorientato fu costretto a trovare una persona, che ci rappresentasse e la trovò, rieleggendo, il Presidente Napolitano. Questi, quando si insediò, fece capire molto bene ai Senatori e Deputati, che la Sua carica sarebbe stata a tempo; infatti, dopo meno di due anni di Presidenza, Egli si è dimesso, forse, perché troppo stanco e, quindi, bisognoso di riposo, considerata anche la Sua venerabile età.

Ora ci risiamo e si è pronti per l’ elezione del nuovo Presidente. Ci si chiede se sarà eletto subito o alla quarta elezione come il Presidente del Consiglio ritiene che sia. Certamente lui avrà una visione politica tale da fargli asserire, con una certa sicurezza, che l’avremo subito il Presidente. Me lo auguro, anche perché il mondo intero ci guarda, avendo d’occhio la figuraccia fatta nel 2013, quando, i tanti partiti non erano riusciti a far convergere i loro voti su un nominativo prestigioso per l’Altissima Carica. Ma ciò che mi chiedo è: perché se ne parla tanto e da tanto tempo?. Non era stato così nelle precedenti elezioni presidenziali, dove, se pur a seguito, in taluni casi, di più votazioni, una personalità prestigiosa era stata individuata e poi votata.

Attualmente vengono fatti più nomi, come del resto è prassi, ma ho la sensazione che ogni gruppo politico lo vorrebbe a sua immagine e somiglianza; che il futuro Presidente guardasse con occhio particolare il gruppo o il partito dal quale proviene. No!, non è questo il Presidente che vogliamo; lo vogliamo autonomo, rappresentativo, umano, con capacità eccelse ed una autorevolezza su cui non cada alcuna ombra. Agli Italiani non interessa il Presidente di parte, ma uno che sia effettivamente il Custode della Nostra Bella Costituzione e che eserciti fino in fondo quelle che sono le Sue prerogative.

Non ci interessano gli accordi sottobanco per eleggere una personalità che si faccia tirare per la giacca!.
Dato i tempi, ma dico sempre, interessa alla stragrande maggioranza dei cittadini italiani un Presidente che non firmi i tanti provvedimenti legislativi ottenuti, in modo sbrigativo, con voto di fiducia, tarpando le ali alla discussione e, quindi al miglioramento degli stessi.

D’altronde ci si augura che i legislatori legiferino su temi di cui il popolo, data la crisi, ha urgente bisogno; non li enuncio perché tutti ne parlano in ogni luogo e chi ci rappresenta certamente lo saprà come noi, ai quali, del resto, più di un sacro diritto di scelta ci è stato già sottratto.

Che la scelta sia illuminata dalla saggezza, nell’avere un Presidente, che sia un faro verso cui la nave Italia trovi sempre il suo porto che la ripari e la protegga da ogni tempesta. È questo l’augurio di tanti Italiani.

*docente in pensione

venerdì 23 gennaio 2015

Università, asili, scuole: l'ammazza-Sud

di Lino Patruno

Parlamentari meridionali cercansi. Specie quando è in gioco il futuro dei ragazzi del Sud: esempio, con la scuola e l’università. Anzi cominciando dagli asili nido. Per i quali il delitto perfetto ai danni del Sud è stato consumato nel silenzio assoluto dei rappresentanti del Sud (ne avevamo già parlato tempo fa, quando se ne ebbero tanto le prime turbolenze quanto i primi silenzi).

E’ avvenuto che per il finanziamento degli asili nido pubblici si è deciso di affidarsi alla cosiddetta “spesa storica”, nel senso che chi ha avuto in passato ha continuato ad avere, chi non ha avuto in passato ha continuato a non avere. Esempio più clamoroso, Catanzaro: nessun asilo nido prima, nessun asilo nido ora. Ma tante altre città e tanti altri paesi. Così il Sud ha perso 700 milioni, distribuiti al Centro Nord (perdita di Bari, circa 7 milioni).

Ma perché non è stato adottato il criterio del “fabbisogno standard”, seguito invece per altri servizi comunali come polizia urbana e rifiuti, trasporto e illuminazione? Stabilito quanto serve a ogni Comune, lo si attribuisce. E si sarebbe potuto fare senza togliere nulla al Centro Nord. Nessuna risposta, pur avendo tempo fa il sottosegretario Delrio parlato di “errore tecnico che correggeremo”, anzi errore tecnico “grave”. E pur avendo dato medesima assicurazione lo stesso premier Renzi. E pur chiedendo l’Europa una copertura di almeno il 33 per cento della popolazione, cioè un bambino su tre (Centro Nord ora a poco meno del 20 per cento, Sud 4 per cento).

Nel dibattito decisivo, nessuno dei cinque parlamentari meridionali presenti ha preso la parola (fra loro il lucano Cosimo Latronico, del Pdl, e il pugliese Gaetano Piepoli, Scelta Civica ora Centro democratico). Voto unanime di Pd, Forza Italia, Lega Nord, Cinquestelle, Sel. Poi fanno le indagini sulla qualità della vita e dicono che al Sud fa pena anche perché non ci sono asili nido sufficienti. Fanno più pena loro che non dicono perché.

Dagli asili nido all’università, altro giro altro danno al Sud (d’attualità perché se ne è parlato nei giorni scorsi nella Conferenza d’ateneo a Bari, in occasione dei 90 anni). Anche qui passato nel silenzio quasi generale del Sud un criterio di attribuzione di fondi che è un’arma letale contro il Sud. Più fondi alle università più ricche, meno fondi alle università meno ricche. Come, non il contrario? No, avete letto bene. Ma le università del Sud sono meno ricche perché fanno pagare meno tasse ai loro studenti altrettanto meno ricchi di quelli del Nord. Si arrangino.

Così è avvenuta la distribuzione dei cosiddetti punti-organico, cioè i docenti andati in pensione e da sostituire. Esempio: al Sant’Anna di Pisa, cinque nuovi docenti per ciascuno che se ne va, all’università di Bari 0,20 nuovi docenti per ciascuno che se ne va (solo una bassa insinuazione ricordare che rettore del Sant’Anna era quella professoressa Carrozza poi diventata ministra. A cosa? Ma all’università).

Così negli anni si è consumato anche qui il delitto perfetto dell’enorme taglio per il Sud, sistema rapido per concentrare tutto su poche grandi università (del Nord) e lasciare le altre all’elemosina. Magari tendenza non solo italiana, ma altrove fondata sul merito, non sui redditi. E con effetto moltiplicatore da serial killer: meno docenti uguale meno corsi, meno corsi uguale meno studenti, meno studenti uguale meno incassi, meno incassi uguale finanziamenti, meno finanziamenti uguale meno docenti. Con l’effetto collaterale dei ragazzi del Sud che emigrano nelle università del Nord.

Sono ragazzi arrivati all’università dopo essere stati avvelenati a scuola da testi scolastici da codice penale. Tipo il sussidiario di un editore nordico. Il quale, per spiegare la Questione Meridionale, scrive fra l’altro che “sul tronco di una differenza di sviluppo economico” (già zero in italiano) hanno “preso forma un’organizzazione sociale e un’identità civile profondamente diverse da quelle delle regioni centrosettentrionali”.

Cioè? “Esse sono dominate da un individualismo diffidente, nel quale gli interessi della famiglia o dei clan si antepongono, e inevitabilmente si contrappongono, a quelli dello Stato e della collettività nazionale”. E allora? “Su questo sottofondo pesano gli intrecci clientelari e la pervasività della violenza come pratica diffusa e sostanzialmente accettata per la risoluzione dei conflitti, sul cui tronco (e ridalle, ndr) sono sorte associazioni criminali di dimensioni gigantesche”. Meno male che non hanno scoperto il Sud mettersi le dita nel naso.

Consiglio ai lettori: inutile arrabbiarsi. In casi del genere è sufficiente affidarsi a Eduardo De Filippo e al pernacchio, una fusione di testa e di petto, cioè di cervello e di passione. Che deve significare: “tu sì ‘a schifezza ‘a schifezza ‘a schifezza ‘a schifezza ‘e l’uomm”. Questo è l’Oro di Napoli, cioè del Sud.

Università, asili, scuole: l'ammazza-Sud | La Gazzetta del Mezzogiorno.it

giovedì 22 gennaio 2015

La crisi dell'eolico

Sono solo 107 i Mw di energia eolica installati in Italia nel 2014 con un calo percentuale del 76% rispetto all’anno precedente. Lo rileva l'Anev, Associazione nazionale energia del vento, segnalando la grave crisi che il settore eolico sta attraversando e il crollo dell’industria solida, con conseguenze su occupazione e sviluppo.

Si è passati da circa 37mila occupati nel 2012, ai 34mila nel 2013 e ai 30mila del 2014. Tale declino, sottolinea Anev, "è ingiustificabile se riferito ad un settore che al 2020 ha un potenziale di oltre 67.000 occupati e che ha tutti i margini per crescere ancora e apportare benefici al nostro Paese, in termini di sviluppo e crescita economica, soprattutto nelle regioni meridionali dove c’è più carenza di lavoro".

Sul banco degli imputati, per l'associazione, gli interventi normativi penalizzanti per le aziende del settore, in particolare al sistema delle aste al ribasso per l’assegnazione degli incentivi. Il "tracollo" dell’installato è infatti iniziato nel 2012, anno in cui è stato introdotto il nuovo sistema d’incentivazione, ripercuotendosi già sull’installato del 2013 pari a solo 450 Mw, contro gli oltre 1200 Mw del 2012.

(Fonte: AdnKronos)

martedì 20 gennaio 2015

Il Pd campano e le Primarie della discordia

Le Primarie della discordia. Non c'è pace in casa Pd Campania e la corsa alle Primarie, prevista il 1 febbraio, potrebbe slittare ancora. A confermare questa ipotesi è stato il segretario regionale del Partito Democratico, Assunta Tartaglione, a seguito della richiesta di alcune forze politiche di partecipare alle primarie di centrosinistra.

Intanto la situazione interna si fa sempre più 'effervescente' visto che Gennaro Migliore, destinato in un primo momento ad essere il candidato unico, ha ufficializzato la sua candidatura alle Primarie. Non solo Vincenzo De Luca ed Andrea Cozzolino dunque, ma ora anche l'ex vendoliano è sceso in campagna elettorale. Sciolta la riserva, è Migliore la persona scelta dai vertici nazionali del Pd e dal premier Matteo Renzi per sparigliare i giochi in Campania alla luce dello scontro sempre più intenso tra gli altri due candidati ossia Andrea Cozzolino e Vincenzo De Luca. (Per continuare a leggere l'articolo de ilquaderno.it clicca qui sotto)

Il Pd campano e le Primarie della discordia. Possibile nuovo rinvio e Migliore ufficializza candidatura

lunedì 19 gennaio 2015

Anziani, a Baselice arriva il taxi sociale

Con questo servizio il Comune di Baselice intende promuovere e sostenere ulteriori iniziative di assistenza a persone in situazioni di disagio fisico ed economico.

Il servizio consiste nell’erogare a cittadini ultra sessantacinquenni e/o diversamente abili residenti nel Comune, le seguenti prestazioni:
servizio di trasporto e accompagnamento degli utenti presso servizi sanitari (non di primo soccorso), servizi sociali, servizi integrativi, amici, parenti, spesa ecc.;

La Misericordia di Baselice ha offerto la propria disponibilità ad effettuare il servizio di “Taxi sociale” alle seguenti condizioni:
1) Pubblicazione ed informazione del servizio;

2) Centrale operativa numero 340/7201808 (referente sig. Graziano Cece) con il quale richiedere il servizio dalle ore 09:00 alle ore 12:00;

3) Prenotazione del servizio nelle 24 ore antecedenti l’intervento concordato e secondo la programmazione di un calendario giornaliero;

4) Erogazione degli interventi dalle ore 09:00 alle 13:00 e dalle ore 15:00 alle 19:00 dal lunedì al venerdì.

5) Garanzia dello spostamento dell’utente fino ad un raggio di 100 Km andata e ritorno per un massimo di tre ore di intervento;

6) Numero di interventi illimitati in un anno (non più di quattro interventi mensili per singolo utente);

7) Interventi eseguiti attraverso veicoli provvisti di omologazione, revisione e collaudo, e con operatore qualificato e adeguatamente formato;

8) Compartecipazione richiesta all’utenza pari ad € 5,00 per ogni intervento. I costi relativi ai km eccedenti il raggio di percorrenza previsto sono di € 0,50 per ogni Km e di € 10,00 per ora o frazione di ora eccedente le tre ore massimo previste. Sarà rilasciata apposita ricevuta fiscale per ogni intervento.

9) La Misericordia di Baselice si impegna a presentare al Comune di Baselice report bimestrale degli interventi effettuati.

I servizi offerti dalla Misercordia alla comunità sono essenziali e sono prestati a titolo assolutamente gratuito e che , dunque, risulta opportuno erogare un contributo straordinario annuo a sostegno delle attività della stessa per un totale di € 1500,00 (millecinquecento/00), che sarà versato quadrimestralmente nella somma di € 500,00; la Misericordia si impegna a fornire al Comune opportuna rendicontazione del contributo ricevuto.

La Provincia e la manutenzione del fiume Fortore

Approvate tre diverse perizie per lavori urgenti di manutenzione delle sponde dei fiumi Calore, Sabato, Ufita, Fortore e Isclero. Lo ha disposto il Presidente della Provincia di Benevento Claudio Ricci con una propria delibera.

Il provvedimento, che riguarda il risanamento di alcune situazioni di criticità idrogeologica, comporterà una spesa complessiva di circa 360mila euro.

Un primo progetto prevede che lungo le aste fluviali del Calore, del Sabato e dell'Ufita siano eliminati ostruzioni ed accumuli di materiali, per la gran parte legnoso, in particolare nelle aree a ridosso delle infrastrutture viarie della Provincia, nonché alcune delle principali criticità di dissesto idrogeologico al fine di prevenire eventuali situazioni di pericolo.

Sono cinque gli interventi che tale progetto precisamente prevede a:
-Benevento, in località Ponticelli (Confluenza del Torrente San Nicola con il fiume Calore);
-sulla Strada Provinciale n.32 (Apice Vecchio – Ponte San Vito);
-sulla Strada Provinciale San Vito – Apice (Confine Comune di Montecalvo);
-sulla Strada Provinciale n.27 (Benevento – Apice Nuovo);
-al Ponte Stazione di Vitulano;
-sulla Strada Provinciale n.110 Telese – Solopaca (Ponte Maria Cristina);
-in Comune di Fragneto L’Abate;
-in Comune di San Bartolomeo in Galdo;
-in Benevento Via Dei Longobardi (Ponte ferroviario);

Un secondo progetto, dell'importo di quasi 130mila Euro, concerne uno specifico intervento sul fiume Fortore in territorio di Foiano Valfortore. Si prevede il consolidamento e la messa in sicurezza delle sponde, nonché nel ripristino della sezione idraulica interessata dalla manutenzione.
Un terzo progetto, infine, concerne un intervento analogo al precedente per il Fiume Isclero in territorio di Paolisi per un spesa di 100mila Euro.

venerdì 16 gennaio 2015

UN FORTORE DA SCOPRIRE, IL FORTORE DI DOMANI

(Tratto dal blog Liminaria) La motivazione che ci ha spinti a tornare è quella di cercare nel nostro piccolo un’alternativa, un cambiamento di rotta, nuove soluzioni che abbiano un’ombra lunga sul futuro, che possano un giorno diventare buone pratiche diffuse. Adesso questo posto ci suggerisce un futuro costruito con le nostre mani…

Lentamente il Fortore.
Lentamente siamo ritornati.

Ognuno percorrendo la propria strada.
Ognuno arricchito da un bagaglio di esperienze fatte altrove.

Dopo anni passati lontano abbiamo guardato la nostra terra con occhi nuovi.
Non era più la terra vuota che ci ha spinto ad andare lontano per cercare quello che qui mancava.
La terra che un tempo vedevo isolata oggi è una terra incontaminata, dove un tempo vedevo arretratezza oggi vedo antichi saperi da preservare.

Nella ricerca di posti che sembravano offrire maggiori possibilità di formazione e occupazionali abbiamo avuto anche la possibilità di vedere più da vicino le contraddizioni di questa società e dei nostri stili di vita.

Troppo spesso il fattore economico è considerato l’aspetto più importante al punto da rendere accettabile scelte e abitudini che vanno a discapito dell’ambiente e della nostra salute sia fisica che psicosociale. La motivazione che ci ha spinti a tornare è quella di cercare nel nostro piccolo un’alternativa, un cambiamento di rotta, nuove soluzioni che abbiano un’ombra lunga sul futuro, che possano un giorno diventare buone pratiche diffuse.

Adesso questo posto ci suggerisce un futuro costruito con le nostre mani.

Un futuro fatto di sperimentazione di nuove pratiche agricole e di recupero di vecchie pratiche rispettose dell’ambiente, della persona, della società.

Questo posto è il terreno fertile da cui nasce l’idea di mettersi insieme per provare, lentamente, a trovare una strada che porti in un posto migliore, il Fortore di domani.

Nasce così la Società Cooperativa Agricola Lentamente.
Il nostro motto è composto da una singola parola: “sostenibilità”.

Sostenibilità ambientale, economica e sociale.

Per sostenibilità ambientale intendiamo la ricerca sul campo di pratiche agricole alternative a quelle diffuse oggi che hanno un notevole impatto sulla natura per l’uso di composti chimici (fertilizzanti, pesticidi, diserbanti, eccetera) che, anche se permettono raccolti quantitativamente maggiori, questo risultato va a discapito dell’ambiente, della qualità dei prodotti ed ha importanti ripercussioni anche da un punto di vista economico dato che rende dipendenti gli agricoltori dall’acquisto di tali prodotti chimici. L’immagine di una foto di mio padre che nuotava sotto la cascata ripa di San Marco dei Cavoti testimonia quanto il progresso, come è stato inteso da allora ad oggi, abbia avuto delle ripercussioni sull’ambiente. A vederli adesso quei posti non ispirano certo una nuotata.

Per sostenibilità economica intendiamo la ricerca di pratiche agricole che oltre a rispettare l’ambiente e la genuinità dei prodotti siano anche remunerative abbastanza da poter fare a meno delle sovvenzioni e dei finanziamenti che oggi sono necessari per far sopravvivere le piccole aziende agricole ma che gravano sui conti dello stato e quindi della società intera.

Infine, per sostenibilità sociale intendiamo che la terra non solo ha le potenzialità di offrire nuova occupazione, ipotesi confermata dai dati sull’occupazione degli ultimi anni, ma anche che sia adatta a nutrire il tessuto sociale a livello delle relazioni tra le persone. Il lavoro nei campi di un tempo rendeva necessario un rapporto di collaborazione tra più persone anche se oggi quasi tutti i lavori sono meccanizzati e l’aspetto aggregativo va scemando. Inoltre il contatto con la terra rimanda ad un contatto con noi stessi, un contatto profondo, portatore di equilibrio e benessere.

Iniziamo ad approfondire le nostre conoscenze sulla biodinamica, sulla permacultura, sugli orti sinergici, sul riconoscimento delle piante spontanee, abbiamo iniziato a coltivare grano antico, orzo distico e canapa.

Tutte queste attività ci hanno permesso di entrare in contatto con una grande quantità di persone, associazioni, enti che sono in sintonia con i nostri intenti. Con sorpresa abbiamo scoperto che nel territorio già prima di noi molte altre persone si sono interessate a questi temi. Credo che un processo di trasformazione sociale sia già in atto anche se può essere non facilmente visibile ad occhi distratti.
La collaborazione con più realtà possibili ci ha arricchito profondamente e dopo un anno forse non abbiamo ancora apportato un reale contributo al cambiamento di questo territorio, ma una cosa è cambiata di certo: il modo in cui oggi vedo il Fortore.

Lentamente ho scoperto che il Fortore ha ricchezze nascoste che aspettano di essere svelate.
Lentamente il Fortore.

Giulio Michele – Società cooperativa agricola “Lentamente”

mercoledì 14 gennaio 2015

QUATTRO PASSI VERSO LA LIBERTA'

di Antonio Gentile*

Le ultime decisioni dello Stato italiano, che aprono a ulteriori trivellazioni nelle regioni del Sud, in particolare in Basilicata e Sicilia, confermano il ruolo coloniale del Meridione e, dunque, l’impossibilità delle popolazioni locali di opporsi a quest’ennesimo selvaggio sfruttamento dei propri territori.

E’ ben evidente, considerando poi il degrado generale in cui vive, oramai, tutto il Mezzogiorno, che si è giunti ad un punto di non ulteriore tolleranza. Servono iniziative politiche e strumenti istituzionali fortemente innovativi che creino le condizioni ideali per una trasformazione radicale del ruolo del Sud a livello nazionale ed europeo.

La questione decisiva, la chiave per determinare una cascata di innovazioni è l’auto-riforma politico-istituzionale, l’invenzione delle proprie istituzioni di autogoverno con il profilo e la dignità di relazioni costituzionali. Dunque, la rivoluzione politica prima di quella economica, la creazione della propria libertà politica, la istituzionalizzazione libera di relazioni federali ascendenti.

Cioè la rivoluzione del nuovo federalismo come fine della subordinazione gerarchica del Mezzogiorno, fine di quel modello statale centro-periferia che ci ha consegnati e confinati in una periferia degradata dell’Impero e che ha funzionato da causa-effetto di tanti problemi, diseconomie distruttive, deficit civile.

L’obiettivo a cui guardiamo è un processo autodeterminato di creazione di una “Comunità politica” del Sud Italia, iniziativa senza precedenti nella storia meridionale, ma semplicemente più adeguata agli scenari geopolitici del nuovo millennio e alla crescente domanda di libertà che sta emergendo nelle popolazioni del Mezzogiorno. Lo Stato meridionale nella sua lunga storia ha avuto le caratteristiche di una “comunità politica” originato da un’azione di conquista e, quindi, per sua natura, accentrato, autoritario, paternalistico.

Tale e più dura è stata l’unificazione italiana che si è conclusa con la conquista dell’esercito regolare piemontese-italiano. Un Mezzogiorno conquistato che ne riceve un centralismo brutale e devastante. Nessuna decisione costituente coinvolse, tra l’altro, una rappresentanza del popolo meridionale. L’analisi storica più recente ci dice che è in atto una trasformazione epocale di portata mondiale e, soprattutto, europea e ci ricorda che dopo l’89-’91, con la caduta del Muro di Berlino e della politica bipolare, è cambiato il mondo. Si ha, in pratica, lo sgretolamento di un lungo periodo storico che andava avanti dalla Rivoluzione Francese.

L’omogeneizzazione unitaria delle pluralità e particolarità che ha retto fino a un certo punto del dispiegamento della rivoluzione industriale e della modernità dell’800 e prima metà del ’900, oggi, nell’epoca della “rivoluzione del silicio”, non può più reggere e declina progressivamente insieme al concetto dello Stato nazionale. Cambiano i valori di riferimento, le diversità, le culture locali, le individualità e le aree territoriali riprendono la scena e richiedono rispetto, titolarità di diritti e poteri.

Lo Stato moderno non può più governare l’insieme delle particolarità. E’ necessario un sistema politico nuovo per conservare le aree territoriali con le loro peculiarità. Ed è qui che si inserisce la rivoluzione federalista che emerge nell’epoca post-moderna come un’importante tentativo per conciliare il crescente e diffuso desiderio delle popolazioni di mantenere e recuperare i vantaggi delle comunità politiche di più ridotte dimensioni con la necessità di adattarsi in dei sistemi sempre più grandi, allo scopo di mantenere e rafforzare la propria particolarità culturale. Il federalismo, ricordiamolo, è stato inventato più di tremila anni fa nel bacino del Mediterraneo.

Bisogna, però, rendersi conto che il federalismo di Cattaneo, di Gioberti e altri rappresenta il passato ed è alle nostre spalle. Il vecchio federalismo ottocentesco muoveva da una pluralità e cercava tramite un foedus, un patto, di costruire l’unità ed è stato strumento per costruire lo stato unitario. Il nuovo federalismo, che noi sosteniamo, rappresenta invece il rovescio di quello tradizionale, basandosi non su un patto politico di fedeltà ma su un contratto. Uno strumento politico fortemente innovativo che potrà offrire al Mezzogiorno la possibilità di sottrarsi alla omogeneizzazione unitaria recuperando libertà e titolarità di diritti e poteri.

*Presidente del movimento politico-culturale L'AltroSud
(Il commento è tratto da "il Brigante" magazine
)

lunedì 12 gennaio 2015

Viabilità nel Fortore, quella delibera del 1873

Postiamo un interessante articolo di Leonardo Bianco apparso sul sito www.sanbartolomeaninelmondo.it

Negli ultimi mesi del 2014 le cronache del Fortore sono state caratterizzate dalle vicende legate alla viabilità e soprattutto della strada Fortorina. Tutto è iniziato con l’annuncio di fine agosto del sottosegretario Umberto Del Basso De Caro.
Il parlamentare sannita del Pd aveva comunicato che nel decreto del governo Renzi, denominato “Sblocca Italia”, erano stati inseriti i fondi per il prolungamento della Fortorina, che attualmente si ferma a San Marco dei Cavoti.

Una notizia che ha risvegliato le speranze dei cittadini fortorini che da sempre sognano una strada degna di questo nome che li avvicini al capoluogo sannita. La macchina dei proclami e delle esternazioni si mette subito in moto, ma la sorpresa è dietro l’angolo. L’Anas, infatti, fa sapere che il progetto finanziato con il decreto “Sblocca Italia” riguarderà la variante al centro abitato di San Marco dei Cavoti. Costo del progetto 47,6 milioni di euro. Con i restanti 13,4 milioni l’azienda autostradale adeguerà due tratti dell’ex Statale 369 che vanno da San Bartolomeo in Galdo a Foiano di Valfortore. L’ennesima doccia gelata per il Fortore che è costretto ad assistere all’ennesimo scippo nel silenzio imbarazzante della quasi totalità dei suoi amministratori.

Le uniche voci che si levano sono quelle del sindaco di Molinara, Giuseppe Addabbo, e del vice sindaco di San Bartolomeo, Lina Fiorilli. Quest’ultima riesce anche a strappare un incontro con il sottosegretario Umberto Del Basso De Caro nel suo comune e al quale, l’8 dicembre, hanno partecipato anche gli amministratori dei comuni limitrofi.

Qui la rassicurazione da parte del parlamentare sannita che il progetto di completamento della Fortorina, fino e oltre San Bartolomeo in Galdo, sarà inserito nell’agenda del governo Renzi. Tutto questo mentre il 14 novembre si inaugurava definitivamente la variante della Statale 212 che da Benevento arriva a San Marco dei Cavoti. Questa la storia recentissima della Fortorina e della viabilità del Fortore. Una storia però che ha origini molte più lontane.

La questione viabilità per San Bartolomeo in Galdo e i comuni limitrofi nasce con l’Unità d’Italia. Ci sono atti e documenti che dimostrano come gli amministratori locali facevano voti alle istituzioni provinciali e nazionali del nuovo Regno per ottenere una strada che togliesse dall’isolamento il Fortore. Tra questi una lettera datata 30 novembre 1873, firmata dall’allora sindaco di San Bartolomeo in Galdo, Bartolomeo Crialese, il quale scriveva ad un deputato sannita del Parlamento del Regno d’Italia,
il maggiore senatore Federico Torre: “E’ purtroppo nota, come è deplorevole la condizione di questi cittadini pel difetto assoluto di ogni mezzo di comunicazione. A fronte di un bisogno così imperioso, il municipio di San Bartolomeo in Galdo non ha mai cessato dal piatire ed insistere, invocando la provvidenza a che l’iniziata strada provinciale di Valfortore avesse pure una volta il suo corso e il suo completamento per il benessere dei numerosi popoli della florida e insieme abbandonata Valle del Fortore”. Queste le parole con le quali, già un secolo e mezzo fa, un amministratore fortorino invocava i diritti di una terra che ancora oggi aspetta risposte. Una lettera nella quale il primo cittadino sembra quasi elemosinare l’intervento e l’impegno del parlamentare. Una missiva che arriva qualche mese dopo che lo stesso sindaco Crialese aveva convocato un consiglio comunale nel quale per far voti al Ministero dei Lavori Pubblici “per lo completamento della strada da Benevento fino all’Appulo-Sannita”.

Nell’atto deliberato dall’assise comunale si lamentava i ritardi con i quali procedevano i lavori della costruzione della strada della Valfortore. Nel documento si legge: “Sono passati 12 anni e più e le aspirazioni dei cittadini di San Bartolomeo in Galdo non hanno peranco raggiunto il desiato scopo imperoché questo comune, per una di quelle inspiegabili fatalità, resta ancora isolato e conseguentemente privo di tutti gli immensi vantaggi derivanti dall’agevolazione dei transiti e del commercio. Dopo 12 anni, quando già da e per ogni dove sursero per incanto ferrovie e reti stradali, soltanto questo comune deve sentirne ancora il bisogno e più imperioso che prima per ragioni di civiltà progredita. Eppure i cittadini di San Bartolomeo in Galdo sono figli anch’essi della Gran Madre Italia e se con lei dividono i dolori hanno diritto altresì di partecipare alle sue gioie […]”.

Una delibera che è innanzitutto un attacco alla Provincia di Benevento che ignora le continue richieste del capoluogo di circondario per la realizzazione di una rete viaria che la liberi dall’isolamento e che permetta lo sviluppo economico e sociale del territorio. Un voto al Ministero dei Lavori Pubblici affinché finalmente il Fortore e San Bartolomeo potessero vedere attuati gli stessi diritti del resto dell’Italia. Un secolo e mezzo fa come oggi dunque. Il Fortore ad invocare ed elemosinare diritti e le istituzioni provinciali e statali a continuare ad ignorare tali diritti. Poco più di un mese fa, dopo che in questi ultimi 70 anni di storia repubblicana il Fortore ha continuato ad aspettare risposte e soluzioni ai suoi remoti problemi, le parole del sottosegretario hanno aperto nuove speranze. Speranze che potranno trovare riscontro nelle prossime settimane. L’attuale sindaco di San Bartolomeo in Galdo, Gianfranco Marcasciano, infatti, attraverso gli organi di stampa ha fatto sapere che a metà gennaio (in questi giorni) avrebbe convocato il tavolo tecnico con i responsabili dell’Anas e con gli amministratori dei comuni fortorini per fare un primo punto sul progetto al quale l’Anas (forse) sta lavorando. Da questo tavolo ci aspettiamo di conoscere come, dove e quando tutto questo verrà realizzato. Noi saremo qui a vigilare, a capire e se necessario a spronare. Crediamo che sia nostro dovere farlo, anche perché dopo 150 anni forse è arrivato il momento che le cosa si facciano e non si annuncino…

P.S. Per onor di cronaca (di storia) vogliamo ricordare che nella seduta del consiglio comunale del 28 aprile 1873, oltre al sindaco Bartolomeo Crialese, erano presenti: Liberato Braca, Pasquale Gabriele, Mattia Perlingieri, Vincenzo Colabelli, Raffaele Giannetta, Pasquale Grassi, Urbano Ziccardi, Samuele Monaco, Carlo Colatruglio, Domenico Braca, Angelo Catalano, Vincenzo Fiorilli, Leonardo Apicella, Luigi Vadurro, Giuseppe Rosa e Simone Reino. Gli assenti: Carlo Martini, Giuseppe D’Onofrio e Francesco Gabriele (consigliere dimissionario).

giovedì 8 gennaio 2015

L’informazione nel Blog: humus della democrazia

di Angelo Iampietro

Un organo di informazione, qualunque esso sia, che opera secondo i canoni della correttezza e riporta un’informazione oggettiva, pur esprimendo, nel dibattito, il proprio punto di vista, merita apprezzamento e riconoscimento non solo da parte dei fruitori, ma più in generale da tutti coloro che lo approvano per i risvolti culturali che essa determina nei comportamenti di una popolazione.

L’informazione arricchisce la persona e l’aiuta non solo a crescere e a maturare, ma ad essere al passo dei tempi, poiché lo sprona ad avere sempre l’occhio vigile su ciò che avviene intorno a lui, riuscendo, però, a decifrare in autonomia quanto appreso.

Del resto essa sta alla base del viver civile in un contesto sociale che tiene a cuore e difende i principi della democrazia, in base alla quale ogni individuo è cittadino a pieno titolo. Senza l’informazione non vi sarebbe libertà, elemento insostituibile per una cittadinanza attiva. Di qui la necessità di un’informazione libera che non pone bavagli al professionista che sa e svolge il ruolo con eticità nel convincimento di far conoscere e sapere.

Difendere questo principio di indipendenza è compito di ciascuna persona che ama la crescita culturale, sociale e umana di ciascuno.
Il Blog di Antonio Bianco svolge, da quando è stato posto in essere e sono già trascorsi diversi anni, con la sua informazione, pressoché quotidiana, un ruolo sociale e culturale di cui si avvantaggia, in gran parte, l’intera comunità dei centri fortorini, perché, maggiormente ad essi, è indirizzato il contenuto delle sue pubblicazioni.

Certamente gestire un “Blog”, come nel caso specifico, comporta un impegno quotidiano poiché il gestore deve reperire tutte le informazioni che vengono postate; le stesse, poi, meritano una valutazione obiettiva e deontologica prima che vengano poste in rete, sempre nel pieno rispetto delle normative vigenti. A tal riguardo nessuno può contestare che il “Blog di Antonio Bianco” non svolga a pieno questo compito che la “Legge” prima e la “deontologia professionale”, poi, pongono in essere.

Da parte mia va un grazie sempre vivo ad Antonio Bianco che, come detto in precedenza, con il suo Blog diffonde un’informazione che avvantaggia non solo l’intera comunità delle popolazioni del Fortore, ma anche i tanti che vivono lontano dai luoghi nativi.

L’augurio per il “2015” che porgo è questo: che il tuo “Blog” possa continuare a svolgere il ruolo che fin qui ha svolto, sempre con quell’entusiasmo e quella volontà, che ti contraddistinguono, nel vederlo crescere come merita.

Infine non mi resta che augurare un “Buon 2015” a te e a tutti coloro che collaborano con il tuo apprezzato mezzo di informazione, che si occupa delle idee, dei progetti, delle attività, degli eventi e di quanto avviene sul nostro territorio che merita la giusta divulgazione. Una giusta divulgazione, senza arrendersi, nel far conoscere, quanto è già stato programmato circa la conservazione del nostro habitat da ricerche che potrebbero compromettere la sua integrità naturale.

sabato 3 gennaio 2015

Trivellazioni: Il Governo accelera, il Sannio trema. Il 3 gennaio mobilitazione dei comitati 'no-triv'

"La Legge di Stabilità, approvata il 22 dicembre scorso ha ulteriormente peggiorato la situazione, modificando ulteriormente l’art. 38 e rendendo chiare (se ancora ve ne fosse bisogno) le intenzioni del governo sul tema. Così, diventano “strategiche” (e quindi seguono procedure autorizzative facilitate ed accelerate) “tutte le opere necessarie al trasporto, allo stoccaggio, al trasferimento di idrocarburi in raffineria, alle opere accessorie, ai terminali costieri e alle infrastrutture portuali strumentali allo sfruttamento di titoli concessori esistenti, comprese quelle localizzate al di fuori del perimetro delle concessioni di coltivazioni”.

E come se non bastasse, l’art.38 viene modificato proprio nella sua parte più discussa (la legittimità costituzionale del superamento dell’intesa vincolante con le Regioni), creando per di più una doppia regolamentazione: per le trivellazioni su terraferma, la definizione delle zone all’interno delle quali vengono individuate le aree “strategiche” avviene a opera dei Ministeri competenti, previa intesa non più con le Regioni direttamente interessate dai singoli interventi, ma con la loro Conferenza Unificata creando, in tal modo, una complicata situazione che, di fatto, continua a togliere poteri decisionali alle Regioni stesse. (Per leggere tutto l'articolo de ilquaderno.it clicca qui sotto) 
Trivellazioni: Il Governo accelera, il Sannio trema. Il 3 gennaio mobilitazione dei comitati 'no-triv'