mercoledì 24 ottobre 2012

Trivelle e referendum

Venerdì prossimo, 26 ottobre, in consiglio comunale si discuterà anche di trivellazioni petrolifere a Baselice e nel Fortore. Il punto all’ordine del giorno è stato voluto dai due consiglieri di maggioranza, Michele del Vecchio e Michele Bianco, che a nostro avviso hanno fatto bene a portare il problema in aula. Poiché una vicenda di interesse collettivo, come questa, non può essere calata dall'alto, così com'è successo in passato con l’eolico.

La discussione è il sale della democrazia. Devono essere i governati a scegliere sulla propria pelle. Per questo speriamo che per quanto riguarda il consiglio di venerdì ci sia anche una buona partecipazione di cittadini.

Un altro segnale di buon senso potrebbe arrivare dal fatto che, per una volta, maggioranza e opposizione mettano da parte i propri interessi politici per votare, all'unanimità, una mozione contro le trivellazioni, le quali come ormai è risaputo non portano nessun vantaggio per le popolazioni locali.

E allora da questo blog lanciamo una proposta al sindaco e all’intero consiglio: a decidere sulle trivellazioni petrolifere siano i cittadini. Come? Attraverso lo strumento di partecipazione democratica, voluto proprio da quest’amministrazione, del referendum consultivo, così come previsto dall’articolo 3 dello statuto comunale, che recita: “Un numero di iscritti alle liste elettorali non inferiore al 20 per cento della richiesta, o il consiglio comunale a maggioranza di almeno 2/3 dei componenti, può richiedere che vengano indetti referendum in tutte le materie di competenza comunale”. Per una volta, dunque, siano i baselicesi a scegliere il proprio futuro.

lunedì 22 ottobre 2012

Trivellazioni e salute

Postiamo un interessante articolo, dal titolo "Basilicata ammalata di petrolio, l’acqua è a rischio", pubblicato da www.dirittodicritica.com sugli effetti delle trivellazioni sulla salute umana.

Petrolio e tumori in Basilicata. La Val d’Agri paga con la salute dei suoi cittadini l’estrazione di 70mila barili di greggio al giorno; i casi di malattie respiratorie e infettive sono più del doppio della media nazionale. In cambio, la Regione incassa il 7% dei profitti che Shell e Eni accumulano: è la più bassa royalty d’Europa, meno dei diritti pretesi da Russia, Angola e Messico per le trivellazioni. Che in Lucania “bucano” il Parco Naturale.

Acqua e petrolio si mischiano nei ruscelli della Val d’Agri. Tra Monte Enoc e il paese di Tramutola, scorre un torrente giallastro con le rive nere e unte, attraversato dai tubi metallici dell’oleodotto. Portano il greggio alla raffineria di Viggiano, dove la torcia del metano brucia giorno e notte i fumi di scarico dell’impianto. Qui si estrae petrolio pari al 6% del fabbisogno italiano di carburante: gli esperti dell’Eni dicono di poter arrivare al 10%, circa 100mila barili al giorno, se gli si lascia mano libera su tecnologie e permessi.

Permessi che già ora abbondano. Il 70% della Regione Basilicata è “affittata” ai petrolieri, che vi lasciano appena il 7% dei loro guadagni: una briciola, rispetto al miliardo e 560 milioni di euro guadagnati, in media, da Eni e Shell in un anno di attività . La maggior parte delle trivellazioni si concentra in un fazzoletto di terra di pochi chilometri quadrati, nella Val d’Agri: è Parco Nazionale dal 2007, ma gli interessi dei petrolieri hanno vinto su tutto e i pozzi aumentano. Due mesi fa ne è stato fermato uno che sarebbe dovuto sorgere a 1.400 metri di altitudine, in pieno Parco: la Regione sta contrattandone i diritti con l’Eni.

Intanto i lucani si ammalano. Respirano un’aria densa di zolfo, anidride carbonica e metalli pesanti. Il numero dei casi di malattie infettive e respiratorie cresce costantemente, e già oggi supera del doppio la media nazionale. Scoperta antica: già nel 1996 i medici segnalarono l’incremento di decessi e casi di tumore ai polmoni nella zona, legati anche agli incidenti legati alle attività estrattive (su molti dei quali nessuno ha mai svolto un’indagine). Il rischio di contaminazione delle falde acquifere è elevatissimo, data la vicinanza tra i pozzi e i corsi d’acqua: e nessun sistema di monitoraggio è attivo nella zona.

Tutto questo si svolge in silenzio in fondo allo Stivale. Fa comodo a tutti, perchè a pagare sono due paesini che insieme non contano più di 3000 abitanti. Ma non tutto è silenzio. Oggi (l'articolo è del 2011, ndb), davanti al Ministero della Salute a Roma, i radicali hanno organizzato un sit in di protesta contro il “lassez faire” di Governo e Regione: porteranno al ministro Fazio il video-denuncia “La Valle dell’Agip”, realizzato dal segretario Radicali lucani Maurizio Bolognetti, che documenta gli effetti ambientali e sulla salute dei cittadini delle estrazioni petrolifere nella Val d’Agri. La richiesta è semplice: vigilate. Istituite una commissione di monitoraggio e vegliate sulla Basilicata. Non lasciatela affogare nel petrolio.

www.dirittodicritica.com

giovedì 18 ottobre 2012

Oltre sei aziende biologiche su 10 risiedono al Sud

Questo è il primo di una serie di focus incentrati su argomenti di particolare interesse per l’agricoltura italiana; il 6° Censimento generale dell’agricoltura dell'ISTAT ha infatti permesso di raccogliere informazioni sulla struttura delle aziende biologiche e di quelle con produzioni certificate DOP (Denominazione di Origine Protetta) e/o IGP (Indicazione Geografica Protetta).

Tali aziende sono di particolare importanza sia perché contribuiscono alla diffusione di forme di conduzione di terreni e di allevamenti compatibili con la tutela dell’ambiente, del suolo e della diversità genetica, sia perché consentono di promuovere la migliore qualità dei prodotti.

Sono 45.167 le aziende che al 24 ottobre 2010 risultano adottare metodi di produzione biologica per coltivazioni o allevamenti. Esse rappresentano il 2,8% delle aziende agricole totali.

Di queste, 43.367 aziende applicano il metodo di produzione biologico sulle coltivazioni (2,7% delle aziende in complesso con SAU) mentre 8.416 lo adottano per l’allevamento del bestiame (3,9% delle aziende in complesso con allevamenti). Sono invece 6.616 aziende quelle che utilizzano metodi di produzione biologica sia per le coltivazioni sia per gli allevamenti.

Il 62,5% delle aziende biologiche è attivo nel Sud e nelle Isole. Qui si concentra anche il 70,9% della superficie biologica complessiva. In particolare, la Sicilia è la regione dove si conta il maggior numero di aziende biologiche (7.873 unità); seguono la Calabria con 6.769 aziende e la Puglia, con 5.295.

La dimensione media della superficie biologica delle aziende interessate è di 18 ettari, notevolmente superiore a quella delle aziende in complesso (convenzionali e biologiche), per le quali il valore medio è pari a 7,9 ettari di SAU. In Sardegna, con una media di 43,8 ettari di superficie biologica ad azienda, si registrano le dimensioni unitarie più elevate; seguono Basilicata (23,7 ettari) e Puglia (22,8 ettari).

Le maggiori superfici biologiche investite riguardano i cereali da granella (oltre 223 mila ettari), seguiti dai prati permanenti e pascoli, esclusi i pascoli magri (oltre 172 mila ettari). Per questi due gruppi di colture le maggiori superfici biologiche sono localizzate rispettivamente in Basilicata (44.277 ettari, pari al 19,8% della superficie biologica complessiva nazionale investita a cereali da granella) e in Sicilia (43.725 ettari, ovvero il 25,3% della superficie biologica complessiva nazionale occupata da prati permanenti e pascoli).

In Calabria si registra la maggiore percentuale di superficie coltivata con metodo biologico rispetto alla SAU complessiva (17,7%).

mercoledì 17 ottobre 2012

Cantieri di Legalità, venerdì la presentazione del libro su Siani

Venerdì 19 ottobre alle ore 18, presso la Biblioteca Provinciale di Benevento, si terrà la presentazione del libro “Giancarlo Siani, passione e morte di un giornalista scomodo” di Bruno De Stefano.

Perché un libro su Giancarlo Siani a quasi trent’anni dal suo assassinio? La risposta è semplice: perché di questo giovane cronista ammazzato il 23 settembre del 1985, un lunedì, si parla tanto ma si sa ancora pochissimo, e talvolta quel che si sa non corrisponde totalmente alla realtà. Leggendo gli atti delle inchieste emerge, infatti, una storia assai più complicata nella quale si mescolano incomprensibili silenzi, palesi omissioni, tentativi di depistaggio, vuoti di memoria inspiegabili, goffe e ridicole contraddizioni.

Una ragnatela di inganni all’interno della quale Bruno De Stefano si muove con passione e coraggio. Nel nome di Giancarlo Siani e, finalmente, della verità.

www.cantieridilegalita.it

martedì 16 ottobre 2012

Regione Campania, finanza al gruppo consiliare Pdl

Nuova visita della Guardia di finanza in Consiglio Regionale della Campania. Le Fiamme Gialle stanno procedendo ad acquisire documenti, su delega della Procura di Napoli, nella sede del gruppo Pdl nell'isola F13 del Centro direzionale. Si continua a indagare quindi relativamente ai fondi destinati ai gruppi negli anni scorsi, ma la Guardia di Finanza ha dovuto acquisire anche documenti attinenti ad altri settori. (ilVelino/AGV)

lunedì 15 ottobre 2012

Trivellazioni, incontro con Maria Rita d'Orsogna a Foggia

Continua l'opera di sensibilizzazione e informazione da parte del movimento NO TRIV.
Venerdì 19 ottobre, ore 17.30, presso il Teatro del Fuoco a Foggia, nell'ambito del convegno: "Salute e sviluppo del territorio", la prof.ssa Maria Rita D'Orsogna incontrerà le associazioni e i cittadini per spiegare, con una relazione tecnico-scientifica, i rischi per l'ambiente e il territorio delle attività di prospezione e trivellazioni.

Maria Rita d'Orsogna, laureata in fisica, è professore associato presso il dipartimento di matematica della California State University at Northridge, a Los Angeles. Molto attiva dal 2007, si è distinta nella critica al fracking in Italia, e nel rilevare le connessioni tra trivellazioni e interessi delle lobby petrolifere.

Attraverso il suo blog "No all'Italia petrolizzata", svolge un'intensa attività d'informazione a supporto dei comitati cittadini contro le attività petrolifere nel territorio abruzzese e non solo.

Maria Rita torna periodicamente sul territorio, tiene conferenze, convegni e tenta democraticamente di avere un confronto con i politici locali e nazionali. Recentemente ha scritto una lettera aperta al ministro Passera e al ministro Clini, criticando senza mezzi termini i "deliranti" progetti di “petrolizzazione” dello Stivale.

Attualmente è in Italia per un ciclo di conferenze sul tema del fracking, dello shale gas e dei problemi connessi. Conferenze che la porteranno a toccare otto tappe cui si aggiungerà la conclusione negli USA, a New York, presso il Westchester Italian Cultural Center.

Un documentario del 2009 (Spero di conoscerLa presto, scritto e prodotto da Manichino d'Ottone), che racconta come è iniziato il movimento no triv abruzzese, presenta la D'Orsogna come la Erin Brockovich italiana.

Tratto da www.abitarearoma.net

domenica 14 ottobre 2012

Trivellazioni, Bianco e del Vecchio chiedono la convocazione di un consiglio

I consiglieri di maggioranza di Baselice Michele Bianco e Michele Del Vecchio hanno chiesto con una lettera la convocazione urgente di un consiglio comunale per affrontare la questione dei progetti presentati riguardanti la ricerca di idrocarburi sul territorio di Baselice. Dopo che nell’ultimo consiglio, la questione delle trivellazioni era stata “liquidata”, secondo i due consiglieri di maggioranza, in maniera ambigua, si chiede di affrontare nuovamente il problema in consiglio. Michele Bianco si dice preoccupato per eventuali trivellazioni sul territorio fortorino.

“Dopo l’ultimo consiglio, dove abbiamo affrontato in maniera superficiale la questione, mi sono preoccupato di approfondire la questione, - afferma il consigliere comunale – e siamo giunti alla conclusione, insieme al collega Michele Del Vecchio, che la questione va affrontata nuovamente e in maniera più dettagliata e con il coinvolgimento della cittadinanza, adottando una delibera secondo le linee guide immaginate dell’assessore provinciale all’Ambiente, Gianluca Aceto”.
Nel consiglio comunale del 17 settembre scorso, il sindaco nel trattare la questione, aveva affermato che il comune avrebbe valutato di volta in volta i progetti che sarebbero stati presentati, senza un no preventivo.

Ma, a quanto pare qualcuno in maggioranza non la pensa proprio così. Bianco e Del Vecchio sembrano, dopo un approfondimento, allarmati sulle conseguenze che potrebbero arrecare all’equilibrio ambientale di Baselice. “Oltretutto continua – Bianco – il nostro è un territorio a grande rischio sismico, e questo è già un valido motivo per dire no alle trivellazioni. Viviamo già in un territorio dove il dissesto idrogeologico è diffuso, non possiamo permettere che la situazione venga aggravata maggiormente da progetti di ricerca di idrocarburi, che danneggerebbero - conclude Bianco - l’equilibrio ambientale. E visto che la ricaduta economica per le comunità in cui le trivellazioni avvengono è scarsa è preferibile opporsi a tali progetti”.
Le trivellazioni tengono banco. Le preoccupazioni di amministratori e cittadini sono concentrate soprattutto sull’impatto ambientale che esse possono avere sul territorio. Il sindaco di Baselice, conferma la linea possibilista, a patto che le aziende a cui sarà permesso la ricerca di idrocarburi sul territorio rispetterà i vincoli ambientali e se, naturalmente, saranno beneficiati dal punto di vista economico le comunità oggetto delle trivellazioni.

In questi ultime settimane, intanto, molti comuni dell’area del Fortore e del Tammaro hanno adottato delibere nelle quali si esprimeva parere negativo ai progetti di ricerca di idrocarburi presentati da alcune aziende, nel rispetto delle richieste fatte dall’assessore provinciale Gianluca Aceto.

(Tratto da Ottopagine/Benevento)

giovedì 11 ottobre 2012

Baselice, trivellazioni petrolifere. Ecco l'interrogazione dei consiglieri Bianco e Del Vecchio

Postiamo integralmente l'interrogazione consiliare dei consiglieri comunali Michele Bianco e Michele del Vecchio

Al Sig. Sindaco
Comune di Baselice
Al Segretario Comunale
Dott.sa Frascino


Oggetto: Interrogazione Consiliare.


I sottoscritti Bianco Michele e Del Vecchio Michele in qualità di consiglieri comunali del Comune di Baselice,

• Visto il fax inviato all'Ente in data 12/07/2012 dalla Provincia di Benevento nel quale si evidenza che l'assessore all'ambiente ha convocato 19 sindaci, tra i quali il sindaco di Baselice, e presidenti Comunità Montane del Fortore, Titerno e Alto Tammaro, avente come oggetto la richiesta di autorizzazione avanzata da tre società di ricerca idrocarburi liquidi e gassosi;

• Considerato appunto che tali trivellazioni interesserebbero anche il nostro comune, oltre che l'intera area del Fortore, e che di tale iniziativa vada documentata l'amministrazione e informata l'intera cittadinanza;

• Ritenendo che le suddette ricerche possono arrecare un grave danno all'ambiente e al territorio comunale;

chiediamo che venga discusso e messa ai voti la bozza di delibera di Consiglio così come suggerita dall'Assessore all'Ambiente della Provincia di Benevento, Dott: Aceto.

Si allega copia del fax con le relative proposte.

I Consiglieri
(segue firma)

ARTICOLI PUBBLICATI IN QUESTO BLOG
Il Quaderno.it - A rischio acqua e sorgenti del Fortore

mercoledì 10 ottobre 2012

STOP TRIVELLE NEL FORTORE


L'ENNESIMO SACCO DEL FORTORE SI STA CONSUMANDO NELL'INDIFFERENZA GENERALE, DELLE ISTITUZIONI E DELLA CLASSE POLITICA LOCALE.

martedì 9 ottobre 2012

Psaut, Il comitato pro 118 contro la chiusura del servizio a Fioiano e Ginestra

Un secco “no” alla chiusura del servizio di 118 nei comuni di Foiano di Val Fortore e Ginestra degli Schiavoni. E' quanto è stato ribadito alla cittadinanza fortorina dal comitato pro 118 Foiano-Ginestra, rappresentato da Donato Iampietro e Lucio Iuliano, in merito alla decisione da parte dell'Asl sannita di aprire il PSAUT (Postazioni fisse di primo soccorso territoriale) a San Bartolomeo in Galdo e togliere il servizio di assistenza sanitaria ai due comuni fortorini.

Nella denuncia del Comitato si parla anche del trasferimento dei 12 medici, che dovrebbero passare dai presidi 118 di Ginestra degli Schiavoni e Foiano di Val Fortore alla struttura di San Bartolomeo.

“Il Direttore Generale dell’ASL Michele Rossi – si chiedono Iampietro e Iuliano sul trasferimento dei sanitari - ha tenuto conto di quanto prevedono le “Nuove linee guida per la organizzazione dei presidi di assistenza urgenza territoriale” cioè che la eventuale ridefinizione delle sedi PSAUT e delle ubicazioni dei mezzi di soccorso, coordinati dalla Centrale Operativa territorialmente competente, deve tener conto delle caratteristiche geomorfologiche del territorio e della rete ospedaliera della emergenza sanitaria (DEA), nonché del rispetto dei tempi di percorrenza previsti dalla normativa nazionale?”.

E ancora a proposito delle emergenze atmosferiche nel periodo invernale: “I dirigenti Asl sono a conoscenza di cosa rappresenta il valico Casone Cocca per noi fortorini, soprattutto nel periodo invernale ed in situazioni di emergenza?”.
“Lo PSAUT – aggiungono nel comunicato - è una struttura sanitaria, che secondo noi, comporta dei rischi, sia per gli operatori che per i pazienti. E’ impensabile che ci sia una esatta scelta da parte del cittadino che sta male, il quale istintivamente si reca nella struttura sanitaria più vicina, senza sapere che lo PSAUT non è un Pronto Soccorso e che quindi non ci sono un cardiologo, un rianimatore, un radiologo e una sala operatoria. Per cui, rischia di incorrere in inutili peripezie prima di giungere nella struttura sanitaria appropriata. Ci si chiede – continuano - perché può essere aperto un presidio PSAUT in deroga alle attuali misure restrittive regionali e non si possono “reclutare” 12 medici a Benevento, senza stravolgere un servizio che funziona perfettamente”.

“Il costituendo Comitato pro 118 Foiano-Ginestra, insieme a tutta la popolazione della Val Fortore – conclude la nota - ritiene che lo PSAUT a San Bartolomeo in Galdo insieme ai due presidi SAUT esistenti rappresenterebbe, per i cittadini della Val Fortore, una ottimale organzzazione dell’emergenza territoriale 118”.



(fonte: da "NTR24")

domenica 7 ottobre 2012

La fine della Provincia e la 'balcanizzazione' del Sannio

di Billy Nuzzolillo

(Sanniopress) – Alla fine la montagna partorì il topolino. Dopo lo stucchevole consiglio regionale celebratosi a Villa dei Papi e l’illusione che eventuali trasmigrazioni territoriali potessero garantire i requisiti minimi di sopravvivenza, la conferenza permanente della Regione Campania con le altre Autonomie locali (cioè, Province, Comuni e Comunità Montane) ha sostanzialmente posto fine alla lenta agonia della Provincia di Benevento.

Le residue speranza di salvare il Sannio sono, infatti, affidate alla Corte Costituzionale e ad un eventuale e clamoroso dietrofront del Governo Monti, dettato dalle possibili ripercussioni del taglio delle Province sul voto politico in programma in primavera. Ovvero, le speranze sono ridotte al lumicino.

Nel frattempo, in questi giorni, si discuterà su dove ubicare il capoluogo della nuova provincia irpino-sannita e, conoscendo il diverso livello qualitativo delle due classi politiche, non è difficile prevedere che Avellino alla fine eviterà lo smacco di perdere il primato amministrativo, così come in passato riuscì a deviare il percorso dell’autostrada.

Un aspetto che, invece, viene in queste ore sistematicamente ignorato da politici e commentatori è il rischio di “balcanzizzazione” dell’ex provincia di Benevento.

A Colle Sannita hanno già avviato le procedure per passare al Molise. A Baselice stanno studiando l’iter per indire un analogo referendum. Essendo Avellino ancora più distante di Benevento, è facile prevedere che se il capoluogo della nuova provincia non dovesse essere Benevento a San Bartolomeo in Galdo, e nel Fortore più in generale, divamperà presto la fiamma secessionista.

Lo stesso, poi, potrebbe succedere nella valle del Titerno (Pietraroja, Cusano e Cerreto), nell’alto Tammaro (Morocne, Pontelandolfo, S. Croce del Sannio,) e sul versante casertano. A Limatola già ne parla da settimane e altrettanto potrebbe accadere a S. Agata dei Goti e in valle Telesina, dove la Fondo Valle Isclero consente di raggiungere il capoluogo di Terra di Lavoro in pochissimo tempo.

Insomma, il rischio è concreto e farebbero bene a preoccuparsi anche i politici irpini, che in queste settimane hanno già dimostrato di non essere all’altezza dei propri predecessori.

venerdì 5 ottobre 2012

TRIVELLE D'ITALIA

Sabato 6 ottobre alle ore 18, presso la Biblioteca Provinciale di Benevento, si terrà la presentazione del libro “Trivelle d’Italia” di Pietro Dommarco, giornalista di Altreconomia specializzato in tematiche ambientali.

Il Bel Paese è oggi un gruviera crivellato da 1000 e più buchi, alla ricerca di greggio e gas. In Italia le compagnie pagano royalties basse. “Trivelle d’Italia” racconta questo “buco” nel cuore, che ha portato pochi vantaggi ai territori, poca occupazione e infiniti lutti, per i lavoratori e per l’ambiente.

Un’analisi che scende in profondità e percorre numeri e storie dei piccoli Texas italiani, dalla Basilicata alla Pianura padana, dal mare della Sicilia a Porto Marghera, tra amministrazioni compiacenti e rifiuti tossici.

www.cantieridilegalita.it

giovedì 4 ottobre 2012

Spina ai forestali: "I soldi saranno usati per pagare gli arretrati 2011"


Volevano essere rassicurati sulla ripartizione dei fondi (950mila euro) destinati dalla Regione alla comunità montana del Fortore gli operai, circa una sessantina, che ieri mattina hanno incontrato i vertici dell’ente. Rassicurazioni che sono puntualmente arrivate da parte del presidente dell’ente Zaccaria Spina e il suo vice Salvatore Brancaccio. “I soldi che sono stati assegnati alla comunità montana – ha detto il presidente – saranno destinati al pagamento degli arretrati del 2011 agli operai forestali”. La cifra che gli operai devono riscuotere per gli arretrati del 2011 (novembre, dicembre e tredicesima) ammonta a circa 880mila euro, secondo i calcoli effettuati dagli uffici tecnici dell’ente.

L’incontro, che martedì pomeriggio si era provato a spostare a giovedì (domani, ndr), si è tenuto ieri mattina presso la sala consiliare della comunità montana. I forestali avevano chiesto l’incontro per ottenere chiarimenti in merito alla distribuzione dei fondi che la Regione Campania ha assegnato all’ente, a causa delle voci che circolavano riguardo alla destinazione delle somme ad altre questioni aperte dell’ente. Nella sala si respirava il clima di rabbia e di disperazione degli operai che ancora una volta hanno sottolineato la drammaticità della loro condizione. “Bollette che non riusciamo più a pagare, non riusciamo a mandare i nostri figli a scuola, e a stento riusciamo a fare la spesa”. Hanno spiegato gli operai. Una vicenda che pare cominciare a dare qualche segno di speranza, anche se sono ancora molte le cose da risolvere. Se per il 2011, la vertenza dei forestali sta per giungere al capolinea, resta ancora il problema del 2012. Le certezze a quanto pare sono poche. Una è quella che il procedimento intrapreso con l’Inps, pare vada in porto.

Ieri mattina il segretario generale della comunità montana aveva consegnato tutta la documentazione all’istituto previdenziale. Ora si tratta solo di integrare alcuni documenti. L’altra è quella dei fondi Fas. Al momento non ci sono certezze sull’utilizzo dei Fondi delle Aree Sottoutilizzate. C’è chi dice che saranno disponibili solo dal momento della loro approvazione, quindi dal mese di agosto 2012, c’è chi spera invece possano essere retroattivi. Ma dalla Regione, per ora, nessun chiarimento in merito.

Come sempre in questi casi c’è chi vede il bicchiere mezzo pieno e chi mezzo vuoto. Anche se soddisfatti delle rassicurazioni fatte dal presidente, gli operai restano scettici sui tempi. Volevano certezze in merito ai pagamenti alle date, certezze che però il presidente non si è sentito di dare. “Se la macchina burocratica non si inceppa – ha dichiarato Spina – entro la fine di ottobre potrebbero arrivare sia i soldi del 2011 e sia i soldi relativi alla cassa integrazione per motivi atmosferici delle giornate di inizio 2012”. Dunque si resta in attesa di notizie più esatte rispetto ai tempi di pagamento.

(Tratto da Ottopagine/Benevento)

mercoledì 3 ottobre 2012

Fortorina, ecco la proposta di Ziccardi

Qualche settima fa sette sindaci fortorini si sono incontrati a Molinara per discutere e promuovere un progetto del tratto di strada che dovrebbe collegare San marco dei Cavoti con San Bartolomeo in Galdo.

In quell’occasione si è pensato di istituire un tavolo istituzionale coordinato dal sindaco di Molinara Giuseppe Addabbo, per spingere le istituzioni nazionale e regionali a finanziare un progetto allo studi del ministero delle finanze realizzato dal geologo Eliseo Ziccardi. L’attuazione di tale progetto, dire del geologo, risolverebbe il 60% dei problemi che attualmente affliggono il Fortore. Lo studio di fattibilità, anche attraverso uno studio geologico, della strada di completamento della strada fortorina, che attualmente da Contrada Mosti (Benevento) arriva a San Marco dei Cavoti, condotto da Eliseo Ziccardi, sarebbe un tratto alternativo a quello esistente, e accorcerebbe le distanze di oltre 10 chilometri tra San Marco e San Bartolomeo.

Il progetto del tratto di valico alternativo all’esistente che prevede la realizzazione di un tunnel di circa 1800 metri più un viadotto di circa quattro chilometri più i tre svincoli previsti e tutti i lavori di adeguamento, secondo il calcolo del dottor Ziccardi si aggirerebbe intorno ai 140 milioni di euro. L’opera potrebbe essere finanziata, sempre secondo lo studio effettuato dal geologo Ziccardi attraverso i 30 milioni di euro del protocollo di intesa tra Regione Campania, Anas e Provincia di Benevento più i foni Fas.

La fortorina servirebbe, compreso il tratto che si sta realizzando da Contrada Mosi a San Marco dei cavoti, ben 12 comuni: Baselice, Castelvetere, Foinao di Valfortore, Fragneto l’Abate, Ginestra degli Schiavoni, Molinara, Montefalcone, Pesco Sannita, Pietrelcina, San Bartolomeo in Galdo, San Giorgio la Molara e San Marco dei Cavoti, per un bacino di circa 27mila abitanti.

Il passante di Valico immaginato dal geologo Eliseo Ziccardi, oltre ad accorciare le distanze del Fortore con il capoluogo, risolverebbe anche l’annoso problema delle nevicate invernali che spesso isolano il territorio fortorino grazie al tunnel previsto dal progetto. Il nuovo tratto di strada abbatterebbe problemi quali l’isolamento economico e sociale. Ridurrebbe la disoccupazione, lo spopolamento e l’emigrazione giovanile. Migliorerebbe i collegamenti per quanto riguarda le scuole e l’università senza contare che si accorgerebbe di molto il soccorso e l’emergenza sanitaria rispetto ai presidi ospedalieri del capoluogo. La variante di valico dare un ulteriore impulso al turismo dando nuova linfa alle strutture agrituristiche e alberghiere del territorio.

L’attuale percorso, è disagevole e si snoda attraverso tornanti di montagna spesso dissestati a causa delle condizioni idrogeologiche disastrose del territorio, e rendono i collegamenti con il capoluogo interminabili e faticosi. Con la Variante di Valico del Casone Cocca si ridurrebbero le distanze e si migliorerebbe di molto i collegamenti e anche la qualità della vita degli abitanti del Fortore.

(tratto da Ottopagine/Benevento)

Baselice, il Pd e il Fortore


lunedì 1 ottobre 2012

Psaut, le reazioni dei sindaci del Fortore


Postiamo un altro articolo apparso sul quotidiano "Ottopagine/Benevento" dal titolo: "I sindaci: «Nessuna decisione senza averci consultato». Canonico, Addabbo, Cocca e Paragone contro la notizia della chiusura dei Saut di Foiano di Valfortore e Ginestra"

Tutti d’accordo sull’apertura del Psuat, a patto che non ci sia un impoverimento del servizio d’emergenza sul territorio fortorino. La notizia che circola ormai da giorni sull’apertura del presidio di San Bartolomeo in Galdo, con la chiusura dei Saut di Foiano di Valfortore e di Ginestra degli Schiavoni, non piace ai sindaci di Baselice, Molinara, San Giorgio la Molara e San Marco dei Cavoti.

“Se questa notizia è vera, ancora una volta le scelte si fanno senza consultare gli enti territoriali. E’ una scelta – afferma il primo cittadino di Baselice Canonico –che penalizzerà ancora una volta le popolazioni del Fortore”. Ancora più duro Luigi Paragone, che si dice pronto a dare battaglia in caso il piano deciso dai vertici dell’Asl è quello che circola in questi giorni. “Scenderò in campo contro tutto e tutti se è necessario per difendere i cittadini da me rappresentati. E’ un piano senza logica”.

Dura anche la reazione di Franco Cocca sindaco di San marco dei Cavoti. “Se queste sono le intenzioni dei vertici dell’Asl – dichiara il primo cittadini di San Marco – mi devo spiegare qual è il criterio di scelta. Aprire il Psaut a San Bartolomeo va bene, ma ci spiegassero come vogliono riorganizzare il servizio di emergenza sul resto del territorio, perché così non si fa altro che peggiorare una situazione già difficile. Comunque al di là delle voci che circolano, sono fiducioso nell’operato dell’Asl. Anche perché sono dei professionisti e conoscono bene il territorio. Se stanno preparando un piano per la riorganizzazione dell’emergenza sul territorio, lo faranno in modo da non penalizzare le comunità fortorine, ma opereranno solamente per migliorare l’ offerta sul territorio”.

Giuseppe Addabbo, sindaco di Molinara spera che prima di qualsiasi decisione saranno consultati gli enti territoriali, altrimenti “sarà l’ennesima beffa per il Fortore”. Chi ha piena fiducia nei vertici dell’Asl è il sindaco di Castelfranco in Miscano Pio Antonio Morcone. “Credo che qualsiasi scelta faccia il direttore generale, sia una scelta ponderata e fatta con criterio”. Chi invece non commenta la notizia dell’apertura del Psaut sono i sindaci di Ginestra, Zaccaria Spina e quello di San Bartolomeo in Galdo Vincenzo Sangregorio. Dall’Asl dicono che al momento non c’è nessun atto, e nessuna decisione rispetto all’apertura del presidio di San Bartolomeo. Stiamo lavorando e ragionando sui modi e sui tempi di apertura del Psaut”. Afferma il dottor Ventucci, direttore saniratio dell’Asl BN1.

Dunque il Psaut di San Bartolomeo in Galdo continua a far discutere. Con una delibera n° 103 dell’8 ottobre 2010 il commissario Ad Acta autorizzava l’apertura del Psaut, trasferendo gli operatori del 118 di Foiano Valfortore nella struttura di san Bartolomeo in Galdo. Questo atto provocò la reazione dei sindaci che chiesero all’allora commissario Ad Acta Di Salvo un incontro, incontro che si tenne il 27 ottobre del 2010 e nel quale si trovò un accordo che prevedeva l’apertura del presidio di San Bartolomeo mantenendo i Saut di Ginestra e Foiano.

A quell’incontro oltre al commissario Ad Acta, c’erano i sindaci di Montefalcone, San Bartolomeo in Galdo, Foiano di valfortore, Molinara, Baselice, Ginestra degli Schiavoni e San Marco dei Cavoti. La storia ci dice che dopo due anni il presidio di San Bartolomeo è ancora chiuso. Pare che la causa della mancata apertura fosse la non agibilità dei locali che dovevano ospitare il Psaut. Agibilità che in questi giorni pare sia arrivata.

(tratto da Ottopagine/Benevento)

venerdì 28 settembre 2012

Psaut sì... Psaut no...

Postiamo un interessante articolo pubblicato ieri sul quotidiano "Ottopagine" edizione Benevento

La notizia dell’apertura del Psaut ha creato scompiglio nella comunità fortorina. C’è chi esulta, c’è chi attende notizie ufficiali e c’è chi protesta. Secondo indiscrezioni pare che sia prossima l’apertura del presidio di primo intervento, attiva 24 ore su 24 di San Bartolomeo in Galdo. Ma ciò comporterebbe il ridimensionamento del Saut di Ginestra degli Schiavoni.

Qui, infatti, resterebbe solo un ambulanza non medicalizzata, mentre sarebbe soppresso il 118 di Foiano Valfortore. I dodici medici che operano attualmente nei due Saut saranno trasferiti nel presidio sanitario di San Bartolomeo in Galdo. Questo ha provocato la reazione di cittadini e amministratori. Un “no comment” secco quello di Zaccaria Spina. “Aspetto che questa notizia sia ufficializzata dall’ Asl”, queste le uniche parole del primi cittadino di Ginestra degli Schiavoni. Un “no comment” anche da parte di Vincenzo Sangregorio, sindaco di San Bartolomeo in Galdo. “Non ho ricevuto nessuna comunicazione. Aspetto che qualcuno mi chiami prima di fare delle dichiarazioni. Troppe volte nel passato ci sono state notizie di prossime aperture, poi puntualmente smentite dai fatti. Ho piena fiducia nei vertici dell’Asl e soprattutto nel direttore generale Michele Rossi”.

Chi invece commenta la notizia è Michele Maffeo, sindaco di Foiano di Valfortore. “Ben venga l’apertura del Psaut di San Bartolomeo, a patto che questa non penalizzi il territorio. Spero che le notizie che giungono dalla stampa non sia vere. Se, invece, tali notizie saranno confermate – afferma Maffeo – sarebbe una sconfitta per il territorio fortorino. Resto in attesa di comunicazioni ufficiali, confidando nella professionalità e competenza dei vertici dell’Asl. Ricordo - conclude il primo cittadino di Foiano - che il piano redatto nel 2010 prevedeva un’implementazione del servizio e non un ridimensionamento”.

Infatti, dal piano redatto nel 2010, risulta che sarebbe stato potenziato l’assistenza emergenziale sul territorio. Il presidio di San Bartolomeo/Foiano prevedeva l’impiego di 11 medici lasciando invariato il Saut di Ginestra con 6 medici (Tab. III, pagina 22 del decreto del commissario Ad Acta n° 49 del 27 settembre 2010). (Tratto da Ottopagine-Benevento)

giovedì 27 settembre 2012

Il degrado del fiume Fortore

Postiamo un interessante articolo apparso ieri sul quotidiano "Ottopagine" edizione Benevento.

Il fiume Fortore da anni ormai vive in un stato di degrado e di abbandono. E’ praticamente un fiume in secca. Gli argini non esistono quasi più. Lungo il suo percorso si trovano insediamenti abitativi e industriali. Nel giro di un paio di chilometri, nel tratto di fiume che va da Foiano a San Bartolomeo in Galdo, passando per Baselice, ci sono tre impianti di estrazione di materiali inerti. A lanciare l’allarme è la Coldiretti.

“La salvaguardia del territorio rappresenta una delle priorità rispetto alla quale la Coldiretti Benevento – si legge in una nota - pone attenzione per tutelare il patrimonio ambientale. Negli ultimi tempi, però, essendo venuta meno la manutenzione del demanio pubblico si assiste sovente sul territorio provinciale a esondazioni dei fiumi che comportano gravi danni alle aziende agricole e conseguenze economiche per l’intera collettività”.

La Coldiretti chiede interventi rapidi richiamando la legge di orientamento che offre la possibilità alle pubbliche amministrazioni di appaltare i lavori di manutenzione del demanio pubblico alle imprese agricole con semplici licitazioni private e a costi più contenuti per la pubblica amministrazione. In questo contesto la Coldiretti sannita, con una lettera a firma del direttore Giuseppe Brillante, ha sollecitato Aniello Cimitile, presidente della Provincia di Benevento, ad appaltare i lavori per la manutenzione del fiume Fortore.

“La mancata manutenzione del fiume Fortore – si afferma nel nota - ha comportato in alcuni tratti la completa occlusione dell’alveo del fiume tanto che l’acqua, non potendo seguire il deflusso naturale, provoca continue esondazioni nei terreni causando ingenti danni alle imprese agricole, erodendo intere superfici agricole e mettendo anche a rischio le abitazioni che insistono lungo il fiume. Particolarmente grave - scrive ancora Brillante - è la situazione nel tratto del fiume che va dal Ponte Tre Luci, nel tenimento di Foiano, al Ponte di contrada Morrecine, nel tenimento di Castelvetere in V. Fortore (tratto di circa 500 m.) dove il letto del fiume è completamente scomparso a causa del materiale che viene trasportato a valle dai torrenti Zugariello, Cervaro e Lame, rispettivamente in territorio di Foiano, Baselice e Castelvetere in V. Fortore. Per evitare nuovi danni, soprattutto con l’approssimarsi delle stagioni piovose che l’abbondanza delle acque facilmente invaderà la campagna circostante dove insistono anche abitazioni rurali, chiediamo – ha concluso Brillante - un intervento affinché venga ripristinato il letto del fiume per il normale deflusso delle acque, nel tratto indicato”.

A rendere più chiara e più precisa la situazione del fiume Fortore è intervenuto il professore Michele Barbato, geologo e presidente del circolo di Legambiente di San Bartolomeo in Galdo. "Vi è da tener presente che, la dinamica fluviale gioca un ruolo determinante sull'equilibrio geomorfologico dell'intera Valle. Pertanto, - sottolinea il professore Barbato - la mancata manutenzione del corso fluviale del Fortore, giunto ormai in uno stato di completo disordine idrografico, rappresenta una importante concausa al generale dissesto idrogeologico in cui versa l'intero territorio del Fortore. L'assenza di manutenzione, costituendo sempre un contributo negativo alla stabilità di un territorio, risulta tanto più grave - conclude il presidente del circolo di Legambiente - in un contesto geomorfologico fortemente compromesso come quello della Val Fortore, il cui elevato rischio idrogeologico è attestato storicamente dal Regio decreto 445 del 1908 che prevedeva il consolidamento di tutti i comuni della Valfortore e di alcuni (tra questi Castelvetere in Valfortore) addirittura il trasferimento del centro abitato".
(Tratto da Ottopagine/Benevento)

lunedì 24 settembre 2012

L'inesorabile desertificazione sociale del Fortore

di Augusto Colucci
Continua, inesorabile, la diminuzione degli abitanti nel Sannio ed in Valfortore. E naturalmente a Baselice. Spigoliamo dagli ultimi dati ISTAT. A dicembre 2011 Baselice contava 2.552 abitanti, con una ulteriore diminuzione di 41 unità rispetto al gennaio dello stesso anno. Gli altri comuni più vicini a noi presentavano le seguenti variazioni, tutte negative: Foiano VF 1.482 (-2); Montefalcone VF 1.657 (-4). S. Bartolomeo in Galdo 5.127 (-77); S. Marco dei Cavoti 3.563 (- 33); S. Giorgio La Molara 3.058 (-11); Molinara 1676 (-5); Colle Sannita 2.665 (-15); Circello 2.487 (-14); Castelfranco 956 (-8); e Castelvetere VF, il caso più grave ed emblematico, 1.388 (-54). E peggio ancora andrà in futuro, se non si prenderanno decisioni strategiche. (tratto dalla bacheca di facebook)

giovedì 20 settembre 2012

Dopo Colle anche Baselice avvia la procedura per il passaggio al Molise

(Sanniopress) – Mentre alla Rocca si studiano le strategie per salvare la Provincia di Benevento e da Ariano Irpino fanno sapere che sono pronti a trattare l’eventuale passaggio al Sannio, il consiglio comunale di Baselice ha dato il via libera all’unanimità all’indizione del referendum per il passaggio al Molise. Toccherà ora ad un’apposita commissione preparare gli adempimenti necessari ad avviare l’iter per il distacco dalla Campania e, conseguentemente, dalla Provincia di Benevento. Baselice, dunque, segue la strada tracciata qualche tempo fa da Colle Sannita, che è stato il primo ad avviare la procedura per il passaggio di regione e non è da escludersi che altri comuni dell’Alto Sannio possano seguire l’esempio di Colle e Baselice. Insomma, mentre a Benevento, Avellino e Napoli si studia come salvare la Provincia altrove si agisce nella direzione opposta.

martedì 18 settembre 2012

Pale eoliche, quanti miliardi al vento - Il Fatto Quotidiano

Candela è un paesino che lega la Campania alla Puglia. I viaggiatori diretti a Bari lo incontrano alla sommità dell’Appennino, finita la salita dell’Irpinia d’Oriente. Spalanca gli occhi alla Daunia, li dirige sugli ettari di grano del Tavoliere, verso Foggia. A Candela nessuno pensava fino a vent’anni fa che il vento si potesse anche vendere. Il vento qui ha sempre fatto solo il suo mestiere: soffiare. (Per continuare a leggere clicca qui sotto)
Pale eoliche, quanti miliardi al vento - Il Fatto Quotidiano

I blog non sono assoggettabili alla legge sulla stampa

I blog non sono assoggettabili alla legge sulla stampa del 1948, in particolare non hanno l’obbligo di registrarsi presso il tribunale come testata giornalistica, a meno che non ricevano finanziamenti pubblici. Lo ha stabilito la III sezione della Corte di Cassazione (presidente Saverio Felice Mannino) con la sentenza che ha assolto con formula piena ('il fatto non sussiste) il blogger siciliano Carlo Ruta, che era stato condannato in primo e in secondo grado per il reato di stampa clandestina.
“E' la fine di un incubo iniziato sette anni fa”, ha commentato Ruta.

La sua vicenda nasce infatti da una contrapposizione fra Ruta, che è storico e saggista, e l'allora procuratore della Repubblica di Ragusa Agostino Fera. Ruta ha criticato il modo in cui Fera, 40 anni fa, condusse le indagini su due omicidi compiuti a Ragusa a distanza di pochi mesi: l'assassinio dell'ingegnere Angelo Tumino, recentemente archiviato, e l'assassinio del giornalista Giovanni Spampinato.
Fera ha trascinato Ruta in Tribunale e lo ha fatto condannare per diffamazione. Inoltre anni fa ha chiesto e ottenuto l'oscuramento del blog in cui Ruta scriveva i suoi commenti.

Dalle richieste del procuratore offeso è nata anche la contestazione del reato di stampa clandestina. Poichè il blog è periodicamente aggiornato, era la tesi accusatoria, il blog è un giornale soggetto alla legge sulla stampa. Tesi accolta nel 2008 dal giudice Patricia di Marco del Tribunale di Modica e il 2 maggio 2011 dalla Corte d'Appello di Catania, che avevano condannato Ruta a 150 euro di multa.
La condanna di Ruta aveva creato una sollevazione di protesta dal mondo dei blogger, che ora possono tirare un respiro di sollievo. Aveva inoltre rivelato un vuoto legislativo in materia.

'Questa sentenza è importante - ha commentato il difensore di Ruta, Giuseppe Arnone - perchè fa giurisprudenza, traccia la strada in un settore ancora non regolamentato. Nella mia arringa ho sottolineato che imporre un giornalista come direttore responsabile ad ogni blog significherebbe sterminare i blog: pochi potrebbero sopportarne il costo. E' vero che una legge del 2001 prevede che i notiziari web siano registrati come testata, ma questo obbligo riguarda solo quei notiziari web che chiedono finanziamenti pubblici e che pertanto devono avere una consistenza strutturale. I giudici della Cassazione hanno mostrato buon senso e apertura ai valori della libertà di pensiero e di espressione'.

www.epicentrobenevento.it

lunedì 17 settembre 2012

Gli scissionisti e il Sannio

di Gabriele Corona*

Un giornalista infiltrato tra gli scissionisti di Scampia racconta i viaggi dei boss a Benevento.

Sul numero in edicola del settimanale Panorama è pubblicato il racconto del giornalista Carlo Puca che è riuscito ad infiltrarsi, come autista, nel clan degli Scissionisti di Scampia. Il cronista spiega come ha ingannato i camorristi per essere affiliato, descrive i covi che usano e le tecniche dell’organizzazione criminale.

Tra l’altro scrive che il 2 febbraio scorso ha guidato un’auto Lancia Y di scorta ad un’altra utilitaria, una Punto, sulla quale viaggiavano due boss venuti a Benevento per affari. No sa dove sono andati e con chi si sono incontrati perchè lo hanno fanno scendere nei pressi di piazza Duomo, ordinando “non rompere il cazzo, fatti una camminata, ci vediamo tra due ore”.

Puca racconta che ha approfittato del tempo a disposizione per “andare in un internet point per scrivere e descrivere fatti, luoghi e personaggi e spedire ad una persona di fiducia”. Poi rientra a Napoli con la stessa auto e il portabagagli pieno.

In un altro brano dell’articolo il giornalista riporta le dichiarazioni di uno dei camorristi che gli ha raccontato di un laboratorio organizzato nel Sannio per produrre droghe sintetiche. Infine aggiunge “Forse, cercando, potrei ancora trovare qualche filmato delle nostre gite fuori porta”.

Il racconto è veramente interessante se si considera che le forze dell’ordine hanno più volte accertato che gli scissionisti di Scampia, dominanti a Napoli, mantengono rapporti organici con alcuni clan minori di Benevento e che uno dei reggenti del potente gruppo camorrista, adesso in carcere, Vincenzo Pagano, detto “Enzino” ha frequentato per molto tempo la città di Benevento, ospite di amici.

Adesso speriamo che le indagini della Direzione Investigativa Antimafia chiariscano, finalmente, i rapporti del clan degli Scissionisti in questa “città tranquilla” e il sistema di riciclaggio dei soldi che essi accumulano grazie alle attività criminose.

*presidente Altrabenevento

sabato 15 settembre 2012

Baselice e il museo civico-paleontologico del Fortore


Il 5 settembre scorso vi è stata l’apertura del Museo Civico e Paleontologico del Fortore. L’afflusso dei visitatori, continuo e costante, è stato notevole e ha sottolineato il grande interesse da parte delle comunità locali.

L’apertura del museo non ha avuto ancora una vera inaugurazione in quanto devono essere completati gli allestimenti delle varie sezioni espositive, per cui vi è stata se così si può dire, un’apertura in anteprima proprio in occasione delle feste settembrine. L’Amministrazione Comunale, nella seduta del 19/04/2012, ha deliberato l’istituzione del Museo Civico e Paleontologico ai sensi della L.R. n. 12/2005, attuando quello che da tempo aveva richiesto la locale Associazione Archeoclub di Baselice, che indicava quale sede naturale del museo, lo storico “Palazzo Lembo”.

Il Comune di Baselice avvalendosi della collaborazione dell’Associazione Archeoclub che ha messo a disposizione la notevole quantità di reperti posseduti, ha allestito quattro sezioni espositive: – la sezione Paleontologica e mineralogica, – la sezione “testimonianze della civiltà contadina”, – la sezione della donazione Mascia e –la sezione “Il Mondo di Bern”, dedicata ad un giovane artista locale.

Si resta in attesa del completamento dei locali posti al primo piano dove potrà essere collocata la sezione archeologica e la notevole quantità di foto d’epoca, riferite a Baselice e al suo territorio di fine ottocento e inizio novecento che l’Archeoclub custodisce.

Il percorso di visita si articola tutto al piano terra di Palazzo Lembo, dal suggestivo androne d’ingresso con piccolo cortile interno, che funge da grosso disimpegno si accede alle sale espositive, si entra sulla destra nella prima sala dedicata alla “Donazione Mascia”.

In essa sono esposti una serie di quadri realizzati dal compianto Professore Antonio (conosciuto come Tonino) Mascia, in arte “Janio”, nato a Baselice e per lavoro vissuto tra Napoli e Roma, pittore autodidatta che in vita non amava mettersi in mostra, ma che aveva ricevuto molti riconoscimenti per le sue opere pittoriche di notevole pregio artistico.

Nella stessa sala, oltre ai quadri sono esposti una raccolta di reperti artistici e archeologici di notevole interesse, facenti parte della stessa donazione pervenuta all’Associazione Archeoclub ad opera di Vita Mascia, sorella del compianto professore, il quale amante di ogni forma d’arte, le aveva collezionato durante la sua vita.

giovedì 13 settembre 2012

Consiglio Regionale a Benevento? Costato diecimila euro…

Cinquemila euro per il servizio di accoglienza e comunicazione. E altri cinquemila per il ristoro, con annesso buffet di prodotti tipici enogastronomici. Il tutto per un totale di diecimila euro. A tanto ammonta la spesa della Provincia di Benevento per l’organizzazione del consiglio regionale, svoltosi nella giornata di ieri a Villa dei Papi, nel corso del quale si è discusso del riordino delle province e delle sorti sannite.

Le cifre sono contenute nella delibera di Giunta provinciale n.226 del 7 settembre 2012, pubblicata questa mattina sull’Albo Pretorio della Rocca, che ha per oggetto: “Seduta di consiglio regionale nella città di Benevento. Prelievo dal fondo di riserva ordinario”.

Nel documento, approvato e deliberato dall’amministrazione provinciale – in quella data erano assenti il presidente Cimitile e gli assessori Valentino, Pacifico e Palmieri -, si spiega che “appare opportuno il patrocinio e l’adesione organizzativa della Provincia, avendo la seduta un interesse generale di primario rilievo per il territorio”. Nel provvedimento, inoltre, si mette in previsione la partecipazione di 180 persone tra politici, rappresentanti delle istituzioni ed esponenti dell’associazionismo accreditati dalla Regione a seguire l’evento.

Ma veniamo alla nota spese: 2mila euro sono stati stanziati per il servizio di comunicazione e accoglienza degli ospiti, mentre l’organizzazione “video-audio-conference” è costata 3mila euro. La spesa, per un totale di 5mila euro, graverà – si legge nella delibera – su due interventi (1.01.09.03/1.01.05.03) del bilancio 2012.

Altro discorso per il ristoro offerto agli ospiti. La Provincia ha provveduto ad allietare la presenza dei consiglieri regionali a Villa dei Papi con stand enogastronomici e assaggi di prodotti tipici. Il tutto al costo di 5mila euro.

Tuttavia – spiega il provvedimento della Rocca – la cifra sborsata sarà presa dal Fondo di Riserva ordinario: il prelievo infatti garantirà l’equilibrio finanziario del Bilancio di previsione 2012 e non contrasterà con quanto stabilito dalle norme vigenti in materia di Patto di stabilità interno.

Se a questi costi aggiungiamo poi quelli pagati per il dispiegamento straordinario delle forze dell’ordine, che hanno presidiato l’area dalle prime ore del mattino, a quanto ammonta in totale la spesa per i contribuenti e cittadini sanniti? (Giam.Fel.)

www.ntr24.tv

lunedì 10 settembre 2012

Baselice, una giornata per lo sport


Una Giornata per lo Sport. Il titolo dell’evento che si terrà nei prossimi 15 e 16 settembre a Baselice presso il Complesso Polivalente di via Luigi Capuano. La manifestazione è organizzata dalla “Confraternita di Misericordiae” in collaborazione con le associazioni locali che hanno aderito e firmato il protocollo di intesa. La finalità ultima dell'iniziativa è la raccolta fondi per l’acquisto di una autoambulanza.

Tutta la manifestazione ruota intorno ad un’unica partita di calcio a 5 della durata di ventiquattro ore, nella quale i calciatori protagonisti iscritti si alterneranno in campo ogni 20 minuti sia di giorno che di notte. La gestione e organizzazione diretta di tale partita sarà affidate alla AS Baselice e ASD Fortore-Scuola Calcio.

sabato 8 settembre 2012

'Fortorina, ora o mai più'. I sindaci si uniscono in comitato e lanciano il progetto 'Ziccardi'

Ora o mai più. Sette sindaci della Valfortore si sono riuniti martedì scorso al Municipio di Molinara per provare a forzare la mano su quello che è il cruccio maggiore di un intero comprensorio: la "Fortorina". Decenni di polemiche, promesse mai mantenute da politici ed amministratori e, sopratutto enormi perdite di tempo. Una questione che è diventata nel Fortore una sorta di "tabù" anche per i cittadini che si sentono presi in giro ogni volta che si pronuncia questa parola.

Fortorina. Ultima delusione, in ordine cronologico, per la maggior parte degli abitanti di questa vasta fascia di provincia beneventana, è stata l'inaugrazione dei 4,3 km della statale 212 avvenuta lo scorso 28 marzo: "Per favore non chiamatela Fortorina" gridarono gli amministratori locali mentre le istituzioni si apprestavano al consueto taglio del nastro tricolore con tanto di inno di Mameli cantato all'unisono. Secondo i locali la statale 212 (a breve dovrebbe essere completato anche il nuovo lotto fino allo svincolo di S.Marco dei Cavoti) passa da tutta un'altra parte e costeggia soltanto i comuni del Fortore. Durante l'inaugurazione primaverile del lotto, il presidente della Provincia di Benevento, Aniello Cimitile, aveva rilanciato l'impegno per il completamento dell'arteria fino a S.Bartolomeo in Galdo: "Dobbiamo partire da lì stavolta facendo una sorta di ragionamento a "sandwich" e congiungere i due cantieri". Sollecitato da Cimitile, l'assessore regionale al ramo Edoardo Cosenza replicò: "L'opera si farà fino in fondo anche perchè una "Fortorina" che non arriva nel Fortore non ha il minimo significato".

LA RIUNIONE DI MOLINARA TRA IL COMITATO DEI SINDACI ED IL PROGETTO 'ZICCARDI'
Esorcizzare l'impasse o quantomeno provarci senza proclami ma lavorando a fari spenti. Oltre due ore di confronto nella stanza del sindaco di Molinara, Giuseppe Addabbo (è stato proprio lui ad anticipare al nostro portale l'iniziativa qualche giorno prima) promotore dell'iniziativa e proclamato all'umanimità responsabile del comitato dei sindaci che si è formato al termine dei lavori: a farne parte i primi cittadini di Molinara, S.Bartolomeo in Galdo, Baselice, Montefalcone Valfortore, Castelvenere Valfortore e Foiano. Adesione anche dal sindaco di Ginestra degli Schiavoni, Zaccaria Spina, presente più che altro in veste di presidente della Comunità Montana del Fortore. Probabile l'adesione anche del comune di Castelfranco in Miscano, di sicuro ci sarà anche Roseto Valfortore che si trova in provincia di Foggia ma sarà coinvolto nel progetto. Sul tavolo il progetto del geologo Eliseo Ziccardi, presente alla riunione, che ha illustrato lo studio di fattibilità del passante di valico appenninico "Passo Casone Cocca - ex SS 369" che interesserebbe i territori di S.Marco dei Cavoti, Molinara e Foiano Valfortore. Non si tratta di una soluzione alternativa al progetto generale della statale 212, ma una sorta di "completamento" per dare un senso alla "Fortorina". Nessuna guerra alla strada "istituzionale", piuttosto la proposta di un correttivo della stessa. Il geologo, una volta illustrato il progetto, ha chiesto la fiducia dei sindaci con azioni amministrative concrete e condivise: "Il periodo dei discorsi è finito signori - ha chiarito Ziccardi in un momento di stallo della riunione - ora bisogna agire con i fatti". Messaggio recepito dai presenti che hanno dato il loro completo assenso al progetto. Costituito un comitato di lavoro, con compiti ben precisi. Il primo è quello di fare pressione sia all'Anas che al Ministero delle Infrastrutture in particolar modo all'ufficio ministeriale di Divisione 2 che dirige i diretti rapporti con l'Anas che monitoria le evoluzioni finanziarie ed i progetti strategici del'ente. Oltre a ciò c'è lo scoglio politico da superare: si cerca l'adesione della Provincia di Benevento (l'idea è quella di chiedere a Cimitile e Barbieri di ridiscutere la competenza della strada 369: rinominarla statale con la sorveglianza e la manutenzione dell'Anas) ma, sopratutto, quello della Regione Campania che serve come il pane per rendere concreto il progetto. Si confida nella buona volontà di Cosenza che ha più volte ribadito la volontà di dare un senso a questa arteria.

ZICCARDI: 'PARTE DEI FONDI PER IL VALICO CI SONO. OCCORRE VOLONTA' POLITICA'
L'adesione dei sindaci del Fortore e la creazione di un comitato è un passo in avanti e questo il geologo Eliseo Ziccardi lo sa benissimo. Nella sua dettagliata relazione ha dimostrato che i problemi economici e logistici sono superabili. Occorre la volontà politica e solo gli amminstratori locali possono lavorare su questo per la realizzazione del progetto. Casone Cocca è il punto più alto della provincia sannita, una zona di confine impervia nei mesi invernali ma di fondamentale importanza per il traffico veicolare. Attualmente per collegare i vari paesi, i cittadini usufruiscono di una struttura viaria di 19 km, una vera strada di montagna, con molte curve e tortuosa che presenta le insidie di sempre (strade dissestate, condizioni meteo avverse nella maggior parte dei mesi). Una strada, simbolo di quello che è l'isolamento della Valle. Il progetto di Ziccardi, in sintesi, propone un passante di valico (nella foto) di nove km (a fronte dei 19 km di montagna attuali) con una galleria di 1800metri, un viadotto di 4mila metri e tre svincoli.

Un progetto che non andrebbe a creare problemi di natura geologica (tettoniche o faglie) e non andrebbe ad intaccare i campi eolici esistenti e le risorgenze acquifere motivi per cui gli altri due progetti presentati sono stati bocciati. Costo dell'opera? 98milioni di euro più Iva al 21%: "Occorre in tempi brevi - ha poi dichiarato il geologo al nostro portale - che venga fatto lo stralcio di questo lotto dal progetto generale che costa in tutto 520milioni di euro a fronte del costo del nostro progetto di valico". E secondo quanto afferma Ziccardi parte dei fondi già è disponibile: "Ci sono 30milioni di un Accordo di Programma con Protocollo siglato da Anas, Provincia di Benevento e Regione Campania - ha aggiunto - e 6milioni e 300mila che sono fondi recuperati dalla Finanziaria 2007. Ci sarebbero poi da recuperare il fondo del ribasso d'asta "Mosti-S.Marco dei Cavoti" e dovrebbero rimanere circa 40 milioni di fondi per un totale di 76milioni di euro: potrebbero essere fondi di "spalla" raddoppiati con fondi Fas per raggiungere addirittura una somma superiore di quella che serve (oltre 130 milioni di euro). Ora valutiamo che per fare il passante di valico sono necessari 98milioni compresi di Iva al 21%, ci rendiamo conto che non è più un problema tecnico o una valenza negativa di benefici o finanziamenti. L'Anas ha riconosciuto il progetto del passante di valico inserendolo in quello generale tuttavia allo stato attuale ha delle preoccupazioni su questa valenza di benefici". Nessuna illusione, il cammino è in salita e sia Ziccardi che i sindaci lo sanno molto bene: "Inviterò i responsabili ministeriali sul territorio e per farlo a giorni andrò io a Roma - ha annunciato il geologo ai sindaci - ognuno deve fare la sua parte". Il Comitato, che a breve verrò presentato alla stampa, si riunirà tra una decina di giorni in attesa di novità sostanziali.

www.ilquaderno.it

giovedì 6 settembre 2012

Benevento, l’ex città tranquilla

di Giancristiano Desiderio

La scena, insolita per Benevento ma anche per Napoli, è la seguente: in pieno giorno, ore 13, un’auto scende per via Annunziata, strada centralissima a senso unico che conduce al Comune e di lì al Duomo. Giunta davanti Palazzo Mosti, sede del municipio, l’auto rallenta. Il finestrino destro si abbassa, sporge una pistola che scarica due colpi su una Opel Zafira mandando in frantumi i vetri. Poi via di gran carriera. Nel palazzo gli spari si sono sentiti nitidamente, ma nessuno crede ai suoi orecchi e c’è chi scherza con un assessore: “Oh, hanno sparato al sindaco?”.

“No, e chi lo ammazza quello”. Ma c’è poco da scherzare e lo si capisce subito: i colpi sono veri e l’automobile colpita è del dirigente del settore delle finanze, Andrea Lanzalone. Tutto questo in pieno giorno a Benevento. Una ex città tranquilla. La scena, senza testimoni, potrebbe essere diversa: chi ha sparato, forse aiutato da un “palo”, era a piedi, sbucato da uno dei vicoli di via Annunziata e in uno dei vicoli imbucatosi dopo l’azione. Il sindaco ha saputo la notizia mentre era in viaggio verso Napoli per il World Urban Forum. Retromarcia e giunta straordinaria per un atto senza precedenti a Benevento ma non solo a Benevento.

Cambiamo scena, ma non città. Un giovane di 21 anni giunge alle 2.30 di notte dell’ultimo giorno di agosto al pronto soccorso dell’ospedale Rummo: è ferito ai glutei da una pallottola esplosa da una pistola semiautomatica Vzor 70, calibro 7,65, cecoslovacca e di origine clandestina. Chi lo ha ferito e perché? I carabinieri hanno ricostruito i fatti: la pistola, non si sa ancora come, è giunta tra le mani di un altro ragazzo, amico del ventunenne ferito.

I due, insieme con un terzo amico appena diciottenne, in piena notte hanno fatto quattro passi in una località di Benevento: Serretelle, lì dove la città cede alla campagna ma a un tiro di schioppo c’è il centro commerciale “Buonvento”. I tre ragazzi, come nel film Gomorra, provavano nel buio della notte la pistola e avevano come bersaglio un cartello stradale. Forse, nel passarsi l’arma di mano in mano è partito il colpo che ha ferito il ragazzo.

Cambiamo ancora scena, ma restiamo sempre a Benevento. Un gruppo di ragazzi ubriachi, in una notte di febbraio della movida, si presenta davanti all’ingresso della discoteca ma il buttafuori lo ferma: “No, voi non entrate”. I ragazzi ci restano male e vanno via. Ritornano presto. Con un fucile che, stando ai fatti, si voleva usare contro l’agente della sicurezza, tanto che esplode anche un colpo che solo la prontezza del buttafuori riesce a deviare in basso, all’altezza della gamba evitando il peggio. Ferito ma salvo.

Cambiamo ancora scena e questa volta ci spostiamo di venti chilometri: andiamo a Torrecuso, paese noto per il buon vino e a qualcuno anche per una storica visita di Benedetto Croce nel 1929. E’ la notte del 29 agosto. Davanti al municipio ci sono tre automobili comunali e tre scuolabus: va tutto a fuoco e solo con l’intervento dei pompieri si evita che vada a fuoco anche il Comune. Due giorni dopo i carabinieri all’alba setacciano Torrecuso da terra e da cielo, rivoltano il paesino come un calzino nella speranza che venga fuori qualcosa del Grande Incendio.

Uno storico beneventano scrisse un libro intitolato Storia di Benevento e dintorni: vi si narra di re e papi, santi e streghe, borghesi e contadini. Oggi se ne potrebbe scrivere un altro: Cronache di Benevento è dintorni: si parlerebbe di pistole, fucili, intimidazioni, esplosioni e incendi.

(tratto dal Corriere del Mezzogiorno)

martedì 4 settembre 2012

Angelo Vassallo, sindaco versatile e torrione di libertà



Il 5 settembre 2010 veniva ucciso barbaramente Angelo Vassallo sindaco di Pollica, qui il ricordo del prof Angelo Iampietro.

L’hanno definito: il “Sindaco pescatore”; è in questo appellativo che si coglie il vero senso della vita di un uomo che lottava e si adoperava perché l’ambiente nel quale viveva ed operava restasse incontaminato e lontano da qualsiasi intromissione per distorte finalità.

Dalla sua capacità comunicativa mi è sembrato che avesse qualcosa in più di un comune pescatore, ma ne aveva ereditato la tempra: il carattere, la forza d’animo, la voglia di lottare in situazioni non sempre favorevoli; egli aveva un’ampia visione dell’amministrare e della corretta gestione della cosa pubblica per il bene, unico fine, di tutta una comunità. Ed è stato questo qualcosa in più, che ogni Amministratore dovrebbe possedere, che l’ha portato via dalla sua Comunità nel modo più esecrabile e violento che si conosca.

L’hanno ucciso! L’hanno ucciso proprio perché svolgeva il mandato di Sindaco di quella comunità con idee e con proposte miranti alla difesa e allo sviluppo del bene comune, ben conoscendo il valore del suo territorio da salvaguardare non solo come un bene economico, ma come una ricchezza spirituale , umana, culturale del suo popolo. Hanno voluto eliminarlo proprio perché era il baluardo “primo” della difesa di ciò che è comune, che appartiene a tutti; hanno fatto scempio della sua persona fisica, quasi a voler cancellare per sempre il suo volto, un simbolo di intelligenza e di umanità, con tanti colpi scaricati sul suo viso di persona perbene, dignitosa, amata: un vero gentiluomo.

L’atto e lo scempio non hanno però oltraggiato la sua nobile ed alta dignità di un uomo non comune in questo contesto civile, culturale, sociale con cui bisogna fare i conti giorno dopo giorno; d’ora in poi il suo nome, il suo sacrificio ed il suo ergersi a paladino di quel territorio, così unico, resteranno come un faro, una guida inossidabile per tutte quelle coscienze dove la linfa ne alimenta una veramente civile e democratica.

La sua vita è stata spesa all’insegna della dignità “assoluta”, perché ha detto sempre “no” ad ogni forma di arroganza e di violazione della legge, bene supremo di ogni comunità.

Per questo ha pagato con la vita. Avevo letto di lui e di qualche atto amministrativo che sembrava di Paesi lontani per l’alto senso di civiltà, come l’aver voluto porre rimedio, in concreto, ai temi ambientali, salvaguardando la bellezza del paesaggio e coniugando sviluppo e conservazione; tenere alla pulizia delle strade quasi in modo maniacale (multa per le cicche buttate per strada), il voler conservare ad ogni costo i punti di riferimento delle sue radici, una guida sicura per chi aveva una visione della vita non distorta e non lontana dai valori trasmessi dagli avi: non opportunistica, onesta, semplice, operosa, solidale, dignitosa e rispettosa.

Il cordoglio e la partecipazione al dolore della famiglia Vassallo e della comunità di Acciaroli e Pollica in provincia di Salerno sono stati espressi “in primis” dal Presidente della Repubblica e dalla stragrande maggioranza degli Italiani; ne è stato un esempio la decisione dell’ANCI di consigliare l’esposizione della bandiera a mezz’asta, in segno di lutto, nei Comuni italiani.

Anche il Parlamento Europeo ha ricordato la sua nobile figura di uomo e cittadino, impegnato nella sua realtà territoriale, ed il suo sacrificio con un minuto di silenzio.

Non era mai successo che un amministratore periferico di una piccola comunità fosse ricordato a livelli Istituzionali così altolocati. Questo onore ti è dovuto, Angelo!
Il Sindaco Angelo Vassallo, custode di valori e dall’animo nobile, sarà ricordato da tutti perché partigiano della libertà, del buon senso, della legalità, del buon amministratore, valori per i quali, per la loro difesa, ha perso la vita.
E’ solo un esempio di come si può vivere un’esistenza? Ti ricorderemo, Angelo. Addio!

Gas e petrolio, a chi conviene?


lunedì 3 settembre 2012

Ricerca petrolio, ecco le concessioni in Campania


Clicca sulla foto, in verde le aree con i permessi per la ricerca di idrocarburi (la cartina è pubblicata sul sito del ministero dello Sviluppo). Nella provincia di Benevento ad essere interessata è l'area di Santa Croce del Sannio. Al momento in attesa di permesso c'è anche il Fortore.

domenica 2 settembre 2012

Abolizione Provincia: Il Comitato salviamo il Sannio plaude a Cimitile e spinge verso il Molisannio - ilQuaderno.it

Il Comitato Salviamo il Sannio continua nella sua iniziativa di raccolta pubblica di firme da consegnare all’Amministrazione Provinciale di Benevento nella prossima settimana a sostegno della petizione referendaria. 
Una delegazione del Comitato, nei prossimi giorni, incontrerà i Presidenti delle province di Isernia e Campobasso insieme ad alcuni sindaci molisani, al fine di illustrare dettagliatamente l'iniziativa referendaria proposta (per continuare a leggere l'articolo clicca qui sotto)
Abolizione Provincia: Il Comitato salviamo il Sannio plaude a Cimitile e spinge verso il Molisannio - ilQuaderno.it

venerdì 31 agosto 2012

Fortore, sindaci uniti contro la crisi: 'Pensiamo alla gente comune mentre la Regione ci isola e pensa ai tagli' - ilQuaderno.it

Girare a fine agosto per le rabberciate stradine interne della Val Fortore è comunque piacevole: c'è il sole di metà mattina alto, c'è qualche pietra sull'asfalto ma si cammina che è un piacere. In estate, per chi non è di queste zone, sembra quasi di vivere in una sorta di isola felice: tra qualche settimana però si tornerà alla normalità, con gli ultimi emigranti pronti a ripartire per le città del nord che sono la loro nuova casa da tempo, e così faranno gli studenti che raggiungeranno le città universitarie (per continuare a leggere l'articolo clicca qui sotto)
Fortore, sindaci uniti contro la crisi: 'Pensiamo alla gente comune mentre la Regione ci isola e pensa ai tagli' - ilQuaderno.it

mercoledì 29 agosto 2012

Il cucciolo di lupo Fortorino sta bene. A breve il riadattamento presso un Centro specializzato | ambiente | news | NTR24 - l'informazione sul web

Ritrovato un mese fa a Castelfranco in Miscano, è stato curato dal veterinario sannita Alfredo Toriello. Si attende ora l'arrivo di esperti per il riadattamento allo stato selvatico e poi il trasferimento nel Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise (Per vedere il video clicca qui sotto)
Il cucciolo di lupo Fortorino sta bene. A breve il riadattamento presso un Centro specializzato

domenica 26 agosto 2012

Ricerca idrocarburi. "No" alle trivellazioni di Reino, Santa Croce del Sannio e Sassinoro


Da alcuni comuni dell’Alto Tammaro è arrivato un secco no alle trivellazioni per la ricerca di idrocarburi sul proprio territorio. Reino Santa Croce e Sassinoro hanno espresso parere negativo rispetto ad alcuni progetti per la ricerca di idrocarburi. Un no giustificato innanzitutto con il grave degrado ambientale che le trivellazioni arrecherebbero al territorio con una scarsissima ricaduta economica per i comuni interessati.

Antonio Verzino, Antonio di Marta e Pasqualino Cusano sono pronti a difendere il loro comuni dagli assalti speculativi delle aziende interessate alla ricerca di idrocarburi nel Sannio per evitare un danno ambientale che pregiudicherebbe il futuro del loro territorio. Compromettendone gli obiettivi che i comuni da loro amministrati si sono prefissati in materia di salvaguardia dell’ambiente e mantenere intatto un territorio incontaminato con vocazione agricola e turistica.

La posizione di Antonio di Marta è chiara sulle trivellazioni. “E’ inaccettabile che su questo tipo di progetti – afferma il primo cittadino di Santa Croce del Sannio e presidente della Comunità Alto Tammaro – non si coinvolgano gli enti locali. Certe decisioni prese dall’amministrazione centrale (Regione e Governo) non tengono conto dei rischi che i territori corrono. Alcune esperienze del passato dovrebbero farci riflettere sui problemi che tali progetti arrecano all’ambiente e forse anche alla salute. Sono contento – conclude de Maria – che anche altre amministrazioni abbiamo fatto la stessa nostra scelta: quella di dire no alle trivellazioni. È una linea che anche come comunità montana abbiamo scelto rispetto ai progetti pervenuti dal ministero dello Sviluppo”.

Il parere negativo delle amministrazioni comunali di Reino, Santa Croce e Sassinoro arriva dopo che la Provincia di Benevento nei mesi scorsi aveva espresso parere negativo ai progetti di trivellazione con una nota alla Regione Campania dove si chiedeva di archiviare le istanze di alcune società interessate Alla ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi nel Sannio. I motivi che la Provincia di Benevento adduceva a tale richiesta erano gli stessi che i comuni dell’Alto Tammaro hanno espresso attraversi i consigli comunali.

(Tratto da Ottopagine/Benevento del 25 agosto 2012)

domenica 19 agosto 2012

Foiano. Giornata dell'emigrante con il brigante Secola

Emigrazione e sacco del Sud gli argomenti dell’intervista del vicesindaco di Foiano di Valfortore, Giuseppe Ruggiero, a Antonio Bianco giornalista e autore del libro “Il brigante Secola-La sanguinosa rivolta nel Fortore post-unitario”. La presentazione del libro del giornalista baselicese è stata l’occasione per parlare di emigrazione e degrado del Meridione. “Un fenomeno quello dell’emigrazione – ha affermato Antonio Bianco – iniziato proprio dopo l’unità d’Italia. Prima il Sud mai aveva conosciuto tale fenomeno”. L’evento culturale organizzato dal Comune di Foiano, rientra nelle manifestazioni della Festa dell’emigrante iniziata ai primi di agosto e che si concluderà il 23. Un evento che ogni anno si organizza per accogliere e festeggiare, insieme a chi partito dalla propria terra per motivi di lavoro, torna per rivedere amici e parenti e soprattutto per respirare aria di casa. Quello di giovedì è stato un momento di riflessione e di approfondimento di un periodo storico che ha visto il Fortore protagonista della rivolta contro il nuovo Stato piemontese. Una rivolta, coma ha affermato il giornalista Antonio Bianco, sociale e contadina. Giuseppe Ruggiero, al quale sono toccate le conclusioni, ha affermato che quella del Fortore è stata soprattutto la rivolta dei giovani. Giovani che hanno preso le armi per difendere il proprio futuro. Giovani che si sono ribellati all’ingiustizia mettendo in gioco la propria vita. (tratto da Ottopagine/Benevento)

venerdì 17 agosto 2012

Italia petrolizzata, lettera aperta a Passera


A scriverla è Maria Rita D'Orsogna, ricercatrice italiana, emigrata negli Usa. Fisico, professore associato presso il dipartimento di Matematica della California State University at Northridg.

Caro signor Passera, stavo per andare a dormire quando ho letto dei suoi folli deliri per l'Italia petrolizzata. Ci sarebbe veramente da ridere al suo modo malato di pensare, ai suoi progetti stile anni '60 per aggiustare l'Italia, alla sua visione piccola piccola per il futuro.

Invece qui sono pianti amari, perche' non si tratta di un gioco o di un esperimento o di una scommessa. Qui si tratta della vita delle persone, e del futuro di una nazione, o dovrei dire del suo regresso. Lei non e' stato eletto da nessuno e non puo' pensare di "risanare" l'Italia trivellando il Bel Paese in lungo ed in largo. Lei parla di questo paese come se qui non ci vivesse nessuno: metanodotti dall'Algeria, corridoio Sud dell'Adriatico, 4 rigassificatori, raddoppio delle estrazioni di idrocarburi.

E la gente dove deve andare a vivere di grazia?Ci dica. Dove e cosa vuole bucare? Ci dica. I campi di riso di Carpignano Sesia? I sassi di Matera? I vigneti del Montepulciano d'Abruzzo? Le riserve marine di Pantelleria? I frutteti di Arborea? La laguna di Venezia? Il parco del delta del Po? Gli ospedali? I parchi? La Majella? Le zone terremotate dell'Emilia? Il lago di Bomba? La riviera del Salento? Otranto? Le Tremiti? Ci dica. Oppure dobbiamo aspettare un terremoto come in Emilia, o l'esplosione di tumori come all'Ilva per non farle fare certe cose, tentando la sorte e dopo che decine e decine di persone sono morte? Vorrei tanto sapere dove vive lei.

Vorrei tanto che fosse lei ad avere mercurio in corpo, vorrei tanto che fosse lei a respirare idrogeno solforato dalla mattina alla sera, vorrei tanto che fosse lei ad avere perso la casa nel terremoto, vorrei tanto che fosse sua moglie ad avere partorito bambini deformi, vorrei tanto che fosse lei a dover emigrare perche' la sua regione - quella che ci dara' questo 20% della produzione nazionale - e' la piu' povera d'Italia. Ma io lo so che dove vive lei tutto questo non c'e'.

Dove vive lei ci sono giardini fioriti, piscine, ville eleganti soldi e chissa', amici banchieri, petrolieri e lobbisti di ogni genere. Lo so che e' facile far cassa sull'ambiente. I delfini e i fenicotteri non votano. Il cancro verra' domani, non oggi.

I petrolieri sbavano per bucare, hanno soldi e l'Italia e' corrotta. E' facile, lo so. Ma qui non parliamo di soldi, tasse e dei tartassamenti iniqui di questo governo, parliamo della vita della gente. Non e' etico, non e' morale pensare di sistemare le cose avvelenando acqua, aria e pace mentale della gente, dopo averli lasciati in mutande perche' non si aveva il coraggio di attaccare il vero marciume dell'Italia. E no, non e' possibile trivellare in rispetto dell'ambiente. Non e' successo mai. Da nessuna parte del mondo. Mai.

MA NON VEDE COSA SUCCEDE A TARANTO? Che dopo 50 anni di industrializzazione selvaggia - all'italiana, senza protezione ambientale, senza controlli, senza multe, senza amore, senza l'idea di lasciare qualcosa di buono alla comunita' - la gente muore, i tumori sono alle stelle, la gente tira fuori piombo nelle urine? E adesso noialtri dobbiamo pure pagare il ripristino ambientale? E lei pensa che questo e' il futuro? Dalla mia adorata California vorrei ridere, invece mi si aggrovigliano le budella. Qui il limite trivelle e' di 160 km da riva, come ripetuto ad infinitum caro "giornalista" Luca Iezzi. Ed e' dal 1969 che non ce le mettiamo piu' le trivelle in mare perche' non e' questo il futuro. Qui il futuro si chiama high tech, biotech, nanotech, si chiamano Google, Facebook, Intel, Tesla, e una miriade di startup che tappezzano tutta la California.

Il futuro si chiama uno stato di 37 milioni di persone che produce il 20% della sua energia da fonti rinnovabili adesso, ogni giorno, e che gli incentivi non li taglia a beneficio delle lobby dei petrolieri. Il futuro si chiamano programmi universitari per formare chi lavorera' nell'industria verde, si chiamano 220,000 posti di lavoro verde, si chiama programmi per rendere facile l'uso degli incentivi.

Ma non hanno figli questi? E CLINI CHE RAZZA DI MINISTRO DELL'AMBIENTE E'? E gli italiani cosa faranno? Non lo so. So solo che occorre protestare, senza fine, ed esigere, esigere, ma esigere veramente e non su facebook che chiunque seguira' questo scandaloso personaggio e tutta la cricca che pensa che l'Italia sia una landa desolata si renda conto che queste sono le nostre vite e che le nostre vite sono sacre.

giovedì 16 agosto 2012

Sicilia, il piano energetico di Passera riapre la corsa al petrolio – Il Fatto Quotidiano


Il ministro dello Sviluppo vuole raddoppiare la quantità di petrolio estratto nel nostro Paese per portarlo al 20% della domanda. Una idea che passa per forza dalle coste siciliane, dove già oggi si concentra più di un terzo delle attività di ricerca. Una scelta che piace alle compagnie ma osteggiata dagli ambientalisti: "Dannoso e inutile - per Legambiente - se estraessimo tutto il petrolio presente in mare, l'Italia lo esaurirebbe in sole 7 settimane" (Clicca qui e continua a leggere)


Sicilia, il piano energetico di Passera riapre la corsa al petrolio – Il Fatto Quotidiano

mercoledì 8 agosto 2012

Napoli, l’Ingv trivella il supervulcano flegreo. I cittadini temono innesco eruzione – Il Fatto Quotidiano

Qualche giorno fa sono cominciate le perforazioni nel supervulcano dei Campi Flegrei (Napoli) nell’ambito del Deep Drilling Project, e sono già arrivate a 200 metri di profondità. Si tratta di un vulcano molto particolare che ha la forma di un’enorme caldera circolare che si estende da Posillipo a Nisida e che per metà è nascosta dai palazzi in cui vivono 500 mila napoletani e per l’altra metà dal mare della Baia di Napoli. Esistono solo una decina di vulcani come questi nel mondo: strutture capaci di eruzioni molto violente, anche se per fortuna molto rare, e che restano un vero e proprio mistero per la scienza. (continua a leggere qui)
Napoli, l’Ingv trivella il supervulcano flegreo. I cittadini temono innesco eruzione – Il Fatto Quotidiano